Quando l’amministrazione pubblica realizza opere nel sottosuolo di proprietà privata o nelle sue immediate vicinanze, possono insorgere danni rilevanti al bene, anche senza un’espropriazione formale. Il concetto di danno da lavori nel sottosuolo riguarda tutte quelle situazioni in cui interventi come scavi, perforazioni, posa di condotte, gallerie ferroviarie o infrastrutture sotterranee limitano l’uso della proprietà o ne riducono sensibilmente il valore. In questi casi, il proprietario ha diritto a un’adeguata colloquio telefonico gratuito con un avvocato esperto per valutare la possibilità di ottenere un indennizzo o un risarcimento.
Il danno può verificarsi in diverse situazioni:
Il diritto di proprietà si estende non solo alla superficie del terreno, ma anche al sottosuolo, nei limiti dell’interesse del proprietario. Pertanto, un’opera pubblica che incide in modo sostanziale sull’uso del sottosuolo può configurare una forma di espropriazione parziale o una servitù coattiva. La conseguenza è il diritto a un’indennità commisurata al pregiudizio subito.
Il proprietario ha diritto a un’indennità se l’intervento è autorizzato e legittimo, ma comporta una limitazione permanente o temporanea dell’uso del bene. Se invece l’occupazione o i lavori sono svolti senza valido titolo, si parla di occupazione illegittima, con diritto al risarcimento integrale dei danni.
La determinazione dell’indennità per danno da lavori nel sottosuolo deve considerare:
Se i lavori nel sottosuolo vengono realizzati senza autorizzazione o oltre i termini di legge, l’occupazione si considera illegittima. In questo caso, il proprietario non ha diritto solo a un’indennità, ma a un vero e proprio risarcimento, che deve coprire:
Un immobile commerciale subisce crepe e cedimenti dovuti a scavi profondi per la costruzione di una linea metropolitana. Anche se l’area non è formalmente espropriata, l’attività commerciale deve chiudere per mesi, con perdita di incassi e clientela. L’indennità deve coprire sia il danno strutturale sia il mancato guadagno documentato.
Un terreno agricolo viene attraversato da una condotta sotterranea che limita la possibilità di piantumazione e richiede un vincolo permanente di inedificabilità. Il proprietario ha diritto a un’indennità proporzionata alla riduzione di valore e alla perdita di produttività agricola.
Il D.P.R. 327/2001 (Testo Unico sulle espropriazioni) disciplina le modalità di determinazione dell’indennità e le procedure di occupazione. La giurisprudenza, in particolare le sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha precisato che anche le opere sotterranee possono costituire espropriazione o servitù coattiva, se incidono in modo sostanziale sull’uso del bene.
Per ottenere l’indennità o il risarcimento è necessario:
Un colloquio telefonico gratuito con un legale esperto in espropriazioni può aiutare a impostare correttamente la richiesta e massimizzare le possibilità di ottenere il giusto indennizzo.
Nota importante
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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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