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Espropriazione per pubblica utilità: esempi pratici di come funziona

L’espropriazione per pubblica utilità è un fenomeno frequente nella vita amministrativa di Comuni, Province e Regioni. Essa si verifica quando un bene privato viene acquisito coattivamente per la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture di interesse generale. Il procedimento, regolato dal D.P.R. 327/2001, prevede la dichiarazione di pubblica utilità, il decreto di esproprio e la corresponsione dell’indennità. Ma come si declinano questi passaggi nella realtà quotidiana? In questo articolo sono raccolti esempi concreti che illustrano le principali situazioni in cui può verificarsi un esproprio e i risvolti giuridici connessi.

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1. Espropriazione per costruzione di una strada comunale

Un Comune approva un progetto per la realizzazione di una strada che collega due quartieri residenziali. L’opera attraversa otto fondi agricoli privati. Viene avviata la procedura espropriativa e notificata la dichiarazione di pubblica utilità. I proprietari ricevono una proposta di indennità pari al valore agricolo medio maggiorato del 25% per coltivatori diretti. Due proprietari contestano l’importo e ricorrono con una perizia tecnica. Il giudice riconosce un valore superiore per l’uso edificabile di fatto, portando l’indennizzo da 9.000 a 18.000 euro per ettaro.

2. Esproprio per parcheggio pubblico in centro urbano

Un’area incolta di 1.500 m² nel centro città viene destinata alla realizzazione di un parcheggio pubblico. La zona ha destinazione urbanistica “servizi pubblici”. Il valore venale stimato è di 180 €/m², ma l’indennità proposta dall’amministrazione è pari all’80% di tale valore. Il proprietario accetta la cessione volontaria e ottiene una maggiorazione del 10%. L’indennità finale corrisposta è di 237.600 euro.

3. Servitù di elettrodotto su fondo agricolo

Una società elettrica ottiene autorizzazione regionale per l’imposizione di servitù su un fondo agricolo destinato a seminativo. I tralicci e i cavi limitano l’utilizzo agricolo della superficie sottostante e impongono una fascia di rispetto di 10 metri. Il proprietario riceve un’indennità di 4.800 euro, ma propone opposizione alla stima. Il CTU riconosce un deprezzamento maggiore dell’intero fondo per l’impatto paesaggistico, portando l’indennità a 8.200 euro.

4. Espropriazione per linea ferroviaria

Un progetto di raddoppio ferroviario interessa una fascia lunga e stretta di un fondo a destinazione agricola. L’esproprio riguarda una parte marginale del terreno, ma rende inservibile l’accesso al resto della proprietà. Il proprietario riceve un’indennità per l’area espropriata e chiede anche un risarcimento per la perdita di funzionalità della parte residua. Il giudice riconosce un danno funzionale aggiuntivo pari al 20% del valore complessivo dell’intero fondo.

5. Esproprio di immobile residenziale per allargamento di scuola

Una villetta adiacente a una scuola elementare viene espropriata per ampliamento dell’edificio scolastico. Il Comune propone un’indennità di 160.000 euro. Il proprietario contesta il valore, dimostrando che la valutazione non include il garage e le finiture interne. Una perizia tecnica aggiorna il valore a 220.000 euro. Si raggiunge un accordo bonario per 210.000 euro, evitando il decreto di esproprio.

6. Occupazione temporanea per cantiere stradale

Per la realizzazione di un ponte, una ditta appaltatrice ottiene autorizzazione per occupare temporaneamente un terreno agricolo per la durata del cantiere. Il fondo è coltivato a vigneto. L’occupazione avviene per 18 mesi. Il proprietario riceve un’indennità di occupazione temporanea e, a fine lavori, chiede un risarcimento per il mancato raccolto e la necessità di reimpianto delle viti. L’ente riconosce ulteriori 12.000 euro a titolo di ristoro danni post-occupazione.

7. Espropriazione per condotta fognaria interrata

Una condotta fognaria viene realizzata sotto un tratto di proprietà privata. Il Comune acquisisce in proprietà una fascia larga 2,5 metri e lunga 100 metri. Il terreno è a uso orticolo, non edificabile. L’indennità proposta è di 3.000 euro. Il proprietario si oppone, evidenziando il divieto di costruire e le servitù permanenti. La CTU dispone una revisione a 6.500 euro per l’intera fascia, con riconoscimento della perdita di valore residuo.

8. Retrocessione per mancata realizzazione dell’opera

Un terreno viene espropriato per la costruzione di un centro civico. Trascorsi dieci anni, l’opera non viene realizzata. Il proprietario chiede la retrocessione ai sensi dell’art. 46 TU Espropri. L’ente non si oppone. Il bene viene restituito e il valore di retrocessione è fissato sulla base del valore attuale, scontato della vetustà. L’ex proprietario riacquista l’immobile per un importo di 22.000 euro, inferiore al valore di mercato, ma in linea con la normativa vigente.

9. Esproprio con beni indivisi e conflitto tra eredi

Un terreno agricolo, ancora in comunione ereditaria tra quattro fratelli, viene espropriato per la costruzione di una pista ciclabile. L’indennità viene depositata presso la Cassa Depositi e Prestiti. Due eredi rifiutano l’accordo di divisione. Il tribunale civile dispone la divisione del fondo e la conseguente ripartizione delle somme. L’iter richiede 18 mesi. Solo dopo la sentenza i fratelli ottengono l’erogazione delle rispettive quote.

10. Espropriazione illegittima per decadenza del vincolo

Un terreno era stato vincolato da oltre cinque anni per la realizzazione di una scuola, ma il Comune non ha mai avviato la dichiarazione di pubblica utilità. Il vincolo decade e il proprietario chiede l’annullamento del procedimento e il risarcimento del danno da vincolo preordinato non seguito da esproprio. Il TAR accoglie il ricorso e liquida 18.000 euro per il blocco prolungato dell’utilizzo del fondo, impedendo ogni edificazione o cessione per sei anni.

11. Esproprio per elettrodotto con traliccio su terreno residenziale

Un traliccio viene installato a 5 metri da una villetta. Il fondo perde parte della sua edificabilità a causa della fascia di rispetto. Il proprietario riceve una proposta di 11.000 euro. Una perizia tecnica stima il deprezzamento totale del lotto a 25.000 euro. La Corte d’Appello, valutando l’impatto visivo e la perdita di valore potenziale, riconosce 21.000 euro come indennità definitiva, oltre spese legali.

12. Espropriazione di cortile condominiale

Per la realizzazione di una nuova fermata tramviaria, viene espropriata una porzione del cortile condominiale di un edificio. L’indennità viene proposta in 12.000 euro. I condomini si oppongono alla ripartizione proposta dall’amministrazione. Dopo un atto di notorietà e accordo notarile tra i proprietari, l’indennità viene distribuita pro-quota in base ai millesimi, con bonifico separato a ciascun beneficiario.

13. Cessione volontaria con pagamento diretto maggiorato

Un Comune propone la cessione volontaria per l’acquisizione di una striscia di terreno agricolo. Il proprietario accetta la proposta condizionando l’accordo al pagamento anticipato e alla realizzazione di una recinzione a spese dell’ente. L’Amministrazione acconsente e corrisponde l’indennità in unica soluzione prima dell’immissione in possesso. L’accordo consente di evitare il decreto e la trascrizione coattiva, con vantaggi per entrambe le parti.

Se ti trovi in una situazione simile a una di quelle sopra descritte, puoi ottenere assistenza con un colloquio telefonico gratuito.

Nota: Come spiegato nella Sez. D6, le IA commettono errori. Per informazioni corrette visitate il sito anptes.org.

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