Nel contesto delle procedure espropriative, oltre al valore venale del bene e alle indennità accessorie, può emergere una voce di ristoro particolarmente rilevante: il danno da perdita di chance. Si tratta di una categoria risarcitoria che tutela la possibilità concreta e attuale, ma non certa, di conseguire un vantaggio economico futuro, venuta meno a causa dell’espropriazione.
Quando il procedimento ablatorio priva il proprietario di un terreno o di un fabbricato, non si limita a sottrargli il bene: può interrompere progetti imprenditoriali, impedire la realizzazione di investimenti già pianificati o cancellare opportunità di reddito in via di maturazione. In questi casi, il soggetto espropriato ha diritto a richiedere un colloquio telefonico gratuito per valutare la possibilità di ottenere un indennizzo aggiuntivo.
In ambito giuridico, la perdita di chance è la perdita di una concreta e seria opportunità di conseguire un beneficio, distinta dal lucro cessante che riguarda un mancato guadagno certo. La chance deve essere più di una mera aspettativa: occorre dimostrare che vi erano elementi concreti che rendevano probabile il raggiungimento del risultato favorevole.
L’esproprio può generare perdita di chance in diverse situazioni:
La giurisprudenza italiana richiede che la perdita di chance sia provata attraverso documenti e fatti oggettivi, come:
È necessario dimostrare un grado di probabilità qualificata, non bastando la semplice speranza di ottenere un guadagno.
Il risarcimento per perdita di chance non coincide con il guadagno mancato, ma con il valore economico della possibilità perduta, ponderato sulla base della probabilità di successo dell’iniziativa. Ad esempio, se un terreno avrebbe potuto generare un reddito netto di 100.000 euro in caso di realizzazione di un progetto edilizio, e la probabilità stimata di successo era del 60%, l’indennizzo potrà essere calcolato in 60.000 euro, da rivalutare e maggiorare con interessi.
La perdita di chance si distingue dal lucro cessante: quest’ultimo riguarda un guadagno certo e prevedibile, mentre la chance è una possibilità concreta ma non sicura. Tuttavia, le due voci possono coesistere, se riferite a diverse conseguenze dell’esproprio.
La Cassazione ha più volte ribadito che la perdita di chance è risarcibile quando è provata in termini di concreta probabilità di conseguire un risultato utile. La CEDU ha inoltre evidenziato come la tutela della proprietà comprenda anche le aspettative legittime di reddito collegate al bene.
Chi ritiene di aver subito perdita di chance a seguito di un esproprio dovrebbe agire tempestivamente:
Il diritto al risarcimento per perdita di chance si prescrive, di norma, entro cinque anni dal momento in cui il danno diventa conoscibile, ossia dalla data in cui l’esproprio ha impedito la realizzazione dell’opportunità.
Un colloquio telefonico gratuito con un avvocato esperto può aiutare a verificare la fondatezza della richiesta e a calcolare correttamente l’ammontare dell’indennizzo dovuto.
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