I Valori Agricoli Medi (VAM) hanno rappresentato per lungo tempo il criterio di riferimento per la determinazione dell’indennità di esproprio dei terreni agricoli e delle aree non edificabili. Si tratta di valori tabellari fissati a livello provinciale, aggiornati periodicamente, che individuano un prezzo medio per ettaro a seconda della tipologia di coltura e della qualità del terreno. Oggi, però, il loro utilizzo ha subito forti limitazioni in seguito a pronunce della Corte Costituzionale e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Per verificare la correttezza dell’indennità proposta, è utile richiedere un colloquio telefonico gratuito.
I VAM furono introdotti per semplificare il calcolo delle indennità di esproprio, garantendo uniformità sul territorio nazionale. Le Commissioni Provinciali Espropri li determinavano in base alle caratteristiche agronomiche dei terreni e alle colture prevalenti. Questi valori venivano pubblicati e costituivano un parametro immediato per la quantificazione delle indennità.
Il problema principale dei VAM è sempre stato quello della loro distanza dal reale valore di mercato dei terreni. Spesso risultavano sottostimati e non rispecchiavano le effettive potenzialità produttive ed economiche del bene. Inoltre, non tenevano conto delle differenze legate all’ubicazione o ad altri fattori specifici.
La Corte Costituzionale e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno dichiarato illegittimo il ricorso esclusivo ai VAM per determinare l’indennità. Entrambe hanno stabilito che l’indennità deve riflettere il valore venale effettivo del bene, ossia il prezzo che avrebbe in una libera contrattazione di mercato. L’applicazione rigida dei VAM è stata quindi superata a favore di criteri più equi e proporzionati.
Oggi i VAM possono essere utilizzati solo come riferimento provvisorio o come parametro indicativo, in assenza di dati di mercato immediati. Non hanno più valore vincolante e devono essere sempre confrontati con stime aggiornate basate su comparazioni reali.
Il proprietario che riceve un’indennità calcolata sui VAM può contestarla. È possibile predisporre una perizia tecnica di parte che dimostri l’effettivo valore di mercato del bene, chiedendo la rideterminazione dell’indennità davanti alla Corte d’Appello competente. In questo modo si può ottenere un riconoscimento economico più vicino al reale valore del terreno.
Chi subisce un’espropriazione deve sempre verificare se i VAM siano stati usati come unico criterio. In tal caso, vi sono solide basi giuridiche per contestare la liquidazione e ottenere un indennizzo maggiore. La giurisprudenza è chiara: un ristoro che non riflette il valore reale del bene è in contrasto con la Costituzione e con la CEDU.
La questione dei VAM si inserisce nell’ambito delle procedure espropriative, poiché riguarda direttamente i criteri di calcolo dell’indennità. Conoscere i propri diritti e i limiti di questi parametri è essenziale per difendersi da valutazioni non eque.
Un colloquio telefonico gratuito permette di capire se l’indennità proposta, fondata sui VAM, sia contestabile e quali strategie adottare.
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