L’espropriazione per pubblica utilità è una procedura attraverso cui la Pubblica Amministrazione acquisisce coattivamente la proprietà privata per realizzare opere o interventi nell’interesse collettivo. In Italia, questa materia è regolata da un articolato sistema normativo che trae fondamento dalla Costituzione, si sviluppa nel DPR 327/2001 (Testo Unico sugli espropri) e trova integrazione in numerose norme speciali e principi internazionali.
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Le principali fonti che regolano l’espropriazione per pubblica utilità in Italia sono:
Accanto a queste fonti primarie, esistono disposizioni regionali, norme urbanistiche e regolamenti attuativi che incidono sul procedimento ablativo in funzione del tipo di opera e della natura del bene espropriato.
L’art. 42 Cost. sancisce che la proprietà privata è riconosciuta e garantita, ma può essere espropriata:
Questi tre requisiti sono imprescindibili: mancando anche solo uno di essi, l’espropriazione è illegittima. La giurisprudenza costituzionale ha chiarito che non è sufficiente un generico interesse pubblico, ma occorre una motivazione puntuale e proporzionata.
Il DPR 327/2001 costituisce la legge di riferimento. Esso regola l’intero procedimento, dalla pianificazione urbanistica fino alla determinazione dell’indennità. Le sue sezioni principali trattano:
Il Testo Unico armonizza disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropri e fissa i criteri per il corretto esercizio del potere ablativo da parte delle autorità pubbliche.
Condizione imprescindibile dell’esproprio è la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera. Tale dichiarazione viene contenuta in atti formali come:
L’opera deve rispondere a un’esigenza reale, concreta e attuale. La pubblica utilità non può essere generica, né riferita a obiettivi futuri e incerti. Inoltre, l’amministrazione è tenuta a dimostrare di aver valutato eventuali alternative meno impattanti.
La normativa vigente prevede una sequenza articolata di fasi, ciascuna delle quali deve rispettare tempi, forme e garanzie procedurali:
Ogni fase è soggetta a impugnazione da parte del proprietario, con possibilità di ricorso al TAR o alla Corte d’Appello, a seconda della natura dell’atto.
L’indennità deve essere giusta, congrua e tempestiva. Le norme distinguono tra:
Per le aree edificabili, si considera il valore venale del bene. Per i terreni agricoli, si applicano tabelle ISTAT aggiornate, ma è possibile chiedere la revisione se il valore reale è maggiore. L’indennità deve sempre essere anticipata o depositata prima dell’esproprio.
Il DPR 327/2001 prevede la possibilità per il proprietario di impugnare:
Il mancato rispetto dei termini o delle forme previste dalla normativa rende l’esproprio illegittimo. La giurisprudenza ha ribadito che il rispetto della legge è condizione necessaria per la validità di qualsiasi atto ablativo.
L’articolo 1 del Protocollo Addizionale alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo impone che:
L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo in diversi casi per violazioni di tali principi, soprattutto in presenza di indennità inadeguate o occupazioni abusive.
Oltre al Testo Unico, esistono norme settoriali che regolano espropri in ambiti specifici:
In presenza di più fonti normative, prevale la disciplina speciale, a condizione che non contrasti con i principi generali dell’ordinamento e con la Costituzione.
Le Regioni hanno competenza concorrente in materia urbanistica e possono disciplinare gli aspetti procedurali e organizzativi degli espropri. Possono istituire:
È importante verificare, caso per caso, la normativa vigente nella Regione in cui si trova l’immobile espropriato, soprattutto per quanto riguarda le modalità di opposizione e gli strumenti di partecipazione del cittadino.
La Corte Costituzionale ha chiarito in numerose sentenze che:
La Corte di Cassazione ha invece stabilito che l’indennità simbolica è contraria ai principi costituzionali e internazionali e che l’espropriato ha diritto a chiedere il risarcimento integrale del danno subito.
Nota: Come spiegato nella Sez. D6, le IA commettono errori. Per informazioni corrette visitate il sito anptes.org.
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