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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

prova

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli:
Numero: 225
Stato: Italia
Data: 2002-10-10 00:00:00
Organo: Grande Camera
Testo Originale

TERZA SEZIONE
PROCEDIMENTO FENDI E SPERONI C. ITALIA
(Richiesta n. 37338/03)
SENTENZA
STRASBURGO
5 ottobre 2006

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della convenzione. Pu? subire modifiche di forma.
Nell’affare Fendi e Speroni c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (terza sezione), che si riunisce in una camera composta da:
Sigg. B.M. ZUPANCIC, presidente, J. HEDIGAN, C. BIRSAN, V. ZAGREBELSKY, la signora A. GYULUMYAN, il sig. E. MYJER, la signora I. ZIEMELE, giudici, e della signora F. ARACI, greffi?re aggiunta di sezione,Dopo averne deliberato in camera del consiglio il 14 settembre 2006, Pronuncia la sentenza che ecco, adottato a questa data:

PROCEDURA
1. All’origine dell’affare si trova una richiesta (n. 37338/03) diretta contro la repubblica italiana e di cui due cittadini di questo Stato, il sig. Candido Speroni e la signora Carla Fendi (?i ricorrenti?), hanno investito la Corte il 25 novembre 2003 ai sensi dell’articolo 34 della convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (?la convenzione?).
2. I ricorrenti sono rappresentati da miei G. Lavitola ed A. Zerboni, avvocati a Roma. Il governo italiano (?il governo?) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I. il sig. Braguglia, e con il suo coagent, il sig. F. Crisafulli.
3. Il 10 novembre 2005, la Corte (terza sezione) ha dichiarato la richiesta parzialmente inammissibile ed ha deciso di comunicare le obiezioni tratte degli articoli 1 del protocollo n. 1 e 6 ? 1 della convenzione al governo. Facendo valere l’articolo 29 ? 3 della convenzione, ha deciso che sarebbero esaminati allo stesso tempo l’ammissibilit? ed il buon fondamento dell’affare.
IN REALT?
I. LE CIRCOSTANZE DELLA SPECIE
4. I ricorrenti sono nati rispettivamente nel 1930 e 1937 e residente a Roma.
5. I ricorrenti erano proprietari con due terzi (?i terzi?) di un terreno constructible di 3.526 metri quadrati sis a Roma e registrato al catasto, strato 232, lotti 319 e 320.
6. Con un decreto del 4 agosto 1982, il consiglio provinciale di Roma approv? il progetto di costruzione di una scuola sul campo dei ricorrenti e dei terzi.
7. Con un decreto del 14 ottobre 1982, il consiglio provinciale di Roma autorizz? l’occupazione di emergenza di questo terreno in previsione della sua espropriazione, per procedere alla costruzione della scuola.
8. Il 9 novembre 1982, l’amministrazione provinciale proced? all’occupazione materiale del terreno ed inizi? i lavori di costruzione.
9. Con un atto d’incarico notificato il 2 dicembre 1988, i ricorrenti introdussero un’azione in danni e interessi nei confronti dell’amministrazione provinciale dinanzi al tribunale di Roma. Facevano valere che l’occupazione del terreno era illegale poich? questa era continuata oltre al periodo autorizzato, senza che si procedesse all’espropriazione formale ed al pagamento di un’indennit?. Chiedevano una compensazione per la perdita del terreno, come pure un’indennit? d’occupazione.
10. Nel frattempo, con un atto d’incarico notificato il 17 novembre 1988, i terzi avevano introdotto dinanzi al tribunale di Roma un’azione avente lo stesso oggetto di quella introdotta dai ricorrenti.
11. Ad una data non precisata, il tribunale riunisce le due procedure.
12. Con un giudizio depositato all’innesto il 13 novembre 1993, il tribunale di Roma ritenne che il termine d’occupazione autorizzata aveva preso fine il 20 luglio 1984 e che a partire da questa data i ricorrenti ed essendo i terzi dovevano essere considerati come privati del loro terreno dall’effetto della costruzione del lavoro pubblico, ai sensi del principio dell’espropriazione indiretta.
13. Alla luce di queste considerazioni, il tribunale condann? l’amministrazione provinciale a versare ai ricorrenti ed ai terzi la somma di 3.369.164 760 itl, che corrisponde al valore mercantile del bene rivalutato al giorno della pronunzia ed alla compensazione per la perdita di valore di un terreno limitrofo che appartiene a questi. Inoltre, respinse la domanda che tende al pagamento di un’indennit? d’occupazione, poich? non era competente a questo proposito.
14. Con un atto notificato il 22 aprile 1994, l’amministrazione provinciale interjeta appello di questo giudizio dinanzi alla Corte d’appello di Roma. Chiedeva inizialmente l’applicazione al caso di specie della legge n. 662 del 1996, nel frattempo entrata in vigore e riducendo l’importo dell’indennit? dovuta per la perdita del terreno. Inoltre, faceva valere che il terreno controverso doveva passare per sottoposto ad una limitazione di costruire che deriva dall’esigenza di protezione del paesaggio (vincolo posto sui beni culturali ed ambientali) e che quindi il suo valore mercantile non poteva corrispondere a quella di un terreno constructible.
15. Con una sentenza depositata all’innesto il 31 luglio 2000, la Corte d’appello accolse l’appello, dichiarando che il valore mercantile del terreno controverso non poteva corrispondere a quella di un terreno constructible a causa dell’offerta alla suddetta limitazione di costruire e che l’indennit? dovuta ai ricorrenti ed ai terzi per la perdita del terreno doveva essere calcolata ai sensi della legge n. 662 del 1996, nel frattempo entrata in vigore. Alla luce di queste considerazioni, la Corte d’appello ridusse a 258.582.000 itl, pi? interessi a partire dal 1988, la somma dovuta ai ricorrenti ed ai terzi per la perdita del loro terreno e a titolo di compensazione per la perdita di valore del terreno limitrofo.
16. Con un ricorso notificato il 29 ottobre 2001, i ricorrenti ed i terzi si fornirono in cassazione, che sostengono in particolare che il valore mercantile del terreno controverso doveva corrispondere a quella di un terreno constructible nonostante l’offerta alla limitazione di costruire.
17. Con una sentenza depositata all’innesto il 29 maggio 2003, la Corte di cassazione accolse parzialmente l’appello, nella misura in cui decret? che il valore mercantile del terreno controverso non poteva corrispondere a quella di un terreno non constructible nonostante l’offerta alla limitazione di costruire. Alla luce di queste considerazioni, la Corte di cassazione rinvi? l’affare ad un’altra sezione della Corte d’appello di Roma.
18. Con un atto notificato il 6 luglio 2004, i ricorrenti assegnarono l’amministrazione provinciale dinanzi a quest’altra sezione della Corte d’appello di Roma.
19. Risulta dalla cartella che questa procedura ? sempre pendente dinanzi alla Corte d’appello di Roma.

II. IL DIRITTO E LA PRATICA NAZIONALI PERTINENTI
20. Il diritto nazionale pertinente si trova descritto nella sentenza Serrao c. Italia (n. 67198/01, 13 ottobre 2005).

IN DIRITTO

I. sulla VIOLAZIONE ADDOTTA dell’ARTICOLO 1 del PROTOCOLLO n. 1
21. I ricorrenti adducono essere stato privato del loro terreno in circostanze incompatibili con l’articolo 1 del protocollo n. 1, cos? formulato:
?Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? soltanto a causa d’utilit? pubblica ed alle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non pregiudicano il diritto che possiedono gli stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’impiego dei beni conformemente all’interesse generale o garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle ammende. ?

A. sull’ammissibilit?
22. Il governo solleva un’eccezione di non esaurimento dei mezzi di ricorso interno, che adduce che la procedura ? sempre pendente dinanzi alla Corte d’appello di Roma. A tale riguardo, sostiene che i ricorrenti non hanno ancora visto consolidarsi, con una decisione interna definitiva, il loro statuto ?di vittima? e che la Corte d’appello di Roma potrebbe concedere loro una compensazione integrale per la perdita del terreno.
23. I ricorrenti si oppongono alla tesi del governo.
24. La Corte ritiene, alla luce di tutte le argomentazioni delle parti, che quest’eccezione sia strettamente legata in fondo all’obiezione e decida di unirla in sotterraneo. Constata che l’obiezione non ? ovviamente male fondata ai sensi dell’articolo 35 ? 3 della convenzione. Rileva d’altra parte che quest’ultimo non si urta ad alcuna altra ragione d’irrecevibilit?. Occorre dunque dichiararlo ammissibile.
B. sul fondo
1. Tesi delle parti
a) Il governo
25. Di primo acchito, il governo riconosce che il presente affare non presenta aspetti particolari che la differenzierebbero degli affari d’espropriazione indiretta sui quali la Corte si ? recentemente pronunciata. Rinvia dunque alle argomentazioni gi? sottoposte alla Corte in materia d’espropriazione indiretta.
26. Inoltre, fa valere che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta costituirebbe un modo di regolamentare una situazione che deriva da un difetto di procedura che ha falsato l’espropriazione ed al seguito del quale l’azione dell’amministrazione ? diventata illegale.
27. Secondo il governo, tale regolamentazione di una situazione sorta di un atto illegale non romperebbe in modo ovvio il corretto equilibrio tra le varie esigenze in conflitto.
28. Infine, il governo rileva che nel presente affare le giurisdizioni interne hanno gi? dichiarato il trasferimento della propriet? del terreno ai sensi del principio dell’espropriazione indiretta, mentre in molte sentenze recenti (vedere, ad esempio, Colazzo c. Italia, n. 63633/00, 13 ottobre 2005) la Corte ha constatato una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 in mancanza di un giudizio nazionale che dichiara che tale trasferimento aveva avuto luogo.
b) I ricorrenti
29. I ricorrenti fanno osservare che l’espropriazione indiretta ? un meccanismo che permette all’autorit? pubblica di acquisire un bene in qualsiasi illegalit?.
30. I ricorrenti denunciano una mancanza di chiarezza, previsibilit? e precisione dei principi e delle disposizioni applicati al loro caso poich? un principio giurisprudenziale, come quello dell’espropriazione indiretta, non basta a soddisfare il principio di legalit?.
2. Valutazione della Corte
31. La Corte ricorda di primo acchito che ha unito in sotterraneo l’eccezione del governo tratta del non esaurimento dei mezzi di ricorso interno.
32. Per i ricorrenti, c’ha stato perdita di disponibilit? totale del terreno senza decreto d’espropriazione n? compensazione, tanto che in sostanza ci avrebbe stato un’espropriazione di fatto.
33. Per il governo, i ricorrenti sono stati privati del loro bene a partire dal momento in cui quest’ultimo ? stato irreversibilmente trasformato o, in ogni caso, a partire dal momento preso in considerazione dalle giurisdizioni nazionali come momento del trasferimento di propriet?.
34. La Corte ricorda che, per determinare se c’ha stato ?privazione di beni?, occorre non soltanto esaminare se c’ha stato espropriazione o espropriazione formale, ma ancora osservare oltre agli aspetti ed analizzare la realt? della situazione controversa. La convenzione mirando a proteggere diritti ?concreti ed effettivi?, occorre ricercare cos? la suddetta situazione equivaleva ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie A n. 52, pp 24-25, ? 63).
35. Ricorda che l’articolo 1 del protocollo n. 1 esige, soprattutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel piacere del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della convenzione (Iatridis c. Grecia (GC), n. 31107/96, ? 58, CEDU 1999 II). Il principio di legalit? significa l’esistenza di norme di diritto nazionale sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie A n. 296 A, pp 19 20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza dell’8 luglio 1986, serie A n. 102, p. 47, ? 110).
36. La Corte rinvia alla sua giurisprudenza in materia d’espropriazione indiretta (Belvedere Alberghiera S.r.l c. Italia, n. 31524/96, CEDU 2000 VI, e Carbonara e Ventura c. Italia, n. 24638/94, CEDU 2000 VI; fra le sentenze pi? recenti, vedere Acciardi e Campagna c. Italia, n. 41040/98, 19 maggio 2005, Pasculli c. Italia, n. 36818/97, 17 maggio 2005, Scordino c. Italia (n. 3), n. 43662/98, 17 maggio 2005, Serrao c. Italia, n. 67198/01, 13 ottobre 2005, Rosa ed Alba c. Italia (n. 1), n. 58119/00, 11 ottobre 2005, e Chir? c. Italia (n. 4), n. 67196/1? ottobre 2005), secondo il quale l’espropriazione indiretta viola il principio di legalit? poich? non ? atto a garantire un grado sufficiente di sicurezza giuridica e che permette in generale all’amministrazione di passare oltre norme fissate in materia d’espropriazione. Infatti, in tutti i casi, l’espropriazione indiretta mira a ratificare una situazione di fatto che deriva dalle illegalit? commesse dall’amministrazione, regolare le conseguenze per il privato e per l’amministrazione, a vantaggio di questa.
37. La Corte rileva che nella specie, i ricorrenti hanno perso la disponibilit? del terreno a partire dalla sua occupazione nel 1982, e che questo terreno ? stato successivamente trasformato in modo irreversibile a seguito della realizzazione di un lavoro pubblico. Le giurisdizioni interne hanno ritenuto che l’occupazione sia diventata senza titolo a partire dal 1984 ed a questa stessa data i ricorrenti sono stati privati del loro bene. La procedura ? ancora pendente dinanzi alla Corte d’appello di Roma.
38. In mancanza di un atto formale di trasferimento di propriet? suscettibile di spiegare i suoi effetti ed in mancanza di un giudizio nazionale che dichiara che tale trasferimento deve essere considerato realizzato (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 80) e chiarente una volta per tutte le circostanze esatte di quest’ultimo, la Corte ritiene che la perdita di qualsiasi disponibilit? del terreno in questione, combinata con dell’impossibilit? finora di rimediare alla situazione accusata, ha generato conseguenze abbastanza gravi perch? i ricorrenti abbiano subito un’espropriazione di fatto, incompatibile con il loro diritto al rispetto dei loro beni (Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, sentenza del 24 giugno 1993, serie A n. 260 B, ? 45) e non conforma al principio di preminenza del diritto.
39. Di conseguenza, l’eccezione tratta del non esaurimento dei mezzi di ricorso interno non pu? essere presa in considerazione e c’ha stato violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1.

II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
40. I ricorrenti adducono che l’adozione e l’applicazione della legge n. 662 del 23 dicembre 1996 alla loro procedura costituisce un’ingerenza legislativa contraria al loro diritto ad un processo equo come garantito dall’articolo 6 ? 1 della convenzione, che, nei suoi passaggi pertinenti, dispone:
?Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia intesa equamente (…) da un tribunale (…), che decider? (…) le contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile (…)?
41. Il governo contesta questa tesi ed osserva in particolare che la Corte d’appello di Roma potrebbe decidere non di applicare nella specie la legge n. 662 del 1996.
42. La Corte rileva che quest’obiezione ? legata a quello esaminato sopra e deve dunque anche essere dichiarata ammissibile.
43. La Corte ha appena constatato, dal punto di vista dell’articolo 1 del protocollo n. 1, che la situazione denunciata dai ricorrenti non ? conforme al principio di legalit?. Considerando le ragioni che hanno portate la Corte a questa constatazione di violazione (paragrafi 37 a 39 sopra), la Corte ritiene che non c’? motivo di esaminare se c’ha stato, nella specie, violazione dell’articolo 6 ? 1 (vedere, a contrario, Scordino c. Italia (n. 1) (GC), n. 36813/97, ?? 103-104 e ?? 132-133, CEDU 2006).

III. Sull’APPLICAZIONE dell’ARTICOLO 41 della CONVENZIONE

44. Ai sensi dell’articolo 41 della convenzione,
?Se la Corte dichiara che c’ha stato violazione della convenzione o dei suoi protocolli, e se il diritto nazionale dell’alta parte contraente permette di cancellare soltanto imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte danneggiata, eventualmente, una soddisfazione equa. ?
45. A titolo di pregiudizio materiale, i ricorrenti sollecitano la restituzione del terreno ed il pagamento della somma di 1.278 776,26 EUR a titolo d’indennit? per non piacere del terreno.
46. Qualora la restituzione non fosse possibile, i ricorrenti chiedono il pagamento di una somma uguale al valore v?nale attuale del terreno, cio? 1.410.400 EUR, come pure dell’indennit? per non piacere del terreno suddetto.
47. Trattandosi del pregiudizio morale, i ricorrenti sollecitano il pagamento di 80.000 EUR
48. Infine, i ricorrenti chiedono 24 981,13 EUR per spese di procedura dinanzi alle giurisdizioni interne e 21 380,16 EUR per spese di procedura dinanzi alla Corte, imposta sul valore aggiunto (IVA) e contributi alla cassa di precauzione degli avvocati (CPA) per di pi?.
49. Di primo acchito, il governo chiede alla Corte di riservare la questione della soddisfazione equa alle sole fine di attendere la decisione definitiva delle giurisdizioni nazionali, dato che la procedura ? sempre pendente dinanzi alla Corte d’appello di Roma.
50. Quanto al pregiudizio materiale, il governo sostiene che la restituzione del terreno non ? possibile, a causa dell’esistenza di un lavoro pubblico su quest’ultimo. Trattandosi dell’eventuale compensazione per la perdita del terreno, il governo adduce che in ogni caso il valore di quest’ultimo deve essere calcolato alla data di trasferimento della propriet? o, in subordine, alla data della sentenza che constata questo trasferimento.
51. Trattandosi del pregiudizio morale e delle spese di procedura dinanzi alla Corte, il governo ritiene che le somme richieste dai ricorrenti sono eccessive e se ne rimettono alla saggezza della Corte.
52. Quanto alle spese di procedura dinanzi alle giurisdizioni interne, il governo sostiene che i ricorrenti non possono ottenere il rimborso di questi nell’ambito della procedura dinanzi alla Corte.
53. La Corte ritiene che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trovi in stato. Di conseguenza, la riserva e fisser? la procedura ulteriore, tenuto conto della possibilit? che il governo ed i ricorrenti raggiungono un accordo.

Testo Tradotto

TROISI?ME SECTION

AFFAIRE FENDI ET SPERONI c. ITALIE

(Requ?te no 37338/03)

ARR?T

STRASBOURG

5 octobre 2006

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l’article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.
En l’affaire Fendi et Speroni c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l’Homme (troisi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. B.M. ZUPANCIC, pr?sident, J. HEDIGAN, C. BIRSAN, V. ZAGREBELSKY, Mme A. GYULUMYAN, M. E. MYJER, Mme I. ZIEMELE, juges, et de Mme F. ARACI, greffi?re adjointe de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 14 septembre 2006,
Rend l’arr?t que voici, adopt? ? cette date :

PROC?DURE

1. A l’origine de l’affaire se trouve une requ?te (no 37338/03) dirig?e contre la R?publique italienne et dont deux ressortissants de cet ?tat, M. Candido Speroni et Mme Carla Fendi (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 25 novembre 2003 en vertu de l’article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l’Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Mes G. Lavitola et A. Zerboni, avocats ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. I. M. Braguglia, et par son coagent, M. F. Crisafulli.
3. Le 10 novembre 2005, la Cour (troisi?me section) a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable et a d?cid? de communiquer les griefs tir?s des articles 1 du Protocole no 1 et 6 ? 1 de la Convention au Gouvernement. Se pr?valant de l’article 29 ? 3 de la Convention, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l’affaire.

EN FAIT

I. LES CIRCONSTANCES DE L’ESP?CE
4. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1930 et 1937 et r?sident ? Rome.
5. Les requ?rants ?taient propri?taires avec deux tiers (? les tiers ?) d’un terrain constructible de 3 526 m?tres carr?s sis ? Rome et enregistr? au cadastre, feuille 232, parcelles 319 et 320.
6. Par un arr?t? du 4 ao?t 1982, le conseil provincial de Rome approuva le projet de construction d’une ?cole sur le terrain des requ?rants et des tiers.
7. Par un arr?t? du 14 octobre 1982, le conseil provincial de Rome autorisa l’occupation d’urgence de ce terrain en vue de son expropriation, afin de proc?der ? la construction de l’?cole.
8. Le 9 novembre 1982, l’administration provinciale proc?da ? l’occupation mat?rielle du terrain et entama les travaux de construction.
9. Par un acte d’assignation notifi? le 2 d?cembre 1988, les requ?rants introduisirent une action en dommages-int?r?ts ? l’encontre de l’administration provinciale devant le tribunal de Rome. Ils faisaient valoir que l’occupation du terrain ?tait ill?gale au motif que celle-ci s’?tait poursuivie au-del? de la p?riode autoris?e, sans qu’il f?t proc?d? ? l’expropriation formelle et au paiement d’une indemnit?. Ils demandaient un d?dommagement pour la perte du terrain, ainsi qu’une indemnit? d’occupation.
10. Entre-temps, par un acte d’assignation notifi? le 17 novembre 1988, les tiers avaient introduit devant le tribunal de Rome une action ayant le m?me objet de celle introduite par les requ?rants.
11. A une date non pr?cis?e, le tribunal r?unit les deux proc?dures.
12. Par un jugement d?pos? au greffe le 13 novembre 1993, le tribunal de Rome estima que le d?lai d’occupation autoris?e avait pris fin le 20 juillet 1984 et qu’? compter de cette date les requ?rants et les tiers devaient ?tre consid?r?s comme ayant ?t? priv?s de leur terrain par l’effet de la construction de l’ouvrage public, en vertu du principe de l’expropriation indirecte.
13. A la lumi?re de ces consid?rations, le tribunal condamna l’administration provinciale ? verser aux requ?rants et aux tiers la somme de 3 369 164 760 ITL, correspondant ? la valeur marchande du bien r??valu?e au jour du prononc? et au d?dommagement pour la perte de valeur d’un terrain limitrophe appartenant ? ceux-ci. En outre, il rejeta la demande tendant au versement d’une indemnit? d’occupation, au motif qu’il n’?tait pas comp?tent ? cet ?gard.
14. Par un acte notifi? le 22 avril 1994, l’administration provinciale interjeta appel de ce jugement devant la cour d’appel de Rome. Elle demandait d’abord l’application au cas d’esp?ce de la loi no 662 de 1996, entre-temps entr?e en vigueur et r?duisant le montant de l’indemnit? due pour la perte du terrain. En outre, elle faisait valoir que le terrain litigieux devait passer pour soumis ? une limitation de b?tir d?coulant de l’exigence de protection du paysage (vincolo posto sui beni culturali ed ambientali) et que par cons?quent sa valeur marchande ne pouvait pas correspondre ? celle d’un terrain constructible.
15. Par un arr?t d?pos? au greffe le 31 juillet 2000, la cour d’appel accueillit l’appel, d?clarant que la valeur marchande du terrain litigieux ne pouvait pas correspondre ? celle d’un terrain constructible en raison de la soumission ? ladite limitation de b?tir et que l’indemnit? due aux requ?rants et aux tiers pour la perte du terrain devait ?tre calcul?e aux termes de la loi no 662 de 1996, entre-temps entr?e en vigueur. A la lumi?re de ces consid?rations, la cour d’appel r?duisit ? 258 582 000 ITL, plus int?r?ts ? compter de 1988, la somme due aux requ?rants et aux tiers pour la perte de leur terrain ainsi qu’? titre d’indemnisation pour la perte de valeur du terrain limitrophe.
16. Par un recours notifi? le 29 octobre 2001, les requ?rants et les tiers se pourvurent en cassation, faisant notamment valoir que la valeur marchande du terrain litigieux devait correspondre ? celle d’un terrain constructible malgr? la soumission ? la limitation de b?tir.
17. Par un arr?t d?pos? au greffe le 29 mai 2003, la Cour de cassation accueillit partiellement le pourvoi, dans la mesure o? elle d?cr?ta que la valeur marchande du terrain litigieux ne pouvait pas correspondre ? celle d’un terrain non constructible malgr? la soumission ? la limitation de b?tir. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour de cassation renvoya l’affaire ? une autre section de la cour d’appel de Rome.
18. Par un acte notifi? le 6 juillet 2004, les requ?rants assign?rent l’administration provinciale devant cette autre section de la cour d’appel de Rome.
19. Il ressort du dossier que cette proc?dure est toujours pendante devant la cour d’appel de Rome.

II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
20. Le droit interne pertinent se trouve d?crit dans l’arr?t Serrao c. Italie (no 67198/01, 13 octobre 2005).

EN DROIT

I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
21. Les requ?rants all?guent avoir ?t? priv?s de leur terrain dans des circonstances incompatibles avec l’article 1 du Protocole no 1, ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d’utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu’ils jugent n?cessaires pour r?glementer l’usage des biens conform?ment ? l’int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d’autres contributions ou des amendes. ?

A. Sur la recevabilit?
22. Le Gouvernement soul?ve une exception de non-?puisement des voies de recours internes, faisant valoir que la proc?dure est toujours pendante devant la cour d’appel de Rome. A cet ?gard, il soutient que les requ?rants n’ont pas encore vu se consolider, par une d?cision interne d?finitive, leur statut de ? victime ? et que la cour d’appel de Rome pourrait leur accorder un d?dommagement int?gral pour la perte du terrain.
23. Les requ?rants s’opposent ? la th?se du Gouvernement.
24. La Cour estime, ? la lumi?re de l’ensemble des arguments des parties, que cette exception est ?troitement li?e au fond du grief et d?cide de la joindre au fond. Elle constate que le grief n’est pas manifestement mal fond? au sens de l’article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celui-ci ne se heurte ? aucun autre motif d’irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.

B. Sur le fond

1. Th?ses des parties
a) Le Gouvernement
25. D’embl?e, le Gouvernement reconna?t que la pr?sente affaire ne pr?sente pas d’aspects particuliers qui la diff?rencieraient des affaires d’expropriation indirecte sur lesquelles la Cour s’est r?cemment prononc?e. Il renvoie donc aux arguments d?j? soumis ? la Cour en mati?re d’expropriation indirecte.
26. De plus, il fait valoir que le principe jurisprudentiel de l’expropriation indirecte constituerait une mani?re de r?glementer une situation r?sultant d’un d?faut de proc?dure ayant entach? l’expropriation et ? la suite duquel l’action de l’administration est devenue ill?gale.
27. D’apr?s le Gouvernement, une telle r?glementation d’une situation n?e d’un acte ill?gal ne romprait pas de mani?re ?vidente le juste ?quilibre entre les diff?rentes exigences en conflit.
28. Enfin, le Gouvernement rel?ve que dans la pr?sente affaire les juridictions internes ont d?j? d?clar? le transfert de la propri?t? du terrain en vertu du principe de l’expropriation indirecte, alors que dans plusieurs arr?ts r?cents (voir, par exemple, Colazzo c. Italie, no 63633/00, 13 octobre 2005) la Cour a constat? une violation de l’article 1 du Protocole no 1 en l’absence d’un jugement national d?clarant qu’un tel transfert avait eu lieu.

b) Les requ?rants

29. Les requ?rants font observer que l’expropriation indirecte est un m?canisme qui permet ? l’autorit? publique d’acqu?rir un bien en toute ill?galit?.
30. Les requ?rants d?noncent un manque de clart?, pr?visibilit? et pr?cision des principes et des dispositions appliqu?s ? leur cas au motif qu’un principe jurisprudentiel, tel que celui de l’expropriation indirecte, ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit?.

2. Appr?ciation de la Cour
31. La Cour rappelle d’embl?e qu’elle a joint au fond l’exception du Gouvernement tir?e du non-?puisement des voies de recours internes.
32. Pour les requ?rants, il y a eu perte de disponibilit? totale du terrain sans d?cret d’expropriation ni indemnisation, si bien qu’en substance il y aurait eu une expropriation de fait.
33. Pour le Gouvernement, les requ?rants ont ?t? priv?s de leur bien ? compter du moment o? celui-ci a ?t? irr?versiblement transform? ou, en tout cas, ? partir du moment retenu par les juridictions nationales comme moment du transfert de propri?t?.
34. La Cour rappelle que, pour d?terminer s’il y a eu ? privation de biens ?, il faut non seulement examiner s’il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
35. Elle rappelle que l’article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu’une ing?rence de l’autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l’un des principes fondamentaux d’une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l’ensemble des articles de la Convention (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999 II). Le principe de l?galit? signifie l’existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296 A, pp. 19 20, ? 42, et Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).
36. La Cour renvoie ? sa jurisprudence en mati?re d’expropriation indirecte (Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000 VI , et Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000 VI ; parmi les arr?ts plus r?cents, voir Acciardi et Campagna c. Italie, no 41040/98, 19 mai 2005, Pasculli c. Italie, no 36818/97, 17 mai 2005, Scordino c. Italie (no 3), no 43662/98, 17 mai 2005, Serrao c. Italie, no 67198/01, 13 octobre 2005, La Rosa et Alba c. Italie (no 1), no 58119/00, 11 octobre 2005, et Chir? c. Italie (no 4), no 67196/01, 11 octobre 2005), selon laquelle l’expropriation indirecte m?conna?t le principe de l?galit? au motif qu’elle n’est pas apte ? assurer un degr? suffisant de s?curit? juridique et qu’elle permet en g?n?ral ? l’administration de passer outre les r?gles fix?es en mati?re d’expropriation. En effet, dans tous les cas, l’expropriation indirecte vise ? ent?riner une situation de fait d?coulant des ill?galit?s commises par l’administration, ? r?gler les cons?quences pour le particulier et pour l’administration, au b?n?fice de celle-ci.
37. La Cour rel?ve qu’en l’esp?ce, les requ?rants ont perdu la disponibilit? du terrain ? compter de son occupation en 1982, et que ce terrain a ?t? par la suite transform? de mani?re irr?versible ? la suite de la r?alisation d’un ouvrage public. Les juridictions internes ont estim? que l’occupation est devenue sans titre ? compter de 1984 et ? cette m?me date les requ?rants ont ?t? priv?s de leur bien. La proc?dure est encore pendante devant la cour d’appel de Rome.
38. A d?faut d’un acte formel de transfert de propri?t? susceptible de d?ployer ses effets et ? d?faut d’un jugement national d?clarant qu’un tel transfert doit ?tre consid?r? comme r?alis? (Carbonara et Ventura, pr?cit?, ? 80) et ?claircissant une fois pour toutes les circonstances exactes de celui-ci, la Cour estime que la perte de toute disponibilit? du terrain en question, combin?e avec l’impossibilit? jusqu’ici de rem?dier ? la situation incrimin?e, a engendr? des cons?quences assez graves pour que les requ?rants aient subi une expropriation de fait, incompatible avec leur droit au respect de leurs biens (Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce, arr?t du 24 juin 1993, s?rie A no 260 B, ? 45) et non conforme au principe de pr??minence du droit.
39. D?s lors, l’exception tir?e du non-?puisement des voies de recours internes ne saurait ?tre retenue et il y a eu violation de l’article 1 du Protocole no 1.

II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L’ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION

40. Les requ?rants all?guent que l’adoption et l’application de la loi no 662 du 23 d?cembre 1996 ? leur proc?dure constitue une ing?rence l?gislative contraire ? leur droit ? un proc?s ?quitable tel que garanti par l’article 6 ? 1 de la Convention, qui, en ses passages pertinents, dispose :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…) par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
41. Le Gouvernement conteste cette th?se et observe notamment que la cour d’appel de Rome pourrait d?cider de ne pas appliquer en l’esp?ce la loi no 662 de 1996.
42. La Cour rel?ve que ce grief est li? ? celui examin? ci-dessus et doit donc aussi ?tre d?clar? recevable.
43. La Cour vient de constater, sous l’angle de l’article 1 du Protocole no 1, que la situation d?nonc?e par les requ?rants n’est pas conforme au principe de l?galit?. Eu ?gard aux motifs ayant amen? la Cour ? ce constat de violation (paragraphes 37 ? 39 ci-dessus), la Cour estime qu’il n’y a pas lieu d’examiner s’il y a eu, en l’esp?ce, violation de l’article 6 ? 1 (voir, a contrario, Scordino c. Italie (no 1) [GC], no 36813/97, ?? 103-104 et ?? 132-133, CEDH 2006).

III. SUR L’APPLICATION DE L’ARTICLE 41 DE LA CONVENTION

44. Aux termes de l’article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu’il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d’effacer qu’imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s’il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
45. A titre de pr?judice mat?riel, les requ?rants sollicitent la restitution du terrain et le versement de la somme de 1 278 776,26 EUR ? titre d’indemnit? pour non-jouissance du terrain.
46. Dans le cas o? la restitution ne serait pas possible, les requ?rants demandent le versement d’une somme ?gale ? la valeur v?nale actuelle du terrain, soit 1 410 400 EUR, ainsi que de l’indemnit? pour non-jouissance du terrain susmentionn?e.
47. S’agissant du pr?judice moral, les requ?rants sollicitent le versement de 80 000 EUR.
48. Enfin, les requ?rants demandent 24 981,13 EUR pour frais de proc?dure devant les juridictions internes et 21 380,16 EUR pour frais de proc?dure devant la Cour, taxe sur la valeur ajout?e (TVA) et contributions ? la caisse de pr?voyance des avocats (CPA) en sus.
49. D’embl?e, le Gouvernement demande ? la Cour de r?server la question de la satisfaction ?quitable aux seules fins d’attendre la d?cision d?finitive des juridictions nationales, ?tant donn? que la proc?dure est toujours pendante devant la cour d’appel de Rome.
50. Quant au pr?judice mat?riel, le Gouvernement soutient que la restitution du terrain n’est pas possible, en raison de l’existence d’un ouvrage public sur celui-ci. S’agissant de l’?ventuel d?dommagement pour la perte du terrain, le Gouvernement fait valoir qu’en tout ?tat de cause la valeur de celui-ci doit ?tre calcul?e ? la date du transfert de la propri?t? ou, ? titre subsidiaire, ? la date de l’arr?t qui constate ce transfert.
51. S’agissant du pr?judice moral et des frais de proc?dure devant la Cour, le Gouvernement estime que les sommes demand?es par les requ?rants sont excessives et s’en remet ? la sagesse de la Cour.
52. Quant aux frais de proc?dure devant les juridictions internes, le Gouvernement soutient que les requ?rants ne peuvent pas obtenir le remboursement de ceux-ci dans le cadre de la proc?dure devant la Cour.
53. La Cour estime que la question de l’application de l’article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rants parviennent ? un accord.

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