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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF ZIKATANOVA AND OTHERS v. BULGARIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 01,P1-1
Numero: 45806/11/2019
Stato: Bulgaria
Data: 2019-12-12 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE

CASO DI ZIKATANOVA E ALTRI v. BULGARIA

(Applicazione n. 45806/11)

Art. 1 P1 – Godimento pacifico dei beni – Assenza di “legittimo affidamento” alla restituzione in natura – Lunghi e ingiustificati ritardi nei procedimenti di restituzione dei terreni agricoli – Prolungata incertezza sull’esatta portata del diritto alla restituzione

STRASBURGO

12 dicembre 2019

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Essa pu? essere soggetta a revisione editoriale.

Nel caso di Zikatanova e altri contro la Bulgaria,

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Quinta Sezione), che si riunisce come Sezione composta da:

Angelika Nu?berger, Presidente,
Ganna Yudkivska,
Yonko Grozev,
S?ofra O’Leary,
M?rti?? Mits,
L?tif H?seynov,
Lado Chanturia, giudici,
e Milan Bla?ko, vice cancelliere di sezione,

Avendo deliberato in privato il 19 novembre 2019,

Emette la seguente sentenza, che ? stata adottata in tale data:

PROCEDURA

1. La causa ha avuto origine da un’istanza (n. 45806/11) presentata alla Corte, ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”), da centoquarantasette cittadini bulgari (“i ricorrenti”) il 15 luglio 2011. Alcuni dei ricorrenti sono deceduti dopo la presentazione della domanda e i loro eredi hanno espresso il desiderio di proseguire il procedimento in loro vece. L’elenco dei ricorrenti, con l’indicazione degli eredi di coloro che sono deceduti, ? riportato in appendice.
2. I ricorrenti erano rappresentati dal sig. M. Ekimdzhiev e dalla sig.ra G. Chernicherska, avvocati che esercitano a Plovdiv. Il governo bulgaro (in prosieguo: il “governo”) era rappresentato dai loro agenti, sig.ra I. Stancheva-Chinova e sig.ra I. Nedyalkova, del Ministero della Giustizia.
3. I ricorrenti, che avevano avviato un procedimento di restituzione della propriet?, si sono lamentati, basandosi sull’articolo 1 del Protocollo n. 1 e sull’articolo 13 della Convenzione, dell’impossibilit? di ottenere la restituzione in natura e della prolungata incertezza nella risoluzione delle loro richieste di restituzione.
4. Il 5 luglio 2018 il Governo ? stato informato della domanda, per quanto riguarda i ricorrenti elencati in appendice, mentre le denunce di altri ricorrenti iniziali sono state dichiarate inammissibili ai sensi dell’articolo 54 ? 3 del Regolamento della Corte.

I FATTI

LE CIRCOSTANZE DEL CASO
Fatti comuni a tutti i richiedenti
5. Gli antenati dei richiedenti possedevano appezzamenti di terreno agricolo nella periferia di Sofia, in una zona chiamata Vrazhdebna. Negli anni ’50 il terreno ? stato incorporato in una cooperativa agricola.

6. Nel 1960 lo Stato espropri? parte dei terreni utilizzati dalla cooperativa. Il terreno, di circa 350.000 metri quadrati, ? stato registrato come propriet? dello Stato nel 1970. Su quel terreno il Ministero della Pubblica Istruzione ha creato, e successivamente gestito, un campo sperimentale per studenti e tirocinanti agrobiologi. Negli anni ’60 e ’70 sono stati costruiti sul terreno edifici, strade, impianti di irrigazione e altre infrastrutture.
7. Nel 1998 il Ministro della Pubblica Istruzione ha concesso l’uso del campo all’Universit? forestale di Sofia.
8. Nel frattempo, nel 1991 il Parlamento ha promulgato la legge sui terreni agricoli (di seguito “la legge del 1991”, cfr. paragrafo 46). In diverse date successive i richiedenti hanno chiesto la restituzione dei terreni dei loro antenati. Le singole procedure di restituzione, la maggior parte delle quali non si sono ancora concluse, sono descritte pi? dettagliatamente nei paragrafi 17-45 che seguono.
9. Nel 1999 il Ministero dell’Agricoltura ha proposto che circa 63.000 metri quadrati del territorio del campo sperimentale siano riservati all’Universit? di Scienze Forestali e che il resto sia utilizzato per soddisfare le richieste di restituzione degli ex proprietari di terreni dell’area. Nel 2001, su iniziativa del Ministero dell’Agricoltura, il Governatore regionale di Sofia propose al Consiglio dei Ministri (il Governo) di annullare la sua decisione del 1960 relativa all’esproprio dei terreni (cfr. paragrafo 6), in quanto tale decisione era considerata un ostacolo al completamento delle procedure di restituzione. La proposta non ? mai stata esaminata dal Governo.
10. Nel 1999 ? stato adottato un piano di ridistribuzione dei terreni per Vrazhdebna (riguardante terreni non compresi nel territorio del campo sperimentale) (su tali piani si veda il successivo paragrafo 48).
11. Nel 2008 il ministro della Pubblica istruzione ha nuovamente concesso all’Universit? forestale il diritto di utilizzare e gestire il campo sperimentale e ha avviato una procedura per la registrazione di tale terreno come propriet? pubblica dello Stato.
12. Nel 2010 il Dipartimento agricolo della Kremikovtsi (di seguito “il Dipartimento agricolo”) ha ritenuto che il terreno in questione fosse utilizzato “in modo inefficace” dall’Universit?. Ha ribadito la sua proposta che, oltre ai 63.000 metri quadrati necessari per il campo sperimentale, il resto del terreno dovrebbe essere soggetto a restituzione.
13. Nel 2011 il Ministro della Pubblica Istruzione ha inviato una lettera al Ministro dell’Agricoltura, spiegando che la totalit? del terreno ? stata utilizzata come campo sperimentale e insistendo affinch? le decisioni di restituzione relative al territorio del campo siano riesaminate.
14. Il 18 marzo 2014 l’appezzamento di terreno, con una superficie di 340.959 metri quadrati, ? stato inserito dal governatore regionale di Sofia nell’elenco delle propriet? pubbliche dello Stato.
15. Nel 2017 il Dipartimento dell’Agricoltura ha incaricato i richiedenti di presentare le richieste di restituzione in natura dei loro appezzamenti.
16. Nell’ottobre 2018 alcuni dei ricorrenti hanno presentato un ricorso contro lo Stato, contestando la registrazione del terreno del campo sperimentale come propriet? pubblica dello Stato, e chiedendo una dichiarazione giudiziaria che il terreno non fosse tale propriet?. La Corte non ? stata informata dello svolgimento di questo procedimento.
Procedimento di restituzione individuale
Richiedenti n. 1-9
17. In una decisione del 18 maggio 1994 la commissione fondiaria Kremikovtsi (di seguito “la commissione fondiaria”, dopo il 2002 rinominata Dipartimento Agricoltura, vedi paragrafo 59) ha rifiutato la restituzione di un appezzamento di terreno. Dopo che i richiedenti n. 1-9 hanno chiesto il controllo giurisdizionale, tale decisione ? stata annullata il 26 maggio 1995 dal tribunale distrettuale di Sofia, che ha ritenuto sufficientemente accertato che l’antenato dei richiedenti era il proprietario dell’appezzamento e che il terreno era stato incluso nella cooperativa agricola. Di conseguenza, ha dichiarato di aver “ripristinato” i diritti dei ricorrenti sull’appezzamento “attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni”.
18. Ciononostante, in una successiva decisione del 19 giugno 1995, la commissione fondiaria ha dichiarato che i ricorrenti avrebbero ricevuto un indennizzo in sostituzione della restituzione. Tale decisione ? stata notificata ai ricorrenti.
19. I ricorrenti non si sono opposti al piano di ridistribuzione dei terreni per Vrazhdebna adottato nel 1999 (cfr. paragrafo 10).
20. Nel 2006 hanno chiesto una dichiarazione giudiziale di nullit? della decisione del 19 giugno 1995. Tale dichiarazione ? stata resa in una sentenza del tribunale distrettuale di Sofia del 4 luglio 2007, che ha ritenuto che la decisione impugnata contraddiceva la precedente sentenza del 26 maggio 1995.
21. Nel 2017 i ricorrenti hanno presentato una richiesta di restituzione in natura (cfr. paragrafo 15). In una decisione del 18 gennaio 2018 il Dipartimento dell’Agricoltura ha rifiutato tale restituzione, rilevando che i terreni da loro rivendicati erano considerati di propriet? dello Stato e ha ritenuto che i richiedenti avessero diritto a un risarcimento. I ricorrenti hanno chiesto il controllo giurisdizionale. Il procedimento da loro avviato ? ancora in corso.

I richiedenti nn. 10-25, 34, 37 e 44-67
22. Per quanto riguarda le domande di restituzione dei ricorrenti nn. 34, 37 e 61-67, prima del 2010 la Commissione fondiaria, successivamente Dipartimento Agricoltura, ha emesso diverse decisioni, che sono state annullate o dichiarate nulle dai tribunali competenti su istanza dei ricorrenti. Infine, il loro diritto alla restituzione in natura ? stato riconosciuto con decisione del Dipartimento dell’Agricoltura del 16 dicembre 2010.
23. Nel 2005-2006 i richiedenti nn. 10-25 e 44-60 hanno avviato un procedimento contro il Dipartimento dell’Agricoltura ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 2, della legge del 1991 (cfr. paragrafo 53), chiedendo una dichiarazione che attesti il loro diritto alla restituzione di diversi appezzamenti di terreno. Le loro richieste sono state accolte nelle sentenze del tribunale distrettuale di Sofia, che ha riconosciuto i diritti di restituzione dei richiedenti. Successivamente, nelle decisioni emesse nel 2006 e nel 2007, anche il Dipartimento dell’agricoltura ha fornito tale riconoscimento.
24. Nel 2017 i richiedenti hanno presentato richieste di restituzione in natura (cfr. paragrafo 15). In quattro decisioni dell’11 e del 18 gennaio 2018 il Dipartimento dell’Agricoltura ha rifiutato tale restituzione, rilevando che i terreni in questione erano considerati di propriet? dello Stato e ha ritenuto che i richiedenti avessero diritto a un risarcimento in sostituzione della restituzione. I ricorrenti hanno chiesto il controllo giurisdizionale. Il procedimento ? ancora pendente.
25. In uno dei casi (proposto dai ricorrenti nn. 44-60), con sentenza dell’8 gennaio 2019, il Tribunale di Sofia ha respinto la domanda di controllo giurisdizionale, ritenendo che le precedenti decisioni giudiziarie e amministrative non avessero ordinato la restituzione in natura e non potessero dar luogo a titoli di propriet?, ma che contenessero un riconoscimento generale del diritto alla restituzione dei ricorrenti. La decisione impugnata del Dipartimento dell’Agricoltura aveva determinato le modalit? di completamento della procedura di restituzione, in particolare attraverso la concessione di un risarcimento. La restituzione in natura dei terreni rivendicati dai richiedenti era impossibile, in particolare a causa dei requisiti dell’articolo 24(2) della legge del 1991 (cfr. paragrafo 49).
26. In una data non specificata i richiedenti hanno presentato ricorso contro tale sentenza.
I richiedenti nn. 68-82, 103-16, 121-30 e 147
27. Nel 2007 i richiedenti n. 121-30 hanno presentato un ricorso contro il Dipartimento dell’Agricoltura ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 2, della legge del 1991 e il loro diritto alla restituzione ? stato riconosciuto con sentenza del 7 marzo 2008 del tribunale della citt? di Sofia. In una successiva decisione del 17 maggio 2008, non impugnata e divenuta definitiva, anche il Dipartimento dell’Agricoltura ha riconosciuto il diritto di restituzione dei ricorrenti, affermando espressamente che una parte dell’appezzamento da loro rivendicato non poteva essere oggetto di restituzione in natura in quanto rientrava nel territorio del campo sperimentale.

28. Per quanto riguarda i richiedenti n. 103-08, il 9 marzo 1999 la commissione fondiaria ha dichiarato di avere diritto ad un indennizzo in sostituzione della restituzione. In un’altra decisione presentata dai ricorrenti, datata 20 febbraio 2001, essa ha riconosciuto, in linea di principio, il loro diritto alla restituzione in natura. Il Governo contestava l’autenticit? di quest’ultima decisione, in quanto un originale di tale decisione non era stato trovato negli archivi del Dipartimento dell’Agricoltura, e la decisione con numero e data corrispondenti riguardava diversi appezzamenti.
29. Il diritto dei ricorrenti nn. 68-82, 109-16 e 147 alla restituzione di diversi appezzamenti di terreno a Vrazhdebna ? stato riconosciuto con decisioni della commissione fondiaria (rispettivamente del Dipartimento dell’Agricoltura) emesse in date diverse nel 1999 e nel 2010-11.
30. Nel 2017 i richiedenti hanno presentato richieste di restituzione in natura (cfr. paragrafo 15). Con lettere inviate alla fine del 2017 e all’inizio del 2018 il Dipartimento dell’Agricoltura li ha informati che dovevano presentare i piani catastali delle parcelle da loro rivendicate – documenti che i richiedenti sostengono di non essere in grado di ottenere. Lo svolgimento delle procedure di restituzione dopo tale data non ? chiaro.
I richiedenti nn. 83-89
31. Nel 2006 e nel 2007 i ricorrenti nn. 83-89 hanno presentato un ricorso contro il Dipartimento dell’Agricoltura, ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 2, della legge del 1991, chiedendo la dichiarazione che essi avevano diritto alla restituzione di diversi appezzamenti di terreno a Vrazhdebna. Le azioni sono state ammesse dai tribunali competenti nel 2006 e nel 2011.
32. Nel procedimento promosso dai ricorrenti nn. 83-87, con successiva decisione dell’11 gennaio 2018 il Dipartimento dell’Agricoltura ha rifiutato la restituzione in natura, rilevando che l’appezzamento di terreno da loro rivendicato era considerato di propriet? dello Stato, e ha ritenuto che i ricorrenti dovessero ricevere un indennizzo. Nel successivo procedimento di controllo giurisdizionale promosso dai ricorrenti, con sentenza del 27 dicembre 2018 il Tribunale di Sofia ha annullato la decisione impugnata, dichiarando che il Dipartimento dell’Agricoltura non aveva dimostrato la presenza di alcun impedimento alla restituzione in natura. Il Dipartimento ha presentato ricorso e il procedimento di appello ? pendente.
33. Nel procedimento promosso dai ricorrenti nn. 88-89, il 2 agosto 2013 il Dipartimento dell’Agricoltura ha negato la restituzione in natura delle parcelle rivendicate, rilevando che il terreno rientrava nel territorio del campo sperimentale utilizzato dall’Universit? Forestale, e ha ritenuto che i ricorrenti avessero diritto ad un risarcimento. Nell’ambito del procedimento di riesame giudiziario promosso dai ricorrenti, tale decisione ? stata annullata con sentenza definitiva del 29 maggio 2014 del Tribunale di Sofia, che ha rilevato che il Dipartimento dell’Agricoltura non aveva dimostrato la presenza di alcun impedimento alla restituzione in natura, in particolare in quanto non aveva presentato prove che dimostrassero che i terreni in questione rientrassero effettivamente nel territorio del campo sperimentale. Di conseguenza, il tribunale distrettuale di Sofia ha ritenuto che i diritti di propriet? dei ricorrenti dovessero essere ripristinati. Con successiva decisione del 26 settembre 2014, accompagnata da un piano catastale, il Dipartimento dell’Agricoltura ha inoltre disposto la restituzione in natura e nel 2016 i ricorrenti hanno ottenuto un atto notarile che li riconosce come proprietari. Tuttavia, non hanno potuto entrare in possesso del terreno, in quanto detenuto dall’Universit? di Scienze Forestali. Nel 2017 il registro fondiario di Sofia ha rifiutato di registrare il terreno come propriet? dei ricorrenti, prendendo atto della disputa immobiliare tra questi e l’Universit? e sottolineando che la decisione spettava ai tribunali civili.
I richiedenti nn. 32-33, 38-43, 117-20 e 140-46
34. Nelle sentenze pronunciate nel 1996-97 e nel 2006 il Tribunale distrettuale di Sofia ha riconosciuto il diritto dei richiedenti n. 32-33, 117-20 e 140-46 alla restituzione di diversi appezzamenti di terreno a Vrazhdebna. In ulteriori decisioni emesse in date diverse tra il 1999 e il 2017 la commissione fondiaria, rispettivamente il Dipartimento dell’Agricoltura, ha rifiutato la restituzione in natura degli appezzamenti in questione e ha ritenuto che i richiedenti dovessero ricevere un risarcimento. I ricorrenti non hanno chiesto il controllo giurisdizionale delle rispettive decisioni, che sono entrate in vigore.
35. Per quanto riguarda i ricorrenti nn. 38-43, la commissione fondiaria ha rifiutato la restituzione in natura e ha ritenuto che essi avrebbero ricevuto un risarcimento con decisione del 13 gennaio 1995. Su istanza dei ricorrenti, tale decisione ? stata dichiarata nulla dal Tribunale distrettuale di Sofia il 19 novembre 2008. Successivamente, il 18 marzo 2009, il Dipartimento dell’Agricoltura ha nuovamente dichiarato che i ricorrenti avrebbero ricevuto un risarcimento. La domanda di riesame giurisdizionale di tale decisione presentata dai ricorrenti ? stata dichiarata irricevibile nel 2011 e la decisione in questione ? quindi entrata in vigore. I ricorrenti nn. 38-43 hanno inoltre presentato una decisione della commissione fondiaria del 4 marzo 1999, con la quale hanno ripristinato i loro diritti di propriet? sugli appezzamenti in questione. Il documento da loro inviato non reca le firme dei membri della commissione, ma reca la menzione manoscritta che si tratta di una copia valida, accompagnata dal timbro della commissione. Il Governo ha contestato l’autenticit? del documento, affermando che non ? stato possibile trovare una copia originale di tale decisione e che se tale decisione fosse stata emessa in modo valido, sarebbe stato inutile per i ricorrenti contestare il rifiuto iniziale della commissione del 13 gennaio 1995.
36. Nel 2001 la commissione fondiaria ha fissato il valore del risarcimento da fornire ai richiedenti nn. 140-46, e i richiedenti hanno fatto una dichiarazione sul loro mezzo di risarcimento preferito. Non ? stata presa alcuna ulteriore decisione sul risarcimento loro dovuto. N? la commissione fondiaria (pi? tardi nel Dipartimento Agricoltura) ha preso alcuna decisione sul risarcimento da fornire ai richiedenti nn. 32-33, 38-43 e 117-20.

I richiedenti nn. 134-39
37. I richiedenti n. 134-39 hanno presentato una copia della decisione del 23 marzo 1999, con l’intestazione e il timbro del Dipartimento dell’Agricoltura, in cui si dichiarava che i loro diritti di propriet? su diversi appezzamenti di terreno a Vrazhdebna venivano ripristinati. Gli appezzamenti non sono stati tuttavia identificati con le necessarie specifiche (cfr. paragrafo 55). Il documento presentato dai richiedenti non reca le firme dei membri del Dipartimento, ma reca la menzione manoscritta che si tratta di una copia valida, accompagnata dal timbro del Dipartimento. I richiedenti hanno dichiarato di non essere stati accompagnati da un piano catastale dell’appezzamento.
38. Il Governo ha contestato l’autenticit? del documento di cui sopra, e ha presentato un’altra decisione della stessa data e recante lo stesso numero, emessa dalla commissione fondiaria e firmata dai suoi membri, rifiutando la restituzione in natura di alcuni degli appezzamenti rivendicati dai ricorrenti e dichiarando che i ricorrenti avrebbero ricevuto un risarcimento. Un’altra decisione analoga relativa ai restanti appezzamenti rivendicati dai ricorrenti era stata emessa il 12 gennaio 1995. Il Governo ha dichiarato che entrambe le decisioni da esso presentate erano entrate in vigore. I ricorrenti, da parte loro, hanno sostenuto di non essere mai stati informati di tali decisioni.
I richiedenti nn. 90-102 e 131-33
39. In diverse decisioni emesse nel 1995 la commissione fondiaria ha riconosciuto il diritto dei richiedenti n. 90-102 e 131-33 alla restituzione dei lotti di terreno a Vrazhdebna, sostenendo che tali lotti dovevano essere restituiti ai richiedenti attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni. I reclami dei ricorrenti riguardano solo alcuni di questi appezzamenti.
40. Nel 1999 ? stato adottato un piano di ridistribuzione del terreno per l’area (cfr. paragrafo 10) e sono stati assegnati ai ricorrenti alcuni appezzamenti di terreno. I ricorrenti non hanno contestato il piano. Nelle loro osservazioni alla Corte hanno sostenuto che tale piano non riguardava gli appezzamenti oggetto delle presenti denunce.
41. Nel 2001 un’ulteriore decisione della commissione fondiaria ha stabilito che altri appezzamenti dovevano essere restituiti alle ricorrenti attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni n. 131-33.
42. Nel 2017 i ricorrenti n. 90-102 hanno presentato una richiesta di restituzione in natura dell’appezzamento oggetto dei loro reclami. In una lettera del 30 ottobre 2017 il Dipartimento dell’Agricoltura li ha incaricati di presentare un piano catastale di tale appezzamento – documento che essi sostengono di non poter ottenere.

I richiedenti nn. 26-31 e 34-37
43. Nelle decisioni emesse tra il 1994 e il 1999 la commissione fondiaria ha riconosciuto il diritto dei ricorrenti nn. 26-31 e 34-37 alla restituzione di diversi appezzamenti di terreno a Vrazhdebna, attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni.
44. Tale piano per l’area ? stato adottato nel 1999 (cfr. paragrafo 10). In base ad esso, i lotti di terreno sono stati assegnati ai richiedenti. Nel dicembre 1999 i richiedenti hanno preso possesso dei loro terreni.

Tabella del procedimento
45. I singoli procedimenti sopra descritti sono inoltre presentati nella seguente tabella, che contiene anche dati aggiuntivi sulle dimensioni dei lotti rivendicati dai richiedenti:
Richiedenti n.
Dimensioni degli appezzamenti rivendicati, in metri quadrati
Date in cui il diritto di restituzione dei richiedenti ? stato riconosciuto dalle autorit? nazionali competenti
[…]

LA LEGISLAZIONE E LA PRASSI NAZIONALE IN MATERIA
46. La restituzione dei terreni agricoli ? prevista dalla legge sui terreni agricoli del 1991 (????? ?? ????????????? ? ?????????? ?? ???????????? ???? – “la legge del 1991”) e dai regolamenti sull’attuazione della legge sui terreni agricoli (????????? ?? ????????? ?? ?????? ?? ????????????? ? ?????????? ?? ???????????? ????, di seguito “i regolamenti”).

Portata della restituzione
47. La legge del 1991 prevede, tra l’altro, che le persone, o i loro eredi, i cui terreni sono stati collettivizzati, possono chiedere il ripristino dei loro diritti di propriet? a determinate condizioni. Se la loro richiesta ? accolta, possono ottenere la restituzione in natura o un risarcimento in sostituzione.
48. La restituzione in natura pu? avvenire “nei confini effettivi” (“? ????? ?????? ???????”) – nei casi in cui i vecchi confini dell’appezzamento di terreno un tempo di propriet? del richiedente o dei suoi antenati sono conservati o rintracciabili (strade, recinzioni, argini dei fiumi, alberi e altri, che non sono cambiati dopo la collettivizzazione), o attraverso un cosiddetto piano di ridistribuzione della terra (“???? ?? ?????????????”). I piani di ridistribuzione dei terreni fissano nuovi confini degli appezzamenti da restituire, se possibile nell’area approssimativa in cui erano situati gli appezzamenti precedentemente posseduti (sezione 10a(2) della legge del 1991).
49. La legge del 1991 prevede diverse situazioni in cui la restituzione in natura (“nei confini effettivi” o attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni) non pu? essere effettuata e i ricorrenti devono ricevere un indennizzo in sostituzione. L’articolo 10, paragrafo 7, esclude la restituzione in natura in situazioni in cui terzi hanno costruito legalmente edifici in aree urbanizzate. Ai sensi dell’articolo 10b, paragrafo 1, il risarcimento ? concesso anche nei casi in cui il terreno ? stato preso da un “complesso di opere edilizie” (???????????). I tribunali nazionali hanno interpretato quest’ultimo termine in senso lato, considerandolo come comprendente qualsiasi costruzione o altra opera pubblica, indipendentemente dalla loro legittimit? (??????? ? 77 ?? 9.03.2010 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 4209/2008 ?., I ?. ?., ??; ??????? ? 70 ?? 22.06.2010 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 674/2009 ?., I ?. ?., ??). Inoltre, ai sensi dell’articolo 24, paragrafi 2, 3 e 4, della legge del 1991, lo Stato conserva la propriet? dei terreni utilizzati per scopi quali l’istruzione, la scienza, gli studi archeologici e la difesa nazionale, nonch? dei terreni inclusi in alcuni parchi e riserve nazionali. L’esistenza o meno dei suddetti ostacoli alla restituzione in natura deve essere valutata al momento dell’entrata in vigore della legge del 1991.
50. Inoltre, se i terreni disponibili per la ridistribuzione non sono sufficienti a soddisfare le richieste di restituzione di tutti gli ex proprietari, pu? essere concesso loro un indennizzo parziale (articolo 19, paragrafi 1 e 8, del regolamento). L’indennizzo deve essere concesso anche nei casi in cui un richiedente abbia presentato alla commissione fondiaria/del Dipartimento agricolo una sentenza del tribunale che riconosce il suo diritto alla restituzione attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni o una sentenza emessa nell’ambito della procedura di cui all’articolo 11(2) della legge del 1999 (cfr. paragrafo 53) dopo che ? gi? stato elaborato un piano di ridistribuzione per l’area (articolo 11(4) della legge del 1991 e articolo 25(3) del regolamento).
51. Per quanto riguarda la compensazione in luogo della restituzione, essa pu? avvenire attraverso terreni di propriet? comunale comparabili, nella misura in cui tali terreni sono disponibili, o attraverso le cosiddette obbligazioni di compensazione.

Norme procedurali
52. Ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 1, della legge del 1991, gli ex proprietari, o i loro eredi, possono avviare un procedimento amministrativo per la restituzione entro un periodo di diciassette mesi dall’entrata in vigore della legge. Essi dovevano presentare una richiesta di restituzione alla commissione fondiaria locale, che doveva stabilire se le condizioni legali per la restituzione erano soddisfatte e, in caso affermativo, emettere una decisione. Le decisioni favorevoli delle commissioni fondiarie non erano soggette a controllo giurisdizionale ed erano definitive, mentre le decisioni negative erano soggette a controllo giurisdizionale (sezione 14(3) della legge del 1991).

53. Le persone che chiedevano la restituzione dei terreni agricoli che non avevano rispettato il termine di diciassette mesi sopra indicato potevano presentare un ricorso per una sentenza dichiarativa contro la commissione fondiaria locale / Dipartimento agricolo (sezione 11(2) della legge del 1991). Tale possibilit? esisteva fino al 2007. Quando i tribunali decidevano a favore dei ricorrenti, gli organi amministrativi erano tenuti a conformarsi e a emettere le decisioni necessarie.
54. ? prassi consolidata delle commissioni fondiarie (dipartimenti agricoli) emettere diversi tipi di decisioni durante le diverse fasi del procedimento. Una prima decisione, basata di solito sulla semplice valutazione del fatto che i predecessori dei ricorrenti fossero i proprietari dei terreni in questione e che i terreni fossero inclusi in una cooperativa agricola, riconosce ai ricorrenti il diritto alla restituzione. Talvolta una tale decisione pu? anche affermare che la restituzione sarebbe stata effettuata attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni (articolo 14(1)(2) della legge del 1991). Decisioni di questo tipo non danno luogo ad alcun titolo di propriet? (??????? ? 11 ?? 06.02.1998 ?. ?? ??. ?. ? 1480/1997, ???, IV ??. ?.; ??????? ? 43 ?? 3.02.2010 ?. ?? ??-????????? ?? ?. ??. ?. ? 12/2010 ?.; ??????? ?? 20.12.2017 ?. ?? ??-????? ?? ?. ??. ?. ? 318/2017 ?.). Nella teoria giuridica sono state definite decisioni “di riconoscimento” (????????? ???????, ?????? ???????, ???? ????????, “?????? ????? ?? ???????????? ???? ? ???????? ????????”, 2011, ???. 24-25). Anche le sentenze pronunciate in un procedimento ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 2, della legge del 1991 possono avere solo effetto di “riconoscimento” (??????? ?? 20.12.2017 ?. ?? ??-????? ?? ?. ??. ?. ? 318/2017 ?.; ??????? ? 473 ?? 24.11.2014 ?. ?? ?? – ??????? ?? ??. ?. ? 235/2013 ?.).
55. Un’ulteriore decisione della commissione fondiaria (Dipartimento Agricoltura) ordina la restituzione “nei confini reali” o assegna agli ex proprietari specifici appezzamenti nell’ambito di un piano di ridistribuzione dei terreni. Tali decisioni – in grado di dare origine a diritti di propriet? e di completare la procedura di restituzione attraverso la restituzione in natura – sono state conosciute nella teoria giuridica come decisioni di “restauro”. Una decisione di “restauro” deve indicare le specifiche dei terreni interessati, ossia la loro dimensione, la categoria, l’ubicazione e i confini. Tale decisione deve anche essere accompagnata da un piano catastale dei terreni. Se questi requisiti sono soddisfatti, la decisione in questione, dopo la sua entrata in vigore, funge da titolo di propriet? equivalente a un atto notarile (articoli 14(1)(1) e 17(1) della legge del 1991 e articoli 18g(1) e 27(1) e (3) del regolamento).
56. Tuttavia, anche se una tale decisione ? stata emessa ed ? entrata in vigore, essa pu? essere contestata da un terzo che abbia rivendicazioni concorrenti (non basate sulla restituzione) sullo stesso appezzamento di terreno, poich? la procedura ai sensi della legge del 1991 non consente la partecipazione di tale parte e le eventuali sentenze e decisioni emesse nel procedimento di restituzione non sono considerate per essa vincolanti. I tribunali nazionali che esaminano un tale credito di terzi esercitano il cosiddetto “controllo giurisdizionale indiretto” e riesaminano, alla luce delle nuove argomentazioni addotte, se sussistano i presupposti per la restituzione in natura (??????? ? 201 ?? 30.06.2010 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 79/2009 ?., II ?. ?., ??; ??????? ? 250 ?? 8.05.2014 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 3215/2013 ?., II ?. ?., ??; ulteriore giurisprudenza nazionale ? citata nelle cause Sivova e Koleva c. Bulgaria, no. 30383/03, ? 44, 15 novembre 2011).
57. Diverse decisioni sono inoltre adottate dalle commissioni fondiarie (Dipartimenti agricoli) per quanto riguarda l’assegnazione di un risarcimento in sostituzione della restituzione. Gli organi competenti stabiliscono il valore e il tipo di compensazione e, qualora la compensazione debba avvenire attraverso la messa a disposizione di altri terreni comparabili, selezionano e distribuiscono i rispettivi appezzamenti (articolo 19a della legge del 1991).
58. Le parti interessate possono contestare i piani di ridistribuzione dei terreni, dinanzi alla commissione fondiaria o ai tribunali, entro quattordici giorni dalla loro pubblicazione (articolo 25, paragrafi 2, 4 e 6 del regolamento).
59. Gli organi amministrativi competenti – le commissioni fondiarie, che erano succursali locali del ministero dell’Agricoltura – sono stati sostituiti nel 2002 con i dipartimenti agricoli.

Disposizioni pertinenti in materia di propriet? demaniale
60. Ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, della legge sulla propriet? dello Stato (????? ?? ?????????? ???????????), la propriet? pubblica dello Stato non pu? essere trasferita a privati.
61. Le iscrizioni nell’elenco dei beni di propriet? dello Stato, che devono essere effettuate dai governatori regionali, non danno di per s? luogo a diritti di propriet? per lo Stato (articolo 5, paragrafo 3, della legge sul patrimonio dello Stato). Qualsiasi controversia in materia di propriet? deve essere determinata dai tribunali (articolo 79(3) della legge).

LA LEGGE
DOMANDE PRELIMINARI
Ritiro dei reclami da parte di alcuni dei ricorrenti
62. Nelle osservazioni presentate a seguito della comunicazione della domanda, i richiedenti nn. 26-31 e 34-37 hanno dichiarato di voler ritirare le loro denunce, visto che le loro richieste di restituzione sono state soddisfatte (cfr. paragrafi 43-44).
63. Alla luce di quanto precede, e in assenza di circostanze particolari relative al rispetto dei diritti garantiti dalla Convenzione e dai suoi protocolli, la Corte, ai sensi dell’articolo 37, paragrafo 1, lettera a), della Convenzione, ritiene che non sia pi? giustificato proseguire l’esame della domanda per quanto riguarda i richiedenti nn. 26-31 e 34-37. Di conseguenza, tale parte della domanda deve essere cancellata dall’elenco.
L’obiezione del Governo relativa ai richiedenti nn. 14 e 102
64. Il Governo ha osservato che le ricorrenti n. 14 e 102, Angelina Angelova Hristova e Gyurgena Traykova Mladenova, sono decedute rispettivamente il 22 maggio e il 20 gennaio 2011, ossia prima della presentazione della domanda il 15 luglio 2011 (cfr. paragrafo 1). Il Governo ha esortato la Corte a dichiarare irricevibili i reclami di queste ricorrenti.
65. La Corte, rilevando che la sig.ra Hristova e la sig.ra Mladenova sono effettivamente decedute prima della presentazione della domanda, ritiene le denunce presentate a loro nome incompatibili ratione personae con le disposizioni della Convenzione, ai sensi dell’articolo 35 ? 3 (a), e le respinge quindi ai sensi dell’articolo 35 ? 4.
66. Di conseguenza, quando indica di seguito “i richiedenti”, la Corte far? riferimento ai restanti richiedenti, esclusi quelli discussi nei paragrafi 62-65 di cui sopra.

L’obiezione del Governo riguardante i richiedenti n. 32 e 33
67. Il Governo ha sottolineato che i ricorrenti nn. 32 e 33, la sig.ra Varadinka Pavlova Taseva e il sig. Dimitar Pavlov Toshkov, non avevano presentato un modulo di autorizzazione, mentre la domanda era stata presentata dai loro rappresentanti e non dai ricorrenti stessi. Per tale motivo, il governo ha chiesto al Tribunale di respingere i reclami della sig.ra Taseva e del sig. Toshkov.
68. Dopo che tale argomento era stato sollevato, i rappresentanti delle ricorrenti hanno presentato un modulo di autorizzazione firmato dai due ricorrenti, datato 1? marzo 2011, nonch? una fattura datata 17 marzo 2011 che dimostrava che la sig.ra Taseva aveva pagato le loro spese legali. Poich? la sig.ra Taseva e il sig. Toshkov erano nel frattempo deceduti, i rappresentanti hanno presentato anche le dichiarazioni dei loro eredi che intendevano proseguire il procedimento. Quanto alla fattura, pur indicando la sig.ra Taseva come pagante, essa non ? stata firmata da lei, ma da una terza persona sconosciuta. Il Governo ha sottolineato questo fatto, contestando inoltre la firma del sig. Toshkov sul modulo di autorizzazione, rilevando alcune differenze tra esso e la sua firma che si vede su altri documenti.
69. La Corte sottolinea che, ai sensi dell’articolo 45 ? 3 del Regolamento del Tribunale, ? richiesta una valida procura quando un richiedente ? rappresentato nel procedimento dinanzi ad esso. Nel caso di specie, essa deve stabilire se i richiedenti stessi hanno firmato i documenti pertinenti e, alla luce di tutte le prove, se la domanda ? stata presentata con il loro consenso e se hanno mantenuto un interesse a portare avanti il caso (si veda, ad esempio, Velikova c. Bulgaria, no. 41488/98, ?? 48-51, ECHR 2000-VI).
70. In assenza di ulteriori prove del contrario, la Corte ? convinta che il sig. Toshkov abbia firmato il modulo di autorizzazione del 1? marzo 2011, osservando che, nonostante alcune differenze, la firma contestata dal Governo non ? dissimile dalla sua firma su altri documenti. Quanto alla fattura, la sua firma da parte di un terzo non modifica il fatto che il pagamento sia stato effettuato, come indicato nel documento, a nome della sig.ra Taseva e ai fini della sua rappresentanza legale dinanzi al Tribunale. Di conseguenza, il Tribunale conclude che le due ricorrenti in questione intendevano autorizzare i loro rappresentanti a presentare una domanda a loro nome e che hanno adottato le misure necessarie a tal fine. A quanto pare, a causa di un errore, il modulo di autorizzazione non ? stato presentato inizialmente insieme ai moduli firmati dalle altre ricorrenti (cfr. Post c. Paesi Bassi (dicembre), n. 21727/08, 20 gennaio 2009, in cui non vi era alcuna indicazione che la ricorrente desiderasse che la persona che ha presentato la domanda la rappresentasse). La Corte rileva inoltre che, dopo la scomparsa della sig.ra Taseva e del sig. Toshkov, i loro eredi desideravano mantenere la domanda.
71. La Corte dichiara pertanto che la domanda ? stata validamente presentata a nome dei due ricorrenti e respinge l’obiezione del governo a tale riguardo.

Abuso del diritto di ricorso individuale
72. Il Governo, contestando l’autenticit? di diversi documenti presentati dai ricorrenti (cfr. paragrafi 28, 35 e 38), ha inoltre sollecitato la Corte a respingere le denunce dei rispettivi gruppi di ricorrenti per abuso del diritto alla domanda individuale.
73. La Corte ha ritenuto che una domanda pu? essere respinta ai sensi dell’articolo 35 ? 3 (a) della Convenzione per abuso del diritto di applicazione individuale se, tra le altre ragioni, ? stata consapevolmente basata su menzogne, o se il richiedente ha presentato informazioni incomplete o fuorvianti (cfr. Gross v. Svizzera [GC], n. 67810/10, ? 28, CEDU 2014, e Shalyavski e altri v. Bulgaria, n. 67608/11, ? 44, 15 giugno 2017).
74. Tuttavia, nel caso in esame non ? stato stabilito se, se i documenti impugnati non fossero autentici (cfr. l’analisi ai successivi paragrafi 93 e 116), i richiedenti ne fossero a conoscenza. Di conseguenza, non ? stato dimostrato che i ricorrenti abbiano “consapevolmente” dichiarato menzogne o presentato informazioni fuorvianti, e la Corte non pu? concludere che essi abbiano abusato del loro diritto alla domanda individuale. Essa respinge pertanto l’obiezione del Governo.
75. Ciononostante, la Corte far? riferimento alla questione nella sua analisi e valuter? l’affidabilit? dei documenti in questione nell’esaminare nel merito le rispettive denunce (cfr. paragrafi 90, 93, 95 e 116).

Locus standi dei rimanenti eredi dei ricorrenti
76. Infine, il Tribunale non vede alcuna ragione per non accogliere la volont? degli eredi dei restanti ricorrenti deceduti dopo il deposito della domanda di proseguire il procedimento in sostituzione dei loro predecessori (cfr. il precedente paragrafo 1 e l’allegato).

PRESUNTE VIOLAZIONI DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1
77. I ricorrenti si sono lamentati, ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 e dell’articolo 13 della Convenzione, dell’impossibilit? di ottenere la restituzione in natura della terra dei loro predecessori a Vrazhdebna e della prolungata incertezza nella risoluzione delle loro richieste di restituzione.
78. La Corte ritiene che le denunce debbano essere esaminate solo alla luce dell’articolo 1 del protocollo n. 1, che recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al pacifico godimento dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.

Le disposizioni che precedono non pregiudicano tuttavia in alcun modo il diritto di uno Stato di far rispettare le leggi che ritiene necessarie per controllare l’uso dei beni in conformit? all’interesse generale o per garantire il pagamento di tasse o altri contributi o sanzioni”.

Argomenti delle parti
Il Governo
79. Per quanto riguarda l’impossibilit? di ottenere la restituzione in natura, il Governo ha sostenuto che i reclami di molti dei ricorrenti ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 erano incompatibili ratione materiae, poich? non era mai sorto per loro alcun “legittimo affidamento” alla restituzione in natura delle terre dei loro predecessori. Gli organi amministrativi e giudiziari competenti avevano dato solo decisioni di “riconoscimento”, il che significava che non era stato determinato il modo esatto di completare il processo di restituzione. Il Governo ha inoltre sottolineato che in alcuni casi i richiedenti non hanno contestato le decisioni della commissione fondiaria/del Dipartimento agricolo che li riguardano. Inoltre, in molti casi erano ancora in corso procedimenti relativi alla portata dei diritti di restituzione dei richiedenti.
80. Il Governo ha sostenuto che il campo sperimentale di Vrazhdebna ? stato utilizzato per molti anni per scopi educativi, anche prima dell’adozione della legge del 1991, e che non c’? stata alcuna ambiguit? sul suo status. Era gestito dal Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Agricoltura, attraverso i suoi organi, non era competente a prendere decisioni in merito. Lo Stato aveva legittimamente mantenuto per s? la propriet? in campo sperimentale, e l’unico modo possibile per completare le procedure di restituzione avviate dai richiedenti era la concessione di un risarcimento. Il Governo si ? basato su precedenti decisioni e sentenze della Corte in materia di restituzione, come Sivova e Koleva (sopra citate) e Kupenova e altri contro la Bulgaria, ((dec.), n. 12664/05, 7 maggio 2013).
81. Infine, il Governo ha sostenuto che molti dei ricorrenti erano rimasti inattivi nelle procedure di restituzione e non avevano intrapreso le “azioni necessarie come richiesto dalla legge”. In particolare, solo nel 2017, molto tempo dopo le prime decisioni di “riconoscimento” a loro favore, molti dei richiedenti hanno espressamente richiesto la restituzione in natura. Il procedimento era stato inoltre ritardato a causa del “rifiuto dei richiedenti di accettare” che la restituzione in natura dei loro terreni a Vrazhdebna fosse impossibile.

I ricorrenti
82. I ricorrenti hanno sostenuto che gran parte delle azioni delle autorit? nazionali relative alle loro richieste di restituzione erano state “chiaramente progettate e indubbiamente mirate” a realizzare la restituzione in natura. Essi ritengono che anche dopo la registrazione del territorio del campo sperimentale di Vrazhdebna come propriet? pubblica dello Stato, gli organi del Ministero dell’Agricoltura hanno “mantenuto” in loro l’aspettativa di ottenere tale restituzione. Allo stesso tempo, altri organi statali, in particolare il Consiglio dei ministri e il governatore regionale, avevano “manifestamente in malafede” ostacolato tale processo.
83. A sostegno delle argomentazioni di cui sopra, i ricorrenti si sono basati sulle precedenti cause di restituzione di Mutishev e altri c. Bulgaria (n. 18967/03, 3 dicembre 2009), Hadzhigeorgievi c. Bulgaria (n. 41064/05, 16 luglio 2013) e Velcheva c. Bulgaria (n. 35355/08, 9 giugno 2015).
84. Al tempo stesso, i ricorrenti hanno dichiarato che le autorit? statali hanno l’obbligo di completare le procedure di restituzione, in uno dei modi previsti dalla legge ed entro un termine ragionevole. Qualora la restituzione in natura fosse stata impossibile, avrebbero dovuto concedere un risarcimento. Per molti anni le autorit? non sono riuscite a completare le procedure, e hanno inoltre mantenuto i richiedenti in una prolungata incertezza sulla portata dei loro diritti di restituzione e sulla fattibilit? della restituzione in natura. I ricorrenti, dal canto loro, avevano collaborato con le autorit? e si erano attenuti alle istruzioni che erano state loro impartite.
85. Nella misura in cui il Governo ha contestato l’autenticit? dei documenti presentati dai ricorrenti (cfr. paragrafi 28, 35 e 38), i ricorrenti hanno sostenuto che tale contestazione era inammissibile nel procedimento dinanzi alla Corte.

La valutazione della Corte
Reclamo relativo all’impossibilit? per i richiedenti di ottenere la restituzione in natura
Ammissibilit?
86. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte, i ricorrenti possono invocare una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 solo nella misura in cui le decisioni contestate si riferiscono ai loro “pos,? sedimenti” ai sensi di tale disposizione. I “possedimenti” possono essere sia “possedimenti esistenti” sia beni, incluse le rivendicazioni, per i quali i ricorrenti possono sostenere di avere almeno una “legittima aspettativa” di ottenere il godimento effettivo di un diritto di propriet? (cfr. Kopeck? v. Slovacchia [GC], no. 44912/98, ? 35, CEDU 2004-IX, e Von Maltzan e altri c. Germania (dec.) [GC], n. 71916/01 e 2 altri, ? 74, CEDU 2005-V).
87. I presenti casi non riguardano i “possedimenti esistenti” dei richiedenti, poich? la maggior parte delle procedure di restituzione da loro avviate non si sono concluse e nessuno dei richiedenti ? entrato in possesso del terreno rivendicato. Resta quindi da determinare se i richiedenti abbiano acquisito una “legittima aspettativa” di ottenere la restituzione in natura che hanno richiesto.
88. A questo proposito, la Corte ha precedentemente accettato che la legislazione emanata o in vigore dopo la ratifica della Convenzione e del Protocollo n. 1 e che prevede la restituzione totale o parziale dei beni confiscati in un regime precedente pu? essere considerata come un “possesso” protetto dall’articolo 1 del Protocollo n. 1 per coloro che soddisfano le condizioni pertinenti (cfr. Kopeck?, citato sopra, ? 35). Tuttavia, la semplice speranza che un diritto di propriet? estinto da lungo tempo possa essere ripristinato non pu? essere considerato come tale “possesso” (cfr. Jantner c. Slovacchia, n. 39050/97, ? 27, 4 marzo 2003).
89. Nel 1991 il Parlamento bulgaro ha adottato una legislazione che prevede la restituzione dei terreni agricoli e, in particolare, la restituzione in natura (cfr. paragrafi 46-48). L’esistenza o meno delle condizioni per la restituzione in natura nei casi in esame deve, in linea di principio, essere valutata dalle autorit? nazionali competenti, conformemente al diritto nazionale. Il compito della Corte ? quello di verificare se tali autorit? abbiano preso decisioni che possano far sorgere un “legittimo affidamento” sulla restituzione in natura, come sostenuto dai richiedenti.
90. Evidentemente non ? stato cos? per i richiedenti nn. 32-33, 38-43, 117-20 e 140-46. Nei procedimenti di restituzione avviati da tali richiedenti, in date diverse tra il 1999 e il 2017 le autorit? competenti – la commissione fondiaria locale, poi il Dipartimento Agricoltura – hanno ordinato il riconoscimento del risarcimento e rifiutato la restituzione in natura. Tali decisioni sono entrate in vigore dopo che i ricorrenti non le hanno debitamente contestate (cfr. paragrafi 34-36). Per quanto riguarda in particolare i ricorrenti nn. 38-43, ? irrilevante ai fini della presente analisi se una decisione di ripristino dei loro diritti di propriet? sia stata emessa il 4 marzo 1999 – come sostenuto dai ricorrenti e contestato dal Governo (si veda il precedente paragrafo 35); ci? che ? decisivo ? che una successiva decisione del 18 marzo 2009 ha dichiarato che tali ricorrenti avrebbero ricevuto un risarcimento e che tale decisione ? entrata in vigore.
91. Di conseguenza, i ricorrenti nei casi di cui sopra non possono pretendere di avere alcuna “legittima aspettativa” di restituzione in natura.
92. La Corte giunge alla stessa conclusione per quanto riguarda i ricorrenti nn. 134-39. In tal caso, due decisioni della commissione fondiaria – una adottata nel 1995 e l’altra nel 1999 – hanno rifiutato la restituzione in natura degli appezzamenti rivendicati dai richiedenti e hanno disposto il risarcimento dei danni (cfr. paragrafo 38).
93. Quest’ultimo gruppo di richiedenti ha presentato copia di una decisione del 23 marzo 1999, che ordinava la restituzione in natura, che il Governo ha contestato (cfr. paragrafi 37-38). Dato che il Governo ha presentato una copia di una decisione della stessa data e recante lo stesso numero, ma con contenuti diversi, il Tribunale non pu? accettare il documento presentato dai ricorrenti come autentico. Essa osserva inoltre che il documento presentato dai ricorrenti non ? firmato e, a indicare che potrebbe essere stato creato dopo il 2002, reca l’intestazione e il timbro del Dipartimento dell’agricoltura (cfr. paragrafo 37 di cui sopra), mentre nel 1999, quando il documento avrebbe dovuto essere emesso, e fino al 2002, gli organi competenti ai sensi della legge del 1991 sono stati nominati commissioni fondiarie (cfr. paragrafo 59 di cui sopra). Infine, e in risposta all’argomentazione dei ricorrenti secondo cui la contestazione del documento in questione da parte del Governo era inammissibile (cfr. paragrafo 85), la Corte sottolinea di avere il diritto di valutare liberamente le prove presentate dalle parti (cfr., anche se si tratta di denunce ai sensi di diverse disposizioni della Convenzione, Ledyayeva e altri c. Russia, nn. 53157/99 e altri 3, ? 89, 26 ottobre 2006; Hakobyan e altri c. Armenia, no. 34320/04, ? 89, 10 aprile 2012; Aliyev c. Azerbaigian, nn. 68762/14 e 71200/14, ? 204, 20 settembre 2018).
94. Per quanto riguarda i casi dei richiedenti n. 10-13 (i reclami a nome del richiedente n. 14 sono stati dichiarati inammissibili – cfr. paragrafo 65 di cui sopra), 15-25, 34, 37 e 44-67, la Corte osserva che in date diverse hanno ottenuto sentenze giudiziarie ai sensi dell’articolo 11(2) della legge del 1991 e decisioni amministrative che riconoscono il loro diritto alla restituzione (cfr. paragrafi 22-23 di cui sopra). Tuttavia, si trattava soltanto di sentenze e decisioni di “riconoscimento”, del tipo che i giudici nazionali ritengono non dar luogo a titoli di propriet? specifici (cfr. paragrafo 54), e non hanno determinato le modalit? di completamento delle procedure di restituzione (attraverso la restituzione in natura o il risarcimento). Ci? ? stato confermato dal Tribunale distrettuale di Sofia in uno dei casi in esame: dopo che i richiedenti hanno contestato la decisione del Dipartimento dell’Agricoltura di concedere loro un risarcimento in sostituzione della restituzione (cfr. paragrafo 24), esso ha confermato tale rifiuto, constatando che le precedenti decisioni riguardanti tali richiedenti non avevano dato luogo ad un diritto specifico alla restituzione in natura (cfr. paragrafo 25). Un ricorso contro tale sentenza, cos? come i rimanenti procedimenti di riesame giudiziario avviati dai richiedenti del presente gruppo, sono pendenti (cfr. paragrafi 24-26), ma allo stato attuale la Corte, ancora una volta, non vede alcuna valida base per un “legittimo affidamento” da parte dei richiedenti di ottenere la restituzione in natura.
95. Le conclusioni di cui sopra sono applicabili anche ai richiedenti nn. 68-82, 103-16, 121-30 e 147. Essi hanno inoltre ottenuto solo decisioni di “riconoscimento”, con il Dipartimento dell’Agricoltura anche tenendo espressamente in considerazione, in uno dei casi, che per una parte dei terreni richiesti i richiedenti dovevano ricevere un risarcimento (vedi paragrafo 27 sopra). Il Governo ha contestato la decisione presentata dai ricorrenti in un altro caso del gruppo (cfr. paragrafo 28), ma la Corte ritiene irrilevante ai fini della presente analisi se il documento in questione fosse autentico; si tratta in ogni caso, come gi? rilevato, di una decisione di “riconoscimento”, che non pu? dar luogo ad una specifica “legittima aspettativa” di restituzione in natura. Nei casi discussi nel presente paragrafo gli organi nazionali competenti non hanno ancora determinato le modalit? di completamento del processo di restituzione – attraverso la restituzione in natura o il risarcimento (si veda il precedente paragrafo 30) – e, come gi? detto, mentre i procedimenti sono pendenti, allo stato attuale il Tribunale non pu? concludere che i richiedenti abbiano mai maturato una specifica “legittima aspettativa” alla restituzione in natura.
96. I ricorrenti nn. 83-87 hanno contestato nel 2018 una decisione del Dipartimento dell’Agricoltura che concedeva loro un risarcimento in sostituzione della restituzione, e il Tribunale di Sofia ha annullato tale decisione e ha ordinato la restituzione “nei limiti effettivi”. Tale sentenza non ? definitiva, poich? il Dipartimento dell’Agricoltura ha presentato ricorso contro di essa e il procedimento ? pendente (cfr. paragrafo 32). Poich? i ricorrenti non hanno ancora ottenuto il riconoscimento definitivo del loro presunto diritto alla restituzione in natura, n? una decisione o sentenza definitiva che ordini il ripristino dei loro diritti di propriet?, non si pu? dire che abbiano acquisito un “legittimo affidamento” a tale restituzione.
97. Tale “legittimo affidamento” avrebbe potuto sorgere inizialmente per i richiedenti nn. 1-9, dopo che il Tribunale distrettuale di Sofia ha stabilito nel 1995 che essi avevano diritto alla restituzione attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni (si veda il precedente paragrafo 17). Tuttavia, il diritto che avrebbe potuto sorgere per loro non era quello di uno specifico appezzamento di terreno, ma la futura assegnazione del terreno attraverso un piano di ridistribuzione del terreno. La Corte non ? tenuta a decidere in merito, in quanto pi? tardi, nel 1995, la commissione fondiaria locale ha ritenuto che i richiedenti nn. 1-9 avessero diritto a ricevere un indennizzo, e i richiedenti non hanno impugnato tale decisione all’epoca (cfr. il precedente paragrafo 18). Non ? stato quindi assegnato loro alcun terreno nell’ambito del piano di ridistribuzione fondiaria dell’area del 1999, che non hanno impugnato. Mentre la decisione della commissione fondiaria del 1995 ? stata infine dichiarata nulla, ci? ? avvenuto nel 2007 e a quel tempo, vale a dire dopo l’adozione e l’entrata in vigore di un piano di ridistribuzione fondiaria per l’area, il diritto iniziale dei ricorrenti alla restituzione in natura era gi? stato trasformato, in conformit? al diritto nazionale (cfr. paragrafo 50 di cui sopra), in un “legittimo affidamento” a ricevere un risarcimento in sostituzione della restituzione. Il procedimento relativo alla portata del diritto di restituzione dei richiedenti ? pendente (si veda il precedente paragrafo 21), ma allo stato attuale la Corte non ? in grado di concludere che i richiedenti abbiano una “legittima aspettativa” di ottenere, come da loro richiesto, la restituzione in natura.
98. Quest’ultima conclusione ? valida anche per i richiedenti nn. 131-33, nella misura in cui hanno ottenuto una decisione nel 2001 per la restituzione attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni di alcuni dei lotti da loro rivendicati (cfr. paragrafo 41). Come gi? evidenziato, un piano di ridistribuzione dei terreni ? stato adottato nel 1999 e dopo tale data gli ex proprietari in possesso di una decisione o sentenza che ordinava la restituzione attraverso tale piano potevano ricevere solo un indennizzo.
99. Per quanto riguarda i richiedenti e gli appezzamenti discussi nei paragrafi precedenti (in particolare i richiedenti nn. 1-13, 15-25, 34, 37-87, 103-30 e 134-147, nonch? i richiedenti nn. 131-33, per quanto riguarda gli appezzamenti oggetto della decisione della commissione fondiaria del 2001), la Corte conclude pertanto che i richiedenti non avevano alcuna “legittima aspettativa” di restituzione in natura, come da loro sostenuto. Per quanto riguarda le denunce in esame, ossia l’impossibilit? di ottenere la restituzione in natura, esse non avevano quindi alcun “possesso” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, inapplicabile. Ulteriori fatti, quali le istruzioni del Dipartimento dell’Agricoltura ai ricorrenti nel 2017 di presentare richieste di restituzione in natura (cfr. paragrafo 15), o azioni precedenti del Ministero dell’Agricoltura che sembravano ritenere che la restituzione in natura fosse, in linea di principio, fattibile (cfr. paragrafi 9 e 12), non possono portare la Corte ad una diversa conclusione. Queste circostanze, che non comportano decisioni vincolanti da parte delle autorit? competenti, possono aver fatto sorgere per i richiedenti la speranza di poter eventualmente ottenere la restituzione in natura da essi richiesta, ma tali speranze sono insufficienti per costituire un “legittimo affidamento” e quindi un “possesso” ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 (cfr. paragrafo 88).
100. I reclami di cui sopra sono quindi incompatibili ratione materiae con le disposizioni della Convenzione ai sensi dell’articolo 35 ? 3 (a) e devono essere respinti ai sensi dell’articolo 35 ? 4.
101. La Corte desidera inoltre distinguere i casi sopra discussi dai casi precedenti su cui i ricorrenti si sono basati (cfr. paragrafo 83). I casi di Mutishev e altri e Hadzhigeorgievi riguardavano decisioni delle autorit? competenti che ordinavano con restituzione definitiva in natura, e l’attuazione di tali decisioni era stata bloccata dalle autorit? amministrative per motivi che la Corte ha respinto, ritenendo che non fossero di “carattere sostanziale e convincente” (cfr. Mutishev e altri, ?? 131-37, e Hadzhigeorgievi, ?? 67-70, entrambi citati sopra). Il caso di Velcheva riguardava una sentenza del tribunale e una decisione amministrativa che ordinava la restituzione “nei confini reali”, in cui la commissione fondiaria/del Dipartimento agricolo non era riuscita a completarle con il piano catastale richiesto e quindi a completare la procedura di restituzione (cfr. ?? 42-49 della sentenza citata). In tutti e tre i casi la restituzione in natura era stata ordinata con sentenza passata in giudicato, il che ha fatto sorgere un “legittimo affidamento” per i ricorrenti a tale riguardo (si veda, ad esempio, la sentenza esplicita della Corte su tale questione nella causa Hadzhigeorgievi, citata, ? 63).
102. Per quanto riguarda i ricorrenti n. 90-101 (i reclami a nome del ricorrente n. 102 sono stati respinti – cfr. paragrafo 65 sopra) e 131-33 (per quanto riguarda quest’ultimo gruppo di ricorrenti – per quanto riguarda i terreni oggetto della decisione della commissione fondiaria del 1995 – cfr. paragrafo 39 sopra), essi avevano diritto alla restituzione attraverso un piano di ridistribuzione dei terreni, e tale piano ? stato adottato nel 1999 (cfr. paragrafi 15 e 39-40 sopra). I ricorrenti hanno sostenuto che gli appezzamenti oggetto delle loro denunce non erano interessati da tale piano, ma non hanno contestato tale piano e non hanno chiesto che fosse integrato, come invece sarebbe stato loro diritto (cfr. punto 58). I loro reclami devono quindi essere respinti ai sensi dell’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione per la non esaurimento dei rimedi interni.
103. Infine, la Corte si rivolge al caso dei ricorrenti nn. 88-89, che hanno ottenuto una decisione definitiva sulla restituzione “nei limiti effettivi” e un atto notarile. Essi non possono entrare in possesso dell’appezzamento di terreno in questione in quanto detenuto e utilizzato dall’Universit? forestale, che ne contesta il titolo (cfr. punto 33).
104. In base al diritto nazionale e secondo la prassi dei tribunali nazionali, le decisioni amministrative e giudiziarie che ordinano la restituzione “nei confini effettivi” possono essere impugnate da terzi che affermano di avere diritti (non basati sulla restituzione) sullo stesso terreno (cfr. paragrafo 56). In casi precedenti riguardanti il processo di restituzione di terreni agricoli in Bulgaria, la Corte ha ritenuto che, in presenza di tali rivendicazioni rivali sui terreni in questione, le sentenze e le decisioni sopra indicate non possono essere considerate come determinanti in via definitiva la portata dei diritti di restituzione dei richiedenti, il che pu? avvenire solo dopo che anche i terzi interessati hanno fatto esaminare le loro rivendicazioni (cfr. Sivova e Koleva, ? 74, e Kupenova e altri, ?? 30-31, entrambi citati sopra; Nedelcheva e altri contro la Bulgaria, no. 5516/05, ?? 56-57, 28 maggio 2013; Karaivanova e Mileva c. Bulgaria, n. 37857/05, ?? 74 e 76, 17 giugno 2014).
105. Come nei casi di cui sopra, nel caso dei richiedenti n. 88-89, le rivendicazioni rivali al terreno dell’Universit? forestale, che nel 1998 aveva ottenuto il diritto d’uso del campo sperimentale di Vrazhdebna (cfr. paragrafo 7), erano note ai richiedenti, i quali non potevano quindi legittimamente aspettarsi che le decisioni di restituzione a loro favore, pur ordinando la restituzione “nei limiti effettivi”, avessero deciso la questione in via definitiva. Come accennato, l’esatta portata del diritto di restituzione dei richiedenti, vale a dire la restituzione in natura o il risarcimento, pu? essere determinata solo dopo che l’Universit? forestale – una terza parte nella procedura di restituzione – ha avuto la possibilit? di far esaminare le proprie argomentazioni sulla questione (cfr. Kupenova e altri, ? 31, e Nedelcheva e altri, ? 57, entrambi citati sopra; sulla personalit? separata in un tale contesto di entit? legate allo Stato cfr. Karaivanova e Mileva, ? 50, e Ilieva e altri v. Bulgaria, n. 17705/05, ? 36, 3 febbraio 2015). La stessa conclusione ? stata raggiunta anche dall’ufficio locale del catasto, che ha indicato ai ricorrenti che la loro controversia con l’Universit? forestale doveva essere esaminata dai tribunali civili (si veda il paragrafo 33 di cui sopra nella multa).
106. Resta quindi aperta la possibilit? per i ricorrenti nn. 88-89 di proporre un’azione legale contro l’Universit? forestale e di far confermare o respingere con sentenza definitiva il loro diritto alla restituzione in natura. Mentre nei casi precedenti citati la Corte ha criticato l’obbligo previsto dal diritto nazionale per le persone che si trovano in una posizione come quella dei richiedenti di avviare un ulteriore procedimento, considerando che ci? ha prolungato le procedure di restituzione e ha generato insicurezza (si veda, ad esempio, Sivova e Koleva, ? 116, e Nedelcheva e altri, ? 78, entrambi citati sopra), questo non ? ci? che ? in gioco in questo caso. Ci? che ? decisivo, in vista della denuncia in esame, ? che si apre ai ricorrenti una via procedurale che permette loro di difendere il loro presunto diritto alla restituzione in natura. I ricorrenti non hanno informato la Corte di aver fatto ricorso a tale via.
107. I loro reclami devono quindi essere respinti ai sensi dell’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione per la non esaurimento dei rimedi interni.
108. In sintesi, la Corte ritiene che i reclami dei ricorrenti nn. 1-13, 15-25, 34, 37-87, 103-30 e 134-147, nonch? i ricorrenti nn. 131-33 (per quanto riguarda gli appezzamenti oggetto della decisione del 2001 della commissione fondiaria) riguardavano l’impossibilit? di ottenere la restituzione in natura incompatibile ratione materiae con le disposizioni della Convenzione ai sensi dell’articolo 35 ? 3 (a) (cfr. paragrafi 90-101). Inoltre, essa constata che i richiedenti nn. 88-89 (cfr. paragrafi 103-107 di cui sopra) e 90-101 e 131-33 (cfr. paragrafo 102 di cui sopra, per quanto riguarda quest’ultimo gruppo di richiedenti – per quanto riguarda gli appezzamenti oggetto della decisione della commissione fondiaria del 1995), non hanno esaurito i rimedi nazionali disponibili relativi alla restituzione in natura, come richiesto dall’articolo 35 ? 1 della Convenzione. Di conseguenza, i reclami in esame devono essere respinti in quanto inammissibili ai sensi dell’articolo 35 ? 4 della Convenzione.

Reclamo relativo alla durata delle procedure di restituzione
a) se tale denuncia rientri nell’ambito del caso di specie
109. La Corte ha ritenuto che la portata di una causa “rinviata” nell’esercizio del diritto di ricorso individuale ? determinata dal reclamo o “reclamo” del richiedente. Le accuse fatte dopo la comunicazione del caso al governo convenuto possono essere esaminate dalla Corte solo se costituiscono un’elaborazione del reclamo originale del richiedente (cfr. Radomilja e altri c. Croazia [GC], nn. 37685/10 e 22768/12, ?? 108-09 e 120-22, 20 marzo 2018; Piryanik c. Ucraina, n. 75788/01, ? 20, 19 aprile 2005; ?cis c. Lettonia, n. 12879/09, ? 68, 10 gennaio 2019).
110. Per quanto riguarda il caso in esame, nel modulo di domanda i ricorrenti hanno lamentato l’impossibilit? di ottenere la restituzione in natura e la prolungata incertezza nella risoluzione dei loro diritti di restituzione (si veda il precedente paragrafo 77). Anche se la denuncia relativa alla durata delle procedure di restituzione ? stata formulata in modo pi? esplicito nelle loro osservazioni presentate dopo la comunicazione della domanda – con l’affermazione che le autorit? nazionali erano state obbligate a completare tali procedure entro un termine ragionevole (cfr. paragrafo 84) – la Corte ? convinta che tali osservazioni costituissero un’elaborazione di una denuncia presentata originariamente e non un tentativo di presentare una nuova denuncia. Di conseguenza, la Corte conclude che la denuncia relativa alla durata delle procedure di restituzione rientra nell’ambito di applicazione del caso.

b) Ricevibilit?
111. La Corte ha gi? constatato che i richiedenti nn. 90-101 e 131-33 (per quanto riguarda quest’ultimo gruppo – per quanto riguarda i terreni oggetto di una decisione della commissione fondiaria del 1995, si veda il precedente paragrafo 39) non hanno esaurito i rimedi nazionali disponibili, visto che non hanno contestato il piano di ridistribuzione dei terreni del 1999 (si veda il precedente paragrafo 102). Scaduti i termini per tali impugnazioni (cfr. punto 58), le procedure di restituzione in questione si sono quindi concluse, in quanto non sembrano essere state disponibili ulteriori vie procedurali per le ricorrenti (cfr., per conclusioni analoghe, Kayriakovi c. Bulgaria, n. 30945/04, ? 26-29, 7 gennaio 2010). Anche se alcuni dei richiedenti hanno

Testo Tradotto

FIFTH SECTION

CASE OF ZIKATANOVA AND OTHERS v. BULGARIA

(Application no. 45806/11)

JUDGMENT

Art 1 P1 ? Peaceful enjoyment of possessions ? No ?legitimate expectation? to restitution in kind ? Lengthy unjustified delays in restitution proceedings in respect of agricultural land ? Prolonged uncertainty as to exact scope of entitlement to restitution

STRASBOURG

12 December 2019

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Zikatanova and Others v. Bulgaria,

The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:

Angelika Nu?berger, President,
Ganna Yudkivska,
Yonko Grozev,
S?ofra O?Leary,
M?rti?? Mits,
L?tif H?seynov,
Lado Chanturia, judges,
and Milan Bla?ko, Deputy Section Registrar,

Having deliberated in private on 19 November 2019,

Delivers the following judgment, which was adopted on that date:

PROCEDURE

1. The case originated in an application (no. 45806/11) against the Republic of Bulgaria lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a hundred and forty-seven Bulgarian nationals (?the applicants?) on 15 July 2011. Some of the applicants passed away after the lodging of the application and their heirs expressed a wish to continue the proceedings in their stead. A list of the applicants, indicating also the heirs of those of them who have passed away, is set out in the appendix.

2. The applicants were represented by Mr M. Ekimdzhiev and Ms G. Chernicherska, lawyers practising in Plovdiv. The Bulgarian Government (?the Government?) were represented by their Agents, Ms I. Stancheva-Chinova and Ms I. Nedyalkova, of the Ministry of Justice.

3. The applicants, who had initiated restitution-of-property proceedings, complained, relying on Article 1 of Protocol No. 1 and Article 13 of the Convention, about the impossibility of obtaining restitution in kind and about the prolonged uncertainty in resolving their restitution claims.

4. On 5 July 2018 the Government were given notice of the application, in so far as the applicants enumerated in the appendix were concerned, while the complaints of other initial applicants were declared inadmissible pursuant to Rule 54 ? 3 of the Rules of Court.

THE FACTS

THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
Facts common to all applicants
5. Ancestors of the applicants owned plots of agricultural land in the outskirts of Sofia, in an area called Vrazhdebna. In the 1950s the land was incorporated into an agricultural cooperative.

6. In 1960 the State expropriated part of the land used by the cooperative. The plot, measuring about 350,000 square metres, was registered as State property in 1970. On that land the Ministry of Education created, and subsequently managed, an experimental field for students and trainee agrobiologists. In the 1960s and 1970s buildings, roads, irrigation installations and other infrastructure were constructed on the land.

7. In 1998 the Minister of Education granted the use of the field to the Forestry University in Sofia.

8. In the meantime, in 1991 Parliament enacted the Agricultural Land Act (hereinafter ?the 1991 Act?, see paragraph 46 below). On different dates after that the applicants applied for the restitution of their ancestors? land. The individual restitution procedures, most of which have not yet ended, are described in more detail in paragraphs 17-45 below.

9. In 1999 the Ministry of Agriculture proposed that about 63,000 square metres of the territory of the experimental field be reserved for use by the Forestry University, and the remainder be used to satisfy restitution claims of former owners of land in the area. In 2001, upon the initiative of the Ministry of Agriculture, the Sofia regional governor proposed to the Council of Ministers (the Government) to annul its 1960 decision concerning the expropriation of the land (see paragraph 6 above), as that decision was seen as an impediment to the completion of the restitution procedures. The proposal has never been examined by the Government.

10. A land redistribution plan for Vrazhdebna (concerning land not included in the territory of the experimental field) was adopted in 1999 (on such plans see paragraph 48 below).

11. In 2008 the Minister of Education once again granted the Forestry University the right to use and manage the experimental field, and initiated a procedure for the registration of that land as public State property.

12. In 2010 the Kremikovtsi Agricultural Department (hereinafter ?the Agricultural Department?) took the position that the land at issue was being used ?ineffectively? by the University. It reiterated its proposal that, apart from 63,000 square metres necessary for the experimental field, the remainder of the land should be subject to restitution.

13. In 2011 the Minister of Education sent a letter to the Minister of Agriculture, explaining that the totality of the land was being used as an experimental field, and insisting that the restitution decisions concerning the territory of the field be re-examined.

14. On 18 March 2014 the plot of land, with a surface of 340,959 square metres, was entered by the Sofia regional governor into the list of public State properties.

15. In 2017 the Agricultural Department instructed the applicants to submit requests for the restitution in kind of their plots.

16. In October 2018 some of the applicants brought an action against the State, contesting the registration of the land of the experimental field as public State property, and seeking a judicial declaration that that land was not such property. The Court has not been informed of the course of these proceedings.

Individual restitution proceedings
Applicants nos. 1-9
17. In a decision of 18 May 1994 the Kremikovtsi land commission (hereinafter ?the land commission?, after 2002 renamed as Agricultural Department, see paragraph 59 below) refused the restitution of a plot of land. After applicants nos. 1-9 sought judicial review, that decision was quashed on 26 May 1995 by the Sofia District Court, which found it sufficiently established that the applicants? ancestor had owned the plot and that the land had been included in the agricultural cooperative. Accordingly, it stated that it ?restored? the applicants? rights to the plot ?through a land redistribution plan?.

18. Despite that, in a subsequent decision of 19 June 1995 the land commission stated that the applicants were to receive compensation in lieu of restitution. That decision was served on the applicants.

19. The applicants did not object to the land redistribution plan for Vrazhdebna adopted in 1999 (see paragraph 10 above).

20. In 2006 they sought a judicial declaration that the decision of 19 June 1995 was null and void. Such a declaration was made in a judgment of the Sofia District Court of 4 July 2007, which found that the impugned decision contradicted the previous judgment of 26 May 1995.

21. In 2017 the applicants submitted a request for restitution in kind (see paragraph 15 above). In a decision of 18 January 2018 the Agricultural Department refused such restitution, noting that the land claimed by them was considered public State property, and held that the applicants were entitled to compensation. The applicants applied for judicial review. The proceedings initiated by them are still pending.

Applicants nos. 10-25, 34, 37 and 44-67
22. As concerns the restitution claims of applicants nos. 34, 37 and 61?67, prior to 2010 the land commission, subsequently Agricultural Department, gave several decisions, which were quashed or declared null and void by the competent courts upon application by the applicants. Finally, their entitlement to restitution in kind was recognised in a decision of the Agricultural Department of 16 December 2010.

23. In 2005-06 applicants nos. 10-25 and 44-60 brought proceedings against the Agricultural Department under section 11(2) of the 1991 Act (see paragraph 53 below), seeking a declaration that they were entitled to the restitution of different plots of land. Their claims were allowed in judgments of the Sofia District Court, which recognised the applicants? restitution rights. After that, in decisions given in 2006 and 2007 the Agricultural Department also provided such a recognition.

24. In 2017 the applicants submitted requests for restitution in kind (see paragraph 15 above). In four decisions dated 11 and 18 January 2018 the Agricultural Department refused such restitution, noting that the land at issue was considered public State property, and held that the applicants were entitled to compensation in lieu of restitution. The applicants applied for judicial review. The proceedings are still pending.

25. In one of the cases (brought by applicants nos. 44-60), in a judgment of 8 January 2019 the Sofia District Court dismissed the application for judicial review, finding that the previous judicial and administrative decisions had not ordered restitution in kind and could not give rise to title to property, but had contained a general recognition of the applicants? entitlement to restitution. The Agricultural Department?s impugned decision had determined the manner of completing the restitution procedure, namely through the provision of compensation. Restitution in kind of the land claimed by the applicants was impossible, in particular given the requirements of section 24(2) of the 1991 Act (see paragraph 49 below).

26. On an unspecified date the applicants lodged an appeal against that judgment.

Applicants nos. 68-82, 103-16, 121-30 and 147
27. In 2007 applicants nos. 121-30 brought proceedings against the Agricultural Department under section 11(2) of the 1991 Act, and their entitlement to restitution was recognised in a judgment of 7 March 2008 of the Sofia City Court. In a subsequent decision of 17 May 2008, which was not contested and became final, the Agricultural Department also recognised the applicants? entitlement to restitution, holding expressly that part of the plot claimed by them could not be subject to restitution in kind since it fell within the territory of the experimental field.

28. As concerns applicants nos. 103-08, on 9 March 1999 the land commission stated that they were entitled to compensation in lieu of restitution. In another decision which the applicants submitted, dated 20 February 2001, it recognised, in principle, their entitlement to restitution in kind. The Government contested the authenticity of that latter decision, on the ground that an original of such a decision had not been found in the Agricultural Department?s archives, and the decision with corresponding number and date concerned different plots.

29. The entitlement of applicants nos. 68-82, 109-16 and 147 to the restitution of several plots of land in Vrazhdebna was recognised in decisions of the land commission (respectively Agricultural Department) issued on different dates in 1999 and 2010?11.

30. In 2017 the applicants submitted requests for restitution in kind (see paragraph 15 above). By letters sent in the end of 2017 and the beginning of 2018 the Agricultural Department informed them that they had to submit cadastral plans of the plots claimed by them ? documents that the applicants contend they are not able to obtain. The course of the restitution procedures after that is unclear.

Applicants nos. 83-89
31. In 2006 and 2007 applicants nos. 83-89 brought proceedings against the Agricultural Department, under section 11(2) of the 1991 Act, seeking a declaration that they were entitled to the restitution of different plots of land in Vrazhdebna. The actions were allowed by the competent courts in 2006 and 2011.

32. In the proceedings brought by applicants nos. 83-87, in a subsequent decision of 11 January 2018 the Agricultural Department refused restitution in kind, noting that the plot of land claimed by them was considered public State property, and held that the applicants were to receive compensation. In ensuing proceedings for judicial review brought by the applicants, in a judgment of 27 December 2018 the Sofia District Court quashed the impugned decision, finding that the Agricultural Department had failed to show that any of the impediments to restitution in kind was present. The Department filed an appeal, and the appeal proceedings are pending.

33. In the proceedings brought by applicants nos. 88-89, on 2 August 2013 the Agricultural Department refused restitution in kind of the plots claimed, noting that the land fell within the territory of the experimental field used by the Forestry University, and held that the applicants were entitled to compensation. In judicial-review proceeding brought by the applicants, that decision was quashed in a final judgment of 29 May 2014 of the Sofia District Court, which noted that the Agricultural Department had not shown that any of the impediments to restitution in kind were present, in particular since it had not submitted evidence to prove that the land at issue indeed fell within the territory of the experimental field. Accordingly, the Sofia District Court held that the applicants? property rights were to be restored. In a subsequent decision of 26 September 2014 accompanied by a cadastral plan the Agricultural Department also ordered restitution in kind, and in 2016 the applicants obtained a notarial deed, recognising them as owners. However, they could not enter into possession of the land, since it was being held by the Forestry University. In 2017 the land register in Sofia refused to register the land as property of the applicants, noting the property dispute between them and the University and pointing out that it fell to be decided by the civil courts.

Applicants nos. 32-33, 38-43, 117-20 and 140-46
34. In judgments given in 1996-97 and 2006 the Sofia District Court recognised the entitlement of applicants nos. 32-33, 117-20 and 140-46 to the restitution of several plots of land in Vrazhdebna. In further decisions given on different dates between 1999 and 2017 the land commission, respectively the Agricultural Department, refused restitution in kind of the plots at issue and held that the applicants were to receive compensation. The applicants did not apply for judicial review of the respective decisions, and those decisions entered into force.

35. As to applicants nos. 38-43, the land commission refused restitution in kind and held that they would receive compensation in a decision of 13 January 1995. Upon application by the applicants, that decision was declared null and void by the Sofia District Court on 19 November 2008. Subsequently, on 18 March 2009 the Agricultural Department held once again that the applicants were to receive compensation. The application for the judicial review of that decision submitted by the applicants was found inadmissible in 2011 and the decision at issue thus entered into force. Applicants nos. 38-43 submitted in addition a decision of the land commission dated 4 March 1999, restoring their property rights to the plots at issue. The document sent by them does not carry the signatures of the commission members, but has a handwritten mention that it is a valid copy, accompanied by the commission?s stamp. The Government disputed the authenticity of the document, saying that an original copy of such a decision could not be found, and that if such a decision had been validly given, it would have been pointless for the applicants to contest the initial refusal of the commission of 13 January 1995.

36. In 2001 the land commission set the value of the compensation to be provided to applicants nos. 140-46, and the applicants made a declaration as to their preferred means of compensation. No further decision on the compensation due to them has been taken. Nor has the land commission (later on Agricultural Department) taken any decision on the compensation to be provided to applicants nos. 32-33, 38-43 and 117-20.

Applicants nos. 134-39
37. Applicants nos. 134-39 submitted a copy of a decision dated 23 March 1999, with the heading and the stamp of the Agricultural Department, stating that their property rights to several plots in Vrazhdebna were being restored. The plots were not however identified with the necessary specifications (see paragraph 55 below). The document submitted by the applicants does not carry the signatures of the Department members, but has a handwritten mention that it is a valid copy, accompanied by the Department?s stamp. The applicants stated that it had not been accompanied by a cadastral plan of the plot.

38. The Government disputed the authenticity of the above document, and submitted another decision of the same date and bearing the same number, issued by the land commission and signed by its members, refusing restitution in kind of some of the plots claimed by the applicants and stating that the applicants would receive compensation. Another similar decision concerning the remaining plots claimed by the applicants had been issued on 12 January 1995. The Government stated that both decisions submitted by it had entered into force. The applicants, for their part, contended that they had never been notified of such decisions.

Applicants nos. 90-102 and 131-33
39. In several decisions issued in 1995 the land commission recognised the entitlement of applicants nos. 90-102 and 131-33 to the restitution of plots of land in Vrazhdebna, holding that these plots were to be returned to the applicants through a land redistribution plan. The applicants? complaints concern some of these plots only.

40. A land redistribution plan for the area was adopted in 1999 (see paragraph 10 above) and a number of plots of land were allotted to the applicants. The applicants did not challenge the plan. In their submissions to the Court they claimed that that plan did not concern the plots which are the subject of the present complaints.

41. In 2001 a further decision of the land commission stated that other plots were to be returned through a land redistribution plan to applicants nos. 131-33.

42. In 2017 applicants nos. 90-102 submitted a request for restitution in kind of the plot which is the subject of their complaints. In a letter of 30 October 2017 the Agricultural Department instructed them to submit a cadastral plan of that plot ? a document which they contend not to be able to obtain.

Applicants nos. 26-31 and 34-37
43. In decisions given between 1994 and 1999 the land commission recognised the entitlement of applicants nos. 26-31 and 34-37 to the restitution of several plots of land in Vrazhdebna, through a land redistribution plan.

44. Such a plan for the area was adopted in 1999 (see paragraph 10 above). Under it plots of land were allotted to the applicants. In December 1999 the applicants took possession of their land.

Table of the proceedings
45. The individual proceedings described above are also presented in the following table, which contains additionally data on the size of the plots claimed by the applicants:
[…]
RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
46. Restitution of agricultural land is provided for in the Agricultural Land Act of 1991 (????? ?? ????????????? ? ?????????? ?? ???????????? ???? ? ?the 1991 Act?) and the Regulations on the Implementation of the Agricultural Land Act (????????? ?? ????????? ?? ?????? ?? ????????????? ? ?????????? ?? ???????????? ????, hereinafter ?the Regulations?).

Scope of the restitution
47. The 1991 Act provides, inter alia, that persons, or their heirs, whose land has been collectivised, may request the restoration of their ownership rights under certain conditions. If their request is allowed, they can obtain restitution in kind or compensation in lieu thereof.

48. Restitution in kind can be ?in actual boundaries? (?? ????? ?????? ????????) ? in cases where the old borders of the plot of land once owned by the claimant or his or her ancestors are preserved or traceable (roads, fences, river banks, trees and others, which have not changed after the collectivisation), or through a so-called land redistribution plan (????? ?? ??????????????). Land redistribution plans set new borders of the plots to be restituted, if possible in the approximate area where the plots previously owned had been situated (section 10a(2) of the 1991 Act).

49. The 1991 Act envisages different situations where restitution in kind (?in actual boundaries? or through a land redistribution plan) cannot be carried out and the claimants are to receive compensation in lieu thereof. Section 10(7) excludes restitution in kind in situations where third parties have lawfully constructed buildings in urbanised areas. Under section 10b(1), compensation is also to be awarded in cases where the land has been taken by a ?complex of construction works? (???????????). The national courts have interpreted that latter term broadly, taking it to cover any construction or other public works, regardless of their lawfulness (??????? ? 77 ?? 9.03.2010 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 4209/2008 ?., I ?. ?., ??; ??????? ? 70 ?? 22.06.2010 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 674/2009 ?., I ?. ?., ??). In addition, under section 24(2), (3) and (4) of the 1991 Act the State retains property of land used for purposes such as education, science, archaeological studies and national defence, as well as land included in certain national parks and reserves. The existence or not of the above impediments to restitution in kind is to be assessed as of the moment of the 1991 Act?s entry into force.

50. Additionally, if the land available for redistribution is not sufficient to satisfy the restitution claims of all former owners, they may be awarded partial compensation (section 19(1) and (8) of the Regulations). Compensation is also to be awarded in situations where a claimant has presented to the land commission/Agricultural Department a court judgment recognising his entitlement to restitution through a land redistribution plan or a judgment given in the procedure under section 11(2) of the 1999 Act (see paragraph 53 below) after a redistribution plan for the area has already been elaborated (section 11(4) of the 1991 Act and section 25(3) of the Regulations).

51. As to compensation in lieu of restitution, it can be through comparable municipally-owned land, in so far as such land is available, or through so-called compensation bonds.

Procedural rules
52. Under section 11(1) of the 1991 Act, former owners, or their heirs, could initiate administrative proceedings for restitution within a period of seventeen months following the entry into force of the Act. They had to lodge a request for restitution with the local land commission, which had to establish whether the relevant statutory conditions for restitution were met, and if so, to issue a decision. Favourable decisions of the land commissions were not subject to judicial review and were final, whereas negative decisions were subject to judicial review (section 14(3) of the 1991 Act).

53. Persons seeking restitution of agricultural land who had missed the seventeen-month time-limit indicated above could bring an action for a declaratory judgment against the local land commission/Agricultural Department (section 11(2) of the 1991 Act). Such a possibility existed until 2007. Where the courts decided in favour of the claimants, the administrative bodies had to comply and issue the necessary decisions.

54. It has been the established practice of land commissions (Agricultural Departments) to issue several types of decisions during the different stages of the procedure. A first decision, based usually on an assessment of merely whether the claimants? predecessors were the owners of the plots of land concerned and whether the land was included in an agricultural cooperative, recognises the claimants? entitlement to restitution. Sometimes such a decision can also state that the restitution would be carried out through a land redistribution plan (section 14(1)(2) of the 1991 Act). Decisions of that type do not give rise to any title to property (??????? ? 11 ?? 06.02.1998 ?. ?? ??. ?. ? 1480/1997, ???, IV ??. ?.; ??????? ? 43 ?? 3.02.2010 ?. ?? ???????????? ?? ?. ??. ?. ? 12/2010 ?.; ??????? ?? 20.12.2017 ?. ?? ??-????? ?? ?. ??. ?. ? 318/2017 ?.). They have been referred to in the legal theory as ?recognition? decisions (????????? ???????, ?????? ???????, ???? ????????, ??????? ????? ?? ???????????? ???? ? ???????? ??????????, 2011, ???. 24-25). Judgments given in proceedings under section 11(2) of the 1991 Act can also only have a ?recognition? effect (??????? ?? 20.12.2017 ?. ?? ???????? ?? ?. ??. ?. ? 318/2017 ?.; ??????? ? 473 ?? 24.11.2014 ?. ?? ?? – ??????? ?? ??. ?. ? 235/2013 ?.).

55. A further decision of the land commission (Agricultural Department) orders restitution ?in actual boundaries? or allocates the former owners specific plots under a land redistribution plan. Such decisions ? capable of giving rise to property rights and completing the restitution procedure through restitution in kind ? have been known in the legal theory as ?restoration? decisions. A ?restoration? decision has to indicate the specifications of the plots of land concerned, namely their size, category, location and borders. Such a decision must also be accompanied by a cadastral plan of the plots. If these requirements are met, the decision at issue, after it enters into force, serves as title to property equivalent to a notarial deed (sections 14(1)(1) and 17(1) of the 1991 Act and sections 18g(1) and 27(1) and (3) of the Regulations).

56. Nevertheless, even where such a decision has been issued and has entered into force, it can be contested by a third party having competing claims (not based on restitution) to the same plot of land, since the procedure under the 1991 Act does not permit that party?s participation and any judgments and decisions given in the restitution proceedings are not considered binding on it. The domestic courts examining such a third-party claim exercise what is called ?indirect judicial review? and re-examine, in view of the new arguments put forward, whether the preconditions for restitution in kind had been in place (??????? ? 201 ?? 30.06.2010 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 79/2009 ?., II ?. ?., ??; ??????? ? 250 ?? 8.05.2014 ?. ?? ??? ?? ??. ?. ? 3215/2013 ?., II ?. ?., ??; additional domestic case law is cited in Sivova and Koleva v. Bulgaria, no. 30383/03, ? 44, 15 November 2011).

57. Different decisions are also given by the land commissions (Agricultural Departments) with regard to the allocation of compensation in lieu of restitution. The relevant bodies are to set the value and type of compensation and, where compensation is to be through the provision of other comparable land, select and distribute the respective plots (Article 19a of the 1991 Act).

58. Interested parties may make challenges to land redistribution plans, before the land commission or the courts, within fourteen days of their publication (section 25(2), (4) and (6) of the Regulations).

59. The competent administrative bodies ? land commissions, which were local branches of the Ministry of Agriculture ? were replaced with Agricultural Departments in 2002.

Relevant provisions concerning State properties
60. Pursuant to section 7(1) of the State Property Act (????? ?? ?????????? ???????????), public State property cannot be transferred to private persons.

61. Entries into the list of State-owned properties, to be effectuated by regional governors, do not in themselves give rise to property rights for the State (section 5(3) of the State Property Act). Any ownership dispute is to be determined by the courts (section 79(3) of the Act).

THE LAW

PRELIMINARY QUESTIONS
Withdrawal of the complaints by some of the applicants
62. In their observations following the communication of the application applicants nos. 26-31 and 34-37 stated that they wished to withdraw their complaints, seeing that their restitution claims had been satisfied (see paragraphs 43-44 above).

63. In the light of the foregoing, and in the absence of any special circumstances regarding respect for the rights guaranteed by the Convention and the Protocols thereto, the Court, in accordance with Article 37 ? 1 (a) of the Convention, considers that it is no longer justified to continue the examination of the application in so far as applicants nos. 26-31 and 34-37 are concerned. Accordingly, that part of the application is to be struck out of the list.

The Government?s objection concerning applicants nos. 14 and 102
64. The Government observed that applicants nos. 14 and 102, Ms Angelina Angelova Hristova and Ms Gyurgena Traykova Mladenova, had passed away on 22 May and 20 January 2011 respectively, namely before the lodging of the application on 15 July 2011 (see paragraph 1 above). The Government urged the Court to dismiss these applicants? complaints as inadmissible.

65. The Court, noting that Ms Hristova and Ms Mladenova indeed passed away before the lodging of the application, finds the complaints raised on their behalf incompatible ratione personae with the provisions of the Convention, within the meaning of Article 35 ? 3 (a), and thus rejects them in accordance with Article 35 ? 4.

66. Accordingly, when it indicates hereinafter ?the applicants?, the Court will refer to the remaining applicants, excluding those discussed in paragraphs 62-65 above.

The Government?s objection concerning applicants nos. 32 and 33
67. The Government pointed out that applicants nos. 32 and 33, Ms Varadinka Pavlova Taseva and Mr Dimitar Pavlov Toshkov, had not submitted an authority form, whereas the application had been lodged by their representatives and not by the applicants themselves. On that ground the Government urged the Court to dismiss the complaints of Ms Taseva and Mr Toshkov.

68. After that argument had been raised, the applicants? representatives submitted an authority form signed by those two applicants, dated 1 March 2011, as well as an invoice dated 17 March 2011 showing that Ms Taseva had paid their legal fee. Since Ms Taseva and Mr Toshkov had in the meantime passed away, the representatives submitted also statements by their heirs who wished to continue the proceedings. As to the invoice, even though it indicated Ms Taseva as the payer, it was not signed by her, but by an unknown third person. The Government pointed to this fact, and in addition contested Mr Toshkov?s signature on the authority form, noting some differences between it and his signature seen on other documents.

69. The Court points out that, pursuant to Rule 45 ? 3 of the Rules of Court, a valid power of attorney is required where an applicant is represented in the proceedings before it. In the present case it has to determine whether the applicants themselves signed the relevant documents and, in view of all the evidence, whether the application was made with their consent and whether they maintained an interest in pursuing the case (see, for example, Velikova v. Bulgaria, no. 41488/98, ?? 48-51, ECHR 2000?VI).

70. In the absence of any further evidence to the contrary, the Court is satisfied that Mr Toshkov signed the authority form of 1 March 2011, observing that, despite some differences, the signature contested by the Government is not dissimilar to his signature on other documents. As to the invoice, its being signed by a third person does not alter the fact that payment was made, as indicated in the document, in Ms Taseva?s name and for the purposes of her legal representation before the Court. Accordingly, the Court concludes that the two applicants at issue intended to authorise their representatives to lodge an application on their behalf and that they took the necessary action in that respect. It was apparently due to an error that the authority form was not submitted initially together with the forms signed by the remaining applicants (contrast Post v. the Netherlands (dec.), no. 21727/08, 20 January 2009, where there had been no indication whatsoever that the applicant wished the person having submitted the application to represent her). The Court notes in addition that, after Ms Taseva and Mr Toshkov passed away, their heirs wished to maintain the application.

71. The Court finds accordingly that the application has been validly submitted on behalf of the two applicants and dismisses the Government?s objection in that regard.

Abuse of the right of individual application
72. The Government, contesting the authenticity of several documents submitted by the applicants (see paragraphs 28, 35 and 38 above), also urged the Court to dismiss the complaints of the respective groups of applicants on the ground of abuse of the right to individual application.

73. The Court has held that an application may be rejected under Article 35 ? 3 (a) of the Convention for abuse of the right of individual application if, among other reasons, it was knowingly based on untruths, or if the applicant submitted incomplete or misleading information (see Gross v. Switzerland [GC], no. 67810/10, ? 28, ECHR 2014, and Shalyavski and Others v. Bulgaria, no. 67608/11, ? 44, 15 June 2017).

74. However, in the case at hand it has not been established whether, if the impugned documents were not authentic (see the analysis in paragraphs 93 and 116 below), the applicants were aware of this. Accordingly, it has not been proven that the applicants ?knowingly? declared untruths or submitted misleading information, and the Court cannot conclude that they abused their right to individual application. It thus dismisses the Government?s objection.

75. Nevertheless, the Court will refer to the matter in its analysis, and assess the reliability of the documents at issue when examining on the merits the respective complaints (see paragraphs 90, 93, 95 and 116 below).

Locus standi of the remaining applicants? heirs
76. Lastly, the Court sees no reason not to accede to the wish of the heirs of the remaining applicants who passed away after the lodging of the application to continue the proceedings in their predecessors? stead (see paragraph 1 above and the appendix).

ALLEGED VIOLATIONS OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1
77. The applicants complained under Article 1 of Protocol No. 1 and Article 13 of the Convention about the impossibility of obtaining the restitution in kind of their predecessors? land in Vrazhdebna and the prolonged uncertainty in resolving their restitution claims.

78. The Court is of the view that the complaints fall to be examined under Article 1 of Protocol No. 1 alone, which reads as follows:

?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.

The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?

Arguments of the parties
The Government
79. As concerns the impossibility to obtain restitution in kind, the Government argued that the complaints of many of the applicants under Article 1 of Protocol No. 1 were incompatible ratione materiae, since no ?legitimate expectation? for them to the restitution in kind of their predecessors? land had ever arisen. The relevant administrative and judicial bodies had only given ?recognition? decisions, which meant that the exact manner of completing the restitution process had not been determined. The Government pointed out in addition that in some cases the applicants had not contested decisions of the land commission/Agricultural Department affecting them. Furthermore, in many cases proceedings regarding the scope of the applicants? restitution rights were still pending.

80. The Government contended that the experimental field in Vrazhdebna had for many years been used for educational purposes, even before the adoption of the 1991 Act, and that there had been no ambiguity as to its status. It was being managed by the Ministry of Education and the Ministry of Agriculture, through its bodies, was not competent to take any decisions concerning it. The State had legitimately retained for itself ownership in the experimental field, and the only possible manner of completing the restitution procedures initiated by the applicants was through the award of compensation. The Government relied on earlier decisions and judgments of the Court concerning restitution, such as Sivova and Koleva (cited above) and Kupenova and Others v. Bulgaria, ((dec.), no. 12664/05, 7 May 2013).

81. Lastly, the Government argued that many of the applicants had remained inactive in the restitution procedures and had not taken the ?necessary action as required by law?. In particular, it had been only in 2017, long after the initial ?recognition? decisions in their favour, that many of the applicants had expressly requested restitution in kind. The proceedings had additionally been delayed due to the applicants? ?refusal to accept? that restitution in kind of their land in Vrazhdebna was impossible.

The applicants
82. The applicants argued that a large part of the national authorities? actions related to their restitution claims had been ?clearly designed and undoubtedly aimed? at accomplishing restitution in kind. They considered that even after the registration of the territory of the experimental field in Vrazhdebna as public State property the bodies of the Ministry of Agriculture had ?maintained? in them the expectation that they would obtain such restitution. At the same time, other State bodies, in particular the Council of Ministers and the regional governor, had ?manifestly in bad faith? obstructed that process.

83. In support of the above arguments the applicants relied on the Court?s earlier restitution cases of Mutishev and Others v. Bulgaria (no. 18967/03, 3 December 2009), Hadzhigeorgievi v. Bulgaria (no. 41064/05, 16 July 2013) and Velcheva v. Bulgaria (no. 35355/08, 9 June 2015).

84. At the same time, the applicants stated that the State authorities? obligation was to complete the restitution procedures, in any of the manners provided for by law, and within a reasonable time. If restitution in kind was impossible, they had had to award compensation. For many years the authorities had failed to complete the procedures, and had in addition kept the applicants in prolonged uncertainty as to the scope of their restitution rights and the feasibility of restitution in kind. The applicants, for their part, had cooperated with the authorities and had complied with any instructions they had been given.

85. In so far as the Government contested the authenticity of documents submitted by the applicants (see paragraphs 28, 35 and 38 above), the applicants argued that such contestation was impermissible in the proceedings before the Court.

The Court?s assessment
Complaint related to the impossibility for the applicants to obtain restitution in kind
Admissibility

86. According to the Court?s settled case?law, applicants may allege a violation of Article 1 of Protocol No. 1 only in so far as the impugned decisions relate to their ?possessions? within the meaning of that provision. ?Possessions? can be either ?existing possessions? or assets, including claims, in respect of which the applicants can argue that they have at least a ?legitimate expectation? of obtaining effective enjoyment of a property right (see Kopeck? v. Slovakia [GC], no. 44912/98, ? 35, ECHR 2004-IX, and Von Maltzan and Others v. Germany (dec.) [GC], nos. 71916/01 and 2 others, ? 74, ECHR 2005-V).

87. The present cases do not concern ?existing possessions? of the applicants, since most of the restitution procedures initiated by them have not ended and none of the applicants has entered into possession of the land claimed. It remains therefore to be determined whether the applicants could be said to have acquired a ?legitimate expectation? of obtaining the restitution in kind they have sought.

88. In that regard, the Court has previously accepted that legislation enacted or in force after the ratification of the Convention and Protocol No. 1 and providing for full or partial restoration of property confiscated under a previous regime may be regarded as giving rise to ?possession? protected by Article 1 of Protocol No. 1 for those satisfying the relevant conditions (see Kopeck?, cited above, ? 35). However, the mere hope that a long-extinguished property right may be revived cannot be regarded as such ?possession? (see Jantner v. Slovakia, no. 39050/97, ? 27, 4 March 2003).

89. In 1991 the Bulgarian Parliament adopted legislation providing for the restitution of agricultural land, and in particular for restitution in kind (see paragraphs 46-48 above). The existence or not of the conditions for restitution in kind in the cases under examination is, in principle, to be assessed by the competent national authorities, in accordance with domestic law. The Court?s task is to survey whether those authorities have taken decisions capable of giving rise to a ?legitimate expectation? to restitution in kind, as claimed by the applicants.

90. This was clearly not the case as concerns applicants nos. 32-33, 38?43, 117-20 and 140-46. In the restitution proceedings initiated by those applicants, on different dates between 1999 and 2017 the competent authorities ? the local land commission, subsequently the Agricultural Department ? ordered the award of compensation and refused restitution in kind. These decisions entered into force after the applicants failed to duly challenge them (see paragraphs 34-36 above). As concerns in particular applicants nos. 38-43, it is irrelevant for the present analysis whether a decision restoring their property rights was given on 4 March 1999 ? as claimed by the applicants and disputed by the Government (see paragraph 35 above); what is decisive is that a subsequent decision of 18 March 2009 stated that those applicants were to receive compensation and that that decision has entered into force.

91. Accordingly, the applicants in the cases above cannot claim to have any ?legitimate expectation? to restitution in kind.

92. The Court reaches the same conclusion as regards applicants nos. 134-39. In that case two decisions of the land commission ? one adopted in 1995 and the other in 1999 ? refused restitution in kind of the plots claimed by the applicants and ordered the provision of compensation (see paragraph 38 above).

93. The latter group of applicants submitted a copy of a decision dated 23 March 1999, ordering restitution in kind, which the Government contested (see paragraphs 37-38 above). Given that the Government submitted a copy of a decision of the same date and bearing the same number, but with different contents, the Court cannot accept the document presented by the applicants as authentic. It observes furthermore that the document submitted by the applicants is not signed and, as an indication that it may have been created after 2002, that it bears the heading and the stamp of the Agricultural Department (see paragraph 37 above), whereas in 1999 when the document should have been issued, and until 2002, the relevant bodies under the 1991 Act were named land commissions (see paragraph 59 above). Lastly, and in response to the applicants? argument that the contestation of the document at issue by the Government was impermissible (see paragraph 85 above), the Court points out that it is entitled to evaluate freely the evidence submitted to it by the parties (see, even though they concern complaints under different provisions of the Convention, Ledyayeva and Others v. Russia, nos. 53157/99 and 3 others, ? 89, 26 October 2006; Hakobyan and Others v. Armenia, no. 34320/04, ? 89, 10 April 2012; Aliyev v. Azerbaijan, nos. 68762/14 and 71200/14, ? 204, 20 September 2018).

94. Turning to the cases of applicants nos. 10-13 (the complaints on behalf of applicant no. 14 having been declared inadmissible ? see paragraph 65 above), 15-25, 34, 37 and 44-67, the Court observes that on different dates they obtained court judgments under section 11(2) of the 1991 Act and administrative decisions recognising their entitlement to restitution (see paragraphs 22-23 above). However, these were only ?recognition? judgments and decisions, of a type considered by the national courts not to give rise to title in specific property (see paragraph 54 above), and they did not determine the manner of completing the restitution procedures (through restitution in kind or compensation). This was confirmed by the Sofia District Court in one of the cases under examination: after the applicants contested the Agricultural Department?s decision to award them compensation in lieu of restitution (see paragraph 24 above), it upheld that refusal, finding that the previous decisions concerning those applicants had not given rise to a specific entitlement to restitution in kind (see paragraph 25 above). An appeal against that judgment, as well as the remaining judicial-review proceedings initiated by the applicants of the present group, are pending (see paragraphs 24-26 above), but at the current stage the Court, once again, sees no valid basis for any ?legitimate expectation? on the part of the applicants to obtain restitution in kind.

95. The above conclusions are also applicable to applicants nos. 68-82, 103-16, 121-30 and 147. They have also obtained only ?recognition? decisions, with the Agricultural Department even holding expressly in one of the cases that for a part of the land claimed the applicants were to receive compensation (see paragraph 27 above). The Government contested the decision submitted by the applicants in another case of the group (see paragraph 28 above), but the Court considers it irrelevant for the purposes of the present analysis whether the document at issue was authentic; it is in any event, as already noted, a ?recognition? decision, which cannot give rise to a specific ?legitimate expectation? to restitution in kind. In the cases discussed in the present paragraph the relevant national bodies have not yet determined the manner of completing the restitution process ? through restitution in kind or compensation (see paragraph 30 above) ? and, as above, while the procedures are pending, at the current stage the Court cannot conclude that the applicants ever acquired any specific ?legitimate expectation? to restitution in kind.

96. Applicants nos. 83-87 contested in 2018 a decision of the Agricultural Department awarding them compensation in lieu of restitution, and the Sofia District Court quashed that decision and ordered restitution ?in actual boundaries?. That judgment is not final, because the Agricultural Department lodged an appeal against it and the proceedings are pending (see paragraph 32 above). Since the applicants have not yet obtained a final recognition of their alleged entitlement to restitution in kind, nor a final decision or judgment ordering the restoration of their property rights, they cannot be said to have acquired any ?legitimate expectation? to such restitution.

97. Such a ?legitimate expectation? could have arisen initially for applicants nos. 1-9, after the Sofia District Court held in 1995 that they were entitled to restitution through a land redistribution plan (see paragraph 17 above). However, the entitlement which could have arisen for them was not to a specific plot of land, but to the future allocation of land through a land redistribution plan. The Court does not have to decide on this matter, as later in 1995 the local land commission held that applicants nos. 1?9 were entitled to receive compensation, and the applicants failed to challenge that decision at the time (see paragraph 18 above). No land was thus allotted to them under the 1999 land redistribution plan of the area, which they failed to challenge as well. While the land commission?s decision of 1995 was eventually found to be null and void, this was done in 2007 and by that time, namely after the adoption and entry into force of a land redistribution plan for the area, the applicants? initial entitlement to restitution in kind had already, in accordance with domestic law (see paragraph 50 above), been transformed into a ?legitimate expectation? to receive compensation in lieu of restitution. Proceedings concerning the scope of the applicants? restitution entitlement are pending (see paragraph 21 above), but at the current stage the Court is unable to conclude that the applicants have any ?legitimate expectation? to obtain, as claimed by them, restitution in kind.

98. The latter conclusion is also valid as regards applicants nos. 131-33, in so far as they obtained a decision in 2001 for the restitution through a land redistribution plan of some of the plots claimed by them (see paragraph 41 above). As already pointed out, a land redistribution plan was adopted in 1999 and after that date former owners in possession of a decision or judgment ordering restitution through such a plan could only receive compensation.

99. With regard to the applicants and the plots of land discussed in the paragraphs above (namely applicants nos. 1-13, 15-25, 34, 37-87, 103-30 and 134-147, as well as applicants nos. 131-33, in so far as the plots subject to the 2001 decision of the land commission were concerned) the Court concludes therefore that the applicants had no ?legitimate expectation? to restitution in kind, as claimed by them. In respect of the complaints under examination here, namely about the impossibility to obtain restitution in kind, they thus had no ?possessions? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1, which is inapplicable. Additional facts such as the Agricultural Department?s instructions to the applicants in 2017 to submit requests for restitution in kind (see paragraph 15 above), or earlier actions of the Ministry of Agriculture which seemed to consider that restitution in kind was, in principle, feasible (see paragraphs 9 and 12 above), cannot lead the Court to a different conclusion. These circumstances, which do not involve binding decisions by the relevant authorities, may have given rise to hopes for the applicants that they may eventually obtain the restitution in kind they sought, but such hopes are insufficient to amount to a ?legitimate expectation? and thus a ?possession? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 (see paragraph 88 above).

100. The complaints above are thus incompatible ratione materiae with the provisions of the Convention within the meaning of Article 35 ? 3 (a) and must be rejected in accordance with Article 35 ? 4.

101. The Court wishes additionally to distinguish the cases discussed above from its earlier cases relied on by the applicants (see paragraph 83 above). The cases of Mutishev and Others and Hadzhigeorgievi concerned decisions of the relevant authorities ordering with finality restitution in kind, and the implementation of these decisions had been blocked by the administrative authorities for reasons which the Court rejected, finding that they were not of ?a substantial and compelling character? (see Mutishev and Others, ?? 131-37, and Hadzhigeorgievi, ?? 67-70, both cited above). The case of Velcheva concerned a court judgment and an administrative decision ordering restitution ?in actual boundaries?, where the land commission/Agricultural Department had failed to complement them with the requisite cadastral plan and thus complete the restitution procedure (see ?? 42-49 of the judgment cited above). In all three cases restitution in kind had been ordered with finality, which gave rise to a ?legitimate expectation? for the applicants in that regard (see, for example, the Court?s express finding on that question in Hadzhigeorgievi, cited above, ? 63).

102. As to applicants nos. 90-101 (the complaints on behalf of applicant no. 102 having been dismissed ? see paragraph 65 above) and 131-33 (as concerns the latter group of applicants ? in respect of the plots subject to the land commission?s 1995 decision ? see paragraph 39 above), they were entitled to restitution through a land redistribution plan, and such a plan was adopted in 1999 (see paragraphs 15 and 39-40 above). The applicants claimed that the plots which are the subject of their complaints were not concerned by this plan, but they failed to challenge it and seek that it be complemented, as entitled to (see paragraph 58 above). Their complaints must therefore be rejected under Article 35 ?? 1 and 4 of the Convention for non-exhaustion of domestic remedies.

103. Lastly, the Court turns to the case of applicants nos. 88-89, who obtained a final decision on restitution ?in actual boundaries? and a notarial deed. They cannot enter into possession of the plot of land concerned since it is being held and used by the Forestry University, which disputes their title (see paragraph 33 above).

104. Under the national law and in accordance with the practice of the domestic courts, administrative and judicial decisions ordering restitution ?in actual boundaries? can be challenged by third persons claiming to have rights (not based on restitution) over the same land (see paragraph 56 above). In previous cases concerning the process of restitution of agricultural land in Bulgaria the Court has held that, where there are such rival claims to the land at issue, the judgments and decisions indicated above cannot be seen as determining with finality the scope of the applicants? restitution rights, which can be the case only after the affected third parties have had their claims examined as well (see Sivova and Koleva, ? 74, and Kupenova and Others, ?? 30-31, both cited above; Nedelcheva and Others v. Bulgaria, no. 5516/05, ?? 56-57, 28 May 2013; Karaivanova and Mileva v. Bulgaria, no. 37857/05, ?? 74 and 76, 17 June 2014).

105. As in the above cases, in the case of applicants nos. 88-89 the rival claims to the land of the Forestry University, which in 1998 had been granted the right of use of the experimental field in Vrazhdebna (see paragraph 7 above), were known to the applicants, who could not therefore have legitimately expected that the restitution decisions in their favour, even though ordering restitution ?in actual boundaries?, had decided the matter with finality. As mentioned, the exact scope of the applicants? restitution entitlement, namely to restitution in kind or to compensation, can only be determined after the Forestry University ? a third party to the restitution procedure ? has had the possibility to have its own arguments on the matter examined (see Kupenova and Others, ? 31, and Nedelcheva and Others, ? 57, both cited above; on the separate personality in such a context of entities related to the State see Karaivanova and Mileva, ? 50, and Ilieva and Others v. Bulgaria, no. 17705/05, ? 36, 3 February 2015). The same finding was also reached by the local land register office, which indicated to the applicants that their dispute with the Forestry University fell to be examined by the civil courts (see paragraph 33 above in fine).

106. It thus remains open for applicants nos. 88-89 to bring proceedings against the Forestry University and have their entitlement to restitution in kind confirmed or rejected with finality. While in the previous cases cited above the Court has criticised the requirement under domestic law for people in a position such as that of the applicants to bring additional proceedings, considering that this prolonged the restitution procedures and engendered insecurity (see, for example, Sivova and Koleva, ? 116, and Nedelcheva and Others, ? 78, both cited above), this is not what is at stake here. What is decisive, with a view of the complaint under examination, is that a procedural avenue is open to the applicants, permitting them to defend their alleged entitlement to restitution in kind. The applicants have not informed the Court of having resorted to that avenue.

107. Their complaints must therefore be rejected under Article 35 ?? 1 and 4 of the Convention for non-exhaustion of domestic remedies.

108. To sum up, the Court finds the complaints of applicants nos. 1-13, 15-25, 34, 37-87, 103-30 and 134-147, as well as applicants nos. 131-33 (in so far as the plots subject to the 2001 decision of the land commission were concerned) related to the impossibility of obtaining restitution in kind incompatible ratione materiae with the provisions of the Convention within the meaning of its Article 35 ? 3 (a) (see paragraphs 90-101 above). Furthermore, it finds that applicants nos. 88-89 (see paragraphs 103-107 above) and 90-101 and 131-33 (see paragraph 102 above, as concerns the latter group of applicants ? in respect of the plots subject to the land commission?s 1995 decision), have failed to exhaust the available domestic remedies related to restitution in kind, as required under Article 35 ? 1 of the Convention. Accordingly, the complaints under examination must be rejected as inadmissible in accordance with Article 35 ? 4 of the Convention.

Complaint concerning the duration of the restitution procedures
(a) Whether such a complaint falls within the scope of the case

109. The Court has held that the scope of a case ?referred to? it in the exercise of the right of individual application is determined by the applicant?s complaint or ?claim?. Allegations made after the communication of the case to the respondent Government can only be examined by the Court if they constitute an elaboration of the applicant?s original complaint (see Radomilja and Others v. Croatia [GC], nos. 37685/10 and 22768/12, ?? 108-09 and 120-22, 20 March 2018; Piryanik v. Ukraine, no. 75788/01, ? 20, 19 April 2005; ?cis v. Latvia, no. 12879/09, ? 68, 10 January 2019).

110. As to the case at hand, in the application form the applicants complained of the impossibility of obtaining restitution in kind and of the prolonged uncertainty in resolving their restitution rights (see paragraph 77 above). Even though the complaint about the duration of the restitution procedures was phrased in a more explicit manner in their observations submitted after the communication of the application ? with their stating that the national authorities had been obliged to complete those procedures within a reasonable time (see paragraph 84 above) ? the Court is satisfied that these submissions amounted to an elaboration of a complaint made originally, and not to an attempt to raise a new complaint. Accordingly, the Court concludes that the complaint relating to the duration of the restitution procedures falls within the scope of the case.

(b) Admissibility

111. The Court already found above that applicants nos. 90-101 and 131-33 (as concerns the latter group ? in respect of the plots subject to a 1995 decision of the land commission, see paragraph 39 above) had failed to exhaust the available domestic remedies, seeing that they had failed to challenge the 1999 land redistribution plan (see paragraph 102 above). After the time-limits for such challenges expired (see paragraph 58 above), the restitution procedures at issue therefore ended, as no further procedural avenues appear to have been available to the applicants (see, for similar conclusions, Kayriakovi v. Bulgaria, no. 30945/04, ? 26-29, 7 January 2010). Even though some of the applicants submitted in 2017 a request for restitution in kind (see paragraph 42 above), this fact does not alter the above conclusion, as the applicants have not shown that any action could have been validly taken pursuant to such a request. The restitution procedures at issue having been completed in 1999 and the application having been submitted in 2011 (see paragraph 1 above), the Court finds that the complaints of applicants nos. 90-101 and 131-33 (in respect of the plots subject to the 1995 decision) have been introduced out of time. They must therefore be rejected in accordance with Article 35 ?? 1 and 4 of the Convention.

112. As to the remaining applicants (further in the analysis referred to as ?the applicants?), while the Court concluded above that many of them did not have a ?legitimate expectation? to obtain restitution in kind, and thus found their complaints concerning the possibility of obtaining such restitution incompatible ratione materiae (see paragraphs 90-100 above), the complaint examined here is different. It is about the duration of the restitution proceedings and the authorities? failure to complete those proceedings, in whatever way possible, including through the award of compensation. The complaint under examination does not thus concern, as the complaint examined above, specifically the possibility of obtaining restitution in kind, but the applicants? more general entitlement to restitution under the 1991 Act, as mentioned ? through restitution in kind or compensation. That more general entitlement ? not disputed by the domestic authorities who are still liable to satisfy it ? amounts to a ?legitimate expectation?, triggering the protection of Article 1 of Protocol No. 1.

113. As to these applicants, the Court notes additionally that their complaints are not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention, or inadmissible on any other grounds. They must therefore be declared admissible.

(c) Merits

114. The Court has already cited some of the general principles under Article 1 of Protocol No. 1 applicable to restitution cases in paragraphs 86 and 88 above.

115. Furthermore, in assessing compliance with Article 1 of Protocol No. 1 in such a context the Court must make an overall examination of the various interests in issue, bearing in mind that the Convention is intended to safeguard rights that are ?practical and effective?. It must look behind appearances and investigate the realities of the situation complained of, including the conduct of the parties, the means employed by the State and their implementation. In that context, uncertainty ? be it legislative, administrative or arising from practices applied by the authorities ? is a factor to be taken into account in assessing the State?s conduct. Indeed, where an issue in the general interest is at stake, it is incumbent on the public authorities to act in good time, in an appropriate and consistent manner (see Broniowski v. Poland [GC], no. 31443/96, ? 151, ECHR 2004?V, and Vasilev and Doycheva v. Bulgaria, no. 14966/04, ? 40, 31 May 2012).

116. The applicants? ?legitimate expectation? to restitution arose between 1995 and 2011 when it was recognised by the national authorities. The different dates concerning the different groups of applicants have been indicated in the table in paragraph 45 above. As concerns in particular applicants nos. 38-43, the Court cannot accept that any ?legitimate expectation? to restitution arose for them on 4 March 1999. For the reasons put forward by the Government (the document is not signed, an original of such a decision could not be found, it did not ?fit? within the procedure ? see paragraph 35 above), the Court cannot accept the decision of that date presented by the applicants as authentic, and will not take it into account. It finds thus that those applicants? ?legitimate expectation? to restitution validly arose on 18 March 2009, as is indicated in the table.

117. None of the proceedings initiated by the applicants has ended (those in relation to the applicants whose complaints were struck out of the list or found inadmissible ? see paragraphs 62-63 and 111 above ? not being examined here). In some of the cases no determination has been made as to whether the applicants are entitled to restitution in kind or to compensation (see, for example, the cases of applicants nos. 10-13, 15-25, 34, 37, 44-67, 83-89, 103-16, 121-30 and 147, the facts described in paragraphs 22-33 above), and in other cases, eve

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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