1. Che cos’è l’autorità espropriante
Per autorità espropriante si intende l’ente pubblico che, secondo la legge, ha la potestà di: dichiarare la pubblica utilità dell’opera, redigere il piano particellare, fissare l’indennità provvisoria, emanare il decreto espropriativo, immettersi in possesso e richiedere la voltura catastale. Questi poteri derivano dal Testo Unico degli espropri (DPR 327/2001) e devono essere esercitati dall’ente competente, limitatamente alla sua sfera di attribuzioni.
2. Principio di simmetria e distribuzione delle competenze
Il sistema vigente richiede che l’autorità che produce l’atto espropriativo sia la stessa che cura la realizzazione dell’opera pubblica. Questo principio, noto come “simmetria”, garantisce:
- trasparenza nell’attribuzione di responsabilità;
- coerenza tra le finalità dell’opera e il procedimento;
- riduzione delle zone grigie nel passaggio tra enti diversi.
Ad esempio, se è il Ministero delle Infrastrutture a realizzare una strada statale, sarà lo stesso Ministero – o l’ente a cui delega – a emettere il decreto espropriativo. In analogia, se si tratta di opere comunali, sarà il Comune a ricoprire questo ruolo.
3. Chi può svolgere questa funzione
Le principali tipologie di autorità espropriante sono:
- Stato o Ministeri – per infrastrutture di carattere nazionale (es. autostrade, aeroporti);
- Regioni – per opere infrastrutturali o sanitarie di livello regionale (es. ospedali regionali, infrastrutture di protezione ambientale);
- Province o Città metropolitane – per opere provinciali (es. strade secondarie, edifici scolastici);
- Comuni – per opere di interesse locale (es. parcheggi, impianti sportivi, scuole comunali);
- Enti pubblici particolari – come ASL, Consorzi di bonifica, o ANAS, che possono operare in forza di delega o specifica legge di istituzione.
4. Il ruolo dei concessionari e soggetti privati
I concessionari o soggetti privati interessati alla realizzazione dell’opera possono svolgere attività tecniche, gestionali o operative solo in forza di mandato o delega. Non possono mai sostituirsi all’ente pubblico nell’esercizio del potere espropriativo. Gli atti che dovranno essere firmati resteranno a nome dell’ente pubblico competente.
5. Casi pratici di competenza
Ecco alcuni scenari concreti:
- Autostrade o tangenziali: ANAS o Ministero delle Infrastrutture redigono il progetto e redigono i relativi atti, mentre i terreni rimangono di proprietà pubblica;
- Scuole o centri educativi regionali: le Regioni espropriano e sovrintendono ai fondi pubblici;
- Parcheggi comunali: tocca al Comune la pianificazione e l’esproprio, mentre il privato o la concessionaria gestiscono i lavori;
- Opere ospedaliere: in Regioni con strutture sanitarie autonome, l’ASL può essere l’autorità espropriante, purché abbia delega;
- Ponti o viadotti regionali: possono essere autorizzati da Province, a condizione che sia garantita la titolarità del procedimento.
6. Cosa verifica il cittadino negli atti
La legittimità dell’intervento dipende da:
- intestazione formale (es. “Comune di X”, “Provincia di X”);
- firma del dirigente o funzionario responsabile del procedimento;
- presenza di timbro o sigillo ufficiale;
- correttezza delle date e dei riferimenti normativi;
- controllo del rispetto delle normative urbanistiche e di settore.
7. Difetti di competenza e rimedi
Se l’atto non è stato emesso da un’autorità competente, il privato può:
- impugnare il provvedimento davanti al TAR;
- chiedere l’annullamento per difetto di competenza;
- ottenere un risarcimento per occupazione abusiva o espropriazione illegittima;
- in alcuni casi ottenere una pronuncia accelerata con misure cautelari.
8. Strategia in caso di atti da soggetto incompetente
Il privato informato può agire rapidamente:
- verifica dell’autorità firmante e della documentazione;
- invio di diffida formale all’ente;
- attivazione ricorso amministrativo o cautelare;
- coordinamento tra azione amministrativa (TAR) e giudizio civile, se opportuno.
9. Quando serve un avvocato esperto
Un legale specializzato in espropriazioni può offrire:
- verifica precisa dell’autorità e conformità amministrativa degli atti;
- analisi dei rischi procedurali e scadenze;
- preparazione di impugnazioni e richieste di difesa;
- coordinamento tra ricorso al TAR e richiesta di risarcimento;
- eventuale assistenza tecnica per perizie, valutazioni e audizioni.
Se ti sembra che l’atto ricevuto non provenga da un’autorità realmente competente, richiedi subito un colloquio telefonico gratuito. Verificheremo insieme la legittimità formale e troveremo la strategia migliore per tutelare i tuoi diritti.
Nota: Come spiegato nella Sez. D6, le IA commettono errori. Per informazioni corrette visitate il sito anptes.org.