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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CAUSA MIFSUD E ALTRI c. MALTA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41
Numero: app. N./i. 38770/17
Stato: Malta
Data: 2021-11-25 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE

CAUSA MIFSUD E ALTRI c. MALTA

(Domanda n. 38770/17 )

SENTENZA
(Equa soddisfazione)

Art 41 ? Equa soddisfazione ? Ordinanza di restituzione dei beni, accertati non espropriati per il perseguimento dell’interesse pubblico ? Pagamento del danno patrimoniale in assenza della restituzione del bene

STRASBURGO

25 novembre 2021

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nel caso Mifsud e altri c. Malta,

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Sezione Prima), riunita in una Sezione composta da:

Ksenija Turkovic, presidente,
Peter Paczolay,
Alena Pol??kov?,
Gilberto Felici,
Erik Wennerstr?m,
Raffaele Sabato,
Lorraine Schembri Or terra , giudici,
e Renata Degener, cancelliere di sezione,

Avendo deliberato in forma riservata il 2 novembre 2021,

Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:

PROCEDURE

1. La causa ha avuto origine da un ricorso (n. 38770/17 ) contro la Repubblica di Malta presentato alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da ventuno cittadini maltesi, tre cittadini britannici e cinque cittadini australiani (cfr. allegato per i dettagli) (“i richiedenti”), il 23 maggio 2017.

2. In una sentenza emessa il 13 ottobre 2020 (“la sentenza principale”), la Corte ha ritenuto che vi fosse stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione in relazione all?occupazione durata rispettivamente dal 1978 e dal 1984, fino al 2012, del terreno dei ricorrenti di 509 mq. e 139 mq. poich? i ricorrenti non avevano ricevuto alcun compenso da oltre quarant’anni, e quindi erano costretti a sopportare un onere sproporzionato; che c’era stata una violazione dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione riguardo all’espropriazione , nel 2012, dei di 509 mq. e 139 mq, dal momento che, per quanto riguarda il primo non vi era stato alcun interesse pubblico, e per quanto riguarda entrambi i lotti non era stato raggiunto un giusto equilibrio in considerazione dell’indennizzo offerto, quindi i ricorrenti hanno sofferto un onere eccessivo; e ha dichiarato inammissibile il resto del ricorso (vedi Mifsud e altri v. Malta, no. 38770/17, ?? 54, 61-62, 103 e 106-07, 13 ottobre 2020).

3. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione, i ricorrenti chiedevano un’equa soddisfazione in termini di restituzione della propriet? di 509 mq. e si riservano il diritto di richiedere il risarcimento dei danni per l’uso di tale propriet? in caso di restituzione. I ricorrenti avevano anche sostenuto 6,861,428 euro (EUR) a titolo di danno patrimoniale e di 50.000 euro, congiuntamente, per il danno non – patrimoniale in relazione a tutte le loro denunce e la totalit? del territorio (ibid, ?. 109).

4. Poich? la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non era pronta per essere decisa per quanto riguarda il danno pecuniario in relazione i) alla presa in carico durata dal 1978 e 1984 rispettivamente fino al 2012 dei terreni dei ricorrenti che misurano 509 mq. e 139 mq. e ii) all’espropriazione del lotto di terreno che misura 509 mq, la Corte si ? riservata e ha invitato il Governo e i ricorrenti a presentare, entro tre mesi dalla data in cui tale sentenza ? divenuta definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni scritte su tale questione e, in particolare, a comunicare alla Corte un eventuale accordo raggiunto (ibidem, ?? 113 e 122, e punto 4 del dispositivo).
5. I ricorrenti e il Governo hanno depositato ciascuno osservazioni.

IN DIRITTO

6. L’ articolo 41 della Convenzione prevede:

?Se la Corte constata una violazione della Convenzione o dei suoi protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente interessata consente solo una riparazione parziale, la Corte accorda, se necessario, una giusta soddisfazione alla parte lesa?.

DANNO

L’occupazione, fino al 2012, dei terreni dei ricorrenti di 509 mq e 139 mq.
Le argomentazioni delle parti
7. I ricorrenti hanno sostenuto che, secondo la loro perizia, il risarcimento per l’uso della propriet? di 509 mq. dal 1978 al 2012 ? stato di 528.455 euro (comprensivo di interessi semplici al 2,5% su ogni rendimento annuo, fino al 2020). Tuttavia, hanno ritenuto che avrebbero dovuto ricevere un risarcimento fino al 2020, dato che l’ espropriazione ? risultata priva di interesse pubblico secondo la sentenza principale (? 100). Secondo il loro rapporto di esperti, il risarcimento fino al 2020 ammonterebbe a EUR 838.155 (comprensivo di interessi semplici al 2,5% su ogni rendimento annuo).

8. Inoltre, secondo la loro perizia, l’indennit? per l’uso della propriet? di 139 mq. dal 1984 al 2012 ? stato di 28.055 euro (comprensivo di interessi semplici al 2,5% su ogni rendimento annuo fino al 2020).

9. Il Governo ha chiarito che entrambi i lotti di terreno facevano parte del Terreno B e quindi entrambi erano stati presi nel 1984, e nessuno nel 1978, e quindi qualsiasi risarcimento dovrebbe corrispondere a quel periodo. Tuttavia, il Governo ha ritenuto che i ricorrenti non avessero esaurito le vie di ricorso interne a questo riguardo. Anche la loro domanda originaria di equa soddisfazione non conteneva una domanda cos? specifica, quindi ritenevano che la Corte non dovesse agire ultra petita .

10. Fatto salvo quanto sopra, il governo ha presentato la propria perizia, che ha considerato entrambe le porzioni di terreno come agricole e ha stimato la perdita di affitto nel periodo pertinente (1984-2012) rispettivamente in EUR 1.728 e EUR 1.017. Tuttavia, il Governo ha ritenuto che questa somma totale di EUR 2,745 non dovesse essere assegnata nella sua interezza poich? (i) i valori forniti erano solo stime e non importi che i ricorrenti avrebbero certamente ottenuto; (ii) non si poteva presumere che la propriet? sarebbe stata affittata per l’intero periodo se il Governo non l’avesse rilevata; e (iii) la misura era stata di interesse pubblico e quindi il valore di mercato non era richiesto.

La valutazione della Corte
11. Nella sua sentenza principale (? 112) la Corte ha gi? stabilito che ai ricorrenti ? dovuto un risarcimento per l’uso dei due appezzamenti di terreno pi? piccoli fino al 2012. Pertanto, non possono essere accolte nuove richieste dei ricorrenti che richiedono un risarcimento fino al 2020, n? la Corte pu? prendere atto degli argomenti del Governo sull’ammissibilit? del ricorso, che ? gi? stato dichiarato ammissibile nella sentenza principale (? 57). Tuttavia, la Corte ammette che, nonostante il riferimento al 1978 nella sentenza principale, il risarcimento per entrambi i lotti ? dovuto a partire dal 1984, poich? entrambi i lotti facevano parte del terreno B che ? stato rilevato dalla dichiarazione presidenziale del 16 maggio 1984 (v., per esempio, ?? 7, 14 e 61 della sentenza principale).

12. Inoltre, la Corte osserva che non c’? dubbio che quando il governo ha rilevato queste porzioni di terreno (come parte del Land B) nel 1984 la misura era stata legittima e nell’interesse pubblico (vedere ? 60 della sentenza principale) . Non vi ? inoltre dubbio che tali porzioni di terreno (facenti parte del Terreno B) fossero agricole al momento dell?occupazione, come confermato anche dalla Corte Costituzionale (si veda ? 34 della sentenza principale).

13. Nonostante questi rilievi che risultavano chiari dalla sentenza principale, i ricorrenti hanno avanzato pretese al riguardo sulla base di valutazioni che consideravano il potenziale di sviluppo dei terreni (in appartamenti e villette), e che quindi non aiutano la Corte nell’assegnazione del relativo risarcimento . Pertanto, in assenza di qualsiasi valutazione utile da parte dei ricorrenti, la Corte assegna le somme calcolate dal Governo pari a EUR 2.745, in toto , per l’uso del terreno dei ricorrenti di 509 mq. e 139 mq. fino al 2012.

L’ esproprio nel 2012 del lotto di terreno di 509 mq.
Le argomentazioni delle parti
14. I ricorrenti hanno sostenuto che in seguito alla sentenza principale si sono rivolti senza successo alle autorit? per la restituzione di questa terra . Hanno sostenuto che se la restitutio in integrum non fosse possibile, rivendicavano l’intero valore di mercato del terreno , classificato come terreno edificabile con riferimento ai piani locali applicabili, secondo la propria perizia che ammontava a EUR 926.000 (nel 2020). A ci? si doveva aggiungere la somma di EUR 687.500 pari alla svalutazione dei Terreni adiacenti A e B (che secondo la stessa perizia erano stati restituiti ai ricorrenti), per complessivi EUR 1.613.500.

15. Tuttavia, i ricorrenti hanno sostenuto che avrebbero comunque preferito la restituzione della terra , o da parte del Governo di propria iniziativa, o tramite l’istituzione di una nuova serie di procedimenti di riparazione costituzionale, in connessione con l’esecuzione della sentenza di questa Corte. In tal modo chiesero alla Corte di subordinare l’assegnazione alla possibilit? del richiedente di perseguire la restituzione della propriet? a livello nazionale, invece di accettare l’assegnazione del risarcimento fatta dalla Corte.

16. I legali rappresentanti hanno indicato il conto corrente bancario della loro impresa per ricevere il pagamento di tutte le somme accordate dal Tribunale.

17. Il Governo ha sostenuto che le rivendicazioni dei ricorrenti erano largamente sproporzionate, in particolare riguardo alle perdite stimate in EUR 1.508.000 al momento della sentenza principale (? 41) come svalutazione del terreno rimanente . Notarono anche che la perizia dei ricorrenti era basata sul potenziale sviluppo dell’area di terreno molto pi? ampia , sulla premessa che questa sarebbe stata sviluppata come unit? abitative. Il governo ha inoltre ribadito che, secondo il diritto nazionale, il risarcimento era dovuto in base al valore del terreno al 1 gennaio 2005 e per determinare la classificazione del terreno , la data rilevante era quella in cui la dichiarazione originale era stata rilasciata dal Presidente, in questo caso il 1984. Pertanto, secondo il Governo il terreno doveva essere considerato come agricolo, e secondo il loro esperto era valutato a EUR 14.000.

La valutazione della Corte
18. Quanto al risarcimento relativo al terreno di 509 mq, il cui esproprio non ha perseguito alcun interesse pubblico e per il quale i ricorrenti non hanno ottenuto alcun indennizzo, la Corte si ? gi? pronunciata nella sua sentenza principale, come segue:

?117. … La Corte rileva che la restituzione dell’immobile non ? impossibile in quanto non se ne ? fatto uso, e che sono stati restituiti anche gli immobili adiacenti ( Terreni A e B). Inoltre, i ricorrenti ne hanno chiesto la restituzione (si veda, a contrario , B. Tagliaferro & Sons Limited e Coleiro Brothers Limited , sopra citata, ? 120).

118. La Corte ritiene che, nelle circostanze del caso, la restituzione del terreno di 509 mq. sarebbe il ricorso pi? appropriato e porrebbe i ricorrenti, per quanto possibile, in una situazione equivalente a quella in cui si sarebbero trovati se non vi fosse stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (si veda, ad esempio, mutatis mutandis , Ana Ionescu e altri c. Romania , n. 19788/03 e altri 18 , ? 38, 26 febbraio 2019).

119. In mancanza di tale restituzione da parte dello Stato convenuto, quest’ultimo dovrebbe pagare ai ricorrenti, a titolo di danno patrimoniale, un importo corrispondente al valore attuale del terreno (si veda B. Tagliaferro & Sons Limited e Coleiro Brothers Limited , cit. , ? 122), a cui si possono aggiungere perdite rilevanti come risultato della svalutazione del resto della terra dei richiedenti .

120. A questo proposito, la Corte osserva che l’architetto dei ricorrenti ha stimato le perdite, in termini di arretramento finanziario sul terreno rimanente , in EUR 1.508.000 e questo calcolo non ? stato contestato dal Governo in questa fase.

121. Quanto al valore del terreno , la Corte osserva che, da un lato, il Governo ha valutato il lotto di terreno di 509 mq. a 14.000 euro come terreno agricolo , nel 2014, senza specificare se fosse o meno all’interno di una zona di sviluppo. D’altro canto, la valutazione dei ricorrenti non si riferisce al valore di questo appezzamento di terreno n? alla sua classificazione ma sembra considerarlo come rientrante nella zona di sviluppo. In tali circostanze, sulla base del materiale in suo possesso, la Corte non ? in grado di determinare oggi il valore del terreno ?.

19. La Corte ribadisce che una sentenza nella quale constati una violazione impone allo Stato convenuto l’obbligo giuridico di porre fine alla violazione e di risarcirne le conseguenze in modo da ripristinare, per quanto possibile, la situazione preesistente la violazione (si veda Iatridis c. Grecia (equa soddisfazione) [GC], n. 31107/96 ? 32, CEDU 2000-XI, e Guiso- Gallisay c. Italia (equa soddisfazione) [GC], n. 58858/00 , ? 90, 22 dicembre 2009). Se la natura della violazione consente la restitutio in integrum ? dovere dello Stato ritenuto responsabile di attuarla, non avendo la Corte n? il potere n? la possibilit? pratica di farlo essa stessa (ibid.).

20. Ciononostante, e nonostante le considerazioni sopra citate fatte nella sentenza principale, il Governo non ? riuscito a restituire la propriet? ai richiedenti, e nessuna ragione ? stata avanzata sul perch? ci? fosse impossibile. Inoltre, nelle sue osservazioni alla Corte, il Governo ha insistito affinch? il risarcimento fosse pagato secondo il diritto interno. Tuttavia, nel determinare il risarcimento ai fini dell’equa soddisfazione, la Corte non ? certo tenuta a seguire il diritto interno (cfr. Edwards c. Malta (equa soddisfazione), n. 17647/04 , ? 20, 17 luglio 2008), che peraltro ? spesso la fonte stessa della violazione (si veda, ad esempio, Zammit e Vassallo c. Malta , n. 43675/16 , ? 58, 28 maggio 2019 e giurisprudenza ivi citata). In particolare, l’articolo 41 autorizza la Corte a concedere alla parte lesa un’equa soddisfazione come le sembra appropriata (si veda Guiso – Gallisay , sopra citata, ? 90).

21. La Corte, come ha fatto nella sentenza principale, ritiene che nelle circostanze della presente causa la restituzione del terreno che misura 509 mq. sarebbe il ricorso pi? appropriato e porrebbe i ricorrenti, per quanto possibile, in una situazione equivalente a quella in cui si sarebbero trovati se non vi fosse stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (vedere ? 118 della sentenza principale giudizio).

22. In mancanza di tale azione da parte dello Stato convenuto, la Corte ribadisce che in circostanze come quelle del caso di specie, in cui non ? stato accertato l’interesse pubblico dietro l’ espropriazione , in assenza della restituzione del bene, deve essere riconosciuto un risarcimento in un importo corrispondente al valore attuale del terreno (vedi B. Tagliaferro & Sons Limited e Coleiro Brothers Limited c. Malta , nn. 75225/13 e 77311/13 , ? 122, 11 settembre 2018).

23. La Corte rileva che, dalle osservazioni dei ricorrenti nella sentenza principale e dalle relazioni aggiornate, presentate anche in questa fase del procedimento, le loro valutazioni si basano sul fatto che il terreno , o meglio parte di esso, ha potenzialit? di sviluppo sulla base del piano locale della baia di Marsaxlokk e le linee guida di pianificazione del 1995. Ci? non ? stato contestato dal governo, la cui valutazione del 2021 afferma anche che il sito rientra nel piano locale della baia di Marsaxlokk. Come ammesso nella relazione dei ricorrenti, qualsiasi sviluppo del terreno sarebbe comunque soggetto a una domanda di controllo della pianificazione. I ricorrenti non hanno sostenuto che tali richieste siano state richieste o siano state accolte in relazione alle restanti parti del loro terreno adiacente . Conseguentemente, la Corte non ritiene opportuna, ai fini della valutazione dell’effettivo valore di mercato del terreno cos? com’? oggi, ed eventuali perdite per il terreno adiacente .

24. Tenendo presente quanto sopra, la Corte assegna ai ricorrenti EUR 500.000 a copertura del valore del lotto di terreno di 509 mq e la svalutazione dei loro terreni rimanenti adiacenti , qualora il Governo non restituisca la propriet? ai ricorrenti entro tre mesi da quando questa sentenza diventa definitiva (si veda per un approccio simile Stojanovski e altri c. ex Repubblica iugoslava di Macedonia (equa soddisfazione), n. 14174/09 , ? 14-17, 7 febbraio 2019).

25. Come richiesto, l’importo assegnato deve essere versato direttamente sul conto bancario designato dai rappresentanti dei ricorrenti (si veda, ad esempio, Denisov c. Ucraina [GC], n. 76639/11 , ? 148, 25 settembre 2018, e come previsto a pag.22 della Practice Direction on Just Satisfaction Claims (emanata dal Presidente della Corte ai sensi dell’articolo 32 del Regolamento della Corte del 28 marzo 2007)).

Interessi di mora
26. La Corte ritiene opportuno che il tasso di interesse di mora sia basato sul tasso di prestito marginale della Banca centrale europea, al quale dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuali.

PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,

dichiara
(un) Che lo Stato convenuto restituisca l’immobile di 509 mq. entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diventa definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione;

(b) Che, in subordine, qualora lo Stato convenuto non ottemperi all’obbligo di cui sopra, lo Stato convenuto ? tenuto a versare ai ricorrenti, entro lo stesso termine di tre mesi, EUR 500.000 (cinquecentomila euro), a titolo di danno patrimoniale;

(c) che dalla scadenza dei suddetti tre mesi fino al regolamento saranno pagati interessi semplici sull’importo di cui sopra ad un tasso pari al tasso di rifinanziamento marginale della Banca Centrale Europea durante il periodo di default maggiorato di tre punti percentuali;

Respinge per il resto la domanda di equa soddisfazione dei ricorrenti.
Fatto in inglese e notificato per iscritto il 25 novembre 2021, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento della Corte.

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Renata Degener Ksenija Turkovic
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIRST SECTION

CASE OF MIFSUD AND OTHERS v. MALTA

(Application no. 38770/17)

JUDGMENT
(Just satisfaction)

Art 41 ? Just satisfaction ? Order for restitution of property, found not to have been expropriated in pursuit of the public interest ? Payment of pecuniary damage in the absence of the return of the property

STRASBOURG

25 November 2021

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Mifsud and Others v. Malta,

The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:

Ksenija Turkovi?, President,
P?ter Paczolay,
Alena Pol??kov?,
Gilberto Felici,
Erik Wennerstr?m,
Raffaele Sabato,
Lorraine Schembri Orland, judges,
and Renata Degener, Section Registrar,

Having deliberated in private on 2 November 2021,

Delivers the following judgment, which was adopted on that date:

PROCEDURE

1. The case originated in an application (no. 38770/17) against the Republic of Malta lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by twenty-one Maltese nationals, three British nationals and five Australian nationals (see Annex for details) (?the applicants?), on 23 May 2017.

2. In a judgment delivered on 13 October 2020 (?the principal judgment?), the Court held that there had been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention in respect of the taking lasting from 1978 and 1984 respectively, until 2012, of the applicants? land measuring 509 sq.m. and 139 sq.m. as the applicants had not received any compensation in over forty years, and thus they were made to bear a disproportionate burden; that there had been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention in respect of the expropriation, in 2012, of the applicants? land measuring 509 sq.m. and 139 sq.m., since, in respect of the former there had been no public interest, and in respect of both parcels a fair balance had not been reached in view of the compensation offered thus the applicants were made to suffer an excessive burden; and it declared the remainder of the application inadmissible (see Mifsud and Others v. Malta, no. 38770/17, ?? 54, 61-62, 103 and 106-07, 13 October 2020).

3. Under Article 41 of the Convention the applicants sought just satisfaction in terms of the return of the property measuring 509 sq.m. and reserved their right to claim damage for the use of that property if returned. The applicants had also claimed 6,861,428 euros (EUR) in respect of pecuniary damage and EUR 50,000, jointly, in non?pecuniary damage in connection with all their complaints and the entirety of the land (ibid., ? 109).

4. Since the question of the application of Article 41 of the Convention was not ready for decision as regards the pecuniary damage in relation to i) the taking lasting from 1978 and 1984 respectively until 2012 of the applicants? land measuring 509 sq.m. and 139 sq.m. and ii) the expropriation of the parcel of land measuring 509 sq.m., the Court reserved it and invited the Government and the applicants to submit, within three months from the date on which that judgment became final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, their written observations on that issue and, in particular, to notify the Court of any agreement they might reach (ibid., ?? 113 and 122, and point 4 of the operative provisions).

5. The applicants and the Government each filed observations.

THE LAW

6. Article 41 of the Convention provides:

?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?

DAMAGE

The taking until 2012, of the applicants? land measuring 509 sq.m. and 139 sq.m.
The parties? submissions
7. The applicants submitted that according to their expert report the compensation for the use of the property measuring 509 sq.m. from 1978 to 2012 was EUR 528,455 (inclusive of simple interest at 2.5% on each yearly yield, until 2020). However, they considered that they should be due compensation until 2020 given that the expropriation was found to have no public interest according to the principal judgment (? 100). According to their expert report, compensation until 2020 would amount to EUR 838,155 (inclusive of simple interest at 2.5% on each yearly yield).

8. Further, according to their expert report the compensation for the use of the property measuring 139 sq.m. from 1984 to 2012 was EUR 28,055 (inclusive of simple interest at 2.5% on each yearly yield until 2020).

9. The Government clarified that both parcels of land formed part of Land B and therefore both had been taken in 1984, and none in 1978, and thus any compensation should correspond to that period. Nevertheless, the Government considered that the applicants had not exhausted domestic remedies in this respect. Their original claim for just satisfaction had also not contained such a specific claim, thus they considered that the Court should not act ultra petita.

10. Without prejudice to the above, the Government submitted their own expert report, which considered both portions of land as being agricultural, and estimated the loss of rent over the relevant period (1984-2012) as being EUR 1,728 and EUR 1,017 respectively. Nevertheless, the Government considered that this total sum of EUR 2,745 should not be awarded in its entirety as (i) the values provided were only estimates and not amounts that the applicants would certainly have obtained; (ii) it could not be assumed that the property would have been rented out for the whole period had the Government not taken it over; and (iii) the measure had been in the public interest and thus the market value was not called for.

The Court?s assessment
11. In its principal judgment (? 112) the Court has already established that the applicants are due compensation for the use of the two smaller parcels of land until 2012. Thus, any fresh claims by the applicants requesting compensation until 2020 cannot be entertained, nor can the Court take cognisance of the Government?s arguments on the admissibility of the complaint, which has already been declared admissible in the principal judgment (? 57). However, the Court accepts that despite its reference to 1978 in the principal judgment, compensation for both parcels is due as of 1984, since both parcels formed part of Land B which was taken over by the Presidential Declaration of 16 May 1984 (see, for example, ?? 7, 14 and 61 of the principal judgment).

12. Further, the Court notes that there is no doubt that when the Government took over these portions of land (as part of Land B) in 1984 the measure had been lawful and in the public interest (see ? 60 of the principal judgment). There is also no doubt that these portions of land (forming part of Land B) had been agricultural at the time of taking, as also confirmed by the Constitutional Court (see ? 34 of the principal judgment).

13. Despite these findings which were clear from the principal judgment the applicants made claims in this respect based on valuations which considered the lands? development potential (into apartments and maisonettes), and which therefore do not assist the Court in awarding the relevant compensation. Thus, in the absence of any useful valuation by the applicants, the Court awards the sums calculated by the Government amounting to EUR 2,745, in toto, for the use of the applicants? land measuring 509 sq.m. and 139 sq.m. until 2012.

The expropriation in 2012 of the parcel of land measuring 509 sq.m.
The parties? submissions
14. The applicants submitted that following the principal judgment they unsuccessfully approached the authorities for the return of this land. They submitted that if restituto in integrum was not possible, they were claiming the full market value of the land, classified as developable land with reference to applicable local plans, according to their own expert valuation which amounted to EUR 926,000 (in 2020). To that the sum of EUR 687,500 amounting to the devaluation of the adjacent Land A and B (which had been returned to the applicants) according to the same expert report, had to be added, totalling EUR 1,613,500.

15. However, the applicants submitted that they would nevertheless prefer the restitution of the land, either by the Government of their own motion, or via the institution of a fresh set of constitutional redress proceedings, in connection with the execution of this Court?s judgment. They thus requested the Court to make the award subject to the applicant?s possibility to pursue the return of the property domestically, instead of accepting the award of compensation made by the Court.

16. The legal representatives indicated their firm?s bank account to receive payment of all the sums awarded by the Court.

17. The Government submitted that the applicants? claims were largely disproportionate, in particular concerning the losses estimated at EUR 1,508,000 at the time of the principal judgment (? 41) as devaluation of the remaining land. They also noted that the applicants? expert?s report was based on the potential development of the much larger area of land, on the premise that this would be developed as housing units. The Government further reiterated that according to domestic law compensation was payable in accordance with the value of the land as on 1 January 2005, and for determining the classification of the land, the relevant date was that when the original declaration was issued by the President, in this case 1984. Therefore, according to the Government the land had to be considered as agriculture, and according to their expert it was valued at EUR 14,000.

The Court?s assessment
18. As to the redress in respect of the land measuring 509 sq.m., the expropriation of which did not pursue any public interest and in respect of which the applicants obtained no compensation, the Court has already held in its principal judgment, as follows:

?117. … The Court notes that the restitution of the property is not impossible given that no use has been made of it, and that the adjacent properties (Lands A and B) have also been returned. Also, the applicants have requested its return (see, a contrario, B. Tagliaferro & Sons Limited and Coleiro Brothers Limited, cited above, ? 120).

118. The Court considers that, in the circumstances of the case, the return of the land measuring 509 sq.m. would be the most appropriate redress and would put the applicants as far as possible in a situation equivalent to the one in which they would have been if there had not been a breach of Article 1 of Protocol No. 1 (see, for example, mutatis mutandis, Ana Ionescu and Others v. Romania, nos. 19788/03 and 18 others, ? 38, 26 February 2019).

119. Failing such restitution by the respondent State, the latter would have to pay the applicants, in respect of pecuniary damage, an amount corresponding to the current value of the land (see B. Tagliaferro & Sons Limited and Coleiro Brothers Limited, cited above, ? 122), to which may be added relevant losses as a result of the devaluation of the remainder of the applicants? land.

120. In this connection, the Court observes that the applicants? architect estimated the losses, in terms of the financial set back on the remaining land, at EUR 1,508,000 and this calculation has not been contested by the Government at this stage.

121. As to the value of the land, the Court observes that, on the one hand, the Government valued the parcel of land measuring 509 sq.m. at EUR 14,000 as agricultural land, in 2014, without specifying whether it was or not within a development zone. On the other hand, the applicants? valuation does not refer to the value of this parcel of land nor to its classification but seems to consider it as falling within the development zone. In such circumstances, on the basis of the material in its possession, the Court is not able to determine the value of the land today.?

19. The Court reiterates that a judgment in which it finds a breach imposes on the respondent State a legal obligation to put an end to the breach and make reparation for its consequences in such a way as to restore as far as possible the situation existing before the breach (see Iatridis v. Greece (just satisfaction) [GC], no. 31107/96 ? 32, ECHR 2000-XI, and Guiso-Gallisay v. Italy (just satisfaction) [GC], no. 58858/00, ? 90, 22 December 2009). If the nature of the violation allows for restitutio in integrum it is the duty of the State held liable to effect it, the Court having neither the power nor the practical possibility of doing so itself (ibid.).

20. Nevertheless, and despite the considerations cited above made in the principal judgment, the Government failed to return the property to the applicants, and no reasons have been advanced as to why this was impossible. Moreover, in their submissions to the Court the Government have insisted on compensation being paid according to domestic law. However, in determining compensation for the purposes of just satisfaction the Court is certainly not bound to follow domestic law (compare Edwards v. Malta (just satisfaction), no. 17647/04, ? 20, 17 July 2008), which moreover is often the source of the breach itself (see for example, Zammit and Vassallo v. Malta, no. 43675/16, ? 58, 28 May 2019 and the case-law cited therein). In particular, Article 41 empowers the Court to afford the injured party just satisfaction as appears to it to be appropriate (see Guiso?Gallisay, cited above, ? 90).

21. The Court, as it did in the principal judgment, considers that in the circumstances of the present case the return of the land measuring 509 sq.m. would be the most appropriate redress and would put the applicants as far as possible in a situation equivalent to the one in which they would have been if there had not been a breach of Article 1 of Protocol No. 1 (see ? 118 of the principal judgment).

22. Failing such action by the respondent State, the Court reiterates that in circumstances such as those of the present case, where no public interest was found to exist behind the expropriation, in the absence of the return of the property, compensation must be awarded in an amount corresponding to the current value of the land (see B. Tagliaferro & Sons Limited and Coleiro Brothers Limited v. Malta, nos. 75225/13 and 77311/13, ? 122, 11 September 2018).

23. The Court notes that, from the applicants? submissions in the principal judgment and the updated reports, submitted also at this stage of the proceedings, their valuations rely on the fact that the land, or rather part thereof, has potential for development on the basis of the Marsaxlokk Bay Local Plan and the planning guidelines of 1995. This has not been contested by the Government, whose 2021 valuation also states that the site falls under the Marsaxlokk Bay Local Plan. As admitted in the applicants? report, any development of the land would however be subject to a planning control application. The applicants have not submitted that any such applications have been sought or have been granted in relation to the remaining parts of their adjacent land. In consequence, the Court does not consider the valuation submitted by the applicants ? which estimates the value of the property (and consequent losses) on the basis of its maximum development potential into apartments and maisonettes ? to be appropriate for the purposes of considering the actual market value of the land as stands today, and any losses to the adjacent land.

24. Bearing in mind the above, the Court awards the applicants EUR 500,000 covering the value of the parcel of land measuring 509 sq.m., and the devaluation of their remaining adjacent lands, should the Government not return the property to the applicants within three months of this judgment becoming final (see for a similar approach Stojanovski and Others v. the former Yugoslav Republic of Macedonia (just satisfaction), no. 14174/09, ? 14-17, 7 February 2019).

25. As requested, the amount awarded is to be paid directly into the bank account designated by the applicants? representatives (see, for example, Denisov v. Ukraine [GC], no. 76639/11, ? 148, 25 September 2018, and as provided for in p. 22 of the Practice Direction on Just Satisfaction Claims (issued by the President of the Court in accordance with Rule 32 of the Rules of Court on 28 March 2007)).

Default interest
26. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.

FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,

Holds
(a) That the respondent State should return the property measuring 509 sq.m. within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention;

(b) That, in the alternative, should the respondent State fail to comply with the above obligation, the respondent State is to pay the applicants, within the same period of three months, EUR 500,000 (five hundred thousand euros), in respect of pecuniary damage;

(c) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

Dismisses the remainder of the applicants? claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 25 November 2021, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.

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Renata Degener Ksenija Turkovi?
Registrar President

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