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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF TOLSTOBROV v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 11612/05/2010
Stato: Russia
Data: 2010-03-04 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE
CAUSA TOLSTOBROV C. RUSSIA
(Richiesta n. 11612/05)
SENTENZA
STRASBOURG
4 marzo 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Tolstobrov c. Russia,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Nina Vajić, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Khanlar Hajiyev, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 9 febbraio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 11612/05) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, V. P. T. (“il richiedente”), l’11 marzo 2005.
2. Il richiedente fu rappresentato dal Sig. I. T., un avvocato che pratica a Arkhangelsk. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dalla Sig.ra V. Milinchuk, Rappresentante precedente della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 9 novembre 2007 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1961 e vive a Arkhangelsk.
5. Il richiedente citò in giudizio una società privata per arretrati di salario.
6. Con sentenza del 16 marzo 2004, il Giudice di Pace nel Circuito di Varavino-Faktoriya assegnò 92,073.93 rubli russi al richiedente (RUB) contro la società di imputato.
7. La società imputata fece ricorso.
8. Il 16 giugno 2004, entrambe le parti essendo presenti nella camera di corte, la Corte di Lomonosovskiy del distretto di Arkhangelsk aggiornò al 13 luglio 2004 l’udienza il che fu annotato nei verbali. Alle parti fu anche notificato dell’udienza del 13 luglio 2004 per posta, in conformità col diritto nazionale. Comunque, la corte commise un errore nell’indirizzo della società imputata che non ricevette mai la citazione.
9. Il 13 luglio 2004 la Corte di Lomonosovskiy del distretto di Arkhangelsk, in assenza del rappresentante della società imputata sostenne la sentenza su ricorso.
10. La società imputata fece istanza di revisione direttiva delle sentenze sopra. Il 21 settembre 2004 un giudice nella Corte Regionale di Arkhangelsk gli concesse l’autorizzazione per una revisione direttiva. Il 29 settembre 2004 il Presidium della Corte Regionale accantonò la sentenza del 13 luglio 2004 ed ordinò un riesame della causa da parte della Corte distrettuale per i motivi che la società imputata non era stata informata dell’udienza del 13 luglio 2004. Il Presidium trovò che sebbene il rappresentante della società imputata fosse presente nella camera della corte quando la corte distrettuale aggiornò l’udienza al 13 luglio 2004, la società imputata non poteva essere considerata come debitamente informata di questo.
11. 26 gennaio 2005 la Corte distrettuale annullò la sentenza di 16 marzo 2004 ed assegnò il richiedente Strofini 38,123.85.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
12. Il diritto nazionale attinente che disciplina la procedura di revisione direttiva al tempo attinente è riassunto nella sentenza della Corte nella causa Kot c. Russia (n. 20887/03, § 17 del 18 gennaio 2007).
13. Sotto l’ Articolo 113 del Codice di Procedura Civile del 2002, in vigore al tempo attinente le parti ai procedimenti saranno chiamate in causa in un’udienza con una lettera spedita tramite posta registrata da una ricevuta di ritorno, tramite citazione di corte con una ricevuta di ritorno, tramite telegramma , via telefono o fax o tramite qualsiasi altro mezzo che possa fungere da documento di garanzia del fatto che la citazione fu spedita e fu ricevuta dalla parte.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A CAUSA DELLA REVISIONE DIRETTIVA
14. Il richiedente si lamentò sotto l’ Articolo 6 della Convenzione e sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che la sentenza definitiva del 16 marzo 2004, come sostenuta il 13 luglio 2004, era stata annullata tramite revisione direttiva il 29 settembre 2004. Nelle parti attinenti, questi Articoli recitano come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale. […]”
15. Il Governo contestò questo argomento. Dibatté, inter alia, che la revisione direttiva era stata compatibile con la Convenzione siccome era tesa a correggere un errore giudiziale, vale a dire l’insuccesso della corte di ricorso nel notificare alla società imputata le udienze di ricorso.
A. Ammissibilità
16. La Corte nota che l’azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. L’ Articolo 6
17. La Corte reitera che nell’interesse della certezza legale richiesta implicitamente dall’ Articolo 6, la mera possibilità che ci siano due prospettive sulla materia non è una base per un riesame di sentenze definitive e dovrebbero essere lasciate generalmente intatte. Loro possono essere toccate solamente per correggere degli errori fondamentali (vedere Ryabykh c. Russia, n. 52854/99, §§ 51-52 ECHR 2003-IX). La Corte dovrà determinare quindi se i motivi per l’annullamento della sentenza del richiedente rientravano all’interno di questa eccezione (vedere Protsenko c. Russia, n. 13151/04, § 29 del 31 luglio 2008).
18. Nella presente causa la sentenza definitiva fu annullata per l’insuccesso della corte distrettuale nell’ informare debitamente la società imputata dell’udienza di ricorso del 13 luglio 2004.
19. La Corte considera che le circostanze a cui si fa riferimento erano per loro natura e significato tali da giustificare l’annullamento della sentenza definitiva e che queste non erano incoerenti col principio della certezza legale (vedere Protsenko, citata sopra, §§ 33, 34). Essendo sconosciuta l’udienza della causa alla società imputata, la Corte distrettuale privò effettivamente il processo del suo carattere contraddittorio richiesto, (vedere Tishkevich c. Russia, n. 2202/05, § 25 del 4 dicembre 2008).
20. La Corte trova, perciò, che nelle circostanze di questa particolare causa l’annullamento della sentenza di revisione direttiva definitiva non spogliarono il richiedente del “diritto ad un tribunale” sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione. Non c’è stata di conseguenza violazione di quell’Articolo.
2. L’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
21. La Corte osserva che come risultato della revisione direttiva al richiedente furono assegnate somme significativamente inferiori che sotto la sentenza iniziale annullata.
22. Comunque, l’interferenza coi diritti di proprietà del richiedente creata dalla sentenza annullata era legale ed intraprendeva lo scopo legittimo di proteggere i diritti della società imputata, e, avendo riguardo alle sentenze sotto l’Articolo 6 della Convenzione, era proporzionata.
23. Non c’è stata di conseguenza, nessuna violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
24. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 del risultato dei procedimenti.
25. Avendo riguardo a tutto il materiale in suo possesso, e nella misura in cui queste azioni di reclamo rientrano all’interno della sua competenza, la Corte costata che non c’è nessuna comparizione di violazione dei diritti e delle libertà esposte nella Convenzione o nei suoi Protocolli. Ne segue che questa parte della richiesta deve essere respinta come essendo mal-fondata manifestamente, facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardo alla revisione direttiva ammissibile e la parte rimanente della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che non c’è stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a causa della revisione direttiva.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 4 marzo 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIRST SECTION
CASE OF TOLSTOBROV v. RUSSIA
(Application no. 11612/05)
JUDGMENT
STRASBOURG
4 March 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Tolstobrov v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Christos Rozakis, President,
Nina Vajić,
Anatoly Kovler,
Elisabeth Steiner,
Khanlar Hajiyev,
Giorgio Malinverni,
George Nicolaou, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 9 February 2010,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 11612/05) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Russian national, V. P. T. (“the applicant”), on 11 March 2005.
2. The applicant was represented by Mr I. T., a lawyer practising in Arkhangelsk. The Russian Government (“the Government”) were represented by Ms V. Milinchuk, former Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. On 9 November 2007 the President of the First Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1961 and lives in Arkhangelsk.
5. The applicant sued a private company for salary arrears.
6. By judgment of 16 March 2004, the Justice of Peace in the Varavino-Faktoriya Circuit awarded the applicant 92,073.93 Russian roubles (RUB) against the defendant company.
7. The defendant company appealed.
8. On 16 June 2004, both parties being present in the court-room, the Lomonosovskiy District Court of Arkhangelsk adjourned the hearing until 13 July 2004, which was noted in the minutes. The parties were also notified about the hearing of 13 July 2004 by post, in accordance with the domestic law. However, the court made a mistake in the defendant company’s address, which never received the summons.
9. On 13 July 2004 the Lomonosovskiy District Court of Arkhangelsk, in the absence of the defendant company’s representative, upheld the judgment on appeal.
10. The defendant company applied for supervisory review of the above judgments. On 21 September 2004 a judge in the Arkhangelsk Regional Court granted it leave for supervisory review. On 29 September 2004 the Presidium of the Regional Court set aside the judgment of 13 July 2004 and ordered a re-examination of the case by the District Court on the grounds that the defendant company had not been informed about the hearing of 13 July 2004. The Presidium found that though the defendant company’s representative was present in the court-room when the district court adjourned the hearing to 13 July 2004, the defendant company could not be considered as duly informed about it.
11. On 26 January 2005 the District Court quashed the judgment of 16 March 2004 and awarded the applicant RUB 38,123.85.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
12. The relevant domestic law governing the supervisory review procedure at the material time is summed up in the Court’s judgment in the case of Kot v. Russia (no. 20887/03, § 17, 18 January 2007).
13. Under Article 113 of the Code of Civil Procedure of 2002, in force at the material time, parties to the proceedings are to be summoned to a hearing by a letter sent by registered mail with an acknowledgment of receipt, by court summons with an acknowledgment of receipt, by telegram, by phone or fax or by any other means which can guarantee a record of the fact that the summons was sent and was received by the party.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 § 1 OF THE CONVENTION AND OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 ON ACCOUNT OF SUPERVISORY REVIEW
14. The applicant complained under Article 6 of the Convention and under Article 1 of Protocol No. 1 that the final judgment of 16 March 2004, as upheld on 13 July 2004, had been quashed by way of supervisory review on 29 September 2004. In so far as relevant, these Articles read as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair … hearing … by [a] … tribunal…”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.[…]”
15. The Government contested that argument. They argued, inter alia, that the supervisory review had been compatible with the Convention as it was aimed to correct a judicial error, namely the failure of the appeal court to notify the defendant company about the appeal hearings.
A. Admissibility
16. The Court notes that the complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Article 6
17. The Court reiterates that for the sake of legal certainty implicitly required by Article 6, the mere possibility of there being two views on the subject is not a ground for re-examination of final judgments and they should generally be left intact. They may be disturbed only to correct fundamental errors (see Ryabykh v. Russia, no. 52854/99, §§ 51-52, ECHR 2003-IX). The Court will hence have to determine if the grounds for the quashing of the applicant’s judgment fell within this exception (see Protsenko v. Russia, no. 13151/04, § 29, 31 July 2008).
18. In the present case the final judgment was quashed for the district court’s failure to duly inform the defendant company about the appeal hearing of 13 July 2004.
19. The Court considers that the circumstances referred to were in their nature and significance such as to justify the quashing of the final judgment and that this was not inconsistent with the principle of legal certainty (see Protsenko, cited above, §§ 33, 34). Indeed, by hearing the case unbeknownst to the defendant company the District Court deprived the trial of its requisite adversarial character (see Tishkevich v. Russia, no. 2202/05, § 25, 4 December 2008).
20. The Court finds, therefore, that in the circumstances of this particular case the quashing of the final judgment via supervisory review did not deprive the applicant of the “right to a court” under Article 6 § 1 of the Convention. There has been accordingly no violation of that Article.
2. Article 1 of Protocol No. 1
21. The Court observes that as a result of the supervisory review the applicant was awarded significantly less sums than under the initial quashed judgment.
22. However, the interference with the applicant’s possession rights created by the quashed judgment was lawful and pursued a legitimate aim of protecting the rights of the defendant company, and, having regard to the findings under Article 6 of the Convention, was proportionate.
23. Accordingly, there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
24. The applicant complained under Article 6 about the outcome of the proceedings.
25. Having regard to all the material in its possession, and in so far as these complaints fall within its competence, the Court finds that there is no appearance of a violation of the rights and freedoms set out in the Convention or its Protocols. It follows that this part of the application must be rejected as being manifestly ill-founded, pursuant to Article 35 §§ 3 and 4 of the Convention.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaint concerning the supervisory review admissible and the remaining part of the application inadmissible;
2. Holds that there has been no violation of Article 6 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 on account of supervisory review.
Done in English, and notified in writing on 4 March 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Registrar President

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