A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
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Sezione A.4

Come reagire all’esproprio

Qui trovate le ipotesi tipiche in cui può trovarsi l'espropriato con i nostri consigli sul da farsi.
1 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Solo informarsi

La situazione dell’espropriato

L’espropriato vuole assumere informazioni per chiarirsi le idee e prendere le sue decisioni.

I nostri consigli

Come e dove posso avere informazioni utili per il mio caso?
E’ questa la prima domanda che si pone l’espropriato; gli strumenti che, di solito, vengono utilizzati sono tre.
1 – Internet;
2 – Libri;
3 – Consulenti.
In relazione a questi strumenti, diamo agli espropriati i seguenti consigli.

Se utilizzate internet.
Sulla rete si trova una grande quantità di materiale giuridico, ma bisogna fare attenzione che non sia “vecchio”, vale a dire superato da nuove norme nel frattempo intervenute.
Per evitare questo inconveniente l’Associazione indica sempre in ogni pagina del Sito la data di validità dei testi.

Si deve fare attenzione ai consigli resi gratuitamente, chiunque ne sia l’autore; questi consigli, infatti, possono risentire  delle informazioni comunicate dall’espropriato  che, spesso, sono errate o incomplete.

Se utilizzate i libri.
Per i libri si pone, in modo ancora più evidente, il problema dell’aggiornamento; c’è comunque il vantaggio di poterne conoscere con certezza la data di stampa.
Se acquistate un testo in tema di espropriazione, cercatene uno quanto più recente possibile e cercate comunque su internet eventuali novità successive alla data di stampa del libro che avete acquistato.

Se chiedete l’assistenza di un consulente.
Il Diritto dell’Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta.
L’Associazione, tramite i suoi Siti, cerca di illustrarla agli espropriati, affinché possano comprendere e controllare ciò che avviene.
Si raccomanda però agli espropriati di farsi sempre seguire da un consulente e di accertarsi che il consulente conosca il Diritto dell’Espropriazione e le norme CEDU e che si tenga costantemente aggiornato.
Quando l’espropriato chiede un parere ad un consulente, è consigliabile operare come segue.

L’espropriato non deve esitare a chiedere al suo consulente.
A) Se ha esperienza in tema di Diritto dell’Espropriazione e di norme CEDU.

Il Diritto dell’Espropriazione è, infatti, una materia che richiede competenze specifiche e diverse (Diritto dell’Unione Europea e norme CEDU – Diritto Costituzionale – Diritto Civile – Diritto Commerciale – Diritto Amministrativo – Diritto Regionale – Diritto Tributario – Diritto Processuale – Norme che disciplinano la Programmazione Finanziaria e la Contabilità di Stato e degli Enti Pubblici).

B) Se opera solitamente a favore degli espropriati o se invece opera prevalentemente a favore degli Enti Pubblici.

Operare prevalentemente a favore degli Enti Pubblici non è un demerito, ma può a
volte, anche inconsciamente, indurre il consulente a pensare soluzioni non in linea con
le ragioni degli espropriati.

C) Quale sarà il suo compenso e quando dovrà essere pagato.
Si tenga presente che la Legge 31 dicembre 2012, n. 247 ha definitivamente liberalizzato le tariffe degli avvocati, con i quali si può oggi instaurare una trattativa sui compensi prima di affidar loro un incarico. La suddetta legge consente ai clienti di pattuire con gli avvocati anche un compenso a percentuale. L’Associazione, quindi, consiglia agli espropriati di pattuire sempre compensi a percentuale sul valore dell’affare.

Con l’accordo a percentuale, infatti:
– si può stabilire di versare all’Avvocato un rimborso spese minimo e poi liquidare la parcella solo dopo la conclusione del procedimento, percentualmente sul valore dell’affare;
– si può evitare che l’espropriato debba metter mano al suo portafoglio per pagare l’Avvocato; l’espropriato, in tal modo, potrà pagare la parcella con i soldi che ha ricevuto dall’Amministrazione.

L’Associazione suggerisce già questo sistema agli Avvocati che ed essa aderiscono e pertanto consiglia vivamente a tutti gli espropriati, quando si rivolgono ad un avvocato di loro fiducia, di proporgli questo tipo di accordo, che consente al cittadino di pagare la parcella all’Avvocato solo IN PERCENTUALE e solo DOPO aver ottenuto il risultato.

Però, affinché questo accordo sui compensi dei professionisti sia valido, deve essere redatto per iscritto, altrimenti non ha alcun valore.

Inoltre, nell’accordo, è sempre bene precisare non solo come il professionista deve essere retribuito, ma anche cosa deve fare.

Raccomandazioni
Siate molto esigenti con il vostro consulente, senza alcuna esitazione o timore reverenziale, indipendentemente dal prestigio di cui gode o da chi ve lo ha segnalato. Se notate distrazione, scarso interesse per il vostro problema o scarsa competenza, non esitate a cambiarlo, anche se ciò dovesse costarvi un sacrificio economico o psicologico.

Seguite sempre con attenzione l’evolversi della procedura, tenendo presente che la tutela dei vostri beni non è solo un diritto, ma è anche un dovere nei confronti dei vostri padri (se da loro li avete ricevuti) e nei confronti dei vostri figli (ai quali vorrete consegnarli).

Vigilate costantemente sull’attività del consulente e sul suo aggiornamento professionale. Per seguire l’evoluzione della procedura potete anche utilizzare questo Sito, sempre aggiornato e disponibile gratuitamente.

Tenete presente che, dopo l’entrata in vigore dell’Articolo 1 Protocollo aggiuntivo 1 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) il diritto alla tutela dei propri beni non ha più soltanto un contenuto patrimoniale, ma appartiene invece alla categoria dei “diritti umani inviolabili”; questo argomento è ampiamente trattato nel Sito.

Gli strumenti da utilizzare
Consultate l’INDICE GENERALE del nostro sito e approfondite gli argomenti che vi interessano cliccando qui: HOME

2 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Prevenire un esproprio e/o un’indennità non corretta

La situazione dell’espropriato
Non ci sono state notifiche e l’espropriato vuole tutelarsi per prevenire probabili errori dell’Amministrazione e – se possibile – anche l’esproprio.
L’espropriato, quindi, non ha “documenti in mano” ma ha solo notizie generiche relative ad un esproprio che potrebbe riguardarlo.

I nostri consigli
Devo attivarmi al più presto o devo attendere una comunicazione ufficiale?
A questa domanda l’espropriato deve dare risposta immediata; l’Associazione consiglia agli espropriati di attivarsi quanto prima possibile, anche quando non hanno ricevuto nessuna comunicazione ufficiale e sanno dell’esproprio solo per “sentito dire”.

E’, infatti, estremamente utile presentare osservazioni all’Amministrazione prima ancora che essa adotti i suoi provvedimenti e li notifichi all’espropriato.

Peraltro, quando gli espropriati sono più di 50, l’Amministrazione si limita a pubblicare un trafiletto sul giornale e non notifica nulla agli espropriati.

Si consiglia quindi all’espropriato di non perder tempo e di attivarsi prima possibile, anche se non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, al fine di evitare che l’Amministrazione consolidi autonomamente le sue decisioni.

Ad esempio, è utile intervenire anche nella fase progettuale dell’opera; spesso, infatti, i progetti non prevedono somme adeguate per gli espropri ed è opportuno evidenziare questa carenza prima che vedano la luce.

In questo modo l’espropriato risparmia tempo, ansie e, soprattutto, spese legali.

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è L’INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO
Si veda nella scheda ISTRUZIONI PER TUTELARSI, in fondo alla pagina, IL DAP: TUTELARSI E OPPORSI illustrato nella Sezione B.3 Tutelarsi e Opporsi senza contenzioso: il DAP

3 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Accettare l’indennità ma garantirsi

La situazione dell’espropriato
L’espropriato è soddisfatto dell’indennità offerta e vuole accettarla; come prendere precauzioni e garantirsi per evitare brutte sorprese?

I nostri consigli
Se l’espropriato vuole accettare ciò che gli offre l’Amministrazione, deve comunque porre in essere qualche accorgimento?
La risposta è si.

Precauzioni da prendere e strumenti per garantirsi prima di accettare
Ricordiamo che con la firma dell’atto di cessione ci si spoglia di ogni diritto e si diviene semplici creditori dell’Ente espropriante, con le conseguenze che ciò comporta.

Se l’espropriato è soddisfatto di ciò che gli viene offerto, prima di accettare, deve:
> accertarsi che l’indennità sia stata correttamente determinata (con le norme italiane e con le norme CEDU);
> garantirsi circa i tempi di pagamento, affinché il pagamento avvenga rapidamente e nei tempi concordati; (ci sono indennità promesse “subito” ed invece corrisposte dopo anni o mai corrisposte);
> garantirsi per evitare indebite detrazioni (fiscali, ici, riforme economico-sociali);
> garantirsi al fine di non dover restituire i soldi ricevuti, se il procedimento non si perfeziona nelle forme previste dalla legge.

Per ulteriori chiarimenti si veda la Sez. A.1 Le Trappole da evitare, ed in particolare le Schede:
2 Gli accordi bonari: l’Amministrazione prima promette e poi non paga.
3 L’Amministrazione, quando ha pagato, a volte rivuole i soldi.
4 L’Amministrazione dice: “se non vi accordate, chissà quando vedrete i soldi”.
6 La trappola dell’ICI.
7 Le “sorprese” Fiscali.
8 Le riduzioni del 25% per interventi di riforma economico-sociale.
9 Può l’espropriato che ha accettato 100, ritrovarsi con 65 o ancor meno?
18 Gli indennizzi che spesso l’Amministrazione “dimentica”.

E’ anche essenziale, prima di accettare, affrontare il problema fiscale.
Per ulteriori chiarimenti si veda la Sezione B.5  I Problemi Fiscali

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è L’INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO
Si veda la Sezione B.3 Tutelarsi e Opporsi senza contenzioso: il DAP

4 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Accettare l’indennità ma garantirsi

La situazione dell’espropriato
L’espropriato non è soddisfatto dell’indennità provvisoria offerta dall’Amministrazione e vuole opporsi ma vuole evitare un contenzioso.

NOTA BENE. Questa strada è percorribile solo prima che venga determinata l’indennità definitiva dalla Commissione Provinciale Espropri (o dal collegio dei tecnici).
Dopo, si può soltanto ricorrere ai giudici con il contenzioso.

I nostri consigli
In questo caso l’espropriato deve produrre un documento QUALIFICATO (il DAP) che contenga l’analisi dell’indennità e del procedimento sulla base di leggi e sentenze (italiane ed europee).

Cosa deve contenere il documento
Nel documento bisogna indicare:
–  che l’espropriato conosce molto bene i suoi diritti e sa farli valere, anche dinnanzi alla Corte Europea, prefigurando il possibile esito di un contenzioso
–  a quali conseguenze l’Amministrazione può andare incontro se non accoglie le giuste ragioni dell’espropriato, in termini di responsabilità, anche personale di amministratori e funzionari.
– ma che comunque l’espropriato è disposto a trattare se l’Amministrazione addiviene ad un accordo ragionevole.

Attenzione.  Spesso gli espropriati presentano alle Amministrazioni osservazioni che, sia pure logicamente fondate, sono però prive di fondamento giuridico; ciò è inutile e spesso controproducente, perchè lascia intendere che l’espropriato non conosce le leggi e la giurisprudenza, che è facilmente manipolabile, che non è ben assistito, ecc…
Presentare all’Amministrazione osservazioni prive di fondamento giuridico indebolisce la posizione dell’espropriato.

Nel documento che si produce si deve solo “prospettare”, sulla base di riferimenti normativi e giurisprudenziali, quale esito potrebbe avere un contenzioso, dinnanzi al TAR o alla Corte d’Appello o alla Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo.

L’espropriato, quindi, non deve avviare il contenzioso, ma ne deve soltanto documentare il possibile risultato in un documento scritto, protocollato e firmato.

Nota
Se l’espropriato ha interesse a subire l’esproprio (perché il bene non gli serve e gli servono invece “i soldi”), il DAP deve “puntare” esclusivamente ad ottenere il giusto indennizzo.
Se invece l’espropriato vuole cercare anche di evitare l’esproprio, in aggiunta, il DAP deve “puntare” anche sulla eventuale illegittimità della procedura, come illustrato nella successiva Scheda 6.

Poi, dopo la presentazione del documento:
– se la trattativa va a buon fine e l’espropriato rimane soddisfatto, tutto si chiude;
– se invece la trattativa non va a buon fine, l’espropriato potrà decidere se ricorrere
effettivamente al contenzioso o se invece accettare la situazione esistente.

ATTENZIONE AI TERMINI: tenete sempre in evidenza i termini per ricorrere al contenzioso; se li lasciate scadere, perderete i vostri diritti e dovrete subire ciò che ha fatto l’Amministrazione, anche se ha violato la legge.

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è L’INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO
Si veda la Sezione B.4 Tutelarsi e Opporsi senza contenzioso: il DAP

3 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Accettare l’indennità ma garantirsi

La situazione dell’espropriato
L’espropriato è soddisfatto dell’indennità offerta e vuole accettarla; come prendere precauzioni e garantirsi per evitare brutte sorprese?

I nostri consigli
Se l’espropriato vuole accettare ciò che gli offre l’Amministrazione, deve comunque porre in essere qualche accorgimento?
La risposta è si.

Precauzioni da prendere e strumenti per garantirsi prima di accettare
Ricordiamo che con la firma dell’atto di cessione ci si spoglia di ogni diritto e si diviene semplici creditori dell’Ente espropriante, con le conseguenze che ciò comporta.

Se l’espropriato è soddisfatto di ciò che gli viene offerto, prima di accettare, deve:
> accertarsi che l’indennità sia stata correttamente determinata (con le norme italiane e con le norme CEDU);
> garantirsi circa i tempi di pagamento, affinché il pagamento avvenga rapidamente e nei tempi concordati; (ci sono indennità promesse “subito” ed invece corrisposte dopo anni o mai corrisposte);
> garantirsi per evitare indebite detrazioni (fiscali, ici, riforme economico-sociali);
> garantirsi al fine di non dover restituire i soldi ricevuti, se il procedimento non si perfeziona nelle forme previste dalla legge.

Per ulteriori chiarimenti si veda la Sez. A.1 Le Trappole da evitare, ed in particolare le Schede:
2 Gli accordi bonari: l’Amministrazione prima promette e poi non paga.
3 L’Amministrazione, quando ha pagato, a volte rivuole i soldi.
4 L’Amministrazione dice: “se non vi accordate, chissà quando vedrete i soldi”.
6 La trappola dell’ICI.
7 Le “sorprese” Fiscali.
8 Le riduzioni del 25% per interventi di riforma economico-sociale.
9 Può l’espropriato che ha accettato 100, ritrovarsi con 65 o ancor meno?
18 Gli indennizzi che spesso l’Amministrazione “dimentica”.

E’ anche essenziale, prima di accettare, affrontare il problema fiscale.
Per ulteriori chiarimenti si veda la Sezione B.5  I Problemi Fiscali

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è L’INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO
Si veda la Sezione B.3 Tutelarsi e Opporsi senza contenzioso: il DAP

4 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Accettare l’indennità ma garantirsi

La situazione dell’espropriato
L’espropriato non è soddisfatto dell’indennità provvisoria offerta dall’Amministrazione e vuole opporsi ma vuole evitare un contenzioso.

NOTA BENE. Questa strada è percorribile solo prima che venga determinata l’indennità definitiva dalla Commissione Provinciale Espropri (o dal collegio dei tecnici).
Dopo, si può soltanto ricorrere ai giudici con il contenzioso.

I nostri consigli
In questo caso l’espropriato deve produrre un documento QUALIFICATO (il DAP) che contenga l’analisi dell’indennità e del procedimento sulla base di leggi e sentenze (italiane ed europee).

Cosa deve contenere il documento
Nel documento bisogna indicare:
–  che l’espropriato conosce molto bene i suoi diritti e sa farli valere, anche dinnanzi alla Corte Europea, prefigurando il possibile esito di un contenzioso
–  a quali conseguenze l’Amministrazione può andare incontro se non accoglie le giuste ragioni dell’espropriato, in termini di responsabilità, anche personale di amministratori e funzionari.
– ma che comunque l’espropriato è disposto a trattare se l’Amministrazione addiviene ad un accordo ragionevole.

Attenzione.  Spesso gli espropriati presentano alle Amministrazioni osservazioni che, sia pure logicamente fondate, sono però prive di fondamento giuridico; ciò è inutile e spesso controproducente, perchè lascia intendere che l’espropriato non conosce le leggi e la giurisprudenza, che è facilmente manipolabile, che non è ben assistito, ecc…
Presentare all’Amministrazione osservazioni prive di fondamento giuridico indebolisce la posizione dell’espropriato.

Nel documento che si produce si deve solo “prospettare”, sulla base di riferimenti normativi e giurisprudenziali, quale esito potrebbe avere un contenzioso, dinnanzi al TAR o alla Corte d’Appello o alla Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo.

L’espropriato, quindi, non deve avviare il contenzioso, ma ne deve soltanto documentare il possibile risultato in un documento scritto, protocollato e firmato.

Nota
Se l’espropriato ha interesse a subire l’esproprio (perché il bene non gli serve e gli servono invece “i soldi”), il DAP deve “puntare” esclusivamente ad ottenere il giusto indennizzo.
Se invece l’espropriato vuole cercare anche di evitare l’esproprio, in aggiunta, il DAP deve “puntare” anche sulla eventuale illegittimità della procedura, come illustrato nella successiva Scheda 6.

Poi, dopo la presentazione del documento:
– se la trattativa va a buon fine e l’espropriato rimane soddisfatto, tutto si chiude;
– se invece la trattativa non va a buon fine, l’espropriato potrà decidere se ricorrere
effettivamente al contenzioso o se invece accettare la situazione esistente.

ATTENZIONE AI TERMINI: tenete sempre in evidenza i termini per ricorrere al contenzioso; se li lasciate scadere, perderete i vostri diritti e dovrete subire ciò che ha fatto l’Amministrazione, anche se ha violato la legge.

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è L’INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO
Si veda la Sezione B.4 Tutelarsi e Opporsi senza contenzioso: il DAP

5 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Opporsi all’indennità, Con il contenzioso

La situazione dell’espropriato
Quando è già stata determinata l’indennità definitiva dalla Commissione provinciale Espropri (o dalla Terna arbitrale, se istituita) l’espropriato può soltanto far ricorso al contenzioso dinnanzi al Giudice Ordinario (Corte d’Appello).

I nostri consigli
L’Associazione consiglia sempre di evitare il contenzioso giudiziale “trattando” con l’Amministrazione, con il DAP.

Ma, quando è già stata determinata l’indennità definitiva non c’è più tempo per le trattative: si deve far ricorso al contenzioso (in Corte d’Appello).
Attenzione: i termini per ricorrere sono molto brevi (30 giorni); si consiglia di stare attenti a non lasciarli scadere.

Si ricorda che se l’espropriato non è soddisfatto dell’indennità offerta, l’Amministrazione deve, per obbligo di legge, depositarla a disposizione dell’espropriato e l’espropriato può incassarla in acconto.
Questo consente all’espropriato di poter ottenere una giusta indennità mettendosi prima “in tasca” le somme depositate in via provvisoria dall’Amministrazione, incassandole subito in acconto.

Si ricorda infine che già la Giurisprudenza Italiana (senza, quindi, la necessità di far riferimento alle norme CEDU) prevede il c.d. “limite della reformatio in peius”: ciò significa che la Corte d’Appello, salvo casi eccezionali, potrà liquidare all’espropriato soltanto una somma pari o superiore a quella determinata in sede amministrativa e non potrà mai liquidare una somma inferiore.
Inoltre, l’espropriato potrà attendere l’esito del giudizio avendo già incassato, in acconto, l’indennità provvisoria e spesso avendo già incassato anche l’indennità definitiva.

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è IL CONTENZIOSO
(Il ricorso in Corte d’Appello)
Si veda nella la Sezione B.4 L’Eventuale Contenzioso

6 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Opporsi all’esproprio, Senza contenzioso
La situazione dell’espropriato
L’espropriato vuole opporsi al procedimento perché spera di ottenere variazioni della procedura o perché ritiene di subire danni ingiusti, non compensati dalla sola indennità, ma non vuole instaurare un contenzioso.I nostri consigli
Anche in questo caso l’espropriato deve produrre un documento QUALIFICATO (il DAP) che contenga l’analisi dell’indennità e del procedimento sulla base di leggi e sentenze (italiane ed europee) redatto però non solo con lo scopo di ottenere il giusto indennizzo ma anche e soprattutto con lo scopo di bloccare il procedimento.Si ribadisce: se l’espropriato ha interesse a subire l’esproprio (perchè il bene non gli serve e gli servono invece “i soldi”), il DAP deve “puntare” esclusivamente ad ottenere il giusto indennizzo.
Se invece l’espropriato vuole cercare anche di evitare l’esproprio, in aggiunta, il DAP deve “puntare” anche sulla eventuale illegittimità della procedura.Cosa deve contenere il documento
Nel documento si deve:
– indicare puntualmente le cause di illegittimità della procedura;
– evidenziare le responsabilità, anche personali, cui vanno incontro Amministratori e
Responsabili del Procedimento per l’applicazione di atti illegittimi;
– attaccare il progetto sotto il profilo finanziario (spesso, infatti, pur di realizzare l’opera, la
voce espropri viene palesemente sottostimata).NOTA Spesso gli espropriati presentano alle Amministrazioni osservazioni che, sia pure logicamente fondate, sono però prive di fondamento giuridico; ciò è inutile e spesso controproducente, perchè lascia intendere che l’espropriato non conosce le leggi e la giurisprudenza, che è facilmente manipolabile, che non è ben assistito, ecc…
Presentare all’Amministrazione osservazioni prive di fondamento giuridico indebolisce la posizione dell’espropriato.Nel documento che si presenta all’Amministrazione si deve solo “prospettare”, sulla base di riferimenti normativi e giurisprudenziali, quale esito potrebbe avere un contenzioso, dinnanzi al TAR o alla Corte d’Appello o alla Corte Europea dei Diritti dell’ Uomo.

L’espropriato, quindi, non deve avviare il contenzioso, ma ne deve soltanto documentare il possibile risultato in un documento scritto, protocollato e firmato.

Poi, dopo la presentazione del documento:
– se il procedimento si “blocca” (o comunque l’espropriato ottiene variazioni a lui gradite),
tutto si chiude;
– se invece la trattativa non va a buon fine, l’espropriato potrà liberamente decidere se
ricorrere effettivamente al contenzioso per “bloccare” il progetto o concentrarsi soltanto
sull’ottenimento del giusto indennizzo.

ATTENZIONE AI TERMINI: tenete sempre in evidenza i termini per ricorrere al contenzioso; se li lasciate scadere, perderete i vostri diritti e dovrete subire ciò che ha fatto l’Amministrazione, anche se ha violato la legge.

 Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è L’INTERVENTO NEL PROCEDIMENTO
Si veda la Sezione B.3 Tutelarsi e Opporsi senza contenzioso: il DAP

7 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Opporsi all’esproprio, Con il contenzioso
La situazione dell’espropriato
Quando il tentativo di bloccare il procedimento con il DAP è fallito e non si può più perder tempo (perchè stanno per scadere i termini) l’espropriato può ricorrere al contenzioso dinnanzi al Giudice Amministrativo (TAR) per le illegittimità del procedimento (non per la determinazione dell’indennità). I nostri consigli
Attenzione: i termini per ricorrere sono molto brevi; si consiglia di stare attenti a non lasciarli scadere.E’ importante che l’espropriato sappia quanto segue.
Molto spesso i ricorsi al TAR vedono l’espropriato perdente e l’Amministrazione vincente.
Per questo l’Associazione (salvo casi particolari) sconsiglia di ricorrere al TAR, e ritiene importante che l’espropriato sia correttamente informato in merito, anche al fine di fargli evitare inutili spese legali e perdite di tempo che ritardano la riscossione del giusto indennizzo.L’Associazione sconsiglia il ricorso al TAR perchè:
– se il TAR sospende un procedimento per un atto illegittimo, l’Amministrazione può reiterarlo in modo legittimo e l’espropriato avrà perso, non solo il bene, ma anche tempo e denaro per spese legali.
– anche un eventuale esito favorevole del ricorso, può essere “aggirato” dall’Amministrazione che può comunque acquisire il bene, ai sensi dell’art. 42 bis DPR 2001/327, ed anche in questo caso l’espropriato avrà perso, non solo il bene, ma anche tempo e denaro per spese legali.
– il ricorso al TAR “blocca” (salvo casi particolari) il ricorso in Corte d’Appello per l’indennità  e allunga quindi i tempi per ottenere la giusta indennità.
– le nuove norme in tema di indennizzi consentono di ottenere somme pressoché analoghe a quelle che si otterrebbero come risarcimento per un esproprio illegittimo.Il ricorso al TAR è consigliabile solo:
– quando un indennizzo, sia pure elevato, non ristora il proprietario per la perdita del bene (economicamente e/o psicologicamente)
– quando sono presenti palesi violazioni di legge o la procedura è divenuta illegittima
– quando l’espropriato ha la “forza” (economica e psicologica) di attendere la eventuale pronuncia a lui sfavorevole del TAR (e spesso, anche del Consiglio di Stato) prima di rivolgersi alla Corte d’Appello per la determinazione dell’indennità.

Per questo, l’Associazione, salvo casi particolarisconsiglia di ricorrere al TAR al fine di evitare inutili spese legali, ansie e delusioni.

Si ricorda infine
Si ricorda infine che la “scelta” fra TAR e Corte d’Appello ha conseguenze solo in termini di tempi e di costi, ma è ininfluente ai fini del ricorso alla Corte Europea, alla quale spetta sempre “l’ultima parola”.

Gli strumenti da utilizzare
Lo strumento da utilizzare in questo caso è IL CONTENZIOSO (Il ricorso al TAR, salvo casi particolari).
Si veda nella la Sezione B.4 L’Eventuale Contenzioso

8 – SE L’ESPROPRIATO VUOLE – Risolvere altri problemi
Se l’espropriato ha esigenze diverse da quelle sopra elencate
Nelle precedenti Schede abbiamo illustrato i casi TIPICI in cui può trovarsi l’espropriato.Per ogni altra esigenza sopra non illustrata; ad. esempio:
– l’espropriato ha accettato e si è pentito
– è un vecchio esproprio,
– c’è un vincolo da molto tempo,
– è un caso di retrocessione totale o parziale,
– è un caso di utilizzazione senza titolo di beni per scopi di interesse pubblico, ecc…
l’espropriato può:
visitare il resto del Sito, per trovare la risposta al suo problema oppure chiederci chiarimenti cliccando qui: Colloquio Telefonico Gratuito

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).


SE L'ESPROPRIATO
ha già un Professionista di sua fiducia
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

SE L'ESPROPRIATO
vuol richiedere assistenza a un Professionista dell'Associazione
  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
           - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
           - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
           - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
           - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.


La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 12/11/2024
La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 12/11/2024