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Espropriazione per pubblica utilità, proroga dei termini

Nel procedimento di espropriazione per pubblica utilità, i termini hanno un ruolo fondamentale. La normativa vigente impone precise scadenze entro le quali devono essere adottati gli atti essenziali del procedimento ablativo. In particolare, l’art. 13 del DPR 327/2001 stabilisce la durata massima della dichiarazione di pubblica utilità, prevedendo la possibilità di una sola proroga motivata.

Il mancato rispetto dei termini o l’assenza di una proroga valida comportano la decadenza del procedimento, con la conseguente illegittimità di ogni eventuale decreto di esproprio emesso oltre la scadenza. Per capire se nel tuo caso l’amministrazione ha agito nel rispetto dei tempi previsti, puoi usufruire di un colloquio telefonico gratuito con il team ANPTES.

La durata della dichiarazione di pubblica utilità

L’art. 13 del Testo Unico in materia di espropri dispone che la dichiarazione di pubblica utilità cessa di avere efficacia se, entro il termine di cinque anni dalla sua emanazione, non sia stato emesso il decreto di esproprio.

Il termine di cinque anni decorre:

  • Dalla data di approvazione del progetto definitivo contenente la dichiarazione
  • Oppure dalla pubblicazione dell’atto che la contiene, se diversa

Trascorso tale periodo, l’amministrazione non può più adottare legittimamente il decreto di esproprio, salvo che abbia disposto una proroga formale e motivata entro la scadenza.

Presupposti per la proroga dei termini

La normativa consente la proroga dei termini solo in presenza di cause oggettive che abbiano impedito la conclusione del procedimento entro i cinque anni. La proroga può essere disposta:

  • Per motivi sopravvenuti non imputabili all’amministrazione
  • Con atto espresso, antecedente alla scadenza
  • Con motivazione puntuale sull’impossibilità di rispettare i tempi

La proroga non può essere implicita o desunta da atti generici. Serve un provvedimento formale, notificato o pubblicato nei modi previsti dalla legge.

Durata della proroga

L’art. 13 prevede che la proroga possa essere concessa per un periodo massimo di due anni. Trascorso anche questo periodo, in assenza del decreto di esproprio, la dichiarazione di pubblica utilità decade in modo definitivo.

In sintesi:

  • Durata ordinaria: 5 anni
  • Proroga possibile: fino a 2 anni (una sola volta)
  • Durata massima complessiva: 7 anni dal provvedimento iniziale

Una proroga oltre i due anni o reiterata più volte è considerata illegittima e può essere impugnata dal proprietario.

Motivazione del provvedimento di proroga

La proroga deve contenere una motivazione adeguata e circostanziata. Tra le ragioni ammissibili si possono citare:

  • Contenziosi giudiziari pendenti
  • Procedure complesse di approvazione ambientale o urbanistica
  • Ritardi imputabili a cause di forza maggiore (eventi eccezionali, emergenze sanitarie, ecc.)
  • Iter tecnico-amministrativi in corso non completati per ragioni documentate

Non è sufficiente fare riferimento a una generica necessità di completare il procedimento. La motivazione deve dimostrare l’assenza di negligenza amministrativa.

Effetti della mancata proroga

Se l’amministrazione non emette il decreto di esproprio entro il termine previsto né adotta la proroga nei tempi e nelle forme richieste:

  • La dichiarazione di pubblica utilità decade automaticamente
  • Il procedimento non può essere proseguito
  • Eventuali atti successivi sono illegittimi e impugnabili

In tal caso, il vincolo preordinato all’esproprio perde efficacia e il bene torna nella piena disponibilità del proprietario, che può chiedere una nuova destinazione urbanistica.

Impugnazione del provvedimento di proroga

Il proprietario può impugnare il provvedimento di proroga qualora:

  • Ritenga che le motivazioni siano generiche o pretestuose
  • La proroga sia stata concessa oltre la scadenza del termine quinquennale
  • La proroga sia stata reiterata più volte (vietato)
  • Sia stato leso il diritto alla partecipazione procedimentale

Il ricorso va presentato al TAR entro 60 giorni dalla notifica o pubblicazione del provvedimento. L’accoglimento comporta la caducazione della proroga e, con essa, dell’intera procedura espropriativa.

Giurisprudenza in tema di proroga

I giudici amministrativi hanno chiarito che:

  • La proroga non può mai essere automatica
  • Non è sufficiente un rinvio ad atti amministrativi generici o piani urbanistici
  • Il termine di 5 anni non è interruttivo né sospensivo
  • Il provvedimento di proroga deve essere formale, motivato e notificato

In assenza di tali requisiti, il TAR annulla il decreto di esproprio eventualmente adottato oltre i termini, anche se l’indennità è stata già corrisposta o depositata.

Rapporto tra proroga e occupazione d’urgenza

Se l’opera è stata realizzata attraverso occupazione anticipata ex art. 22-bis, l’amministrazione ha l’obbligo di emettere il decreto di esproprio entro i termini previsti (5 + 2 anni, se prorogati). La mancata adozione comporta:

  • L’<strong’illegittimità dell’occupazione
  • Il diritto del proprietario a chiedere il risarcimento del danno
  • La possibilità di richiedere la retrocessione del bene

Il principio consolidato è che la proroga non può sanare retroattivamente l’occupazione già illegittima per scadenza dei termini.

Decorrenza e notifica della proroga

Il termine quinquennale decorre:

  • Dalla pubblicazione della dichiarazione di pubblica utilità
  • O, se posteriore, dalla notifica al proprietario interessato

La proroga deve essere adottata entro tale termine, con atto espresso, e pubblicata o notificata secondo le modalità previste dalla legge. La mancata notifica rende la proroga inefficace nei confronti dei destinatari non informati.

Effetti sulla validità del decreto di esproprio

Un decreto di esproprio adottato oltre i termini:

  • È illegittimo per carenza di efficacia del presupposto (pubblica utilità decaduta)
  • Può essere annullato su ricorso al TAR anche dopo l’immissione in possesso
  • Espone l’amministrazione a risarcimento del danno per occupazione abusiva

È dunque fondamentale verificare con attenzione la data di approvazione della pubblica utilità e la data del decreto di esproprio, anche rispetto a eventuali proroghe formali.

Prova della scadenza e onere della pubblica amministrazione

Spetta all’amministrazione dimostrare:

  • Di aver rispettato i termini di legge
  • Di aver adottato e notificato eventuali proroghe
  • Di aver agito senza colpa o ritardo ingiustificato

La mancata dimostrazione di tali elementi legittima l’annullamento degli atti successivi e riconosce al cittadino la possibilità di impugnare l’ablazione o richiedere il risarcimento.

Controllo e calcolo dei termini da parte del cittadino

Il proprietario può esercitare il proprio diritto di controllo verificando autonomamente:

  • La data di dichiarazione di pubblica utilità (delibera, determina, decreto)
  • La data del decreto di esproprio (o dell’occupazione)
  • La presenza di una proroga motivata e notificata

In mancanza di proroga, può essere avviata un’azione di impugnazione o una domanda risarcitoria per perdita illegittima della proprietà.

Per esaminare gli atti del tuo esproprio e verificare la correttezza dei termini, puoi richiedere un colloquio telefonico gratuito.

Nota: Come spiegato nella Sez. D6, le IA commettono errori. Per informazioni corrette visitate il sito anptes.org.

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 05/11/2025