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Indennizzo per danno da espropriazione di servitù di elettrodotto

L’espropriazione di una servitù di elettrodotto si distingue dall’esproprio di piena proprietà: il proprietario conserva la titolarità del bene, ma subisce limitazioni permanenti al suo utilizzo a favore del gestore della rete elettrica. Tali limitazioni possono incidere in modo rilevante sul valore del terreno e sulle possibilità di sfruttamento economico, generando il diritto a un indennizzo specifico. Inoltre, se durante i lavori il terreno è oggetto di occupazione temporanea, spetta anche la indennità di occupazione calcolata secondo la legge.

Il quadro normativo

La disciplina trova fondamento nel D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e nel Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 (Testo Unico sulle Acque e sugli Impianti Elettrici), nonché nelle norme del Codice Civile in materia di servitù coattive. L’indennizzo è determinato in base al pregiudizio arrecato al fondo e deve essere congruo e proporzionato alle limitazioni imposte.

Elementi che incidono sull’indennizzo

Il calcolo dell’indennizzo per la servitù di elettrodotto tiene conto di:

  • Occupazione permanente di porzioni di terreno (per basamenti, tralicci, cabine)
  • Limitazioni d’uso nelle fasce di rispetto (divieto di edificare, piantare alberi ad alto fusto, realizzare determinate opere)
  • Deprezzamento della parte residua dovuto a minore appetibilità del fondo
  • Danni a colture e impianti agricoli durante l’installazione o la manutenzione

Metodo di calcolo dell’indennizzo

In generale, si stima la differenza di valore di mercato del fondo prima e dopo l’imposizione della servitù. Questo valore può essere espresso in percentuale (ad esempio il 30%-50% del valore della superficie interessata, a seconda della gravità delle limitazioni) o come importo diretto derivante da perizia tecnica.

Esempio pratico

Se una servitù grava su 1.000 mq di terreno agricolo del valore di 15 €/mq, e la limitazione d’uso è valutata al 40%, l’indennizzo sarà: 1.000 × 15 € × 0,40 = 6.000 €, oltre al risarcimento di eventuali danni materiali e al deprezzamento della parte residua se provato.

Indennità di occupazione per lavori di posa e manutenzione

Oltre all’indennizzo per la servitù, è dovuta l’indennità di occupazione temporanea se il terreno viene usato per accedere al cantiere, depositare materiali o posare cavi interrati. Ai sensi dell’art. 50 del D.P.R. 327/2001, l’indennità corrisponde a un dodicesimo del valore annuo del bene o dell’indennità definitiva, per ogni anno di occupazione (o frazione proporzionale).

Esempio di calcolo

Se il valore annuo dell’area occupata temporaneamente è 1.800 € e l’occupazione dura 6 mesi, l’indennità sarà: 1.800 € × 0,5 = 900 €.

Documentazione utile per la richiesta

  • Estratti catastali e planimetrie con indicazione dell’area interessata
  • Progetto dell’elettrodotto e delle fasce di rispetto
  • Perizia estimativa ante e post imposizione della servitù
  • Documentazione fotografica e prove di danni alle colture

Giurisprudenza di riferimento

Le corti hanno più volte ribadito che l’indennizzo per servitù di elettrodotto non può essere simbolico, ma deve riflettere il reale pregiudizio subito dal fondo. È legittimo il cumulo con l’indennità di occupazione temporanea e con eventuali danni materiali documentati.

Perché rivolgersi a un esperto

La corretta determinazione dell’indennizzo richiede competenze tecniche e legali specifiche, sia per stimare il deprezzamento sia per calcolare correttamente l’indennità di occupazione. Per questo motivo, un colloquio telefonico gratuito con un avvocato esperto in espropri e servitù può fare la differenza nell’esito della procedura.

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