Il piano regolatore generale (PRG) rappresenta lo strumento urbanistico fondamentale attraverso il quale il Comune disciplina l’assetto del territorio. Esso può contenere previsioni che implicano l’adozione di vincoli preordinati all’esproprio, cioè finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità. Tali vincoli costituiscono il primo passo di un possibile procedimento di espropriazione.
Comprendere la funzione del PRG, la distinzione tra vincoli conformativi ed espropriativi e i termini di decadenza è essenziale per i cittadini coinvolti in procedimenti ablativi. Per valutare se il vincolo sul tuo terreno è legittimo o impugnabile, puoi richiedere un colloquio telefonico gratuito con il team legale ANPTES.
Il PRG è lo strumento di pianificazione con cui l’ente locale organizza lo sviluppo urbanistico del proprio territorio. Può prevedere:
Le aree riservate a scuole, parcheggi, verde, strade, ospedali o altri interventi pubblici sono spesso sottoposte a vincoli espropriativi. Tali vincoli incidono sulla disponibilità del bene e costituiscono il presupposto giuridico per l’esproprio.
La giurisprudenza distingue nettamente:
I vincoli conformativi hanno durata illimitata e non determinano obbligo di indennizzo. I vincoli espropriativi, invece, sono soggetti a decadenza quinquennale se non seguiti da un procedimento ablativo concreto.
L’art. 9 del DPR 327/2001 prevede che l’approvazione di un piano urbanistico che individua un’area per un’opera pubblica equivale a dichiarazione di pubblica utilità, ma solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo. In assenza di atti successivi, il vincolo decade dopo 5 anni.
In sintesi:
L’amministrazione deve dunque attivare il procedimento ablativo entro 5 anni dall’approvazione del piano o della variante.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 179/1999, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dei vincoli urbanistici di natura espropriativa che non prevedano una durata determinata nel tempo. Il DPR 327/2001 ha quindi introdotto la decadenza quinquennale.
La conseguenza è che:
È importante monitorare le scadenze e conservare copia degli atti di approvazione del PRG o del piano attuativo.
Il vincolo espropriativo ha effetti rilevanti:
Tuttavia, non essendo ancora intervenuto l’esproprio, non si ha diritto all’indennità. Il diritto sorge solo nel momento in cui l’amministrazione avvia formalmente il procedimento di esproprio e comunica l’indennità provvisoria.
Il proprietario può tutelarsi contro i vincoli espropriativi nei seguenti modi:
In caso di impugnazione, il ricorso va presentato al TAR competente e deve contenere una dettagliata esposizione delle ragioni di illegittimità del vincolo: mancata motivazione, assenza di reale interesse pubblico, mancata partecipazione, disparità di trattamento rispetto ad altre aree.
L’approvazione del PRG non equivale automaticamente a dichiarazione di pubblica utilità. Essa può avvenire solo con:
È pertanto necessario un passaggio ulteriore per rendere effettivo l’esproprio. Se il piano regolatore è scaduto o non aggiornato, la dichiarazione non può essere considerata valida.
I piani attuativi (Piani Particolareggiati, Piani di Lottizzazione, Piani di Recupero) possono contenere vincoli espropriativi ancora più dettagliati. In questi casi:
La mancata esecuzione delle opere previste dal piano comporta l’inefficacia del vincolo espropriativo e la possibilità per il proprietario di chiedere una diversa destinazione d’uso.
Quando l’area è oggetto di vincolo espropriativo, l’indennità di esproprio viene calcolata:
Ciò significa che non può essere riconosciuto un valore nullo o simbolico in virtù della destinazione urbanistica imposta dal piano regolatore, se essa è funzionale all’esproprio.
Se l’opera pubblica prevista dal piano non viene realizzata, il proprietario può richiedere la retrocessione del bene ai sensi dell’art. 46 del DPR 327/2001. Ciò vale anche per le aree acquisite in via amministrativa o per effetto di occupazione d’urgenza.
Il diritto alla retrocessione può essere esercitato entro 10 anni e comporta:
In mancanza di retrocessione, è possibile agire per ottenere il risarcimento integrale per perdita ingiustificata della proprietà.
La giurisprudenza amministrativa è ricca di pronunce in materia. I TAR e il Consiglio di Stato hanno affermato che:
Il cittadino ha il diritto di essere informato e coinvolto nella pianificazione e può contestare in ogni momento l’abuso dello strumento urbanistico a fini ablativi.
Nota: Come spiegato nella Sez. D6, le IA commettono errori. Per informazioni corrette visitate il sito anptes.org.