TERZA SEZIONE
CAUSA CAMERA DI COMMERCIO, DELL’ INDUSTRIA E DELL’ AGRICOLTURA DI TIMIŞOARA C. ROMANIA (NO 1)
( Richieste numeri13248/05, 13321/05, 23462/05, 23471/05, 23475/05, 23482/05, 23490/05, 23493/05, 23496/05, 23501/05, 23504/05, 23517/05)
SENTENZA
STRASBURGO
16 luglio 2009
Questa sentenza diventerà definitiva nelle condizioni definite all'articolo 44 § 2 della Convenzione. Può subire dei ritocchi di forma.
Nella causa Camera di Commercio, dell’ industria e dell’ agricoltura di Timişoara c. Romania (no 1),
La Corte europea dei diritti dell'uomo, terza sezione, riunendosi in una camera composta da:
Josep Casadevall, presidente, Corneliu Bîrsan, Boštjan il Sig. Zupan�i�, Egbert Myjer, Ineta Ziemele, Luccichi López Guerra, Ann Power, giudici,
e da Santiago Quesada, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 23 giugno 2009,
Rende la sentenza che ha adottato in questa data:
PROCEDIMENTO
1. All'origine della causa si trovano le richieste numeri 13248/05, 13321/05, 23462/05, 23471/05, 23475/05, 23482/05, 23490/05, 23493/05, 23496/05, 23501/05, 23504/05 e 23517/05 dirette contro la Romania e di cui una persona giuridica di questo Stato, il C. d. C., dell’ I. e dell’ a. d. T. ("il richiedente"), ha investito la Corte rispettivamente il 15 marzo, il 25 marzo, il 29 marzo, il 13 aprile, il 4 maggio, il 13 maggio e il 20 maggio 2005, in virtù dell'articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ("la Convenzione").
2. Il richiedente è rappresentato da F. P., avvocato a Timişoara. Il governo rumeno ("il Governo") è rappresentato dal suo agente, il Sig. Răzvan-Horaţiu Radu, del ministero delle Cause estere.
3. Il 27 febbraio 2006, il presidente della terza sezione ha deciso di comunicare le richieste al Governo. Come permesso dall'articolo 29 § 3 della Convenzione, è stato deciso inoltre che sarebbero stati esaminati l'ammissibilità ed il merito delle cause allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. Il richiedente è una persona giuridica rumena che ha la sua sede a Timişoara.
5. Nel 1949, in virtù del decreto no 74/1949, lo stato annullò le camere di commercio territoriali e prese possesso del loro patrimonio.
6. Il richiedente è il successore legale della camera di commercio e dell’ industria di Timişoara, annullata dal decreto precitato.
7. In una data non-precisata, il municipio di TimiÅŸoara, tramite imprese di stato, gerenti dei beni immobiliari dello stato, vendette gli appartamenti agli inquilini che occupavano i beni immobili appartenuti un tempo al richiedente, in applicazione delle disposizioni della legge no 85/1992, come modificata dalla legge no 79/1997, sulla vendita degli alloggi e degli spazi commerciali costruiti a partire dai fondi dello stato o delle imprese di stato.
8 il richiedente introdusse dinnanzi ai tribunali delle azioni per constatazione della nullità delle vendite operate a profitto di terzi acquirenti. Sosteneva che gli immobili non erano stati creati a partire dai fondi dello stato e che non potevano, per questo fatto, essere oggetto di vendite in applicazione della legge no 85/1992, essendo così gli acquirenti in malafede.
9. Con le sentenze definitive rese in date differenti (vedere allegato), la corte di appello di Timişoara, constatando che il richiedente era il successore legale della vecchia camera di commercio, proprietario degli immobili, giudicò che l'appropriazione, da parte dello stato, di questi immobili era stata illegale ed aveva concluso alla mancanza di un titolo valido dello stato sui beni controversi. Tuttavia, in virtù dell'articolo 46 della legge no 10/2001, respinse l’istanza di constatazione della nullità dei contratti di vendita stimando che le vendite erano state fatte conformemente alle disposizioni della legge no 85/1992 e che gli acquirenti erano stati in buona fede.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
10. Le disposizioni legali applicabili sono descritte nelle sentenze Străin ed altri c. Romania (no 57001/00, CEDH 2005-VII, §§ 19-26, Păduraru c. Romania (no 63252/00, §§ 38-53, 1 dicembre 2005); Tudor c. Romania, (no 29035/05, §§ 15–20, 11 dicembre 2007) e Viaşu c. Romania, (no 75951/01, § 37-46, 9 dicembre 2008).
11. Le camere di commercio e dell’ industria dipartimentali, così come la camera nazionale, sono state instaurate dal decreto-legge no 139/1990 dell’ 11 maggio 1990 sulle camere di commercio e dell’industria. Al momento, il funzionamento delle camere dipartimentali di commercio e dell’industria così come della camera nazionale è regolato dalla legge no 335/2007 sulle camere di commercio in Romania, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 6 dicembre 2007 ed entrata in vigore il 9 dicembre 2007 il cui articolo 1 § 1 è formulato come segue:
"Le camere di commercio sono delle organizzazioni autonome, non-governative, apolitiche, senza scopo patrimoniale, con personalità giuridica, create per rappresentare, difendere ed appoggiare gli interessi dei loro membri e della comunità d’affari nei loro rapporti con le autorità pubbliche e gli organismi del paese e dell'estero
L'articolo 21 della legge precitata contempla che le risorse delle camere dipartimentali si costituiscano delle quote dei loro membri, degli onorari, delle commissioni, delle sovvenzioni, delle donazioni, dell’eredità e di altri redditi ottenuti nella cornice di attività legali e contemplate dagli statuti delle camere di commercio.
IN DIRITTO
IN DIRITTO
I. UNIONE DELLE RICHIESTE
12. La Corte constata che le richieste sono simili per ciò che riguarda i motivi di appello sollevati ed i problemi di fondo che pongono. Perciò, giudica appropriato, in applicazione dell'articolo 42 § 1 del suo ordinamento, unire le richieste.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL'ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 ALLA CONVENZIONE
13. Il richiedente adduce che l'impossibilità di ricuperare la proprietà dei suoi appartamenti venduti dallo stato ha recato offesa al suo diritto al rispetto dei suoi beni, come riconosciuto dall'articolo 1 del Protocollo no 1 in questi termini:
"Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può essere privato della sua proprietà se non a causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l'uso dei beni conformemente all'interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. "
A. Sull'ammissibilitÃ
14. Sebbene il Governo convenuto non abbia fornito a questo riguardo nessuna osservazione, la Corte stima necessario esaminare d’ufficio, prima di tutto, se il richiedente gode del diritto di presentare una richiesta in virtù dell'articolo 34 della Convenzione.
15. Per fare questo, applicherà i criteri stabiliti nella sua giurisprudenza (vedere Radio Francia c. Francia, (dec.), no53984/00, § 26) e inizierà perciò a ricercare se, secondo il suo statuto giuridico, le prerogative accordate da questo statuto, la natura dell'attività che esercita, il contesto in cui si iscrive questa, la camera di commercio può passare per una "organizzazione non governativa" ai sensi dell'articolo 34 della Convenzione. La Corte deve ricercare anche a questo fine se dispone di un'autonomia completa rispetto allo stato (vedere, mutatis mutandis I santi monasteri c. Grecia, 9 dicembre 1994, § 49, serie A no 301-a).
A questo riguardo, la Corte nota che l'articolo 1 § 1 della legge no 335/2007 qualifica le camere di commercio come organizzazioni autonome, non-governative, apolitiche le cui risorse sono costituite interamente delle quote dei loro membri, dagli onorari, dalle commissioni, sovvenzioni, donazioni, eredità ed altri redditi ottenuti nella cornice delle attività legali e contemplate dagli statuti delle camere di commercio (vedere sopra § 11).
Le camere dipartimentali, come la camera nazionale, non esercitano prerogative di potere pubblico e non si trovano collocate sotto la tutela dello stato.
I loro obiettivi e le loro attività mirano a sostenere e sviluppare le attività di commercianti, persone fisiche e giuridiche, e non sono di natura tale da farle sistemare tra le organizzazioni governative che perseguono degli obiettivi di amministrazione pubblica (vedere, mutatis mutandis I santi monasteri, precitata, § 49).
16. C'è luogo dunque di considerare la camera di commercio come una "organizzazione non governativa" ai sensi dell'articolo 34 della Convenzione che non dipende dalla categoria delle autorità pubbliche che esercitano delle prerogative di potere pubblico. Quindi, la Corte giudica che il richiedente gode del diritto di presentare una richiesta in virtù dell'articolo 34 della Convenzione.
17. La Corte constata peraltro che il motivo di appello non è manifestamente malfondato ai sensi dell'articolo 35 § 3 della Convenzione. Rileva inoltre che non incontra nessuno altro motivo di inammissibilità . Conviene dichiararlo ammissibile dunque.
B. Sul merito
18. Il Governo reitera i suoi argomenti presentati nelle cause simili anteriori (vedere, tra altre, Cîrstoiu c. Romania, no 22281/05, § 22, 4 marzo 2008, Episcopia Română Unită cu Roma Oradea c. Romania, no 26879/02, §§ 24-25, 7 febbraio 2008).
19. Il richiedente considera che solo una restituzione in natura degli immobili potrebbe ovviare all'ingerenza addotta. Confuta la possibilità di ottenere dei titoli di partecipazione nell'organismo collettivo di valori mobiliari (Proprietatea).
20. La Corte ha trattato a più riprese cause che sollevavano delle questioni simili a quelle del caso specifico e ha constatato la violazione dell'articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione (vedere le cause sopraccitate, in particolare Străin precitata, §§ 39, 43 e 59, e Porteanu c. Romania, no 4596/03, §§ 32-35, 16 febbraio 2006).
21. Dopo avere esaminato tutti gli elementi che le sono stati sottoposti, la Corte considera che il Governo non ha esposto nessuno fatto né argomento da poter condurre ad una conclusione differente nel caso presente. La Corte riafferma in particolare che, la vendita da parte dello stato del bene altrui ai terzi in buona fede, anche quando è anteriore alla conferma definitiva in giustizia del diritto di proprietà dell'altro, si analizza in una privazione di bene. Tale privazione, combinata con la mancanza totale di indennizzo, è contraria all'articolo 1 del Protocollo no 1 (Vodă e Bob c. Romania, no 7976/02, § 23, 7 febbraio 2008).
22. La Corte ricorda che all'epoca dei fatti non c'era in dritto interno aluna via di ricorso efficace suscettibile di offrire al richiedente un indennizzo per questa privazione (Străin, precitata, §§ 23, 26–27, 55–56; Porteanu, precitata, §§ 23–24 e 34–35).
23. Per di più, osserva che ad oggi, il Governo non ha dimostrato che il sistema di indennizzo messo in posto con la legge no 247/2005 permetterebbe ai beneficiari di questa legge di godere, secondo un procedimento ed un calendario prevedibile, di un'indennità in rapporto col valore venale dei beni di cui sono stati privati (vedere tra altre Reichardt c. Romania, no 6111/04, § 26, 13 novembre 2008).
24. Questa conclusione non pregiudica ogni evoluzione positiva che potrebbero conoscere in futuro i meccanismi di finanziamento previsti da questa legge speciale in vista di indennizzare le persone che, come il richiedente, si sono visti riconoscere la qualità di proprietari, con una decisione giudiziale definitiva.
25. Tenuto conto della sua giurisprudenza in materia la Corte stima, che nello specifico, il collocamento in fallimento del diritto di proprietà del richiedente sui suoi beni, combinato con la mancanza totale di indennizzo, gli ha fatto subire un carico sproporzionato ed eccessivo, incompatibile col diritto al rispetto dei beni garantito dall'articolo 1 del Protocollo no 1.
Pertanto, c'è stata nella specifico violazione di questa disposizione.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL'ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE
26. Il richiedente adduce che le sentenze della corte di appello di Timişoara hanno ignorato il suo diritto ad un processo equo come garantito dall'articolo 6 della Convenzione che è formulato così:
"Ogni persona ha diritto affinché la sua causa sia equamente sentita da un tribunale che deciderà delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile "
27. Tenuto conto dell'insieme degli elementi in suo possesso, e nella misura in cui è competente per conoscere delle affermazioni formulate, la Corte non ha rilevato nessuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà garantiti dalla Convenzione o dai suoi Protocolli.
28. Ne segue che questa parte della richiesta è manifestamente mal fondata e deve essere respinta in applicazione dell'articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
IV. SULL'APPLICAZIONE DELL'ARTICOLO 46 DELLA CONVENZIONE
29. L'articolo 46 della Convenzione dispone:
"1. Le Alte Parti contraenti si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive della Corte nelle controversie ai quali sono parti.
2. La sentenza definitiva della Corte è trasmessa al Comitato dei Ministri che ne sorveglia l'esecuzione. "
30. La conclusione di violazione dell'articolo 1 del Protocollo no 1 rivela un problema su grande scala che risulta dalla difettosità della legislazione sulla restituzione degli immobili statalizzati che sono stati venduti dallo stato a terzi. Quindi, la Corte stima che lo stato deve pianificare il procedimento messo in opera dalle leggi di risarcimento al più presto, attualmente le leggi numeri 10/2001 e 247/2005, così che diventi realmente coerente, accessibile, veloce e prevedibile (vedere anche, mutatis mutandis, Viaşu, precitata, §§ 82-83; Faimblat c. Romania, no 23066/02, §§ 53-54, 13 gennaio 2009; Katz c. Romania, no 29739/03, §§ 35-36, 20 gennaio 2009, non ancora definitive).
V. SULL'APPLICAZIONE DELL'ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
31. Ai termini dell'articolo 41 della Convenzione,
"Se la Corte dichiara che c'è stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell'Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c'è luogo, una soddisfazione equa. "
A. Danno
32. Il richiedente insiste sulla restituzione in natura degli appartamenti controversi ubicati a Timişoara o sulla concessione in scambio di questi appartamenti di un terreno di una superficie di 13 022 m² su cui ha edificato un Centro Regionale d’Affari.
A difetto di tale restituzione, chiede il valore commerciale degli appartamenti il cui importo è stabilito dai rapporti di perizia:
- 83 200 EUR per l'appartamento no 26A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 142 200 EUR per l'appartamento no 16 ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 182 800 EUR per l'appartamento no 18, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 124 200 EUR per l'appartamento no 7, ubicò 1 via Medicinei;
- 117 100 EUR per l'appartamento no 14C, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 186 200 EUR per l'appartamento no 22, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 116 300 EUR per l'appartamento no 13, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 70 100 EUR per l'appartamento no 25, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 81 700 EUR per l'appartamento no 14B, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 153 600 EUR per l'appartamento no 22A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 75 200 EUR per l'appartamento no 20A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 117 400 EUR per l'appartamento no 24, ubicato al 3, Piaţa Victoriei.
33. Il Governo sottopone delle perizie stabilite nel maggio 2007 che valutano il valore degli appartamenti in controversia ai seguenti ammontati:
- 38 052,53 EUR per l'appartamento no 26A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 65 051,66 EUR per l'appartamento no 16 ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 88 244,67 EUR per l'appartamento no 18, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 89 713,11 EUR per l'appartamento no 7, ubicò 1 via Medicinei;
- 53 555,09 EUR per l'appartamento no 14C, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 89 869,66 EUR per l'appartamento no 22, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 53 190,11 EUR per l'appartamento no 13, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 32 047,89 EUR per l'appartamento no 25, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 37 348,65 EUR per l'appartamento no 14B, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,
- 74 158,54 EUR per l'appartamento no 22A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 34 385,44 EUR per l'appartamento no 20A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 53 711, EUR per l'appartamento no 24, ubicato al 3, Piaţa Victoriei.
34. La Corte ricorda che una sentenza che constata una violazione provoca per lo stato convenuto l'obbligo di mettere un termine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ristabilire tanto quanto si può fare la situazione anteriore a questa (Iatridis c. Grecia (soddisfazione equa) [GC], no 31107/96, § 32, CEDH 2000-XI).
35. La Corte stima, nelle circostanze dello specifico, che la restituzione dei beni controversi porrebbe per quanto possibile il richiedente in una situazione equivalente a quella dove si troverebbe se le esigenze dell'articolo 1 del Protocollo no 1 non fossero state ignorate.
36. A difetto per lo stato convenuto di procedere a simile restituzione, la Corte decide che dovrà versare al richiedente, per danno materiale, una somma corrispondente al valore dei beni di cui è stata privata.
37. Trattandosi del calcolo dell'importo corrispondente al valore dei beni, tenuto conto delle informazione fornite dalle parti e deliberando in equità , la Corte stima che conviene assegnare al richiedente a titolo del danno materiale subito la somma indicata qui di seguito nel dispositivo.
38. La Corte osserva, peraltro, che le pretese valutate che concernono tanto il danno morale che gli oneri e spese non sono stati sottoposti nel termine assegnato a questo effetto. Non vi è dunque luogo di concedere alcuna indennità a questo titolo (vedere, tra altre, Mancini c. Italia, no 44955/98, § 29, CEDH 2001-IX; Willekens c. Belgio, no 50859/99, § 27, 24 aprile 2003; Fadıl Yılmaz c. Turchia, no 28171/02, § 27, 21 luglio 2005).
B. Oneri e spese
39. Il richiedente non ha presentato i giustificativi necessari nel termine assegnato (vedere sopra).
C. Interessi moratori
40. La Corte giudica appropriato ricalcare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilità di prestito marginale della Banca centrale europea aumentato di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL'UNANIMITÀ,
1. Decide di unire le richieste;
2. Dichiara le richieste ammissibili in quanto al motivo di appello derivato dall'articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione ed inammissibili per il surplus;
3. Stabilisce che c'è stata violazione dell'articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione;
4. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve restituire al richiedente gli appartamenti no 13, 14B, 14C, 16, 18, 20A, 22, 22A, 24, 25 e 26A ubicati al no 3, Piaţa Victoriei a Timişoara, così come l ' appartamento no 7 ubicato al no 1 via Medicinei nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sarà diventata definitiva conformemente all'articolo 44 § 2 della Convenzione;
b) che in mancanza di tale restituzione, lo stato convenuto deve versare al richiedente, a titolo del danno materiale, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sarà diventata definitiva conformemente all'articolo 44 § 2 della Convenzione, le seguenti somme da convertire nella moneta dello stato convenuto al tasso applicabile in data dell'ordinamento:
- 63 500 EUR per l'appartamento no 26 A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 108 500 EUR per l'appartamento no 16 ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 147 200 EUR per l'appartamento no 18, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 93 100 EUR per l'appartamento no 7, ubicò 1 via Medicinei;
- 89 400 EUR per l'appartamento no 14 C, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 150 000 EUR per l'appartamento no 22, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 88 800 per l'appartamento no 13, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 53 400 EUR per l'appartamento no 25, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 62 300 EUR per l'appartamento no 14 B, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 123 700 EUR per l'appartamento no 22 A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 57 400 EUR per l'appartamento no 20 A, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
- 89 600 EUR per l'appartamento no 24, ubicato al 3, Piaţa Victoriei,;
c) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilità di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale;
5. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 16 luglio 2009, in applicazione dell'articolo 77 §§ 2 e 3 dell'ordinamento.
Santiago Quesada Josep Casadevall
Cancelliere Presidente
ALLEGATO
No di richiesta Indirizzo e no dell'appartamento Superficie dell'appartamento in m² Data della sentenza definitiva della corte di appello di Timişoara
13248/05 3, Piaţa Victoriei, no 26A, 43,79 17 settembre 2004
13321/05 3, Piaţa Victoriei, no 16, 74,86 28 settembre 2004
23462/05 3, Piaţa Victoriei, no 18, 101,55 23 novembre 2004
23471/05 1 via Medicinei, no 7, 103,47 22 novembre 2004
23475/05 3, Piaţa Victoriei, no 14C, 61,63 13 ottobre 2004
23482/05 3, Piaţa Victoriei, no 22, 103,42 17 novembre 2004
23490/05 3, Piaþa Victoriei, no 13, 61,21 4 novembre 2004
23493/05 3, Piaţa Victoriei, no 25, 36,88 2 novembre 2004
23496/05 3, Piaţa Victoriei, no 14B, 42,98 2 novembre 2004
23501/05 3, Piaţa Victoriei, no 22A, 85,34 2 novembre 2004
23504/05 3, Piaţa Victoriei, no 20A, 39,57 4 novembre 2004
23517/05 3, Piaţa Victoriei, no 24, 61,81 1 novembre 2004