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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF TAMARA VASILYEVNA LEN AND GRIGORIY KUZMICH LEN v. UKRAINE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 852/05/2009
Stato: Ucraina
Data: 2009-12-10 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE
CAUSA TAMARA VASILYEVNA LEN E
GRIGORIY KUZMICH LEN C. UCRAINA
(Richiesta n. 852/05)
SENTENZA
STRASBOURG
10 dicembre 2009
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Tamara Vasilyevna Len e Grigoriy Kuzmich Len c. Ucraina,
La Corte europea di Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente Renate Jaeger, Karel Jungwiert il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska giudici, Mykhaylo Buromenskiy giudice ad hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione.
Avendo deliberato in privato il17 novembre 2009,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 852/05) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da due cittadini ucraini, Sig.ra T. V. L. e Sig. G.K. L. (“i richiedenti”), il 9 dicembre 2004.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev.
3. Il 16 dicembre 2008 la Corte dichiarò la richiesta parzialmente inammissibile e decise di comunicare al Governo le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 e l’ Articolo 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo alla prolungata non-esecuzione di decisioni rese a favore dei richiedenti. Decise anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3). Alla causa fu data prioritaria sotto l’Articolo 41 dell’Ordinamento della Corte.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1945 e 1937 e vivono a Slovyansk, regione di Donetsk, Ucraina.
5. Al tempo attinente i richiedenti lavorarono all’Impianto di Soda dello Stato (ВАТ «il завод di Содовий»).
6. Il 31 ottobre 1997 e il 14 maggio 2003 di la Corte della Cità di Slovyansk assegnò 1,709.25 e 5,513.92 hryvnia ucraini alla Sig.ra L. (UAH)1 come arretrati di salario e altri pagamenti, che dovevano essere pagati dalla società summenzionata.
7. Il 3 novembre 1997 e il 22 febbraio 2001 la Corte della Città di Slovyansk , e il 22 settembre 2003 la Commissione dei Contenziosi del Lavoro, assegnò gli importi di UAH 2,211.18 al Sig. L. (circa USD 1,176.47), UAH 9,157.04 (circa EUR 1,855.94) ed UAH 2,356.92 (circa EUR 399.22) come arretrati di salario, che dovevano essere pagati dalla società summenzionata.
8. Queste decisioni divennero definitive e il Servizio degli Ufficiali giudiziari Statali avviò dei procedimenti per eseguirle.
9. Il 3 gennaio 2001 il Tribunale arbitrale di Donetsk (dopo il giugno 2001-il Tribunale del commercio di Donetsk) avviò una procedura fallimentare contro la società debitrice. Il 4 settembre 2003 la corte, avendo dichiarato il debitore insolvente, ordinò la sua liquidazione che è ancora pendente.
10. Le decisioni rese a favore dei richiedenti non sono ancora state eseguite.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
11. Il diritto nazionale attinente è riassunto nella sentenza Romashov c. Ucraina (n. 67534/01, §§ 16-19 del 27 luglio 2004).
LA LEGGE
I. PROLUNGATA NON-ESECUZIONE DELLE DECISIONI A FAVORE DEI RICHIEDENTI
12. I richiedenti si lamentarono che con non riuscendo ad eseguire le decisioni dato nel loro favore lo Stato rispondente aveva violato Articolo 6 § 1 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che la lettura, in finora come attinente, siccome segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale imparziale ed indipendente stabilito dalla legge…”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale….”
Loro si lamentarono anche di non aver avuto vie di ricorso effettive per le loro azioni di reclamo, in violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione che recita come segue:
“Chiunque i cui diritti e le libertà come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avrà una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorità nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.”
A. Ammissibilità
13. Il Governo presentò che i richiedenti non erano riusciti ad esaurire le vie di ricorso nazionali come richiesto dall’ Articolo 35 § 1 della Convenzione. In particolare, sostenne che i richiedenti non si erano giovati dell’opportunità di essere registrati come creditori e nei procedimenti di liquidazione e d’insolvenza contro la società debitrice, e non erano riusciti a fare appello presso un qualsiasi tribunale nazionale per impugnare l’esecuzione presumibilmente inadeguata del Servizio degli Ufficiali giudiziari delle decisioni a loro favore.
14. I richiedenti non furono d’accordo.
15. La Corte nota che eccezioni simili sono già state respinte in numerose sentenze adottate dalla Corte (vedere Sokur c. Ucraina (dec.), n. 29439/02, 16 dicembre 2003; Sychev c. Ucraina, n. 4773/02, §§ 42-46 dell’11 ottobre 2005; e Trykhlib c. Ucraina, n. 58312/00, §§ 38-43 del 20 settembre 2005). La Corte considera che le eccezioni nella presente causa devono essere respinte per le stesse ragioni.
16. La Corte nota che le azioni di reclamo non sono manifestamente mal-fondate all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non sono inammissibili per qualsiasi altro motivo. Loro devono essere dichiarate perciò ammissibili.
B. Meriti
17. Il Governo contese che non c’era stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1 o dell’ Articolo 13 della Convenzione, o dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
18. I richiedenti non furono d’accordo.
19. La Corte nota che le decisioni a favore dei richiedenti rimangono non eseguite da almeno sei anni
20. La Corte reitera che ha già trovato violazioni dell’ Articolo 6 § 1 e dell’ Articolo 13 della Convenzione e dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in cause simili (vedere, fra le altre autorità, Sokur c. Ucraina, n. 29439/02, §§ 30-37 del 26 aprile 2005; Shmalko c. Ucraina, n. 60750/00, §§ 55-57 del 20 luglio 2004; e Voytenko c. Ucraina, n. 18966/02, §§ 43, 48 e 55 del 29 giugno 2004).
21. Avendo esaminato tutto il materiale in suo possesso, la Corte considera che il Governo non ha esposto qualsiasi fatto o argomento capace di persuaderla a giungere ad una conclusione diversa nella presente causa.
22. C’’è stata di conseguenza una violazione dell’Articolo 6 § 1 e dell’ Articolo 13 della Convenzione ed una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo della prolungata non-esecuzione delle decisioni a favore dei richiedenti nella presente richiesta.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
23. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
24. I richiedenti chiesero, a riguardo del danno patrimoniale, gli importi assegnarono nelle decisioni rese a loro favore. Loro chiesero anche il risarcimento per le perdite di inflazione e la perdita di profitti (la Sig.ra L. chiese USD 3,335.72 ed EUR 1,299.38; il Sig. L. chiese USD 4,733.48 ed EUR 3,490.51). In appoggio alla loro rivendicazione per perdite di inflazione, i richiedenti presentarono calcoli basati sull’indice medio d’ inflazione dei prezzi al consumatore. Inoltre, loro chiesero rispettivamente USD 43,200 ed USD 33,600, per arretrati di salario accumulati dovuti presumibilmente a loro sotto disposizioni di diritto nazionale a causa dell’insuccesso del loro datore di lavoro di pare loro il loro salario in tempo dovuto. Infine, i richiedenti chiesero gli stessi importi a riguardo del danno non-patrimoniale.
25. Il Governo presentò che non ha messo in dubbio la necessità di eseguire le decisioni a favore dei richiedenti. Comunque, contesta il resto delle rivendicazioni come eccessive e non comprovate.
26. Nella misura in cui i richiedenti hanno chiesti l’importo assegnato a loro dalle decisioni riguardate, la Corte considera che è incontrastato che lo Stato abbia ancora un obbligo insoluto di esecuzione di queste decisioni (vedere paragrafi 6 e 7 sopra).
27. Riguardo alla rivendicazione per perdite di inflazione, la Corte nota, che il Governo non era d’accordo soltanto col metodo di calcolo; no ha negato che i richiedenti avevano sofferto di perdite di inflazione, ma loro non hanno offerto un calcolo alternativo delle perdite coinvolte. La Corte nota inoltre che i richiedenti, nel calcolare le loro rivendicazioni per correzione dell’ inflazione applicarono i tassi ufficiali che sono configurati per i hryvnia ucraini alle somme assegnate dopo la conversione in euro e dollari Stati Uniti piuttosto che alle somme principali in hryvnia ucraini. La Corte non può, perciò, accettare questi calcoli. Prendendo in considerazione gli importi assegnati ai richiedenti, i periodi entro i quali lo Stato rispondente andò a vuoto nell’esecuzione delle decisioni a favore dei richiedenti ed il summenzionato indice medio d’inflazione dei prezzi al consumatore per il periodo attinente, la Corte calcola le perdite di inflazione ad EUR 900 ed EUR 1,800 che la Corte assegna rispettivamente ai richiedenti. Respinge il resto della rivendicazione riguardo al danno patrimoniale come mal-fondata.
28. La Corte assegna anche ai richiedenti, su una base equa EUR 2,600 ad ognuno a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
29. I richiedenti chiesero anche un importo non specificato per costi e spese incorsi di fronte alla Corte. In appoggio loro offrirono ricevute postali ad un importo totale di UAH 230.45 (circa EUR 20.55).
30. Il Governo contestò questa rivendicazione come non comprovata.
31. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso un rimborso dei costi e delle spese solamente sé è stato mostrato che questi sono stati davvero e necessariamente sostenuti e sono stati ragionevoli riguardo al quantum. Nella presente causa, avuto riguardo alle informazioni in suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte considera ragionevole assegnare la somma di EUR 20.55 sotto questo capo.
C. Interesse di mora
32. La Corte lo considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto gli Articoli 6 § 1 e 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione a riguardo della prolungata non-esecuzione delle decisioni a favore dei richiedenti ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione;
4. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;
5. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare ai richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione le pendenze debitorie sotto le decisioni rese a favore dei richiedenti;
(b) che lo Stato rispondente deve pagare i richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva secondo l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi, da convertire nella valuta nazionale dello Stato rispondente al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 900 (novecento euro) alla Sig.ra L. ed EUR 1,800 (mille ottocento euro ) al Sig. L. a riguardo del danno patrimoniale;
(ii) EUR 2,600 (due mila seicento euro) ognuno, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno non-patrimoniale; e
(iii) EUR 20.55 (venti euro cinquanta-cinque centesimi), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo di costi e spese;
(c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
6. Respinge il resto dei richiedenti che ‘ chiede per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 10 dicembre 2009, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1 rispettivamente approssimativamente 909.66 dollari degli Stati Uniti (USD) e 923.70 euro (EUR) al tempo attinente.

Testo Tradotto

FIFTH SECTION
CASE OF TAMARA VASILYEVNA LEN AND
GRIGORIY KUZMICH LEN v. UKRAINE
(Application no. 852/05)
JUDGMENT
STRASBOURG
10 December 2009
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Tamara Vasilyevna Len and Grigoriy Kuzmich Len v. Ukraine,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:
Peer Lorenzen, President,
Renate Jaeger,
Karel Jungwiert,
Mark Villiger,
Isabelle Berro-Lefèvre,
Mirjana Lazarova Trajkovska, judges,
Mykhaylo Buromenskiy, ad hoc judge,
and Claudia Westerdiek, Section Registrar.
Having deliberated in private on 17 November 2009,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 852/05) against Ukraine lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by two Ukrainian nationals, Ms T. V. L. and Mr G. K. L. (“the applicants”), on 9 December 2004.
2. The Ukrainian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr Y. Zaytsev.
3. On 16 December 2008 the Court declared the application partly inadmissible and decided to communicate to the Government the complaints under Article 6 § 1 and Article 13 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 concerning the lengthy non-enforcement of decisions given in the applicants’ favour. It also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3). The case was given priority under Rule 41 of the Rules of the Court.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicants were born in 1945 and 1937 respectively and live in Slovyansk, Donetsk region, Ukraine.
5. At the material time the applicants worked at the Soda State Plant (ВАТ «Содовий завод»).
6. On 31 October 1997 and 14 May 2003 the Slovyansk Town Court awarded Mrs L. 1,709.25 and 5,513.92 Ukrainian hryvnias (UAH)1 in salary arrears and other payments, to be paid by the above-mentioned company.
7. On 3 November 1997 and 22 February 2001 the Slovyansk Town Court, and on 22 September 2003 the Labour Disputes Commission, awarded Mr L. the amounts of UAH 2,211.18 (about USD 1,176.47), UAH 9,157.04 (about EUR 1,855.94) and UAH 2,356.92 (about EUR 399.22) in salary arrears, to be paid by the above-mentioned company.
8. These decisions became final and the State Bailiffs’ Service instituted proceedings to enforce them.
9. On 3 January 2001 the Donetsk Arbitration Court (after June 2001 – the Donetsk Commercial Court) instituted insolvency proceedings against the debtor company. On 4 September 2003 the court, having declared the debtor insolvent, ordered its liquidation, which is still pending.
10. The decisions given in the applicants’ favour have still not been enforced.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
11. The relevant domestic law is summarised in the judgment of Romashov v. Ukraine (no. 67534/01, §§ 16-19, 27 July 2004).
THE LAW
I. LENGTHY NON-ENFORCEMENT OF THE DECISIONS IN THE APPLICANTS’ FAVOUR
12. The applicants complained that by failing to enforce the decisions given in their favour the respondent State had violated Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1, which read, in so far as relevant, as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a fair and public hearing within a reasonable time by an independent and impartial tribunal established by law. …”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest ….”
They also complained that they had no effective remedy for their complaints, in breach of Article 13 of the Convention, which reads as follows:
“Everyone whose rights and freedoms as set forth in [the] Convention are violated shall have an effective remedy before a national authority notwithstanding that the violation has been committed by persons acting in an official capacity.”
A. Admissibility
13. The Government submitted that the applicants had failed to exhaust domestic remedies as required by Article 35 § 1 of the Convention. In particular, they maintained that the applicants had not availed themselves of the opportunity to be registered as creditors in the insolvency and liquidation proceedings against the debtor company, and had failed to apply to any domestic court to challenge the allegedly inadequate enforcement by the Bailiffs’ Service of the decisions in their favour.
14. The applicants disagreed.
15. The Court notes that similar objections have already been rejected in a number of judgments adopted by the Court (see Sokur v. Ukraine (dec.), no. 29439/02, 16 December 2003; Sychev v. Ukraine, no. 4773/02, §§ 42-46, 11 October 2005; and Trykhlib v. Ukraine, no. 58312/00, §§ 38-43, 20 September 2005). The Court considers that the objections in the instant case must be rejected for the same reasons.
16. The Court notes that the complaints are not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that they are not inadmissible on any other grounds. They must therefore be declared admissible.
B. Merits
17. The Government contended that there had been no violation of Article 6 § 1 or Article 13 of the Convention, or of Article 1 of Protocol No. 1.
18. The applicants disagreed.
19. The Court notes that the decisions in the applicants’ favour have remained unenforced for at least six years
20. The Court reiterates that it has already found violations of Article 6 § 1 and Article 13 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 in similar cases (see, among other authorities, Sokur v. Ukraine, no. 29439/02, §§ 30-37, 26 April 2005; Shmalko v. Ukraine, no. 60750/00, §§ 55-57, 20 July 2004; and Voytenko v. Ukraine, no. 18966/02, §§ 43, 48 and 55, 29 June 2004).
21. Having examined all the material in its possession, the Court considers that the Government have not put forward any fact or argument capable of persuading it to reach a different conclusion in the present case.
22. There has, accordingly, been a violation of Article 6 § 1 and Article 13 of the Convention and a violation of Article 1 of Protocol No. 1 in respect of the lengthy non-enforcement of the decisions in the applicants’ favour in the present application.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
23. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
24. The applicants claimed, in respect of pecuniary damage, the amounts awarded in the decisions given in their favour. They also claimed compensation for inflation losses and loss of profits (Ms L. claimed USD 3,335.72 and EUR 1,299.38; Mr L. claimed USD 4,733.48 and EUR 3,490.51). In support of their claim for inflation losses, the applicants presented calculations based on the average consumer prices inflation index. Additionally, they claimed USD 43,200 and USD 33,600, respectively, in accrued salary arrears allegedly owed to them under domestic law provisions because of their employer’s failure to pay them their salary in due time. Lastly, the applicants claimed the same amounts in respect of non-pecuniary damage.
25. The Government submitted that they did not question the necessity to enforce the decisions in the applicants’ favour. However, they contested the rest of the claims as excessive and unsubstantiated.
26. In so far as the applicants claimed the amount awarded to them by the decisions concerned, the Court considers that it is undisputed that the State still has an outstanding obligation to enforce these decisions (see paragraphs 6 and 7 above).
27. As to the claim for inflation losses, the Court notes that the Government merely disagreed with the method of calculation; they did not deny that the applicants had suffered inflation losses, nor did they provide an alternative calculation of the losses involved. The Court further notes that the applicants, in calculating their claims for inflation adjustment, applied the official rates, which are designed for Ukrainian hryvnias, to the awarded sums after conversion into euros and US dollars rather than to the principal sums in Ukrainian hryvnias. The Court cannot, therefore, accept these calculations. Taking into account the amounts awarded to the applicants, the periods within which the respondent State failed to enforce the decisions in the applicants’ favour, and the above-mentioned average consumer prices inflation index for the relevant period, the Court calculates the inflation losses at EUR 900 and EUR 1,800, which the Court awards respectively to the applicants. It dismisses the remainder of the claim in respect of pecuniary damage as ill-founded.
28. The Court also awards the applicants, on an equitable basis, EUR 2,600 each in respect of non-pecuniary damage.
B. Costs and expenses
29. The applicants also claimed an unspecified amount for costs and expenses incurred before the Court. In support they provided postal vouchers to a total amount of UAH 230.45 (about EUR 20.55).
30. The Government contested this claim as unsubstantiated.
31. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and were reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the information in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 20.55 under this head.
C. Default interest
32. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaints under Articles 6 § 1 and 13 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention in respect of the lengthy non-enforcement of the decisions in the applicants’ favour admissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 6 § 1 of the Convention;
3. Holds that there has been a violation of Article 13 of the Convention;
4. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;
5. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicants, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the outstanding debts under the decisions given in the applicants’ favour;
(b) that the respondent State is to pay the applicants, within three months from the date on which the judgment becomes final according to Article 44 § 2 of the Convention, the following amounts, to be converted into the national currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 900 (nine hundred euros) to Ms L. and EUR 1,800 (one thousand eight hundred euros) to Mr L. in respect of pecuniary damage;
(ii) EUR 2,600 (two thousand six hundred euros) each, plus any tax that may be chargeable, in respect of non-pecuniary damage; and
(iii) EUR 20.55 (twenty euros fifty-five cents), plus any tax that may be chargeable, in respect of costs and expenses;
(c) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
6. Dismisses the remainder of the applicants’ claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 10 December 2009, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Claudia Westerdiek Peer Lorenzen
Registrar President
1 About 909.66 US dollars (USD) and 923.70 euros (EUR) respectively at the material time.

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