Ricordiamo agli espropriati quanto segue.
NOTA PER GLI ESPROPRIATI ASSISTITI DALL’ASSOCIAZIONE
Gli espropriati che sono già assistiti da un Avvocato aderente all’Associazione non devono fare nulla; il loro consulente infatti, è già informato di quanto qui segnalato.
Per ulteriori chiarimenti su quanto sopra illustrato, vi invitiamo a visitare, se non l’avete già fatto, le Sezioni
La differenza fra Sentenze Italiane e Sentenze EuropeePerché le Sentenze Italiane hanno scarsa importanza rispetto a quelle Europee.
Sconsigliamo agli espropriati di affannarsi a ricercare sentenze di Giudici Italiani, (che si trovano in internet a migliaia, spesso superate da nuove norme) per tentare di capire se hanno o no diritti da far valere.
Fare affidamento sulle Sentenze dei Giudici Italiani in tema di espropriazione, infatti, può risultare inutile ed a volte persino dannoso.
Consigliamo invece agli espropriati di concentrare la loro attenzione sulle sentenze europee per le ragioni qui di seguito illustrate
IN PREMESSA
E’ necessario chiarire che il termine “Sentenza” assume un significato diverso a seconda che ci si riferisca ad un Giudice Italiano o alla Corte Europea.
Le Sentenze di tutti i Giudici Italiani, com’è noto:
– sono semplici precedenti giurisprudenziali, che possono essere disattesi in qualsiasi momento da un altro Giudice e persino dallo stesso Giudice; su di esse, quindi, nessuna Amministrazione può serenamente fondare il suo operato;
– non vengono tenute in nessun conto dalla Corte Europea, che continua inesorabilmente a condannare lo Stato Italiano ad indennizzare, con somme ingenti, gli espropriati che ad essa fanno ricorso.
Le Sentenze della Corte Europea, invece:
– costituiscono “norme” integrative della Convenzione; ad esse si deve quindi guardare come norme giuridiche vigenti e non come semplici precedenti giurisprudenziali;
– privilegiano la protezione effettiva dei diritti fondamentali della persona lasciando in secondo piano ogni formalismo giuridico volto a corrispondere indennizzi non conformi alle norme CEDU;
– tutelano anche diritti ed interessi che non sono tutelati dalla legge italiana.
Ciò avviene perché la Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo presenta, rispetto alle altre convenzioni internazionali, la caratteristica peculiare di aver previsto la competenza di un organo giurisdizionale, (la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo), cui è affidata la funzione di interpretare le norme della convenzione stessa; l’art. 32, paragrafo 1 stabilisce che “la competenza della Corte si estende a tutte le questioni concernenti l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi protocolli che siano sottoposte ad essa alle condizioni previste negli articoli 33, 34, 46 e 37).
Sono norme CEDU, quindi, non soltanto quelle contenute nella Convenzione, ma anche quelle contenute nelle Sentenze della Corte Europea che divengono esse stesse norme della Convenzione e ne assumono immediatamente la forza e l’efficacia.
E’ opportuno sottolineare che la Corte Europea, non solo garantisce all’espropriato un’indennità basata sull’effettivo valore di mercato del bene, ma si spinge ancora oltre;
essa infatti determina gli indennizzi in misura ben superiore a quelli determinati in Italia e dà tutela anche ad altri diritti ed interessi, diversi dal diritto di proprietà, che non sono invece tutelati dalla legge italiana.
Ad esempio:
– per i beni già tutelati dalle leggi italiane, la Corte Europea accorda indennizzi notevolmente diversi da quelli accordati dai Giudici italiani;
– per i beni non tutelati dalla legge italiana, la Corte Europea sancisce l’obbligo di
indennizzarli; ad es. l’azienda o l’avviamento;
– per posizioni che non hanno alcun fondamento per il diritto italiano, la Corte Europea accorda anche la sua tutela; ad esempio: l’indennizzo è dovuto anche quando il diritto si è prescritto ai sensi delle norme italiane, o quando si fonda su una tolleranza implicita, su una legittima aspettativa, ecc.
Ed è bene ricordare che l’applicazione delle norme CEDU è INELUDIBILE, perché:
– Le Amministrazioni devono applicare immediatamente le norme CEDU e disapplicare le leggi interne con esse confliggenti, come espressamente previsto dalle leggi vigenti.
– Se le norme CEDU non vengono applicate dall’Amministrazione, l’espropriato può
far ricorso ai Giudici Italiani, che hanno ora il preciso dovere di applicarle direttamente.
– Se le norme CEDU non vengono applicate dai Giudici Italiani, l’espropriato può sempre fare ricorso alla Corte Europea.
– La Corte Europea, ovviamente, applicherà le norme CEDU.
Non applicare le norme CEDU comporta soltanto un aggravio di spese per le Amministrazioni ed i Soggetti equiparati, in termini di maggiori oneri, rivalutazioni, interessi, risarcimenti, responsabilità, ecc…
Quindi
Se l’Amministrazione fonda il suo operato su norme o sentenze italiane che contrastino con le norme CEDU, l’espropriato deve immediatamente rilevare il contrasto e notificarlo all’Amministrazione.
E’ quindi facile prevedere che lo Stato non realizzerà mai, a sua cura e spese, una banca dati con tutte le Sentenze Europee tradotte in italiano.
Per contribuire quindi ad una diretta conoscenza delle norme CEDU, l’anptes ha realizzato una Banca Dati Gratuita delle Sentenze CEDU tradotte in italiano, che può essere utile:
– ai soggetti che hanno difficoltà con il francese e l’inglese: per evitare che restino “tagliati fuori” dalle evoluzioni che va assumendo il nostro diritto;
– ai soggetti che non hanno difficoltà con il francese e l’inglese: per rendere più agevole la lettura e la ricerca delle sentenze di loro interesse.
Le Sentenze della Corte Europea tradotte in italiano a cura dell’anptes e organizzate in una Banca Dati consultabile gratuitamente on line, si trovano sul SITO 3 – LA NOSTRA BANCA DATI GRATUITA.
La conoscenza delle norme CEDU è oggi essenziale, ove si consideri che le pesanti condanne inflitte dalla Corte Europea pesano in modo significativo sulle pubbliche risorse.
Un caso emblematico.
Un esempio, molto noto per il clamore mediatico che ha suscitato.
Un solo esempio, molto noto per il clamore che ha sollevato sulla stampa e sui telegiornali, basterà a dare un’idea delle pesanti conseguenze finanziarie che “si abbattono” sullo Stato per la violazione delle norme CEDU, anche quando i Giudici Italiani si sono pronunciati sulla legittimità delle procedure: la demolizione del c.d. “ecomostro” di Punta Perotti a Bari.
Cerchiamo di riassumere brevemente il caso.
a) I Giudici Italiani e la Corte di Cassazione avevano ritenuto legittima la demolizione degli edifici costruiti sul lungomare.
b) Gli edifici furono demoliti, con un grande clamore mediatico.
c) I proprietari fecero ricorso in Corte Europea chiedendo un risarcimento di oltre 500 milioni di euro allo Stato Italiano.
d) Lo Stato si difese affermando che la demolizione era legittima, ai sensi delle leggi italiane e della Sentenza della Corte di Cassazione.
e) La Corte Europea ha accolto il ricorso dei privati, non ha dato alcun peso alle leggi italiane e alla Sentenza della Corte di Cassazione ed ha liquidato provvisoriamente spese e danni morali, assegnando un termine di 6 mesi allo Stato Italiano per provvedere in merito all’indennizzo.
f) Se entro il termine assegnato dalla Corte Europea lo Stato Italiano non provvederà ad indennizzare i proprietari, vi provvederà la Corte stessa. (Sud Fondi et Autres c.Italie n.75909/01/2009 del 20/01/2009).
L’importanza delle somme liquidate dalla Corte Europea impone quindi a tutti gli Operatori del Diritto una puntuale conoscenza ed applicazione delle norme CEDU.
Per effettuare ricerche accurate su tutte Sentenze pronunciate dalla Corte Europea da noi tradotte in italiano contenute nella nostra Banca Dati, è previsto uno specifico accesso.
Per utilizzarlo vai nella Sezione D.3 – La nostra Banca Dati Gratuita e scegli
METODO 1 – PER LE RICERCHE
Ricerca per titolo o per data o per parola chiave.
Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).
Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.