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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF V?KONY v. HUNGARY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41
Numero: 65681/13/2015
Stato: Ungheria
Data: 2015-01-13 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Conclusioni: Eccezione preliminare congiunta ai meriti e respinta (Articolo 35-3 – Ratione materiae) Violazione dell? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 – Protezione della propriet? (Articolo 1 par. 1 del Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo della propriet? Articolo 1 par. 2 del Protocollo N.ro 1 – Controlli dell’uso della propriet?) danno Patrimoniale e non-patrimoniale – assegnazione (Articolo 41 – danno Non -patrimoniale danno Patrimoniale soddisfazione Equa)

SECONDA SEZIONE

CAUSA V?KONY C. UNGHERIA

(Richiesta n. 65681/13)

SENTENZA

STRASBOURG

13 gennaio 2015

Questa sentenza diverr? definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di V?kony c. l’Ungheria,
La Corte europea di Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Guido Raimondi, Presidente
Il ?Karaka?,
Andr?s Saj?,
Neboj?a Vuini?,
Egidijus Kris?,
Robert Spano,
Jon Fridrik Kj?lbro, giudici
e Stanley Naismith, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 25 novembre 2014,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 65681/13) contro l’Ungheria depositata presso la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con un cittadino ungherese, OMISSIS (?il richiedente?), 14 ottobre 2013.
2. Il richiedente fu rappresentato con OMISSIS, un avvocato che pratica in Budapest. Il Governo ungherese (?il Governo?) fu rappresentato col Sig. Z. Tall?di, Agente, Ministero di Amministrazione pubblica e la Giustizia.
3. Il richiedente addusse sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 lettura da solo ed in concomitanza con Articolo 14 della Convenzione che la perdita della sua licenza di vendita al dettaglio di tabacco ha corrisposto ad una privazione ingiustificata di propriet? in circostanze discriminatorie.
4. 15 novembre 2013 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1950 e vive a Sopron.
A. le Particolari circostanze della causa
6. Dal 1994 la famiglia del richiedente gestiva un negozio di generi alimentare col coinvolgimento personale del richiedente. Loro vendettero, inizialmente sotto la licenza di imposta indiretta della madre del richiedente, merce soggetta a tassa di imposta indiretta alcol e prodotti di tabacco. Su media, il fatturato di vendita al dettaglio di tabacco rappresent? approssimativamente un terzo degli affari della famiglia.
Il richiedente stesso ottenne una licenza di negozio-custodia nel 1999 (veda anche paragrafo 15 sotto). Nel 2001 lui qualific? come un commerciante e direttore di negozio. Nel 2005, lui fu registrato nel suo proprio diritto come un commerciante di beni di imposta indiretta.
7. Sul 2012 Parlamento di 11 settembre Atto decret? n. CXXXIV di 2012 sulla Repressione di Fumare della Giovent? e su Vendita al dettaglio di Tabacco. L’Atto fu pubblicato 24 settembre 2012. L’Atto fu corretto successivamente su molte occasioni, e la definitivo versione fu decretata 6 giugno 2013. Entr? in vigore 1 luglio 2013.
8. Secondo l’Atto, vendita al dettaglio di tabacco-prima esercit? ad approssimativamente 42,000 vendita al dettaglio aguzza su scala nazionale-era divenire un monopolio Statale (esercit? per una societ? Statale, ND Nemzeti Doh?ny-kereskedelmi Zrt Disinteressato, ?ND Zrt?), e dettaglianti di tabacco diverrebbero autorizzato per una nave appoggio di concessione, reclamizz? 15 dicembre 2012, per su a cinque punti di vendita al dettaglio per offerente. Nel fare domanda per le concessioni nuove, offerenti furono costretti a produrre affari progetta riflettendo, inter l’alia, la politica governativa nuova per limitare al massimo l’accesso di minors a prodotti di tabacco, notevolmente con proibendo l’entrata di quelli meno che 18 anni maggiorenne in tabacco di vendita di negozi. Sotto le licenze nuove, vendita al dettaglio di tabacco potrebbe avere solamente luogo in negozi con ingressi separati, con ombre scure nelle finestre di negozio che ostacolano vista per e con solamente una selezione limitata di altri beni in saldi.
Il definitivo tempo-limite per fare domanda era 22 febbraio 2013. Entit? prima prese parte in vendita al dettaglio di tabacco non avevano diritti nella nave appoggio. La decisione delle navi appoggio sarebbe presa con ND Zrt.
Nella nave appoggio, delle 6,800 licenze furono accordate insieme su scala nazionale.
9. Il richiedente fece domanda per una concessione 4 febbraio 2013, per la licenza cos? chiamata per essere usato nell’impresa di famiglia. La richiesta fu firmata col richiedente, e testimoni? con sua moglie e loro figlio. Il richiedente corresse poi la richiesta secondo gli articoli nuovi ed imminenti, 20 febbraio 2013. Secondo il Governo, la richiesta era molto succinta ed in nessun modo sviluppato; in particolare, non contenne nessun piano di affari appropriato che era parte del criterio per le navi appoggio. Il richiedente present? che nessuno informazioni mai furono rese disponibili della valutazione della nave appoggio.
10. 23 aprile 2013 il richiedente fu informato che lui non aveva ottenuto una concessione di vendita al dettaglio di tabacco. La decisione non contenne ragioni o qualsiasi indicazione del risultato del richiedente sulla 120-punto risultato-strato di aggiudicazione tenero, e non era soggetto a qualsiasi via di ricorso legale.
L’impresa amministrata con la famiglia del richiedente fu obbligata per terminare la vendita di prodotti di tabacco col termine massimo legale che ? 14 luglio 2013. Grossisti di tabacco erano sotto un obbligo legale per re-comprare qualsiasi scorte insolute da dettaglianti terminati.
Le attivit? di vendite rimanenti dell’impresa di famiglia del richiedente non erano pi? proficue, mentre comportando il serpeggiamento-su degli affari.
11. Sotto la legge, nessun risarcimento ? disponibile per possessori precedenti di licenze di vendita al dettaglio di tabacco che, con non stato stato assegnato una concessione, parte persa del loro sostentamento. Il richiedente present? che questa era la causa della sua famiglia; e che lui aveva, dopo avere perso la licenza di vendita al dettaglio, le difficolt? considerevoli nel sostenere la sua famiglia incluso un figlio minore.
12. Il richiedente present? inoltre che altre in situazioni comparabili-e nella causa di quelli che non stavano facendo mai in anticipo vendita al dettaglio di tabacco, in situazioni non-comparabili-era stato accordato concessioni che differenziano in trattamento non potevano essere spiegate con qualsiasi la circostanza altro che l’aderenza politica. In prospettiva sua, questo fu corroborato col fatto che alcuni offerenti riusciti avevano ottenuto pi? di una concessione per punti di vendita multipli.
13. 14 gennaio 2014 la Corte Costituzionale dichiar? ammissibile un numero di azioni di reclamo relativo alla stessa questione.
In decisione n. 3194/2014 (VII.14.) respinse queste istanze sui meriti (veda sotto in paragrafo 16), notando in particolare che la legislatura aveva mirato ad eliminare fumo minorenne e perci? aveva restretto l’accessibilit? di vendita al dettaglio di tabacco, misure gli obblighi dell’Ungheria riflettente sotto il Chi Struttura Convenzione sul Controllo di Tabacco cos? come le sentenze dell’Esame del Tabacco della Giovent? Globale.
B. diritto nazionale Attinente
14. Atto n. CXXXIV di 2012 sulla Repressione di Fumare della Giovent? e su Vendita al dettaglio di Tabacco prevede siccome segue:
Sezione 2
?(1) vendita al dettaglio di tabacco in Ungheria ? un’attivit? che incorre monopolio Statale sotto, l’esercizio di che pu? essere autorizzato per contratti di concessione di fissare-termine concluse secondo le disposizioni di questo Atto, cos? come di Atto n. XVI di 1991 su Concessioni.?
Sezione 11
?(1) se questo Atto non prevede altrimenti, vendita al dettaglio di tabacco pu? essere intrapresa solamente in negozi di tabacco.?
15. Secondo Atto n. CIII di 1997 su Imposta indiretta Tassa e gli Articoli Speciali di Commerciare in Merce soggetto ad Imposta indiretta Tassa (?l’Atto della Tassa dell’Imposta indiretta?), come in vigore sino a 1 maggio 2004, commerciare in beni di imposta indiretta era possibile in due manners: (un) soggetto ad una licenza di imposta indiretta in che la causa il possessore di tale licenza potrebbe vendere i prodotti a non-fine-consumatori; (b) la vendita di beni di imposta indiretta a fine-consumatori era anche possibile senza una specifica licenza di imposta indiretta, se il proprietario degli affari avesse una licenza di negozio-custodia appropriata, mentre copr? anche la vendita dei beni di imposta indiretta in oggetto. Le disposizioni attinenti dell’Atto previdero siccome segue:
Sezione 72 (1)
?(1) libero scambio di non-imposta indiretta-autorizzato di beni di imposta indiretta… ? concesso solamente in propriet? di una licenza di negozio-custodia, specific? con la legge sull’operazione di negozi… se
un) la licenza di negozio-custodia ? emessa per una sfera di vendita al dettaglio, servizio buffet o le attivit? di alloggio nella struttura della quale la legge concede la vendita di beni di imposta indiretta, e
b) il rivenditore di non-imposta indiretta-autorizzato persegue suo o la sua attivit? commerciale… in un negozio.?
16. Nella sua parte attinente, Atto n. CLI di 2011 sulla Corte Costituzionale (?il Corte Atto Costituzionale?) prevede siccome segue:
Sezione 26
?(1) nella conformit? con Articolo 24 ? 2 (il c) della Legge Fondamentale qualsiasi persona od organizzazione colpirono con una causa concreta un’azione di reclamo costituzionale pu? presentare alla Corte Costituzionale se a causa della richiesta di un contrario di regolamentazione legale alla Legge Fondamentale nei procedimenti giudiziali:
un) i loro diritti custoditi nella Legge Fondamentale erano [presumibilmente] viol?, e
b) le possibilit? per via di ricorso legale gi? sono state esaurite o nessuna possibilit? per via di ricorso legale ? disponibile.
(2) con modo di derogazione da paragrafo (1), atti Costituzionali possono essere iniziati anche-con eccezione-appellandosi su Articolo 24 ? 2 (il c) della Legge Fondamentale, se:
un) a causa dell’entrata in vigore o la richiesta di un contrario di disposizione legale alla Legge Fondamentale, i diritti del reclamante erano, [presumibilmente] viol? direttamente, senza una decisione giudiziale, e
b) non c’? via di ricorso legale capace di compensare la violazione di diritti, o il reclamante gi? ha esaurito la via di ricorso.?
Sezione 29
?La Corte Costituzionale ammette azioni di reclamo costituzionali se un conflitto con la Legge Fondamentale colpisce significativamente la decisione giudiziale [in oggetto] o la causa solleva legge costituzionale emette dell’importanza fondamentale.?
Sezione 56
?(1) la Corte Costituzionale decide sull’ammissione di un’azione di reclamo costituzionale che si riunisce come un pannello…
(2) il pannello esamina nel suo potere discrezionale i requisiti contenuto-relativi dell’ammissibilit? di un’azione di reclamo costituzionale….?
La Corte Costituzionale analizz? le istanze menzionate in paragrafo 13 sopra da due aspetti: se la legislazione contestata infranse i reclamanti il diritto di ‘ a protezione della loro propriet? e se viol? il loro diritto per intraprendere un’attivit? imprenditoriale.
Come riguardi il diritto di propriet?, la Corte Costituzionale sostenne in essenza che i reclamanti gli esercizi d’impresa di ‘ in vendita al dettaglio di tabacco-comunque di vecchia data ? potuto essere-non costituisca per se acquis? propriet? o protegg? costituzionalmente le aspettative legittime. Prima di 1 luglio 2013, loro non avevano posseduto le specifiche licenze per vendita al dettaglio di tabacco, qualche genere di licenza stato stato avviato solamente con la legislazione contestata come di quel la data. Perci?, la legislazione non li spogli? di preesistere, propriet? acquisite n? annull? le loro licenze di negozio-custodia in generale. Inoltre, le loro licenze per vendere merce soggetto a tassa di imposta indiretta (una licenza diverso dall’avviato con la legislazione contestata, emise con la Tassa Autorit? come una pre-condizione per prendere parte in vendita al dettaglio di tabacco) era licenze non trasferibili e revocabili che non costituirono propriet?. La Corte Costituzionale enfatizz? che la legislazione non imped? ai reclamanti del fare domanda per concessione di vendita al dettaglio di tabacco sotto il sistema nuovo e, se con successo autorizzato, dal continuare le loro attivit?.
Come riguardi l’azione di reclamo riguardo al diritto per intraprendere un’attivit? imprenditoriale, la Corte Costituzionale concord? che i reclamanti che l’attivit? di ‘ ha abbattuto all’interno della sfera di protezione costituzionale. Ciononostante, sottoline? che questo diritto non diede un diritto senza restrizioni o inalienabile per intraprendere un’attivit? della scelta di uno. Nella prospettiva della Corte Costituzionale, la legislazione contestata non faceva pregiudizio l’essenza del diritto per intraprendere un’attivit? imprenditoriale, vale a dire non spogli? permanentemente i reclamanti della possibilit? di continuare i loro affari di vendita al dettaglio di tabacco, affittati da solo per intraprendere le attivit? imprenditoriali in generale. Sottopose solamente che l’attivit? a condizioni che loro non erano incapaci a riunione. La Corte Costituzionale fond? che limitazione per essere nell’interesse pubblico ed essere sufficientemente proporzionato alle considerazioni di salute pubbliche e fondamentali, tutti il pi? cos? poich? i beni reclamizzarono coi reclamanti rappresentati salute notoria rischia ed il trattamento di malattie fumo-relative mise un carico considerevole sullo Stato-quale, nella prospettiva della Corte Costituzionale god? un margine ampio della valutazione nella regolamentazione della questione in oggetto.
17. La causa-legge eretta del Court/K?ria Supremo riguardo alla responsabilit? da atto illecito del legislatore fu ricapitolata con la Corte d’appello di Budapest in causa principale n. EBD2014.P.1 siccome segue:
?[T]he Corte Suprema sostenne in causa principale n. EBH1999.14 che decide della responsabilit? da atto illecito non pu? essere fatto domanda a legislazione che ? all’attivit? mirata ad adottando articoli legali e generali ed astratti di comportamento. In causa principale n. BH1993.312 che ha considerato anche che il danno che ? il risultato di potenzialmente l’entrata in vigore di una legge che posa in gi? un articolo generale di vigore normativo non crea una relazione della responsabilit? di diritto civile fra il legislatore e la vittima allegato della legislazione. … Inoltre, causa principale n. BH1994.31 riflette anche la giurisprudenza secondo la quale il legislatore non pu? essere sostenuto responsabile per l’adozione di articoli normativi, a meno che ci sono sentenze supplementari di fatto (il t?bblett?ny?ll?s).?
Nella causa principale, sentenze cos? supplementari di fatto furono costituite con la decisione fondamentale della partecipazione azionaria di Corte Costituzionale che l’elaborazione di legislazione in oggetto era stato dysfunctional in che la disposizione legale e risultante non era nulla meno che una decisione individuale al danno del reclamante, si adagi? in termini di un atto legislativo.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
18. Il richiedente si lament? che l’allontanamento, in riguardo di tabacco, della licenza precedente degli affari di famiglia in circostanze presumibilmente discriminatorie e senza il risarcimento, corrispose ad una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, legga da solo o in concomitanza con Articolo 14 della Convenzione, specialmente perch? lui non fu accordato una licenza simile sotto gli articoli nuovi.
Il Governo contest? gli argomenti del richiedente.
La Corte considera che l’azione di reclamo incorre essere esaminata sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro da solo 1 che legge siccome segue:
?Ogni persona fisica o giuridica ? abilitata al godimento pacifico delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
A. Ammissibilit?
19. Il Governo dibatt? all’inizio che la madre del richiedente che ? il licenza-possessore precedente, la richiesta era ratione personae incompatibile dalla prospettiva del richiedente. Il richiedente contest? questa prospettiva, mentre dibattendo che la perdita della vendita al dettaglio riguardava l’impresa di famiglia intera e che lui era stata personalmente possessore di una licenza di imposta indiretta.
20. La Corte indica che per appellarsi su Articolo 34 della Convenzione le due condizioni devono essere soddisfatte: un richiedente deve incorrere in una delle categorie di postulanti menzionata in Articolo 34, e lui o lei devono essere in grado estendere una causa che lui o lei sono la vittima di una violazione della Convenzione. Secondo la causa-legge stabilita della Corte, il concetto di ?la vittima? deve essere interpretato autonomamente ed irrispettoso di concetti nazionali come quelli riguardo ad un interesse o veste di agire. In oltre, in ordine per un richiedente deve essere un collegamento sufficientemente diretto fra il richiedente ed il danno che loro considerano per essere in grado chiedere di essere una vittima di una violazione della Convenzione, loro hanno subito su conto della violazione allegato (veda, fra le altre autorit?, Tauira ed Altri c. la Francia, n. 28204/95, decisione di Commissione di 4 dicembre 1995, Decisioni e Relazioni (DR) 83-B, p. 112; Associazione des amis de Santo-Rapha?l de di et Fr?jus ed Altri c. la Francia, n. 38192/97, decisione di Commissione di 1 luglio 1998, DR 94-B, p. 124; m?decins di des di Comit? ?trangers di dipl?mes di ? c. la Francia ed Altri c. la Francia (il dec.), N. 39527/98 e 39531/98, 30 marzo 1999; Gorraiz Lizarraga ed Altri c. la Spagna, n. 62543/00, ? 35 ECHR 2004 III).
21. Al giorno d’oggi la causa, la Corte osserva che bench? parlare formalmente il possessore precedente della licenza di imposta indiretta fosse la madre del richiedente, che licenza stava traendo profitto la loro impresa di famiglia, un’asserzione del richiedente non confutata col Governo. Inoltre, il richiedente stesso era possessore di una licenza di negozio-custodia riguardo allo stesso genere alimentare e fu registrato come un commerciante di beni di imposta indiretta, questa licenza che lo d? un titolo a per vendere prodotti di tabacco (veda paragrafo 15 sopra). In queste circostanze, la Corte considera, che la non-acquisizione di una licenza nuova, se solamente persegu? col richiedente piuttosto che gli altri membri di famiglia, produsse un collegamento sufficientemente diretto fra lui ed il danno percep? essere subito su conto della violazione allegato. Si soddisfa perci? che la richiesta non pu? essere respinta come ratione personae incompatibile.
22. Il Governo asser? inoltre che il richiedente avrebbe dovuto registrare un’azione di reclamo costituzionale che, se riuscito, avrebbe aperto il modo per un’azione in danni contro le autorit? responsabili, come stabilito in causa principale n. EBD2014.P.1., pubblic? nel 2014. Azioni di reclamo simili erano state dichiarate ammissibili con la Corte Costituzionale. Loro enfatizzarono che questo era in nessun modo una via di ricorso discrezionale, l’essere di Corte Costituzionale sotto un obbligo legale per esaminare finora i meriti di simile azioni di reclamo in siccome loro adempierono alle condizioni legali. Questa via di ricorso avuta non si dimostr? inefficace col tempo che la richiesta ? stata introdotta, era disponibile al richiedente a che momento, ed offr? una prospettiva ragionevole del successo; di conseguenza, dovrebbe essere usato. Era vero che la procedura di fronte alla Corte Costituzionale non potesse produrre compensazione patrimoniale per il richiedente da solo; comunque, l’aggregazione di questa procedura con una causa di civile-legge susseguente avrebbe qualificato come una via di ricorso effettiva (veda Kuda ?c. la Polonia [GC], n. 30210/96, ?? 152, 157 ECHR 2000 XI; Omasta c. la Slovacchia (dec.), n. 40221/98, 10 dicembre 2002; e Dorota Szott-Medynska c. la Polonia (il dec.), n. 53351/99, 9 ottobre 2003).
Il richiedente contest? questa prospettiva, mentre asserendo che sezione 56(2) del Corte Atto Costituzionale, legga in concomitanza con sezioni 26(2) e 29, espressamente prevede per un ?discrezionale? esame dell’ammissibilit? di un’azione di reclamo, incluso la questione se l’argomento di un’azione di reclamo costituzionale diresse contro una disposizione legale solleva legge costituzionale emette di ?l’importanza fondamentale.? Di conseguenza, questo viale legale del quale pu? essere giovato solamente ?con eccezione?, non era via di ricorso effettiva nella sua opinione. Lui not? inoltre che la causa principale sulla responsabilit? da atto illecito dello Stato, assegn? a col Governo, interessato una situazione dove un atto parlamentare di effetto individuale (vale a dire, un proscioglimento) costitu? un abuso del potere legislativo. Mentre accettando la responsabilit? dello Stato in che particolare situazione, le corti confermarono che atti legislativi ed ordinari sarebbero rimasti coperto con l’immunit? dello Stato.
23. La Corte richiama che lesole vie di ricorso che l’Articolo 35 ? 1 della Convenzione costringe ad essere esaurito ? quelli che riferiscono alle violazioni addotti ed allo stesso tempo ? disponibile e sufficiente. L’esistenza di simile via di ricorso non solo deve essere sufficientemente sicura in teoria ma anche in pratica, fallendo a loro mancher? quale l’accessibilit? richiesta e l’efficacia; incorre allo Stato rispondente per stabilire che queste condizioni sono soddisfatte (veda, fra le altre autorit?, McFarlane c. l’Irlanda [GC], n. 31333/06, ? 107 10 settembre 2010). L’esistenza di dubbi meri come alle prospettive del successo di una particolare via di ricorso che non ? evidentemente futile una ragione valida non ? per non riuscire ad esaurire via di ricorso nazionali (veda Akdivar ed Altri c. la Turchia, 16 settembre 1996, ? 71 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1996-IV). Infine, un richiedente che si ? giovato a di una via di ricorso capace di compensare la situazione che genera la violazione allegato, direttamente e non soltanto indirettamente, non ? legato per avere ricorso alle altre via di ricorso che sarebbero state disponibili a lui ma l’efficacia di che ? discutibile (veda Manoussakis ed Altri c. Grecia, 26 settembre 1996, ? 33, Relazioni 1996-IV, ed Anakomba Yula c. il Belgio, n. 45413/07, ? 22 10 marzo 2009).
24. Al giorno d’oggi la causa, la Corte nota all’inizio che non era in controversia fra le parti che la procedura di azione di reclamo costituzionale non potesse produrre compensazione patrimoniale per il richiedente da solo. In qualsiasi l’evento, le cause assegnate a col Governo furono archiviate infine con la Corte Costituzionale sui meriti (veda paragrafo 13 sopra). ? vero che queste decisioni posto-datato l’introduzione della richiesta e che, a che tempo, la conseguenza delle procedure costituzionali era come ancora ignota.
Per la Corte, il richiedente non pu? essere aspettatosi comunque, di avere intrapreso un’azione di reclamo costituzionale col risuoli fine di abilitare un’azione susseguente in danni contro il legislatore. Questo ? cos? perch? la causa-legge su simile responsabilit?, siccome attestato con la causa principale pubblicata nel 2014 ma riferendosi ad una giurisprudenza eretta, ? piuttosto restrittivo in termini di possibili scenari dove il legislatore pu? essere sostenuto responsabile per pregiudizio che ? il risultato di legislazione, vale a dire le particolari sentenze di fatto, come ad hominem o altrimenti legislazione disfunzionale, ? richiesto-un elemento che non sembra concernere alla situazione del richiedente e di chi presenza non ? stata dibattuta col Governo.
La Corte non ? persuasa perci? che un’azione potenziale in danni contro il legislatore puntellato con un’azione di reclamo costituzionale, se e quando riuscito, era una via di ricorso effettiva la cui esistenza era sufficientemente sicura sia in teoria ed in pratica. Senza prendere una posizione sull’efficacia della procedura di azione di reclamo costituzionale in generale, la Corte ? soddisfatta perci?, che l’azione di reclamo costituzionale non ? una via di ricorso di qualche genere la cui non-ricerca pu? essere contenuta contro il richiedente in questa causa.
Segue che la richiesta non pu? essere respinta per la non-esaurimento di via di ricorso nazionali.
25. Il Governo dibatt? inoltre che la licenza in oggetto era un’istituzione nuova sotto la legge, decretata con la legislazione del 2012. Il richiedente non aveva posseduto mai questo diritto, perch? la concessione precedente che lui aveva avuto era diversa in natura. Perci?, la richiesta era, nella prospettiva del Governo, diresse all’acquisizione di un bene, un diritto non garantito con la Convenzione o i suoi Protocolli. Inoltre, la Convenzione o i suoi Protocolli non potevano essere costruiti garantire qualsiasi diritto all’esercizio continuato di un’attivit? lucrativa bas? su rappresentare rischio di salute ad altri, come vendite di tabacco. La richiesta era cos? ratione materiae incompatibile con le disposizioni della Convenzione.
Il richiedente dibatt? che la sua licenza precedente era nel momento in cui molta una propriet? come quello lui stava sforzandosi di acquisire e che la sua perdita port? di conseguenza Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 in giochi.
La Corte considera che la questione riguardo alla natura delle licenze in questione ? collegato da vicino ai meriti della richiesta e deve essere congiunto a s? per la considerazione unita.
26. La Corte nota che la richiesta non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Meriti
1. Argomenti delle parti
a. Il richiedente
27. Il richiedente dibatt? che la licenza precedente incluso la vendita al dettaglio di tabacco che ? gli interessi economici connessero con gli affari fondamentali, aveva rappresentato un ?la propriet?? per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Il suo ritiro con operazione di legge era perci? un’interferenza coi suoi diritti sotto quel la disposizione. La sua famiglia era stata la beneficiaria di che licenza poich? 1994 e vendite di tabacco avevano prodotto una grande parte del reddito del loro genere alimentare.
Inoltre, la legalit? di questa interferenza era dubbiosa determinato l’adozione frettolosa della legge in oggetto nella sua prospettiva, i suoi emendamenti mentre la procedura di aggiudicazione tenera era gi? in corso, e l’assenza di una procedura trasparente o una via di ricorso legale.
Come allo scopo perseguito con la misura in oggetto, il richiedente non chiam? in questione che lo scopo stabilito che ? per combattere fumo minorenne, ed in termini pi? ampi, proteggere la salute della popolazione era un scopo legittimo in questo contesto. Comunque, lui dibatt? che in realt?, la misura alquanto mir? a monopolizzare vendita al dettaglio di tabacco e re-distribuire anche le quote di mercato che non potevano essere accettate come un scopo legittimo di fronte al margine ampio dello Stato della valutazione in questo campo. Lui mise in dubbio inoltre l’adeguatezza dell’eletto di mezzi, mentre aguzzando al fatto che la difficolt? aumentata per comprare prodotti di tabacco, se si intende che sia dissuasivo, infatti i benefici la borsanera.
Infine, nessun equilibrio equo era stato previsto fra i suoi interessi e che della comunit? in che con perdendo la sua fonte principale del sostentamento goduta per pressoch? venti anni, e questo senza qualsiasi il risarcimento, lui aveva dovuto sopportare un carico individuale ed eccessivo.
b. Il Governo
28. Il Governo present? all’inizio che la richiesta del richiedente per una concessione nuova era stata molto succinta e non a tutti elaborati; in particolare, non contenne piano di affari attinente. Di conseguenza, lui aveva un risultato molto basso nell’elaborazione di aggiudicazione. In qualsiasi la causa, lui non poteva lamentarsi di non acquisendo una concessione nuova, poich? questo implicherebbe il-non-esistente-diritto per acquisire una propriet?. Il Governo dubit? inoltre che il richiedente avesse avuto un’aspettativa legittima per ottenere una concessione nuova. In prospettiva loro, lui legittimamente non potrebbe aspettarsi niente pi? che un periodo transitorio ed appropriato per adattarsi alla situazione nuova che era disponibile.
Nelle osservazioni del Governo, le misure legislative si lamentarono di era nessuno pi? di un controllo dell’uso di propriet? in che il richiedente non era stato privato di affari suoi; e solamente la sfera delle attivit? disponibile a lui era stato restretto. La licenza precedente aveva abilitato il richiedente per vendere prodotti di tabacco nel suo genere alimentare generale; sotto la legge nuova, simile negozi potrebbero vendere pi? comunque, tabacco; la licenza precedente del richiedente era divenuta semplicemente di conseguenza, desueta e la sua perdita non poteva essere considerata una privazione di propriet?. Lui non aveva subito qualsiasi danno effettivo, separatamente dal perdere il diritto per il futuro.
La misura in oggetto aveva mirato, con riducendo il numero di punti di vendite di vendita al dettaglio di tabacco, combattere fumo minorenne e migliorare lo status di salute di societ?. Altro Membro Stati del Consiglio dell’Europa avevano introdotto misure simili. Il monopolio Statale che era stato creato nel campo di vendita al dettaglio di tabacco fa parte all’interno del margine ampio dello Stato della valutazione di questo campo.
Infine, il Governo dibatt? che il richiedente non aveva dovuto soffrire di un carico individuale ed eccessivo, perch? solamente la sfera dei suoi affari era stata ridotta. Simile controllo di uso di propriet? non comport? un obbligo automatico sul lato dello Stato per offrire il risarcimento (il cf. J.A. Pye (Oxford) Ltd e J.A. Pye (Oxford) la Terra Ltd c. il Regno Unito [GC], n. 44302/02, ? 79 ECHR 2007 III).
2. La valutazione della Corte
un. Interferenza
29. La Corte osserva all’inizio che l’argomento della causa presente ? l’annullamento legale della licenza precedente del richiedente per vendere tabacco invece del quale lui non fu assegnato un altro uno nella procedura tenera. Per la Corte, appena ? non concepibile a riguardo a questa licenza, garantendo una volta un’importante quota del fatturato del richiedente (veda paragrafo 6 sopra), come un ?la propriet?? per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda Centro Europa 7 S.R.L. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, ?? 177-178 ECHR 2012). S? ulteriore richiama che il ritiro di una licenza per continuare importi di esercizi d’impresa ad un’interferenza col diritto a godimento tranquillo di propriet? siccome custodito in Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda Capitale Banca Ad c. la Bulgaria, n. 49429/99, ? 130 ECHR 2005 XII (gli estratti); Rosenzweig e Vincolato Immagazzina Ltd c. la Polonia, n. 51728/99, ? 49 28 luglio 2005; e Bimer S.A. c. la Moldavia, n. 15084/03, ? 49 10 luglio 2007). Dato gli interessi economici ed ovvi che connettono vendita al dettaglio di tabacco con gli affari del richiedente in generale, la Corte si soddisfa che l’allontanamento legale della licenza di tabacco di vecchia data del richiedente corrispose ad un’interferenza coi suoi diritti sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda nel particolare Tre Trakt?rer Ab c. la Svezia, 7 luglio 1989, ? 53 la Serie Un n. 159), e questo nonostante le conseguenze dannose di fumare siccome facilitato con vendita al dettaglio di tabacco.
Nella luce di questa sentenza, l’eccezione preliminare del Governo che suggerisce l?incompatibilit? ratione materiae deve essere respinta.
30. I costatazione di Corte che l’annullamento e non-rinnovamento della licenza di tabacco del richiedente costituirono una misura di controllo dell’uso di propriet? che incorre essere considerata sotto il secondo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (il cf. Tre Trakt?rer, citato sopra, ? 55; Megadat.com SRL c. la Moldavia, n. 21151/04, ? 65 ECHR 2008; veda anche Malik c. il Regno Unito, n. 23780/08, ?? 88-89 13 marzo 2012).
b. Ottemperanza coi requisiti del secondo paragrafo
i. La legalit? e fine dell’interferenza
31. La Corte nota le parti ‘ che diverge in parte posizioni della legalit? ed il fine dell’interferenza. Per la sua parte, non chiama in questione la posizione del Governo secondo la quale la misura notifica il fine di combattere fumo minorenne, un essere di scopo nella conformit? con l’interesse generale. Comunque, considera che non ? necessario per imbarcare su un scrutinio pi? vicino della legalit? della misura, poich? presumendo anche che l’interferenza ? ?legale?, le circostanze della causa rivelano una violazione dei diritti del richiedente sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 per le ragioni esposte fuori sotto, nei paragrafi che rivolgono il problema della proporzionalit? (veda divide in paragrafi 32 a 36 sotto).
ii. La proporzionalit? dell’interferenza
32. Siccome fu indicato nel James ed Altri c. la sentenza di Regno Unito (21 febbraio 1986, ? 37 la Serie Un n. 98), il secondo paragrafo di Articolo 1 del Protocollo doveva essere costruito nella luce del principio generale esposto fuori nella prima frase di questo Articolo. Questa frase ? stata interpretata con la Corte come incluso il requisito che una misura di interferenza dovrebbe prevedere un ?equilibrio equo? fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo (veda, inter alia, Sporrong e L?nnroth c. la Svezia, 23 settembre 1982, ? 69 la Serie Un n. 52). La ricerca per questo equilibrio ? riflessa nella struttura di Articolo 1 nell’insieme (l’ibid.) e da adesso anche nel secondo paragrafo. Ci deve essere una relazione ragionevole della proporzionalit? fra i mezzi assunti e lo scopo cerc? di essere compreso (veda James ed Altri, citato sopra, p. 34). Un equilibrio corretto fra l’interesse generale ed i diritti dell’individuo non si troveranno se la persona riguardata ha dovuto sopportare un carico individuale ed eccessivo (veda Rosenzweig, citato sopra, ? 48).
33. Il Governo present? che per i fini di fare domanda Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 le autorit? competenti godono un margine ampio della valutazione. La loro valutazione come al bisogno per legislazione, i suoi scopi ed i suoi effetti dovrebbero essere accettati con le istituzioni di Convenzione a meno che era manifestamente irragionevole ed impose un ?carico eccessivo? sulla persona riguardata (veda James ed Altri, citato sopra, ?? 46 e 50).
Al giorno d’oggi la causa, il richiedente present?-e questo non fu confutato col Governo-che la perdita della licenza ridusse i suoi affari entro un terzo del suo fatturato, mentre conducendo infine a serpeggiamento-su. Dato le conseguenze economiche e serie che fluiscono dalla misura criticata, la Corte si confa col richiedente che questa era una misura grave nelle circostanze.
34. La Corte osserva inoltre che solamente dieci mesi passarono fra la promulgazione della legge contestata su 11 settembre 2012 ed il termine massimo per terminare la vendita al dettaglio di tabacco del richiedente (14 luglio 2013). Dal momento il richiedente fu informato inoltre, che lui non era stato accordato una licenza (23 aprile 2013), meno che tre mesi passarono finch? lui doveva fermare di vendere tabacco (veda divide in paragrafi 7 e 10 sopra). Nel contesto di un affari che prima trae profitto da una licenza di vendita al dettaglio di tabacco per quasi venti anni, questi periodi transitori possono, non stato riguardato proprio come sufficiente. La Corte prima ha trovato che procedimenti riferirono al rinnovamento o invalidazione di licenze che sono arbitrarie, discriminatorie, o sproporzionatamente aspro violi il secondo paragrafo di Articolo 1 del Protocollo. Inoltre, autorit? devono seguire un ?politica genuina e coerente? riguardo ad autorizzazione (veda Megadat.com SRL, citato sopra, ? 79). La mancanza delle salvaguardie contro l’arbitrariet? e la mancanza di un’opportunit? ragionevole di mettere la causa delle persone colpite alle autorit? responsabili per il fine di impugnare efficacemente le misure che interferiscono con la loro propriet? (veda Microintelect OOD c. la Bulgaria, n. 34129/03, ? 38 a 50, 4 marzo 2014) cos? come la questione della legalit? della propria condotta del richiedente (veda Tre Trakt?rer, citato sopra, ? 61) ? problemi per essere preso nell’esame.
In termini del non-accordare di una licenza nuova al richiedente, la Corte aggiungerebbe, che non pu? valutare la procedura che conduce a questo sviluppo, poich? le parti non presentarono qualsiasi materiale attinente su questa questione. In qualsiasi la causa, ? notevole che la procedura sembra essere stata priva di trasparenza elementare e di qualsiasi possibilit? di via di ricorso legali. A questa connessione, i richiami di Corte che ? vero che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 contiene nessuno requisiti procedurali ed espliciti e l’assenza di controllo giurisdizionale non corrisponda, in se stesso, ad una violazione di che approvvigiona; ciononostante, implica che qualsiasi interferenza col godimento tranquillo di propriet? deve essere accompagnata con garanzie procedurali che riconoscono all’individuo o l’entit? concern? un’opportunit? ragionevole di presentare la loro causa alle autorit? responsabili per il fine di impugnare efficacemente le misure che interferiscono coi diritti garantita con questa disposizione (veda Capitale Banca Ad, citato sopra, ? 134).
35. Il ?il carico? mise sul richiedente come un risultato della scadenza legale della sua licenza, sebbene pesante, deve essere pesato contro l’interesse generale della comunit? che ? le considerazioni di salute pubbliche nella causa presente. In questo contesto, gli Stati godono un margine ampio della valutazione.
Bench? sia vero che l’interferenza con le propriet? del richiedente era un controllo di uso piuttosto che una privazione di propriet?, simile che la causa-legge sul risarcimento per le privazioni non ? direttamente applicabile (veda J.A. Pye (Oxford) Ltd., loc. cit.), una misura di controllo sproporzionata ed arbitraria non soddisfa i requisiti di protezione di propriet? sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. ? notevole che la licenza del richiedente fu estinta senza il risarcimento (veda, un contrario, Pinnacolo Carne Microprocessori Societ? e 8 Altri c. il Regno Unito (il dec.), n. 33298/96, 21 ottobre 1998; ed Ian Edgar (Liverpool) Ltd c. il Regno Unito (il dec.), n. 37683/97, ECHR 2000 io) o la possibilit? di compensazione giudiziale. Il periodo molto breve previsto a possessori di licenza per fare disposizioni adeguate rispondere al cambio imminente alla loro fonte del sostentamento non fu alleviato con qualsiasi misure positive in favore dello Stato, per esempio l’adozione di un schema del risarcimento ragionevole. Inoltre, non ? stato suggerito che il richiedente, bench? la sua impresa di famiglia fosse attiva nella vendita legale di prodotti dannoso per la salute, era in qualsiasi violazione della legge (compari e contrapponga, Tre Trakt?rer, loc. cit.). La misura fu introdotta con modo di cambi continui della legge e con fretta straordinaria, la perdita della vecchia licenza era automatica, e la non-acquisizione di un nuovo non era soggetto a qualsiasi scrutinio pubblico o via di ricorso legale.
36. I costatazione di Corte che la misura non offr? di continuare la propriet? una prospettiva realistica perch? l’elaborazione di accordare di concessioni nuove stava inclinando su arbitrariet?, determinato che (i) l’esistenza della licenza precedente fu trascurata; (l’ii) la possibilit? di un licenza-possessore precedente di continuare vendita al dettaglio di tabacco sotto le condizioni cambiate che accomodano la politica di protezione di minors non fu considerata nello schema nuovo (veda paragrafo 8 sopra); (l’iii) il sistema di concessione abilit? l’accordare di cinque concessioni ad un offerente che obiettivamente diminu? le opportunit? di un possessore di licenza in carica, in particolare di quegli individui, come la famiglia del richiedente il cui sostentamento dipendeva dal molti anni dalla possibilit? di vendita di tabacco ora persi (veda, mutatis mutandis, Di Marco c. l’Italia, n. 32521/05, ? 65 26 aprile 2011; e Lallement c. la Francia, n. 46044/99, ?? 20-24 11 aprile 2002) e, infine, (l’iv) la mancanza di articoli trasparenti nella concessione delle concessioni che ebbero luogo (v) senza dare qualsiasi diritto ad un licenza-possessore precedente, come limitando la sfera del primo tondo di offrire in pagamento d’un debito a simile persone.
iii. Conclusione
37. Perci? i costatazione di Corte che il richiedente doveva soffrire di un carico individuale ed eccessivo dovuto alla misura di controllo. Le considerazioni precedenti sono sufficienti per abilitare la Corte per concludere che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
II. La richiesta Di Articolo 41 Di La Convenzione
38. Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se la Corte costata che c’? stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell?Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte pu?, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.?
A. Danno
39. Il richiedente chiese 10,000 euro (EUR) in riguardo di danno patrimoniale ed EUR 5,000 in riguardo di danno non-patrimoniale. La cifra precedente ? la stima globale del richiedente per affari perduti.
40. Il Governo contest? queste rivendicazioni in termini generali.
41. Senza speculare sui profitti che avrebbe realizzato il richiedente se non fosse accaduta la violazione della Convenzione, la Corte osserva che lui soffr? di una vera perdita di affari. Lo considera perci? appropriato assegnare un prezzo globale in risarcimento per la perdita di guadagni futuri. In oltre, la Corte considera che la violazione ha trovato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nella causa presente ha dovuto causare il richiedente prolung? l’incertezza nella condotta dei suoi affari ed i sentimenti impotenza e la frustrazione, mentre comportando del danno non-patrimoniale.
Cos?, la Corte lo considera ragionevole, mentre facendo la sua valutazione sulla base dell’equit?, assegnare una somma globale di EUR 15,000 il richiedente che copre tutti i capi di danno (veda, mutatis mutandis, Centro Europa 7, citato sopra, ?? 219 a 222).
Costi di B. e spese
42. Il richiedente chiese anche EUR 10,600 per i costi e spese incorse in di fronte a Corte. Questa cifra corrisponde alle fatture delle parcelle legale col suo avvocato che ? 19.4 ore di lavoro paralegale, ad un tasso orario di EUR 50 cos? come 64.2 ore di lavoro legale, aggredite un tasso orario di EUR 150.
43. Il Governo contest? questa rivendicazione.
44. Secondo la causa-legge della Corte, un richiedente ? concesso solamente finora al rimborso di costi e spese in come s? ? stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi in e sono stati ragionevoli come a quantum. Al giorno d’oggi la causa, riguardo ad essere aveva ai documenti nella sua propriet? ed il criterio sopra, la Corte lo considera ragionevole assegnare la somma di EUR 6,000 per i procedimenti di fronte alla Corte.
C. Interesse di mora 45. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, UNANIMAMENTE
1. Congiunge l’eccezione del Governo ai meriti e lo respinge;

2. Dichiara la richiesta ammissibile;

3. Sostiene che c’? stata una violazione dell? Articolo 1 di Protocollo N.ro 1;

4. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente ? pagare il richiedente, entro tre mesi dalla data sulla quale la sentenza diviene definitivo in conformit? con Articolo 44 ? 2 della Convenzione gli importi seguenti, essere convertito nella valuta dello Stato rispondente al tasso applicabile alla data di accordo:
(i) EUR 15,000 (quindici mila euro), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, in riguardo di danno patrimoniale e non-patrimoniale combinato;
(ii) EUR 6,000 (sei mila euro), pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico del richiedente, in riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito pi? tre punti di percentuale;

5. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 13 gennaio 2015, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Stanley Naismith Guido Raimondi
Cancelliere Presidente
In conformit? con Articolo 45 ? 2 della Convenzione e Decide 74 ? 2 degli Articoli di Corte, l’opinione separata di Giudici Spano e Kj?lbro ? annesso a questa sentenza.
G.R.A.
S.H.N.

OPINIONE CONCORDANTE CONGIUNTA DEI GIUDICI SPANO E KJ?LBRO
1. Noi votammo in favore di trovare una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, ma noi scriviamo separatamente come il nostro ragionamento differisce a della misura dalla sentenza.
2. Noi concordiamo che il ritiro della licenza del richiedente per vendere prodotti di tabacco, come una conseguenza dell’Atto sulla Repressione di Fumare della Giovent? e su Vendita al dettaglio di Tabacco, corrispose ad un’interferenza col suo diritto al godimento tranquillo delle sue propriet?, comportando controllo dell’uso di propriet? all’interno del significato di paragrafo 2 di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
3. La promulgazione della legge che restringe e controllare la vendita di prodotti di tabacco chiaramente intraprese un scopo legittimo nel proteggere la salute della popolazione, in particolare come riguarda minors. Effettivamente, Stati hanno un margine ampio della valutazione nell’adottando ed implementare politiche per proteggere la salute della popolazione ed in controllare l’uso di propriet?, incluso posando in gi? le condizioni generali per intraprendere un’attivit? commerciale come vendita al dettaglio di prodotti di tabacco (veda, inter l’alia, Chassagnou ed Altri c. la Francia [GC], N. 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 75 ECHR 1999 III; e J.A. Pye (Oxford) Ltd e J.A. Pye (Oxford) la Terra Ltd c. il Regno Unito [GC], n. 44302/02, ? 55 ECHR 2007 III).
4. Sotto la causa-legge della Corte non ? inoltre, nessun obbligo generale per pagare il risarcimento per interferenze che corrispondono controllare dell’uso di propriet?, anche in cause riguardo al ritiro di una licenza. Comunque, il pagamento del risarcimento pu? essere di attinenza nel valutare la proporzionalit? dell’interferenza in oggetto (veda, inter l’alia, Jahn ed Altri c. la Germania [GC], N. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 94 ECHR 2005 VI; Brosset-Triboulet ed Altri c. la Francia [GC], n. 34078/02, ? 94 29 marzo 2010; ed Uzan ed Altri c. la Turchia (il dec.), n. 18240/03, ? 102 29 marzo 2011).
5. Comunque, Stati Contraenti hanno un obbligo per assicurare che interferenze che corrispondono controllare dell’uso di propriet?, incluso la revoca di una licenza per correre un affari, preveda un equilibrio equo fra diritti individuali e l’interesse generale. Un equilibrio corretto di questi interessi non si raggiunge se la persona riguardata ha dovuto sopportare un carico individuale ed eccessivo.
6. Come riguardi la causa presente, il richiedente vendeva legalmente prodotti di tabacco da pi? di sedici anni sotto una licenza accordata con le autorit?, ed una parte significativa del fatturato venne dal vendere prodotti di tabacco.
7. Dal tempo della pubblicazione dell’Atto sulla Repressione di Fumare della Giovent? e su Vendita al dettaglio di Tabacco, il richiedente ? dovuto essere consapevole che la vendita futura di prodotti di tabacco era divenuta precaria, mentre ? condizionale su ottenere una concessione di vendita al dettaglio di tabacco sotto la legge nuova. Comunque, solamente sei mesi dopo la pubblicazione dell’Atto, il richiedente si inform? che lui non era stato accordato una concessione di vendita al dettaglio di tabacco, e solamente tre mesi pi? tardi lui aveva fermare di vendere prodotti di tabacco, come una conseguenza della quale aveva vicino i suoi affari.
8. Dovendo al periodo di transizione particolarmente breve, il richiedente fu accordato tempo molto piccolo per adattarsi alla situazione nuova. Le conseguenze erano tutte le pi? atroci come la legislazione in oggetto non preveda per qualsiasi il risarcimento per possessori di licenza che non ottennero una concessione di vendita al dettaglio di tabacco sotto la legislazione nuova. Inoltre, il richiedente non fu dato qualsiasi le ragioni per non stato stato accordato una licenza nuova. N? lui aveva accesso ad una via di ricorso legale per impugnare il rifiuto per accordarlo una licenza nuova.
9. Perci?, avendo riguardo ad alle specifiche circostanze della causa ed irrispettoso del margine ampio dello Stato della valutazione, noi coincidiamo nel trovare che il richiedente doveva sopportare un carico individuale ed eccessivo, in violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
10. Nella nostra prospettiva, comunque non ? una base sufficiente per trovare che l’elaborazione di accordare concessioni era ?inclinando su arbitrariet?? (veda paragrafo 36 della sentenza). Inoltre, il compito della Corte deve dire lo Stato che che poteva o avrebbe dovuto fare nell’implementare la sua politica in questa area (l’ibid.), ma piuttosto valutare se il modo la licenza del richiedente fu revocata nelle specifiche circostanze della causa corrisposte ad un’interferenza ingiustificata coi suoi diritti di propriet? sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
11. Come risarcimento di riguardi per danno patrimoniale, noi infine enfatizziamo, che la somma accord? al richiedente si intende che compensi per la perdita di profitto dal vendere prodotti di tabacco durante un periodo di transizione che pu? essere riguardato come ragionevole, mentre permettendo il richiedente tempo sufficiente per adattarsi alla situazione nuova che sorge come una conseguenza della legislazione nuova.

Testo Tradotto

Conclusions: Preliminary objection joined to merits and dismissed (Article 35-3 – Ratione materiae) Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions Article 1 para. 2 of Protocol No. 1 – Control of the use of property) Pecuniary and non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage Pecuniary damage Just satisfaction)

SECOND SECTION

CASE OF V?KONY v. HUNGARY

(Application no. 65681/13)

JUDGMENT

STRASBOURG

13 January 2015

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of V?kony v. Hungary,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
Guido Raimondi, President,
I??l Karaka?,
Andr?s Saj?,
Neboj?a Vu?ini?,
Egidijus K?ris,
Robert Spano,
Jon Fridrik Kj?lbro, judges,
and Stanley Naismith, Section Registrar,
Having deliberated in private on 25 November 2014,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 65681/13) against Hungary lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Hungarian national, OMISSIS (?the applicant?), on 14 October 2013.
2. The applicant was represented by OMISSIS, a lawyer practising in Budapest. The Hungarian Government (?the Government?) were represented by Mr Z. Tall?di, Agent, Ministry of Public Administration and Justice.
3. The applicant alleged under Article 1 of Protocol No. 1 read alone and in conjunction with Article 14 of the Convention that the loss of his tobacco retail licence amounted to an unjustified deprivation of possessions in discriminatory circumstances.
4. On 15 November 2013 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1950 and lives in Sopron.
A. Particular circumstances of the case
6. From 1994 the applicant?s family operated a grocery with the personal involvement of the applicant. They sold, initially under the excise licence of the applicant?s mother, merchandise subject to excise tax, that is, alcohol and tobacco products. On average, the turnover of tobacco retail represented about one-third of the family?s business.
The applicant himself obtained a shop-keeping licence in 1999 (see also paragraph 15 below). In 2001 he qualified as a trader and shop manager. In 2005, he was registered in his own right as a trader of excise goods.
7. On 11 September 2012 Parliament enacted Act no. CXXXIV of 2012 on the Repression of Smoking of the Youth and on Tobacco Retail. The Act was published on 24 September 2012. The Act was subsequently amended on several occasions, and the final version was enacted on 6 June 2013. It entered into force on 1 July 2013.
8. According to the Act, tobacco retail ? previously exercised at about 42,000 retail points nationwide ? was to become a State monopoly (exercised through a State-owned company, ND Nemzeti Doh?ny-kereskedelmi Nonprofit Zrt, ?ND Zrt?), and tobacco retailers would become licensed through a concession tender, advertised on 15 December 2012, for up to five retail points per tenderer. In applying for the new concessions, tenderers were required to produce business plans reflecting, inter alia, the new governmental policy to limit to the utmost the access of minors to tobacco products, notably by prohibiting the entry of those less than 18 years of age into shops selling tobacco. Under the new licences, tobacco retail could take place only in shops with separate entrances, with dark shades in the shop windows preventing seeing through, and with only a limited selection of other goods on sale.
The final time-limit for applying was 22 February 2013. Entities previously engaged in tobacco retail had no privileges in the tender. The decision about the tenders was to be taken by ND Zrt.
In the tender, altogether some 6,800 licences were granted nationwide .
9. The applicant applied for a concession on 4 February 2013, for the would-be licence to be used in the family enterprise. The application was signed by the applicant, and witnessed by his wife and their son. The applicant then amended the application according to the upcoming new rules, on 20 February 2013. According to the Government, the application was very succinct and in no way developed; in particular, it contained no appropriate business plan, which was part of the criteria for the tenders. The applicant submitted that no information was ever made available about the assessment of the tender.
10. On 23 April 2013 the applicant was informed that he had not obtained a tobacco retail concession. The decision contained no reasons or any indication of the applicant?s score on the 120-point tender adjudication score-sheet, and it was not subject to any legal remedy.
The enterprise run by the applicant?s family was obliged to terminate the sale of tobacco products by the statutory deadline, that is, 14 July 2013. Tobacco wholesalers were under a legal obligation to re-buy any outstanding stocks from terminated retailers.
The remaining sales activities of the applicant?s family enterprise were no longer profitable, entailing the winding-up of the business.
11. Under the law, no compensation is available for former holders of tobacco retail licences who, by not having been awarded a concession, lost part of their livelihood. The applicant submitted that this was the case of his family; and that he had, after losing the retail licence, considerable difficulties in supporting his family including a minor son.
12. The applicant further submitted that others in comparable situations ? and in the case of those who had never been doing tobacco retail beforehand, in non-comparable situations ? had been granted concessions, which difference in treatment could not be explained by any circumstance other than political adherence. In his view, this was corroborated by the fact that some successful tenderers had obtained more than one concession for multiple selling points.
13. On 14 January 2014 the Constitutional Court declared admissible a number of complaints relating to the same matter.
In decision no. 3194/2014 (VII.14.) it dismissed these motions on the merits (see below in paragraph 16), noting in particular that the legislature had aimed to eliminate underage smoking and therefore restricted the accessibility of tobacco retail, measures reflecting Hungary?s obligations under the WHO Framework Convention on Tobacco Control as well as the findings of the Global Youth Tobacco Survey.
B. Relevant domestic law
14. Act no. CXXXIV of 2012 on the Repression of Smoking of the Youth and on Tobacco Retail provides as follows:
Section 2
?(1) Tobacco retail in Hungary is an activity falling under State monopoly, the exercise of which may be licensed through fix-term concession contracts concluded according to the provisions of this Act, as well as of Act no. XVI of 1991 on Concessions.?
Section 11
?(1) If this Act does not provide otherwise, tobacco retail may only be pursued in tobacco shops.?
15. According to Act no. CIII of 1997 on Excise Tax and the Special Rules of Trading in Merchandise Subject to Excise Tax (?the Excise Tax Act?), as in force until 1 May 2004, trading in excise goods was possible in two manners: (a) subject to an excise licence, in which case the holder of such a licence could sell the products to non-end-consumers; (b) the sale of excise goods to end-consumers was also possible without a specific excise licence, if the owner of the business had an appropriate shop-keeping licence, covering also the sale of the excise goods in question. The relevant provisions of the Act provided as follows:
Section 72 (1)
?(1) Non-excise-licensed free trade of excise goods … is only allowed in possession of a shop-keeping licence, specified by the law on the operation of shops … if
a) the shop-keeping licence is issued for a scope of retail, catering or accommodation activities in the framework of which the law allows the sale of excise goods, and
b) the non-excise-licensed dealer pursues his or her commercial activity … in a shop.?
16. In its relevant part, Act no. CLI of 2011 on the Constitutional Court (?the Constitutional Court Act?) provides as follows:
Section 26
?(1) In accordance with Article 24 ? 2 (c) of the Fundamental Law, any person or organisation affected by a concrete case may submit a constitutional complaint to the Constitutional Court if due to the application of a legal regulation contrary to the Fundamental Law in the judicial proceedings:
a) their rights enshrined in the Fundamental Law were [allegedly] violated, and
b) the possibilities for legal remedy have already been exhausted or no possibility for legal remedy is available.
(2) By way of derogation from paragraph (1), Constitutional Court proceedings may also be initiated ? by exception ? relying on Article 24 ? 2 (c) of the Fundamental Law, if:
a) due to the entry into force or the application of a legal provision contrary to the Fundamental Law, the complainant?s rights were [allegedly] violated directly, without a judicial decision, and
b) there is no legal remedy capable of redressing the violation of rights, or the complainant has already exhausted the remedy.?
Section 29
?The Constitutional Court admits constitutional complaints if a conflict with the Fundamental Law significantly affects the judicial decision [in question] or the case raises constitutional law issues of fundamental importance.?
Section 56
?(1) The Constitutional Court decides on the admission of a constitutional complaint sitting as a panel …
(2) The panel examines in its discretionary power the content-related requirements of the admissibility of a constitutional complaint ….?
The Constitutional Court analysed the motions mentioned in paragraph 13 above from two aspects: whether the impugned legislation infringed the complainants? right to protection of their property and whether it breached their right to pursue an entrepreneurial activity.
As regards the property right, the Constitutional Court held in essence that the complainants? business activities in tobacco retail ? however long-standing it may have been ? did not constitute per se acquired possessions or constitutionally protected legitimate expectations. Prior to 1 July 2013, they had not possessed specific licences for tobacco retail, this kind of licence having been instituted only by the impugned legislation as of that date. Therefore, the legislation did not deprive them of pre-existing, acquired possessions, nor did it annul their shop-keeping licences in general. Moreover, their licences to sell merchandise subject to excise tax (a licence different from the one instituted by the impugned legislation, issued by the Tax Authority as a pre-condition for engaging in tobacco retail) were non-transferable and revocable permits, which did not constitute possessions. The Constitutional Court emphasised that the legislation did not prevent the complainants from applying for tobacco retail concession under the new system and, if successfully licensed, from continuing their activities.
As regards the complaint concerning the right to pursue an entrepreneurial activity, the Constitutional Court agreed that the complainants? activity fell within the scope of constitutional protection. Nevertheless, it underlined that this right did not give an unrestricted or inalienable entitlement to pursue an activity of one?s choice. In the Constitutional Court?s view, the impugned legislation did not prejudice the essence of the right to pursue an entrepreneurial activity, namely it did not permanently deprive the complainants of the possibility to continue their tobacco retail business, let alone to pursue entrepreneurial activities in general. It only subjected that activity to conditions, which they were not unable to meet. The Constitutional Court found that limitation to be in the public interest and to be sufficiently proportionate to the underlying public health considerations, all the more so since the goods merchandised by the complainants represented well-known health risks and the treatment of smoking-related diseases put a considerable burden on the State ? which, in the Constitutional Court?s view, enjoyed a wide margin of appreciation in the regulation of the matter in question.
17. The standing case-law of the Supreme Court/K?ria concerning the lawmaker?s tort liability was recapitulated by the Budapest Court of Appeal in leading case no. EBD2014.P.1 as follows:
?[T]he Supreme Court held in leading case no. EBH1999.14 that rules of tort liability cannot be applied to legislation, that is, to the activity aimed at adopting general and abstract legal rules of behaviour. In leading case no. BH1993.312 it also considered that the damage potentially resulting from the entry into force of a law laying down a general rule of normative force does not create a relationship of civil law liability between the lawmaker and the alleged victim of the legislation. … Furthermore, leading case no. BH1994.31 also reflects the jurisprudence according to which the lawmaker cannot be held liable for the adoption of normative rules, unless there are additional findings of fact (t?bblett?ny?ll?s).?
In the leading case, such additional findings of fact were constituted by the underlying decision of the Constitutional Court holding that the law-making process in question had been dysfunctional in that the resultant legal provision was nothing less than an individual decision to the detriment of the complainant, couched in terms of a legislative act.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
18. The applicant complained that the removal, in respect of tobacco, of the previous licence of the family business, in allegedly discriminatory circumstances and without compensation, amounted to a breach of Article 1 of Protocol No. 1, read alone or in conjunction with Article 14 of the Convention, especially because he was not granted a similar licence under the new rules.
The Government contested the applicant?s arguments.
The Court considers that the complaint falls to be examined under Article 1 of Protocol No. 1 alone, which reads as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
19. The Government argued at the outset that the applicant?s mother being the previous licence-holder, the application was incompatible ratione personae from the applicant?s perspective. The applicant contested this view, arguing that the loss of the retail concerned the entire family enterprise and that he had personally been holder of an excise licence.
20. The Court points out that, in order to rely on Article 34 of the Convention, two conditions must be met: an applicant must fall into one of the categories of petitioners mentioned in Article 34, and he or she must be able to make out a case that he or she is the victim of a violation of the Convention. According to the Court?s established case-law, the concept of ?victim? must be interpreted autonomously and irrespective of domestic concepts such as those concerning an interest or capacity to act. In addition, in order for an applicant to be able to claim to be a victim of a violation of the Convention, there must be a sufficiently direct link between the applicant and the harm which they consider they have sustained on account of the alleged violation (see, among other authorities, Tauira and Others v. France, no. 28204/95, Commission decision of 4 December 1995, Decisions and Reports (DR) 83-B, p. 112; Association des amis de Saint-Rapha?l et de Fr?jus and Others v. France, no. 38192/97, Commission decision of 1 July 1998, DR 94-B, p. 124; Comit? des m?decins ? dipl?mes ?trangers v. France and Others v. France (dec.), nos. 39527/98 and 39531/98, 30 March 1999; Gorraiz Lizarraga and Others v. Spain, no. 62543/00, ? 35, ECHR 2004 III).
21. In the present case, the Court observes that although formally speaking the previous holder of the excise licence was the applicant?s mother, that licence was benefiting their family enterprise, an assertion of the applicant not refuted by the Government. Moreover, the applicant himself was holder of a shop-keeping licence concerning the same grocery and was registered as a trader of excise goods, this licence entitling him to sell tobacco products (see paragraph 15 above). In these circumstances, the Court considers that the non-acquisition of a new licence, if only pursued by the applicant rather than other family members, produced a sufficiently direct link between him and the harm perceived to be sustained on account of the alleged violation. It is therefore satisfied that the application cannot be rejected as incompatible ratione personae.
22. The Government further asserted that the applicant should have filed a constitutional complaint which, if successful, would have opened the way for an action in damages against the responsible authorities, as established in leading case no. EBD2014.P.1., published in 2014. Similar complaints had been declared admissible by the Constitutional Court. They emphasised that this was in no way a discretionary remedy, the Constitutional Court being under a legal obligation to examine the merits of such complaints in so far as they fulfilled the statutory conditions. This remedy had not proved ineffective by the time the application was introduced, was available to the applicant at that moment, and offered a reasonable prospect of success; consequently, it should have been used. It was true that the procedure before the Constitutional Court alone could not have produced pecuniary redress for the applicant; however, the aggregation of this procedure with a subsequent civil-law litigation would have qualified as an effective remedy (see Kud?a v. Poland [GC], no. 30210/96, ?? 152, 157, ECHR 2000 XI; Omasta v. Slovakia (dec.), no. 40221/98, 10 December 2002; and Dorota Szott-Medynska v. Poland (dec.), no. 53351/99, 9 October 2003).
The applicant contested this view, asserting that section 56(2) of the Constitutional Court Act, read in conjunction with sections 26(2) and 29, expressly provides for a ?discretionary? examination of a complaint?s admissibility, including the question whether the subject matter of a constitutional complaint directed against a legal provision raises constitutional law issues of ?fundamental importance?. Accordingly, this legal avenue, which may only be availed of ?by exception?, was no effective remedy in his opinion. He further noted that the leading case on the State?s tort liability, referred to by the Government, concerned a situation where a parliamentary act of individual effect (namely, a dismissal) constituted an abuse of legislative power. While accepting the State?s liability in that particular situation, the courts confirmed that ordinary legislative acts would remain covered by the State?s immunity.
23. The Court recalls that the only remedies which Article 35 ? 1 of the Convention requires to be exhausted are those that relate to the breaches alleged and at the same time are available and sufficient. The existence of such remedies must be sufficiently certain not only in theory but also in practice, failing which they will lack the requisite accessibility and effectiveness; it falls to the respondent State to establish that these conditions are satisfied (see, among other authorities, McFarlane v. Ireland [GC], no. 31333/06, ? 107, 10 September 2010). The existence of mere doubts as to the prospects of success of a particular remedy which is not obviously futile is not a valid reason for failing to exhaust domestic remedies (see Akdivar and Others v. Turkey, 16 September 1996, ? 71, Reports of Judgments and Decisions 1996-IV). Lastly, an applicant who has availed himself of a remedy capable of redressing the situation giving rise to the alleged violation, directly and not merely indirectly, is not bound to have recourse to other remedies which would have been available to him but the effectiveness of which is questionable (see Manoussakis and Others v. Greece, 26 September 1996, ? 33, Reports 1996-IV, and Anakomba Yula v. Belgium, no. 45413/07, ? 22, 10 March 2009).
24. In the present case, the Court notes at the outset that it was not in dispute between the parties that the constitutional complaint procedure alone could not have produced pecuniary redress for the applicant. In any event, the cases referred to by the Government were eventually dismissed by the Constitutional Court on the merits (see paragraph 13 above). It is true that these decisions post-dated the introduction of the application and that, at that time, the outcome of the constitutional procedures was unknown as yet.
However, for the Court, the applicant cannot be expected to have pursued a constitutional complaint with the sole purpose of enabling a subsequent action in damages against the lawmaker. This is so because the case-law on such liability, as evidenced by the leading case published in 2014 but referring to a standing jurisprudence, is quite restrictive in terms of possible scenarios where the lawmaker can be held liable for prejudice resulting from legislation, namely, particular findings of fact, such as ad hominem or otherwise dysfunctional legislation, are required ? an element which does not appear to pertain to the applicant?s situation and whose presence has not been argued by the Government.
The Court is therefore not persuaded that a potential action in damages against the legislator underpinned by a constitutional complaint, if and when successful, was an effective remedy whose existence was sufficiently certain both in theory and in practice. Without taking a position on the effectiveness of the constitutional complaint procedure in general, the Court is therefore satisfied that the constitutional complaint is not a remedy of a kind whose non-pursuit can be held against the applicant in this case.
It follows that the application cannot be rejected for non-exhaustion of domestic remedies.
25. The Government further argued that the licence in question was a new institution under the law, enacted by the 2012 legislation. The applicant had never possessed this right, because the previous concession he had had was different in nature. Therefore, the application was, in the Government?s view, directed at the acquisition of an asset, a right not guaranteed by the Convention or its Protocols. Moreover, the Convention or its Protocols could not be construed to guarantee any right to the continued exercise of a gainful activity based on representing health hazard to others, like tobacco sales. The application was thus incompatible ratione materiae with the provisions of the Convention.
The applicant argued that his former licence was just as much a possession as the one he was striving to acquire and that its loss consequently brought Article 1 of Protocol No. 1 into play.
The Court considers that the question concerning the nature of the licences at issue is closely linked to the merits of the application and must be joined to it for joint consideration.
26. The Court notes that the application is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Arguments of the parties
a. The applicant
27. The applicant argued that the former licence including the retail of tobacco, that is, the economic interests connected with the underlying business, had represented a ?possession? for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1. Its withdrawal by operation of law was therefore an interference with his rights under that provision. His family had been the beneficiary of that licence since 1994 and tobacco sales had yielded a large part of the income of their grocery.
Moreover, in his view, the lawfulness of this interference was doubtful given the hasty adoption of the law in question, its amendments while the tender adjudication procedure was already ongoing, and the absence of a transparent procedure or a legal remedy.
As to the aim pursued by the measure in question, the applicant did not call into question that the purported aim, that is, to combat underage smoking, and in wider terms, to protect the health of the population was a legitimate aim in this context. However, he argued that in reality, the measure rather aimed to monopolise tobacco retail and re-distribute the market shares, which could not be accepted as a legitimate aim, even in the face of the State?s wide margin of appreciation in this field. He further questioned the adequacy of the means chosen, pointing to the fact that the increased difficulty to buy tobacco products, if intended to be dissuasive, in fact benefits the black market.
Lastly, no fair balance had been struck between his interests and that of the community in that by losing his main source of livelihood enjoyed for almost twenty years, and this without any compensation, he had had to bear an excessive individual burden.
b. The Government
28. The Government submitted at the outset that the applicant?s application for a new concession had been very succinct and not at all elaborated; in particular, it contained no relevant business plan. As a result, he had a very low score in the adjudication process. In any case, he could not complain about not acquiring a new concession, since this would imply the ? non-existent ? right to acquire a property. The Government further doubted that the applicant had had a legitimate expectation to obtain a new concession. In their view, he could legitimately expect nothing more than an appropriate transitory period to adjust to the new situation, which was available.
In the Government?s submissions, the legislative measures complained of were no more than a control of the use of property in that the applicant had not been deprived of his business; and only the scope of activities available to him had been restricted. The previous licence had enabled the applicant to sell tobacco products in his general grocery; however, under the new law, such stores could no longer sell tobacco; consequently, the applicant?s previous licence had simply become obsolete and its loss could not be seen as a deprivation of property. He had not suffered any actual damage, apart from losing the entitlement for the future.
The measure in question had aimed, by reducing the number of sales points of tobacco retail, to combat underage smoking and improve society?s health status. Other Member States of the Council of Europe had introduced similar measures. The State monopoly that had been created in the field of tobacco retail belongs within the State?s wide margin of appreciation in this field.
Lastly, the Government argued that the applicant had not had to suffer an excessive individual burden, because only the scope of his business had been reduced. Such control of use of property did not entail an automatic obligation on the State?s side to provide compensation (cf. J.A. Pye (Oxford) Ltd and J.A. Pye (Oxford) Land Ltd v. the United Kingdom [GC], no. 44302/02, ? 79, ECHR 2007 III).
2. The Court?s assessment
a. Interference
29. The Court observes at the outset that the subject matter of the present case is the statutory cancellation of the applicant?s former licence to sell tobacco, instead of which he was not awarded another one in the tender procedure. For the Court, it is hardly conceivable not to regard this licence, once guaranteeing an important share of the applicant?s turnover (see paragraph 6 above), as a ?possession? for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1 (see Centro Europa 7 S.R.L. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, ?? 177-178, ECHR 2012). It further recalls that the withdrawal of a licence to carry on business activities amounts to an interference with the right to peaceful enjoyment of possessions as enshrined in Article 1 of Protocol No. 1 (see Capital Bank AD v. Bulgaria, no. 49429/99, ? 130, ECHR 2005 XII (extracts); Rosenzweig and Bonded Warehouses Ltd v. Poland, no. 51728/99, ? 49, 28 July 2005; and Bimer S.A. v. Moldova, no. 15084/03, ? 49, 10 July 2007). Given the obvious economic interests connecting tobacco retail with the applicant?s business in general, the Court is satisfied that the statutory removal of the applicant?s long-standing tobacco licence amounted to an interference with his rights under Article 1 of Protocol No. 1 (see in particular Tre Trakt?rer AB v. Sweden, 7 July 1989, ? 53, Series A no. 159), and this notwithstanding the harmful consequences of smoking as facilitated by tobacco retail.
In the light of this finding, the Government?s preliminary objection suggesting incompatibility ratione materiae must be dismissed.
30. The Court finds that the cancellation and non-renewal of the applicant?s tobacco licence constituted a measure of control of the use of property, which falls to be considered under the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 (cf. Tre Trakt?rer, cited above, ? 55; Megadat.com SRL v. Moldova, no. 21151/04, ? 65, ECHR 2008; see also Malik v. the United Kingdom, no. 23780/08, ?? 88-89, 13 March 2012).
b. Compliance with the requirements of the second paragraph
i. Lawfulness and purpose of the interference
31. The Court notes the parties? partly diverging positions about the lawfulness and the purpose of the interference. For its part, it does not call into question the Government?s position according to which the measure serves the purpose of combatting underage smoking, an aim being in accordance with the general interest. However, it considers that it is not necessary to embark on a closer scrutiny of the lawfulness of the measure, since even assuming that the interference is ?lawful?, the circumstances of the case disclose a violation of the applicant?s rights under Article 1 of Protocol No. 1 for the reasons set out below, in the paragraphs addressing the issue of proportionality (see paragraphs 32 to 36 below).
ii. Proportionality of the interference
32. As was pointed out in the James and Others v. the United Kingdom judgment (21 February 1986, ? 37, Series A no. 98), the second paragraph of Article 1 of the Protocol has to be construed in the light of the general principle set out in the first sentence of this Article. This sentence has been interpreted by the Court as including the requirement that a measure of interference should strike a ?fair balance? between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights (see, inter alia, Sporrong and L?nnroth v. Sweden, 23 September 1982, ? 69, Series A no. 52). The search for this balance is reflected in the structure of Article 1 as a whole (ibid.) and hence also in the second paragraph. There must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised (see James and Others, cited above, p. 34). A proper balance between the general interest and the individual?s rights will not be found if the person concerned has had to bear an individual and excessive burden (see Rosenzweig, cited above, ? 48).
33. The Government submitted that for the purposes of applying Article 1 of Protocol No. 1 the competent authorities enjoy a wide margin of appreciation. Their assessment as to the need for legislation, its aims and its effects should be accepted by the Convention institutions unless it was manifestly unreasonable and imposed an ?excessive burden? on the person concerned (see James and Others, cited above, ?? 46 and 50).
In the present case, the applicant submitted ? and this was not refuted by the Government ? that the loss of the licence reduced his business by one-third of its turnover, leading eventually to winding-up. Given the serious economic consequences flowing from the criticised measure, the Court agrees with the applicant that this was a severe measure in the circumstances.
34. The Court further observes that only ten months elapsed between the enactment of the impugned law on 11 September 2012 and the deadline for terminating the applicant?s tobacco retail (14 July 2013). Moreover, from the moment the applicant was informed that he had not been granted a licence (23 April 2013), less than three months elapsed until he had to stop selling tobacco (see paragraphs 7 and 10 above). In the context of a business benefiting from a tobacco retail licence for nearly twenty years previously, these transitory periods can hardly been regarded as sufficient. The Court has previously found that proceedings related to the renewal or invalidation of licences that are arbitrary, discriminatory, or disproportionately harsh violate the second paragraph of Article 1 of the Protocol. Furthermore, authorities must follow a ?genuine and consistent policy? regarding licensing (see Megadat.com SRL, cited above, ? 79). The lack of safeguards against arbitrariness and the lack of a reasonable opportunity of putting the case of the persons affected to the responsible authorities for the purpose of effectively challenging the measures interfering with their possession (see Microintelect OOD v. Bulgaria, no. 34129/03, ? 38 to 50, 4 March 2014) as well as the question of lawfulness of the applicant?s own conduct (see Tre Trakt?rer, cited above, ? 61) are issues to be taken into consideration.
In terms of the non-granting of a new licence to the applicant, the Court would add that it cannot assess the procedure leading up to this development, since the parties did not submit any relevant material on this question. In any case, it is noteworthy that the procedure appears to have been devoid of elementary transparency and of any possibility of legal remedies. At this juncture, the Court recalls that it is true that Article 1 of Protocol No. 1 contains no explicit procedural requirements and the absence of judicial review does not amount, in itself, to a violation of that provision; nevertheless, it implies that any interference with the peaceful enjoyment of possessions must be accompanied by procedural guarantees affording to the individual or entity concerned a reasonable opportunity of presenting their case to the responsible authorities for the purpose of effectively challenging the measures interfering with the rights guaranteed by this provision (see Capital Bank AD, cited above, ? 134).
35. The ?burden? placed on the applicant as a result of the statutory expiry of his licence, though heavy, must be weighed against the general interest of the community, that is, public health considerations in the instant case. In this context, the States enjoy a wide margin of appreciation.
Although it is true that the interference with the applicant?s possessions was a control of use rather than a deprivation of possessions, such that the case-law on compensation for deprivations is not directly applicable (see J.A. Pye (Oxford) Ltd., loc. cit.), a disproportionate and arbitrary control measure does not satisfy the requirements of protection of possession under Article 1 of Protocol No. 1. It is noteworthy that the applicant?s licence was extinguished without compensation (see, a contrario, Pinnacle Meat Processors Company and 8 Others v. the United Kingdom (dec.), no. 33298/96, 21 October 1998; and Ian Edgar (Liverpool) Ltd v. the United Kingdom (dec.), no. 37683/97, ECHR 2000 I) or the possibility of judicial redress. The very short period provided to licence holders to make adequate arrangements to respond to the impending change to their source of livelihood was not alleviated by any positive measures on behalf of the State, for example, the adoption of a scheme of reasonable compensation. Moreover, it has not been suggested that the applicant, although his family enterprise was active in the lawful selling of products harmful for the health, was in any breach of the law (compare and contrast, Tre Trakt?rer, loc. cit.). The measure was introduced by way of constant changes of the law and with remarkable hastiness, the loss of the old licence was automatic, and the non-acquisition of a new one was not subject to any public scrutiny or legal remedy.
36. The Court finds that the measure did not offer a realistic prospect to continue the possession because the process of granting of new concessions was verging on arbitrariness, given that (i) the existence of the previous licence was disregarded; (ii) the possibility of a former licence-holder to continue tobacco retail under the changed conditions accommodating the policy of protection of minors was not considered in the new scheme (see paragraph 8 above); (iii) the concession system enabled the granting of five concessions to one tenderer which objectively diminished the chances of an incumbent licence holder, in particular of those individuals, such as the applicant?s family, whose livelihood had depended for many years on the possibility of tobacco sale, now lost (see, mutatis mutandis, Di Marco v. Italy, no. 32521/05, ? 65, 26 April 2011; and Lallement v. France, no. 46044/99, ?? 20-24, 11 April 2002) and, finally, (iv) the lack of transparent rules in the awarding of the concessions, which took place (v) without giving any privilege to a previous licence-holder, such as limiting the scope of the first round of tendering to such persons.
iii. Conclusion
37. Therefore the Court finds that the applicant had to suffer an excessive individual burden due to the control measure. The foregoing considerations are sufficient to enable the Court to conclude that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
38. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Damage
39. The applicant claimed 10,000 euros (EUR) in respect of pecuniary damage and EUR 5,000 in respect of non-pecuniary damage. The former figure is the applicant?s global estimate for lost business.
40. The Government contested these claims in general terms.
41. Without speculating on the profits which the applicant would have achieved if the violation of the Convention had not occurred, the Court observes that he suffered a real loss of business. It therefore considers it appropriate to award a lump sum in compensation for the loss of future earnings. In addition, the Court considers that the violation it has found of Article 1 of Protocol No. 1 in the instant case must have caused the applicant prolonged uncertainty in the conduct of its business and feelings of helplessness and frustration, entailing some non-pecuniary damage.
Thus, the Court considers it reasonable, making its assessment on the basis of equity, to award the applicant an aggregate sum of EUR 15,000, covering all heads of damage (see, mutatis mutandis, Centro Europa 7, cited above, ?? 219 to 222).
B. Costs and expenses
42. The applicant also claimed EUR 10,600 for the costs and expenses incurred before Court. This figure corresponds to the legal fees billable by his lawyer, that is, 19.4 hours of paralegal work, charged at an hourly rate of EUR 50, as well as 64.2 hours of legal work, charged at an hourly rate of EUR 150.
43. The Government contested this claim.
44. According to the Court?s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 6,000 for the proceedings before the Court.
C. Default interest
45. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Joins the Government?s objection to the merits and dismisses it;

2. Declares the application admissible;

3. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1;

4. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, the following amounts, to be converted into the currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 15,000 (fifteen thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of pecuniary and non-pecuniary damage combined;
(ii) EUR 6,000 (six thousand euros), plus any tax that may be chargeable to the applicant, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

5. Dismisses the remainder of the applicant?s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 13 January 2015, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Stanley Naismith Guido Raimondi
Registrar President
In accordance with Article 45 ? 2 of the Convention and Rule 74 ? 2 of the Rules of Court, the separate opinion of Judges Spano and Kj?lbro is annexed to this judgment.
G.R.A.
S.H.N.

JOINT CONCURRING OPINION
OF JUDGES SPANO AND KJ?LBRO
1. We voted in favour of finding a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, but we write separately as our reasoning differs to some extent from the judgment.
2. We agree that the withdrawal of the applicant?s licence to sell tobacco products, as a consequence of the Act on the Repression of Smoking of the Youth and on Tobacco Retail, amounted to an interference with his right to the peaceful enjoyment of his possessions, involving control of the use of property within the meaning of paragraph 2 of Article 1 of Protocol No. 1.
3. The enactment of the law restricting and controlling the selling of tobacco products clearly pursued a legitimate aim in protecting the health of the population, in particular as regards minors. Indeed, States have a wide margin of appreciation in adopting and implementing policies to protect the health of the population and in controlling the use of property, including laying down the general conditions for pursuing a commercial activity, such as retail of tobacco products (see, inter alia, Chassagnou and Others v. France [GC], nos. 25088/94, 28331/95 and 28443/95, ? 75, ECHR 1999 III; and J.A. Pye (Oxford) Ltd and J.A. Pye (Oxford) Land Ltd v. the United Kingdom [GC], no. 44302/02, ? 55, ECHR 2007 III).
4. Furthermore, under the case-law of the Court there is no general obligation to pay compensation for interferences amounting to control of the use of property, even in cases concerning the withdrawal of a licence. However, the payment of compensation may be of relevance in assessing the proportionality of the interference in question (see, inter alia, Jahn and Others v. Germany [GC], nos. 46720/99, 72203/01 and 72552/01, ? 94, ECHR 2005 VI; Brosset-Triboulet and Others v. France [GC], no. 34078/02, ? 94, 29 March 2010; and Uzan and Others v. Turkey (dec.), no. 18240/03, ? 102, 29 March 2011).
5. However, Contracting States have an obligation to ensure that interferences amounting to control of the use of property, including the revocation of a licence to run a business, strike a fair balance between individual rights and the general interest. A proper balance of these interests is not attained if the person concerned has had to bear an individual and excessive burden.
6. As regards the present case, the applicant had been selling tobacco products lawfully for more than sixteen years under a licence granted by the authorities, and a significant part of the turnover came from selling tobacco products.
7. From the time of the publication of the Act on the Repression of Smoking of the Youth and on Tobacco Retail, the applicant must have been aware that the future sale of tobacco products had become precarious, being conditional on obtaining a tobacco retail concession under the new law. However, only six months after the publication of the Act, the applicant was informed that he had not been granted a tobacco retail concession, and only three months later he had to stop selling tobacco products, as a consequence of which his business had to close.
8. Owing to the particularly short transition period, the applicant was granted very little time to adjust to the new situation. The consequences were all the more dire as the legislation in question did not provide for any compensation for licence holders who did not obtain a tobacco retail concession under the new legislation. Furthermore, the applicant was not given any reasons for not having been granted a new licence. Nor did he have access to a legal remedy to challenge the refusal to grant him a new licence.
9. Therefore, having regard to the specific circumstances of the case and irrespective of the State?s wide margin of appreciation, we concur in finding that the applicant had to bear an individual and excessive burden, in violation of Article 1 of Protocol No. 1.
10. In our view, however, there is not a sufficient basis for finding that the process of granting concessions was ?verging on arbitrariness? (see paragraph 36 of the judgment). Furthermore, the Court?s task is not to tell the State what it could or should have done in implementing its policy in this area (ibid.), but rather to assess whether the way the applicant?s licence was revoked in the specific circumstances of the case amounted to an unjustified interference with his property rights under Article 1 of Protocol No. 1.
11. Finally, as regards compensation for pecuniary damage, we emphasise that the sum granted to the applicant is intended to compensate for the loss of profit from selling tobacco products during a transition period that may be regarded as reasonable, allowing the applicant sufficient time to adjust to the new situation arising as a consequence of the new legislation.

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 17/01/2025