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Danno da frazionamento negli espropri comunali

Uno degli aspetti più delicati negli espropri comunali è il cosiddetto danno da frazionamento. Si tratta del pregiudizio economico subito dal proprietario quando un’espropriazione parziale divide un fondo, rendendolo meno utilizzabile e diminuendone il valore complessivo. La normativa e la giurisprudenza riconoscono il diritto a un’indennità aggiuntiva proprio per compensare questa perdita. Per una prima valutazione gratuita della propria situazione è possibile richiedere un colloquio telefonico gratuito.

Che cosa si intende per danno da frazionamento

Il danno da frazionamento si verifica quando l’esproprio di una porzione di fondo comunale lascia la parte residua in condizioni peggiorative. Questo avviene, ad esempio, quando:

  • il terreno viene diviso in più parti non comunicanti;
  • una porzione rimane priva di accesso diretto alla viabilità pubblica;
  • la parte residua perde la sua unitarietà funzionale (es. azienda agricola che non può più sfruttare i terreni in modo unitario);
  • il lotto edificabile residuo non è più idoneo a essere utilizzato secondo le previsioni urbanistiche.

Il quadro normativo

Il DPR 327/2001, Testo Unico sugli espropri, riconosce espressamente il diritto a ottenere un’indennità che tenga conto anche della diminuzione di valore del bene residuo. La giurisprudenza, inclusa la Corte di Cassazione, ha più volte ribadito che la valutazione non può limitarsi al bene ablato, ma deve includere il danno da frazionamento.

Come si calcola il danno da frazionamento

Il calcolo viene effettuato comparando:

  • il valore di mercato dell’intero bene prima dell’esproprio;
  • il valore complessivo della parte residua dopo l’intervento comunale.

La differenza costituisce l’indennità aggiuntiva spettante al proprietario. Questo calcolo richiede spesso perizie tecniche da parte di agronomi, geometri o periti estimatori.

Esempi pratici

Alcuni casi tipici di danno da frazionamento negli espropri comunali:

  • un terreno agricolo diviso da una strada comunale, che rende difficile la coltivazione;
  • un’area edificabile ridotta a una superficie troppo piccola per ospitare costruzioni;
  • un fondo commerciale che perde parcheggi o spazi di accesso.

In tutti questi casi, la parte residua subisce una perdita economica che deve essere riconosciuta come indennità.

Il ruolo della giurisprudenza

La Cassazione ha chiarito che il danno da frazionamento non è un risarcimento accessorio, ma parte integrante dell’indennità di esproprio. Ignorarlo significherebbe liquidare un indennizzo inferiore a quanto previsto dalla Costituzione e dalla CEDU, con violazione del diritto di proprietà.

Come tutelarsi

Il cittadino può:

  • contestare l’indennità provvisoria se non comprende il danno da frazionamento;
  • chiedere l’intervento della Commissione Provinciale Espropri per una nuova stima;
  • presentare opposizione davanti alla Corte d’Appello;
  • affidarsi a perizie di parte per dimostrare la perdita di valore subita.

Esempio di caso risolto

Un Comune ha espropriato parte di un terreno agricolo per costruire una pista ciclabile. La porzione residua, rimasta isolata e priva di accesso, aveva perso gran parte del suo valore. La Corte d’Appello ha riconosciuto al proprietario un’indennità aggiuntiva significativa proprio per il danno da frazionamento.

Il supporto dei professionisti

Dimostrare il danno da frazionamento non è semplice: servono competenze tecniche e legali. Per questo è fondamentale affidarsi a consulenti esperti che possano unire valutazioni tecniche e difesa legale. Per verificare la propria posizione e capire quali strumenti adottare, è consigliabile fissare un colloquio telefonico gratuito.

Approfondimento correlato

Chi vuole approfondire può leggere anche la guida alle procedure espropriative, utile per conoscere i rimedi e le strategie di difesa negli espropri comunali.

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A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
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