Il progetto, presentato da una società energetica privata, prevede la realizzazione di un parco eolico composto da diverse pale alte oltre 150 metri, capaci di generare energia per migliaia di famiglie. L’impianto si estende su un’area vasta e attraversa i confini amministrativi di quattro Comuni: Manduria, Avetrana, Erchie e San Pancrazio Salentino.
Le caratteristiche salienti dell’intervento includono:
– installazione di aerogeneratori di grandi dimensioni;
– realizzazione di opere di viabilità e cavidotti interrati;
– esproprio di terreni agricoli, in parte ad uso coltivo e in parte destinati a pascolo;
– modifica sostanziale dell’assetto paesaggistico locale.
La motivazione principale alla base della costruzione di questo parco eolico è la necessità di aumentare la quota di energia rinnovabile prodotta sul territorio nazionale, come richiesto dall’Unione Europea per la lotta al cambiamento climatico.
L’eolico rappresenta una delle fonti più efficienti e a basso impatto in termini di emissioni, ma la sua implementazione comporta decisioni localizzative delicate. L’area compresa tra Manduria e San Pancrazio Salentino è stata individuata come strategica per la presenza di venti favorevoli e di ampi spazi rurali scarsamente urbanizzati.
Numerosi cittadini e associazioni hanno manifestato forte preoccupazione per le conseguenze del progetto. Le criticità espresse riguardano vari ambiti:
Impatto paesaggistico
L’installazione di torri alte oltre 150 metri in un contesto rurale, noto per la sua bellezza naturale e per la presenza di uliveti secolari, provocherebbe una alterazione irreversibile del paesaggio e comprometterebbe l’identità storica e culturale dei luoghi.
Danni al settore agricolo
Molte delle aree interessate dall’esproprio sono coltivazioni attive o pascoli utilizzati da aziende agricole locali.
Impatto acustico e salute
L’emissione di rumore continuo, le vibrazioni e le eventuali interferenze con i segnali radiotelevisivi sono considerate fonti di disturbo per i residenti.
Critiche procedurali
Diversi Comuni coinvolti hanno sollevato dubbi sulla correttezza dell’iter autorizzativo, lamentando scarsa trasparenza e partecipazione pubblica.
Come accade per ogni opera infrastrutturale di grandi dimensioni, anche il parco eolico in oggetto prevede espropri per pubblica utilità. I proprietari dei terreni riceveranno notifiche formali e saranno invitati a partecipare al procedimento.
Chi subisce un esproprio ha diritto:
– a essere informato tempestivamente;
– a presentare osservazioni sul progetto;
– a ricevere un’indennità congrua;
– a contestare il provvedimento dinanzi al TAR o al giudice ordinario.
La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è lo strumento con cui l’amministrazione verifica se un’opera rispetta l’ambiente e i vincoli presenti sull’area. Nel caso in esame, sono numerosi i profili critici:
– vicinanza a zone vincolate ai sensi del Codice dei beni culturali;
– possibile impatto su specie protette e rotte migratorie di uccelli;
– interferenze con aree SIC e ZPS;
– rischio di effetto cumulo con altri impianti presenti o previsti nella zona.
Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia contiene norme specifiche sulla tutela del paesaggio, vietando esplicitamente la realizzazione di impianti industriali in aree di pregio paesaggistico o ad alta sensibilità.
In base al PPTR, i Comuni hanno facoltà di adottare strumenti urbanistici più restrittivi, e possono dichiarare incompatibile l’opera con l’identità territoriale.
Il dibattito sul parco eolico tra Manduria, Avetrana, Erchie e San Pancrazio Salentino è una ricerca di equilibrio tra obiettivi globali e contesto locale.
Molti esperti propongono alternative:
– delocalizzazione degli impianti in aree industriali dismesse;
– riduzione del numero di pale e dimensioni;
– utilizzo di comunità energetiche rinnovabili (CER) in ambito urbano;
– maggiore coinvolgimento dei cittadini nella pianificazione e nella gestione delle fonti rinnovabili.
La transizione ecologica è una necessità storica, ma non può tradursi in una colonizzazione industriale del paesaggio rurale. Il progetto del parco eolico in discussione solleva interrogativi profondi: a chi appartiene il territorio? Chi decide come e dove si deve investire?
I Comuni coinvolti si trovano al centro di una sfida che riguarda l’intero Paese: conciliare sviluppo e tutela, energia e territorio, ambiente e diritti. Una sfida che non può essere vinta senza partecipazione, trasparenza e rispetto per le persone che vivono e lavorano su quei terreni.