L’indennità di esproprio è una somma corrisposta al proprietario di un bene espropriato a titolo di compensazione per la perdita subita. Dal punto di vista fiscale, essa non rappresenta un semplice risarcimento ma assume la natura di reddito imponibile, soggetto a dichiarazione e tassazione.
Secondo quanto previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), le indennità di esproprio sono assimilate ai redditi fondiari, poiché derivano dalla perdita di un bene immobile e sostituiscono i frutti che tale bene avrebbe potuto generare. Di conseguenza, esse vanno dichiarate nella dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi PF).
La disciplina varia a seconda della natura del bene espropriato:
L’indennità di esproprio viene generalmente assoggettata a ritenuta a titolo d’imposta da parte dell’ente erogatore. Tuttavia, il contribuente ha comunque l’obbligo di indicarla nella dichiarazione dei redditi. In assenza di ritenuta, l’imposta è calcolata in autoliquidazione.
In particolare:
Non tutte le componenti dell’indennità di esproprio hanno rilevanza fiscale. Ad esempio:
La materia è complessa e varia in base al tipo di bene, al soggetto espropriato (persona fisica, società, ente) e alla destinazione dell’indennità. Per evitare errori e sanzioni, è fortemente consigliato rivolgersi a un professionista esperto in diritto tributario e in espropriazioni, fissando un colloquio telefonico gratuito.
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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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