La competenza in materia di espropriazione per pubblica utilità è un tema fondamentale, poiché individua quale ente o autorità abbia il potere legittimo di avviare e condurre il procedimento espropriativo. Si tratta di un profilo che incide direttamente sulla legittimità del decreto di esproprio, in quanto un atto emanato da un soggetto privo di competenza è radicalmente nullo.
Data la complessità normativa, e i frequenti contenziosi che sorgono proprio sulla validità e competenza degli atti amministrativi, è consigliabile rivolgersi a professionisti specializzati, prenotando un colloquio telefonico gratuito.
Il D.P.R. 327/2001 (Testo Unico in materia di espropriazione per pubblica utilità) ha razionalizzato la disciplina, stabilendo regole chiare sull’individuazione dell’autorità competente. In particolare:
La competenza dipende dunque dall’atto di dichiarazione di pubblica utilità e dal livello di governo coinvolto nell’opera da realizzare.
L’autorità espropriante è il soggetto pubblico che ha la responsabilità di curare l’intero procedimento e di emettere il decreto di esproprio. In genere, si tratta di:
In ogni caso, il decreto deve sempre riportare chiaramente chi è l’autorità competente. In mancanza di tale indicazione, o se l’atto è adottato da un soggetto non titolato, il provvedimento è illegittimo.
Il Testo Unico prevede che l’autorità espropriante possa delegare lo svolgimento delle operazioni materiali ad altri soggetti, come società concessionarie, cooperative edilizie, consorzi di urbanizzazione. Tuttavia:
In caso contrario, gli atti emanati dal soggetto attuatore sono nulli per difetto di competenza.
Un ulteriore aspetto riguarda la competenza territoriale. L’ente che può espropriare è solo quello che ha competenza sul territorio interessato dall’opera. Ad esempio, un Comune non può espropriare beni situati in un altro Comune, salvo accordi o deleghe specifiche. Questo principio garantisce un corretto equilibrio tra i diversi livelli di governo e tutela i cittadini da abusi.
Un atto di esproprio può essere impugnato per difetto di competenza. Le ipotesi più frequenti sono:
In questi casi, il provvedimento è annullabile davanti al TAR. Inoltre, se l’atto è palesemente emanato in carenza assoluta di potere, è nullo e può essere disapplicato anche dal giudice ordinario.
Il contenzioso sulla competenza è frequente. La giurisprudenza amministrativa ha più volte ribadito che:
La Corte di Cassazione, a sua volta, ha chiarito che il difetto di competenza è una causa di nullità insanabile, non sanabile neppure con la successiva approvazione da parte dell’ente competente.
Il cittadino espropriato deve sempre verificare:
In caso di dubbi, è opportuno rivolgersi a professionisti del settore. È possibile ottenere un colloquio telefonico gratuito con esperti per valutare la legittimità del procedimento in corso.
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