Vincolo preordinato all’esproprio: che cos’è? Quando si può procedere in tal senso e quando invece è illegittimo?
Iniziamo ricordando che la nostra Costituzione assicura quello della proprietà come un diritto fondamentale della persona. Vero è però che, in specifici casi, una pubblica amministrazione può acquisire la proprietà di un bene indipendentemente dalla volontà del suo proprietario. Questo procedimento è disciplinato dalla legge e si chiama espropriazione per pubblica utilità. Una tale procedura è ammessa solo sotto la condizione che ciò avvenga per motivi di interesse generale e che colui che subisce l’esproprio venga indennizzato.
Occorre però fare molta attenzione ai casi in cui un simile procedimento può configurarsi come illegittimo. In tal senso un grande aiuto arriva da A.N.P.T.ES., l’Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati, che ha trattato oltre 5.000 espropri nei suoi 14 anni di attività.
Vincolo preordinato all’esproprio: riconoscere una procedura illegittima
In generale, anzitutto, si deve ricordare che la procedura si configura come illegittima quando:
- La procedura non si ispira ai valori di economicità, di efficienza, di efficacia, di semplificazione e di pubblicità dell’azione amministrativa.
- Gli atti della procedura espropriativa sono disposti nei confronti del soggetto che risulta proprietario secondo i registri catastali, quando l’autorità espropriante aveva notizia di un diverso proprietario effettivo.
- Vengono violate le regole sull’espropriazione volute dal diritto internazionale generalmente riconosciuto e dai trattati internazionali cui l’Italia aderisce.
Andando più nel dettaglio, possiamo dire che si emana il decreto di esproprio in maniera illegale quando si proceda senza che si siano adempiute tutte le seguenti quattro condizioni:
- L’opera da realizzare sia prevista nello strumento urbanistico generale o in un atto di natura ed efficacia equivalente;
- Sul bene da espropriare sia stato apposto il vincolo preordinato all’esproprio;
- Vi sia stata la dichiarazione di pubblica utilità;
- Sia stata determinata, anche se in via provvisoria, l’indennità di esproprio.
Muovendosi poi verso il cuore del problema, il vincolo preordinato all’esproprio, ricordiamo che esso si configura per un certo bene quando diviene efficace l’atto di approvazione del piano urbanistico generale, che prevede la realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità. Questo vincolo ha generalmente un’efficacia di cinque anni ed entro tale termine deve essere emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera.
Quando il vincolo preordinato all’esproprio viola la legge
Quando dunque si può parlare di illegittimità della procedura? È bene ricordare che si viola la legge quando:
- Si emana il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera dopo 5 anni dalla sottoposizione del bene al vincolo preordinato all’esproprio.
- Si reitera il vincolo preordinato all’esproprio senza idonea motivazione o senza tenere conto delle esigenze di soddisfacimento degli standard.
- Si appone il vincolo preordinato all’esproprio senza che sia data agli interessati la possibilità di partecipare con le modalità prescritte dalla legge.
- Non si dà comunicazione personale ai singoli proprietari dei beni sui quali si intende apporre il vincolo preordinato all’esproprio quando il loro numero non è superiore a 50.
Quanto alla dichiarazione di pubblica utilità, ricordiamo che si viola la legge quando:
- Si opera senza aver disposto la dichiarazione di pubblica utilità o in base ad una dichiarazione di pubblica utilità non divenuta efficace per mancata apposizione del vincolo preordinato all’esproprio.
- Si emana il provvedimento che dispone la pubblica utilità dell’opera dopo la decadenza del vincolo preordinato all’esproprio.
- Si emana il decreto di esproprio oltre il termine stabilito nel provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera o, in mancanza di questo termine, entro cinque anni dalla data in cui diventa efficace l’atto che dichiara la pubblica utilità dell’opera (fatta eccezione per l’esecuzione delle previsioni dei piani territoriali o urbanistici, anche di settore o attuativi).
- Si proroga oltre i due anni il termine entro il quale il decreto di esproprio va emanato.
- Si proroga entro i due anni, il termine entro il quale il decreto di esproprio va emanato senza l’esistenza di casi di forza maggiore o altre giustificate ragioni (o insufficiente motivazione di tali cause, se affermate esistenti).
ISTRUZIONI PER TUTELARSI
A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza
Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).
SE L'ESPROPRIATO
ha già un Professionista di sua fiducia
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 -
Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.
SE L'ESPROPRIATO
vuol richiedere assistenza a un Professionista dell'Associazione
- La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
- Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
- Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
- Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
- Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
- Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI
Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.