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Indennità di esproprio non pagata e prescrizione

Uno dei temi più delicati nelle espropriazioni per pubblica utilità riguarda lindennità di esproprio non pagata. Il diritto all’indennizzo, infatti, non è eterno: esso è soggetto a prescrizione, come stabilito dalla normativa civile generale e dalla giurisprudenza consolidata. Conoscere i tempi, le modalità di decorrenza e gli strumenti di interruzione è fondamentale per non perdere un diritto costituzionalmente garantito.

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Il termine di prescrizione

In linea generale, il diritto a percepire l’indennità di esproprio segue il regime ordinario dei diritti di credito nei confronti della Pubblica Amministrazione. La giurisprudenza civile e amministrativa ha chiarito che si applica il termine decennale di prescrizione previsto dall’articolo 2946 del Codice Civile.

La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui l’indennità diventa esigibile, ovvero:

  • dalla data di emanazione del decreto di esproprio, se l’indennità è stata determinata;
  • dalla data di deposito della somma presso la Cassa Depositi e Prestiti, se il proprietario ha titolo a riscuoterla;
  • dalla definizione giudiziale dell’indennità, se questa è stata oggetto di contenzioso.

Interruzione della prescrizione

Il decorso del termine decennale può essere interrotto. L’interruzione può avvenire attraverso:

  • Diffida scritta o lettera raccomandata con cui il proprietario intima all’amministrazione il pagamento;
  • Messa in mora formale;
  • Ricorso al giudice per ottenere la liquidazione o il pagamento forzoso;
  • Ogni altro atto che dimostri la volontà del proprietario di far valere il proprio diritto.

Ogni volta che si verifica un’interruzione, il termine decennale ricomincia a decorrere ex novo. Per questo motivo è importante non rimanere passivi di fronte all’inerzia dell’amministrazione.

Conseguenze del mancato esercizio del diritto

Se il proprietario non agisce e lascia decorrere interamente i dieci anni senza compiere alcun atto interruttivo, il diritto si estingue. Ciò significa che l’indennità non potrà più essere pretesa in giudizio e il proprietario resterà definitivamente privo del corrispettivo economico spettantegli. È una situazione grave, che comporta la perdita non solo dell’immobile, ma anche del risarcimento previsto dalla legge.

Giurisprudenza in materia

La Corte di Cassazione ha ribadito in più occasioni che il diritto all’indennità di esproprio, in quanto credito pecuniario, è soggetto a prescrizione decennale. Anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), pur evidenziando l’importanza del tempestivo pagamento, non ha mai escluso la possibilità che i diritti non esercitati per lunghi periodi si estinguano. L’inerzia del proprietario può quindi risultare fatale.

Come agire tempestivamente

Il proprietario deve monitorare con attenzione i tempi e non attendere oltre. In caso di ritardi o silenzi da parte dell’amministrazione, è opportuno attivarsi con diffide, richieste di deposito presso la Cassa Depositi e Prestiti o ricorsi. In questo modo, oltre a salvaguardare il diritto, si evita il rischio di prescrizione e si maturano anche gli interessi legali spettanti.

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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
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A.5 La tua indennità – con le norme europee
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