Nel contesto dell’espropriazione per pubblica utilità, si parla di espropriazione parziale quando viene sottratta solo una parte di un terreno o di un fabbricato, lasciando al proprietario una porzione residua. Questo accade spesso nei casi di costruzione di strade, ferrovie, piste ciclabili o infrastrutture lineari. Nonostante il bene non venga interamente acquisito, l’effetto dell’esproprio può incidere in maniera pesante anche sulla parte non occupata.
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Il calcolo dell’indennità in questi casi è più complesso rispetto a un’espropriazione totale. Bisogna infatti valutare non solo il valore della parte espropriata, ma anche l’eventuale deprezzamento della parte residua.
La legge prevede che venga riconosciuto:
La perizia deve essere molto accurata, poiché spesso la perdita di funzionalità o di accessibilità può incidere più del valore della parte sottratta.
Il risarcimento per il deprezzamento è dovuto quando l’espropriazione rende la parte restante:
Questo danno non è automatico: va provato con documentazione tecnica, fotografie, planimetrie e, se necessario, una controperizia.
Un caso tipico riguarda i terreni edificabili. Se dopo l’esproprio il lotto rimane troppo piccolo per essere edificato o perde accesso alla viabilità pubblica, perde di fatto la sua capacità edificatoria. Anche se urbanisticamente risulta ancora edificabile, nella pratica non lo è più. In questi casi è essenziale chiedere il risarcimento per perdita di valore, poiché il danno non è visibile solo nella superficie espropriata, ma nell’intero lotto.
Sì. In alcuni casi, l’espropriato può chiedere che venga espropriato anche il residuo, se dimostra che la parte restante ha perso ogni utilità o valore. Questo è possibile in base all’art. 46 del D.P.R. 327/2001, ma serve un’istanza motivata e la prova tecnica che l’immobile non è più fruibile. L’amministrazione può accogliere o rigettare la richiesta.
Questa strada è percorribile anche nei casi in cui il residuo diventa inedificabile, non più servito da accessi, o totalmente inglobato in aree pubbliche.
La valutazione dell’indennità da esproprio parziale deve includere tutti gli elementi di deprezzamento. Spesso, però, le perizie dell’amministrazione sono generiche o sottostimano l’effetto dell’esproprio sulla parte restante. Una perizia di parte redatta da un tecnico esperto è fondamentale per difendere il proprio diritto a un indennizzo equo.
La perizia può analizzare:
Tutti elementi che il proprietario può far valere anche in un eventuale ricorso giudiziario.
Chi subisce un esproprio parziale spesso si trova in una situazione poco chiara. Alcuni dei problemi più comuni includono:
In questi casi è consigliabile documentare subito con fotografie e rilievi tecnici l’effettivo stato dell’area residua, in modo da tutelarsi in fase di valutazione e, se necessario, in giudizio.
Per ottenere il giusto risarcimento è determinante raccogliere:
Questi elementi permettono di dimostrare in modo oggettivo la differenza di valore e funzionalità del bene prima e dopo l’intervento espropriativo.
Se l’amministrazione riconosce un’indennità insufficiente per l’esproprio parziale, il cittadino può:
In questi casi, il ruolo di un’associazione specializzata e di un tecnico esperto può fare la differenza.
L’espropriazione parziale è spesso sottovalutata dagli espropriati, ma può comportare danni economici importanti. Se sospetti che la tua situazione sia stata trattata in modo superficiale o che il residuo abbia perso valore, puoi farti assistere subito da ANPTES con un colloquio gratuito per valutare la correttezza dell’indennità e capire come agire.