L’espropriazione per pubblica utilità non riguarda solo infrastrutture classiche come strade, scuole e ospedali, ma può estendersi anche a progetti legati alla transizione energetica, come la realizzazione di impianti fotovoltaici su vasta scala. In Italia, con la crescente spinta verso le energie rinnovabili, si è aperto il dibattito sulla possibilità di destinare terreni agricoli a parchi solari, anche attraverso l’uso dell’istituto espropriativo.
L’esproprio può essere disposto solo se l’opera è dichiarata di pubblica utilità. Nel caso degli impianti fotovoltaici, la normativa nazionale ed europea riconosce la produzione di energia rinnovabile come un obiettivo di interesse generale, legato alla riduzione delle emissioni e alla sostenibilità ambientale.
Tuttavia, l’applicazione pratica richiede una serie di valutazioni:
Nel caso di esproprio di un terreno agricolo destinato a ospitare un impianto fotovoltaico, l’indennità viene calcolata in base al valore agricolo medio (VAM) della zona, aggiornato annualmente dalle Commissioni provinciali. A questo si aggiungono possibili maggiorazioni:
Un aspetto delicato riguarda la differenza di valore tra il terreno agricolo e l’uso effettivo come sito per impianto fotovoltaico. Spesso il fondo acquisisce un valore molto più elevato, ma l’indennità viene calcolata solo in base alla destinazione agricola, generando conflitti tra espropriati e amministrazioni.
Il legislatore ha introdotto vincoli per la protezione del suolo agricolo, stabilendo che gli impianti fotovoltaici a terra debbano preferibilmente essere collocati su aree industriali, cave dismesse o terreni non produttivi. L’uso di terreni agricoli di pregio dovrebbe rappresentare una soluzione residuale, giustificata solo da esigenze particolari.
L’eventuale reiterazione di vincoli espropriativi senza indennizzo è stata più volte censurata dalla Corte Costituzionale, che ha imposto all’amministrazione di garantire un equo bilanciamento tra interesse pubblico e tutela del diritto di proprietà.
Il proprietario può contestare l’esproprio per impianti fotovoltaici tramite:
Un’azienda agricola si vede notificare un procedimento di esproprio per la costruzione di un parco fotovoltaico da 50 ettari. Il fondo era coltivato a vigneto e produceva reddito stabile. L’amministrazione offre un’indennità calcolata sul valore agricolo medio della zona, senza considerare il maggiore valore connesso alla destinazione energetica. L’agricoltore propone ricorso, contestando la mancata valutazione del danno aziendale e chiedendo che l’opera venga spostata su terreni meno produttivi già disponibili nel comune limitrofo.
Il giudice, richiamando i principi di proporzionalità, impone all’amministrazione di motivare la scelta del sito e di integrare l’indennizzo, riconoscendo il danno emergente subito dall’azienda agricola.
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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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