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Esempio di espropriazione, come potrebbe avvenire?

Per chi si trova coinvolto in un procedimento espropriativo, comprendere come funziona concretamente un’espropriazione può essere essenziale per tutelare i propri diritti. In questo articolo presentiamo un esempio completo di espropriazione per pubblica utilità, illustrando tutte le fasi e gli atti che normalmente vengono adottati. Se stai affrontando un caso simile e hai bisogno di un confronto con un esperto, puoi richiedere un colloquio telefonico gratuito con ANPTES.

Contesto: costruzione di una strada comunale

Un Comune intende realizzare una nuova strada di collegamento tra due quartieri residenziali. Per farlo, è necessario occupare una striscia di terreno larga 6 metri e lunga 400 metri, appartenente a vari proprietari privati. Il bene è catastalmente classificato come terreno agricolo, ma urbanisticamente incluso in una fascia destinata a viabilità pubblica secondo il Piano Regolatore.

Poiché l’opera è inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, il Comune decide di avviare la procedura di espropriazione ai sensi del DPR 327/2001.

Fase 1 – Progetto e dichiarazione di pubblica utilità

Il Comune redige un progetto definitivo e lo approva con delibera del Consiglio Comunale. In tale atto è contenuta anche la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, resa efficace con pubblicazione all’albo pretorio e trasmissione agli uffici espropri.

La dichiarazione ha validità quinquennale e rappresenta il presupposto legale per tutti gli atti successivi.

Fase 2 – Avviso di avvio del procedimento

Entro 30 giorni dalla dichiarazione, il Comune invia a tutti i proprietari delle particelle interessate l’avviso di avvio del procedimento espropriativo, ai sensi dell’art. 11 del Testo Unico. Nella comunicazione sono indicati:

  • i dati catastali dell’area;
  • le finalità dell’opera;
  • l’autorità competente;
  • le modalità per presentare osservazioni.

Due proprietari presentano osservazioni scritte. Il Comune ne prende atto ma conferma l’intenzione di procedere.

Fase 3 – Determinazione dell’indennità provvisoria

Viene incaricato un tecnico comunale per la stima dell’indennità. Il valore venale del terreno è quantificato in €14/m². La superficie da espropriare è di 2400 m², suddivisa tra 4 proprietari.

Le indennità provvisorie vengono così determinate:

  • Proprietario A (800 m²): €11.200,00
  • Proprietario B (600 m²): €8.400,00
  • Proprietario C (500 m²): €7.000,00
  • Proprietario D (500 m²): €7.000,00

Le somme sono comunicate tramite lettera raccomandata e viene chiesto ai proprietari di accettare l’indennità, in cambio della cessione volontaria del bene.

Fase 4 – Mancato accordo e deposito indennità

Tre proprietari rifiutano l’offerta. Il Comune procede al deposito delle somme presso la Cassa Depositi e Prestiti e prosegue l’iter con la redazione del decreto di esproprio.

Fase 5 – Decreto di esproprio

Il Responsabile del procedimento firma il decreto di esproprio per ciascuna particella. L’atto è notificato ai proprietari e trascritto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari, sancendo il trasferimento della proprietà al Comune.

Il decreto contiene:

  • l’indicazione della pubblica utilità;
  • i riferimenti catastali;
  • l’importo depositato come indennità;
  • l’indicazione della data di immissione in possesso.

Fase 6 – Immissione in possesso

Trascorsi 30 giorni, il Comune redige un verbale di immissione in possesso alla presenza di due agenti della Polizia Locale. I tecnici effettuano il tracciamento del cantiere e iniziano i lavori preliminari.

Nel verbale si annota la presenza di colture ortive sul terreno di un proprietario, e viene lasciato un termine per la rimozione dei materiali.

Fase 7 – Contestazione dell’indennità

Uno dei proprietari ritiene inadeguata l’indennità offerta e propone ricorso al Tribunale ordinario per la determinazione giudiziale del valore. Il Giudice nomina un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) e accerta un valore di €18/m², riconoscendo un’integrazione di €2.800 più interessi legali.

Fase 8 – Chiusura del procedimento

Dopo la sentenza e il pagamento dell’integrazione, il procedimento si considera chiuso. L’opera è stata realizzata, i decreti sono trascritti e le indennità liquidate o depositate. Il Comune redige un fascicolo di chiusura con tutti i documenti.

Documenti principali nell’esempio di espropriazione

  • Delibera di approvazione del progetto
  • Dichiarazione di pubblica utilità
  • Avviso di avvio del procedimento
  • Proposta di indennità provvisoria
  • Decreto di esproprio
  • Verbale di immissione in possesso
  • Sentenza di integrazione dell’indennità

Perché questo esempio è importante

L’esempio illustrato rappresenta un caso reale e ricorrente. Mostra che:

  • il proprietario ha sempre diritto a partecipare e a essere informato;
  • l’indennità può essere contestata anche dopo l’esproprio;
  • l’esproprio non è mai immediato, ma richiede fasi e garanzie;
  • l’assistenza tecnica e legale è spesso determinante per ottenere un giusto valore.

Se ti trovi in una situazione simile, puoi valutare il tuo caso con un colloquio telefonico gratuito con ANPTES.

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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura

A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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Leggi la il sommario guida espropri 3

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