Il pagamento dell’indennità rappresenta il momento conclusivo del procedimento espropriativo. Quando il proprietario ha accettato l’indennità di esproprio, questa deve essere erogata nei tempi previsti dalla legge. Tuttavia, non sono rari i casi in cui l’amministrazione ritarda il pagamento, causando danni economici e disagi rilevanti. In tali circostanze il cittadino ha diritto ad ottenere non solo l’importo principale, ma anche la rivalutazione monetaria e gli interessi legali. Per chiarire le possibili azioni da intraprendere è utile ricorrere a un colloquio telefonico gratuito con esperti del settore.
Il D.P.R. 327/2001 stabilisce regole precise sui tempi di corresponsione dell’indennità:
Il ritardo non è giustificabile con motivazioni interne della P.A. né con problemi di bilancio: la legge tutela l’espropriato riconoscendo il diritto a compensazioni economiche.
Il mancato pagamento tempestivo produce conseguenze sia sul piano economico che giuridico:
Questo meccanismo mira a disincentivare i ritardi e a garantire all’espropriato un ristoro pieno e attuale.
La rivalutazione dell’indennità segue gli indici ISTAT del costo della vita. Ciò significa che, se il pagamento avviene a distanza di anni, l’importo dovuto viene aggiornato in base all’inflazione registrata. Questo adeguamento è particolarmente rilevante nei periodi di forte crescita dei prezzi, in cui il valore reale della somma rischierebbe di ridursi notevolmente.
Accanto alla rivalutazione, il proprietario ha diritto a percepire gli interessi legali sull’importo rivalutato. Essi decorrono dal momento in cui l’amministrazione è inadempiente, cioè dal termine dei 60 giorni, fino al pagamento effettivo. L’entità del tasso varia di anno in anno in base alle determinazioni ministeriali.
Il ritardo nei pagamenti non costituisce una semplice irregolarità, ma un vero e proprio inadempimento. L’amministrazione può essere chiamata a rispondere anche sotto il profilo contabile, in quanto il maggior esborso derivante da interessi e rivalutazione grava sulle casse pubbliche, con possibile danno erariale. La Corte dei Conti ha più volte sottolineato questa responsabilità.
Il proprietario che subisce un ritardo nei pagamenti può attivarsi con diversi strumenti:
È quindi fondamentale non rimanere inerti e attivarsi per recuperare quanto spettante, valutando la strategia con un esperto tramite un colloquio telefonico gratuito.
I tribunali hanno ribadito costantemente che il pagamento tardivo dell’indennità accettata dà luogo all’obbligo di riconoscere interessi e rivalutazione. Tra le pronunce più significative:
La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha più volte condannato l’Italia per ritardi nei pagamenti delle indennità di esproprio. Secondo la Corte, il mancato riconoscimento tempestivo della giusta indennità costituisce una violazione dell’art. 1 del Protocollo n. 1, che tutela il diritto di proprietà. Per questo i giudici nazionali sono tenuti a garantire il pieno ristoro degli espropriati.
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