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Atto di esproprio, agire prima che sia tardi

Se ti è arrivato un decreto, non è ancora tutto deciso

Ricevere un atto di esproprio può far pensare che ormai tutto sia stato deciso e non ci sia più nulla da fare. In realtà, anche a questo punto è ancora possibile intervenire, soprattutto se la procedura ha presentato irregolarità o l’indennità proposta è inferiore al valore reale del bene. Prima di firmare qualsiasi documento, valuta con attenzione le tue opzioni. ANPTES offre un colloquio gratuito per aiutarti a capire cosa fare.

Cos’è esattamente un atto di esproprio

L’atto di esproprio, tecnicamente chiamato decreto di esproprio, è il provvedimento amministrativo con cui la Pubblica Amministrazione acquisisce la proprietà di un bene immobile da un privato. È l’ultimo passaggio della procedura espropriativa, e con esso il diritto di proprietà viene trasferito all’ente che realizzerà l’opera di pubblica utilità. Da quel momento, il vecchio proprietario non ha più alcun diritto sul bene, a meno che non impugni l’atto entro i termini di legge.

Cosa deve contenere un atto valido

Un decreto corretto riporta sempre l’indicazione precisa dell’opera per cui viene effettuato l’esproprio, il riferimento alla dichiarazione di pubblica utilità, i dati catastali del bene e il nome del proprietario. Deve essere indicata anche la somma proposta come indennità di esproprio, anche se non ancora accettata dal cittadino.

Quando viene emesso il decreto

Il decreto può essere firmato solo dopo che è stata conclusa l’istruttoria tecnica, pubblicata la dichiarazione di pubblica utilità e determinata l’indennità. A questo punto, se non si trova un accordo bonario o se il proprietario rifiuta l’importo proposto, l’autorità può comunque procedere all’emissione dell’atto. È proprio in questo momento che il cittadino può decidere se firmare per accettazione o impugnare il provvedimento.

Quali effetti produce l’atto

Con la notifica del decreto di esproprio, la proprietà viene trasferita automaticamente all’ente. Il proprietario ha diritto a ricevere l’indennità indicata, ma non sempre questa è adeguata al reale valore del bene. Se l’importo è ritenuto insufficiente, è possibile contestare il decreto dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) entro 60 giorni. Il ricorso può essere fondato su errori procedurali, violazioni della normativa, vincoli scaduti o stime errate.

Accettare o opporsi: cosa conviene?

Molti proprietari, per stanchezza o per timore di affrontare spese legali, accettano l’indennità proposta anche se inferiore al giusto valore. Tuttavia, questa scelta comporta la rinuncia definitiva a qualsiasi ulteriore richiesta. Prima di firmare, è sempre meglio confrontarsi con un tecnico di fiducia o con un’associazione competente, per ottenere una perizia indipendente sul valore del bene.

Posso fare qualcosa anche dopo il decreto?

Sì. Se il decreto presenta vizi formali o sostanziali, oppure se il procedimento non ha rispettato le norme previste dal DPR 327/2001, è possibile chiederne l’annullamento o agire per ottenere una maggiore indennità. Anche dopo il trasferimento formale della proprietà, il giudice può stabilire che l’importo dovuto sia superiore a quanto offerto inizialmente. Questo è particolarmente importante quando si tratta di terreni agricoli o immobili edificabili, il cui valore può variare sensibilmente in base a fattori tecnici e di mercato.

Un’occasione per farti tutelare

L’arrivo di un atto di esproprio non significa che sei obbligato a subire passivamente. Ogni caso è diverso e può nascondere aspetti irregolari o valutazioni sottostimate. Agire in tempo, informarsi e farsi assistere da esperti è la soluzione migliore per non perdere ciò che ti spetta. ANPTES è a tua disposizione per analizzare gratuitamente la tua situazione.

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