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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASO STOLKOWSKI c. POLONIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,P1-1
Numero: 58795/15
Stato: Polonia
Data: 2021-12-21 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE

CASO STOLKOWSKI c. POLONIA

(Domanda n. 58795/15 )

GIUDIZIO

Art 1 P1 ? Controllo dell’uso della propriet? ? Eccessivo onere individuale per il richiedente che non ha ricevuto un risarcimento dopo il lungo sequestro della sua auto nel parcheggio della polizia, con conseguente decuplicazione del valore del veicolo

STRASBURGO

21 dicembre 2021

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nel caso Sto?kowski c. Polonia,

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Sezione Prima), riunita in una Sezione composta da:

Ksenija Turkovic, presidente,
Ales Pejchal,
Krzysztof Wojtyczek,
Pauline Koskelo,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski,
Raffaele Sabato, judges,
and Renata Degener, Section Registrar,

Aver riguardo di:

il ricorso contro la Repubblica di Polonia presentato alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino polacco, il sig. Marek Sto?kowski (“il ricorrente”), il 5 novembre 2015;

la decisione di notificare al governo polacco (“il governo”) il ricorso relativo all’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione e di dichiarare inammissibile il resto del ricorso;

le osservazioni delle parti;

Avendo deliberato in forma riservata il 30 novembre 2021,

Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:

INTRODUZIONE

1. La causa riguarda il lungo sequestro dell’auto del ricorrente in un parcheggio della polizia, ordinato nell’ambito di un procedimento penale contro il ricorrente, che ha comportato una diminuzione di dieci volte del valore del veicolo.

I FATTI

2. Il ricorrente ? nato nel 1975 ed ? detenuto nella prigione di Siedlce. Gli era stato concesso il patrocinio a spese dello Stato ed era rappresentato dalla sig.ra A. Bzdy?, un avvocato che esercitava a Varsavia.

3. Il governo era rappresentato dal suo agente, la sig.ra J. Chrzanowska, e successivamente dal sig. J. Sobczak, del Ministero degli affari esteri.

4. I fatti di causa, cos? come esposti dalle parti, possono essere riassunti come segue.

5. L’8 febbraio 2005 la polizia ha sequestrato la Peugeot XV 1.6 del 1998 del ricorrente .

6. In data 11 febbraio 2005 la Procura Regionale di Siedlce ha emesso un provvedimento che autorizzava il sequestro dell’autovettura (di seguito ?l’ordinanza di sequestro?) al fine di garantire il pagamento di eventuali sanzioni pecuniarie o danni che dovessero essere comminati nel procedimento penale in corso in quel tempo contro il ricorrente. ? stato emesso ai sensi dell’articolo 291 del codice di procedura penale.

7. Il 1? marzo 2005 il tribunale distrettuale di Siedlce ( S?d Rejonowy ) ha allegato un mandato di esecuzione all’ordine di sequestro.

8. L’11 maggio 2005 il tribunale distrettuale di Siedlce ha respinto un ricorso interlocutorio del ricorrente contro l’ordine di sequestro, confermando cos? il sequestro del veicolo in questione.

9. Il 13 marzo 2005 un ufficiale giudiziario sequestr? formalmente l’auto, mettendola in sicurezza in un parcheggio della stazione di polizia.

10. Le copie delle decisioni summenzionate non sono state presentate alla Corte.

11. Un perito nominato dal tribunale ha stimato il valore dell’auto in 14.100 zloty polacchi (PLN ? circa 3.525 euro (EUR)) alla data del sequestro. A quel tempo, l’auto non aveva un certificato di revisione tecnica aggiornato.

12. Il 30 dicembre 2005 il tribunale regionale di Siedlce accus? il ricorrente di rapina e frode commessi in una banda criminale organizzata.

13. Il 6 maggio 2009 il tribunale distrettuale di Siedlce lo ha condannato come imputato (n. IIK 25/06 ).

14. L’8 marzo 2010 il tribunale regionale di Siedlce ha annullato tale sentenza e ha rinviato la causa (IIKa 436/09 ).

15. Il 16 settembre 2010 il tribunale regionale di Siedlce ordin? che l’auto fosse venduta e che i proventi della vendita fossero depositati presso il tribunale.

16. Il 17 giugno 2011 la Corte Regionale di Siedlce ha condannato il ricorrente, condannandolo a cinque anni di reclusione. ? stato condannato a pagare 6.000 PLN (1.500 EUR) di danni alla vittima e spese processuali per un importo di 1.400 PLN (350 EUR).

17. Un’asta ? stata programmata due volte in date non specificate nel 2010 o nel 2011. L’auto non ? stata venduta perch? non c’erano acquirenti. Dal momento del sequestro, l’auto ? rimasta alla polizia.

18. Sembra che pi? o meno nello stesso periodo, il ricorrente sia stato libero di ritirare la sua auto ma abbia deciso di non farlo.

19. Nel 2012 ha citato in giudizio l’erario di Stato per 15.000 PLN per la perdita della sua auto sequestrata.

20. Il 13 giugno 2013 un esperto nominato dal tribunale ha valutato l’auto a 1.300 PLN ( 325 EUR ). Il calo di valore era stato determinato, secondo l’esperto, dall’auto ferma per un lungo periodo di tempo senza essere protetta dalla corrosione, senza che si cambiasse l’olio e si caricasse la batteria. A parere del perito, le suddette misure non facevano parte della manutenzione ordinaria dei veicoli custoditi dalle forze dell’ordine. Il perito ha concluso che il deprezzamento dell’auto non era quindi dovuto ad una mancanza di diligenza da parte delle autorit? preposte al suo deposito.

21. Il 15 ottobre 2013 il tribunale distrettuale di Siedlce ha concesso al ricorrente un risarcimento per un importo di 2.100 PLN (525 EUR), ritenendo che le condizioni deplorevoli dell’auto fossero dovute in parte al trascorrere del tempo e in parte al fallimento delle autorit? responsabili il suo stoccaggio per garantirne la corretta manutenzione. Su quest’ultimo punto, il giudice ha ritenuto che se, come aveva concluso il perito, la mancata esecuzione di interventi di manutenzione quali la protezione dell’auto dalla corrosione, il cambio dell’olio e la ricarica della batteria avesse determinato il deterioramento delle condizioni tecniche del veicolo, quelle sarebbero state quindi necessarie misure per un’eventuale conservazione diligente. In altre parole, la corte non era d’accordo con l’esperto che le misure da lui elencate erano “extra” e non di routine.

Il risarcimento rappresentava la differenza tra il valore di mercato di un’autovettura mantenuta di marca e modello simile e il veicolo in questione.

22. Il 25 marzo 2014 il tribunale regionale di Siedlce ( S?d Okr?gowy ) ha annullato tale sentenza e ha rinviato la causa, osservando, tra l’altro , che il giudice di primo grado avrebbe dovuto esaminare se il sequestro dell’auto nel corso degli anni fosse stato giustificato o se una vendita avrebbe dovuto essere ordinata prima. La corte d’appello ha anche osservato che la conclusione del tribunale secondo cui la diminuzione di valore dell’auto era stata in parte causata dalla sua negligente manutenzione non era coerente con le conclusioni del perito.

23. Il 16 febbraio 2015 il tribunale distrettuale di Siedlce ha respinto l’azione del ricorrente. Ha accettato che l’auto del ricorrente valesse PLN 14.100 nel 2005 e 1.300 PLN nel 2013, come valutato dagli esperti, ma ha ritenuto di non aver dimostrato che il danno fosse stato causato da una “flagrante e senza dubbio violazione della legge” da parte del pubblico ministero e del tribunale responsabile della vettura confisca. Il giudice ha osservato, riferendosi alla perizia del 2013, che il valore dell’auto sarebbe diminuito nel tempo, indipendentemente dal fatto che fosse stata o meno sequestrata, e che era stata conservata con adeguata diligenza. Su quest’ultimo punto, il tribunale ha ritenuto che gli agenti di polizia incaricati di custodire l’auto nel parcheggio della polizia fossero stati adeguatamente informati dei loro obblighi di diligenza. L’auto era stata parcheggiata in un parcheggio custodito e non aveva subito danni meccanici. In considerazione della difficile situazione finanziaria del ricorrente, il tribunale ha deciso di rinunciare alle spese processuali.

24. L’11 giugno 2015 il Tribunale regionale di Siedlce ha confermato tale sentenza in appello, avallando le valutazioni di fatto e di diritto del giudice di primo grado.

QUADRO GIURIDICO E PRATICA RILEVANTI

PROPRIET? E SEQUESTRO DEI BENI
25. Il diritto e la pratica interni relativi al sequestro di propriet? nei procedimenti penali sono esposti nella decisione di inammissibilit? della Corte nel caso Adamczyk c. Polonia (dec.), n. 28551/04 , 7 novembre 2006.

26. Inoltre, l’articolo 64 della Costituzione recita:

?1. Ogni individuo ha diritto alla propriet?, ad altri diritti di propriet? e al diritto di successione.

2. Ciascuno, su base paritaria, riceve tutela giuridica in materia di propriet?, altri diritti patrimoniali e diritto di successione.

3. Il diritto di propriet? pu? essere limitato solo mediante legge e solo nella misura in cui non violi la sostanza di tale diritto?.

27. Ai sensi dell’articolo 217 ? 1 del codice di procedura penale ( Kodeks Post?powania Karnego ), gli elementi da utilizzare come prova in un procedimento penale o per garantire il pagamento di ammende possono essere sequestrati dalla polizia o dalle autorit? di perseguimento penale.

28. Gli ordini di sequestro riguardanti la propriet? di indagati o imputati sono regolati dagli articoli da 291 a 295 del CCP.

29. Le modalit? di esecuzione dei provvedimenti di sequestro sono regolate dalle disposizioni del codice di procedura civile. In particolare, ai sensi dell’articolo 856 di tale codice, chiunque sia incaricato della custodia ( doz?r ) dei beni mobili sequestrati deve agire con la diligenza necessaria affinch? il valore dell’oggetto in questione non diminuisca. Ai sensi dell’articolo 857 del codice di procedura civile, il custode dei beni non risponde di alcun danno o perdita se ha agito con la necessaria diligenza.

30. Nella prassi delle autorit? amministrative e dei tribunali nazionali, cos? come nella dottrina giuridica, si intende che le disposizioni di cui sopra impongono l’obbligo di custodire i beni anzich? limitarsi a conservarli ( przechowywanie ). Il rispetto di tale obbligo ? valutato con riferimento al diritto civile sostanziale che disciplina la conservazione (artt. 355 e 471 cc), ovvero come se il custode avesse obblighi contrattuali rispetto al bene. Il custode deve quindi visualizzare un sufficiente grado di cura sull’oggetto per poter tornare l’oggetto in un non – stato deteriorato ( w niepogorszonym stanie ) e senza deprezzamento del suo valore ( aby rzeczy oddane w dozor nie straci?y na warto?ci ). Il custode pu? sottrarsi alla responsabilit? per il deterioramento o il deprezzamento del valore della cosa solo se ha dimostrato la dovuta diligenza e il danno non poteva essere evitato, cio? era inevitabile (vedi sentenza della Suprema Corte del 26 aprile, 1966 r,. mi CR 312/63 ; (ed.) Commentario al codice di procedura civile, Volume III di K. Piasecki 6 ? edizione, Varsavia, 2015; Commentario al codice di procedura civile di A. Zieli?ski (a cura di), 9a edizione, Varsavia, 2017). Quanto a quest’ultimo, si ? ritenuto che chi esercita attivit? di custodia di autoveicoli sequestrati ? vincolato dagli obblighi di speciale diligenza richiesti ai professionisti. L’assunzione di un atteggiamento passivo nei confronti di un veicolo immagazzinato ? incompatibile con tale due diligence (cfr. sentenza del tribunale distrettuale di Gdynia del 6 marzo 2018, n. IC 1660/16 ).

31. Questa interpretazione ? corroborata dalla giurisprudenza dei tribunali amministrativi i quali ritengono che il custode dei beni sequestrati abbia il diritto di chiedere il rimborso delle spese direttamente connesse con la protezione ( zebezpieczenie ) dei beni mobili di cui ? affidato al danno. Questi dipenderanno dalle circostanze quali il luogo di conservazione, le condizioni di cura, le dimensioni dell’oggetto (si veda, ad esempio, la sentenza del Tribunale amministrativo regionale di Danzica del 15 dicembre 2016, n. III SA/Gd 932/16 ).

32. La vendita pubblica dei beni sequestrati ? disciplinata dall’articolo 232 del CCP come segue:

?1. Gli articoli che sono facilmente deperibili o la cui conservazione comporterebbe spese irragionevoli o eccessive difficolt?, o causerebbe una significativa diminuzione del valore, possono essere venduti secondo la procedura applicata dalle autorit? [di esecuzione] appropriate. La decisione di vendere pu? essere emessa dal pubblico ministero nel corso del procedimento preliminare, e dal giudice nel procedimento giudiziario…

2. Il ricavato della vendita ? depositato presso il tribunale.

…?

RISARCIMENTO DALL’ERARIO DELLO STATO
33. L’ articolo 77 ? 1 della Costituzione recita:

?Ognuno ha diritto al risarcimento del danno che gli ? arrecato da ogni atto contrario alla legge di un organo della pubblica autorit??.

34. L’ articolo 417 ? 1 del codice civile ( Kodeks Cywilny ) stabilisce una norma generale sulla responsabilit? dello Stato per i danni causati da un’autorit? pubblica. La parte rilevante di questa disposizione recita come segue:

“L’erario di Stato … ? responsabile per qualsiasi danno ( szkoda ) causato da un atto illecito o da un’omissione [commessa] in relazione all’esercizio della pubblica autorit?”.

35. L’ articolo 417 1 ? 2 del codice civile cos? recita:

?Ove il danno sia stato causato dalla pronuncia di una sentenza o decisione definitiva, il risarcimento del danno pu? essere chiesto dopo che l’illegittimit? [della sentenza o decisione] ? stata accertata nel relativo procedimento, salvo quanto diversamente previsto dalla legge?.

36. Nella prassi dei tribunali nazionali, un ricorso ai sensi dell’articolo 417 1 del codice civile non sorge a meno che l’atto o l’omissione che ha causato il danno non sia stata dichiarata illegittima in procedimenti separati ( prejudykat ) (si veda la sentenza della Corte regionale di S?upsk del 2 febbraio 2017, IC 342/16 ).

37. Per “danno” di cui alle presenti disposizioni si intende il danno patrimoniale, definito nell’articolo 361 ? 2 del codice civile come “perdite e lucro cessante che una parte lesa avrebbe potuto subire se non avesse subito un danno”.

LA LEGGE

PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
38. Il ricorrente si lamentava essenzialmente che il sequestro della sua auto era equivalso a un controllo ingiustificato dell’uso della sua propriet?, in violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, che recita come segue:

?Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al godimento pacifico dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.

Le precedenti disposizioni non pregiudicano tuttavia in alcun modo il diritto di uno Stato di far applicare le leggi che ritenga necessarie per controllare l’uso dei beni secondo l’interesse generale o per garantire il pagamento di tasse o altri contributi o sanzioni. “

ammissibilit?
39. La Corte nota che il ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell’articolo 35 ? 3 (a) della Convenzione. Rileva inoltre che non ? inammissibile per nessun altro motivo. Deve pertanto essere dichiarato ammissibile.

meriti
Le argomentazioni delle parti
(un) Il candidato

40. Il ricorrente si ? lamentato che il sequestro della sua auto era equivalso a un controllo ingiustificato dell’uso della sua propriet?, in violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1. Ha anche lamentato che il tribunale civile non aveva ottenuto una valutazione dell’auto da un esperto ufficiale.

41. Il richiedente present?, tra le altre cose, che l’interferenza era stata illegittima in quanto le disposizioni che regolano i sequestri di propriet? non specificavano come le autorit? che immagazzinavano un oggetto sequestrato avrebbero dovuto prendersene cura per evitarne il deprezzamento. La normativa penale in questione taceva anche sulla questione della vendita dei beni mobili sequestrati.

42. Il ricorrente ha anche sostenuto che il sequestro era stato ingiustificato e gli aveva imposto un onere eccessivo. In particolare, il valore della sua auto, che era stato valutato in modo impreciso, era stato sproporzionatamente superiore a eventuali multe o danni per i quali avrebbe dovuto garantire il pagamento. Gli interessi di eventuali vittime dei presunti reati non erano stati una giustificazione legittima per il sequestro, in quanto si trattava di interessi individuali e non pubblici.

43. Il richiedente dibatt? anche che, poich? il veicolo era incline a essere facilmente danneggiato da un immagazzinamento disattento, le autorit? avrebbero dovuto metterlo all’asta prima che perdesse valore, cio? subito dopo il sequestro. Tale vendita sarebbe stata conforme all’articolo 864 del codice di procedura civile.

44. Il ricorrente ha sottolineato che la sua lamentela non riguardava solo il sequestro iniziale dell’auto, che avrebbe potuto essere giustificato, ma soprattutto il fatto che le autorit? avevano permesso che il suo valore diminuisse perch? il veicolo era stato tenuto per anni all’aperto, fermo e senza una corretta manutenzione. In assenza di un’adeguata assistenza tecnica, come era avvenuto, agire nell’interesse generale sarebbe stato quello di mettere all’asta l’auto piuttosto che tenersela.

45. Per quanto riguarda i successivi procedimenti civili, il ricorrente ha sostenuto che il tribunale nazionale avrebbe dovuto pronunciarsi sulla responsabilit? dello Stato per aver causato la perdita di valore del suo veicolo sulla base dell’articolo 856 ? 1 del codice civile. Il valore perduto avrebbe dovuto essere calcolato come differenza tra quanto valeva l’auto il giorno del sequestro, da un lato, e il giorno della sentenza della corte d’appello, dall’altro. La perdita di valore dell’auto non avrebbe dovuto essere calcolata come la differenza tra il valore di mercato di un’auto sottoposta a manutenzione di marca e modello simile e il prezzo del veicolo in questione. Infine, se l’auto fosse stata custodita con la necessaria diligenza era una questione legale e, come tale, avrebbe dovuto essere valutata interamente da un giudice, e non da un esperto d’ufficio la cui unica capacit? professionale era stata quella di valutare il valore dell’auto e determinare le cause tecniche del deprezzamento. Dal punto di vista del ricorrente, la sentenza del tribunale civile era stata quindi arbitraria.

(b) Il governo

46. Il Governo ha sostenuto che, interferendo con il pacifico godimento dei beni del ricorrente, le autorit? statali hanno agito in conformit? con la legge e hanno trovato un giusto equilibrio tra le esigenze degli interessi generali della comunit? e le esigenze della protezione del ricorrente diritti fondamentali. In particolare, il sequestro del veicolo in questione era avvenuto nell’ambito di un procedimento penale a suo carico. Era stato accusato e poi condannato per gravi reati contro la propriet? di terzi.

47. Il Governo ha anche sostenuto che il valore dell’auto non aveva superato l’importo totale delle richieste di risarcimento danni e multe che potevano, ed erano state in definitiva, imposte al ricorrente dal tribunale penale. Inoltre, l’auto del ricorrente era anche servita come prova nel caso.

48. Le autorit?, consapevoli del progressivo deprezzamento dell’auto, avevano fatto veri tentativi di venderla mentre il procedimento penale era in corso. Le aste di auto erano fallite per ragioni oggettive, ovvero mancanza di interesse da parte di eventuali acquirenti.

49. Il Governo sostiene inoltre che il ricorrente era stato in pre – custodia cautelare da febbraio a luglio 2005 e per tutto gennaio 2007. Poi ? stato mandato in prigione a scontare una pena di cinque anni. Ne consegue che, per gran parte del periodo di cui trattasi, il ricorrente non avrebbe potuto comunque usufruire del proprio veicolo.

50. Infine, il Governo ha reiterato le conclusioni dei tribunali civili secondo cui lo Stato non era responsabile per la perdita di valore dell’auto del ricorrente, che era stata causata esclusivamente dal passare del tempo. Il ricorrente avrebbe potuto, ma non impugnare, la perizia dalla quale il tribunale civile aveva tratto le sue conclusioni. Dal punto di vista del governo, il rapporto era stato completo e completo.

51. Riguardo al processo decisionale, il Governo dibatt? che il richiedente aveva goduto di un procedimento equo. Inoltre, le sentenze dei tribunali, che erano state ampiamente motivate, non erano state viziate da alcun errore manifesto.

La valutazione della Corte
(un) Principi generali

52. L’articolo 1 del Protocollo n ? 1, che garantisce il diritto alla protezione della propriet?, contiene tre norme distinte (si veda, tra molte altre, JA Pye (Oxford) Ltd e JA Pye (Oxford) Terreno Ltd contro. Gli Stati Unito [GC], n. 44302/02 , ? 52, CEDU 2007-III, Anheuser-Busch Inc. contro il Portogallo. [GC], n. 73049/01 , ? 62, CEDU 2007-I; . AGOSI v Stati Kingdom , 24 ottobre 1986, ? 48, serie A n. 108, e H?benczius c. Ungheria , n. 44473/06 , ? 27, 21 ottobre 2014):

?la prima norma, enunciata nel primo periodo del primo comma, ? di carattere generale ed enuncia il principio del pacifico godimento dei beni; la seconda norma, contenuta nella seconda frase del primo comma, riguarda la privazione dei beni e la sottopone a determinate condizioni; la terza regola, enunciata al secondo comma, riconosce agli Stati contraenti il diritto, tra l’altro, di controllare l’uso dei beni secondo l’interesse generale. Le tre regole non sono, tuttavia, ‘distinte’ nel senso di essere scollegate. La seconda e la terza regola riguardano casi particolari di interferenza con il diritto al godimento pacifico della propriet? e devono pertanto essere interpretate alla luce del principio generale enunciato nella prima regola?.

53. Un sequestro di beni a fini giudiziari si riferisce normalmente al controllo dell’uso dei beni, che rientra nell’ambito dell’articolo 1, secondo comma, del Protocollo n. 1 alla Convenzione (si veda, tra le altre, Raimondo c. Italia , 22 febbraio 1994, ? 27, serie A n. 281?A; JGK Statyba Ltd e Guselnikovas , citata, ? 117; H?benczius , citata, ? 28; Lachikhina c. Russia , n. 38783/07 , ? 58 , 10 ottobre 2017; D?ini? c. Croazia , n. 38359/13 , ? 62 e 62, 17 maggio 2016; e Adamczyk (dec.), citata; contrasto Waldemar Nowakowski c. Polonia , no. 55167/11 , ? 46, 24 luglio 2012).

54. Affinch? un’ingerenza sia compatibile con l’articolo 1 del Protocollo n. 1 deve essere lecita, essere nell’interesse generale ed essere proporzionata, cio? deve trovare un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e le esigenze della tutela dei diritti fondamentali dell’individuo (si veda, tra molte altre autorit?, Beyeler c. Italia [GC], n. 33202/96 , ? 107, CEDU 2000-I, e JA Pye (Oxford) Ltd e JA Pye (Oxford) Land Ltd [GC], sopra citata, ? 75). Il giusto equilibrio richiesto non sar? raggiunto qualora la persona interessata sopporti un onere individuale ed eccessivo (vedi Sporrong e L?nnroth c. Svezia , 23 settembre 1982, ?? 69 ? 74, Serie A n. 52, e H?benczius , sopra citata, ? 29).

55. L’applicazione di misure cautelari nell’ambito di procedimenti giudiziari, volte ad anticipare un’eventuale confisca dei beni, era gi? ritenuta nell’?interesse generale? della comunit? (si veda, ad esempio, Borzhonov c. Russia , n. 18274/04 , ? 58, 22 gennaio 2009, e le cause ivi citate, East West Alliance Limited c. Ucraina , n. 19336/04 , ? 187, 23 gennaio 2014 e D?ini? , sopra citata, ? 65).

56. La Corte ribadisce che mentre qualsiasi sequestro o confisca comporta un danno, il danno effettivo subito non dovrebbe essere pi? esteso di quello che ? inevitabile, se deve essere compatibile con l’articolo 1 del Protocollo n. 1 (vedere D?ini? , ? 68 in fine , e H?benczius , ? 30 in fine , entrambi citati sopra).

57. La Corte ribadisce che, sebbene l’articolo 1 del Protocollo n. 1 non garantisca un diritto al risarcimento integrale in ogni circostanza, i termini di risarcimento sono rilevanti per valutare se la normativa impugnata trovi un giusto equilibrio tra i vari interessi in gioco e, in particolare , se non imponga un onere sproporzionato ai ricorrenti. A questo proposito, la Corte ha gi? ritenuto che l’acquisizione di un bene senza pagamento di un importo ragionevolmente correlato al suo valore costituir? normalmente un’ingerenza sproporzionata, e una totale mancanza di risarcimento pu? essere considerata giustificabile solo ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. in circostanze eccezionali (vedi The Holy Monasteries c. Greece , 9 dicembre 1994, ? 71, serie A n. 301 ? UN). L’articolo 1 del Protocollo n. 1, tuttavia, non garantisce il diritto a un risarcimento completo in tutte le circostanze (si veda James e altri c. Regno Unito , n. 8793/79 , ? 54, 21 febbraio 1986; Broniowski c. Polonia [ GC], n. 31443/96 , ? 182, CEDU 2004-V, e Scordino c. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97 , ? 95, CEDU 2006 – V).

(b) Applicazione dei principi di cui sopra al caso di specie

58. Non ? in discussione tra le parti che la misura equivalesse a un’interferenza con il diritto del ricorrente al pacifico godimento dei suoi beni. Il sequestro dell’auto del ricorrente ? stato una restrizione temporanea, sebbene protratta, all’uso della sua propriet? e non ha comportato un trasferimento di propriet?. La Corte segue quindi il principio generale di cui sopra e considera l’ingerenza in questione essere il controllo dell’uso della propriet? ai sensi del secondo paragrafo dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (si veda, mutatis mutandis , Lachikhina , ? 58; Adamczyk ( dec.); e H?benczius , ? 28, tutti sopra citati).

59. Il veicolo del ricorrente ? stato sequestrato, sulla base dell’ordine di sequestro, al fine di garantire il pagamento di qualsiasi multa o danno derivante dal procedimento penale in corso all’epoca dei fatti contro il ricorrente (vedere paragrafo 6 sopra). A parte l’osservazione del Governo nel paragrafo 47 sopra, che non ? supportata da alcun documento, la Corte non ha alcuna conoscenza che l’auto doveva anche servire come prova. In entrambi i casi, il diritto del pubblico ministero di ordinare il sequestro dei beni ? sancito dall’articolo 291 del codice di procedura penale (paragrafo 28 supra). Di conseguenza, la Corte ? convinta che il sequestro del veicolo del ricorrente nella presente causa fosse legittimo (si veda, mutatis mutandis , Adamczyk (dec.), cit.). La questione se il quadro normativo non disciplinasse, come sostenuto dal ricorrente, le condizioni per la custodia dei beni mobili sequestrati, sar? affrontata dalla Corte in prosieguo nella sua analisi della proporzionalit? della misura.

60. La Corte ritiene inoltre che la misura impugnata fosse nell’interesse generale della comunit?, vale a dire garantire il corretto svolgimento dei procedimenti giudiziari (si veda, mutandis mutandis , JGK Statyba Ltd e Guselnikovas , citata sopra, ? 125). ? quindi irrilevante che il sequestro sia stato in parte inteso a garantire il risarcimento dei danni alle vittime private dei reati contestati al ricorrente.

61. Proseguendo, la Corte ribadisce che, anche se avvenuta ?nelle condizioni previste dalla legge? ? implicando l’assenza di arbitrariet? ? e nell’interesse pubblico, un’ingerenza nel diritto al pacifico godimento dei beni deve trovare sempre un ?giusto equilibrio? tra le esigenze dell’interesse generale della collettivit? e le esigenze della tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. In particolare, deve sussistere un ragionevole rapporto di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo perseguito (si veda Immobiliare Saffi c. Italia [GC], n. 22774/93 , ? 49, CEDU 1999 – V, e JGK Statyba Ltd e Guselnikovas , cit., ? 127).

62. Nella presente causa, l’essenza della doglianza del ricorrente ? che il sequestro della sua auto era stato ingiustificato e gli aveva imposto un onere eccessivo. A tal fine, la ricorrente ha sollevato i seguenti punti. (i) Il valore iniziale della sua auto era stato sproporzionatamente superiore a qualsiasi multa o danno che avrebbe dovuto garantire. (ii) Le autorit? non avevano messo all’asta l’auto in modo tempestivo. Invece, (iii) a causa di un inadeguato stoccaggio e della mancanza di un’adeguata cura e manutenzione tecnica, avevano consentito che il valore dell’auto diminuisse al punto che il veicolo era diventato inservibile ai fini del procedimento giudiziario o per il ricorrente, del tutto. Infine, (iv) il tribunale civile non aveva risarcito il richiedente per la sua perdita di propriet? risultante dalla sequestro. Quanto a quest’ultimo,

63. La Corte osserva che mentre il veicolo in questione era un mezzo di trasporto personale, non ci sono prove che suggeriscano che il sequestro abbia avuto un impatto significativo sul ricorrente, che avrebbe influenzato, ad esempio, la sua vita personale o professionale, in particolare poich?, a quanto pare, all’epoca dei fatti non era praticamente in libert? (paragrafo 49 supra).

64. La Corte rileva, tuttavia, che il veicolo ? stato sequestrato dal febbraio 2005 e che, tra il 2005 e il 2013, il suo valore ? diminuito di dieci volte. Cinque anni dopo il sequestro dell’auto, il tribunale nazionale consider? la misura alternativa di mettere all’asta il veicolo (vedere paragrafi 17 sopra).

65. Sembra che qualche tempo dopo le aste fallite al ricorrente sia stato permesso di ritirare la sua auto, ma si ? rifiutato di farlo in considerazione delle sue condizioni deplorevoli e del fatto che il suo valore di mercato non era superiore a EUR 325 (vedere paragrafi 11, 18 e 20 sopra). La Corte accetta come probabile che se il richiedente avesse riacquistato il controllo della sua propriet? prima, avrebbe potuto vendere la sua auto mentre il valore era ancora significativo.

66. ? vero che, indipendentemente dal fatto che il valore iniziale dell’auto fosse proporzionato o meno alle eventuali ammende o danni per i quali avrebbe dovuto garantire il pagamento, il sequestro dell’auto, alla fine, non ? servito al suo scopo originario. Quando il ricorrente ? stato infine condannato, il risarcimento per la vittima dei suoi reati e le spese di giudizio ammontavano a un totale di EUR 1.850 (vedere sentenza del 17 giugno 2011, paragrafo 16 supra).

67. La Corte osserva, tuttavia, che il sequestro del veicolo non ? di per s? criticabile, in particolare in considerazione del margine di apprezzamento consentito dall’articolo 1, secondo comma, del Protocollo n. 1 e del procedimento penale contro il richiedente. La Corte ammette inoltre che qualsiasi sequestro o confisca comporti un danno. Il danno effettivo subito, tuttavia, non dovrebbe essere pi? esteso di quello che ? inevitabile, se deve essere compatibile con l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere paragrafo 60 supra).

68. Per determinare se il danno subito dal ricorrente fosse inevitabile o meno, la Corte deve rispondere se fosse ragionevole trattenere l’auto per tutto il tempo necessario e valutare se le autorit? abbiano consentito condizioni di custodia adeguate e custodito l’auto con le dovute cura.

69. Quanto alla durata della misura, la Corte ammette che la corretta amministrazione della giustizia richiede tempo (si veda, mutatis mutandis , JGK Statyba Ltd e Guselnikovas , citata sopra, ?? 131 e 132). Tuttavia, quando ? in gioco una questione di interesse generale, in particolare quando la questione riguarda i diritti umani fondamentali come quelli relativi alla propriet?, le autorit? pubbliche devono agire in tempo utile (ibidem, ? 133).

70. Tenendo conto degli elementi del caso descritti nei paragrafi precedenti (paragrafi 64-66 supra), la Corte ritiene che il fatto che il sequestro dell’auto non abbia in definitiva raggiunto il suo scopo originario non rende automaticamente la misura ingiustificata mediante rinvio all’interesse pubblico. Il sequestro dell’auto, anche se protratto nel tempo, ? stato giustificato durante tutto il procedimento penale cos? come si ? sviluppato all’epoca dei fatti.

71. Quanto alla questione dell’asta dell’auto, tuttavia, la Corte non pu? che concludere che, essendo il bene sequestrato deperibile e con riferimento alla proporzionalit? del provvedimento, l’asta non era stata organizzata in tempo utile.

72. Sulla questione della diligenza nella manutenzione dell’auto, la Corte prima fa riferimento alle constatazioni tecniche fatte dall’esperto nominato dal tribunale nazionale ai fini del procedimento civile. L’esperto ha ritenuto che il deprezzamento dell’auto entro il 2013, fosse dovuto al fatto che era rimasta ferma per un lungo periodo di tempo senza essere protetta dalla corrosione e senza che l’olio venisse cambiato e la batteria caricata (paragrafo 20 supra). Ha anche osservato che il deposito e l’esecuzione di tale tipo di manutenzione non era una pratica di routine tra le forze di polizia, le cui azioni in qualit? di custodi dei veicoli sequestrati si limitavano alla loro custodia in parcheggi sicuri (ibid.).

73. La Corte osserva che, anche se il quadro giuridico esistente non imponeva obblighi specifici in relazione alla custodia dei beni mobili sequestrati, il custode era tuttavia tenuto da un obbligo generale di “custodire” l’oggetto, vale a dire, agire con la diligenza necessaria per garantire che il valore dell’oggetto sequestrato non diminuisse (vedere paragrafi 29-31 supra).

74. Era quindi la legge applicabile, ma soprattutto il buon senso, che le autorit? responsabili del sequestro dell’auto del ricorrente avrebbero dovuto conservarla in condizioni adeguate (cio? al chiuso). La Corte non ritiene che un tale requisito avrebbe comportato un onere impossibile o sproporzionato per le autorit?. In tal caso, tuttavia, le autorit? avrebbero sempre potuto fare una scelta tempestiva di mettere all’asta l’auto (si veda l’articolo 232 del CCP, paragrafo 32 supra).

75. Al contrario, la Corte rileva che richiedere alle autorit? responsabili del sequestro di eseguire la manutenzione tecnica, come il cambio dell’olio e la ricarica della batteria, avrebbe rappresentato per loro un onere impossibile o sproporzionato.

76. Qualunque cosa accada, la Corte rileva che mantenere il veicolo completamente immobilizzato per molti anni in un parcheggio all’aperto ? come ? accaduto con l’auto del ricorrente ? non pu? essere considerato due diligence.

77. La Corte pertanto conclude che, nelle circostanze della causa, il danno subito dal ricorrente era pi? esteso di quello che era inevitabile. Ne consegue che la corte nazionale ha commesso un errore manifesto di giudizio nel considerare che le autorit? avevano offerto il necessario livello di diligenza al veicolo del ricorrente.

78. Infine, la Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo n. 1 non fa sorgere di per s? un diritto al risarcimento per qualsiasi danno asseritamente subito a causa del sequestro di beni nel corso del procedimento penale ( v., mutatis mutandis , H?benczius , sopra citata, ? 30). Spetta in linea di principio agli Stati contraenti definire le condizioni del diritto al risarcimento in tali circostanze e non si pu? affermare che la portata del rimedio risarcitorio nel caso di specie, che richiedeva la prova di un illecito, fosse tale da imporre un onere individuale ed eccessivo su di lui (v., mutatis mutandis , Adamczyk (dec.), cit.).

79. La Corte osserva che, nell’ambito del quadro giuridico esistente, ? possibile per i singoli ritenere lo Stato responsabile in modo illecito per atti di dipendenti o agenti di un’autorit? pubblica. Nel contesto di un sequestro di auto, un querelante dovrebbe dimostrare, ad esempio, che il pubblico ministero ha oltrepassato la sua autorit? nel formulare accuse penali contro di lui o che la sua azione penale era stata altrimenti illegale, o che l’auto era stata danneggiata in conseguenza di un atto illecito commesso dalle autorit?, doloso o colposo, in qualit? di custode del veicolo (vedi Adamczyk (dec.), cit.).

80. Il potere di controllo della Corte si limita ad accertare se la scelta dei termini di risarcimento rientri nell’ampio margine di discrezionalit? dello Stato in quest’area (si veda mutatis mutandis , James e altri , citata sopra, ? 54).

81. Nella presente causa, la Corte non contesta il quadro giuridico esistente, in base al quale le azioni illecite contro l’erario dello Stato erano soggette a determinate condizioni. Ma il fatto che il ricorrente non abbia ottenuto il risarcimento del danno subito, ha reso eccessivo il suo onere individuale. Ne consegue che, nelle circostanze del caso di specie, ? stato sconvolto il ?giusto equilibrio? da ricercare tra la tutela del diritto di propriet? e le esigenze dell’interesse generale.

82. C’? stata quindi una violazione dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.

APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
83. L’ articolo 41 della Convenzione prevede:

?Se la Corte rileva che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte Contraente interessata consente solo un risarcimento parziale, la Corte, se necessario, concede un’equa soddisfazione al parte lesa.”

Danno
84. Il ricorrente reclam? 12.800 zloty polacchi (PLN, approssimativamente, 3.200 euro, EUR) a riguardo del danno patrimoniale. Il ricorrente ha spiegato che il danno patrimoniale richiesto rappresentava la differenza tra il valore dell’auto al momento del sequestro e quello del 2013. Il ricorrente ha inoltre chiesto 10.000 euro a titolo di danno morale.

85. Il Governo dibatt? che le rivendicazioni del richiedente erano ingiustificate ed eccessive.

86. La Corte assegna al richiedente, sulla base dell’equit?, EUR 2.500 a riguardo del danno patrimoniale e non patrimoniale combinato.

Interessi di mora
87. La Corte ritiene opportuno che il tasso di interesse di mora sia basato sul tasso di prestito marginale della Banca centrale europea, al quale dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuali.

PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE,

Dichiara ammissibile il ricorso;
Sostiene che c’? stata una violazione dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 della Convenzione;
tiene
(un) che lo Stato convenuto deve pagare al ricorrente, entro tre mesi, EUR 2.500 (duemilacinquecento euro), pi? qualsiasi imposta che potrebbe essere a suo carico, in relazione al danno patrimoniale e non patrimoniale, da convertire in polacco zloty al tasso applicabile alla data di regolamento;

(b) che dalla scadenza dei suddetti tre mesi fino al regolamento saranno dovuti interessi semplici sull’importo di cui sopra ad un tasso pari al tasso di prestito marginale della Banca Centrale Europea durante il periodo di default maggiorato di tre punti percentuali

Fatto in inglese e notificato per iscritto il 21 dicembre 2021, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento della Corte.

Renata Degener Ksenija Turkovic
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIRST SECTION

CASE OF STOLKOWSKI v. POLAND

(Application no. 58795/15)

JUDGMENT

Art 1 P1 ? Control of the use of property ? Excessive individual burden on applicant who did not receive compensation after lengthy impoundment of his car in police car park, resulting in tenfold decrease in vehicle?s value

STRASBOURG

21 December 2021

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Sto?kowski v. Poland,

The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:

Ksenija Turkovi?, President,
Ale? Pejchal,
Krzysztof Wojtyczek,
Pauliine Koskelo,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski,
Raffaele Sabato, judges,
and Renata Degener, Section Registrar,

Having regard to:

the application against the Republic of Poland lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Polish national, Mr Marek Sto?kowski (?the applicant?), on 5 November 2015;

the decision to give notice to the Polish Government (?the Government?) of the complaint concerning Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and to declare inadmissible the remainder of the application;

the parties? observations;

Having deliberated in private on 30 November 2021,

Delivers the following judgment, which was adopted on that date:

INTRODUCTION

1. The case concerns the lengthy impoundment of the applicant?s car in a police car park, ordered in the framework of criminal proceedings against the applicant, resulting in a tenfold decrease in the vehicle?s value.

THE FACTS

2. The applicant was born in 1975 and is detained in Siedlce Prison. He had been granted legal aid and was represented by Ms A. Bzdy?, a lawyer practising in Warsaw.

3. The Government were represented by their Agent, Ms J. Chrzanowska, and subsequently by Mr J. Sobczak, of the Ministry of Foreign Affairs.

4. The facts of the case, as submitted by the parties, may be summarised as follows.

5. On 8 February 2005 the police seized the applicant?s 1998 Peugeot XV 1.6.

6. On 11 February 2005 the Siedlce Regional Prosecutor issued a decision authorising the seizure of the car (hereinafter ?the seizure order?) with a view to securing the payment of any fines or damages which might be imposed in the criminal proceedings ongoing at that time against the applicant. It was issued under Article 291 of the Code of Criminal Procedure.

7. On 1 March 2005 the Siedlce District Court (S?d Rejonowy) attached a writ of execution to the seizure order.

8. On 11 May 2005 the Siedlce District Court dismissed an interlocutory appeal by the applicant against the seizure order, thereby upholding the seizure of the vehicle in question.

9. On 13 March 2005 a court bailiff formally seized the car, securing it in a police station car park.

10. Copies of the above-mentioned decisions were not submitted to the Court.

11. A court-appointed expert estimated the car?s value as 14,100 Polish zlotys (PLN ? approximately 3,525 euros (EUR)) on the date of seizure. At that time, the car did not have an up-to-date technical inspection certificate.

12. On 30 December 2005 the Siedlce Regional Court charged the applicant with robbery and fraud committed in an organised criminal gang.

13. On 6 May 2009 the Siedlce District Court convicted him as charged (no. IIK 25/06).

14. On 8 March 2010 the Siedlce Regional Court quashed that judgment and remitted the case (IIKa 436/09).

15. On 16 September 2010 the Siedlce Regional Court ordered that the car be sold and that the proceeds of sale be deposited with the trial court.

16. On 17 June 2011 the Siedlce Regional Court convicted the applicant, sentencing him to five years? imprisonment. He was ordered to pay PLN 6,000 (EUR 1,500) in damages to the victim and court fees in the amount of PLN 1,400 (EUR 350).

17. An auction was scheduled twice on unspecified dates in 2010 or 2011. The car was not sold as there were no buyers. Since its seizure, the car has remained with the police.

18. It appears that at around the same time, the applicant became free to collect his car but decided not to do so.

19. In 2012 he sued the State Treasury for PLN 15,000 for the loss of his seized car.

20. On 13 June 2013 a court-appointed expert valued the car at PLN 1,300 (EUR 325). The drop in value had resulted, in the expert?s opinion, from the car being stationary for a long period of time without being protected from corrosion, and without the oil being changed and the battery charged. In the expert?s opinion, the above-mentioned measures had not been part of the routine maintenance of vehicles stored by the police. The expert concluded that the car?s depreciation had not therefore been due to a lack of diligence on the part of the authorities responsible for its storage.

21. On 15 October 2013 the Siedlce District Court awarded the applicant compensation in the amount of PLN 2,100 (EUR 525), holding that the car?s deplorable condition was due partly to the passage of time, and partly to the failure of the authorities responsible for its storage to ensure its proper maintenance. On this last point, the court considered that if, as the expert had concluded, failure to carry out maintenance measures such as protecting the car from corrosion, changing the oil and charging the battery had led to the deterioration of the vehicle?s technical condition, those measures would therefore have been required for any diligent storage. In other words, the court disagreed with the expert that the measures listed by him were ?extra? and not routine.

The compensation represented the difference between the market value of a maintained car of a similar make and model and the vehicle in question.

22. On 25 March 2014 the Siedlce Regional Court (S?d Okr?gowy) quashed that judgment and remitted the case, observing, inter alia, that the first-instance court should have examined whether the seizure of the car over the years had been justified or whether a sale should have been ordered earlier. The appellate court also noted that the trial court?s conclusion that the car?s decrease in value had partly been caused by its negligent maintenance was inconsistent with the findings of the expert.

23. On 16 February 2015 the Siedlce District Court dismissed the applicant?s action. It accepted that the applicant?s car had been worth PLN 14,100 in 2005 and PLN 1,300 in 2013, as valued by the experts, but held that he had failed to prove that the damage had been caused by a ?flagrant and doubtless breach of the law? by the prosecutor and court in charge of the car?s seizure. The court observed, referring to the 2013 expert report, that the car?s value would have decreased over time, irrespective of whether or not it had been seized, and that it had been stored with adequate diligence. On this last point, the court found that the police officers in charge of storing the car in their police car park had been properly informed of their obligations of diligence. The car had been parked in a secure car park and had not been mechanically damaged. In view of the applicant?s difficult financial situation, the court decided to waive the court fees.

24. On 11 June 2015 the Siedlce Regional Court upheld that judgment on appeal, endorsing the first-instance court?s findings of fact and law.

RELEVANT LEGAL FRAMEWORK AND PRACTICE

OWNERSHIP AND SEIZURE OF PROPERTY
25. The relevant domestic law and practice relating to the seizure of property in criminal proceedings is laid out in the Court?s inadmissibility decision in the case of Adamczyk v. Poland (dec.), no. 28551/04, 7 November 2006.

26. In addition, Article 64 of the Constitution reads:

?1. Everyone shall have the right to ownership, other property rights and the right of succession.

2. Everyone, on an equal basis, shall receive legal protection regarding ownership, other property rights and the right of succession.

3. The right of ownership may only be limited by means of a statute and only to the extent that it does not violate the substance of such right.?

27. Under Article 217 ? 1 of the Code of Criminal Procedure (Kodeks Post?powania Karnego), items to be used as evidence in a criminal case or for the purposes of securing the payment of fines may be seized by the police or the prosecution authorities.

28. Seizure orders concerning the property of suspects or accused persons are regulated by Articles 291 to 295 of the CCP.

29. The manner of enforcement of seizure orders is regulated by the provisions of the Code of Civil Procedure. In particular, under Article 856 of that Code, anyone in charge of taking care (doz?r) of seized movable property must act with the diligence necessary to ensure that the value of the object in question does not diminish. Under Article 857 of the Code of Civil Procedure, the custodian of the property is not liable for any damage or loss if they have acted with the necessary diligence.

30. In the practice of administrative authorities and domestic courts, as well as in legal doctrine, the above provisions are understood to impose the obligation of taking care of property as opposed to simply storing it (przechowywanie). The compliance with such obligation is assessed with reference to substantive civil law regulating storage (Articles 355 and 471 of the Civil Code), namely, as if the custodian had contractual obligations in respect of the property. The custodian must therefore display a sufficient degree of care over the object to be able to return the object in a non?deteriorated condition (w stanie niepogorszonym) and without depreciation of its value (aby rzeczy oddane w doz?r nie straci?y na warto?ci). The custodian can escape the liability for the deterioration or the depreciation of the value of the object only if he or she had displayed all due diligence and the damage could not be avoided, that is to say, was inevitable (see judgment of the Supreme Court of 26 April 1966 r., I CR 312/63; Commentary to the Code of Civil Procedure, Volume III by K. Piasecki (ed.) 6th Edition, Warsaw, 2015; Commentary to the Code of Civil Procedure by A. Zieli?ski (ed.), 9th Edition, Warsaw, 2017). As to the latter, it has been held that a person who is in business of storing seized vehicles is bound by the obligations of special due diligence required of professionals. Taking a passive attitude in respect of a vehicle stored, is incompatible with such due diligence (see judgment of the Gdynia District Court of 6 March 2018, no. I C 1660/16).

31. This interpretation is supported by the case-law of administrative courts which hold that a custodian of seized property is entitled to claim a refund of expenses directly related to securing (zebezpieczenie) the movable property which is in his or her care from damage. These will depend on the circumstances such as the storage place, conditions of care, the size of the object (see, for example, judgment of the Gda?sk Regional Administrative Court of 15 December 2016, no. III SA/Gd 932/16).

32. The public sale of seized property is regulated by Article 232 of the CCP as follows:

?1. Items that are easily perishable or whose storage would incur unreasonable expense or excessive hardship, or would cause a significant decrease in value, may be sold in accordance with the procedure applied by the appropriate [enforcement] authorities. The decision to sell may be issued by the public prosecutor in the course of preliminary proceedings, and by the court in court proceedings …

2. The proceeds of sale shall be deposited with the court.

…?

COMPENSATION FROM THE STATE TREASURY
33. Article 77 ? 1 of the Constitution reads:

?Everyone shall have the right to compensation for any harm done to him by any action of an organ of public authority which is contrary to the law.?

34. Article 417 ? 1 of the Civil Code (Kodeks Cywilny) lays down a general rule on State liability for damage caused by a public authority. The relevant part of this provision reads as follows:

?The State Treasury … shall be liable for any damage (szkoda) caused by an unlawful act or omission [committed] in connection with the exercise of public authority.?

35. Article 4171 ? 2 of the Civil Code reads as follows:

?Where damage has been caused by the delivery of a final ruling or final decision, compensation for the damage may be sought after the unlawfulness [of the ruling or decision] has been established in the relevant proceedings, except as otherwise provided by law.?

36. In the practice of the domestic courts, a claim under Article 4171 of the Civil Code does not arise unless the act or omission resulting in damage has been declared unlawful in separate proceedings (prejudykat) (see the S?upsk Regional Court?s judgment of 2 February 2017, IC 342/16).

37. ?Damage? as referred to in these provisions means pecuniary damage, which is defined in Article 361 ? 2 of the Civil Code as ?losses and lost profits which an aggrieved party could have made if he had not sustained damage.?

THE LAW

ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
38. The applicant essentially complained that the seizure of his car had amounted to an unjustified control of use of his property, in breach of Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:

?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.

The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?

Admissibility
39. The Court notes that the application is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.

Merits
The parties? submissions
(a) The applicant

40. The applicant complained that the seizure of his car had amounted to an unjustified control of use of his property, in breach of Article 1 of Protocol No. 1. He also complained that the civil court had not obtained a valuation of the car from an official expert.

41. The applicant submitted, among other things, that the interference had been unlawful in that the provisions regulating property seizures did not specify how the authorities storing a seized object should take care of it in order to avoid its depreciation. The criminal legislation in question was also silent on the issue of the sale of seized movable property.

42. The applicant also submitted that the seizure had been unjustified and had placed an excessive burden on him. In particular, the value of his car, which had been assessed inaccurately, had been disproportionately higher than any potential fines or damages for which it had been meant to secure payment. The interests of any potential victims of the alleged criminal offences had not been a legitimate justification for the seizure, as those were individual and not public interests.

43. The applicant also argued that, since the vehicle had been prone to be easily damaged through inattentive storage, the authorities should have auctioned it before it had lost value, that is, soon after seizure. Such a sale would have been in accordance with Article 864 of the Code of Civil Procedure.

44. The applicant stressed that his grievance was not only about the initial seizure of the car, which might have been justified, but mainly about the fact that the authorities had allowed its value to diminish because the vehicle had for years been kept outdoors, stationary and without proper maintenance. In the absence of proper technical care, as had been the case, acting in the general interest would have been to auction the car rather than to hold on to it.

45. As to the subsequent civil proceedings, the applicant argued that the domestic court should have ruled on the State?s liability for causing the loss of value of his vehicle on the basis of Article 856 ? 1 of the Civil Code. The value lost should have been calculated as the difference between what the car had been worth on the day of seizure, on the one hand, and on the day of the appellate court?s judgment, on the other. The loss in value of the car should not have been calculated as the difference between the market value of a maintained car of a similar make and model and the price for the vehicle in question. Lastly, whether the car had been stored with the necessary diligence was a legal issue and, as such, should have been assessed entirely by a judge, and not by a court-appointed expert whose only professional capacity had been to assess the value of the car and determine the technical causes of depreciation. In the applicant?s view, the civil court?s judgment had thus been arbitrary.

(b) The Government

46. The Government argued that in interfering with the applicant?s peaceful enjoyment of possessions, the State authorities had acted in accordance with the law and struck a fair balance between the demands of the general interests of the community and the requirements of the protection of the applicant?s fundamental rights. In particular, the seizure of the vehicle in question had occurred in the framework of criminal proceedings against him. He had been accused and later convicted of serious offences against the property of third parties.

47. The Government also submitted that the value of the car had not exceeded the total amount of claims for damages and fines which could, and had ultimately been, imposed on the applicant by the criminal court. Moreover, the applicant?s car had also served as evidence in the case.

48. The authorities, aware of the progressing depreciation of the car, had made genuine attempts to sell it while the criminal proceedings had been ongoing. The car auctions had failed for objective reasons, namely a lack of interest from any buyers.

49. The Government also submitted that the applicant had been in pre?trial detention from February to July 2005 and throughout January 2007. He was then sent to prison to serve a five-year sentence. It follows that, for much of the period in question, the applicant would not have been able to make use of his vehicle anyway.

50. Lastly, the Government reiterated the findings of the civil courts that the State was not liable for the loss in value of the applicant?s car, which had been caused solely by the passage of time. The applicant could have but had not challenged the expert report from which the civil court had drawn its conclusions. In the Government?s view, the report had been thorough and comprehensive.

51. With regard to the decision-making process, the Government argued that the applicant had enjoyed fair proceedings. Moreover, the courts? judgments, which had been extensively reasoned, had not been tainted by any manifest error.

The Court?s assessment
(a) General principles

52. Article 1 of Protocol No. 1, which guarantees the right to the protection of property, contains three distinct rules (see, among many other authorities, J.A. Pye (Oxford) Ltd and J.A. Pye (Oxford) Land Ltd v. the United Kingdom [GC], no. 44302/02, ? 52, ECHR 2007?III; Anheuser-Busch Inc. v. Portugal [GC], no. 73049/01, ? 62, ECHR 2007?I; AGOSI v. the United Kingdom, 24 October 1986, ? 48, Series A no. 108; and H?benczius v. Hungary, no. 44473/06, ? 27, 21 October 2014):

?the first rule, set out in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and enunciates the principle of the peaceful enjoyment of property; the second rule, contained in the second sentence of the first paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions; the third rule, stated in the second paragraph, recognises that the Contracting States are entitled, amongst other things, to control the use of property in accordance with the general interest. The three rules are not, however, ?distinct? in the sense of being unconnected. The second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property and should therefore be construed in the light of the general principle enunciated in the first rule.?

53. A seizure of property for legal proceedings normally relates to the control of the use of property, which falls within the ambit of the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention (see, among other authorities, Raimondo v. Italy, 22 February 1994, ? 27, Series A no. 281?A; JGK Statyba Ltd and Guselnikovas, cited above, ? 117; H?benczius, cited above, ? 28; Lachikhina v. Russia, no. 38783/07, ? 58, 10 October 2017; D?ini? v. Croatia, no. 38359/13, ? 62 and 62, 17 May 2016; and Adamczyk (dec.), cited above; contrast Waldemar Nowakowski v. Poland, no. 55167/11, ? 46, 24 July 2012).

54. In order for an interference to be compatible with Article 1 of Protocol No. 1 it must be lawful, be in the general interest and be proportionate, that is, it must strike a ?fair balance? between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights (see, among many other authorities, Beyeler v. Italy [GC], no 33202/96, ? 107, ECHR 2000-I, and J.A. Pye (Oxford) Ltd and J.A. Pye (Oxford) Land Ltd [GC], cited above, ? 75). The requisite fair balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (see Sporrong and L?nnroth v. Sweden, 23 September 1982, ?? 69?74, Series A no. 52, and H?benczius, cited above, ? 29).

55. The application of provisional measures in the context of judicial proceedings, aimed at anticipating a possible confiscation of property, was already held to be in the ?general interest? of the community (see, for example, Borzhonov v. Russia, no. 18274/04, ? 58, 22 January 2009, and the cases cited therein; East West Alliance Limited v. Ukraine, no. 19336/04, ? 187, 23 January 2014; and D?ini?, cited above, ? 65).

56. The Court reiterates that while any seizure or confiscation entails damage, the actual damage sustained should not be more extensive than that which is inevitable, if it is to be compatible with Article 1 of Protocol No. 1 (see D?ini?, ? 68 in fine, and H?benczius, ? 30 in fine, both cited above).

57. The Court reiterates that although Article 1 of Protocol No. 1 does not guarantee a right to full compensation in all circumstances, compensation terms are material to the assessment whether the contested legislation strikes a fair balance between the various interests at stake and, notably, whether it does not impose a disproportionate burden on the applicants. In this connection, the Court has already found that the taking of property without payment of an amount reasonably related to its value will normally constitute a disproportionate interference, and a total lack of compensation can be considered justifiable under Article 1 of Protocol No. 1 only in exceptional circumstances (see The Holy Monasteries v. Greece, 9 December 1994, ? 71, Series A no. 301?A). Article 1 of Protocol No. 1 does not, however, guarantee a right to full compensation in all circumstances (see James and Others v. the United Kingdom, no. 8793/79, ? 54, 21 February 1986; Broniowski v. Poland [GC], no. 31443/96, ? 182, ECHR 2004-V; and Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, ? 95, ECHR 2006?V).

(b) Application of the above principles to the present case

58. It is not in dispute between the parties that the measure amounted to an interference with the applicant?s right to peaceful enjoyment of his possessions. The seizure of the applicant?s car amounted to a temporary, albeit protracted, restriction on the use of his property, and did not entail a transfer of ownership. The Court therefore follows the general principle above and considers the interference in question to be control of the use of property within the meaning of the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 (see, mutatis mutandis, Lachikhina, ? 58; Adamczyk (dec.); and H?benczius, ? 28, all cited above).

59. The applicant?s vehicle was seized, on the basis of the seizure order, with a view to securing payment of any fines or damages resulting from the criminal case ongoing at the material time against the applicant (see paragraph 6 above). Other than for the Government?s submission in paragraph 47 above, which is unsupported by any document, the Court does not have any knowledge that the car was also to serve as evidence. Either way, a prosecutor?s right to order seizure of property is set out in Article 291 of Code of Criminal Procedure (see paragraph 28 above). Accordingly, the Court is satisfied that the seizure of the applicant?s vehicle in the present case was lawful (see, mutatis mutandis, Adamczyk (dec.), cited above). The issue of whether the legal framework did not regulate, as claimed by the applicant, the conditions for the storage of seized movable property, will be addressed by the Court below in its analysis of the proportionality of the measure.

60. The Court also holds that the impugned measure was in the general interest of the community, namely to have the proper conduct of judicial proceedings ensured (see, mutandis mutandis, JGK Statyba Ltd and Guselnikovas, cited above, ? 125). It is therefore irrelevant that the seizure was partly meant to secure the payment of damages for the private victims of the applicant?s alleged offences.

61. Moving on, the Court reiterates that even if it has taken place ?subject to the conditions provided for by law? ? implying the absence of arbitrariness ? and in the public interest, an interference with the right to the peaceful enjoyment of possessions must always strike a ?fair balance? between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights. In particular, there must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be achieved (see Immobiliare Saffi v. Italy [GC], no. 22774/93, ? 49, ECHR 1999?V, and JGK Statyba Ltd and Guselnikovas, cited above, ? 127).

62. In the present case, the essence of the applicant?s complaint is that his car?s seizure had been unjustified and had placed an excessive burden on him. To that end, the applicant raised the following points. (i) The initial value of his car had been disproportionately higher than any fine or damage that it was meant to secure. (ii) The authorities had failed to auction the car in a timely manner. Instead, (iii) through inadequate storage and the lack of proper technical care and maintenance, they had allowed the car?s value to diminish to the point that the vehicle had become useless for the purpose of the judicial proceedings or for applicant, altogether. Lastly, (iv) the civil court had not compensated the applicant for his property loss resulting from the impoundment. As to the latter, the applicant argued that the court had committed a number of procedural and substantive errors, in particular, it had not obtained a counter-estimate regarding the car?s value from an official expert.

63. The Court observes that while the vehicle in question was a means of personal transport, there is no evidence to suggest that the seizure had a significant impact on the applicant, which would have affected, for example, his personal or professional life, especially since, it seems, at the material time he was practically not at liberty (see paragraph 49 above).

64. The Court notes, however, that the vehicle has been seized since February 2005 and that, between 2005 and 2013, its value decreased ten times. Five years into the car?s impoundment, the domestic court considered the alternative measure of auctioning the vehicle (see paragraphs 17 above).

65. It appears that sometime after the failed auctions the applicant was allowed to collect his car, but he refused to do so in view of its deplorable condition and the fact that its market value was no more than EUR 325 (see paragraphs 11, 18 and 20 above). The Court accepts as likely that if the applicant had regained the control of his property sooner, he might have been able to sell his car while the value was still significant.

66. It is true that, whether or not the initial value of the car was proportionate to any fines or damages for which it was meant to secure payment, the car?s impoundment did not, in the end, serve its original purpose. When the applicant was ultimately convicted, the compensation for the victim of his offences and the court fees amounted to a total of EUR 1,850 (see judgment of 17 June 2011, paragraph 16 above).

67. The Court observes, nevertheless, that the seizure of the vehicle is not in itself open to criticism, particularly in view of the margin of appreciation permitted under the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 and to the criminal proceedings against the applicant. The Court also accepts that any seizure or confiscation entails damage. The actual damage sustained, however, should not be more extensive than that which is inevitable, if it is to be compatible with Article 1 of Protocol No. 1 (see paragraph 60 above).

68. To determine whether or not the damage sustained by the applicant was inevitable, the Court must answer whether it was reasonable to withhold the car for as long as it took and to assess whether the authorities afforded adequate storage conditions and guarded the car with due care.

69. As to the duration of the measure, the Court accepts that the proper administration of justice takes time (see, mutatis mutandis, JGK Statyba Ltd and Guselnikovas, cited above, ?? 131 and 132). However, where an issue in the general interest is at stake, in particular when the matter affects fundamental human rights such as those involving property, the public authorities must act in good time (ibid, ? 133).

70. Taking into account the elements of the case described in the preceding paragraphs (see paragraphs 64-66 above), the Court considers that the fact that the car?s seizure did not ultimately serve its original purpose does not automatically render the measure unjustified by reference to the public interest. The impoundment of the car, albeit protracted, was justified throughout the criminal proceedings as they developed at the material time.

71. As to the issue of the car?s auction, however, the Court cannot but conclude that, that given that the property seized was perishable and by reference to the proportionality of the measure, the auction had not been organised in good time.

72. On the issue of diligence in the car?s maintenance, the Court first refers to the technical findings made by the expert appointed by the domestic court for the purposes of the civil proceedings. The expert considered that the car?s tenfold depreciation by 2013, had resulted from it being stationary for a long period of time without being protected from corrosion, and without the oil being changed and the battery charged (see paragraph 20 above). He also noted that the storage and carrying out of maintenance of that kind was not routine practice among the police, whose actions as custodians of seized vehicles were limited to storing them in secure car parks (ibid.).

73. The Court observes that even if the existing legal framework did not impose specific duties in respect of the storage of seized movable property, the custodian was nevertheless bound by a general duty to ?take care? of the object, that is to say, to act with the diligence necessary to ensure that the value of the item seized did not decrease (see paragraphs 29-31 above).

74. It was therefore the applicable law, but above everything, common sense, that the authorities responsible for the impoundment of the applicant?s car should have stored it in adequate conditions (i.e. indoors). The Court does not find that such a requirement would have posed an impossible or disproportionate burden on the authorities. Should that have been the case, however, the authorities could have always made a timely choice to auction the car (see Article 232 of the CCP, paragraph 32 above).

75. Conversely, the Court finds that to require the authorities responsible for the seizure to carry out technical maintenance, such as changing the oil and charging its battery, would have posed an impossible or disproportionate burden on them.

76. Come what may, the Court finds that keeping the vehicle completely immobilised for many years in an outdoor car-park ? as happened with the applicant?s car – cannot be considered due diligence.

77. The Court therefore concludes that, in the circumstances of the case, the damage which the applicant sustained was more extensive than that which was inevitable. It follows that the domestic court committed a manifest error of judgment in considering that the authorities had offered the necessary level of diligence to the applicant?s vehicle.

78. Lastly, the Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 does not of itself give rise to an entitlement to compensation for any loss alleged to have been suffered as a result of the impoundment of property during the course of the criminal proceedings (see, mutatis mutandis, H?benczius, cited above, ? 30). It is in principle for the Contracting States to define the conditions of entitlement to compensation in such circumstances and it cannot be said that the scope of the compensatory remedy in the instant case, which required proof of an unlawful act, was such as to impose an individual and excessive burden on him (see, mutatis mutandis, Adamczyk (dec.), cited above).

79. The Court observes that, under the existing legal framework, it is possible for individuals to hold the State liable in tort for the acts of servants or agents of a public authority. In the context of a car impoundment, a plaintiff would need to prove, for example, that the prosecutor had overstepped his authority in laying criminal charges against him or that his prosecution had been otherwise unlawful, or that the car had been damaged as a result of a tortious act committed by the authorities, whether deliberate or negligent, when acting as custodian of the vehicle (see Adamczyk (dec.), cited above).

80. The Court?s power of review is limited to ascertaining whether the choice of compensation terms falls outside the State?s wide margin of appreciation in this area (see mutatis mutandis, James and Others, cited above, ? 54).

81. In the present case, the Court does not take issue with the existing legal framework, under which tort actions against the State Treasury were subject to certain conditions. But the fact that the applicant did not obtain compensation for the damage he sustained, did make his individual burden excessive. It follows that, in the circumstances of the case, the ?fair balance? which should be struck between the protection of the right of property and the requirements of the general interest was upset.

82. There has therefore been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.

APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
83. Article 41 of the Convention provides:

?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?

Damage
84. The applicant claimed 12,800 Polish zlotys (PLN, approximately, 3,200 euros, EUR) in respect of pecuniary damage. The applicant explained that the pecuniary damage sought represented the difference between the value of the car at the time of the seizure and that in 2013. The applicant also claimed EUR 10,000 under the head of non-pecuniary damage.

85. The Government argued that the applicant?s claims were unjustified and excessive.

86. The Court awards the applicant, on the basis of equity, EUR 2,500 in respect of pecuniary and non-pecuniary damage combined.

Default interest
87. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.

FOR THESE REASONS, THE COURT,

Declares the application admissible;
Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 of the Convention;
Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months, EUR 2,500 (two thousand five hundred euros), plus any tax that may be chargeable to the applicant, in respect of pecuniary and non-pecuniary damage, to be converted into Polish zlotys at the rate applicable at the date of settlement;

(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points

Done in English, and notified in writing on 21 December 2021, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.

Renata Degener Ksenija Turkovi?
Registrar President

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 06/10/2024