Nel vasto panorama degli espropri per pubblica utilità, la procedura di notifica riveste un ruolo cruciale.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio il processo di notifica di un esproprio e forniremo una guida completa su come avviene questo importante passo nel contesto di progetti di interesse pubblico.
Il procedimento
Prima del DPR 327/2001, le norme sull’espropriazione erano sparse, ma ora sono tutte racchiuse nel Testo Unico espropri.
Il procedimento si divide in tre fasi principali, che si concludono con una cessione volontaria o un decreto di esproprio. Le fasi sono:
- Pianificazione urbanistica: Si effettua un piano di intervento urbanistico, stabilendo un vincolo preordinato all’esproprio sul bene in questione.
- Dichiarazione di pubblica utilità: Viene emesso un provvedimento che dichiara la pubblica utilità dell’esproprio.
- Calcolo provvisorio dell’indennità: Si stima l’indennità di esproprio in modo provvisorio.
Il Vincolo espropriativo
Il Testo Unico Espropri sottolinea l’importanza dell’apposizione del vincolo espropriativo come fase cruciale per garantire la legittimità della procedura di espropriazione per pubblica utilità.
Questa prima fase, può derivare da diverse fonti, tra cui approvazioni al Piano Regolatore Generale (PRG) o conferenze di servizi e accordi di programma.
I comuni, attraverso approvazioni o varianti al PRG, possono destinare aree all’esproprio per opere di pubblica utilità, apponendo il vincolo semplicemente con il classamento di una zona a destinazione pubblica.
La comunicazione dell’apposizione del vincolo espropriativo ai proprietari avviene entro 30 giorni, con la possibilità per loro di presentare osservazioni, alle quali deve essere data risposta per iscritto.
Quando i proprietari superano il numero di 50, la comunicazione può avvenire attraverso la pubblicazione nell’albo pretorio dell’ente.
La durata quinquennale del vincolo espropriativo spesso precede notevolmente l’avvio effettivo della procedura espropriativa, impedendo nel frattempo al proprietario di edificare sul bene.
Il punto di partenza cruciale nell’iter di esproprio è l’approvazione del progetto preliminare. Qui, tutti i dettagli, dagli elaborati grafici alla relazione illustrativa, vengono depositati presso gli enti pubblici e i Comuni coinvolti.
I proprietari ricevono notifica, a meno che siano oltre 50, caso in cui l’avviso compare nell’albo pretorio.
Entro 30 giorni, i proprietari possono presentare osservazioni sul progetto, una fase chiave per influenzarne la modifica.
Dichiarazione di pubblica utilità dell’esproprio
L’approvazione del progetto definitivo segna l’inizio concreto dell’opera e della procedura di esproprio, sottolineando la sua rilevanza nella definizione del percorso.
Quest’atto, che elenca tutti gli elementi cruciali del procedimento, innescando automaticamente la dichiarazione di pubblica utilità, è un passo fondamentale nel processo.
La comunicazione rivolta ai proprietari coinvolti è gestita attraverso una notifica giudiziale, garantendo un approccio formale ed efficace.
L’articolo 17, specifica chiaramente l’approvazione del progetto definitivo e pone l’attenzione sulla dichiarazione di pubblica utilità, evidenziando l’origine del vincolo preordinato all’esproprio.
La notifica al proprietario avviene tramite raccomandata con avviso di ricevimento o tramite altri mezzi equipollenti, assicurando trasparenza nel processo.
Questa comunicazione fornisce dettagli sulla data di efficacia dell’atto di approvazione del progetto definitivo e concede al proprietario l’opportunità di esaminare la documentazione correlata. Contestualmente, viene garantito il diritto al proprietario di fornire informazioni utili per la valutazione del valore dell’area in vista della liquidazione dell’indennità di esproprio.
Calcolo provvisorio dell’indennità
In contesti di esproprio gestiti da enti locali, si apre spesso una fase di negoziazione per l’indennità provvisoria.
Questa rappresenta la prima offerta dell’ente pubblico al proprietario e può essere oggetto di negoziazione entro i primi 30 giorni dall’approvazione del progetto definitivo.
L’accettazione rende definitiva l’indennità di esproprio, ma in caso di rifiuto si avvia la procedura per la determinazione dell’indennità definitiva.
Il passo successivo alla negoziazione dell’indennità è il trasferimento della proprietà. Questo può avvenire attraverso due vie: la cessione volontaria, solitamente tramite un atto notarile, o il decreto di esproprio, un atto amministrativo.
Anche in caso di accettazione dell’indennità, l’ente pubblico può optare per il decreto di esproprio come modalità di trasferimento.
L’emanazione del decreto di esproprio deve avvenire entro 5 anni dall’approvazione del progetto definitivo e dalla dichiarazione di pubblica utilità, termine rinnovabile per soli 2 anni in presenza di forza maggiore.
Prima del decreto, avviene il frazionamento catastale del bene espropriato. Il decreto, sempre preceduto dal pagamento dell’indennità provvisoria o dal suo deposito presso la Cassa Depositi e Prestiti, segna il passaggio ufficiale della proprietà all’ente espropriante.
Segue l’immissione in possesso, atto mediante il quale l’ente assume la disponibilità materiale del bene. Di solito, questo atto segue l’emanazione del decreto di esproprio e il conseguente trasferimento di proprietà. Si redige un verbale, compilato in presenza dei proprietari espropriati, descrivendo dettagliatamente il bene.
In caso di dissenso o assenza del proprietario, il verbale viene redatto con la presenza di due testimoni.
Dall’immissione in possesso, l’ente ottiene il titolo per intervenire sul bene e inizia la concretizzazione dell’opera.
È cruciale sottolineare che l’indennità provvisoria diventa effettivamente l’indennità di esproprio solo con l’accettazione del proprietario. In caso contrario, il proprietario ha il diritto di richiedere il calcolo dell’indennità definitiva.