A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
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Ricerche espropri

Esproprio: occhio alle trappole

Esproprio: che cos’è e come funziona questa procedura? Per questo ci vengono incontro i consigli dell’A.N.P.T.ES., l’Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati, che vanta oltre 5.000 espropri trattati in 14 anni di attività.

Bene, diciamo anzitutto che la prima cosa da fare è stare ben attenti alle possibili “trappole” in cui si può cadere senza neppure accorgersene: anche grazie, appunto, ai consigli degli esperti quali quelli dell’associazione. Andiamo con alcuni semplici ma fondamentali consigli sull’esproprio, l’esproprio parziale e la legge esproprio.

Cosa prevede la legge sull’esproprio

Intanto, che cosa accade in caso di Accordo bonario, quando l’Amministrazione prima promette e poi non paga? Quando l’Amministrazione offre una somma che l’espropriato ritiene soddisfacente, gli atti di cessione volontaria e gli accordi bonari sono consigliabili, a condizione che siano presenti clausole che garantiscano all’espropriato di riscuotere le somme stabilite; qui di seguito alcune avvertenze.

  • I mancati pagamenti: molti espropriati, rivolgendosi all’Associazione, lamentano che l’Amministrazione non ha mai pagato loro l’indennità che avevano accettato.
  • Gli enormi ritardi: altri espropriati, invece, lamentano enormi ritardi, anche di molti anni, nella corresponsione dell’indennità che avevano accettato.
  • Le indebite detrazioni: altri espropriati, infine, riferiscono che hanno accettato una somma offerta dall’Amministrazione e poi, quando sono andati a riscuoterla, l’Amministrazione ha operato pesanti detrazioni non comunicate in precedenza all’espropriato.

Queste situazioni possono verificarsi anche oggi; infatti il legislatore ha inserito nel Testo Unico Espropri (DPR 2001/327) due norme pericolose per l’espropriato, ed esattamente:

  • il comma 5 dell’art. 20 (L’accettazione dell’indennità provvisoria è irrevocabile)
  • il comma 3 dell’art. 45 (L’accordo di cessione produce gli effetti del decreto di esproprio e non li perde se l’acquirente non corrisponde la somma entro il termine concordato).

Attenzione quindi: questo significa che, dopo aver accettato l’indennità offerta, l’espropriato non può più “tornare indietro”. Inoltre, se l’Amministrazione non paga, o non paga nei tempi previsti, o paga una somma inferiore a quella offerta e accettata, l’espropriato non può far nulla, se non cercare di esigere il suo credito (con tutte le difficoltà che ciò comporta). Con la firma dell’atto di cessione, infatti, ci si spoglia di ogni diritto e si diviene semplici creditori dell’Amministrazione, con tutte le conseguenze in fatto di difficoltà nel recupero dei crediti verso gli Enti Pubblici. Quindi, accettare l’indennità o sottoscrivere un buon accordo con l’Amministrazione non dà la certezza di incassare le somme nei tempi e nei modi promessi, se non si adottano opportune cautele, qui di seguito illustrate.

Prima di sottoscrivere qualsiasi accordo con l’Amministrazione, si consiglia:

  • Di fare in modo che l’indennità venga corrisposta contestualmente alla sottoscrizione dell’accordo.
  • In subordine, di inserire nell’atto di accettazione clausole volte garantirsi.
  • Si sconsiglia di effettuare l’accettazione firmando i pre-stampati che solitamente vengono inviati dall’Amministrazione.
  • Si consiglia invece di redigere un autonomo atto di accettazione, con il quale sarà possibile garantirsi, pur senza inserire clausole che potrebbero rivelarsi nulle.

Trappole sull’esproprio: ecco quando fare attenzione

Vi è poi un’altra trappola quanto all’esproprio, quando cioè l’Amministrazione paga ma poi rivuole i soldi. C’è infatti una sentenza che mette definitivamente nero su bianco un principio pericoloso: l’espropriato che ha accettato ed incassato l’indennità offerta dall’Amministrazione deve restituirla se il procedimento non si perfeziona nelle forme previste dalla legge (ad es. se la Pubblica Utilità viene revocata). Cosa significa questo? Se l’espropriato è soddisfatto dell’indennità offerta e vuole accettarla, deve considerare le somme ricevute come “prese in prestito” fino a che la procedura non si conclude regolarmente. È quindi utile, in caso di accettazione, eliminare radicalmente la possibilità di dover restituire i soldi ricevuti. Si consiglia agli espropriati, quando sono soddisfatti dell’indennità offerta e vogliono accettarla, di assicurarsi di non dover restituire i soldi, inserendo nell’atto di accettazione o di trasferimento clausole idonee a garantirsi.

Ve è infine un’altra trappola, che si realizza quando l’Amministrazione dice: “Se non vi accordate, chissà quando vedrete i soldi”. Questa è un’affermazione clamorosamente falsa. Se l’espropriato “non si accorda”, infatti, l’Amministrazione deve depositare le somme offerte e l’espropriato può incassarle in acconto. La norma di riferimento è contenuta nell’art 26 comma 5 del T.U. DPR 2001/327. “Qualora manchino diritti dei terzi sul bene, il proprietario può in qualunque momento percepire la somma depositata, con riserva di chiedere in sede giurisdizionale l’importo effettivamente spettante”. È bene allora tenere ben presente quanto segue.

  • Se l’Amministrazione non paga l’indennità accettata, non si viola la legge, ma si devono solo corrispondere interessi al tasso legale. Sicché, spesso, l’espropriato incassa più velocemente le indennità rifiutate e non le indennità accettate che, come sopra illustrato, frequentemente vengono pagate con grandi ritardi.
  • Se l’Amministrazione non deposita l’indennità rifiutata si viola la legge.

Attenzione quindi:

  • Quando si accetta l’indennità provvisoria (e si dà quindi all’Amministrazione la possibilità di continuare la procedura senza “sborsare subito i soldi”) bisogna garantirsi adeguatamente al fine di ricevere le somme nei tempi e nei modi promessi;
  • Quando si rifiuta l’indennità provvisoria, si può incassare in acconto l’indennità rifiutata e richiedere che l’indennità definitiva venga determinata dalla Commissione Provinciale (che deve provvedere entro 90 giorni).
  • Infine, se neanche l’indennità definitiva è soddisfacente, l’espropriato può (entro 30 giorni) far ricorso ai Giudici.

L’espropriato non deve prendere i soldi dall’Amministrazione (significherebbe accettare), ma deve prenderli alla Cassa Depositi e Prestiti (MEF).

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).


SE L'ESPROPRIATO
ha già un Professionista di sua fiducia
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

SE L'ESPROPRIATO
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  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
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  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
           - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
           - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
           - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.


La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 26 Maggio 2024

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 15/10/2024