All’interno della procedura di espropriazione per pubblica utilità, l’immissione in possesso rappresenta il momento in cui l’amministrazione entra materialmente in possesso del bene espropriato. È un atto fondamentale, che segna il passaggio effettivo della disponibilità del bene dall’espropriato all’ente pubblico.
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L’immissione in possesso può avvenire in due modi:
L’amministrazione, prima di procedere, deve notificare all’interessato l’avviso di immissione, indicante giorno e ora. Questo consente al proprietario di presenziare, farsi assistere da un tecnico e opporre eventuali rilievi.
Il giorno stabilito, l’amministrazione si reca sul posto con un proprio funzionario o con un tecnico incaricato. Viene redatto un verbale di immissione in possesso, documento fondamentale che attesta:
Il verbale può essere firmato anche dall’espropriato, ma non è obbligatorio. È consigliabile partecipare, anche solo tramite tecnico, per far inserire osservazioni sullo stato del bene e tutelarsi da eventuali contestazioni future.
Dal momento in cui l’amministrazione entra in possesso del bene, quest’ultimo viene considerato nella piena disponibilità pubblica. Ciò comporta che:
È importante sapere che l’indennità può essere contestata anche dopo l’immissione, purché si rispettino i tempi per l’opposizione alla stima. Questo è spesso l’unico strumento per ottenere un risarcimento adeguato.
In alcuni casi l’ente agisce in assenza dei presupposti richiesti. Un’espropriazione è illegittima se:
In presenza di questi vizi, l’espropriato può impugnare l’atto e richiedere l’annullamento. Inoltre, se il bene è stato occupato senza titolo, è possibile richiedere il risarcimento per occupazione illegittima o per esproprio sostanziale (esproprio larvato).
L’occupazione temporanea non equivale all’immissione in possesso definitiva. Si tratta di una misura limitata nel tempo, spesso utilizzata per cantieri o opere accessorie. Tuttavia, se l’occupazione si prolunga o si trasforma in un uso stabile, è possibile che si configuri un vero e proprio esproprio, anche senza decreto formale.
Molti cittadini subiscono l’occupazione senza ricevere l’indennità prevista. In questi casi è importante agire tempestivamente, documentare i fatti e rivolgersi a un legale specializzato.
Se ricevi la comunicazione di immissione in possesso, hai diritto a:
È buona prassi redigere fotografie, rilievi e verbali tecnici prima della data fissata. In caso di danni o manomissioni precedenti alla presa in possesso, questi documenti possono fare la differenza in sede di contenzioso.
Una volta immesso in possesso, l’ente è responsabile di ciò che accade nell’area. Se i lavori causano danni a fabbricati adiacenti, recinzioni, impianti o altri beni, l’espropriato ha diritto a un indennizzo aggiuntivo. Questo vale anche per disagi alla viabilità, accessi compromessi o interferenze con l’attività produttiva.
Documentare subito i danni con fotografie e relazioni tecniche è fondamentale per ottenere un risarcimento.
In casi molto rari l’ente può decidere di rinunciare all’esproprio, anche dopo l’immissione. In tal caso, il proprietario ha diritto alla restituzione del bene nello stato in cui si trovava, oppure a un risarcimento per il periodo di occupazione e per i danni subiti. Questo scenario si verifica più spesso nei casi di ricorsi pendenti o blocco dei fondi pubblici.
Se ritieni che la tua immissione sia avvenuta senza i dovuti atti, puoi impugnare l’atto presso il TAR o ricorrere per risarcimento presso il giudice ordinario. A seconda del caso, è possibile ottenere:
Ogni situazione va valutata con attenzione. Il supporto di un tecnico e un’associazione competente può aiutarti ad agire tempestivamente e nel modo corretto.
Se stai affrontando una procedura di esproprio o sei in procinto di ricevere un verbale di immissione, ANPTES offre un colloquio telefonico gratuito per aiutarti a capire cosa puoi fare, come difenderti e quali sono i tuoi diritti economici.