L’espropriazione di un immobile adibito ad attività commerciale o produttiva non comporta soltanto la perdita fisica del bene, ma può determinare un ulteriore danno economico: la perdita di avviamento. Questo danno riguarda il valore immateriale dell’impresa, costruito nel tempo grazie alla fidelizzazione della clientela, alla posizione strategica e alla reputazione commerciale.
La normativa italiana riconosce la possibilità di ottenere un ristoro per tale perdita, poiché l’avviamento rappresenta una componente essenziale della capacità reddituale di un’attività. In molti casi, la perdita di avviamento può superare persino il valore materiale dell’immobile, rendendo questa indennità cruciale per una giusta compensazione. Chi subisce un’espropriazione con impatto sulla propria attività può richiedere un colloquio telefonico gratuito per valutare l’entità del danno e le modalità di richiesta.
L’avviamento è la capacità di un’azienda di generare utili superiori alla media di settore, grazie a fattori come:
È un bene immateriale che incide direttamente sul valore complessivo dell’impresa.
L’esproprio può determinare la perdita totale o parziale dell’avviamento quando:
Il riconoscimento dell’indennità per perdita di avviamento è previsto dall’art. 34 della legge 392/1978, applicabile nei casi di cessazione dell’attività dovuta a cause indipendenti dalla volontà dell’imprenditore. In ambito espropriativo, la giurisprudenza ha esteso tale principio, ritenendo che la sottrazione coattiva del bene che ospita l’attività configuri una causa di indennizzo, anche in assenza di un rapporto locatizio.
Per ottenere il ristoro, occorre dimostrare:
Il calcolo può basarsi su diversi criteri:
La quantificazione viene generalmente effettuata da un perito, che applica coefficienti proporzionati al grado di perdita di clientela e di competitività.
Gli elementi probatori fondamentali includono:
La Cassazione ha riconosciuto il diritto all’indennità per perdita di avviamento anche nei casi in cui l’attività fosse trasferibile, ma il trasferimento determinasse una significativa perdita di clientela. In alcune sentenze, l’indennità è stata liquidata in misura pari a 18 mensilità dell’ultimo canone di locazione, o equivalente parametro per immobili di proprietà.
L’indennità per perdita di avviamento può cumularsi con:
Il riconoscimento può avvenire in sede amministrativa o giudiziale. È consigliabile presentare la domanda già in fase di opposizione alla stima dell’indennità principale, supportandola con una perizia tecnica di parte. Un colloquio telefonico gratuito con un avvocato specializzato può aiutare a predisporre una strategia efficace.
Il diritto si prescrive, in genere, entro cinque anni dalla data di cessazione dell’attività o dal trasferimento forzato, salvo interruzioni determinate da atti giudiziari.
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