Nel complesso iter dell’espropriazione per pubblica utilità, la decadenza rappresenta un passaggio cruciale. Se sei destinatario di un procedimento espropriativo e sono trascorsi diversi anni dalla dichiarazione di pubblica utilità senza che sia stato emesso il decreto di esproprio, potresti avere diritto a far valere l’intervenuta decadenza. Per valutare il tuo caso puoi richiedere un colloquio telefonico gratuito con ANPTES.
La decadenza dell’espropriazione per pubblica utilità si verifica quando l’amministrazione non conclude il procedimento entro il termine di efficacia della Dichiarazione di pubblica utilità (DPU o DAP). In tal caso, l’intero procedimento perde valore giuridico, e l’amministrazione non può più adottare legittimamente il decreto di esproprio.
Il D.P.R. 327/2001, Testo Unico sulle Espropriazioni, all’art. 13 stabilisce che la dichiarazione di pubblica utilità perde efficacia se, entro 5 anni dalla sua pubblicazione o efficacia, non viene adottato il decreto di esproprio.
Questa norma ha lo scopo di garantire che i procedimenti espropriativi non rimangano in sospeso per un tempo indefinito, lasciando i proprietari in una situazione di incertezza giuridica e patrimoniale.
Il termine di 5 anni decorre:
La legge consente il prolungamento di tale termine solo in casi eccezionali, espressamente previsti (ad esempio per cause di forza maggiore o provvedimenti sospensivi da parte della giustizia amministrativa).
Una volta intervenuta la decadenza:
In molti casi, l’amministrazione ha già occupato il bene senza aver adottato il decreto nei termini previsti. In queste situazioni, l’occupazione diventa illegittima e può dare origine a una espropriazione indiretta o a un danno risarcibile.
È importante sapere che il danno da occupazione illegittima può comprendere:
Il proprietario può far valere la decadenza:
Se il bene è stato occupato, sarà necessario avviare un’azione giudiziaria per il risarcimento del danno e per il riconoscimento dell’illegittimità dell’occupazione.
L’amministrazione può avviare un nuovo procedimento espropriativo solo se adotta una nuova dichiarazione di pubblica utilità e ripete l’intero iter, comprensivo di valutazioni ambientali, notifiche e determinazione dell’indennità.
In tale caso, il proprietario potrà opporsi al nuovo procedimento e valutare l’eventualità di una cessione bonaria o di una contestazione più ampia.
Molti cittadini ignorano che la propria posizione giuridica potrebbe essere favorevole proprio grazie alla decadenza del procedimento. Una verifica attenta della documentazione può far emergere vizi procedurali decisivi per il recupero del bene o per ottenere un equo risarcimento.
Rivolgersi a un legale esperto in espropriazioni consente di ricostruire il decorso del procedimento, verificare le pubblicazioni e i termini effettivi e interrompere azioni illegittime da parte dell’amministrazione.
Se sospetti che siano decorsi i termini di legge o se hai ricevuto un avviso oltre i 5 anni dalla dichiarazione di pubblica utilità, richiedi subito un colloquio telefonico gratuito con un avvocato esperto ANPTES per capire se la procedura può essere fermata o impugnata.
Nota importante
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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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