QUINTA SEZIONE
CAUSA TAMARA VASILYEVNA LEN E
GRIGORIY KUZMICH LEN C. UCRAINA
(Richiesta n. 852/05)
SENTENZA
STRASBOURG
10 dicembre 2009
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Tamara Vasilyevna Len e Grigoriy Kuzmich Len c. Ucraina,
La Corte europea di Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente Renate Jaeger, Karel Jungwiert il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska giudici, Mykhaylo Buromenskiy giudice ad hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione.
Avendo deliberato in privato il17 novembre 2009,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 852/05) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da due cittadini ucraini, Sig.ra T. V. L. e Sig. G.K. L. (“i richiedenti”), il 9 dicembre 2004.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev.
3. Il 16 dicembre 2008 la Corte dichiarò la richiesta parzialmente inammissibile e decise di comunicare al Governo le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 e l’ Articolo 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo alla prolungata non-esecuzione di decisioni rese a favore dei richiedenti. Decise anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3). Alla causa fu data prioritaria sotto l’Articolo 41 dell’Ordinamento della Corte.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1945 e 1937 e vivono a Slovyansk, regione di Donetsk, Ucraina.
5. Al tempo attinente i richiedenti lavorarono all’Impianto di Soda dello Stato (ВАТ «il завод di Содовий»).
6. Il 31 ottobre 1997 e il 14 maggio 2003 di la Corte della Cità di Slovyansk assegnò 1,709.25 e 5,513.92 hryvnia ucraini alla Sig.ra L. (UAH)1 come arretrati di salario e altri pagamenti, che dovevano essere pagati dalla società summenzionata.
7. Il 3 novembre 1997 e il 22 febbraio 2001 la Corte della Città di Slovyansk , e il 22 settembre 2003 la Commissione dei Contenziosi del Lavoro, assegnò gli importi di UAH 2,211.18 al Sig. L. (circa USD 1,176.47), UAH 9,157.04 (circa EUR 1,855.94) ed UAH 2,356.92 (circa EUR 399.22) come arretrati di salario, che dovevano essere pagati dalla società summenzionata.
8. Queste decisioni divennero definitive e il Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali avviò dei procedimenti per eseguirle.
9. Il 3 gennaio 2001 il Tribunale arbitrale di Donetsk (dopo il giugno 2001-il Tribunale del commercio di Donetsk) avviò una procedura fallimentare contro la società debitrice. Il 4 settembre 2003 la corte, avendo dichiarato il debitore insolvente, ordinò la sua liquidazione che è ancora pendente.
10. Le decisioni rese a favore dei richiedenti non sono ancora state eseguite.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
11. Il diritto nazionale attinente è riassunto nella sentenza Romashov c. Ucraina (n. 67534/01, §§ 16-19 del 27 luglio 2004).
LA LEGGE
I. PROLUNGATA NON-ESECUZIONE DELLE DECISIONI A FAVORE DEI RICHIEDENTI
12. I richiedenti si lamentarono che con non riuscendo ad eseguire le decisioni dato nel loro favore lo Stato rispondente aveva violato Articolo 6 § 1 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che la lettura, in finora come attinente, siccome segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale imparziale ed indipendente stabilito dalla legge…”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale….”
Loro si lamentarono anche di non aver avuto vie di ricorso effettive per le loro azioni di reclamo, in violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione che recita come segue:
“Chiunque i cui diritti e le libertà come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avrà una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorità nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.”
A. Ammissibilità
13. Il Governo presentò che i richiedenti non erano riusciti ad esaurire le vie di ricorso nazionali come richiesto dall’ Articolo 35 § 1 della Convenzione. In particolare, sostenne che i richiedenti non si erano giovati dell’opportunità di essere registrati come creditori e nei procedimenti di liquidazione e d’insolvenza contro la società debitrice, e non erano riusciti a fare appello presso un qualsiasi tribunale nazionale per impugnare l’esecuzione presumibilmente inadeguata del Servizio degli Ufficiali giudiziari delle decisioni a loro favore.
14. I richiedenti non furono d’accordo.
15. La Corte nota che eccezioni simili sono già state respinte in numerose sentenze adottate dalla Corte (vedere Sokur c. Ucraina (dec.), n. 29439/02, 16 dicembre 2003; Sychev c. Ucraina, n. 4773/02, §§ 42-46 dell’11 ottobre 2005; e Trykhlib c. Ucraina, n. 58312/00, §§ 38-43 del 20 settembre 2005). La Corte considera che le eccezioni nella presente causa devono essere respinte per le stesse ragioni.
16. La Corte nota che le azioni di reclamo non sono manifestamente mal-fondate all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non sono inammissibili per qualsiasi altro motivo. Loro devono essere dichiarate perciò ammissibili.
B. Meriti
17. Il Governo contese che non c’era stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1 o dell’ Articolo 13 della Convenzione, o dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
18. I richiedenti non furono d’accordo.
19. La Corte nota che le decisioni a favore dei richiedenti rimangono non eseguite da almeno sei anni
20. La Corte reitera che ha già trovato violazioni dell’ Articolo 6 § 1 e dell’ Articolo 13 della Convenzione e dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in cause simili (vedere, fra le altre autorità, Sokur c. Ucraina, n. 29439/02, §§ 30-37 del 26 aprile 2005; Shmalko c. Ucraina, n. 60750/00, §§ 55-57 del 20 luglio 2004; e Voytenko c. Ucraina, n. 18966/02, §§ 43, 48 e 55 del 29 giugno 2004).
21. Avendo esaminato tutto il materiale in suo possesso, la Corte considera che il Governo non ha esposto qualsiasi fatto o argomento capace di persuaderla a giungere ad una conclusione diversa nella presente causa.
22. C’’è stata di conseguenza una violazione dell’Articolo 6 § 1 e dell’ Articolo 13 della Convenzione ed una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo della prolungata non-esecuzione delle decisioni a favore dei richiedenti nella presente richiesta.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
23. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
24. I richiedenti chiesero, a riguardo del danno patrimoniale, gli importi assegnarono nelle decisioni rese a loro favore. Loro chiesero anche il risarcimento per le perdite di inflazione e la perdita di profitti (la Sig.ra L. chiese USD 3,335.72 ed EUR 1,299.38; il Sig. L. chiese USD 4,733.48 ed EUR 3,490.51). In appoggio alla loro rivendicazione per perdite di inflazione, i richiedenti presentarono calcoli basati sull’indice medio d’ inflazione dei prezzi al consumatore. Inoltre, loro chiesero rispettivamente USD 43,200 ed USD 33,600, per arretrati di salario accumulati dovuti presumibilmente a loro sotto disposizioni di diritto nazionale a causa dell’insuccesso del loro datore di lavoro di pare loro il loro salario in tempo dovuto. Infine, i richiedenti chiesero gli stessi importi a riguardo del danno non-patrimoniale.
25. Il Governo presentò che non ha messo in dubbio la necessità di eseguire le decisioni a favore dei richiedenti. Comunque, contesta il resto delle rivendicazioni come eccessive e non comprovate.
26. Nella misura in cui i richiedenti hanno chiesti l’importo assegnato a loro dalle decisioni riguardate, la Corte considera che è incontrastato che lo Stato abbia ancora un obbligo insoluto di esecuzione di queste decisioni (vedere paragrafi 6 e 7 sopra).
27. Riguardo alla rivendicazione per perdite di inflazione, la Corte nota, che il Governo non era d’accordo soltanto col metodo di calcolo; no ha negato che i richiedenti avevano sofferto di perdite di inflazione, ma loro non hanno offerto un calcolo alternativo delle perdite coinvolte. La Corte nota inoltre che i richiedenti, nel calcolare le loro rivendicazioni per correzione dell’ inflazione applicarono i tassi ufficiali che sono configurati per i hryvnia ucraini alle somme assegnate dopo la conversione in euro e dollari Stati Uniti piuttosto che alle somme principali in hryvnia ucraini. La Corte non può, perciò, accettare questi calcoli. Prendendo in considerazione gli importi assegnati ai richiedenti, i periodi entro i quali lo Stato rispondente andò a vuoto nell’esecuzione delle decisioni a favore dei richiedenti ed il summenzionato indice medio d’inflazione dei prezzi al consumatore per il periodo attinente, la Corte calcola le perdite di inflazione ad EUR 900 ed EUR 1,800 che la Corte assegna rispettivamente ai richiedenti. Respinge il resto della rivendicazione riguardo al danno patrimoniale come mal-fondata.
28. La Corte assegna anche ai richiedenti, su una base equa EUR 2,600 ad ognuno a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
29. I richiedenti chiesero anche un importo non specificato per costi e spese incorsi di fronte alla Corte. In appoggio loro offrirono ricevute postali ad un importo totale di UAH 230.45 (circa EUR 20.55).
30. Il Governo contestò questa rivendicazione come non comprovata.
31. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso un rimborso dei costi e delle spese solamente sé è stato mostrato che questi sono stati davvero e necessariamente sostenuti e sono stati ragionevoli riguardo al quantum. Nella presente causa, avuto riguardo alle informazioni in suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte considera ragionevole assegnare la somma di EUR 20.55 sotto questo capo.
C. Interesse di mora
32. La Corte lo considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto gli Articoli 6 § 1 e 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione a riguardo della prolungata non-esecuzione delle decisioni a favore dei richiedenti ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione;
4. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;
5. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare ai richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione le pendenze debitorie sotto le decisioni rese a favore dei richiedenti;
(b) che lo Stato rispondente deve pagare i richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva secondo l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi, da convertire nella valuta nazionale dello Stato rispondente al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 900 (novecento euro) alla Sig.ra L. ed EUR 1,800 (mille ottocento euro ) al Sig. L. a riguardo del danno patrimoniale;
(ii) EUR 2,600 (due mila seicento euro) ognuno, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno non-patrimoniale; e
(iii) EUR 20.55 (venti euro cinquanta-cinque centesimi), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo di costi e spese;
(c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
6. Respinge il resto dei richiedenti che ‘ chiede per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 10 dicembre 2009, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1 rispettivamente approssimativamente 909.66 dollari degli Stati Uniti (USD) e 923.70 euro (EUR) al tempo attinente.