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Esproprio: indennità aggiuntiva spettante ai coltivatori diretti

Nel sistema italiano dell’espropriazione per pubblica utilità, particolare attenzione è riservata alla categoria dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali (IAP). A essi è riconosciuto un trattamento indennitario più favorevole, previsto dal D.P.R. 327/2001 (Testo Unico sugli espropri), in considerazione del legame stretto con il fondo agricolo e della funzione sociale dell’attività agricola.

La ratio della tutela

L’indennità aggiuntiva nasce dall’esigenza di compensare in modo più equo chi trae dal fondo agricolo la propria attività lavorativa prevalente. La perdita del terreno per un coltivatore diretto non rappresenta solo una sottrazione patrimoniale, ma incide sul reddito familiare e sulla stessa continuità aziendale.

Chi ha diritto all’indennità aggiuntiva

L’indennità aggiuntiva spetta a due categorie principali:

  • Coltivatori diretti, iscritti alla previdenza agricola, che lavorano abitualmente e manualmente il terreno con la propria forza lavoro;
  • Imprenditori agricoli professionali (IAP), ossia soggetti che dedicano all’attività agricola almeno il 50% del proprio tempo di lavoro e che ne ricavano almeno il 50% del proprio reddito complessivo.

Per beneficiare di questa maggiorazione è necessario che il soggetto sia iscritto all’INPS nella gestione agricola e che al momento dell’esproprio risulti coltivatore effettivo del fondo.

Calcolo dell’indennità aggiuntiva

L’art. 40 del D.P.R. 327/2001 stabilisce che i coltivatori diretti hanno diritto a un’indennità aggiuntiva pari al 25% dell’indennità principale determinata per il terreno espropriato. In pratica:

  • se il fondo vale 100.000 euro, al proprietario spettano 100.000 euro di indennità;
  • al coltivatore diretto, se coincide con il proprietario o comproprietario, spettano ulteriori 25.000 euro come indennità aggiuntiva.

La maggiorazione si applica sia al proprietario coltivatore diretto, sia al conduttore coltivatore diretto, anche se non proprietario, purché titolare di un regolare contratto di affitto agrario.

Il rapporto con le colture specializzate

Quando sul fondo sono presenti colture arboree, vigneti, oliveti, frutteti o impianti di pregio, il valore di indennità può essere ulteriormente aumentato. In questi casi la valutazione deve tener conto sia del valore agricolo medio (VAM) sia della redditività specifica della coltura, riconoscendo al coltivatore diretto un risarcimento più consistente.

Dimostrazione dei requisiti

Per ottenere l’indennità aggiuntiva il coltivatore diretto deve:

  • dimostrare la coltivazione abituale del fondo (anche tramite dichiarazioni fiscali e contratti agrari);
  • essere iscritto alla gestione INPS come coltivatore diretto o IAP;
  • provare che la coltivazione era effettiva al momento dell’esproprio.

Esempio pratico

Un coltivatore diretto proprietario di un terreno agricolo di 2 ettari, coltivato a vigneto, subisce un esproprio per la realizzazione di una strada provinciale. L’indennità base viene calcolata in 80.000 euro. Essendo coltivatore diretto iscritto all’INPS, gli spetta un’indennità aggiuntiva di 20.000 euro, portando il totale a 100.000 euro, oltre a un ulteriore ristoro per le colture specializzate.

Nota importante
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Per consultare testi corretti scritti da professionisti esperti consultate il sito anptes.org
e visitate almeno le seguenti sezioni:

A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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