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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF TOPALLAJ v. ALBANIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,13,34,35,06,46,P1-1
Numero: 32913/03/2016
Stato: Albania
Data: 2016-04-21 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni: Eccezione preliminare respinse (Articolo 34 – la Vittima)
Resto inammissibile (Articolo 35-3 – il personae di Ratione)
Violazione di Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6 – procedimenti Civili
Violazione di Articolo 13 – Diritto ad una via di ricorso effettiva (Articolo 13 – via di ricorso Effettiva) danno Patrimoniale – rivendicazione respinse (Articolo 41 – la soddisfazione di damageJust Patrimoniale) danno Non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale la soddisfazione Equa)

PRIMA SEZIONE

CAUSA TOPALLAJ C. ALBANIA

(Richiesta n. 32913/03)

SENTENZA

STRASBOURG

21 aprile 2016

Questa sentenza diverr? definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Topallaj c. l’Albania,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Mirjana Lazarova Trajkovska, Presidente
Guido Raimondi,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Paul Mahoney,
Ale? Pejchal, giudici
Markelian Ko?a, ad giudice di hoc,
ed Abel Campos, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 22 marzo 2016,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 32913/03) contro la Repubblica dell’Albania depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con OMISSIS (?il richiedente?), 6 agosto 2003.
2. 14 agosto 2012 il richiedente acquis? cittadinanza Americana ed in 6 maggio 2013 che le autorit? albanesi hanno accettato la sua rinuncia della nazionalit? albanese. Il richiedente fu accordato permesso per rappresentarsi nei procedimenti di fronte alla Corte.
3. Il Governo albanese (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra S. M?neri del Ministero di Affari Esteri e successivamente col Sig.ra E. Hajro ed il Sig.ra L. Mandia dell’Ufficio del Difensore Statale.
4. Giudice Ledi Bianku, il giudice elesse in riguardo dell’Albania, non era capace di riunirsi nella causa (Articolo 28). Il Governo nomin? di conseguenza Markelian Ko?a per riunirsi come un ad giudice di hoc (Articolo precedente 27 ? 2 della Convenzione ed Articolo 29 precedente degli Articoli di Corte).
5. Il richiedente addusse, in particolare, che c’era stata una violazione di Articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione cos? come di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
6. 7 ottobre 2005 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
7. Il richiedente nacque nel 1951 e vive negli Stati Uniti dell’America.
8. 21 dicembre 1995 la Corte distrettuale di Tirana (?la Corte distrettuale?) diede credito ai diritti di propriet? ereditati di alcuni possidenti su un’area di terra che misura 24 ettari (vendim p?r v?rtetim fakti). 13 febbraio 1996 la Corte distrettuale ammise che i possidenti avevano ereditato anche diritti di propriet? su installazioni e serbatoi di combustibile di una stazione di benzina localizzati sulla terra (vendim p?r v?rtetim fakti).
9. Nel frattempo, sull’assunzione che i possidenti che le propriet? di ‘ sarebbero ripristinate in natura con la Commissione su Propriet? Restituzione ed il Risarcimento, in gennaio e febbraio 1996, il richiedente concluse due accordi con uno dei possidenti che stavano agendo da solo e gli eredi rimanenti il conto di ‘, da che cosa il richiedente assisterebbe i possidenti nell’elaborazione della privatizzazione di installazioni e serbatoi di combustibile sulla terra (veda divide in paragrafi 21-22 sotto). In maggio 1996 lui concluse un contratto di vendite (veda paragrafo 23 sotto). Seguendo la conclusione di questi contratti, la validit? di che divenne l’oggetto di una controversia (veda sezione B sotto), tutti i possidenti nominati il richiedente per agire sul loro conto in procedimenti riferirono alla protezione dei loro diritti di propriet?.
10. Su una data non specificata i possidenti depositarono una richiesta con la Commissione di Tirana su Propriet? Restituzione ed il Risarcimento sulla forza delle decisioni della Corte distrettuale, (?la Commissione?) chiedendo restituzione della propriet? summenzionata con le autorit? nazionali. 7 marzo 1996 la Commissione respinse i possidenti che ‘ richiede per motivi che la terra non era soggetto al Propriet? Atto come s? fu localizzato fuori dei confini urbani e legali (ndodhen jasht? vijave kufizuese). I possidenti fecero appello alla Corte distrettuale.
11. 24 aprile 1996 la Corte distrettuale annull? la decisione della Commissione ed assegn? un’area di terra che misura 56,500 sq i possidenti. metro. Appellandosi sul rapporto di un esperto, la corte contenne che il valore delle rispettive installazioni e serbatoi di combustibile costru? thereon non eccederono 20% del valore totale della terra. Ordin? perci? che questi oggetti siano ripristinati a nessun costo. La stazione di benzina fu situata sulla strada principale fra le citt? di Tirana e Durr?s e s? fu usato ed amministr? con due societ? di petrolio Statali. La sentenza divenne definitivo in 7 maggio 1996, nessun ricorso stato stato depositato contro s?.
12. Susseguente in 30 maggio 1996 l’Ipoteca Ufficio emise un certificato di propriet? alla sentenza sopra, (v?rtetim pron?sie-Ipoteka) secondo che i possidenti avevano registrato titolo all’area di terra che misura 56,500 sq. metro. su che erano state erette i serbatoi di combustibile ed installazioni (ipotechi entrata di registro n. 3350 di 8 maggio 1996). La stazione di benzina e serbatoi di combustibile furono espropriati successivamente nell’interesse pubblico.
Procedimenti di A. che impugna i possidenti i diritti di ‘ sull’area di terra
13. Fra il 1996 ed il 1998 i possidenti che diritti di propriet? di ‘ inutilmente sono stati impugnati con le varie istituzioni Statali. Su un’occasione le corti nazionali respinsero la rivendicazione, mentre su quattro altre occasioni loro cessarono i procedimenti su vari motivi. Il richiedente si un? ai procedimenti come una terza parte.
14. 25 marzo 1998 il Ministero di Economia impugn? la legalit? della sentenza della Corte distrettuale di 24 aprile 1996 (veda paragrafo 11 sopra) il recognising i possidenti diritti di propriet? di ‘. L’azione fu respinta con la Corte Suprema con definitivo effetto 22 dicembre 1999.
15. Il 1999 e 7 gennaio 2000 di 28 dicembre il Ministero di Economia e le societ? di petrolio Statali deposit? le due richieste separate per revisione direttiva delle sentenze nazionali che sostengono i possidenti diritti di propriet? di ‘, vale a dire la sentenza della Corte distrettuale di 24 aprile 1996 e la sentenza della Corte Suprema di 22 dicembre 1999.
16. In 12 maggio 2000 la Corte Suprema Magistrature Unite diedero due decisioni separate con accettando le ambo le richieste per revisione direttiva e la riapertura dei procedimenti. Un ricorso costituzionale depositato col richiedente 1 agosto 2000 fu dichiarato inammissibile con la Corte Costituzionale 7 dicembre 2000. Su una data non specificata la corte decise di congiungere i procedimenti come un risultato del rinvio delle cause alla Corte distrettuale. Il richiedente prese parte in loro come una terza parte.
17. Nel primo set di procedimenti di riesame, la causa fu ascoltata con la Corte distrettuale, la Corte d’appello di Tirana (?la Corte d’appello?) e la Corte Suprema che 18 marzo 2003 decise di rinviare la causa alla Corte d’appello per un ulteriore riesame.
18. Nel secondo set di procedimenti di riesame, la causa fu ascoltata con la Corte d’appello e la Corte Suprema che 27 ottobre 2005 decise di rinviare la causa alla Corte d’appello per la considerazione nuova.
19. Nel terzo set di procedimenti di riesame, la causa fu ascoltata con la Corte d’appello, la Corte Suprema e la Corte Costituzionale che diedero la sua definitivo decisione 20 settembre 2009. Le corti nazionali decisero in favore dei possidenti.
20. 19 giugno 2007 l’AGENZIA di Tirana per la Restituzione ed il Risarcimento di Propriet? che aveva sostituito la Commissione riconobbe nel frattempo, i possidenti ‘ eredit? diritti di propriet? sull’area di terra che misura 24 ettari (240,000 sq. metro) ed ordin? che loro siano compensati in riguardo di 183,500 sq. metro in una delle forme prescritta con legge, il rimanendo 56,500 sq. metro gi? stato stato deciso su con le autorit?. Le autorit? l’insuccesso di ‘ per pagare il risarcimento in riguardo dei 183,500 sq. metro ? la materia della richiesta n. 5915/14 di che avviso fu dato al Governo come un seguito alla sentenza di pilota della Corte nella causa di Manushaqe Puto ed Altri c. l’Albania (N. 604/07, 43628/07, 46684/07 e 34770/09 31 luglio 2012).
Procedimenti di B. riguardo alla validit? dei contratti fra i richiedenti ed i possidenti
21. 18 gennaio 1996 uno dei possidenti, agendo da solo e gli eredi rimanenti il conto di ‘, concluse un accordo (akt marr?veshje) con la societ? del richiedente secondo la quale i secondi garantirebbero finanza per la privatizzazione di serbatoi di combustibile ed installazioni localizzata sui possidenti che ‘ disegna di terra, in riguardo del quale loro eserciterebbero il loro diritto di primo rifiuto (e drejta e parablerjes) al tempo di privatizzazione. In ritorno, i possidenti trasferirebbero diritti di propriet? alla societ? del richiedente su privatizzazione. Susseguente a questa operazione, le parti formerebbero una societ? unita il cui capitale registrato sarebbe reso su della propriet? della societ? del richiedente dei serbatoi di combustibile e le altre installazioni, cos? come i possidenti la propriet? di ‘ dell’area di terra.
22. 29 febbraio 1996 lo stesso possidente, agendo da solo di nuovo e gli eredi rimanenti il conto di ‘, concluse un accordo simile (akt marr?veshje) con la societ? del richiedente per la privatizzazione dei serbatoi di combustibile ed installazioni, l’essere di differenza che degli oggetti rimarrebbero i possidenti la propriet? di ‘.
23. In 23 maggio 1996 lo stesso possidente, agendo da solo di nuovo e gli eredi rimanenti il conto di ‘, concluse un vendite autenticate contraggono col richiedente per la vendita di pressocch? tutti i serbatoi di combustibile ed installazioni per 100,000 dollari di Stati Uniti (USD) che, secondo il contratto, fu pagato col richiedente ai possidenti. Sulla stessa data l’Ipoteca Ufficio emise un certificato di propriet? (v?rtetim pron?sie-Ipoteka) secondo che il richiedente aveva registrato titolo ai benzina stazione combustibile serbatoi ed installazioni (ipotechi entrata di registro n. 4135 di 23 maggio 1996).
24. In 23 e 25 maggio 1996 lo stesso possidente, mentre agendo su suo proprio conto, concluse due accordi di prestito col richiedente per prestare un totale di USD 200,000 il secondo. Gli accordi non contennero dettagli come al fine del prestito.
1. Prima esponga di procedimenti riguardo alla nullit? del contratto ed accordi conclusa nel 1996
25. 10 ottobre 2002 i possidenti avviarono procedimenti contro il richiedente che chiede l’annullamento degli accordi e contratto concluso fra febbraio e maggio 1996 (veda divide in paragrafi 21-24 sopra). Loro richiesero la corte per dichiarare gli accordi e contratto privo di valore legale (il pavlefshm?ri assoluto) senza qualsiasi conseguenze legali per le parti qualsiasi. La rivendicazione fu firmata col loro avvocato, a chi loro avevano dato procura.
26. Rinvii seguenti della causa, 31 marzo 2005 la Corte distrettuale decise di cessare i procedimenti (il pushimin e ??shtjes) come i possidenti non era riuscito a frequentare corte senza la buon ragione.
2. Secondo esposero di procedere riguardo alla nullit? del contratto ed accordi concluso nel 1996
(un) Procedimenti di fronte alla Corte distrettuale
27. 17 aprile 2005 i possidenti avviarono un set nuovo di procedimenti contro il richiedente che chiede l’annullamento degli accordi e contratto concluso fra febbraio e maggio 1996. La rivendicazione fu firmata con solamente loro avvocato.
28. Su una data non specificata i possidenti richiesero la Corte distrettuale per ottenere e trattare tutti i documenti dalla causa-archivio riguardo al primo set di procedimenti, incluso le procure. La corte accett? questa richiesta.
29. 27 luglio 2005 il richiedente richiese la corte per sospendere i procedimenti durante la conseguenza di un’azione di reclamo penale lui aveva depositato con l’ufficio dell’accusatore di distretto contro i possidenti che adducono falsificazione di documenti.
30. 20 ottobre, 11 ed il 2005 e 27 febbraio 2006 di 18 novembre il richiedente, avendo riguardo ad al numero di richieste precedenti che erano state respinte, impugn? la panca.
31. 15 novembre 2005 il giudice che presiede della panca ritir? dalla causa, determinato le richieste ripetute del richiedente per ritiro. 9 dicembre 2005 il Presidente della Corte distrettuale accanton? il ritiro, mentre trovando che non contenne qualsiasi dei motivi convenuti in Articolo 72 del Codice di Procedura Civile.
32. 17 febbraio 2006 il richiedente deposit? un’eccezione riconvenzionale che richiede la corte per decidere le richieste che lui gi? aveva presentato per il ritiro della panca. I possidenti non avevano autorizzato che il loro avvocato li rappresentasse nei procedimenti e la loro rivendicazione secondo l’eccezione riconvenzionale, fu tempo-sbarrato. Inoltre, gli accordi di prestito erano fittizi e la loro conclusione con solamente uno dei possidenti non poteva avere un portante sul contratto di vendite dei serbatoi di combustibile ed installazioni. Il richiedente dibatt? che un numero di fattori aguzz? ai suoi diritti di propriet? legali che hanno sui serbatoi di combustibile ed installazioni, come il fatto che tutti gli accordi e contratti erano legali e validi, la propriet? era stata registrata nel suo nome, lui aveva rappresentato i possidenti nei procedimenti nazionali e lui aveva intentato causa legale per difendere i loro interessi.
33. 18 aprile 2006 la Corte distrettuale dichiar? gli accordi e contratti privo di valore legale (nullit? assoluta). Li trov? per essere fittizio per motivi che loro erano stati conclusi ad un tempo quando la propriet? detta in oggetto era stato amministrando con lo Stato, nessuno diritto di propriet? stato stato trasferito al possidente. Nella conformit? con la legge, le installazioni erano state privatizzate a nessun costo, perch? il loro valore era meno che 20% del valore della terra. Nessuna societ? unita era stata esposta su inoltre, col richiedente e possidenti e nessun soldi erano stati prestati al richiedente in conformit? con gli accordi di prestito. Loro erano stati conclusi con una prospettiva ad avendo un’assicurazione per l’esecuzione del contratto di vendite nella quale il prezzo di vendita era lo stesso. Nonostante il certificato di propriet? (n. 4135 di 23 maggio 1996), il fatto che nessuno azioni erano state effettuate facendo seguito agli accordi e contratti e che nessuno conseguenza legale aveva risultato per la parte, la Corte distrettuale concluse che gli accordi erano fittizi in conformit? con Articolo 92(?) del Codice civile. Ordin? inoltre che l’entrata di 23 maggio 1996 (veda paragrafo 23 sopra) nel registro di patrimonio immobiliare sia annullato.
(b) Procedimenti di fronte alla Corte d’appello
34. Il richiedente fece appello, mentre dibattendo che la panca di Corte distrettuale fu influenzata perch? procedimenti disciplinari erano stati avviati per il proscioglimento del giudice che presiede della panca per violazioni di legge. In questo collegamento, il ritiro del giudice che presiede della panca non era stato accettato col Presidente della Corte distrettuale e le sue quattro richieste per il ritiro della panca fu respinto, nessuno simile menzione stata stata resa nei documenti di udienza. Il richiedente present? inoltre che la rivendicazione era stata portata fuori del tempo-limite legale, ed era stato firmato con solamente l’avvocato e non i possidenti, la procura si d? l’appuntamento di nuovo a 2002 ed essendo limitato in tempo e sfera, e che i fatti della rivendicazione erano non correlati. Lui obiett? anche al fatto che i suoi counterclaims del 2005 e 17 febbraio 2006 di 28 giugno non erano stati ammessi alla causa-archivio. Inoltre, lui contese che la Corte distrettuale non aveva accettato qualsiasi delle ventiquattro richieste per pezzi di prova lui aveva prodotto, ed aveva fatto sentenze in eccesso delle richieste contenuto nell’oggetto della rivendicazione. Lui dibatt? che quattro udienze erano state contenute fra 6 aprile e 4 luglio 2005, senza i possidenti che prevedono qualsiasi la buon ragione per la loro contumacia di completare la rivendicazione. Nella sua prospettiva, il suo consorte che era un coproprietario sarebbe dovuto essere invitato per frequentare le udienze. Infine, lui disse che i contratti erano stati conclusi in conformit? completa col diritto nazionale e che non c’era stato nessun bisogno di chiamare in causa testimoni. In questo collegamento, i possidenti avevano confermato la propriet? del richiedente dell’area di terra con modo di specifiche procure, mentre il richiedente aveva depositato richieste procedurali e numerose, le richieste e ricorsi ed aveva frequentato udienze per difendere suo ed i loro diritti di propriet?.
35. 30 novembre 2006 il richiedente impugn? la panca nella luce delle decisioni precedenti data contro lui. Sulla stessa data lui richiese che trenta-nove articoli di prova e venti richieste procedurali assente dalla causa-archivio prima che la Corte distrettuale sia riammessa.
36. 4 dicembre 2006 il richiedente richiese che otto articoli supplementari di prova siano ammessi alla causa-archivio.
37. 19 febbraio 2007 il Presidente Aggiunto della Corte d’appello richiese il Ministro della Giustizia per nominare tre giudici dalle altre corti di appello per ascoltare la causa, poich? tutti i suoi giudici si erano riuniti nei procedimenti.
38. 15 marzo 2007 il Ministro della Giustizia, seguendo una decisione presa col Consiglio Alto della Giustizia (?HCJ?), informato la Corte d’appello che tre giudici della Corte d’appello Militare ascolterebbero la causa.
39. 29 marzo 2007 il richiedente impugn? la composizione nuova della panca, mentre presentando che il HCJ dovrebbe nominare giudici dalle altre corti di appello ordinarie invece della Corte d’appello Militare.
40. In 25 maggio 2007 la Corte d’appello, composto di tre giudici, sostenne la sentenza della Corte distrettuale di 18 aprile 2006 (veda paragrafo 33 sopra). Traspira che il richiedente aveva ritirato la richiesta per l’esenzione della panca da ascolti la causa, e che la corte aveva riaperto parzialmente l’esame giudiziale ed articoli nuovi ed accettati di prova siccome prodotto con lui. La Corte d’appello sostenne che gli oggetti menzionarono negli accordi e contratti di 1996 era, al tempo della sentenza, essendo amministrato con lo Stato e che la loro propriet? non era stata trasferita ancora ai possidenti. Di conseguenza, quelli contratti ed accordi erano fittizi sotto Articolo 92 (il ?) del Codice civile ed era di nessun effetto legale. Respinse tutti l’argomenti di richiedente come infondato e sostenuto che lui non era riuscito ad addurre prova per obiettare ad o impugnare i possidenti ‘ chieda che fu sostenuto coi documenti contenne nella causa-archivio. Secondo la Corte d’appello, una rivendicazione che richiede la nullit? assoluta non era soggetto ad un termine di prescrizione legale.
41. Il giudice che presiede della panca, giudice Y.M dissent?. In un’opinione separata, lui afferm?, che la rivendicazione non era stata firmata coi possidenti. La prova nella causa-archivio non era capace di dimostrare che gli accordi erano fittizi, fin dalle parti le intenzioni di ‘ erano state vere e legali. Di conseguenza, i possidenti non avevano stando in piedi legale per portare la rivendicazione siccome loro non potessero provare che c’era stata una violazione di un diritto sostanziale (materiale di drejta di e). La loro rivendicazione fu tempo-sbarrata e le corti erano andate a vuoto a prendere in considerazione il termine di prescrizione legale. La prova prodotta col richiedente mostr? che i possidenti, con la virt? di procure o gli altri documenti emessa fra il 1997 ed il 2005 avevano nominato il richiedente per comportarsi come il loro rappresentante. Questo aguzz? al fatto che le parti avevano augurato avere effetto legale le loro operazioni e questo, in se stesso contraddisse la natura fittizia degli accordi e contratti. Nella sua prospettiva, la corte aveva respinto tutte il richieste di richiedente senza dare qualsiasi ragioni nella decisione.
(il c) Procedimenti di fronte alla Corte Suprema
42. 9 luglio 2007 il richiedente fece appello, mentre sollevando settanta-due motivi di ricorso. Oltre a mantenendo le stesse azioni di reclamo lui aveva sollevato di fronte alla Corte d’appello, lui addusse che la composizione della Corte distrettuale non era stata disegnata con destini e che la Corte d’appello non era stata un ?tribunale stabilito con legge? come s? era stato composto di giudici militari. Lui disse che le sue richieste per il ritiro dei giudici di Corte d’appello non erano state esaminate e che le sue richieste per l’ammissione di articoli numerosi di prova non erano state trattate con la Corte d’appello. Lui obiett? inoltre il pi? basso corteggia la richiesta di ‘ ed interpretazione del diritto nazionale poich?, nella sua prospettiva, lui era stato autorizzato coi possidenti a comportarsi come il loro rappresentante, aveva depositato i vari ricorsi e le altre richieste procedurali ed aveva seguito i procedimenti giudiziali coi possidenti, aveva richiesto l’esecuzione di definitivo decisioni su suo ed i possidenti il conto di ‘ ed aveva chiesto l’azione penale di terze parti.
43. 23 novembre 2007 la Corte Suprema decise di sospendere esecuzione della sentenza della Corte d’appello di 25 maggio 2007 durante la conseguenza del ricorso del richiedente.
44. 25 gennaio 2010 la Corte Suprema dichiar? il ricorso del richiedente inammissibile in conformit? con Articolo 472 del Codice di Procedura Civile (nessuno motivi validi di ricorso).
(d) Procedimenti di fronte alla Corte Costituzionale
45. 18 marzo 2010 il richiedente deposit? una pagina del ottanta-tre ricorso costituzionale. 15 settembre 2010 lui lo complet? con un memorandum di quindici-pagina. Oltre a mantenendo gli stessi motivi di ricorso lui aveva sollevato di fronte alle corti pi? basse, il richiedente si lament? anche di una mancanza di ragionare nella decisione della Corte Suprema e della lunghezza dei procedimenti.
46. 17 settembre 2010 il richiedente richiese che giudici che X.Z, S.B e F.A ritirano dal ricorso per motivi che loro avevano respinto un ricorso costituzionale e precedente depositato con lui 20 settembre 2009 in relazione ad un altro set non correlato di procedimenti. 27 settembre 2010 lui richiese che giudice V.T ritirano dal ricorso per motivi che lei era stata sulla panca che aveva deciso contro lui in un altro ricorso nel 2000.
47. 17 gennaio 2011 il richiedente fu informato della decisione della Corte Costituzionale di 22 novembre 2010 che respinge il suo ricorso. Non trov? niente per suggerire una mancanza dell’imparzialit? da parte della panca di Corte Suprema e che, anche se alcuni dei giudici avevano ascoltato ricorsi precedenti depositati col richiedente con la Corte Suprema, quelli ricorsi concernerono fatti diversi, parti e set di procedimenti. Respinse le azioni di reclamo rimanenti, mentre trovando che loro riferirono alla valutazione di fatti e la conseguenza dei procedimenti entro i quali erano il pi? basso corteggia la giurisdizione di ‘.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. Bringing una rivendicazione civile
48. Sotto Articolo 153 del Codice di Procedura Civile (?CCP?), procedimenti giudiziali cominciano quando una rivendicazione scritto ? depositata. Nella conformit? con Articolo 154, dovrebbe essere disegnato su in albanese e dovrebbe essere presentato alla corte col querelante o un rappresentante autorizz? debitamente con procura. Articolo 154/a stati che se i requisiti per portare la rivendicazione non sono soddisfatti, la corte, mentre riunendosi in una formazione di singolo-giudice, deve restituire la rivendicazione al querelante, mentre indicando un tempo-limite col quale lui ? costretto ad attenersi coi requisiti. Sotto Articolo 158/a, misure procedurali e preliminari possono includere, inter l’alia, la congiunzione di rivendicazioni (il bashkimin e padive) in un solo set di procedimenti. Nella conformit? con Articolo 300, un querelante pu? depositare una rivendicazione nuova e nuova dopo che la corte decide di cessare i procedimenti. La corte pu? re-considerare ogni prova raccolta durante il set cessato di procedimenti.
B. procedura di revisione Direttiva
49. Il Codice di Procedura Civile 1996 revisione direttiva definito (rekurs n? interes t? ligjit) come una via di ricorso straordinaria che abilita la Corte Suprema (il nome nuovo per la Corte di Cassazione) riaprire procedimenti dove sentenze erano divenute definitivo. Fra 1996 e la sua abolizione nel 2001 con virt? di Legge n. 8812 di 17 maggio 2001, la procedura di revisione direttiva sub? molti cambi legislativi.
Articolo 473-Faccia una rassegna negli interessi della legge
(La legge n. 8431 14 dicembre 1998)
?Definitivo sentenze, decisioni e direttive delle divisioni della Corte Suprema saranno assoggettabili a revisione direttiva negli interessi della legge per le ragioni insorte avanti Articolo 472(a), (b) e (il c) sulla richiesta delle parti ai procedimenti entro tre anni della data la decisione diviene legando.
La richiesta per revisione direttiva sar? esaminata con un pannello di revisione preliminare di cinque giudici prima e poi con la piena Corte Suprema (Magistrature Unite)… Un giudice della Corte Suprema che si riun? sulla panca che ha consegnato la sentenza, decisione o direttiva o sul pannello di revisione preliminare non pu? riunirsi sul pannello che conduce la revisione direttiva della definitivo sentenza…?
La Nullit? di C. e l’invalidamento di un’operazione
50. Articolo 92 del Codice civile afferma che operazioni che sono privo di valore legale non hanno qualsiasi conseguenze legali (?la nullit? assoluta?). Simile operazioni includono, inter l’alia, quelli che sono conclusi con modo di un accordo fra le parti non mirarono ad avendo qualsiasi conseguenze legali (operazioni fittizie o simulate). Articolo 94 ruoli le operazioni che sono valide sino alla corte, alla richiesta di una parte annullano e li dichiarano nullo (?la nullit? relativa?). Articolo 103 prevede per un termine di prescrizione quinquennale su rivendicazioni di corte per avere un’operazione dichiarato nullo (?la nullit? relativa?). Articoli 107-10 prevedono per le conseguenze di un’operazione che ? stata dichiarata nullo.
La causa-legge di Corte suprema
(un) decisioni Ordinarie
51. In decisione n. 734 28 aprile 2005 la Corte Suprema, in un set di procedimenti riguardo alla nullit? di un contratto di vendite annull? il pi? basso corteggia decisioni di ‘ che respingono la rivendicazione come tempo-sbarrate senza esaminare il tipo dell’invalidamento dell’operazione. Contenne, inter alia che un’operazione che era privo di valore legale non aveva qualsiasi conseguenze legali e, di conseguenza, non era soggetto ad un termine di prescrizione legale. Comunque, operazioni annullate con la corte e dichiar? nullo alla richiesta di una parte era soggetto al termine di prescrizione legale previsto per in Articolo 103 del Codice civile.
(b) Unificando decisioni
52. La Corte Suprema sta unificando decisione n. 13 9 marzo 2006 descrissero la differenza fra operazioni che sono trovate essere privo di valore legale (pavlefshme di t? di konstatohen) come che ? stato assegnato a spesso ?assolutamente privo di valore legale? (pavlefshme di t? di absolutisht), e quelli che sono dichiarati nullo (pavlefshme di t? di shpallen) come che ? stato assegnato a spesso ?relativamente nullo? (pavlefshme di t? di relativisht). Operazioni che sono dichiarate nullo possono essere annullate solamente con la corte; operazioni che sono privo di valore legale sono cos? dal loro inizio, cos? ? non necessario per la corte per annullarli. Operazioni che sono dichiarate nullo continuano ad avere valore legale finch? la corte li annulla; operazioni che sono privo di valore legale non hanno valore legale, irrispettoso del fatto che loro hanno potuto produrre risultati. Operazioni che sono privo di valore legale non hanno conseguenze legali. A qualsiasi operazione concluse susseguente e sulla forza di un’operazione che ? trovata essere privo di valore legale ? anche privo di valore legale. Operazioni che sono dichiarate nullo hanno conseguenze legali sino al loro annullamento. Le conseguenze del loro invalidamento saranno rivolte dalla loro conclusione. Operazioni possono essere dichiarate nulle alla richiesta di una delle parti; chiunque pu? fare domanda finora comunque, per la nullit? assoluta di un’operazione in siccome loro hanno un interesse legittimo. Pu? essere esaminato anche con la corte di suo proprio iniziale all’interno del corso di un set di procedimenti.
D. ruolo Procedurale di una terza parte in procedimenti civili
53. Articoli 189 a 201 del Codice di Procedura Civile (?CCP?) governi partecipazione di terzo-parte in procedimenti civili. Articoli che 195 e 196 del CCP affermano siccome segue:
Articolo 195-diritti Procedurali di una terza parte
?Una terza parte ha diritto ad intraprendere tutte le misure procedurali permesse alle parti ometta quelli che alterano l’oggetto della rivendicazione.
Sulle parti ‘ acconsente, una terza parte che ? intervenuta di sua propria istanza o ? stata chiamata in causa entro una delle parti principali ai procedimenti, pu? sostituire la parte principale su cui conto che lui ? intervenuto, mentre la parte principale ritirer? dai procedimenti.?
Articolo 196
?La decisione che ? stata data in una causa che segue… la citazione di una terza parte ha conseguenze per la terza parte, sia in termini della sua relazione con la persona che richiese la sua presenza o su cui conto che lui ? intervenuto, cos? come la sua relazione con l’imputato.?
E. Patrimonio immobiliare Registrazione Sistema
54. Articolo 83 del Codice civile che entr? in vigore 1 novembre 1994 prevede che essere valido, tutti i diritti in rem dovrebbero essere eseguiti con atto autenticato per un trapasso di propriet? di patrimonio immobiliare e dovrebbero essere registrati. Articoli che 192 e 193 offrono che tutti i contratti che creano, alteri, trasferisca, e revochi diritti di propriet? su patrimonio immobiliare deve essere entrato nel registro di patrimonio immobiliare.
55. Sul 1994 Parlamento di 13 luglio l’Atto della Registrazione del Patrimonio immobiliare decret? (?l’IPRA?) che cre? uffici di registrazione locali (?IPRO?) in ogni distretto amministrativo, cos? come un ufficio di registrazione centrale. Deleg? la registrazione di tutti i contratti riferita al trasferimento di diritti di propriet? (sezione 2) ed emissione di certificati di propriet? (certifikate pron?sie-sezione 5) ad IPROs locale. Tutti gli archivi esistenti nel collegamento con patrimonio immobiliare, incluso entrate di ipoteca in riguardo di propriet? urbana che negli anni novanta fu tenuta con gli uffici di ipoteca sarebbero trasferiti ad IPROs locale sulla loro creazione (sezione 57).
56. L’IPRA 1994 fu abrogato con l’IPRA n. 33 21 marzo 2012.
F. Transfer di giudici
57. Disposizioni attinenti del trasferimento di giudici sono descritte in Ka?iu e Kotorri c. l’Albania (N. 33192/07 e 33194/07, ?? 76-77 25 giugno 2013).
G. la causa-legge di Corte Costituzionale come riguardi la lunghezza di procedimenti
58. Oltre alle sentenze nazionali menzionate nella sentenza della Corte nella causa di Luli ed Altri c. l’Albania (N. 64480/09, 64482/09 12874/10, 56935/10 3129/12 e 31355/09, ?? 63-64 1 aprile 2014), la Corte Costituzionale ha consegnato tre sentenze susseguenti che trovano una violazione degli appellanti i diritti di ‘ su conto della lunghezza di atti terminati (le decisioni N. 3/15 26 il 2015 gennaio 56 di 21 luglio 2015 e 69/15 di 17 novembre 2015). Nessuna assegnazione fu resa agli appellanti in quelle sentenze.
59. Inoltre, la Corte Costituzionale ha riaffermato la sua pratica stabilita e lunga di trovare una violazione degli appellanti i diritti di ‘ su conto della lunghezza di procedimenti di non-esecuzione (le decisioni N. 9/14 27 febbraio 2014; 16/14 21 marzo 2014; 32/14 di 26 maggio 2014; 46/14 e 47/14 30 luglio 2014; 14/15 30 marzo 2015; 24/15 27 aprile 2015; 25/15 di 22 maggio 2015; 52/15 20 luglio 2015; 61/15 23 settembre 2015; 72/15 27 novembre 2015). Nessuna assegnazione fu resa agli appellanti in quelle sentenze, n? era qualsiasi altro vuole dire di compensazione prevista in relazione alla non-esecuzione continuata.
LA LEGGE
60. Il richiedente si lament? Articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione sotto cos? come sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione ed Articolo 13 della Convenzione.
IO. VIOLAZIONE ALLEGATO DI ARTICOLO 6 ? 1 DI LA CONVENZIONE
61. C’era stata una violazione di Articolo 6 ? 1 della Convenzione come riguardi la lunghezza dei procedimenti che impugnano i possidenti diritti di propriet? di ‘ nell’osservazione del richiedente, (veda divide in paragrafi 15-19 sopra). Articolo 6 ? 1 della Convenzione, pertanto come attinente, legge siccome segue:
?Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno ? concesso un… ascolti all’interno di un termine ragionevole…?
Ammissibilit? di A.
1. Come riguardi la lunghezza dei procedimenti concluse fra il 1996 ed il 1998
62. Il richiedente sembra stia lamentandosi della lunghezza dei vari set di procedimenti che furono conclusi fra 1996 e marzo 1998 (veda paragrafo 13 sopra). Pertanto siccome la Corte ? ratione temporis competente, la Convenzione che ? entrata in vigore in riguardo dell’Albania 2 ottobre 1996 che azione di reclamo deve in qualsiasi si consideri che evento sia stato depositato fuori termini, quel ? dire, pi? di sei mesi dopo la data della definitivo decisione nazionale attinente. Di conseguenza, questa parte dell’azione di reclamo deve essere respinta facendo seguito ad Articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
2. Come riguardi la lunghezza dei procedimenti avvi? nel 1998
(un) l’Applicabilit? di Articolo 6 ? 1 alla Convenzione ed il richiedente ?la vittima? lo status
63. Il Governo present? che il richiedente, mentre essendo stato una terza parte ai procedimenti, non poteva appellarsi su Articolo 6 ? 1 e potrebbe chiedere di essere una vittima di una violazione di che approvvigiona per i fini di Articolo 34 della Convenzione.
64. Il richiedente rispose che lui si era unito ai procedimenti nazionali avviati contro i possidenti per proteggere i diritti di propriet? che lui aveva acquisito con virt? di contratti di vendite legali. Lui potrebbe dire perci? di essere una vittima in riguardo di quelli procedimenti.
65. La Corte richiamerebbe che per Articolo 6 ? 1 in suo ?civile? margine per essere applicabile, ci deve essere una controversia (?la contestazione? nel testo francese) su un ?il diritto civile? quale pu? essere detto, almeno su motivi difendibili, essere riconosciuto sotto diritto nazionale, irrispettoso di se ? protegguto anche sotto la Convenzione (veda Micallef c. il Malta [GC], n. 17056/06, ? 74 ECHR 2009). Per chiedere di essere una vittima di una violazione una persona deve essere colpita direttamente con la misura contestata o procedimenti (veda Tnase ?c. la Moldavia [GC], n. 7/08, ? 104 ECHR 2010).
66. Secondo la causa-legge della Corte, Articolo 6 non fa domanda normalmente a procedimenti riguardo ad un fall? richieda di riaprire una causa che ? stata terminata con una definitivo decisione (veda, pi? recentemente, Bochan c. l’Ucraina (n. 2) [GC], n. 22251/08, ? 44, ECHR 2015 ed i riferimenti citarono l?). In contrasto, i procedimenti nuovi, dopo avere re-aperto ? stato accordato, ? capace di essere riguardato siccome comportando la determinazione di ?diritti civili ed obblighi? o di un ?l’accusa criminale? (veda, per esempio, Stepanyan c. l’Armenia, n. 45081/04, ?? 30-32 27 ottobre 2009; Alekseyenko c. la Russia, n. 74266/01, ?? 55-57 6 luglio 2009; Vanyan c. la Russia, n. 53203/09, ?? 56-58 15 dicembre 2005; e Nikitin c. la Russia, n. 50178/99, ? 60 ECHR 2004 VIII).
67. Rivolgendosi alla causa presente, sar? notato che, mentre in 12 maggio 2000 la Corte Suprema esamin? e decise in favore delle richieste col Ministero dell’Economia e le societ? di petrolio Statali per revisione direttiva, non determin? i meriti della causa ma rinvi? la causa per revisione alla Corte distrettuale (veda paragrafo 16 sopra). Nella prospettiva della Corte, i procedimenti di revisione direttivi aprirono il modo ad un nuovo ?la determinazione? e revisione dei possidenti diritti di propriet? di ‘. Che essendo cos?, i costatazione di Corte che l’Articolo 6 ? 1 sotto suo ?civile? capo fa domanda ai procedimenti di riesame alla chiusura di che le corti nazionali decisero in favore dei possidenti (veda divide in paragrafi 17-19 sopra).
68. Il diritto nazionale d? un titolo ad una terza parte per giovarsi a di tutte le misure procedurali, incluso il diritto per depositare ricorsi e fare le altre richieste procedurali (veda paragrafo 53 sopra). Inoltre, una decisione data in una causa ha un effetto su qualsiasi terza parte che si ? unita ai procedimenti. Al giorno d’oggi la causa, il richiedente che si era unito a procedimenti precedenti come una terza parte continu? ad intervenire nei procedimenti riaperti come una terza parte. La loro conseguenza era come per colpire direttamente e pregiudizio i diritti di propriet? il richiedente chiese di avere acquisito e quale lui continu? presumibilmente a godere al tempo di materiale. In queste circostanze, non solo sarebbe formalistico per negare l’applicabilit? di Articolo 6 ? 1 ai diritti di propriet? asseriti del richiedente-determinato che il suo intervento come una terza parte per difendere i suoi diritti di propriet? allegato form? una parte integrante dei procedimenti riaperti vista nell’insieme-ma anche declinare ammettere suo ?la vittima? lo status in questo riguardo a. Di conseguenza, l’intervento del richiedente come una terza parte deve essere preso attirare la richiesta di Articolo 6 ? 1 della Convenzione in suo ?civile? il margine (veda, mutatis mutandis, Perez c. la Francia [GC], n. 47287/99, ? 66 ECHR 2004 io) e lui pu? dire cos? di essere un ?la vittima? di una violazione di che approvvigiona per i fini di Articolo 34 della Convenzione (veda anche Zital ?c. la Polonia, n. 64972/01, ?? 57-59 12 maggio 2009).
69. Di conseguenza, la Corte respinge l’eccezione del Governo.
(b) l’Esaurimento di via di ricorso nazionali
70. Il Governo present? che il richiedente non si era giovato a delle via di ricorso riconosciute col diritto nazionale a terze parti. Avendo riguardo ad al fatto che i procedimenti nazionali ancora erano pendenti di fronte alle corti al tempo di comunicazione, loro richiesero che la richiesta sia dichiarata prematura.
71. Nella recente causa di Luli ed Altri c. l’Albania (cit? sopra, ?? 77 84, 1 aprile 2014), la Corte esamin? e respinse molte eccezioni sollevate col Governo come riguardi i richiedenti l’insuccesso di ‘ per esaurire via di ricorso nazionali in riguardo della lunghezza di terminato o procedimenti pendenti. Osserva inoltre che la Corte Costituzionale, altro che facendo una sentenza dichiaratoria di una violazione del diritto di un appellante su conto della lunghezza di procedimenti (veda divide in paragrafi 58-59 sopra), non ? capace di offrire qualsiasi vuole dire di compensazione per rimediare alla situazione. Inoltre, riferendosi alle sue sentenze precedenti nella causa di Gjonbocari ed Altri c. l’Albania (n. 10508/02, ?? 73-82 23 ottobre 2007) e Marini c. l’Albania (n. 3738/02, ?? 147-158 ECHR 2007 XIV (gli estratti)), la Corte fond? che non c’era via di ricorso effettiva in Albania in riguardo della lunghezza di pendente o termin? procedimenti al tempo di materiale. In simile circostanze, i costatazione di Corte che c’erano, ed ancora ?, nessuna via di ricorso effettiva disponibile al richiedente in riguardo della lunghezza di termin? o procedimenti pendenti. Respinge perci? questa eccezione Statale.
(il c) la Conclusione
72. La Corte considera che l’azione di reclamo della lunghezza dei procedimenti non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 della Convenzione. S? ulteriore trova che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Merits
73. Il Governo present? che i procedimenti legali erano stati complessi, poich? loro avevano comportato una valutazione di fatti e prova che erano accaduti pi? di cinquanta anni fa. Loro attribuirono la loro lunghezza alle parti che le azioni di ‘ ed i problemi hanno riferito alla restituzione di propriet? ed elaborazione di risarcimento. Loro sostennero che i procedimenti erano stati condotti all’interno di un termine ragionevole nella luce delle ragioni prevista sopra di.
74. Il richiedente sostenne che la lunghezza dei procedimenti era stata eccessiva.
75. La Corte richiamerebbe che il ?la ragionevolezza? della lunghezza di procedimenti sar? valutato nella luce delle circostanze della causa e con riferimento al criterio seguente: la complessit? della causa, la condotta del richiedente e delle autorit? attinenti e cosa era in pericolo per il richiedente nella controversia (veda, fra le altre autorit?, Frydlender c. la Francia [GC], n. 30979/96, ? 43 ECHR 2000 VII).
76. I procedimenti dei quali si lamentato il richiedente cominciarono in 12 maggio 2000 (veda paragrafo 67 sopra) e termin? 20 settembre 2009; loro durarono 9 anni, 4 mesi e 8 giorni. La Corte accetta che la natura del problema nella causa era di alcuna complessit?. Questo fatto non pu? da solo comunque, nella prospettiva della Corte, giustifici un periodo di pi? di 9 anni. Come alla condotta del richiedente, la Corte considera, che lui non pu? essere rimproverato per causare qualsiasi periodi di ritardo o l’inattivit?. Il fatto che lui fece appello a corti pi? alte per difendere i suoi interessi non pu? essere sostenuto contro lui (veda Svetlana Orlova c. la Russia, n. 4487/04, ? 46 30 luglio 2009).
77. Riguardo alla condotta delle autorit? nazionali, la Corte nota, che le corti esaminarono la causa in tre set di procedimenti. Sottolinea che ? dell’importanza vitale che le corti nazionali sono l’ultimo garante dell’articolo di legge. Nella causa presente, loro contribuirono comunque, al ritardo con assegnando di nuovo ripetutamente la causa per abbassare corti per esame nuovo. In questo riguardo, il diritto per avere la rivendicazione di uno esaminato all’interno di un termine ragionevole sarebbe privo di ogni senso se corti nazionali esaminassero una causa tempi numerosi, spostandolo da una corte ad un altro anche se alla fine la lunghezza di procedimenti ad ogni istanza non sembr? particolarmente eccessiva. La Corte reitera che ? in carica sugli Stati rispondenti per organizzare i loro ordinamenti giuridici in tale modo che le loro corti possono soddisfare i requisiti di Articolo 6 della Convenzione, incluso l’obbligo per ascoltare cause all’interno di un termine ragionevole (veda Svetlana Orlova, citato sopra, ? 47, e S?rmeli c. la Germania [GC], n. 75529/01, ? 129 8 giugno 2006).
78. Dato che il rinvio della causa per riesame fu ordinato come un risultato di errori commesso con le corti pi? basse frequentemente, la ripetizione di simile ordini di rinvio rivela una deficienza nel sistema giudiziale che la deficienza imped? al richiedente dell’avere da solo suo ?diritti civili ed obblighi?, come in questione nei procedimenti in oggetto, deciso all’interno di un termine ragionevole (veda Wierciszewska c. la Polonia, n. 41431/98, ? 46 25 novembre 2003; Matica c. la Romania, n. 19567/02, ? 24 2 novembre 2006; e Falimonov c. la Russia, n. 11549/02, ? 58 25 marzo 2008). Il fatto che le corti nazionali ascoltarono molte volte la causa non li assolse dall’attenersi col requisito di ragionevole-tempo di Articolo 6 ? 1 (veda Litoselitis c. la Grecia, n. 62771/00, ? 32 5 febbraio 2004).
79. In somma, in prospettiva del precedente la Corte conclude che la lunghezza dei procedimenti era eccessiva e non riusc? a soddisfare il requisito di ragionevole-tempo sotto Articolo 6 ? 1 della Convenzione. C’? stata di conseguenza una violazione di che approvvigiona nella causa presente.
II. Violazione allegato Di Articolo 13 Di La Convenzione
80. Sotto Articolo 13 della Convenzione che il richiedente ha dibattuto che lui non aveva via di ricorso effettiva in riguardo della sua azione di reclamo di lunghezza-di-procedimento sotto Articolo 6 ? 1 della Convenzione. Articolo 13 letture siccome segue:
?Ognuno cui diritti e le libert? come insorga avanti [il] Convenzione ? violata avr? una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorit? nazionale nonostante che la violazione ? stata commessa con persone che agiscono in una veste ufficiale.?
Ammissibilit? di A.
81. La Corte considera che questa azione di reclamo non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 della Convenzione. S? ulteriore trova che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Merits
82. La Corte reitera le sentenze alle quali ? arrivato, sulla base di cause precedenti riguardo all’Albania in riguardo di via di ricorso esaurimento-di-nazionali in relazione all’azione di reclamo di un richiedente di lunghezza irragionevole di procedimenti, contrari ad Articolo 6 ? 1 della Convenzione (veda paragrafo 71 sopra). Segue da che trovando che nella causa presente ? stata una violazione di Articolo 13 della Convenzione.
III. Violazione allegato Di Articolo 1 Di Protocollo N. 1 E Di Articolo 13 Di La Convenzione
83. Il richiedente dibatt? inizialmente che le autorit? l’interferenza di ‘, con mantenendo su controllo la stazione di benzina e, espropriando che s?, viol? successivamente, il suo diritto al godimento tranquillo delle sue propriet? come garantito con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione. In tutto i procedimenti riguardo alla nullit? del contratto ed accordi conclusi nel 1996 e seguendo la conclusione di quelli procedimenti, il richiedente sostenne che, come un risultato della conseguenza di quelli procedimenti, era stata un’interferenza ingiustificata col suo diritto di propriet? sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che legge siccome segue:
?Ogni naturale o legale persona ? concessa al godimento tranquillo delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come s? ritiene necessario controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
84. Lui disse anche che nessuna via di ricorso effettiva all’interno del significato di Articolo 13 della Convenzione (cit? sopra) era disponibile a lui in relazione a questa interferenza ingiustificata ed allegato col suo diritto di propriet?.
A. Le parti le osservazioni di ‘
1. Il Governo
85. Il Governo present? che il richiedente non aveva goduto mai efficacemente propriet? delle installazioni in oggetto. Inoltre, i contratti, sulla base della quale il richiedente aveva acquisito presumibilmente diritti di propriet? erano stati dichiarati privo di valore legale con le corti nazionali. Nella loro prospettiva, i procedimenti di nullit? erano stati equi. In queste circostanze, il Governo contest?, che qualsiasi chiede sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 esist?, cos? come contestando lo stando in piedi legale del richiedente per portare i procedimenti di fronte a questa Corte come un allegato ?la vittima? di una violazione di quel la disposizione.
2. Il richiedente
86. Il richiedente dibatt? che lui aveva acquisito diritti di propriet? sulle installazioni con la virt? di contratti di vendite legali conclusa nel 1996, come inoltre conferm? col certificato di propriet? emesso con l’Ipoteca Ufficio in maggio 1996. Il diritto nazionale non richiese un handover fisico di oggetti per un trapasso di propriet?. Il fatto che i possidenti non erano stati in propriet? della propriet? non impedisca alle parti di concludere un contratto di vendite per oggetti futuri. Nella sua prospettiva, le societ? di petrolio Statali avevano illegalmente controllate la sua propriet? ed in mala fede. Loro non si erano attenuti mai con le decisioni di corte che ordinano che la propriet? sia cassata.
87. Lui dibatt? inoltre che i procedimenti riguardo alla nullit? dei contratti di vendite erano stati istigati ed erano stati incoraggiati con le autorit? e che loro erano stati contaminati con arbitrariet? manifesta. Lui aveva agito in favore dei possidenti sulla base di procure valide; dal 1996 a 2006 lui partecipava in procedimenti nazionali avviati con o contro i possidenti; lui e loro avevano rivolto le autorit? come violazioni di riguardi dei loro diritti di propriet? ed i possidenti non si era lamentato mai delle sue azioni durante questa volta.
B. la valutazione di La Corte
1. Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione
88. Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 fa domanda solamente ad una persona sta esistendo propriet?. Non si pu? considerare cos? cos?, che reddito futuro costituisca, ?le propriet?? a meno che gi? ? stato guadagnato o ? stato stato definitivamente pagabile. Inoltre, la speranza che un diritto di propriet? lungo-estinto pu? essere rianimato non pu? essere riguardata come un ?la propriet??, n? inscatola una rivendicazione condizionale che ? caduta come un risultato di un insuccesso per adempiere la condizione (veda Gratzinger e Gratzingerova c. la Repubblica ceca (il dec.) [GC], n. 39794/98, ? 69 ECHR 2002-VII). Comunque, nelle certe circostanze, un ?l’aspettativa legittima? di ottenere un ?il bene? pu? godere la protezione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Cos?, dove ? nella natura di una rivendicazione un interesse di propriet? riservato, la persona in chi ? assegnato legalmente pu? essere riguardato siccome avendo un ?l’aspettativa legittima? se c’? base sufficiente per l’interesse in legge nazionale, per esempio dove l? ? stabilito diritto nazionale che conferma la sua esistenza (veda Kopeck? c. la Slovacchia [GC], no.44912/98, ? 52 ECHR 2004-IX). Comunque, si pu? dire che nessuna aspettativa legittima sorga, dove c’? una controversia come all’interpretazione corretta e la richiesta di diritto nazionale e le osservazioni del richiedente ? respinto successivamente con le corti nazionali (veda Kopeck?, citato sopra, ? 50).
89. In questo collegamento, ? nel primo posto per le autorit? nazionali, ed in particolare le corti, costruire e fare domanda il diritto nazionale. La giurisdizione della Corte per verificare che diritto nazionale ? stato interpretato correttamente e ? stato fatto domanda ? limitato, e non ? la sua funzione da succedere; piuttosto, il suo ruolo deve assicurare che le decisioni di quelle corti non sono crepate con arbitrariet? o altrimenti manifestamente irragionevole (veda Weitz c. la Polonia (il dec.), n. 37727/05, 23 giugno 2009).
90. La Corte nota che l’azione di reclamo del richiedente sotto questo capo non ? di una violazione allegato della Convenzione in riguardo ad ai possidenti diritti di propriet? di ‘ sulla loro area di terra, i possidenti che non hanno chiesto mai tale violazione o congiunse il richiedente nel depositare la richiesta presente. N? ? s? dell’incapacit? del richiedente per prendere propriet? dell’area di terra. Il richiedente sta affermando che lui era la vittima di una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nel collegamento coi suoi propri diritti di propriet? sulle installazioni e serbatoi di combustibile, come acquis? presumibilmente con modo di accordi e contratti concluso coi possidenti nel 1996.
91. Comunque, la Corte non ? persuasa che le circostanze della causa, considerato nell’insieme, confer? sul richiedente un ?la propriet?? all’interno del significato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Nel primo posto, la Corte nota, che in gennaio e febbraio 1996 il richiedente ed i possidenti conclusero accordi secondo i quali i precedenti assisterebbero il secondi nella privatizzazione di installazioni e serbatoi di combustibile trovati sulla stazione di benzina. Questi accordi erano eventuali sulla restituzione dei possidenti diritti di propriet? di ‘ sulle installazioni e serbatoi di combustibile e sulla loro privatizzazione (veda divide in paragrafi 9, 21 e 22 sopra). Con che tempo, i possidenti che diritti di propriet? di ‘ non erano stati riconosciuti ancora affitt? ripristinato da solo, con le autorit? nazionali.
92. Ad aprile 1996 la Corte distrettuale assegn? in secondo luogo, un’area di terra i possidenti ed ordin? che le installazioni e serbatoi di combustibile costruirono thereon sia ripristinato a nessun costo, mentre non c’essendo nessuna menzione di privatizzazione di quegli oggetti (veda paragrafo 11 sopra). Il certificato di propriet? di 30 maggio 1996 indic? i possidenti che ‘ intitola su dell’area di terra, nessuna entrata stata stata resa su del loro titolo le installazioni e serbatoi di combustibile (veda paragrafo 12 sopra). Infatti, i possidenti non avevano mai controllo o propriet? delle installazioni e serbatoi di combustibile.
93. In terzo luogo, nonostante l’assenza dell’esercizio di diritti di propriet? coi possidenti sulle installazioni e serbatoi di combustibile, in maggio 1996 nella speranza che un giorno lui guadagnerebbe propriet? di quegli oggetti, il richiedente concluse un contratto di vendite coi possidenti (veda paragrafo 23 sopra). Il richiedente riusc? anche ad avere il titolo registrato con l’Ipoteca Ufficio (veda paragrafo 23 sopra). In realt?, le installazioni e serbatoi di combustibile sempre furono amministrati, e sfruttarono con due societ? di petrolio di Stato (veda divide in paragrafi 11, 33 e 40 sopra).
94. Fourthly, nei procedimenti nazionali riguardo alla validit? degli accordi e contratti conclusa nel 1996 fra i possidenti ed il richiedente che il richiedente stesso ha ammesso che gli accordi di prestito erano fittizi (veda paragrafo 32 sopra). Le corti nazionali girarono gli argomenti addotti coi possidenti della nullit? assoluta dei contratti di vendite. Nel fare cos? loro notarono che i contratti erano fittizi, in che nessun prezzo di vendita era stato pagato col richiedente e nessun prestito era stato reso coi possidenti al richiedente. Inoltre, nessuna societ? unita era stata stabilita fra il richiedente e possidenti (veda divide in paragrafi 33 e 40 sopra). Il richiedente non dibatt? mai di fronte alle corti nazionali e questa Corte che lui, davvero mai aveva pagato il prezzo di vendita contratto (veda divide in paragrafi 32, 34 42 e 45 sopra). La Corte non ha prima prova s? quali gli concederebbero abbandonare dal nazionale corteggia le sentenze di ‘.
95. Per queste ragioni, la Corte considera, che il richiedente non aveva mai un esistendo ?la propriet?.? I contratti che lui ha concluso erano condizionali sull’adempimento di eventi che mai non vennero alla fruizione. Loro furono basati sul locale che lui pu?, un giorno acquisisce propriet? effettiva di quegli oggetti, mentre non c’era base per questo locale nelle realt? della situazione o in legge nazionale.
96. La Corte osserva inoltre che nei procedimenti riguardo alla nullit? degli accordi e contratti conclusa nel 1996, il richiedente aveva il beneficio di procedimenti di adversarial. Lui partecip? in loro, varie richieste rese di una natura procedurale e l’opportunit? ampia ed avuta di avanzare tutti gli argomenti lui riguard? come pertinente per la conseguenza della causa (veda divide in paragrafi 32, 34 42 e 45 sopra). La Corte considera che la decisione della Corte distrettuale di ammettere la causa-archivio tutti i documenti depositati coi possidenti durante il primo set di procedimenti riguardo alla nullit? dei contratti ed accordi, incluso le procure erano in linea con le disposizioni di Articolo 300 del CCP (veda divide in paragrafi 28 e 48 sopra). La composizione della Corte d’appello che ha ascoltato la causa fu costituita in conformit? col diritto nazionale (veda Ka?iu e Kotorri, citato sopra, ? 142). La Corte d’appello decise anche di riaprire parzialmente l’esame giudiziale ed articoli nuovi ed accettati di prova siccome prodotto col richiedente (veda paragrafo 40 sopra). Che i giudici della Corte Suprema e la Corte Costituzionale gi? avevano ascoltato ed avevano deciso prima fa appello depositato col richiedente in relazione a set non correlati, distinti di procedimenti non basti fissare in questione la loro imparzialit? nel contesto dei procedimenti correnti nell’assenza di qualsiasi la prova. Il richiedente non aguzz? agli altri difetti procedurali nelle sue osservazioni alla Corte.
97. Le considerazioni precedenti sono sufficienti per abilitare la Corte per concludere che il richiedente non aveva qualsiasi ?propriet? esistenti? o ?le rivendicazioni? suscettibile di attirare la richiesta di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Segue che questa azione di reclamo deve essere respinta come ratione materiae incompatibile in conformit? con Articolo 35 ?? 3 (un) e 4 della Convenzione.
2. Articolo 13 della Convenzione
98. Il richiedente contese che non c’era via di ricorso effettiva come richiesto con Articolo 13 della Convenzione in relazione ai suoi diritti sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
99. Secondo la causa-legge della Corte, Articolo 13 fa domanda solamente, dove un individuo ha un ?rivendicazione difendibile? essere la vittima di una violazione di un diritto di Convenzione (veda, fra molte altre autorit?, Boyle e Riso c. il Regno Unito, 27 aprile 1988, ? 52 la Serie Un n. 131; pi? recentemente, Nada c. la Svizzera [GC], n. 10593/08, ? 208, ECHR 2012, ed Investimenti di Othymia BV c. i Paesi Bassi (il dec.), n. 75292/10, ? 34 16 giugno 2015).
100. Avendo riguardo ad alla conclusione sopra che respinge l’azione di reclamo sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 come inammissibile sulla base di essere ratione materiae incompatibile, la Corte considera, che c’? nessuno ?rivendicazione difendibile? di un’interferenza ingiustificabile col diritto del richiedente di propriet? come abilitare Articolo 13 per avere qualsiasi la richiesta nella causa presente (veda Vasilchenko c. la Russia, n. 34784/02, ? 54 23 settembre 2010 e, pi? recentemente, Rukavina c. Croatia (il dec.), n. 770/12, ? 75 6 gennaio 2015). Segue che questa azione di reclamo ? similmente inammissibile sotto Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione e deve essere respinto perci? facendo seguito ad Articolo 35 ? 4 al riguardo.
IV. ALTRE VIOLAZIONI ALLEGATO DI LA CONVENZIONE
101. Nell’osservazione del richiedente, i procedimenti che impugnano i possidenti diritti di propriet? di ‘ erano ingiusti ed in violazione di Articolo 6 ? 1 della Convenzione su conto dell’annullare di definitivo decisioni e della mancanza dell’imparzialit? della panca di Corte Suprema di 12 maggio 2000.
102. Il Governo dibatt? che revisione direttiva era stata disponibile sotto il Codice di Procedura Civile ed ogni parte a procedimenti fu concesso per avere ricorso a s?. Il suo uso non costitu? una violazione del principio della certezza legale.
103. Siccome la Corte ha notato su occasioni precedenti, l’annullare di una definitivo sentenza ? un atto istantaneo che non crea una situazione che continua, anche se, come nella causa presente, comporta la riapertura dei procedimenti (veda Khanyan c. l’Armenia (il dec.), n. 19065/05, 5 luglio 2007; Gargali c. la Bulgaria (il dec.), n. 67670/01, 5 giugno 2006; Nosov c. la Russia (il dec.), n. 30877/02, 20 ottobre 2005; Sardin c. la Russia (il dec.), n. 69582/01, 12 febbraio 2004; Stanca c. la Romania (il dec.), n. 59028/00, 27 aprile 2004; e Sitokhova c. la Russia (il dec.), n. 55609/00, 2 settembre 2004). Inoltre, nella conformit? con Articolo 35 ? 1 della Convenzione, pu? esaminare solamente azioni di reclamo in riguardo del quale sono state esaurite via di ricorso nazionali e quali sono stati presentati entro un periodo di sei mesi dalla data del ?definitivo? decisione nazionale. Se non c’? via di ricorso adeguata contro un particolare atto che ? addotto per essere in violazione della Convenzione, la data quando che atto prende luogo ? avuto essere ?definitivo? per i fini del sei-mese decida (veda, per esempio, Vala?inas c. la Lituania (il dec.), n. 44558/98, 14 marzo 2000).
104. Nella causa presente, il richiedente deposit? un ricorso costituzionale contro le sentenze della Corte Suprema di 12 maggio 2000. Il ricorso fu dichiarato inammissibile con la Corte Costituzionale 7 dicembre 2000. Di conseguenza, presumendo anche che il ricorso costituzionale era una via di ricorso effettiva per i fini di quelli procedimenti, la definitivo decisione fu data 7 dicembre 2000, quel ? dire pi? di sei mesi di fronte alla data la richiesta fu depositata 6 agosto 2003.
105. Di conseguenza, queste azioni di reclamo devono essere respinte facendo seguito ad Articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
C. la Richiesta Di Articolo 46 E 41 Di La Convenzione
La Richiesta di A. di Articolo 46 della Convenzione
106. Articolo 46 della Convenzione prevede:
?1. Le Parti Contraenti ed Alte si impegnano attenersi alla definitivo sentenza della Corte in qualsiasi causa alla quale loro sono parti.
2. La definitivo sentenza della Corte sar? trasmessa al Comitato di Ministri che soprintender? alla sua esecuzione.?
107. La Corte assegna e reitera le sue sentenze in Luli ed Altri (cit? sopra, ?? 114-19) in riguardo di Articolo 46 della Convenzione. Esorta lo Stato rispondente, come una questione di priorit? adottare misure generali siccome indicato in paragrafo 118 di che sentenza, ed introdurre una via di ricorso nazionale ed effettiva per la lunghezza eccessiva di procedimenti.
La Richiesta di B. di Articolo 41 della Convenzione
108. Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se i costatazione di Corte che c’? stata una violazione della Convenzione o i Protocolli inoltre, e se la legge interna della Parte Contraente ed Alta riguardasse permette a riparazione solamente parziale di essere resa, la Corte pu?, se necessario, riconosca la soddisfazione equa alla vittima.?
1. Danno
109. Il richiedente chiese 1,186,088,150 euros (EUR) in riguardo di danno patrimoniale ed EUR 100,000,000 in riguardo di danno non-patrimoniale.
110. Il Governo contest? la rivendicazione del richiedente.
111. La Corte non discerne qualsiasi collegamento causale fra le violazioni essenzialmente procedurali di Articoli 6 ? 1 e 13 quale ha trovato ed il danno patrimoniale addusse col richiedente; respinge perci? questa rivendicazione. D’altra parte assegna EUR 1,000 il richiedente in riguardo di non pregiudizio patrimoniale subito con lui con ragione delle violazioni trovata.
2. Costi e spese
112. Nell’assenza di qualsiasi rivendicazione costitu? col richiedente rimborso di costi e spese, la Corte non assegna somma sotto questo capo.
3. Interesse di mora
113. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, UNANIMAMENTE
1. Dichiara ammissibile l’azione di reclamo riguardo ad Articolo 6 ? 1 della Convenzione e l’azione di reclamo relativa sotto Articolo 13 come riguardi la lunghezza dei procedimenti che cominciarono in 12 maggio 2000 e terminarono 20 settembre 2009;

2. Dichiara inammissibile l’azione di reclamo sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 e l’azione di reclamo relativa sotto Articolo 13 cos? come le azioni di reclamo rimanenti sotto Articolo 6 ? 1 della Convenzione;

3. Sostiene che c’? stata una violazione di Articolo 6 ? 1 della Convenzione in riguardo ad alla lunghezza dei procedimenti che cominciarono in 12 maggio 2000 e terminarono 20 settembre 2009;

4. Sostiene che c’? stata una violazione di Articolo 13 della Convenzione con ragione della mancanza di una via di ricorso effettiva in riguardo ad alla lunghezza dei pr

Testo Tradotto

Conclusions: Preliminary objection dismissed (Article 34 – Victim)
Remainder inadmissible (Article 35-3 – Ratione personae)
Violation of Article 6 – Right to a fair trial (Article 6 – Civil proceedings
Violation of Article 13 – Right to an effective remedy (Article 13 – Effective remedy) Pecuniary damage – claim dismissed (Article 41 – Pecuniary damageJust satisfaction) Non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage Just satisfaction)

FIRST SECTION

CASE OF TOPALLAJ v. ALBANIA

(Application no. 32913/03)

JUDGMENT

STRASBOURG

21 April 2016

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Topallaj v. Albania,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Mirjana Lazarova Trajkovska, President,
Guido Raimondi,
Kristina Pardalos,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Paul Mahoney,
Ale? Pejchal, judges,
Markelian Ko?a, ad hoc judge,
and Abel Campos, Section Registrar,
Having deliberated in private on 22 March 2016,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 32913/03) against the Republic of Albania lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by OMISSIS (?the applicant?), on 6 August 2003.
2. On 14 August 2012 the applicant acquired U.S. citizenship and on 6 May 2013 the Albanian authorities accepted his renunciation of Albanian nationality. The applicant was granted leave to represent himself in the proceedings before the Court.
3. The Albanian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Ms S. M?neri of the Ministry of Foreign Affairs, and subsequently by Ms E. Hajro and Ms L. Mandia of the State Advocate?s Office.
4. Judge Ledi Bianku, the judge elected in respect of Albania, was unable to sit in the case (Rule 28). The Government accordingly appointed Markelian Ko?a to sit as an ad hoc judge (former Article 27 ? 2 of the Convention and former Rule 29 of the Rules of Court).
5. The applicant alleged, in particular, that there had been a breach of Articles 6 ? 1 and 13 of the Convention as well as of Article 1 of Protocol No. 1.
6. On 7 October 2005 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
7. The applicant was born in 1951 and lives in the United States of America.
8. On 21 December 1995 the Tirana District Court (?the District Court?) acknowledged the inherited property rights of some landowners over a plot of land measuring 24 hectares (vendim p?r v?rtetim fakti). On 13 February 1996 the District Court acknowledged that the landowners also had inherited property rights over installations and fuel tanks of a petrol station located on the land (vendim p?r v?rtetim fakti).
9. In the meantime, on the assumption that the landowners? properties would be restored in natura by the Commission on Property Restitution and Compensation, in January and February 1996, the applicant concluded two agreements with one of the landowners, who was acting on his own and the remaining heirs? behalf, whereby the applicant would assist the landowners in the process of the privatisation of installations and fuel tanks on the land (see paragraphs 21-22 below). In May 1996 he concluded a sales contract (see paragraph 23 below). Following the conclusion of these contracts, the validity of which became the object of a dispute (see section B below), all landowners appointed the applicant to act on their behalf in proceedings related to the protection of their property rights.
10. On the strength of the District Court?s decisions, on an unspecified date the landowners lodged a request with the Tirana Commission on Property Restitution and Compensation (?the Commission?) seeking restitution of the above-mentioned property by the domestic authorities. On 7 March 1996 the Commission dismissed the landowners? request on the grounds that the land was not subject to the Property Act as it was located outside the legal city boundaries (ndodhen jasht? vijave kufizuese). The landowners appealed to the District Court.
11. On 24 April 1996 the District Court quashed the Commission?s decision and allocated the landowners a plot of land measuring 56,500 sq. m. Relying on an expert?s report, the court held that the value of the respective installations and fuel tanks constructed thereon did not exceed 20% of the land?s total value. It therefore ordered that these objects be restored at no cost. The petrol station was situated on the main road between the cities of Tirana and Durr?s and it was used and administered by two State-owned oil companies. The judgment became final on 7 May 1996, no appeal having been lodged against it.
12. Subsequent to the above judgment, on 30 May 1996 the Mortgage Office issued a property certificate (v?rtetim pron?sie ? Ipoteka), according to which the landowners had registered title to the plot of land measuring 56,500 sq. m. on which the fuel tanks and installations had been erected (mortgage register entry no. 3350 of 8 May 1996). The petrol station and fuel tanks were subsequently expropriated in the public interest.
A. Proceedings challenging the landowners? rights over the plot of land
13. Between 1996 and 1998 the landowners? property rights were unsuccessfully challenged by various State institutions. On one occasion the domestic courts dismissed the claim, whereas on four other occasions they discontinued the proceedings on various grounds. The applicant joined the proceedings as a third party.
14. On 25 March 1998 the Ministry of Economy challenged the lawfulness of the District Court?s judgment of 24 April 1996 (see paragraph 11 above) recognising the landowners? property rights. The action was dismissed by the Supreme Court with final effect on 22 December 1999.
15. On 28 December 1999 and 7 January 2000 the Ministry of Economy and the State-owned oil companies lodged two separate applications for supervisory review of the domestic judgments upholding the landowners? property rights, namely the District Court?s judgment of 24 April 1996 and the Supreme Court?s judgment of 22 December 1999.
16. On 12 May 2000 the Supreme Court Joint Benches gave two separate decisions by accepting both applications for supervisory review and the reopening of the proceedings. A constitutional appeal lodged by the applicant on 1 August 2000 was declared inadmissible by the Constitutional Court on 7 December 2000. As a result of the remittal of the cases to the District Court, on an unspecified date the court decided to join the proceedings. The applicant took part in them as a third party.
17. In the first set of rehearing proceedings, the case was heard by the District Court, the Tirana Court of Appeal (?the Court of Appeal?) and the Supreme Court, which on 18 March 2003 decided to remit the case to the Court of Appeal for a further rehearing.
18. In the second set of rehearing proceedings, the case was heard by the Court of Appeal and the Supreme Court, which on 27 October 2005 decided to remit the case to the Court of Appeal for fresh consideration.
19. In the third set of rehearing proceedings, the case was heard by the Court of Appeal, the Supreme Court and the Constitutional Court, which gave its final decision on 20 September 2009. The domestic courts ruled in favour of the landowners.
20. In the meantime, on 19 June 2007 the Tirana Agency for the Restitution and Compensation of Property, which had replaced the Commission, recognised the landowners? inherited property rights over the plot of land measuring 24 hectares (240,000 sq. m) and ordered that they be compensated in respect of 183,500 sq. m in one of the forms prescribed by law, the remaining 56,500 sq. m having already been decided upon by the authorities. The authorities? failure to pay compensation in respect of the 183,500 sq. m is the subject of application no. 5915/14, of which notice was given to the Government as a follow-up to the Court?s pilot judgment in the case of Manushaqe Puto and Others v. Albania (nos. 604/07, 43628/07, 46684/07 and 34770/09, 31 July 2012).
B. Proceedings concerning the validity of the contracts between the applicants and the landowners
21. On 18 January 1996 one of the landowners, acting on his own and the remaining heirs? behalf, concluded an agreement (akt marr?veshje) with the applicant?s company, according to which the latter would secure finance for the privatisation of fuel tanks and installations located on the landowners? plot of land, in respect of which they would exercise their right of first refusal (e drejta e parablerjes) at the time of privatisation. In return, the landowners would transfer ownership rights to the applicant?s company upon privatisation. Subsequent to this transaction, the parties would form a joint company, whose registered capital would be made up of the applicant?s company?s ownership of the fuel tanks and other installations, as well as the landowners? ownership of the plot of land.
22. On 29 February 1996 the same landowner, again acting on his own and the remaining heirs? behalf, concluded a similar agreement (akt marr?veshje) with the applicant?s company for the privatisation of the fuel tanks and installations, the difference being that some objects would remain the landowners? property.
23. On 23 May 1996 the same landowner, again acting on his own and the remaining heirs? behalf, concluded a notarised sales contract with the applicant for the sale of almost all of the fuel tanks and installations for 100,000 United States dollars (USD), which, according to the contract, was paid by the applicant to the landowners. On the same date the Mortgage Office issued a property certificate (v?rtetim pron?sie ? Ipoteka), according to which the applicant had registered title to the petrol station fuel tanks and installations (mortgage register entry no. 4135 of 23 May 1996).
24. On 23 and 25 May 1996 the same landowner, acting on his own behalf, concluded two loan agreements with the applicant to lend the latter a total of USD 200,000. The agreements contained no details as to the purpose of the loan.
1. First set of proceedings concerning the nullity of the contract and agreements concluded in 1996
25. On 10 October 2002 the landowners instituted proceedings against the applicant seeking the annulment of the agreements and contract concluded between February and May 1996 (see paragraphs 21-24 above). They requested the court to declare the agreements and contract null and void (pavlefshm?ri absolute) without any legal consequences for the parties whatsoever. The claim was signed by their lawyer, to whom they had given power of attorney.
26. Following remittals of the case, on 31 March 2005 the District Court decided to discontinue the proceedings (pushimin e ??shtjes) as the landowners had failed to attend court without good reason.
2. Second set of proceeding concerning the nullity of the contract and agreements concluded in 1996
(a) Proceedings before the District Court
27. On 17 April 2005 the landowners instituted a fresh set of proceedings against the applicant seeking the annulment of the agreements and contract concluded between February and May 1996. The claim was signed by only their lawyer.
28. On an unspecified date the landowners requested the District Court to obtain and process all documents from the case-file concerning the first set of proceedings, including the powers of attorney. The court accepted this request.
29. On 27 July 2005 the applicant requested the court to stay the proceedings pending the outcome of a criminal complaint he had lodged with the district prosecutor?s office against the landowners alleging forgery of documents.
30. On 20 October, 11 and 18 November 2005 and 27 February 2006 the applicant, having regard to the number of previous requests that had been rejected, challenged the bench.
31. On 15 November 2005 the presiding judge of the bench withdrew from the case, given the applicant?s repeated requests for withdrawal. On 9 December 2005 the President of the District Court set aside the withdrawal, finding that it did not contain any of the grounds stipulated in Article 72 of the Code of Civil Procedure.
32. On 17 February 2006 the applicant lodged a counterclaim requesting the court to decide the requests he had already submitted for the withdrawal of the bench. According to the counterclaim, the landowners had not authorised their lawyer to represent them in the proceedings and their claim was time-barred. Furthermore, the loan agreements were fictitious and their conclusion with only one of the landowners could not have a bearing on the sales contract of the fuel tanks and installations. The applicant argued that a number of factors pointed to his having lawful property rights over the fuel tanks and installations, such as the fact that all the agreements and contracts were lawful and valid, the property had been registered in his name, he had represented the landowners in the domestic proceedings and he had taken legal action to defend their interests.
33. On 18 April 2006 the District Court declared the agreements and contracts null and void (absolute nullity). It found them to be fictitious on the grounds that they had been concluded at a time when the said property in question was being administered by the State, no property rights having been transferred to the landowners. In accordance with the law, the installations had been privatised at no cost, because their value was less than 20% of the land?s value. Furthermore, no joint company had been set up by the applicant and landowners and no money had been lent to the applicant in accordance with the loan agreements. They had been concluded with a view to having an assurance for the execution of the sales contract, in which the sale price was the same. Despite the property certificate (no. 4135 of 23 May 1996), the fact that no actions had been effected pursuant to the agreements and contracts and that no legal consequences had resulted for the parties, the District Court concluded that the agreements were fictitious in accordance with Article 92(?) of the Civil Code. It further ordered that the entry of 23 May 1996 (see paragraph 23 above) in the immovable property register be erased.
(b) Proceedings before the Court of Appeal
34. The applicant appealed, arguing that the District Court bench was biased because disciplinary proceedings had been instituted for the dismissal of the presiding judge of the bench for breaches of law. In this connection, the withdrawal of the presiding judge of the bench had not been accepted by the President of the District Court and his four requests for the withdrawal of the bench were rejected, no such mention having been made in the hearing records. The applicant further submitted that the claim had been brought outside the statutory time-limit, and had been signed by only the lawyer and not the landowners, the power of attorney dating back to 2002 and being limited in time and scope, and that the facts of the claim were unrelated. He also objected to the fact that his counterclaims of 28 June 2005 and 17 February 2006 had not been admitted to the case-file. Moreover, he contended that the District Court had not accepted any of the twenty-four requests for pieces of evidence he had produced, and had made findings in excess of the requests contained in the object of the claim. He argued that four hearings had been held between 6 April and 4 July 2005, without the landowners providing any good reason for their non-appearance to supplement the claim. In his view, his spouse, who was a co-owner, should have been invited to attend the hearings. Finally, he claimed that the contracts had been concluded in complete conformity with the domestic law and that there had been no need to summon witnesses. In this connection, the landowners had confirmed the applicant?s ownership of the plot of land by way of specific powers of attorney, while the applicant had lodged numerous procedural requests, applications and appeals and had attended hearings to defend his and their property rights.
35. On 30 November 2006 the applicant challenged the bench in the light of the previous decisions given against him. On the same date he requested that thirty-nine items of evidence and twenty procedural requests absent from the case-file before the District Court be readmitted.
36. On 4 December 2006 the applicant requested that eight additional items of evidence be admitted to the case-file.
37. On 19 February 2007 the Deputy President of the Court of Appeal requested the Minister of Justice to appoint three judges from other appellate courts to hear the case, since all of its judges had sat in the proceedings.
38. On 15 March 2007 the Minister of Justice, following a decision taken by the High Council of Justice (?HCJ?), informed the Court of Appeal that three judges of the Military Court of Appeal would hear the case.
39. On 29 March 2007 the applicant challenged the new composition of the bench, submitting that the HCJ should appoint judges from other ordinary appellate courts instead of the Military Court of Appeal.
40. On 25 May 2007 the Court of Appeal, composed of three judges, upheld the District Court?s judgment of 18 April 2006 (see paragraph 33 above). It transpires that the applicant had withdrawn the request for the exemption of the bench from hearing the case, and that the court had partially reopened the judicial examination and accepted new items of evidence as produced by him. The Court of Appeal held that the objects mentioned in the agreements and contracts of 1996 were, at the time of the judgment, being administered by the State and that their ownership had not yet been transferred to the landowners. Consequently, those contracts and agreements were fictitious under Article 92 (?) of the Civil Code and were of no legal effect. It rejected all of the applicant?s arguments as unfounded and held that he had failed to adduce evidence to object to or challenge the landowners? claim, which was supported by the documents contained in the case-file. According to the Court of Appeal, a claim requesting absolute nullity was not subject to a statutory limitation period.
41. The presiding judge of the bench, judge Y.M, dissented. In a separate opinion, he stated that the claim had not been signed by the landowners. The evidence in the case-file was not capable of demonstrating that the agreements were fictitious, since the parties? intentions had been real and lawful. As a result, the landowners did not have legal standing to bring the claim as they could not prove that there had been a breach of a substantial right (e drejta materiale). Their claim was time-barred and the courts had failed to take into account the statutory limitation period. The evidence produced by the applicant showed that the landowners, by virtue of powers of attorney or other documents issued between 1997 and 2005, had appointed the applicant to act as their representative. This pointed to the fact that the parties had wished their transactions to have legal effect and this, in itself, contradicted the fictitious nature of the agreements and contracts. In his view, the court had rejected all of the applicant?s requests without giving any reasons in the decision.
(c) Proceedings before the Supreme Court
42. On 9 July 2007 the applicant appealed, raising seventy-two grounds of appeal. In addition to maintaining the same complaints he had raised before the Court of Appeal, he alleged that the composition of the District Court had not been drawn by lots and that the Court of Appeal had not been a ?tribunal established by law? as it had been composed of military judges. He claimed that his requests for the withdrawal of the Court of Appeal judges had not been examined and that his requests for the admission of numerous items of evidence had not been processed by the Court of Appeal. He further objected to the lower courts? application and interpretation of the domestic law since, in his view, he had been authorised by the landowners to act as their representative, had lodged various appeals and other procedural requests and followed the judicial proceedings with the landowners, had requested the enforcement of final decisions on his and the landowners? behalf and had sought the criminal prosecution of third parties.
43. On 23 November 2007 the Supreme Court decided to stay execution of the Court of Appeal?s judgment of 25 May 2007 pending the outcome of the applicant?s appeal.
44. On 25 January 2010 the Supreme Court declared the applicant?s appeal inadmissible in accordance with Article 472 of the Code of Civil Procedure (no valid grounds of appeal).
(d) Proceedings before the Constitutional Court
45. On 18 March 2010 the applicant lodged an eighty-three page constitutional appeal. On 15 September 2010 he supplemented it with a fifteen-page memorandum. In addition to maintaining the same grounds of appeal he had raised before the lower courts, the applicant also complained of a lack of reasoning in the Supreme Court?s decision and about the length of the proceedings.
46. On 17 September 2010 the applicant requested that judges X.Z, S.B and F.A withdraw from the appeal on the grounds that they had rejected a previous constitutional appeal lodged by him on 20 September 2009 in relation to another unrelated set of proceedings. On 27 September 2010 he requested that judge V.T withdraw from the appeal on the grounds that she had been on the bench that had decided against him in another appeal in 2000.
47. On 17 January 2011 the applicant was informed of the Constitutional Court?s decision of 22 November 2010 rejecting his appeal. It found nothing to suggest a lack of impartiality on the part of the Supreme Court bench and that, even though some of the judges had heard previous appeals lodged by the applicant with the Supreme Court, those appeals concerned different facts, parties and sets of proceedings. It dismissed the remaining complaints, finding that they related to the assessment of facts and the outcome of the proceedings, which was within the lower courts? jurisdiction.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. Bringing a civil claim
48. Under Article 153 of the Code of Civil Procedure (?CCP?), judicial proceedings commence when a written claim is lodged. In accordance with Article 154, it should be drawn up in Albanian and submitted to the court by the plaintiff or a representative duly authorised by power of attorney. Article 154/a states that if the requirements for bringing the claim are not satisfied, the court, sitting in a single-judge formation, must return the claim to the plaintiff, indicating a time-limit by which he is required to comply with the requirements. Under Article 158/a, preliminary procedural measures may include, inter alia, the joining of claims (bashkimin e padive) into a single set of proceedings. In accordance with Article 300, a plaintiff may lodge a fresh new claim after the court decides to discontinue the proceedings. The court may re-consider all evidence collected during the discontinued set of proceedings.
B. Supervisory review procedure
49. The Code of Civil Procedure 1996 defined supervisory review (rekurs n? interes t? ligjit) as an extraordinary remedy enabling the Supreme Court (the new name for the Court of Cassation) to reopen proceedings where judgments had become final. Between 1996 and its abolition in 2001 by virtue of Law no. 8812 of 17 May 2001, the supervisory review procedure underwent several legislative changes.
Article 473 ? Review in the interests of the law
(Law no. 8431 of 14 December 1998)
?Final judgments, decisions and rulings of the divisions of the Supreme Court shall be amenable to supervisory review in the interests of the law for the reasons set forth in Article 472(a), (b) and (c) on application of the parties to the proceedings within three years of the date the decision becomes binding.
The application for supervisory review will first be examined by a preliminary review panel of five judges and then by the full Supreme Court (Joint Benches) … A judge of the Supreme Court who sat on the bench that delivered the judgment, decision or ruling or on the preliminary review panel may not sit on the panel conducting the supervisory review of the final judgment …?
C. Nullity and invalidity of a transaction
50. Article 92 of the Civil Code states that transactions which are null and void do not have any legal consequences (?absolute nullity?). Such transactions include, inter alia, those which are concluded by way of an agreement between the parties not aimed at having any legal consequences (fictitious or simulated transactions). Article 94 lists the transactions which are valid until the court, at the request of a party, annuls and declares them invalid (?relative nullity?). Article 103 provides for a five-year limitation period on court claims to have a transaction declared invalid (?relative nullity?). Articles 107-10 provide for the consequences of a transaction which has been declared invalid.
Supreme Court?s case-law
(a) Ordinary decisions
51. In decision no. 734 of 28 April 2005 the Supreme Court, in a set of proceedings concerning the nullity of a sales contract, quashed the lower courts? decisions dismissing the claim as time-barred without examining the type of invalidity of the transaction. It held, inter alia, that a transaction which was null and void did not have any legal consequences and, as a result, was not subject to a statutory limitation period. However, transactions annulled by the court and declared invalid at the request of a party were subject to the statutory limitation period provided for in Article 103 of the Civil Code.
(b) Unifying decisions
52. The Supreme Court?s unifying decision no. 13 of 9 March 2006 described the difference between transactions that are found to be null and void (konstatohen t? pavlefshme), which have often been referred to as ?absolutely null and void? (absolutisht t? pavlefshme), and those that are declared invalid (shpallen t? pavlefshme), which have often been referred to as ?relatively invalid? (relativisht t? pavlefshme). Transactions that are declared invalid can only be annulled by the court; transactions that are null and void are so from their inception, so it is unnecessary for the court to annul them. Transactions that are declared invalid continue to have legal value until the court annuls them; transactions that are null and void have no legal value, irrespective of the fact that they may have produced results. Transactions that are null and void have no legal consequences. Any transaction concluded subsequent to and on the strength of a transaction that is found to be null and void is also null and void. Transactions that are declared invalid have legal consequences until their annulment. The consequences of their invalidity are to be addressed from their conclusion. Transactions can be declared invalid at the request of one of the parties; however, anyone may apply for absolute nullity of a transaction in so far as they have a legitimate interest. It may also be examined by the court of its own initiative within the course of a set of proceedings.
D. Procedural role of a third party in civil proceedings
53. Articles 189 to 201 of the Code of Civil Procedure (?CCP?) govern third-party participation in civil proceedings. Articles 195 and 196 of the CCP state as follows:
Article 195 ? Procedural rights of a third party
?A third party has the right to undertake all the procedural measures permitted to the parties except those which alter the object of the claim.
Upon the parties? consent, a third party who has intervened of his own motion or has been summoned by one of the main parties to the proceedings, may replace the main party on whose behalf he intervened, whereas the main party shall withdraw from the proceedings.?
Article 196
?The decision which has been given in a case following … the summons of a third party has consequences for the third party, both in terms of his relationship with the person who requested his presence or on whose behalf he intervened, as well as his relationship with the defendant.?
E. Immovable Property Registration System
54. Article 83 of the Civil Code, which entered into force on 1 November 1994, provides that for a transfer of ownership of immovable property to be valid, all rights in rem should be carried out by notarised deed and be registered. Articles 192 and 193 provide that all contracts which create, alter, transfer, and revoke property rights over immovable property must be entered in the immovable property register.
55. On 13 July 1994 Parliament enacted the Immovable Property Registration Act (?the IPRA?), which created local registration offices (?IPRO?) in each administrative district, as well as a central registration office. It delegated the registration of all contracts related to the transfer of property rights (section 2) and issuance of certificates of ownership (certifikate pron?sie ? section 5) to local IPROs. All existing records in connection with immovable property, including mortgage entries in respect of urban property, which in the 1990s were kept by the mortgage offices, would be transferred to local IPROs on their creation (section 57).
56. The IPRA 1994 was repealed by the IPRA no. 33 of 21 March 2012.
F. Transfer of judges
57. Relevant provisions about the transfer of judges are described in Ka?iu and Kotorri v. Albania (nos. 33192/07 and 33194/07, ?? 76-77, 25 June 2013).
G. Constitutional Court?s case-law as regards the length of proceedings
58. In addition to the domestic judgments mentioned in the Court?s judgment in the case of Luli and Others v. Albania (nos. 64480/09, 64482/09, 12874/10, 56935/10, 3129/12 and 31355/09, ?? 63-64, 1 April 2014), the Constitutional Court has delivered three subsequent judgments finding a breach of the appellants? rights on account of the length of terminated court proceedings (decisions nos. 3/15 of 26 January 2015, 56 of 21 July 2015 and 69/15 of 17 November 2015). No award was made to the appellants in those judgments.
59. Furthermore, the Constitutional Court has reaffirmed its long established practice of finding a breach of the appellants? rights on account of the length of non-enforcement proceedings (decisions nos. 9/14 of 27 February 2014; 16/14 of 21 March 2014; 32/14 of 26 May 2014; 46/14 and 47/14 of 30 July 2014; 14/15 of 30 March 2015; 24/15 of 27 April 2015; 25/15 of 22 May 2015; 52/15 of 20 July 2015; 61/15 of 23 September 2015; 72/15 of 27 November 2015). No award was made to the appellants in those judgments, nor was any other means of redress provided in relation to the continued non-enforcement.
THE LAW
60. The applicant complained under Articles 6 ? 1 and 13 of the Convention as well as under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and Article 13 of the Convention.
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 ? 1 OF THE CONVENTION
61. In the applicant?s submission, there had been a breach of Article 6 ? 1 of the Convention as regards the length of the proceedings challenging the landowners? property rights (see paragraphs 15-19 above). Article 6 ? 1 of the Convention, insofar as relevant, reads as follows:
?In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a… hearing within a reasonable time …?
A. Admissibility
1. As regards the length of the proceedings concluded between 1996 and 1998
62. The applicant appears to be complaining about the length of the various sets of proceedings which were concluded between 1996 and March 1998 (see paragraph 13 above). Insofar as the Court is competent ratione temporis, the Convention having entered into force in respect of Albania on 2 October 1996, that complaint must in any event be considered to have been lodged out of time, that is to say, more than six months after the date of the relevant final domestic decision. Accordingly, this part of the complaint must be rejected pursuant to Article 35 ?? 1 and 4 of the Convention.
2. As regards the length of the proceedings instituted in 1998
(a) Applicability of Article 6 ? 1 to the Convention and the applicant?s ?victim? status
63. The Government submitted that the applicant, having been a third party to the proceedings, could not rely on Article 6 ? 1 and claim to be a victim of a violation of that provision for the purposes of Article 34 of the Convention.
64. The applicant replied that he had joined the domestic proceedings instituted against the landowners in order to protect the property rights he had acquired by virtue of lawful sales contracts. He could therefore claim to be a victim in respect of those proceedings.
65. The Court would recall that for Article 6 ? 1 in its ?civil? limb to be applicable, there must be a dispute (?contestation? in the French text) over a ?civil right? which can be said, at least on arguable grounds, to be recognised under domestic law, irrespective of whether it is also protected under the Convention (see Micallef v. Malta [GC], no. 17056/06, ? 74, ECHR 2009). In order to claim to be a victim of a violation, a person must be directly affected by the impugned measure or proceedings (see T?nase v. Moldova [GC], no. 7/08, ? 104, ECHR 2010).
66. According to the Court?s case-law, Article 6 does not normally apply to proceedings concerning a failed request to reopen a case which has been terminated by a final decision (see, most recently, Bochan v. Ukraine (no. 2) [GC], no. 22251/08, ? 44, ECHR 2015 and the references cited there). In contrast, the new proceedings, after re-opening has been granted, are capable of being regarded as involving the determination of ?civil rights and obligations? or of a ?criminal charge? (see, for example, Stepanyan v. Armenia, no. 45081/04, ?? 30-32, 27 October 2009; Alekseyenko v. Russia, no. 74266/01, ?? 55-57, 6 July 2009; Vanyan v. Russia, no. 53203/09, ?? 56-58, 15 December 2005; and Nikitin v. Russia, no. 50178/99, ? 60, ECHR 2004 VIII).
67. Turning to the present case, it is to be noted that, while on 12 May 2000 the Supreme Court examined and ruled in favour of the applications by the Ministry of the Economy and the State-owned oil companies for supervisory review, it did not determine the merits of the case but remitted the case for reconsideration to the District Court (see paragraph 16 above). In the Court?s view, the supervisory review proceedings opened the way to a fresh ?determination? and reconsideration of the landowners? property rights. That being so, the Court finds that Article 6 ? 1 under its ?civil? head applies to the rehearing proceedings at the close of which the domestic courts ruled in favour of the landowners (see paragraphs 17-19 above).
68. The domestic law entitles a third party to avail himself of all procedural measures, including the right to lodge appeals and make other procedural requests (see paragraph 53 above). Furthermore, a decision given in a case has an effect on any third party which has joined the proceedings. In the present case, the applicant, who had joined preceding proceedings as a third party, continued to intervene in the reopened proceedings as a third party. Their outcome was such as to directly affect and prejudice the property rights the applicant claimed to have acquired and which he allegedly continued to enjoy at the material time. In these circumstances, it would be formalistic not only to deny the applicability of Article 6 ? 1 to the applicant?s asserted property rights ? given that his intervention as a third party to defend his alleged property rights formed an integral part of the reopened proceedings seen as a whole ? but also to decline to acknowledge his ?victim? status in this regard. Consequently, the applicant?s intervention as a third party must be taken to attract the application of Article 6 ? 1 of the Convention in its ?civil? limb (see, mutatis mutandis, Perez v. France [GC], no. 47287/99, ? 66, ECHR 2004 I) and he can thus claim to be a ?victim? of a breach of that provision for the purposes of Article 34 of the Convention (see also Zi?tal v. Poland, no. 64972/01, ?? 57-59, 12 May 2009).
69. Accordingly, the Court rejects the Government?s objection.
(b) Exhaustion of domestic remedies
70. The Government submitted that the applicant had not availed himself of the remedies afforded by the domestic law to third parties. Having regard to the fact that the domestic proceedings were still pending before the courts at the time of communication, they requested that the application be declared premature.
71. In the recent case of Luli and Others v. Albania (cited above, ?? 77 84, 1 April 2014), the Court examined and rejected several objections raised by the Government as regards the applicants? failure to exhaust domestic remedies in respect of the length of terminated or pending proceedings. It further observes that the Constitutional Court, other than making a declaratory finding of a breach of an appellant?s right on account of the length of proceedings (see paragraphs 58-59 above), is unable to offer any means of redress to remedy the situation. Moreover, referring to its previous judgments in the case of Gjonbocari and Others v. Albania (no. 10508/02, ?? 73-82, 23 October 2007) and Marini v. Albania (no. 3738/02, ?? 147-158, ECHR 2007 XIV (extracts)), the Court found that there was no effective remedy in Albania in respect of the length of pending or terminated proceedings at the material time. In such circumstances, the Court finds that there was, and still is, no effective remedy available to the applicant in respect of the length of terminated or pending proceedings. It therefore rejects this Government?s objection.
(c) Conclusion
72. The Court considers that the complaint of the length of the proceedings is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 of the Convention. It further finds that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
73. The Government submitted that the legal proceedings had been complex, since they had involved an assessment of facts and evidence that had occurred more than fifty years ago. They attributed their length to the parties? actions and the problems related to the property restitution and compensation process. They maintained that the proceedings had been conducted within a reasonable time in the light of the reasons provided above.
74. The applicant maintained that the length of the proceedings had been excessive.
75. The Court would recall that the ?reasonableness? of the length of proceedings is to be assessed in the light of the circumstances of the case and with reference to the following criteria: the complexity of the case, the conduct of the applicant and of the relevant authorities and what was at stake for the applicant in the dispute (see, among other authorities, Frydlender v. France [GC], no. 30979/96, ? 43, ECHR 2000 VII).
76. The proceedings about which the applicant complained started on 12 May 2000 (see paragraph 67 above) and ended on 20 September 2009; they lasted 9 years, 4 months and 8 days. The Court accepts that the nature of the problem in the case was of some complexity. However, this fact alone cannot, in the Court?s view, justify a period of more than 9 years. As to the conduct of the applicant, the Court considers that he cannot be reproached for causing any periods of delay or inactivity. The fact that he appealed to higher courts to defend his interests cannot be held against him (see Svetlana Orlova v. Russia, no. 4487/04, ? 46, 30 July 2009).
77. Regarding the conduct of the domestic authorities, the Court notes that the courts examined the case in three sets of proceedings. It stresses that it is of vital importance that the domestic courts be the ultimate guarantor of the rule of law. However, in the instant case, they contributed to the delay by repeatedly referring the case back to lower courts for fresh examination. In this respect, the right to have one?s claim examined within a reasonable time would be devoid of all sense if domestic courts examined a case numerous times, by shifting it from one court to another, even if at the end the length of proceedings at each instance did not appear particularly excessive. The Court reiterates that it is incumbent on respondent States to organise their legal systems in such a way that their courts can meet the requirements of Article 6 of the Convention, including the obligation to hear cases within a reasonable time (see Svetlana Orlova, cited above, ? 47, and S?rmeli v. Germany [GC], no. 75529/01, ? 129, 8 June 2006).
78. Given that the remittal of the case for re-examination was frequently ordered as a result of errors committed by the lower courts, the repetition of such remittal orders discloses a deficiency in the judicial system, which deficiency alone prevented the applicant from having his ?civil rights and obligations?, as at issue in the proceedings in question, determined within a reasonable time (see Wierciszewska v. Poland, no. 41431/98, ? 46, 25 November 2003; Matica v. Romania, no. 19567/02, ? 24, 2 November 2006; and Falimonov v. Russia, no. 11549/02, ? 58, 25 March 2008). The fact that the domestic courts heard the case several times did not absolve them from complying with the reasonable-time requirement of Article 6 ? 1 (see Litoselitis v. Greece, no. 62771/00, ? 32, 5 February 2004).
79. In sum, in view of the foregoing, the Court concludes that the length of the proceedings was excessive and failed to meet the reasonable-time requirement under Article 6 ? 1 of the Convention. There has accordingly been a breach of that provision in the present case.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 13 OF THE CONVENTION
80. Under Article 13 of the Convention the applicant argued that he had no effective remedy in respect of his length-of-proceedings complaint under Article 6 ? 1 of the Convention. Article 13 reads as follows:
?Everyone whose rights and freedoms as set forth in [the] Convention are violated shall have an effective remedy before a national authority notwithstanding that the violation has been committed by persons acting in an official capacity.?
A. Admissibility
81. The Court considers that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 of the Convention. It further finds that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
82. The Court reiterates the findings at which it has arrived, on the basis of previous cases concerning Albania, in respect of exhaustion-of-domestic remedies in relation to an applicant?s complaint of unreasonable length of proceedings, contrary to Article 6 ? 1 of the Convention (see paragraph 71 above). It follows from that finding that in the present case there has been a violation of Article 13 of the Convention.
III. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 AND OF ARTICLE 13 OF THE CONVENTION
83. The applicant initially argued that the authorities? interference, by maintaining control over the petrol station and, subsequently, expropriating it breached his right to the peaceful enjoyment of his possessions as guaranteed by Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention. Throughout the proceedings concerning the nullity of the contract and agreements concluded in 1996 and following the conclusion of those proceedings, the applicant maintained that, as a result of the outcome of those proceedings, there had been an unjustified interference with his right of property under Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
84. He also claimed that no effective remedy within the meaning of Article 13 of the Convention (cited above) was available to him in relation to this alleged unjustified interference with his right of property.
A. The parties? observations
1. The Government
85. The Government submitted that the applicant had never effectively enjoyed possession of the installations in question. Furthermore, the contracts, on the basis of which the applicant had allegedly acquired property rights, had been declared null and void by the domestic courts. In their view, the nullity proceedings had been fair. In these circumstances, the Government contested that any claim under Article 1 of Protocol No. 1 existed, as well as disputing the applicant?s legal standing to bring the proceedings before this Court as an alleged ?victim? of a violation of that provision.
2. The applicant
86. The applicant argued that he had acquired property rights over the installations by virtue of lawful sales contracts concluded in 1996, as further confirmed by the property certificate issued by the Mortgage Office in May 1996. The domestic law did not require a physical handover of objects for a transfer of ownership. The fact that the landowners had not been in possession of the property did not prevent the parties from concluding a sales contract for future objects. In his view, the State-owned oil companies had controlled his property unlawfully and in bad faith. They had never complied with the court decisions ordering that the property be vacated.
87. He further argued that the proceedings concerning the nullity of the sales contracts had been instigated and encouraged by the authorities and that they had been tainted by manifest arbitrariness. He had acted on behalf of the landowners on the basis of valid powers of attorney; from 1996 to 2006 he had participated in domestic proceedings instituted by or against the landowners; he and they had addressed the authorities as regards breaches of their property rights and the landowners had never complained about his actions during this time.
B. The Court?s assessment
1. Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention
88. Article 1 of Protocol No. 1 applies only to a person?s existing possessions. Thus, future income thus cannot be considered to constitute ?possessions? unless it has already been earned or is definitely payable. Furthermore, the hope that a long-extinguished property right may be revived cannot be regarded as a ?possession?, nor can a conditional claim which has lapsed as a result of a failure to fulfil the condition (see Gratzinger and Gratzingerova v. the Czech Republic (dec.) [GC], no. 39794/98, ? 69, ECHR 2002-VII). However, in certain circumstances, a ?legitimate expectation? of obtaining an ?asset? may enjoy the protection of Article 1 of Protocol No. 1. Thus, where a proprietary interest is in the nature of a claim, the person in whom it is vested may be regarded as having a ?legitimate expectation? if there is sufficient basis for the interest in national law, for example where there is settled domestic case-law confirming its existence (see Kopeck? v. Slovakia [GC], no.44912/98, ? 52, ECHR 2004-IX). However, no legitimate expectation can be said to arise where there is a dispute as to the correct interpretation and application of domestic law and the applicant?s submissions are subsequently rejected by the national courts (see Kopeck?, cited above, ? 50).
89. In this connection, it is in the first place for the national authorities, and in particular the courts, to construe and apply the domestic law. The Court?s jurisdiction to verify that domestic law has been correctly interpreted and applied is limited, and it is not its function to take the place of the national courts; rather, its role is to ensure that the decisions of those courts are not flawed by arbitrariness or otherwise manifestly unreasonable (see Weitz v. Poland (dec.), no. 37727/05, 23 June 2009).
90. The Court notes that the applicant?s complaint under this head is not about an alleged breach of the Convention in regard to the landowners? property rights over their plot of land, the landowners having never claimed such a breach or joined the applicant in lodging the present application. Nor is it about the applicant?s inability to take possession of the plot of land. The applicant is claiming that he was the victim of a violation of Article 1 of Protocol No. 1 in connection with his own property rights over the installations and fuel tanks, as allegedly acquired by way of agreements and contracts concluded with the landowners in 1996.
91. However, the Court is not persuaded that the circumstances of the case, considered as a whole, conferred on the applicant a ?possession? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1. In the first place, the Court notes that in January and February 1996 the applicant and the landowners concluded agreements, according to which the former would assist the latter in the privatisation of installations and fuel tanks found on the petrol station. These agreements were contingent on the restoration of the landowners? property rights over the installations and fuel tanks and on their privatisation (see paragraphs 9, 21 and 22 above). By that time, the landowners? property rights had not yet been recognised, let alone restored, by the domestic authorities.
92. Secondly, in April 1996 the District Court allocated the landowners a plot of land and ordered that the installations and fuel tanks constructed thereon be restored at no cost, there being no mention of privatisation of those objects (see paragraph 11 above). The property certificate of 30 May 1996 indicated the landowners? title over of the plot of land, no entry having been made about their title over the installations and fuel tanks (see paragraph 12 above). In fact, the landowners never had control or possession of the installations and fuel tanks.
93. Thirdly, in spite of the absence of the exercise of property rights by the landowners over the installations and fuel tanks, in May 1996 in the hope that one day he would gain possession of those objects, the applicant concluded a sales contract with the landowners (see paragraph 23 above). The applicant also managed to have the title registered with the Mortgage Office (see paragraph 23 above). In reality, the installations and fuel tanks were at all times administered and exploited by two State oil companies (see paragraphs 11, 33 and 40 above).
94. Fourthly, in the domestic proceedings concerning the validity of the agreements and contracts concluded in 1996 between the landowners and the applicant, the applicant himself admitted that the loan agreements were fictitious (see paragraph 32 above). The domestic courts endorsed the arguments adduced by the landowners about the absolute nullity of the sales contracts. In doing so they noted that the contracts were fictitious, in that no sale price had been paid by the applicant and no loan had been made by the landowners to the applicant. Furthermore, no joint company had been established between the applicant and landowners (see paragraphs 33 and 40 above). The applicant never argued before the domestic courts and this Court that he, indeed, had ever paid the contracted sale price (see paragraphs 32, 34, 42 and 45 above). The Court has no evidence before it which would allow it to depart from the domestic courts? findings.
95. For these reasons, the Court considers that the applicant never had an existing ?possession?. The contracts he concluded were conditional on the fulfilment of events which never came to fruition. They were based on the premise that he would, one day, acquire effective possession of those objects, while there was no basis for this premise in the realities of the situation or in national law.
96. The Court further observes that in the proceedings concerning nullity of the agreements and contracts concluded in 1996, the applicant had the benefit of adversarial proceedings. He participated in them, made various requests of a procedural nature and had ample opportunity to advance all arguments he regarded as pertinent for the outcome of the case (see paragraphs 32, 34, 42 and 45 above). The Court considers that the District Court?s decision to admit to the case-file all the documents lodged by the landowners during the first set of proceedings concerning nullity of the contracts and agreements, including the powers of attorney, was in line with the provisions of Article 300 of the CCP (see paragraphs 28 and 48 above). The composition of the Court of Appeal that heard the case was constituted in accordance with the domestic law (see Ka?iu and Kotorri, cited above, ? 142). The Court of Appeal also decided to partially reopen the judicial examination and accepted new items of evidence as produced by the applicant (see paragraph 40 above). That the judges of the Supreme Court and the Constitutional Court had already heard and decided appeals previously lodged by the applicant in relation to unrelated, distinct sets of proceedings does not suffice to put into question their impartiality in the context of the current proceedings in the absence of any substantiation. The applicant did not point to other procedural shortcomings in his submissions to the Court.
97. The foregoing considerations are sufficient to enable the Court to conclude that the applicant did not have any ?existing possessions? or ?claims? susceptible of attracting the application of Article 1 of Protocol No. 1. It follows that this complaint must be rejected as incompatible ratione materiae in accordance with Article 35 ?? 3 (a) and 4 of the Convention.
2. Article 13 of the Convention
98. The applicant contended that there was no effective remedy as required by Article 13 of the Convention in relation to his rights under Article 1 of Protocol No. 1.
99. According to the Court?s case-law, Article 13 applies only where an individual has an ?arguable claim? to be the victim of a violation of a Convention right (see, amongst many other authorities, Boyle and Rice v. the United Kingdom, 27 April 1988, ? 52, Series A no. 131; more recently, Nada v. Switzerland [GC], no. 10593/08, ? 208, ECHR 2012, and Othymia Investments BV v. the Netherlands (dec.), no. 75292/10, ? 34, 16 June 2015).
100. Having regard to the above conclusion rejecting the complaint under Article 1 of Protocol No. 1 as inadmissible on the ground of being incompatible ratione materiae, the Court considers that there is no ?arguable claim? of an unjustifiable interference with the applicant?s right of property such as to enable Article 13 to have any application in the instant case (see Vasilchenko v. Russia, no. 34784/02, ? 54, 23 September 2010 and, more recently, Rukavina v. Croatia (dec.), no. 770/12, ? 75, 6 January 2015). It follows that this complaint is likewise inadmissible under Article 35 ? 3 (a) of the Convention and must therefore be rejected pursuant to Article 35 ? 4 thereof.
IV. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
101. In the applicant?s submission, the proceedings challenging the landowners? property rights were unfair and in breach of Article 6 ? 1 of the Convention on account of the quashing of final decisions and of the lack of impartiality of Supreme Court?s bench of 12 May 2000.
102. The Government argued that supervisory review had been available under the Code of Civil Procedure and every party to proceedings was entitled to have recourse to it. Its use did not constitute a breach of the principle of legal certainty.
103. As the Court has noted on previous occasions, the quashing of a final judgment is an instantaneous act which does not create a continuing situation, even if, as in the instant case, it entails the reopening of the proceedings (see Khanyan v. Armenia (dec.), no. 19065/05, 5 July 2007; Gargali v. Bulgaria (dec.), no. 67670/01, 5 June 2006; Nosov v. Russia (dec.), no. 30877/02, 20 October 2005; Sardin v. Russia (dec.), no. 69582/01, 12 February 2004; Stanca v. Romania (dec.), no. 59028/00, 27 April 2004; and Sitokhova v. Russia (dec.), no. 55609/00, 2 September 2004). Furthermore, in accordance with Article 35 ? 1 of the Convention, it may only examine complaints in respect of which domestic remedies have been exhausted and which have been submitted within a period of six months from the date of the ?final? domestic decision. If there is no adequate remedy against a particular act which is alleged to be in breach of the Convention, the date when that act takes place is taken to be ?final? for the purposes of the six-month rule (see, for example, Vala?inas v. Lithuania (dec.), no. 44558/98, 14 March 2000).
104. In the instant case, the applicant lodged a constitutional appeal against the Supreme Court?s judgments of 12 May 2000. The appeal was declared inadmissible by the Constitutional Court on 7 December 2000. Consequently, even assuming that the constitutional appeal was an effective remedy for the purposes of those proceedings, the final decision was given on 7 December 2000, that is to say more than six months before the date the application was lodged on 6 August 2003.
105. Accordingly, these complaints must be rejected pursuant to Article 35 ?? 1 and 4 of the Convention.
V. APPLICATION OF ARTICLE 46 AND 41 OF THE CONVENTION
A. Application of Article 46 of the Convention
106. Article 46 of the Convention provides:
?1. The High Contracting Parties undertake to abide by the final judgment of the Court in any case to which they are parties.
2. The final judgment of the Court shall be transmitted to the Committee of Ministers, which shall supervise its execution.?
107. The Court refers to and reiterates its findings in Luli and Others (cited above, ?? 114-19) in respect of Article 46 of the Convention. It urges the respondent State, as a matter of priority, to adopt general measures as indicated in paragraph 118 of that judgment, and to introduce an effective domestic remedy for the excessive length of proceedings.
B. Application of Article 41 of the Convention
108. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
1. Damage
109. The applicant claimed 1,186,088,150 euros (EUR) in respect of pecuniary damage and EUR 100,000,000 in respect of non-pecuniary damage.
110. The Government contested the applicant?s claim.
111. The Court does not discern any causal link between the essentially procedural violations of Articles 6 ? 1 and 13 which it has found and the pecuniary damage alleged by the applicant; it therefore rejects this claim. On the other hand, it awards the applicant EUR 1,000 in respect of non pecuniary prejudice sustained by him by reason of the violations found.
2. Costs and expenses
112. In the absence of any claim made by the applicant for reimbursement of costs and expenses, the Court awards no sum under this head.
3. Default interest
113. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Declares admissible the complaint concerning Article 6 ? 1 of the Convention and the related complaint under Article 13 as regards the length of the proceedings, which started on 12 May 2000 and ended on 20 September 2009;

2. Declares inadmissible the complaint under Article 1 of Protocol No. 1 and the related complaint under Article 13 as well as the remaining complaints under Article 6 ? 1 of the Convention;

3. Holds that there has been a violation of Article 6 ? 1 of the Convention in regard to the length of the proceedings which started on 12 May 2000 and ended on 20 September 2009;

4. Holds that there has been a violation of Article 13 of the Convention by reason of the lack of an effective remedy in regard to the length of the proceedings in question;

5. Holds,
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, EUR 1,000 (one thousand euros), plus any tax that may be chargeable in respect of non-pecuniary damage, to be converted into the currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

6. Dismisses the remainder of the applicant?s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 21 April 2016, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Abel Campos Mirjana Lazarova Trajkovska
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

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  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 15/10/2024