I terreni espropriati per la realizzazione di opere di edilizia cimiteriale, sportiva, ecc… devono ritenersi edificabili anche in base alla giurisprudenza italiana.
Avvertenza: questo estratto di documento fa parte dell’archivio storico di alcuni atti prodotti da ANPTES e non è aggiornato. Per la documentazione aggiornata torna alla home page del sito.
Del resto, se il principio stabilito dalla giurisprudenza pacifica della Corte di Cassazione (secondo cui ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione, deve per cio’ stesso ritenersi edificabile un terreno inserito dallo strumento generale in zona destinata ad interventi di edificazione) e’ incontroverso e incontestabilmente applicabile ai piani produttivi (Cass. 20.9.2006 n. 20408) ed ai piani p.e.e.p. (ex plurimis Cass. 10.1.2008 n. 330; Cass. 17.1.2007 n. 1043 e Cass. 17.11.2006 n. 24501), a maggior ragione l’indicato principio deve coerentemente essere applicato anche alle aree comprese dagli strumenti urbanistici per la realizzazionenotoriamente caratterizzata da un elevatissimo indice di edificabilita’.
Del resto sarebbe quanto meno illogico, incoerente e lesivo delle norme fondamentali in materia di tutela del diritto di proprieta’ consentire all’amministrazione espropriante di acquisire un fondo stimato quale agricolo e corrispondendo la relativa indennita’ per poi utilizzarlo in termini di intensa edificabilita’, traendone peraltro anche un beneficio economico per sé e per l’impresa privata (specie se l’opera è realizzata in project financing).
Ne’ la giurisprudenza italiana ne’ a maggior ragione la giurisprudenza della Corte Europea Diritti Uomo consentono alla pubblica amministrazione di appropriarsi di un (plus)valore senza averne pagato il giusto ristoro e/o compenso al cittadino espropriato, posto che, come e’ noto, in materia di espropriazione il valore di mercato dell’area espropriata comprende tutte le forme di utilita’ e di utili ricavabili dalla utilizzazione dell’area stessa.
Tale conclusione non ha bisogno di ulteriori commenti ed una operazione attuata con siffatti criteri è certamente destinata a cadere sotto la censura della Corte Europea Diritti Uomo, cui l’espropriato certamente farà ricorso.
Per i documenti aggiornati, vedi anche:
A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.3 Vuoi accettare l’indennità? Le avvertenze
A.4 La tua indennità – con le norme italiane
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
ISTRUZIONI PER TUTELARSI
A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza
Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).
SE L'ESPROPRIATO
ha già un Professionista di sua fiducia
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 -
Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.
SE L'ESPROPRIATO
vuol richiedere assistenza a un Professionista dell'Associazione
- La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
- Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
- Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
- Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
- Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
- Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI
Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.