QUINTA SEZIONE
CAUSA VASILCHUK C. UCRAINA
(Richiesta n. 31387/05)
SENTENZA
STRASBOURG
10 dicembre 2009
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Vasilchuk c. Ucraina,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi che come una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente, Renate Jaeger Karel Jungwiert, Rait Maruste il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre giudici, Mykhaylo Buromenskiy ad giudice di hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione
Avendo deliberato in privato il 17 novembre 2009,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 31387/05) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino ucraino, Sig. I. F. V. (“il richiedente”), il 16 agosto 2005.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev.
3. Il richiedente addusse, in particolare, che il suo diritto ad un’ udienza pubblica e corretta all’interno di un termine ragionevole era stato infranto a causa della lunghezza di molti set dei suoi procedimenti civili e non-esecuzione di sentenze rese a suo favore.
4. Il 16 gennaio 2009 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (l’Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1940 e vive a Chornobayivka.
A. Primo set di procedimenti contro Oblsilkomungosp
6. Il 16 agosto 1999 il richiedente fu licenziato dal suo lavoro presso l’impresa Dzherelo (Чорнобаївське сільське комунальне господарство «Джерело»), un assistente dell’entità municipale di Oblsilkomungosp (Херсонське обласне виробничо-кооперативне об’єднання сільського комунального господарства «Облсількомунгосп»).
7. Nell’ agosto 1999 il richiedente impugnò il suo licenziamento e chiese il risarcimento di fronte alla Corte distrettuale di Dniprovsky di Kherson.
8. Il 22 agosto 2001 la corte accolse la rivendicazione di reintegrazione del richiedente ed ordinò a Oblsilkomungosp di pagargli 4,800 hryvnia ucraini (UAH).
9. Il 3 settembre 2001 il Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali avviò procedimenti di esecuzione.
10. Il 6 novembre 2001 la Corte d’appello Regionale di Kherson sostenne quella sentenza.
11. Il 7 dicembre 2001 l’impresa di Dzherelo fu riorganizzata formalmente in una società privata, D.
12. In molte occasioni i procedimenti di esecuzione furono cessati per varie ragioni e seguenti azioni di reclamo riaperte da parte del richiedente sulla base che queste decisioni erano ingiuste. È poco chiaro dalle osservazioni delle parti le se il debito sotto la sentenza è stato pagato.
13. Nell’ ottobre 2005 l’entità debitrice fu multata per insuccesso nell’esecuzione della sentenza del 22 agosto 2001. Inoltre, il Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali richiese all’accusatore locale di avviare procedimenti penali contro i direttori di Oblsilkomungosp la qual richiesta fu respinta successivamente.
14. Il 7 ottobre 2005 fu presa la decisione di iniziare una liquidazione dell’ Oblsilkomungosp.
15. Il 17 ottobre 2005 il Sevizio degli Ufficiali giudiziari restituì il documento di esecuzione al richiedente non eseguito.
16. Il 3 luglio 2006 il Tribunale di commercio Regionale di Kherson avviò una procedura fallimentare contro Oblsilkomungosp e il 17 luglio 2006 dichiarò la società insolvente.
17. Il 4 marzo 2008 il Tribunale di commercio approvò inoltre il rendiconto patrimoniale di liquidazione e dichiarò Oblsilkomungosp liquidata, facendo seguire una dichiarazione con cui il 19 marzo 2008 la società fu cancellata dal Registro Statale delle Società.
B. Secondo set di procedimenti contro Oblsilkomungosp
18. Il 5 aprile 2002 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte distrettuale di Suvorovskiy di Kherson contro Oblsilkomungosp, chiedendo il risarcimento a causa del suo prolungato insuccesso nel riabilitarlo.
19. Il 4 febbraio 2005 la corte, trovando che la sentenza del 22 agosto 2001 nella parte riguardante la reintegrazione non era ancora stata eseguita, assegnò UAH 8,081.70 al richiedente.
20. Il 24 maggio 2005 la Corte d’appello Regionale di Kherson aumentò questa somma ad UAH 17,206.
21. In una data non specificata il Servizio degli Ufficiali giudiziari avviò dei procedimenti di esecuzione. Il 23 dicembre 2005 l Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali terminò i procedimenti di esecuzione siccome il debitore era stato liquidato.
22. La sentenza del 4 febbraio 2005, corretta dalla sentenza del 24 maggio 2005 rimane in gran parte non eseguita.
C. terzo set di procedimenti contro Oblsilkomungosp
23. Nel settembre 2005 il richiedente avviò procedimenti presso Corte distrettuale di Dniprovskiy di Kherson contro Oblsilkomungosp, chiedendo il risarcimento per il suo insuccesso nel riabilitarlo dopo il 5 febbraio 2005.
24. Il 14 giugno 2006 la corte, trovando che la sentenza del 22 agosto 2001 nella parte riguardante la reintegrazione non era ancora stata eseguita, accolse la sua rivendicazione ed assegnò UAH 9,495.75 al richiedente. La corte trovò anche che il richiedente si era dimesso il 14 giugno 2006 come risultato della liquidazione del suo datore di lavoro ed aveva ordinato alla commissione di liquidazione di preparare i documenti per la pensione del richiedente.
25. Il 2 novembre 2006 la Corte d’appello Regionale di Kherson ha annullato il giudizio nella parte riguardante la dimissione del richiedente e l’obbligo della commissione di liquidazione di preparare i documenti per la pensione del richiedente e rese una nuova sentenza che respingeva queste rivendicazioni. La corte sostenne inoltre il resto della sentenza.
26. La sentenza in questione rimane non eseguita.
D. Procedimenti contro il dipartimento locale di giustizia e due dipartimenti locali del Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali
27. Nell’ ottobre 2005 il richiedente avviò procedimenti presso la Corte distrettuale di Dniprovskiy di Kherson contro il dipartimento locale di giustizia e due dipartimenti locali del Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali, chiedendo che il risarcimento per danno non-patrimoniale, risultato della lungo non-esecuzione della sentenza del 22 agosto 2001.
28. In una sentenza del 23 dicembre 2005 il tribunale ordinò agli imputati di pagare congiuntamente al richiedente l’importo totale di UAH 6,000.
29. L’ 8 giugno 2006 la Corte d’appello Regionale di Kherson annullò questa sentenza nella parte riguardante l’obbligo del dipartimento locale di giustizia di pagare il risarcimento del richiedente e ne rese una nuova respingendo questa rivendicazione e riducendo con ciò l’importo assegnato ad UAH 4,000.
30. In una data non specificata il Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali avviò procedimenti di esecuzione.
31. Il 23 novembre 2006 restituì i documenti di esecuzione al richiedente a causa della mancanza di finanziamenti dei debitori .
32. Il 14 dicembre 2006 la Corte distrettuale di Dniprovskiy di Kherson corresse la sua sentenza precedente, assegnando un importo supplementare di UAH 40 al richiedente per parcelle del tribunale.
33. La sentenza del 23 dicembre 2005 corretta, rimane non eseguita.
E. Altri procedimenti
34. Nel febbraio 2002 il richiedente avviò procedimenti pressola Corte distrettuale di Dniprovsky di Kherson contro Y. e G., il direttore ed il suo sostituto, di Oblsilkomungosp chiedendo il risarcimento per danno non-patrimoniale incorse come risultato della lungo non-esecuzione della sentenza del 22 agosto 2001. In una decisione definitiva del 9 dicembre 2003 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse la sua rivendicazione. Più tardi, il richiedente richiese ai tribunali di fare una revisione della sentenza contestata sotto la procedura straordinaria, ma invano.
35. Il richiedente richiese anche ad un accusatore locale di avviare dei procedimenti penali contro le persone summenzionate. Il 7 ottobre 2002 l’accusatore non trovò comunque, alcuna causa prima facie per avviare i procedimenti come richiesto. Il richiedente fece appello contro questa decisione ma in una decisione definitiva del 20 aprile 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse il suo ricorso. Successivamente, il richiedente richiese alle corti di fare una revisione della decisione contestata sotto la procedura straordinaria, ma inutilmente.
36. Il richiedente chiese inoltre il risarcimento dall’ufficio dell’accusatore locale per il suo insuccesso nell’esecuzione della sentenza del 22 agosto 2001. Il 20 dicembre 2002 la Corte distrettuale di Suvorovskiy di Kherson si pronunciò contro il richiedente. Il 27 marzo 2003 la Corte d’appello Regionale di Kherson sostenne quel giudizio.
37. Nel novembre 2002 il richiedente avviò procedimenti presso la Corte distrettuale di Komsomolskiy di Kherson contro Oblsilkomungosp e l’Amministrazione Statale locale, cercando di far dichiarare nulla la riorganizzazione di Dzherelo. Il 5 agosto 2004 la corte respinse la sua rivendicazione. Il 10 novembre 2004 la Corte d’appello Regionale di Kherson sostenne quella sentenza. Successivamente, il richiedente richiese ai tribunali di fare una revisione della sentenza contestata sotto la procedura straordinaria, ma inutilmente.
38. Nel gennaio 2003 il richiedente avviò procedimenti presso la Corte distrettuale di Suvorovskiy di Kherson contro Oblsilkomungosp, chiedendo l’annullamento degli ordini di reintegrazione del 17 settembre 2001 e del 24 aprile 2002. Il 6 agosto 2003 la corte respinse la sua rivendicazione. Il 3 dicembre 2003 la Corte d’appello Regionale di Kherson sostenne quella sentenza. Più tardi il richiedente richiese inutilmente, ai tribunali in molte occasioni per fare una revisione della sentenza contestata sotto la procedura straordinaria.
39. In una data non specificata il richiedente avviò procedimenti presso la Corte distrettuale di Suvorovskiy di Kherson contro il reparto locale di giustizia, chiedendo il risarcimento per danno non-patrimoniale, incorse come risultato della lungo non-esecuzione della sentenza del 22 agosto 2001. In una sentenza di 15 maggio 2003 la sua rivendicazione fu respinta. Il richiedente non fece appello contro quella sentenza.
40. In una data non specificata il richiedente avviò procedimenti presso la Corte Suprema dell’Ucraina contro lo Stato dell’ Ucraina ed il suo Presidente. Il 13 ottobre 2006 la corte respinse la sua rivendicazione, affermando che avrebbe dovuta essere deposita presso un tribunale distrettuale attinente.
41. Nel dicembre 2007 il richiedente avviò procedimenti presso la Corte distrettuale di Dniprovskiy di Kherson contro Oblsilkomungosp e altre persone, chiedendo inter alia,di far revisionare la sentenza del 22 agosto 2001 sotto procedura straordinaria. Sembra che i procedimenti sono ancora pendenti di fronte a quel tribunale.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
42. Il diritto nazionale attinente è riassunto nella sentenza Vasylyev c. Ucraina, (n. 10232/02, §§ 19-22 del 13 luglio 2006).
LA LEGGE
I. AZIONI DI RECLAMO DELLA LUNGHEZZA DEI PROCEDIMENTI E LA NON-ESECUZIONE DELLE SENTENZE
A. Ammissibilità
43. Il richiedente si lamentò che la lunghezza dei quattro set dei suoi procedimenti descritti nei paragrafi 6-33 sopra, incluso il loro stadio di esecuzione, era incompatibile con le garanzie stabilite nell’Articolo 6 § 1 della Convenzione. Inoltre, si lamentò che l’insuccesso delle autorità nell’esecuzioni delle sentenze definitive rese alla chiusura di questi procedimenti ha violato i suoi diritti sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Infine, si lamentò di no avere vie di ricorso effettive a riguardo delle sue azioni di reclamo della Convenzione. Le disposizioni pertinenti, nella loro parte attinente, recitano ciò che segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale imparziale stabilito dalla legge…”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale …”
Articolo 13
“Chiunque i cui diritti e le libertà come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avrà una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorità nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.”
44. Il Governo sollevò eccezioni, contestate dal richiedente, riguardo all’esaurimento delle vie di ricorso nazionali simile a quelle che la Corte ha già respinto in numerose altre cause dove, come nella causa presente, gli imputati erano delle entità pubbliche (vedere, per esempio, Vasylyev c. Ucraina, n. 10232/02, §§ 29-33, 13 luglio 2006, e Lizanets c. Ucraina, n. 6725/03, § 43 31 maggio 2007). La Corte considera che queste eccezioni devono essere respinte per le stesse ragioni.
45. La Corte osserva inoltre che i procedimenti di esecuzione del richiedente non possono essere dissociate dalle sue azioni di tribunale (vedere, come una recente autorità, Sika c. Slovacchia, n. 2132/02, §§ 23-26 del 13 giugno 2006).
46. La Corte considera che le azioni di reclamo del richiedente sollevano problemi di fatto e di diritto sotto la Convenzione e non costata nessuna base per dichiararle inammissibili. La Corte deve dichiararle perciò ammissibili.
B. Meriti
1. La violazione addotta dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione
47. Nelle loro osservazioni sui meriti dell’azione di reclamo sopra, il Governo contese, che non c’era stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1.
48. Il richiedente non era d’accordo.
49. La Corte reitera che il richiedente iniziò “la determinazione” dei suoi “diritti civili” all’interno del significato dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione avviando quattro set di procedimenti giudiziali rispettivamente nell’ agosto 1999, nell’aprile 2002, nel settembre e nell’ ottobre 2005. Gli ultimi giudizi in questi procedimenti furono resi rispettivamente il 6 novembre 2001, il 24 maggio 2005 il 2 novembre 2006 e il 14 dicembre 2006. Perciò, la lunghezza dei procedimenti nella loro fase giudiziale varia da un anno e due mesi a tre anni ed un mese per due livelli di giurisdizione.
50. Dalle date in cui le sentenze a favore del richiedente divennero vincolanti per l’esecuzione le entità Statali divennero responsabili per garantire la reintegrazione del richiedente e pagargli le assegnazioni delle sentenze. Comunque, nessuna delle sentenze in questione era stato eseguita pienamente,variando i periodi di non-esecuzione da tre ad otto anni.
51. La Corte nota che la ragione primaria per il ritardo nella determinazione definitiva dei diritti civili del richiedente nella presente causa è stata causata dalla non-esecuzione di sentenze definitive rese a suo favore. La Corte ha trovato frequentemente violazioni dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione in cause che sollevavano problemi simili a quelle nella presente causa (vedere, per esempio, Sika, citata sopra, § 35; Vasylyev, citata sopra, § 36; e Kozachek c. Ucraina, n. 29508/04, § 33 7 dicembre 2006).
52. Avendo esaminato tutto il materiale presentato di fronte a sé , la Corte considera che il Governo non ha esposto nessun fatto o argomento capace di persuaderla a giungere ad una conclusione diversa nella presente causa.
53. Avendo riguardo alla sua giurisprudenza in materia, la Corte considera, che nella presente causa vi è stata di conseguenza una violazione dell’Articolo 6 § 1.
2. Violazione addotta dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione
54. La Corte reitera che la sua giurisprudenza ha trovato che l’impossibilità per un richiedente di ottenere l’esecuzione di una sentenza a suo o il suo favore costituisce un’interferenza col diritto al godimento tranquillo della proprietà, come esposto nella prima frase del primo paragrafo dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere, fra le altre autorità, Burdov c. Russia, n. 59498/00, § 40 ECHR 2002-III; Jasiūnienė c. Lituania, n. 41510/98, § 45 6 marzo 2003; e Voytenko c. Ucraina, n. 18966/02, §§ 53-55 del 29 giugno 2004). La Corte non trova nessuno base per abbandonare la sua giurisprudenza nella presente causa.
55. Vi è stata, di conseguenza, una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 della Convenzione.
3. Violazione addotta dell’ Articolo 13 della Convenzione
56. La Corte conclude che il richiedente non aveva una via di ricorso nazionale effettiva, come richiesto dall’ Articolo 13 della Convenzione, con cui lui avrebbe potuto ottenere una direttiva che sosteneva il suo diritto a far stabilire infine le sue rivendicazioni all’interno di un termine ragionevole, come esposto nell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione (vedere, per esempio, Voytenko, citata sopra, §§ 46-48, 29 giugno 2004, e Vasylyev citata sopra, § 41). C’è stata di conseguenza, una violazione di questa disposizione.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
57. Il richiedente si lamentò inoltre che c’erano state altre violazioni dei suoi diritti sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione, violazione del suo diritto al lavoro ed invocò gli Articoli 1, 2, 3, 5 § 1, 8, 14 e 17 della Convenzione ai fatti della causa presente.
58. Avendo esaminato attentamente le osservazioni del richiedente alla luce di tutto il materiale in suo possesso ed nella misura in cui le questioni di cui ci si lamenta sono all’interno della sua competenza, la Corte costata che loro non rivelano qualsiasi comparizione di una violazione dei diritti e delle libertà stabilite nella Convenzione.
59. Ne segue che questa parte della richiesta deve essere dichiarata manifestamente inammissibile come mal-fondata, facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 1, 3 e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
60. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
61. Il richiedente chiese 4,032,000 euro (EUR) come risarcimento per danno patrimoniale presumibilmente subito a causa dell’insuccesso di Oblsilkomungosp di riabilitarlo nel suo lavoro. Lui chiede anche EUR 6,060,000 a riguardo del danno non-patrimoniale.
62. Il Governo presentò che queste rivendicazioni erano esorbitanti e non comprovate.
63. La Corte costata che il richiedente subì un danno patrimoniale uguale all’importo delle pendenze debitorie sotto le quattro sentenze in questione nella presente causa e respinge il resto della rivendicazione del richiedente per danno patrimoniale. La Corte assegna anche EUR 2,600 al richiedente a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
64. Il richiedente non depositò nessuna richiesta sotto questo capo. La Corte non fa perciò alcuna assegnazione.
C. Interesse di mora
65. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riguardo alla lunghezza dei quattro set di procedimenti incluso la loro esecuzione sotto l’Articolo 1 del Protocollo n. 1 e l’Articolo 13 ammissibili ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione;
4. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione;
5. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare al richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione
(i) i debiti stabiliti sotto le sentenze del 22 agosto 2001, 4 febbraio 2005 (corretta il 24 maggio 2005), 14 giugno 2006 (corretta il 2 novembre 2006), 23 dicembre 2005 (corretta l’8 giugno 2006 e il 14 dicembre 2006) così come
(ii) EUR 2,600 (due mila seicento euro) a riguardo del danno non-patrimoniale più qualsiasi tassa che può essere addebitabile su questo importo,
da convertire nella valuta nazionale dello Stato rispondente al tasso applicabile in data dell’accordo;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
6. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 10 dicembre 2009, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente