A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
Qui trovi tutto cio che ti serve in tema di espropriazione per pubblica utilità.

Se desideri chiarimenti in tema di espropriazione compila il modulo cliccando qui e poi chiamaci ai seguenti numeri: 06.91.65.04.018 - 340.95.85.515

Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF TKACHEVY v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, P1-1
Numero: 35430/05/2012
Stato: Russia
Data: 2012-02-14 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Resto inammissibile; Violazione di P1-1; danno Patrimoniale – riservato; danno Non-patrimoniale – riservato
PRIMA SEZIONE
CAUSA TKACHEVY C. RUSSIA
(Richiesta n. 35430/05)
SENTENZA
STRASBOURG
14 febbraio 2012
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Tkachevy c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Nina Vajić, Presidente,
Anatoly Kovler Peer Lorenzen, Elisabeth Steiner, Khanlar Hajiyev, Mirjana Lazarova Trajkovska, Julia Laffranque, giudici, e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 24 gennaio 2012,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 35430/05) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da due cittadini russi, OMISSIS (“i richiedenti”), il 15 giugno 2005.
2. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. G. Matyushkin, Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 18 maggio 2010 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e i meriti della richiesta allo stesso tempo (Articolo 29 § 1).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. I richiedenti, consorti nacquero rispettivamente nel 1957 e 1966 e vivono a Mosca.
5. Al tempo degli eventi possedevano un appartamento al 9/12–1 Via Znamenka a Mosca, nelle vicinanze della Galleria d’Arte Statale dell’ artista popolare dell’URSS Alessandro Shilov. L’appartamento aveva sei stanze e misurava 121.8 m². Era occupato dai richiedenti, i loro due figli minorenni, ed una suocera.
A. L’ampliamento della galleria e lo sfratto
6. Nell’ aprile 2001 il Governo di Mosca decise che al fine della ricostruzione della galleria lo stabile dei richiedenti avrebbe dovuto essere evacuato e avrebbero dovuto essere convertito in locali non-residenziali (Decreto 373-PP). Lo sviluppo e la ricollocazione dei residenti sarebbero stati finanziati dalla Tverskaya Finance B.V., una società olandese privata. Al completamento del progetto, il 60% dell’edificio doveva andare a Tverskaya Finance, e il 40% al Governo di Mosca. Nelle parti attinenti, i Decreti 373-PP recitano come segue:
“Al fine di una ricostruzione che include tutto il territorio adiacente alla [Galleria] e in conformità col concetto di pianificazione architettonico sviluppato, il Governo di Mosca decreta:
1. Accettare la proposta del Comitato di Mosca di Architettura per includere… l’edificio localizzato al 9/12–1 Znamenka nel singolo progetto d’ investimento dello stabile e dei lavori di ricostruzione a Znamenka.
2. Prendere in considerazione l’accordo dell’investitore-Finance Tverskaya B.V. – di finanziare la costruzione e la ricostruzione degli edifici.

4. Adottare un accordo secondo cui dopo la ricostruzione si dividerebbero i locali non-residenziali al 9/12–1 Znamenka come segue: 60% a Finance Tverskaya B.V., 40% al Dipartimento delle proprietà statali e municipali di Mosca.
5. Prendere in considerazione l’accordo dell’investitore per finanziare il ricollocamento degli inquilini e dei proprietari dal 9/12–1 Znamenka… per prendere possesso o acquisire locali.

6.2. Completare l’edificio e i lavori di ricostruzione nel primo trimestre del 2006.

8. Che il Prefetto del Distretto Amministrativo Centrale dovrebbe formalizzare insieme col Dipartimento degli Alloggi Municipali e della Politica degli Alloggi del Governo di Mosca la conversione del 9/12–1 Znamenka in locali non-residenziali.”
7. I richiedenti si opposero a questo progetto e nel maggio 2003 loro impugnarono il Decreto 373-PP presso una corte.
8. Nell’ agosto 2003 le autorità richiesero all’Impresa Statale Moszhilniiproekt, un’agenzia di indagini pubblica, di consegnare un rapporto sulla condizione tecnica dell’edificio. La richiesta era formulata in modo da essere “in esecuzione dell’incarico del primo Sostituto del prefetto del Circuito Amministrativo Centrale di Mosca sulla materia di giudicare [l’edificio] una struttura pericolosa.” Moszhilniiproekt trovò che l’edificio era minacciato da crolli.
9. Nel novembre 2003-febbraio 2004 il Governo di Mosca offrì ai richiedenti di scegliere un appartamento in sostituzione tra un appartamento di quattro – stanze di 149 m² al 77 di via Udaltsova, un appartamento di quattro – stanze di 105 m² al 12 di via Tverskaya un appartamento di cinque – stanze di 125 m² al 9/6 di via Zamorenova, ed un appartamento di cinque – stanze di 112 m² al 39/6 di via Dolgorukovskaya. I richiedenti respinsero queste offerte.
10. Nell’ aprile 2004 il Governo di Mosca classificò l’edificio come struttura pericolosa ed ordinò la sua conversione in locali non-residenziali (Decreto 669-RP). Pertanto nella parte attinente, il Decreto 669-RP recita come segue:
“[È ordinato col presente]:
1. Di classificare l’edificio residenziale localizzato al 9/12–1 Znamenka come struttura pericolosa e successivamente di riconvertirlo in locali non-abitabili.
2. Prendere in considerazione che
2.1. In conformità con il [Decreto 373-PP] l’investitore è Finance Tverskaya B.V.
2.2. Tverskaya Finance B.V. è il beneficiario di un contratto d’affitto… dell’area di terreno per la ricostruzione e la costruzione del complesso degli edifici incluso 9/12–1 Znamenka.
3. Stabilire che i residenti dell’edificio pericoloso saranno ristabiliti in locali residenziali acquisiti a spese dell’investitore.

7. Che il Prefetto del Distretto Amministrativo Centrale può
7.1. Insieme col Dipartimento della Politica degli Alloggi e Stock degli Alloggi di Mosca ristabilisca i residenti dall’edificio pericoloso a spese dell’investitore ed ai locali acquisiti dall’investitore nel 2004.

7.4. Addebiti i costi di trasporto riferiti al ristabilimento all’investitore.”
11. Nell’ ottobre 2004 i richiedenti richiesero alla NPTs Rekonstruktsia, un’agenzia di indagini privata, di consegnare un rapporto alternativo sulla condizione tecnica dell’edificio. Rekonstruktsia trovò che l’edificio era sicuro e avrebbe potuto essere riparato senza ricollocare i residenti.
12. Il 1 ottobre 2004 la Corte distrettuale di Tverskoy di Mosca trovò il Decreto 373-PP legale perché, fra le altre cose, l’edificio era stato classificato come pericoloso. La corte scrisse:
“I [ richiedenti] affermano che il Decreto trasferisce la loro proprietà a Finance di Tverskaya B.V. Ma questa affermazione è sbagliata perché il Decreto accorda soltanto all’investitore il diritto di finanziare i lavori di costruzione, ricostruzione, e restituzione degli edifici, ed acquisire successivamente una parte in quegli edifici.

Non c’è neanche merito nell’ argomento [richiedenti ‘] che il loro edificio appartiene all’eredità culturale, è un monumento storico e culturale, e quindi non può essere ricostruito…. [I richiedenti] non hanno offerto prova che 9/12–1 Znamenka è nel Registro Statale dell’ eredità culturale e monumentali.
[I richiedenti] considerano che il loro edificio non è pericoloso e che si può viverci. Questo argomento è contraddetto dal rapporto dell’ esame dell’ agosto 2003 di Moszhilniiproekt… e dal [Decreto 669-RP].
[I richiedenti] considerano che non c’erano stati motivi legali per la conversione del loro edificio in locali non-abitabili. Ma è stato mostrato che la residenza a 9/12–1 Znamenka è stata trovata pericolosa e non adatta per abitarci permanente. È per questa ragione che l’edificio è stato convertito in locali non-abitabili….
[I richiedenti] rivendicano anche che il [Decreto 373-PP] viola i loro diritti di alloggio e li spoglia dell’appartamento che loro possiedono. Questa rivendicazione è falsa. È contraddetta dai contenuti dei registri della causa e, al primo posto, dal Decreto stesso perché non contiene nessuna clausola sull’espropriazione.”
Il 12 gennaio 2005 la Mosca Corte Urbana sostenne quella sentenza.
13. La Finance di Tverskaya comprò un appartamento al 26 di via Krasnoprudnaya e lo propose ai richiedenti come sostituzione. L’appartamento aveva sei stanze e misurava 131.1 m². I richiedenti respinsero questa offerta, principalmente perché loro non desiderarono cambiare la zona e perché l’appartamento nuovo era, nella loro prospettiva, di una peggiore qualità. Nell’ agosto-dicembre 2004 Tverskaya Finance ed il Governo di Mosca chiesero ad una corte di sfrattare i richiedenti.
14. Il 26 gennaio 2005 la Corte distrettuale di Khamovnicheskiy di Mosca sfrattò i richiedenti. La corte trovò, fra le altre cose che dopo che la ricostruzione l’edificio sarebbe stato usato come locali non-residenziali, e che l’appartamento in sostituzione era più grande e più caro. Nonostante l’eccezione dei richiedenti, la corte si appellava ad un rapporto di valutazione commissionato dalla Finance Tverskaya che ha valutato Znamenka a RUB 7,556,856 e Krasnoprudnaya a RUB 10,311,148. La corte scrisse:
“Siccome l’appartamento è la sola residenza [dei richiedenti ], l’appartamento in sostituzione dovrebbe essere di qualità uguale. La corte considera che un appartamento in sostituzione… è di qualità uguale se… è localizzato all’interno dei confini della stessa città ed è della stessa misura o più grande.
La corte considera che l’appartamento dove i querelanti stanno chiedendo di ricollocare [i richiedenti] soddisfa pienamente questi criteri . È localizzato all’interno del confine amministrativo di Mosca, ed anche nello stesso distretto dove la famiglia [dei richiedenti] ora vive. L’appartamento soddisfa i requisiti sanitari e tecnici, è appropriato per essere abitato, e ha tutti i conforti. La sua misura e il prezzo eccedono quelli dell’appartamento attuale [dei richiedenti ‘].
La corte considera perciò che il ricollocamento dei [ richiedenti ] a Krasnoprudnaya non solo rispetta i loro diritti e libertà ma anche migliora le loro condizioni abitative.

Il fatto che il 9/12–1 Znamenka è destinato ad essere ricostruito e non viene demolito non [impedisce lo sfratto], perché… in futuro l’edificio sarà usato a fini non-abitativi.
La corte ignora l’argomento [dei richiedenti ‘] che il ristabilimento infrangerà i diritti di alloggio e gli interessi dei loro figli che vanno ad una scuola vicina e non saranno in grado di fare da spola sul metrò. A Krasnoprudnaya ci sono anche scuole secondarie che la figlia [dei richiedenti] non sarà in grado di frequentarla. In merito al figlio che deve fare la spola sul metro, la prova presentata non mostra controindicazioni mediche.”
Il 18 aprile 2005 la Mosca Corte Urbana sostenne quella sentenza.
15. Nel giugno 2005 i richiedenti si trasferirono al 26 Strada di Krasnoprudnaya.
16. Nel marzo 2008 il Governo di Mosca assegnò l’intero tutto lo Znamenka alla Tverskaya Finance (Decreto 221-PP). Pertanto nella parte attinente, il Decreti 221-PP recita come segue:
“Al fine del completamento dell’attuazione dell’investimento che costruisce il progetto,la ricostruzione e la restituzione degli edifici localizzati al 9/12 Znamenka… è ordinato col presente:
1. Di prolungare per la Finance di Tverskaya B.V. il termine dei lavori di costruzione, della ricostruzione e della restituzione degli edifici… per non più di 18 mesi… senza sanzioni penali.
2. Di prendere in considerazione l’impegno di Finance di Tverskaya B.V. di

2.4. Eseguire il lavori d’emergenza e la piena restituzione e l’adattamento di 9/12–1 Znamenka.
3. Prendere in considerazione il fatto che

3.3. Nel corso dell’attuazione del progetto di investimento l’investitore ha ricollocato i residenti… da 9/12–1 Znamenka…. Tverskaya Finance B.V. ha ricevuto diritti di proprietà si 1,324.1 m² di locali a 9/12–1 Znamenka, incluso 764 m² di locali residenziali e 560.1 m² di locali non-residenziali….

6. Prendere in considerazione l’accordo delle parti ai seguenti cambi nella distribuzione della proprietà sul completamento del progetto:

6.2. Riguardo alla seconda parte del progetto la distribuzione contrattuale di proprietà fra le parti sarà come segue:
-100% di 9/12–1 Znamenka… sarà trasferito alla proprietà dell’investitore.”
17. Secondo i richiedenti, l’edificio è stato ricostruito come una proprietà residenziale eccellente. Secondo il Governo, la costruzione ancora è in preparazione, e l’edificio ospiterà locali commerciali ed amministrativi.
18. Il Governo basò questa dichiarazione sulle informazioni disponibili nel website all’indirizzo http://znamenka9.ru. Al tempo dell’esame della causa della Corte quel sito mostra che il 9/12–1 Znamenka è un blocco di appartamenti offerti per la vendita. Il precedente appartamento dei richiedenti era al terzo piano e sembra essere stato ridotto ad un appartamento di 85.8 m² (segnato sul piano come “appartamento F”). Il website loda l’unicità e la storicità del vicinanze, cita poesie (“Неподражаемой земля di незаменимая di России”-“la terra insostituibile della Russia Inimitabile”), e celebra le viste della Cattedrale vicina del Cristo Salvatore, del Cremlino, della Casa di Pashkov, e Zamoskvorechye.
B. Procedimenti contro l’agenzia di indagine
19. Nell’ ottobre 2003 il primo richiedente richiese ad una corte di ordinare che Moszhilniiproekt rendesse disponibile il suo rapporto di esame. Dal 2003 al 2006 le corti rifiutarono diverse volte rifiutò di esaminare questa richiesta a causa dell’inosservanza del richiedente con le formalità tecniche, pagare una parcella di corte e rispettare la giurisdizione. Il 27 aprile 2006 la Corte di Città di Mosca infine respinse la richiesta perché era indirizzata alla scoperta di prove usate nell’altra causa del richiedente e quindi non era passibile di distinzione di procedimenti.
C. Procedimenti contro il contratto di sviluppo
20. Nel gennaio 2005 il primo richiedente richiese alla Corte distrettuale di Khamovnicheskiy di invalidare il contratto fra la galleria, Tverskaya Finance, ed il Governo di Mosca riguardo allo sviluppo di Znamenka. Il 25 aprile 2006 la Corte Urbana di Mosca ha rifiutato di esaminare questa richiesta perché il primo richiedente non viveva più in Znamenka e quindi non era colpito personalmente dal contratto.
II DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
21. Sotto la sezione 35-3 della Costituzione, nessuno può essere privato delle sue proprietà salvo con una decisione giudiziale. La presa obbligatoria di proprietà per necessità Statali è solamente possibile a condizione di un rimborso preliminare equivalente.
22. Sotto la sezione 49-3 del Programma sugli Alloggi del 1983 in vigore al tempo attinente, se un edificio che contiene appartamenti privatizzati fosse demolito facendo seguito a leggi applicabili, l’autorità locale o l’impresa che demolisce doveva, col consenso dei proprietari sfrattati , offrire loro una residenza equivalente o altro risarcimento.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
23. I richiedenti si lamentarono che l’espropriazione del loro appartamento non serviva l’ interesse pubblico, e che non era stata data nessuna sostituzione adeguata. Loro si riferirono agli Articoli 1 e 8 della Convenzione, all’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, e all’ Articolo 2 del Protocollo N.ro 4. La Corte esaminerà questa azione di reclamo sotto l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
24. Il Governo dibatté che questa azione di reclamo era manifestamente mal-fondata.
25. Come questione di principio, le autorità godevano, di un margine ampio di valutazione nella pianificazione di città.
26. Secondo, lo sfratto aveva servito l’interesse pubblico della sicurezza, perché l’edificio era sotto la minaccia di crollo. Secondo il rapporto di esame di Moszhilniiproekt, l’edificio era stato costruito prima del 1917 e non era stato ritrutturato. I suoi travetti di pavimento di legno erano stati marci e 70% portati fuori. Il sottopiano era crollato parzialmente. Pavimenti di legno erano stati rotti, marcio, e 65% portati fuori. Alla cantina e muri aveva mancato impermeabilizzazione. I muri erano stati l’umidità. Il muro anteriore aveva avuto fessure sotto finestre.
27. L’edificio era stato ricostruito come un centro commerciale, non una residenza.
28. Terzo, l’interferenza con la proprietà dei richiedenti era stata proporzionata perché i richiedenti avevano ricevuto il risarcimento adeguato ed immediato. L’appartamento in sostituzione era localizzato all’interno dello stesso distretto amministrativo di Mosca, aveva soddisfatto i requisiti sanitari, ed era appropriato per essere abitabile. Era l’ 8% più grande e il 37% più caro dell’appartamento in Znamenka. Inoltre, le autorità avevano offerto una scelta di appartamenti in sostituzione.
29. In ultimo, lo sfratto era legale perché le corti nazionali avevano sostenuto i decreti del Governo di Mosca. I decreti erano accessibili ed adeguatamente formulati.
30. I richiedenti mantennero la loro azione di reclamo. Non c’era stato prima di tutto, nessun interesse pubblico e reale di sicurezza, perché la decisione di espropriare l’edificio (Decreto 373-PP) era avvenuta prima del rapporto di esame. Il Governo di Mosca aveva usato l’edificio come pagamento per la ricostruzione della galleria da parte della Finance di Tverskaya. Se la preoccupazione per la sicurezza fosse stata reale, ai residenti sarebbe stato permesso di ritrasferirvisi dopo la ristrutturazione.
31. Il rapporto di Moszhilniipoekt era stato influenzato perché era stato pagato dalla Finance Tverskaya. Il rapporto alternativo aveva trovato l’edificio sicuro.
32. Secondo, l’interferenza era stata sproporzionata, perché l’appartamento in sostituzione a 26 di via Krasnoprudnaya era inadeguato. Localizzato lontano da Znamenka, non era adeguato al panorama culturale di Znamenka con la sua prossimità al Cremlino e alle pietre miliari di eredità della capitale russa. L’ambiente nuovo era vicino a stazioni ferroviarie occupate, era molto trafficato e l’aria era malsana. L’appartamento nuovo aveva fatto finestre con infiltrazioni, pavimenti disuguali, impianto elettrico vecchio , muri e soffitto rotti, un ascensore non sicuro, ed un recinto pericoloso infestato da roditori. Il rasferimento a Krasnoprudnaya era stato doloroso per la famiglia perché loro avevano dovuto rompere legami stabiliti con dottori, scuole, attività culturali, e parrocchia. Gli altri appartamenti offerti in sostituzione erano anche peggiori.
33. In ultimo, l’interferenza era stata illegale perché, contrariamente alle mete dichiarate del progetto, l’edificio era rimasto una residenza, i cui appartamenti erano stati messi in vendita. Anche il progetto stesso era stato illegale, perché alla Finance Tverskaya era stato assegnato il contratto senza offerta pubblica, e perché le norme di conservazione dell’ eredità avevano proibito la costruzione di grande portata nella zona di conservazione del Cremlino.
34. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Principi Generali
35. La Corte reitera che il sistema internazionale di esecuzione collettiva stabilito dalla Convenzione è sussidiario ai sistemi nazionali che salvaguardano i diritti umani. Le autorità nazionali rimangono libere di scegliere le misure che loro considerano appropriate nelle questioni che sono governate dalla Convenzione. Il riesame della Corte riguarda solamente la conformità di queste misure coi requisiti della Convenzione. (vedere la causa “belgian Linguistic”, 23 luglio 1968, § 10 Serie A n. 6).
36. In questa vena, a causa della loro conoscenza diretta delle necessità della società le autorità nazionali sono messe meglio del giudice internazionale per valutare “l’interesse pubblico” sottostante un’interferenza con la proprietà. Cos’ spetta loro determinare sia l’esistenza di un problema pubblico che garantisce la privazione di proprietà che l’azione riparatrice da intraprendere.
37. Inoltre, l’“interesse pubblico” è una nozione ampia che comporta problemi politici, economici, e sociali, opinioni su che può differire estesamente. La Corte trova naturale che le autorità dovrebbero avere un margine ampio di valutazione nell’implementare politiche sociali ed economiche, e nel particolare sviluppo di terreni e schemi di sviluppo di città (vedere Buckley c. Regno Unito, 25 settembre 1996, § 75 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1996-IV; Vassallo c. Malta, n. 57862/09, § 36 11 ottobre 2011). Rispetterà perciò la determinazione delle autorità di ciò che è “interesse pubblico” a meno che questa determinazione sia manifestamente senza fondamento ragionevole. In altre parole, benché la Corte non possa sostituire la sua propria valutazione per che delle autorità nazionali, è legato per fare un riesame delle misure contestate sotto l’Articolo 1 del Protocollo, N.ro 1 e, nel fare così, indagare i fatti con riferimento al quale agirono le autorità nazionali (vedere James ed Altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, § 46 Serie A n. 98).
2. L’applicazione dei principi generali alla presente causa
38. Non è in controversia che l’espropriazione dell’appartamento dei richiedenti ha corrisposto ad un’interferenza col loro diritto al godimento tranquillo delle loro proprietà. Di conseguenza, siccome loro furono privati delle loro proprietà all’interno del significato del primo paragrafo dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ciò che rimane da determinare è se questo è stato fatto “nell’interesse pubblico e se era conforme alle condizioni previste dalla legge e coi principi generali di diritto internazionale.”
39. Il Governo di Mosca giustificò l’espropriazione della proprietà dei richiedenti con l’interesse pubblico della sicurezza (vedere §§ 8, 10 12 e 26 sopra). Mentre questo interesse è di per sé legittimo, nelle circostanze della presente causavi è un numero di discordanze che non permettono la conclusione che questo interesse fosse sostenuto realmente.
40. Prima, la decisione di prendere la proprietà (Decreto 373-PP) ha preceduto il rapporto di esame che ha trovato la proprietà pericolosa. Il rapporto fu commissionato effettivamente solo dopo che i richiedenti si erano opposti l’espropriazione.
41. Secondo, commissionando il rapporto da Moszhilniiproekt le autorità ammisero effettivamente che il primo Sostituto del prefetto del Circuito Amministrativo Centrale aveva richiesto di classificare l’edificio come pericoloso. Sembrerebbe perciò che la conclusione del rapporto era stata predeterminata.
42. Terzo, se lo sfratto dei richiedenti era stata motivata solamente dalla preoccupazione per la loro sicurezza, sarebbe stato coerente permettere loro di rioccupare la proprietà dopo le necessarie ristrutturazioni.
43. Quarto, mentre sotto la disposizione originale (Decreto 373-PP) il 40% dell’edificio ricostruito doveva andare al Governo di Mosca, nel 2008 l’intero edifico andaò alla Tverskaya Finance (Decreto 221-PP). Il ritiro delle azioni delle autorità nell’edificio diminuì l’elemento pubblico dell’operazione, e divenne in sostanza una cessione dei beni da una parte privata (i richiedenti) ad un altra (Tverskaya Finance).
44. Ultimo, come ragione per ordinare l’espropriazione, la Corte distrettuale di Khamovnicheskiy citò una conversione eventuale dell’edificio in locali non-residenziali. La Corte concorda che questo aspetto è attinente per la valutazione dell’ “interesse pubblico” ed investigherà perciò l’attuale destino dell’edificio.
45. Le parti dibattono circa questo. Il Governo dichiara che l’edificio è divenuto un spazio di uffici , senza, comunque, spiegare la sua utilità pubblica. I richiedenti insistono che l’edificio sia divenuto una residenza di lusso.
46. Il Governo si appella alle informazioni prese dalla vetrina on-line del progetto di Znamenka all’indirizzo http://znamenka9.ru. La Corte è attenta della fluidità inerente alle fonti on-line, ma il Governo apparentemente ritiene il website affidabile, e secondo il RIPN, il registro dei nomi dei domini russi , il website appartiene a Finance di Tverskaya. Perciò, la Corte analizzerà i suoi contenuti.
47. Il tono complessivo del website è commerciale, loda i benefici di possedere una proprietà in posizione centrale e prestigiosa. Lascia poco dubbbi che 9/12–1 Znamenka sia costituito di appartamenti in vendita. Il venditore accentua la prossimità dell’edificio a pietre miliari culturali -lo stesso argomento che la Corte distrettuale di Khamovnicheskiy ha considerato non attinente quando decise che l’appartamento a Krasnoprudnaya era una sostituzione adeguata. Le informazioni dal website sono confermate da annunci pubblicitari di agenti immobiliari forniti dai richiedenti.
48. La Corte conclude perciò che l’edificio è divenuto locali residenziali contrariamente alle mete dichiarate dal progetto (vedere § 6 sopra).
49. La Corte richiama che ha dichiarato recentemente inammissibile una richiesta riguardante un set di circostanze prima facie simili. In Sourlas c. Grecia (n. 46745/07, dec. 17 febbraio 2011) l’appartamento del richiedente localizzato in posizione centrale ad Atene fu preso al fine di costruire il nuovo Museo dell’ Acropoli, ed il richiedente contestò la valutazione dell’appartamento da parte delle autorità. Ma diversamente dalla causa attuale, nella causa Sourlas l’interesse pubblico implicito sottostante l’espropriazione-la conservazione e la mostra di iconici manufatti culturali della nazione -non fu mai messo in dubbio.
50. Nella prospettiva delle considerazioni sopra, la Corte conclude, che nelle circostanze della causa presente l’interesse pubblico sottostante l’espropriazione dell’appartamento dei richiedenti non era chiaramente e convincentemente mostrato (vedere, mutatis mutandis, Motais de Narbonne c. Francia, n. 48161/99, § 22 del 2 luglio 2002). C’è stata di conseguenza, una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. In queste circostanze non c’è nessun bisogno di esaminare se gli altri requisiti del primo paragrafo dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro a 1 furono rispettati.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
51. I richiedenti si lamentarono Articolo 6 della Convenzione che le corti nazionali sono state influenzate intrinsecamente in favore del Governo di Mosca sotto perché il Governo li sostenne finanziariamente. Pertanto come attinente, Articolo 6 letture siccome segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale indipendente ed imparziale stabilito dalla legge.”
52. La Corte nota che ha più primo respinto un’azione di reclamo simile (vedere Finogenov ed Altri c. la Russia (il dec.), nos 18299/03 e 27311/03, § 243 18 marzo 2010).
53. Segue che questa azione di reclamo è mal-fondata manifestamente e deve essere respinta in conformità con Articolo 35 §§ 3 (un) e 4 della Convenzione.
III. VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 6 E 13 DELLA CONVENZIONE
54. Il primo richiedente si lamentò sotto gli Articoli 6 e 13 della Convenzione del rifiuto delle corti nazionali di esaminare in sostanza le sue azioni contro l’agenzia di indagine ed il contratto di sviluppo.
55. La Corte considera che queste due azioni, benché tecnicamente distinte, erano tese alla determinazione della controversia essenziale del primo richiedente-quella riguardo all’espropriazione che il richiedente era stato in grado di contestare prima in due livelli di giurisdizione.
56. In queste circostanze la Corte considera che questa azione di reclamo non genera un problema separato e non ha bisogno di essere esaminata.
IV. APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
57. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
58. I richiedenti desideravano riavere il loro appartamento a Znamenka. In alternativa, loro richiedono danno e costi.
A. Danno
59. I richiedenti rivendicarono il danno patrimoniale nell’importo di 1,989,000 Euro (EUR). Questo importo includeva il prezzo di vendita di un appartamento rinnovato a 9/12–1 Znamenka (EUR 1,988,000), aumento dei costi per gli spostamenti nei cinque anni seguenti il loro forzato allontanamento, spese in riferimento all’installazione di una linea telefonica, ed il costo di medicine consumate per alleviare lo stress.
60. Il Governo contestò questa rivendicazione come infondata. Nessuna valutazione di proprietà aveva mostrato che Krasnoprudnaya era più conveniente di Znamenka. I richiedenti non possono pretendere un appartamento rinnovato, perché l’appartamento che era stato preso da loro era decrepito. La maggior parte delle altre spese addotte dei richiedenti erano senza sostegno con prove.
61. Inoltre, ogni richiedente chiese danno non-patrimoniale nell’importo di EUR 20,000 per lo stress causato dal loro forzato allontanamento.
62. Il Governo contestò questa rivendicazione come eccessiva.
63. La Corte nota che i richiedenti desiderano primo ricevere di nuovo l’appartamento espropriato, e che le parti contestano la valutazione delle proprietà. In queste circostanze la Corte considera che la questione del danno patrimoniale e non-patrimoniale non è ancora pronta per decisione. Dovrebbe essere riservata perciò per permettere alle parti di giungere ad un accordo (Articolo 75 §§ 1 e 4 dell’Ordinamento della Corte).
B. Costi e spese
64. I richiedenti chiesero anche EUR 270 per i costi e spese incorsi di fronte alle corti nazionali e alla Corte.
65. Il Governo contestò questa rivendicazione come senza sostegno con prove.
66. È pratica della Corte rimborsare solamente costi e spese che sono effettivi, necessari, e ragionevoli. Avendo riguardo ai documenti in suo possesso e ai criteri sopra, la Corte considera ragionevole assegnare la somma di EUR 24 per i procedimenti di fronte alla Corte.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara ammissibile l’azione di reclamo riguardo all’espropriazione di proprietà ed inammissibile il resto della richiesta;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
3. Sostiene che, riguardo al danno patrimoniale e non-patrimoniale che è il risultato della violazione trovata, la questione della soddisfazione equa non è pronta per decisione e di conseguenza
(a) riserva questa questione per intero;
(b) invita il Governo ed i richiedenti a presentare, entro tre mesi dalla data di notificazione di questa sentenza le loro osservazioni scritte su questa questione e, in particolare, a notificare alla Corte qualsiasi accordo al quale loro possono giungere;
(c) riserva l’ulteriore procedura e delega al Presidente della Camera il potere per fissarla all’occorrenza;
4. Sostiene, riguardo ai costi e spese,
(a) che lo Stato rispondente deve pagare ai richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 24 (venti quattro Euro ), più qualsiasi tassa che può essere a carico dei richiedenti, da convertire in valuta nazionale al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sull’importo sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
5. Respinge il resto della richiesta dei richiedenti per costi e spese.
Fatto in inglese, e notificò per iscritto il 14 febbraio 2012, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Nina Vajić Cancelliere Presidentessa

Testo Tradotto

Conclusion Remainder inadmissible ; Violation of P1-1 ; Pecuniary damage – reserved ; Non-pecuniary damage – reserved
FIRST SECTION
CASE OF TKACHEVY v. RUSSIA
(Application no. 35430/05)
JUDGMENT
STRASBOURG
14 February 2012
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.
In the case of Tkachevy v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Nina Vajić, President,
Anatoly Kovler,
Peer Lorenzen,
Elisabeth Steiner,
Khanlar Hajiyev,
Mirjana Lazarova Trajkovska,
Julia Laffranque, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 24 January 2012,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 35430/05) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by two Russian nationals, OMISSIS (“the applicants”), on 15 June 2005.
2. The Russian Government (“the Government”) were represented by Mr G. Matyushkin, Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. On 18 May 2010 the President of the First Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicants, spouses, were born in 1957 and 1966 respectively and live in Moscow.
5. At the time of the events they owned a flat at 9/12–1 Znamenka Street in Moscow, in the neighbourhood of the Moscow State Art Gallery of the People’s Artist of the USSR Alexander Shilov. The flat had six rooms and measured 121.8 m². It was occupied by the applicants, their two minor children, and a mother-in-law.
A. The expansion of the gallery and eviction
6. In April 2001 the Moscow Government decided that for the purpose of the gallery’s reconstruction the applicants’ building was to be vacated and converted into non-residential premises (Decree 373-PP). The development and resettlement of the residents were to be financed by Tverskaya Finance B.V., a private Dutch company. Upon the project’s completion, 60% of the building was to go to Tverskaya Finance, and 40% to the Moscow Government. Insofar as relevant, Decree 373-PP read as follows:
“For the purpose of an all-inclusive reconstruction of the territory adjacent to the [Gallery] and in accordance with the developed architectural planning concept, the Government of Moscow decrees:
1. To accept the proposal of the Moscow Committee of Architecture to include … the building located at 9/12–1 Znamenka into the single investment project of building and reconstruction works at Znamenka.
2. To take into account the agreement of the investor – Tverskaya Finance B.V. – to finance the building and reconstruction of the buildings.

4. To adopt an agreement that after the reconstruction would divide the non-residential premises at 9/12–1 Znamenka as follows: 60% to Tverskaya Finance B.V., 40% to the Department of State and Municipal Property of Moscow.
5. To take into account the investor’s agreement to finance the resettlement of tenants and owners from 9/12–1 Znamenka … to own or acquired premises.

6.2. To complete the building and reconstruction works in the first quarter of 2006.

8. That the Prefect of the Central Administrative District together with the Department of Municipal Housing and Housing Policy of the Moscow Government should formalise the conversion of 9/12–1 Znamenka into non-residential premises.”
7. The applicants opposed this project and in May 2003 they challenged Decree 373-PP in a court.
8. In August 2003 the authorities requested the State Enterprise Moszhilniiproekt, a public surveying agency, to deliver a report on the building’s technical condition. The request was phrased to be “in execution of the assignment by the First Deputy of the prefect of the Central Administrative Circuit of Moscow on the subject of finding [the building] a dangerous structure”. Moszhilniiproekt found that the building was under the threat of collapse.
9. In November 2003–February 2004 the Moscow Government offered the applicants to choose a replacement flat from a four-room flat of 149 m² at 77 Udaltsova Street, a four-room flat of 105 m² at 12 Tverskaya Street, a five-room flat of 125 m² at 9/6 Zamorenova Street, and a five-room flat of 112 m² at 39/6 Dolgorukovskaya Street. The applicants rejected these offers.
10. In April 2004 the Moscow Government classified the building as a dangerous structure and ordered its conversion into non-residential premises (Decree 669-RP). Insofar as relevant, Decree 669-RP read as follows:
“[It is hereby ordered]:
1. To classify the residential building located at 9/12–1 Znamenka as a dangerous structure and subsequently rebuild it into non-living premises.
2. To take into account that
2.1. In accordance with [Decree 373-PP] the investor is Tverskaya Finance B.V.
2.2. Tverskaya Finance B.V. is the beneficiary of a lease … of the land plot for the reconstruction and building of the complex of the buildings including 9/12–1 Znamenka.
3. To establish that the residents of the dangerous building are to be resettled to residential premises acquired at the investor’s expense.

7. That the Prefect of the Central Administrative District shall
7.1. Together with the Department of Housing Policy and Housing Stock of Moscow resettle the residents from the dangerous building at the investor’s expense and to the premises acquired by the investor in 2004.

7.4. Charge the transportation costs related to the resettlement to the investor.”
11. In October 2004 the applicants requested NPTs Rekonstruktsia, a private surveying agency, to deliver an alternative report on the building’s technical condition. Rekonstruktsia found that the building was safe and could be repaired without resettling the residents.
12. On 1 October 2004 the Tverskoy District Court of Moscow found Decree 373-PP lawful because, among other things, the building had been classified dangerous. The court wrote:
“The [applicants] affirm that the Decree transfers their property to Tverskaya Finance B.V. But this affirmation is wrong because the Decree merely grants to the investor the right to finance the building works, reconstruction, and restoration of the buildings, and to subsequently acquire a part in those buildings.

There is no merit either in [the applicants’] argument that their building belongs to the cultural heritage, is a monument of history and culture, and hence cannot be reconstructed…. [The applicants] have provided no evidence that 9/12–1 Znamenka is in the State Register of cultural heritage and monuments.
[The applicants] consider that their building is not dangerous and can be lived in. This argument is belied by the survey report of August 2003 by Moszhilniiproekt … and by [Decree 669-RP].
[The applicants] consider that there had been no legal grounds for the conversion of their building into non-living premises. But it has been shown that the residence at 9/12–1 Znamenka has been found dangerous and unfit for permanent living. It is for this reason that the building has been converted into non-living premises….
[The applicants] also claim that [Decree 373-PP] violates their housing rights and deprives them of the flat they own. This claim is hollow. It is belied by the contents of the case file and, in the first place, by the Decree itself, because it contains no clause on dispossession.”
On 12 January 2005 the Moscow City Court upheld that judgment.
13. Tverskaya Finance bought a flat at 26 Krasnoprudnaya Street and offered it to the applicants as replacement. The flat had six rooms and measured 131.1 m². The applicants rejected this offer, mainly because they did not wish to change the neighbourhood and because the new flat was, in their view, of a worse quality. In August–December 2004 Tverskaya Finance and the Moscow Government asked a court to evict the applicants.
14. On 26 January 2005 the Khamovnicheskiy District Court of Moscow evicted the applicants. The court found, among other things, that after the reconstruction the building would be used as non-residential premises, and that the replacement flat was larger and dearer. Despite the applicants’ objection, the court relied on a valuation report commissioned by Tverskaya Finance that evaluated Znamenka at RUB 7,556,856 and Krasnoprudnaya at RUB 10,311,148. The court wrote:
“As the flat is [the applicants’] only residence, the replacement flat should be of equal quality. The court considers that a replacement flat … is of equal quality if … it is located within the borders of the same town and is of the same size or larger.
The court considers that the flat to which the plaintiffs are asking to resettle [the applicants] meets these criteria fully. It is located within Moscow’s administrative border, and even in the same district where [the applicants’] family lives now. The flat meets sanitary and technical requirements, is fit for living, and has all comforts. Its size and price exceed the [applicants’] current flat.
The court considers therefore that the [applicants’] resettlement to Krasnoprudnaya not only respects their rights and freedoms but also improves their living conditions.

The fact that 9/12–1 Znamenka is destined to be rebuilt and not demolished cannot [prevent the eviction], because … in future the building will be used for non-living purposes.
The court ignores the [applicants’] argument that the resettlement will infringe the housing rights and interests of their children who go to a nearby school and will be unable to commute on the metro. At Krasnoprudnaya there are also secondary schools that the [applicants’] daughter will be able to attend. As to the son’s having to commute on the metro, the evidence submitted shows no medical contra-indications to it.”
On 18 April 2005 the Moscow City Court upheld that judgment.
15. In June 2005 the applicants moved to 26 Krasnoprudnaya Street.
16. In March 2008 the Moscow Government granted the whole of the Znamenka building to Tverskaya Finance (Decree 221-PP). Insofar as relevant, Decree 221-PP read as follows:
“For the purpose of the completion of the implementation of the investment building project, reconstruction and restoration of the buildings located at 9/12 Znamenka … it is hereby ordered:
1. To extend for Tverskaya Finance B.V. the term of the building works, reconstruction and restoration of the buildings … for not more than 18 months … without penalties.
2. To take into account the pledge of Tverskaya Finance B.V. to

2.4. Carry out emergency works and full restoration and adaptation of 9/12–1 Znamenka.
3. To take into account the fact that

3.3. In the course of the implementation of the investment project the investor has resettled the residents … from 9/12–1 Znamenka…. Tverskaya Finance B.V. has received property rights to 1,324.1 m² of premises at 9/12–1 Znamenka, including 764 m² of residential premises and 560.1 m² of non-residential premises….

6. To take into account the parties’ agreement to the following changes in the distribution of the property upon the project’s completion:

6.2. As regards the second part of the project the contractual distribution of property between the parties shall be as follows:
– 100% of 9/12–1 Znamenka … shall be transferred to the investor’s property.”
17. According to the applicants, the building has been rebuilt into a premium residential property. According to the Government, the construction is still underway, and the building will house commercial and administrative premises.
18. The Government based this statement on information available from the website located at http://znamenka9.ru. At the time of the Court’s examination of the case, that website shows that 9/12–1 Znamenka is a block of flats offered for sale. The applicants’ former flat on the third floor appears to have been reduced to a flat of 85.8 m² (marked on the plan as “Flat F”). The website lauds the uniqueness and historicity of the neighbourhood, quotes poetry (“Неподражаемой России незаменимая земля” – “Inimitable Russia’s irreplaceable land”), and extols the sights of the nearby Cathedral of Christ the Saviour, Kremlin, Pashkov House, and Zamoskvorechye.
B. Proceedings against the surveying agency
19. In October 2003 the first applicant requested a court to order Moszhilniiproekt to make available its survey report. From 2003 to 2006 different courts several times refused to examine this request due to the applicant’s failure to comply with technical formalities, to pay a court fee, and to respect jurisdiction. On 27 April 2006 the Moscow City Court finally rejected the request because it was aimed at discovery of exhibits used in the applicant’s other litigation and hence was not amenable to separate proceedings.
C. Proceedings against the development contract
20. In January 2005 the first applicant requested the Khamovnicheskiy District Court to invalidate the contract between the gallery, Tverskaya Finance, and the Moscow Government concerning the Znamenka development. On 25 April 2006 the Moscow City Court refused to examine that request because the first applicant no longer lived in Znamenka and hence was not personally affected by the contract.
II RELEVANT DOMESTIC LAW
21. Under section 35-3 of the Constitution, nobody can be deprived of his possessions save by a judicial decision. The compulsory taking of property for State needs is possible only on condition of an equivalent preliminary reimbursement.
22. Under section 49-3 of the Housing Code of 1983 in force at the material time, if a building containing privatised flats was to be demolished pursuant to applicable laws, the local authority or the demolishing enterprise was, with the evicted owners’ consent, to provide them with an equivalent residence or other compensation.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
23. The applicants complained that the expropriation of their flat served no public interest, and that no adequate replacement was given. They referred to Articles 1 and 8 of the Convention, Article 1 of Protocol No. 1, and Article 2 of Protocol No. 4. The Court will examine this complaint under Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. Admissibility
24. The Government argued that this complaint was manifestly ill-founded.
25. First, as a matter of principle, the authorities had enjoyed a wide margin of appreciation in town planning.
26. Second, the eviction had served the public interest of safety, because the building had been under the threat of collapse. According to Moszhilniiproekt’s survey report, the building had been built before 1917 and had known no major repairs. Its wooden floor joists had been rotten and 70% worn out. Subfloor had partially collapsed. Wooden floors had been cracked, rotten, and 65% worn out. The basement and walls had lacked waterproofing. The walls had been damp. The front wall had had cracks under windows.
27. The building had been rebuilt into a business-centre, not a residence.
28. Third, the interference with the applicants’ possession had been proportionate because the applicants had received adequate and immediate compensation. The replacement flat had been located within the same administrative district of Moscow, had met sanitary requirements, and had been fit for living. It had been 8% larger and 37% dearer than the flat in Znamenka. Besides, the authorities had offered a choice of replacement flats.
29. Last, the eviction had been lawful because the domestic courts had upheld the decrees of the Moscow Government. The decrees had been accessible and adequately formulated.
30. The applicants maintained their complaint. First, there had been no genuine public interest of safety, because the decision to expropriate the building (Decree 373-PP) had come before the survey report. The Moscow Government had used the building as a payment for the reconstruction of the gallery by Tverskaya Finance. If the concern for safety had been genuine, the residents would have been allowed to move back in after the repairs.
31. Moszhilniipoekt’s report had been biased because it had been paid for by Tverskaya Finance. The alternative report had found the building safe.
32. Second, the interference had been disproportionate, because the replacement flat at 26 Krasnoprudnaya Street had been inadequate. Located far from Znamenka, it was no match to Znamenka’s cultural landscape with its proximity to the Kremlin and Russian capital’s heritage landmarks. The new environment had been close to busy railway stations, had suffered heavy road traffic and bad air. The new flat had had leaky windows, uneven floors, old wiring, cracked walls and ceiling, an unreliable lift, and an unsafe yard infested with rodents. The move to Krasnoprudnaya had been painful for the family because they had had to break established ties with doctors, schools, cultural activities, and parish. The other flats offered in replacement had been even worse.
33. Last, the interference had been unlawful because, contrary to the project’s declared goals, the building had remained a residence, flats in which had been put on sale. The project itself had been unlawful too, because Tverskaya Finance had been awarded the contract without public bidding, and because heritage preservation rules had banned large-scale construction inside the Kremlin’s conservation zone.
34. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. General principles
35. The Court reiterates that the international machinery of collective enforcement established by the Convention is subsidiary to the national systems safeguarding human rights. The national authorities remain free to choose the measures which they consider appropriate in those matters which are governed by the Convention. Review by the Court concerns only the conformity of these measures with the requirements of the Convention. (see the “Belgian Linguistic” case, 23 July 1968, § 10, Series A no. 6).
36. In this vein, because of their direct knowledge of the society’s needs, the national authorities are better placed than the international judge to asses “the public interest” underlying an interference with possessions. It is thus for them to determine both the existence of a public problem warranting deprivation of property and the remedial action to be taken.
37. Furthermore, “public interest” is an extensive notion that involves political, economic, and social issues, opinions on which may differ widely. The Court finds it natural that the authorities should have a wide margin of appreciation in implementing social and economic policies, and in particular land development and town planning schemes (see Buckley v. the United Kingdom, 25 September 1996, § 75, Reports of Judgments and Decisions 1996-IV; Vassallo v. Malta, no. 57862/09, § 36, 11 October 2011). It will therefore respect the authorities’ determination of “the public interest” unless that determination be manifestly without reasonable foundation. In other words, although the Court cannot substitute its own assessment for that of the national authorities, it is bound to review the contested measures under Article 1 of Protocol No. 1 and, in so doing, to inquire into the facts with reference to which the national authorities acted (see James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, § 46, Series A no. 98).
2. Application of the general principles in the present case
38. It is not in dispute that the expropriation of the applicants’ flat amounted to an interference with their right to the peaceful enjoyment of their possessions. Accordingly, as they were deprived of their possessions within the meaning of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 what remains is to determine whether this was done “in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law”.
39. The Moscow Government justified the expropriation of the applicants’ property with the public interest of safety (see §§ 8, 10, 12 and 26 above). Whilst this interest is in itself legitimate, in the circumstances of the present case there is a number of inconsistencies that do not permit the conclusion that that interest was held genuinely.
40. First, the decision to take the property (Decree 373-PP) forewent the survey report that found the property unsafe. Indeed, the report was commissioned only after the applicants had opposed the expropriation.
41. Second, when commissioning the report from Moszhilniiproekt the authorities effectively admitted that the First Deputy of the prefect of the Central Administrative Circuit had requested to classify the building as dangerous. It would therefore seem that the conclusion of the report had been predetermined.
42. Third, if the applicants’ eviction had been motivated only by concern for their safety, it would have been consistent to let them reoccupy the property after the necessary repairs.
43. Fourth, whereas under the original arrangement (Decree 373-PP) 40% of the reconstructed building was to go to the Moscow Government, in 2008 the whole of the building went to Tverskaya Finance (Decree 221-PP). The withdrawal of the authorities’ share in the building diminished the public element of the transaction, and it became in essence an alienation of property from one private party (the applicants) to another (Tverskaya Finance).
44. Last, as a reason for ordering the expropriation, the Khamovnicheskiy District Court cited an eventual conversion of the building into non-residential premises. The Court agrees that this aspect is relevant for the assessment of “the public interest” and will therefore investigate today’s fate of the building.
45. The parties argue about it. The Government state that the building has become an office space, without, however, explaining its public utility. The applicants insist that the building has become a luxury residence.
46. The Government rely on information taken from the Znamenka project’s online showcase located at http://znamenka9.ru. The Court is mindful of the inherent fluidity of online sources, but the Government apparently deem that website reliable, and according to RIPN, Russian domain name registry, the website belongs to Tverskaya Finance. Therefore, the Court will analyse its contents.
47. The website’s overall tone is commercial, it praises the benefits of owning a prestigious centrally located property. It leaves little doubt that 9/12–1 Znamenka is made up of flats for sale. The seller highlights the building’s proximity to cultural landmarks – the same argument that the Khamovnicheskiy District Court found immaterial when it decided that the flat at Krasnoprudnaya was an adequate replacement. The information from the website is confirmed by estate agents’ advertisements furnished by the applicants.
48. The Court therefore concludes that the building has become residential premises contrary to the project’s declared goals (see § 6 above).
49. The Court recalls that it has recently declared inadmissible an application that concerned a prima facie similar set of circumstances. In Sourlas v. Greece (no. 46745/07, dec. 17 February 2011) the applicant’s centrally located flat in Athens was taken for the purpose of building the new Acropolis Museum, and the applicant contested the valuation of the flat by the authorities. But unlike in the case in hand, in the Sourlas case the implied public interest underlying the expropriation – the preservation and display of the nation’s iconic cultural artefacts – was never questioned.
50. In view of the above considerations, the Court concludes that in the circumstances of the present case the public interest underlying the expropriation of the applicants’ flat was not clearly and convincingly shown (see, mutatis mutandis, Motais de Narbonne v. France, no. 48161/99, § 22, 2 July 2002). There has, accordingly, been a violation of Article 1 of Protocol No. 1. In these circumstances there is no need to examine whether the other requirements of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 were fulfilled.
II. ALLEGED VIOLATON OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION
51. The applicants complained under Article 6 of the Convention that the domestic courts were intrinsically biased in favour of the Moscow Government because the Government supported them financially. Insofar as relevant, Article 6 reads as follows:
“In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a fair … hearing … by an independent and impartial tribunal established by law.”
52. The Court notes that it has earlier rejected a similar complaint (see Finogenov and Others v. Russia (dec.), nos 18299/03 and 27311/03, § 243, 18 March 2010).
53. It follows that this complaint is manifestly ill-founded and must be rejected in accordance with Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
III. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLES 6 AND 13 OF THE CONVENTION
54. The first applicant complained under Articles 6 and 13 of the Convention about the domestic courts’ refusal to examine in substance his actions against the surveying agency and the development contract.
55. The Court considers that these two actions, although technically distinct, were aimed at the determination of the first applicant’s essential dispute – the one concerning the expropriation which the applicant had been able to plead before two levels of jurisdiction.
56. In these circumstances the Court considers that this complaint does not give rise to a separate issue and needs not to be examined.
IV. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
57. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
58. The applicants wished to have their flat in Znamenka returned. In the alternative, they claimed damage and costs.
A. Damage
59. The applicants claimed pecuniary damage in the amount of 1,989,000 Euros (EUR). This amount included the sale price of a renovated flat at 9/12–1 Znamenka (EUR 1,988,000), commuting costs accrued over the five years following their forced removal, settling-in expenses, expenses related to the installation of a telephone line, and the cost of medicines consumed to relieve stress.
60. The Government contested that claim as unfounded. No property valuation had shown that Krasnoprudnaya had been cheaper than Znamenka. The applicants might not pretend to a renovated flat, because the flat that had been taken from them had been decrepit. Most of the applicants’ other alleged expenses had been unsupported by evidence.
61. In addition, each applicant claimed non-pecuniary damage in the amount of EUR 20,000 for the stress caused by their forced removal.
62. The Government contested that claim as excessive.
63. The Court notes that the applicants foremost wish to receive the expropriated flat back, and that the parties dispute the valuation of the properties. In these circumstances the Court considers that the question of pecuniary and non-pecuniary damage is not yet ready for decision. It should therefore be reserved to enable the parties to reach an agreement (Rule 75 §§ 1 and 4 of the Rules of Court).
B. Costs and expenses
64. The applicants also claimed EUR 270 for the costs and expenses incurred before the domestic courts and the Court.
65. The Government contested that claim as unsupported by evidence.
66. It is the Court’s practice to reimburse costs and expenses only if they are actual, necessary, and reasonable. Having regard to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 24 for the proceedings before the Court.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares admissible the complaint concerning the expropriation of property and inadmissible the remainder of the application;
2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1;
3. Holds that, as regards pecuniary and non-pecuniary damage resulting from the violation found, the question of just satisfaction is not ready for decision and accordingly
(a) reserves this question in whole;
(b) invites the Government and the applicants to submit, within three months from the date of notification of this judgment, their written observations on this question and, in particular, to notify the Court of any agreement that they may reach;
(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Chamber the power to fix it if need be;
4. Holds, as regards costs and expenses,
(a) that the respondent State is to pay the applicants, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, EUR 24 (twenty four Euros), plus any tax that may be chargeable to the applicants, to be converted into national currency at the rate applicable at the date of settlement;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
5. Dismisses the remainder of the applicants’ claim for costs and expenses.
Done in English, and notified in writing on 14 February 2012, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Nina Vajić Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 05/11/2024