L’indennità di occupazione è la somma dovuta dalla pubblica amministrazione al proprietario di un bene che viene occupato temporaneamente per esigenze connesse alla realizzazione di un’opera pubblica o in vista dell’espropriazione. Il calcolo di tale indennità varia a seconda che si tratti di un’occupazione legittima oppure illegittima, ed è regolato dal D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 (Testo Unico delle espropriazioni) e dalla giurisprudenza civile e amministrativa.
L’occupazione temporanea è un provvedimento con cui l’autorità espropriante entra nella disponibilità di un bene immobile prima dell’adozione del decreto di esproprio, per iniziare i lavori o predisporre le attività preparatorie.
La legge distingue due forme:
In entrambi i casi, il proprietario ha diritto a una forma di ristoro economico, ma le modalità di calcolo e le conseguenze giuridiche sono molto diverse.
L’indennità si determina applicando una percentuale sul valore venale del bene occupato, per ogni anno (o frazione) di occupazione. Il valore venale è il prezzo di mercato che il bene avrebbe avuto in una libera contrattazione.
Le percentuali generalmente applicate sono:
Esempio pratico:
Se un terreno agricolo del valore di € 50.000 viene occupato per 2 anni, l’indennità sarà: € 50.000 × 3% × 2 = € 3.000.
La durata si calcola dalla data di immissione in possesso a quella del rilascio o del decreto di esproprio. Se la durata supera i 5 anni, possono sorgere ulteriori diritti risarcitori per il proprietario.
L’occupazione è considerata illegittima quando avviene senza titolo legale oppure oltre i termini autorizzati. In questi casi, non si parla più di indennità in senso stretto, ma di vero e proprio risarcimento del danno.
Il risarcimento può comprendere:
La giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte EDU ha chiarito che il risarcimento deve essere integrale e congruo, tenendo conto del principio di equa riparazione per l’uso anomalo della proprietà privata da parte dello Stato.
La base per calcolare l’indennità o il risarcimento è la stima del valore venale del bene, che può essere eseguita da:
La stima deve tenere conto di:
Per evitare sottovalutazioni, è fondamentale richiedere una perizia di parte.
L’amministrazione deve corrispondere l’indennità:
Il pagamento deve avvenire entro il termine indicato nel provvedimento di autorizzazione all’occupazione o nel decreto di esproprio. Il ritardo può dar luogo a ulteriori interessi e danni.
Il diritto a percepire l’indennità per occupazione legittima si prescrive in 5 anni dalla cessazione dell’occupazione o dalla data del decreto di esproprio. Nel caso di occupazione illegittima, il termine può essere di 10 anni per il risarcimento del danno, salvo atti interruttivi o procedimenti in corso.
È consigliabile attivarsi subito dopo la cessazione dell’occupazione per non perdere i propri diritti.
Se il proprietario non concorda con l’indennità offerta o non riceve nulla, può:
La prova dell’occupazione e della sua durata spetta all’amministrazione. Il proprietario può far valere ogni elemento utile a dimostrare il danno subito e il valore del bene.
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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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Indennità per danni e occupazione temporanea, ecco i casi