Esproprio: che cos’è e come funziona questa procedura? Per questo ci vengono incontro i consigli dell’A.N.P.T.ES., l’Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati, che vanta oltre 5.000 espropri trattati in 14 anni di attività.
Bene, diciamo anzitutto che la prima cosa da fare è stare ben attenti alle possibili “trappole” in cui si può cadere senza neppure accorgersene: anche grazie, appunto, ai consigli degli esperti quali quelli dell’associazione. Andiamo con alcuni semplici ma fondamentali consigli sull’esproprio, l’esproprio parziale e la legge esproprio.
Intanto, che cosa accade in caso di Accordo bonario, quando l’Amministrazione prima promette e poi non paga? Quando l’Amministrazione offre una somma che l’espropriato ritiene soddisfacente, gli atti di cessione volontaria e gli accordi bonari sono consigliabili, a condizione che siano presenti clausole che garantiscano all’espropriato di riscuotere le somme stabilite; qui di seguito alcune avvertenze.
Queste situazioni possono verificarsi anche oggi; infatti il legislatore ha inserito nel Testo Unico Espropri (DPR 2001/327) due norme pericolose per l’espropriato, ed esattamente:
Attenzione quindi: questo significa che, dopo aver accettato l’indennità offerta, l’espropriato non può più “tornare indietro”. Inoltre, se l’Amministrazione non paga, o non paga nei tempi previsti, o paga una somma inferiore a quella offerta e accettata, l’espropriato non può far nulla, se non cercare di esigere il suo credito (con tutte le difficoltà che ciò comporta). Con la firma dell’atto di cessione, infatti, ci si spoglia di ogni diritto e si diviene semplici creditori dell’Amministrazione, con tutte le conseguenze in fatto di difficoltà nel recupero dei crediti verso gli Enti Pubblici. Quindi, accettare l’indennità o sottoscrivere un buon accordo con l’Amministrazione non dà la certezza di incassare le somme nei tempi e nei modi promessi, se non si adottano opportune cautele, qui di seguito illustrate.
Prima di sottoscrivere qualsiasi accordo con l’Amministrazione, si consiglia:
Vi è poi un’altra trappola quanto all’esproprio, quando cioè l’Amministrazione paga ma poi rivuole i soldi. C’è infatti una sentenza che mette definitivamente nero su bianco un principio pericoloso: l’espropriato che ha accettato ed incassato l’indennità offerta dall’Amministrazione deve restituirla se il procedimento non si perfeziona nelle forme previste dalla legge (ad es. se la Pubblica Utilità viene revocata). Cosa significa questo? Se l’espropriato è soddisfatto dell’indennità offerta e vuole accettarla, deve considerare le somme ricevute come “prese in prestito” fino a che la procedura non si conclude regolarmente. È quindi utile, in caso di accettazione, eliminare radicalmente la possibilità di dover restituire i soldi ricevuti. Si consiglia agli espropriati, quando sono soddisfatti dell’indennità offerta e vogliono accettarla, di assicurarsi di non dover restituire i soldi, inserendo nell’atto di accettazione o di trasferimento clausole idonee a garantirsi.
Ve è infine un’altra trappola, che si realizza quando l’Amministrazione dice: “Se non vi accordate, chissà quando vedrete i soldi”. Questa è un’affermazione clamorosamente falsa. Se l’espropriato “non si accorda”, infatti, l’Amministrazione deve depositare le somme offerte e l’espropriato può incassarle in acconto. La norma di riferimento è contenuta nell’art 26 comma 5 del T.U. DPR 2001/327. “Qualora manchino diritti dei terzi sul bene, il proprietario può in qualunque momento percepire la somma depositata, con riserva di chiedere in sede giurisdizionale l’importo effettivamente spettante”. È bene allora tenere ben presente quanto segue.
Attenzione quindi:
L’espropriato non deve prendere i soldi dall’Amministrazione (significherebbe accettare), ma deve prenderli alla Cassa Depositi e Prestiti (MEF).
Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).
Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.
La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 26 Maggio 2024