Conclusione Violazione dell’ Art. 6-1; nessuna violazione dell’ Art. 6-1; nessuna violazione di P1-1
PRIMA SEZIONE
CAUSA YELDASHEV C. RUSSIA
(Richiesta n. 5730/03)
SENTENZA
STRASBOURG
12 maggio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Yeldashev c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Nina Vajić, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Khanlar Hajiyev, Dean Spielmann, Giorgio Malinverni, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 22 aprile 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 5730/03) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’ Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, il Sig. R. A. Y. (“il richiedente”), il 16 gennaio 2003.
2. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato inizialmente dal Sig. P. Laptev, Rappresentante precedente della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani e successivamente dal Sig. G. Matyushkin, Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il richiedente addusse in particolare che tre sentenze civili date nel suo favore non furono eseguite nel dovuto tempo.
4. Con una decisione del 4 dicembre 2008 la Corte dichiarò la richiesta parzialmente ammissibile.
5. Il Governo, ma non il richiedente, registrò inoltre osservazioni scritte (Articolo 59 § 1).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
6. Il richiedente nacque nel 1961 e vive A Noginsk, una città nella Regione di Mosca.
7. Il richiedente è un membro delle Forze Armate pensionato. Lui SI arruolò nel 1980, ed al tempo attinente era un capitano della Forza Spaziale, occupando su base contrattuale il posto di direttore aggiunto di educazione sociale e politica.
8. Il 24 luglio 1998 La Corte della Città di Noginsk ordinò della corte di accordare al richiedente un primo pagamento a causa dell’insuccesso del comando di adempiere i suoi obblighi sotto il contratto. Il 4 agosto 1998 questa sentenza divenne vincolante ma non fu eseguita immediatamente, ed il del richiedente sottomise di nuovo la sua rivendicazione.
9. Il 21 giugno 2002 la Corte della 94ma Guarnigione Militare ordinò al comando di congedare il richiedente per ragioni di salute, di fornirgli un alloggio, e di pagare 7,000 rubli russi (RUB) per danni. Il 24 luglio 2002 questa sentenza divenne vincolante nella parte riguardo al pagamento ed all’ alloggio. La parte riguardo ai danni fu rinviata per un nuovo processo.
10. Il 3 settembre 2002 la Corte della 94ma Guarnigione Militare ordinò al comando di pagare RUB 23,817.60 per danno patrimoniale e non-patrimoniale. Il 9 ottobre 2002 questa sentenza divenne vincolante.
11. Il 9 giugno 2003 il richiedente ricevette l’appartamento.
12. Il 27 giugno 2003 il richiedente fu congedato dal servizio.
13. Il 26 aprile 2004 che il richiedente ha presentato esecuzione tappezza in riguardo dei danni, e 5 febbraio 2005 lui ricevette la somma dovuto.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
14. Al tempo attinente le sentenze consegnate contro le autorità pubbliche furono eseguite in conformità con una procedura speciale stabilita, inter alia, dal Decreto del Governo N.ro 143 del 22 febbraio 2001 e, successivamente, dal Decreto N.ro 666 del 22 settembre 2002, affidandone l’esecuzione al Ministero delle Finanze (vedere gli ulteriori dettagli in Pridatchenko ed Altri c. Russia, N. 2191/03, 3104/03 16094/03 e 24486/03, §§ 33-39 del 21 giugno 2007).
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE A RIGUARDO DELLA NON-ESECUZIONE DELLA SENTENZA DEL 4 AUGUSTO 1998
15. Il richiedente si lamentò che nonostante la sentenza lui non era stato congedato sulla base dell’insuccesso del comando nell’ adempiere i suoi obblighi. Pertanto nella parte attinente, questo Articolo recita come segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
16. Il Governo dibatté che tramite operazione di legge questa sentenza avrebbe potuto essere eseguita solamente dopo che al richiedente era stato fornito un alloggio. Si riferì all’assenza di appartamenti fuori dal Noginsk-9 a disposizione del comando nel 1998-2002 a questo riguardo, ed al rifiuto del richiedente o di partecipare al programma di “certificati di alloggi Statali” o di ottenere un appartamento a Noginsk-9.
17. La Corte reitera che un ritardo irragionevolmente lungo nell’esecuzione di una sentenza vincolante può violare la Convenzione (veda Burdov c. Russia, n. 59498/00, ECHR 2002-III). Per decidere se il ritardo è stato ragionevole, la Corte guarderà a quanto complessi fossero i procedimenti di esecuzione, a come il richiedente e le autorità si comportarono, e quale fosse la natura dell’assegnazione (vedere Raylyan c. Russia, n. 22000/03, § 31 del 15 febbraio 2007).
18. Nella presente causa, la sentenza è rimasta non eseguita per più di quattro anni: dall’ 4 agosto 1998 fino al 27 giugno 2003, il giorno in cui il richiedente fu congedato per un’altra ragione e l’esecuzione, così fu raggiunta tramite gli eventi. Tale lungo ritardo sembra irragionevole. La Corte non è convinta degli argomenti esposti dal Governo per giustificare questo ritardo.
19. In particolare, la Corte non ha a sua disposizione una decisione giudiziale nazionale o di un’altra autorità che confermerebbero che sotto il diritto nazionale il richiedente avrebbe dovuto accettare necessariamente il certificato dell’ alloggio o un appartamento a Noginsk-9 per far eseguire la sentenza del 4 agosto 1998 in modo appropriato. Così, la Corte non può concludere che il richiedente ostruì il solo modo possibile di esecuzione della sentenza (vedere, per contrasto, Filonenko c. Russia, n. 22094/04, § 20 31 luglio 2008). Inoltre, la scarsezza di appartamenti non può essere considerata come una circostanza attenuante (vedere Lotorevich c. Russia, n. 16048/06, § 35 del 22 gennaio 2009). Infine, dove vi è una sentenza contro lo Stato, lo Stato deve prendere l’iniziativa per eseguirla (vedere Akashev c. Russia, n. 30616/05, §§ 21–23 del 12 giugno 2008): non traspira dal file della causa che le autorità intentarono presero delle azioni tempestive per attenersi con la sentenza del 4 agosto 1998.
20. Le considerazioni precedenti sono sufficienti per abilitare la Corte a concludere che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A RIGUARDO DELL’ ESECUZIONE DELLA SENTENZA DEL 21 GIUGNO 2002
21. Il richiedente si lamentò dell’ esecuzione ritardata della sentenza del 21 giugno 2001. La Corte esaminerà questa azione di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione, la cui parte attinente è stata citata sopra, e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, la cui parte attinente recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
22. Il Governo dibatté che la sentenza del 21 giugno 2002 era stata eseguita all’interno di un termine ragionevole.
23. La Corte nota che l’esecuzione della sentenza durò dal 24 luglio 2002, quando la sentenza divenne vincolante, al 27 giugno 2003 quando il richiedente fu congedato dal servizio. Quindi, il periodo di esecuzione corrisponde ad undici mesi.
24. La Corte considera che il tempo complessivo impiegato dalle autorità per eseguire questa sentenza non sembra irragionevole alla luce della giurisprudenza consolidata, mentre tiene presente che l’esecuzione di una sentenza includeva specialmente l’aggiudicazione di un appartamento che per ammissione può impiegare un tempo più lungo del pagamento di una somma di denaro (vedere Zheleznyakovy c. Russia (dec.), n. 3180/03, 15 marzo 2007).
25. Non c’è stata di conseguenza nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione o dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
III. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A RIGUARDO DELL’ ESECUZIONE DELLA SENTENZA DEL 3 SETTEMBRE 2002
26. Il richiedente si lamentò della non-esecuzione della sentenza del 3 settembre 2002. La Corte esaminerà questa azione di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, le cui parti attinenti sono state citate sopra.
27. Il Governo dibatté che il ritardo nell’esecuzione era ampiamente attribuibile al richiedente: fra l’ottobre 2002 e l’ aprile 2004 lui non aveva presentato l’ordine di esecuzione della sentenza al corpo competente, e nel dicembre 2004 lui aveva offerto dei dettagli del conto bancario sbagliati.
28. La Corte osserva che l’esecuzione della sentenza in oggetto durò dall’ ottobre 2002 al febbraio 2005, cioè due anni e quattro mesi.
29. Nella misura in cui il Governo suggerisce che il periodo di esecuzione dovrebbe partire dal momento in cui il richiedente presentò delle carte di esecuzione ad un’autorità competente, la Corte reitera che dove una sentenza è contro lo Stato, lo Stato deve prendere l’iniziativa per eseguirla (vedere Akashev, §§ 21–23, sopra citata).
30. Il periodo sopra sembra incompatibile coi requisiti della Convenzione. Il Governo non offrì prova convincente che era stata intentata una causa appropriata dalle autorità rispondenti per attenersi coi loro obblighi a questo riguardo. La sentenza non era difficile da eseguire perché richiedeva solamente un trasferimento bancario, ed il richiedente non ostruì l’esecuzione.
31. Vi è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
IV. APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
32. L0Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
33. La Corte indica che sotto l’Articolo 60 dell’Ordinamento di Corte qualsiasi rivendicazione per la soddisfazione equa deve essere particolareggiata e deve essere presentata per iscritto insieme con gli attinenti documenti o ricevute di sostegno, “in mancanza di ciò la Camera può respingere questa rivendicazione per intero o in parte.”
34. L’ 11 dicembre 2008, dopo che la presente richiesta era stata dichiarata ammissibile, la Corte invitò il richiedente a presentare le sue rivendicazioni per la soddisfazione equa il 4 febbraio 2009. Il richiedente non presentò nessuna rivendicazioni.
35. In queste circostanze, la Corte non fa assegnazione sotto l’ Articolo 41 della Convenzione.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione a riguardo dell’esecuzione della sentenza del 4 agosto 1998;
2. Sostiene che non c’è stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione o dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo dell’ esecuzione della sentenza del 21 giugno 2002.
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione a riguardo dell’esecuzione della sentenza del 3 settembre 2002.
Fatto in inglese, e notificata per iscritto il 12 maggio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente