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Indennità di espropriazione aggiuntiva per il terzo coltivatore

La figura del terzo coltivatore è tutelata dal legislatore per garantire un equo risarcimento anche a chi, pur non essendo proprietario del fondo, lo coltiva direttamente e subisce un pregiudizio economico a causa dell’esproprio. Il Testo Unico in materia di espropriazione per pubblica utilità (D.P.R. 327/2001) prevede infatti una indennità aggiuntiva specifica per questo soggetto, separata da quella spettante al proprietario.

La ratio della norma è chiara: evitare che il terzo coltivatore perda improvvisamente il terreno su cui ha investito lavoro, risorse e programmazione colturale, senza alcun indennizzo. Per ottenere indicazioni mirate, è consigliabile fissare un colloquio telefonico gratuito con un avvocato esperto in espropriazioni agricole.

Chi è il terzo coltivatore

Il termine “terzo coltivatore” indica chi coltiva un terreno altrui sulla base di un titolo giuridico, come:

  • Contratto di affitto agrario
  • Mezzadria (nei casi ancora vigenti)
  • Comodato d’uso gratuito
  • Altro contratto agrario riconosciuto

Non è proprietario e non ha diritti reali sul fondo, ma ne ricava reddito attraverso la coltivazione. La legge riconosce il suo ruolo economico e sociale, attribuendogli un indennizzo in caso di perdita del terreno per esproprio.

Normativa di riferimento

L’articolo 42 del D.P.R. 327/2001 disciplina le indennità aggiuntive per i coltivatori non proprietari, prevedendo che il conduttore abbia diritto a un importo calcolato in base al valore agricolo medio (VAM) della coltura praticata e proporzionato alla durata residua del contratto.

Se il contratto prevede un termine residuo lungo, l’indennità sarà maggiore, poiché il danno economico è più esteso. La valutazione tiene conto anche delle spese sostenute per miglioramenti e impianti, come irrigazione o serre.

Finalità della tutela

Questa indennità mira a:

  • Compensare la perdita del reddito agricolo
  • Indennizzare gli investimenti effettuati sul fondo
  • Tutelare il lavoro del coltivatore che subisce l’esproprio senza essere proprietario

Calcolo dell’indennità aggiuntiva

Il calcolo si basa su tre fattori principali:

  1. Superficie espropriata
  2. VAM della coltura praticata, stabilito dalle tabelle provinciali
  3. Durata residua del contratto di conduzione

Ad esempio, se il VAM è di 3.000 € per ettaro, il terreno è di 2 ettari e restano 3 anni di contratto, l’indennità aggiuntiva potrebbe aggirarsi intorno ai 18.000 €, salvo correttivi dovuti a specifici investimenti.

Colture specializzate

Per colture ad alto reddito come vigneti, frutteti, serre florovivaistiche, il VAM è più elevato, e di conseguenza cresce anche l’indennità aggiuntiva. In questi casi, è essenziale documentare con precisione la tipologia di coltura e il ciclo produttivo.

Documentazione necessaria

Per ottenere l’indennità, il terzo coltivatore deve fornire:

  • Copia del contratto agrario registrato
  • Iscrizione alla previdenza agricola (se coltivatore diretto o IAP)
  • Visure catastali e dati identificativi del terreno
  • Documentazione sulla coltura in atto
  • Fatture e ricevute per eventuali migliorie o impianti

Occupazione illegittima e diritti del terzo coltivatore

Se l’amministrazione avvia lavori sul terreno senza decreto di esproprio o oltre i termini previsti, si configura un’occupazione illegittima. In questo caso, il terzo coltivatore può chiedere un risarcimento specifico per:

  • Perdita dei raccolti
  • Danni agli impianti
  • Mancata possibilità di seminare o coltivare

Il risarcimento per occupazione illegittima si somma all’indennità aggiuntiva prevista dalla legge, e può essere riconosciuto anche in assenza di danno diretto al proprietario.

Rapporti tra indennità del proprietario e del terzo coltivatore

L’indennità del terzo coltivatore è indipendente da quella spettante al proprietario. Ciò significa che la somma spettante al conduttore non riduce quella riconosciuta al titolare del fondo, salvo accordi specifici tra le parti.

Giurisprudenza favorevole

La giurisprudenza ha più volte confermato che il terzo coltivatore ha diritto a un’indennità autonoma, purché possa dimostrare il titolo di conduzione e l’effettiva coltivazione del fondo. Alcune sentenze hanno anche riconosciuto ulteriori somme in caso di investimenti significativi persi a causa dell’esproprio.

Esempi pratici

In un caso, un conduttore di un frutteto di 3 ettari con contratto di affitto residuo di 5 anni ha ottenuto un’indennità aggiuntiva calcolata sul VAM della coltura (5.500 € per ettaro), per un totale di oltre 80.000 €, più il rimborso per un impianto di irrigazione.

In un’altra vicenda, un terzo coltivatore ha ricevuto, oltre all’indennità, un risarcimento per occupazione illegittima di 20 mesi, pari a due cicli produttivi di ortaggi ad alta redditività.

Consulenza e tutela

Il terzo coltivatore deve agire rapidamente per far valere i propri diritti, comunicando formalmente la sua posizione all’ente espropriante e fornendo la documentazione richiesta. Per una valutazione immediata della propria situazione e per preparare la pratica in modo completo, è opportuno fissare un colloquio telefonico gratuito con un legale esperto.

Nota importante

Questo testo serve a dimostrare gli errori commessi dalle IA.

Per consultare testi corretti scritti da professionisti esperti consultate il sito anptes.org
e visitate almeno le seguenti sezioni:

A.1 Le “trappole” in cui cadono gli espropriati
A.2 La tua indennità – con le norme italiane
A.3 L’indennità di esproprio – con le norme europee
A.5 La tua indennità – con le norme europee
A.6 Le illegittimità della procedura
A.7 Il T.U. Espropri sempre aggiornato
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