Il fondamento normativo
L’art. 40 del D.P.R. 327/2001 prevede espressamente un’indennità aggiuntiva per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali. La ratio della norma è quella di tutelare chi trae dal fondo espropriato non solo un valore patrimoniale, ma anche la principale fonte di sostentamento economico.
Chi ha diritto all’indennità aggiuntiva
Il beneficio spetta a chi dimostra di essere:
- coltivatore diretto, iscritto negli elenchi previdenziali agricoli;
- imprenditore agricolo professionale (IAP) che esercita attività agricola in via principale;
- titolare di un rapporto diretto e personale con la coltivazione del fondo.
Non basta, quindi, essere semplici proprietari di terreni agricoli: occorre dimostrare di coltivare direttamente e professionalmente il fondo al momento dell’esproprio.
Determinazione dell’indennità
L’indennità aggiuntiva corrisponde al valore agricolo medio (VAM) del terreno espropriato, calcolato sulla base delle tabelle predisposte annualmente a livello provinciale. Essa è cumulabile con l’indennità principale determinata in base al valore agricolo effettivo o di mercato del bene.
Come si calcola
Il calcolo dell’indennità per coltivatore diretto prevede due passaggi:
- determinazione dell’indennità principale, secondo i criteri ordinari;
- aggiunta dell’indennità supplementare, pari al valore agricolo medio del terreno.
Ad esempio, se un terreno agricolo viene stimato con un’indennità principale di 20.000 euro e il valore agricolo medio è pari a 5.000 euro, il coltivatore diretto avrà diritto a 25.000 euro complessivi.
Prove e documentazione necessaria
Per ottenere l’indennità aggiuntiva è necessario fornire:
- certificazione di iscrizione come coltivatore diretto o IAP;
- dichiarazioni previdenziali agricole;
- documentazione attestante la coltivazione effettiva del fondo (contratti, registri, titoli PAC, ecc.);
- atti catastali e titolo di proprietà o possesso.
La giurisprudenza
La Corte di Cassazione ha chiarito che l’indennità aggiuntiva spetta solo al soggetto che coltiva direttamente il fondo al momento dell’esproprio, non al semplice proprietario che concede il terreno in affitto. La Corte Costituzionale ha ribadito la legittimità di questa previsione, poiché tutela una categoria meritevole di particolare protezione sociale ed economica.
Indennità aggiuntiva e successione
Se il fondo è coltivato da più soggetti (ad esempio, familiari coadiuvanti), l’indennità aggiuntiva può spettare a tutti coloro che dimostrino di partecipare direttamente alla coltivazione. In caso di successione ereditaria, l’indennità segue la titolarità del fondo e può essere rivendicata dagli eredi coltivatori diretti.
Importanza della difesa legale
L’applicazione dell’indennità aggiuntiva non è sempre automatica: spesso l’amministrazione tende a non riconoscerla, oppure a contestarne i requisiti. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi a un avvocato esperto in materia di espropri, in grado di raccogliere la documentazione necessaria e contestare eventuali esclusioni. Per un primo orientamento è consigliabile un colloquio telefonico gratuito.
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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
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