PRIMA SEZIONE
CASO DI STREZOVSKI E ALTRI contro NORD MACEDONIA
(Applicazioni n. 14460/16 e 7 altre – vedi elenco allegato)
GIUDICE
Art. 1 P1 – Controllo dell’uso della propriet? – Tassa permanente imposta dallo Stato ai fornitori privati di calore da parte dei proprietari di appartamenti scollegati dal sistema di teleriscaldamento che rifornisce i loro edifici residenziali – Lo Stato ? tenuto a garantire che la misura contestata non imponga oneri eccessivi ai richiedenti, consentendo nel contempo ai fornitori privati di calore di realizzare profitti potenzialmente ingiustificati – Mancanza di una valutazione obiettiva dell’uso indiretto del riscaldamento in ogni singolo caso – Mancanza, da parte dei tribunali nazionali, del necessario giusto equilibrio tra gli interessi in gioco attraverso l’applicazione di sufficienti garanzie procedurali
STRASBURGO
27 febbraio 2020
Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Essa pu? essere soggetta a revisione editoriale.
Nel caso di Strezovski e altri contro la Macedonia del Nord,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Prima Sezione), che si riunisce come Camera composta da:
Ksenija Turkovi?, Presidente,
Ale? Pejchal,
Armen Harutyunyan,
Pere Pastor Vilanova,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski,
Raffaele Sabato, giudici,
e Abel Campos, Registrar di sezione,
Considerando:
le applicazioni di cui sopra (n. 14460/16, 14958/16, 14962/16, 14966/16, 27884/16, 16064/17, 20229/17 e 30206/17) contro la Repubblica della Macedonia settentrionale, presentata alla Corte, ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da otto macedoni/cittadini della Repubblica della Macedonia settentrionale, il sig. Strezo Strezovski (“il primo richiedente”), Cane Nikoloski (“il secondo richiedente”), Aco Spasovski (“il terzo richiedente”), Josip Juvan (“il quarto richiedente”), Zoran Kostovski (“il quinto richiedente”), Trajanka Nakevska (“il sesto richiedente”), Enver Iseni (“il settimo richiedente”) e Sonja Nalbanti-Dimoska (“l’ottavo richiedente”), alle varie date indicate nella tabella allegata;
la lettera del 2 maggio 2018 della moglie del primo ricorrente, la sig.ra V. Strezovska, con la quale si informava il Tribunale che il primo ricorrente era deceduto il 4 aprile 2017 e si indicava il suo interesse a proseguire la domanda a suo nome;
la decisione di notificare al governo della Macedonia settentrionale (“il governo”) la denuncia ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 e di dichiarare irricevibile il resto dei ricorsi ai sensi dell’articolo 54, paragrafo 3, del regolamento del tribunale
le osservazioni delle parti;
dopo aver deliberato in privato il 4 febbraio 2020,
Emette la seguente sentenza, che ? stata adottata in tale data:
INTRODUZIONE
1. I ricorrenti, che sono tutti proprietari di appartamenti scollegati dalla rete di teleriscaldamento che alimenta i loro rispettivi edifici residenziali, hanno lamentato che l’obbligo di pagare ai fornitori privati di calore una tassa permanente introdotto dallo Stato ha violato il loro diritto al pacifico godimento dei loro beni (appartamenti) ai sensi dell’art. 1 del Protocollo n. 1.
I FATTI
2. I candidati vivono a Skopje. La sig.ra Strezovska e il settimo ricorrente erano rappresentati dal sig. A. Varela, il secondo e il quinto ricorrente erano rappresentati dalla sig.ra D. Chakarovska-Grozdanovska, e l’ottavo ricorrente era rappresentato dal sig. I. Spirovski, tutti avvocati che esercitano a Skopje. I restanti ricorrenti sono stati autorizzati a rappresentarsi da soli.
3. Il governo era rappresentato dal loro agente, la sig.ra D. Djonova.
4. Tutti i ricorrenti sono proprietari di (e vivono in) appartamenti in edifici residenziali (?????????? ??????? ?? ????????) a Skopje collegati ad una rete di teleriscaldamento gestita da fornitori di calore privati. Le loro unit? non sono mai state collegate alla rete di teleriscaldamento dell’edificio (nella domanda n. 20229/17, il settimo richiedente ha installato il proprio sistema di riscaldamento nel suo appartamento prima che la rete di teleriscaldamento del suo edificio diventasse operativa per altri appartamenti) o sono state scollegate da essa prima del 30 luglio 2012 (cfr. paragrafi 5 e 13), sia su richiesta dell’ex proprietario dell’appartamento (domanda n. 30206/17, l’ottavo richiedente), sia da parte dei richiedenti (le restanti domande, tra il 2002 e il 2011).
5. Il 30 luglio 2012 ? stato adottato il Regolamento per la fornitura di energia termica (“Regolamento 2012”) dalla Commissione di regolamentazione dell’energia, un organismo statale i cui membri sono nominati dal Parlamento. In base a tali regolamenti, gli utenti disconnessi erano tenuti a pagare ai fornitori privati di energia termica una tassa annuale permanente (?????????? ?? ?????????? ???????), pagabile in rate mensili (sezione 53(2) dei regolamenti del 2012, si veda il successivo paragrafo 12).
6. Il 22 maggio 2013 la Corte costituzionale ha dichiarato tale disposizione compatibile con la Costituzione. Essa ha dichiarato che le unit? scollegate negli edifici sono consumatori indiretti (???????) di calore proveniente da tubi che li attraversano o da unit? vicine e altre unit? dell’edificio collegate alla rete di teleriscaldamento (cfr. paragrafo 16).
7. I fornitori di calore privati hanno emesso fatture che richiedono ai richiedenti il pagamento della tassa permanente dopo la sua introduzione il 1? ottobre 2012 (cfr. sezione 66 del Regolamento 2012, paragrafo 13 di seguito). Dopo che i richiedenti hanno omesso di pagare, un notaio ha accolto le richieste dei fornitori per l’esecuzione delle fatture non pagate e ha emesso ordini di pagamento relativi a diverse rate mensili non pagate della tassa permanente (??????? ?? ??????? ?? ??????????). Le rate mensili pagabili dai richiedenti erano comprese tra 5 e 29 euro (EUR).
8. I ricorrenti si sono opposti agli ordini di pagamento (????????) dinanzi al Tribunale di primo grado di Skopje sostenendo (i) di non aver stipulato un accordo con il fornitore; (ii) che l’addebito era stato introdotto con i regolamenti del 2012, nonostante tale obbligo potesse essere introdotto solo dalla legislazione primaria (?????); (iii) che la legge sull’energia non includeva i termini “utenti disconnessi” e “consumatori indiretti” introdotti dai regolamenti del 2012; (iv) che le loro unit? non erano mai state collegate o erano state scollegate dal sistema di teleriscaldamento prima dell’entrata in vigore del Regolamento del 2012; e (v) che hanno ricevuto poco (nel caso dell’ottavo richiedente) o nessun tipo di calore (nel caso dei rimanenti richiedenti) in quanto non sono state scollegate anche le tubazioni che attraversavano gli appartamenti in questione e/o tutti gli appartamenti vicini. A questo proposito, il quinto, sesto e settimo richiedente (domande n. 16064/16, 27884/16 e 20229/17) ha sostenuto che le loro unit? si trovavano al piano terra o al piano superiore dei loro edifici ed erano circondate da appartamenti scollegati dal sistema distrettuale. Alcuni richiedenti hanno sostenuto che le loro unit? erano riscaldate meglio di quelle riscaldate attraverso il sistema distrettuale, in conseguenza del quale hanno perso calore, invece di riceverne. Gli importi richiesti non si basavano su una valutazione obiettiva del calore ricevuto da altri appartamenti. A tale riguardo, essi hanno chiesto che i tribunali effettuassero un’ispezione in loco. Il quinto richiedente ha presentato come prova una perizia in cui si affermava che il suo appartamento non riceveva alcun tipo di calore dall’impianto di teleriscaldamento dell’edificio n? attraverso le tubature n? per conduzione.
9. In seguito alle obiezioni dei richiedenti, tutti i casi sono stati decisi dal Tribunale di primo grado di Skopje e dalla Corte d’appello. Con decisioni separate (Pl.P. 1486/13; 1487/14; 1794/14; 1824/14; 1907/14; 2133/14; 2837/14 e 977/15) emesse tra dicembre 2014 e febbraio 2017 (sentenze definitive pronunciate tra settembre 2015 e febbraio 2017) entrambi i tribunali hanno respinto le obiezioni dei ricorrenti e confermato le ordinanze. Facendo riferimento alle conclusioni della Corte Costituzionale (cfr. paragrafi 6 e 17) e senza effettuare visite in loco (tranne nel caso del sesto ricorrente) o ordinare una perizia, i tribunali hanno ritenuto che i ricorrenti fossero “consumatori indiretti” di calore distribuito nell’edificio attraverso la rete di teleriscaldamento. Poich? negli edifici riscaldati attraverso tale rete vi erano altre unit? (“consumatori diretti”), i ricorrenti dovevano essere considerati “consumatori indiretti” e, di conseguenza, erano obbligati a pagare la tassa permanente come specificato nell’articolo 53(2) (e nell’articolo 66) del Regolamento 2012. I tribunali hanno inoltre stabilito (nel caso del primo, del quarto, del quinto e del settimo ricorrente) che “tutte le unit? (scollegate) di un edificio collegato a una rete di teleriscaldamento [erano] obbligate a pagare il canone permanente indipendentemente dalla loro posizione o dalla composizione o costruzione dell’impianto interno”.
10. Secondo il Governo, sono stati interessati 12.000 dei 60.000 appartamenti in edifici residenziali, essendo stati scollegati dalla rete di teleriscaldamento.
QUADRO GIURIDICO E PRASSI GIURIDICA PERTINENTE
DIRITTO E PRASSI NAZIONALI
Legge sui procedimenti civili 2005
11. La sezione 400 del Civil Proceedings Act 2005 prevede che il procedimento possa essere riaperto se il tribunale ha riscontrato una violazione della Convenzione. In tali procedimenti, i tribunali nazionali sono tenuti a conformarsi alle disposizioni della sentenza definitiva della Corte.
Regolamento sull’approvvigionamento di energia termica 2012, adottato dalla Commissione di regolamentazione dell’energia e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97/12 (“il Regolamento 2012”)
12. Ai sensi dell’articolo 53, paragrafo 2, del Regolamento 2012, gli utenti disconnessi in edifici residenziali dotati di un unico contatore comune (???? ????????????? ?? ?? ???????????? ?? ???? ????? ???? ?????????? ????? ????) erano tenuti a pagare una tassa fissa per il riscaldamento in piedi, il cui importo doveva essere determinato in base al sistema di tariffe di riscaldamento (cfr. paragrafo 14 di seguito). Secondo il paragrafo 53(3), la tassa non era pagabile se tutte le unit? collegate ad un singolo contatore erano state scollegate per una o pi? stagioni di riscaldamento o se il ripartitore di calore non aveva registrato alcun consumo di calore.
13. In base alle disposizioni transitorie e finali del Regolamento 2012 (sezione 66), tutte le utenze precedentemente scollegate negli edifici residenziali erano tenute a stipulare un accordo con il fornitore e a connettersi alla rete distrettuale entro e non oltre il 1? ottobre 2012. In caso contrario, sarebbe stato necessario pagare il canone permanente.
Sistema tariffario per la vendita di energia termica del 12 luglio 2013, adottato dalla Commissione Regolatrice per l’Energia e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 99/2013 (“il sistema tariffario del calore”)
14. Nell’ambito del sistema di tariffazione del calore, la tassa permanente era una tassa relativa alla capacit? termica disponibile al punto di livello del contatore (sezione 2). La tariffa permanente per le utenze domestiche a livello di contatore ? stata calcolata sulla base della superficie dell’unit? (sezione 37).
Regolamento per l’approvvigionamento di energia termica 2019, adottato il 23 marzo 2019 (in vigore dal 1? aprile 2019) e ulteriormente modificato il 1? agosto 2019 dalla Commissione di regolamentazione dell’energia (Gazzetta ufficiale n. 65/2019 e 162/2019, “il regolamento 2019”).
15. A seguito dell’entrata in vigore della nuova legge sull’energia nel maggio 2018, la Commissione di regolamentazione dell’energia ha adottato nuovi regolamenti in sostituzione dei regolamenti del 2012 (sezione 65). Secondo il Regolamento del 2019, i consumatori hanno il diritto di scollegare i loro appartamenti negli edifici residenziali dalla rete di teleriscaldamento se il proprietario dell’unit? dimostra che il sistema di riscaldamento previsto sarebbe pi? efficiente ed ecologico rispetto al riscaldamento fornito dal sistema di teleriscaldamento. In caso di controversia con il fornitore di calore, il proprietario pu? rivolgersi alla Commissione di regolamentazione dell’energia per una decisione. I proprietari che non vivono in tali unit? sono tenuti a pagare la tassa permanente. I proprietari di appartamenti, che sono scollegati dal sistema di teleriscaldamento, non sono tenuti a pagare la tassa permanente se forniscono una prova valida (come una carta d’identit? e gli atti di propriet? o di locazione) che, tra l’altro, vivono o utilizzano (affittare) l’unit?. Quest’ultima categoria di proprietari pu? impugnare dinanzi alla Commissione di regolamentazione dell’energia una decisione del fornitore di calore che respinge la richiesta di esenzione dal pagamento della tassa permanente (sezione 54).
16. Secondo la Commissione di regolamentazione dell’energia, gli utenti disconnessi ammissibili ai sensi della disposizione di cui sopra non sono tenuti a pagare la tassa permanente dall’aprile 2019.
Prassi della Corte costituzionale
17. Con decisione (U.br.125/2012) del 22 maggio 2013 (emessa a seguito di un’istanza di tre persone, tra cui il primo richiedente) la Corte Costituzionale ha dichiarato l’articolo 53(2) del Regolamento 2012 compatibile con la Costituzione. Facendo riferimento alla “natura specifica delle abitazioni collettive (?????????? ??????? ?? ????????)”, la corte ha dichiarato che “a causa della trasmissione di calore attraverso la sostanza da un luogo pi? caldo a un luogo pi? fresco (conduzione del calore)” e dei tubi che passano attraverso gli appartamenti, le unit? scollegate hanno ottenuto “indirettamente” il calore dalle unit? dell’edificio collegate alla rete di teleriscaldamento. Di conseguenza, le unit? scollegate ottenevano il calore a spese delle unit? che utilizzavano il servizio fornito attraverso il sistema di teleriscaldamento installato nell’edificio e dovevano essere considerate “utenze indirette di calore ottenute da appartamenti vicini e da altri appartamenti dell’edificio” collegati a tale sistema. Secondo il tribunale, era “chiaro” che negli edifici residenziali collettivi “le utenze scollegate dal sistema di teleriscaldamento utilizzano oggettivamente un certo calore … che giustifica il pagamento di tale calore … Gli utenti disconnessi sono tenuti, ai sensi dell’articolo 53, paragrafo 2, del [Regolamento 2012], a pagare per un servizio che … a prescindere dal fatto che siano disconnessi dall’impianto, ricevono. ? pertanto giustificato che paghino per questo servizio”.
18. Il tribunale ha inoltre ritenuto che la sezione 66 del Regolamento 2012 ha introdotto un termine per gli utenti gi? scollegati per la connessione all’impianto di teleriscaldamento (1? ottobre 2012) o che rischiano di pagare la tassa permanente. Poich? tale disposizione era di natura provvisoria e aveva cessato di essere applicabile dopo la scadenza di tale termine, il tribunale ha ritenuto che non fosse pi? valida e di conseguenza ha respinto quella parte della domanda.
19. In un parere dissenziente, un giudice ha dichiarato che la legge sull’energia non contiene alcuna disposizione relativa all’onere permanente. Di conseguenza, la sua introduzione da parte del regolamento del 2012 era contraria alla Costituzione. A questo proposito, ha fatto riferimento a una precedente decisione della Corte costituzionale (U.br.148/2008) che dichiarava incostituzionale un atto di diritto derivato che introduceva un’accusa simile. Egli ha concluso che il pagamento dell’accusa era una questione di fatto che doveva essere determinata dai tribunali civili.
Parere giuridico della Corte Suprema del 20 febbraio 2018
20. 20. A seguito di un ricorso per incoerenza nella prassi nazionale, la Divisione Civile della Corte di Cassazione ha adottato un parere legale, cos? formulato:
“… i consumatori che non sono mai stati collegati ad un impianto di teleriscaldamento, non hanno mai stipulato un accordo con il fornitore e [la cui] unit? non ? stata dotata di un impianto di riscaldamento da parte di quest’ultimo non possono essere considerati come consumatori indiretti scollegati e non sono tenuti a pagare la tassa permanente”.
Tale approccio riguardava gli appartamenti in edifici residenziali che non erano dotati di impianto di riscaldamento, gli appartamenti che utilizzavano un sistema di riscaldamento indipendente (individuale) prima che il fornitore attrezzasse alcune unit? dell’edificio con un impianto di riscaldamento (che non passava attraverso gli appartamenti in questione) e i consumatori che non avevano mai stipulato un accordo con il fornitore di calore. Il tribunale ha dichiarato che la suddetta categoria di consumatori non aveva mai utilizzato il servizio fornito dal fornitore e non poteva quindi chiederne l’interruzione. Di conseguenza, essi non erano n? consumatori diretti n? indiretti.
ALTRI MATERIALI
21. Il Governo ha presentato un rapporto redatto nel 2019 dall’Accademia delle Scienze e delle Arti della Macedonia del Nord prima dell’entrata in vigore del Regolamento del 2019 (cfr. paragrafi 15 e 16). Il rapporto ? uno studio completo della legislazione nazionale relativa alla carica permanente per il riscaldamento e contiene diverse conclusioni e raccomandazioni. Il rapporto rileva, tra l’altro, che i Regolamenti del 2012 trattano le unit? scollegate collettivamente piuttosto che individualmente, dato che la tassa permanente si applica a tutte queste unit?, indipendentemente dal fatto che siano state riscaldate in modo pi? efficiente rispetto alle unit? collegate alla rete di teleriscaldamento. A tale proposito, la relazione suggerisce che il nuovo regolamento dovrebbe consentire alle unit? riscaldate in modo pi? efficiente di determinare, nell’ambito di un’apposita procedura, una questione da sottoporre a una commissione indipendente per la cessazione del servizio fornito attraverso il sistema di teleriscaldamento. Essa indica inoltre la possibilit? di un’esenzione totale o parziale dall’obbligo di pagare la tassa permanente in altre situazioni, come ad esempio se un’unit? ha pi? pareti esterne, un isolamento di buona qualit? e cos? via.
LA LEGGE
GIUNZIONE DELLE APPLICAZIONI
22. In considerazione dell’analogo oggetto delle domande, la Corte ritiene opportuno esaminarle congiuntamente in un’unica sentenza.
ALLEGATO VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE
23. I ricorrenti hanno lamentato che l’obbligo di pagare la tassa permanente aveva violato i loro diritti di propriet? ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, che recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al pacifico godimento dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni che precedono non pregiudicano tuttavia in alcun modo il diritto di uno Stato di far rispettare le leggi che ritiene necessarie per controllare l’uso dei beni in conformit? all’interesse generale o per garantire il pagamento di tasse o altri contributi o sanzioni”.
Ammissibilit?
1. Lo stato di vittima dei richiedenti
a) Le osservazioni delle parti
i) Il governo
24. Il Governo ha contestato lo status di vittima dei ricorrenti.
25. Per quanto riguarda la sig.ra Strezovska, essi hanno sostenuto che la sua lettera che informava il Tribunale della morte del marito (il primo ricorrente) era giunta oltre un anno dopo la sua morte, e sei mesi prima della notifica del caso. Inoltre, la sig.ra Strezovska non aveva dimostrato di avere un interesse legittimo a presentare la domanda.
26. Il Governo ha inoltre sostenuto che tutti i richiedenti avevano perso il loro status di vittime a seguito dell’introduzione del regolamento del 2019 (paragrafi 15 e 16). Ci? ? dovuto al fatto che erano tutti proprietari delle unit? scollegate in cui vivevano. Di conseguenza, essi potevano essere esentati dall’obbligo di pagare la tassa permanente ai sensi dei regolamenti del 2019.
ii) I richiedenti
27. La prima, la quarta e la settima ricorrente hanno contestato l’obiezione del Governo, sostenendo che i regolamenti del 2019 non si applicavano alla tassa permanente dovuta ai sensi dei regolamenti del 2012. A tale riguardo, la sig.ra Strezovska ha presentato copia di una sentenza (non definitiva) del Tribunale di primo grado di Skopje del 16 luglio 2019, in cui si affermava che era tenuta a pagare le rate mensili della tassa permanente per il periodo gennaio-luglio 2018, poich? era proprietaria dell’appartamento e vi aveva abitato dopo la morte della prima ricorrente. La quarta ricorrente ha tuttavia confermato che le fatture che aveva ricevuto in relazione alla tassa permanente per i mesi successivi all’entrata in vigore del regolamento del 2019 erano state annullate.
b) La valutazione della Corte
i) La posizione della sig.ra Strezovska
28. Se un richiedente ? deceduto dopo aver presentato una domanda, la Corte ha accettato che il parente o l’erede pi? prossimo possa, in linea di principio, dare seguito alla domanda, purch? abbia un interesse sufficiente per il caso (cfr. Centro per le risorse legali per conto di Valentin C?mpeanu c. Romania [GC], n. 47848/08, ? 97, ECHR 2014). Ci? vale in particolare per le domande presentate dal richiedente stesso e continuate dal coniuge superstite solo dopo il suo successivo decesso (cfr. Dalban c. Romania [GC], n. 28114/95, CEDU 1999-VI).
29. Tenuto conto della richiesta della sig.ra Strezovska, vedova della prima ricorrente, di proseguire il procedimento (v. sopra), e del suo interesse materiale basato sull’effetto diretto sui suoi diritti pecuniari (v. sopra, paragrafo 27), che il Governo non ha contestato, la Corte ritiene che la sig.ra Strezovska sia in possesso dei requisiti di cui all’articolo 34 della Convenzione per continuare la domanda a suo nome (v. Streltsov e altre cause “Novocherkassk military pensioners” v. Russia, nn. 8549/06 e altri 86, ? 39, 29 luglio 2010, e Stojkovic c. l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, n. 14818/02, ? 25, 8 novembre 2007). Il fatto che non abbia prontamente portato all’attenzione della Corte la morte della prima ricorrente non ha alcuna rilevanza per la sua posizione. Di conseguenza, l’obiezione del Governo sotto questo capo deve essere respinta.
(ii) Lo status di vittima di tutti i ricorrenti
30. Come la Corte ha ripetutamente affermato, una decisione o misura favorevole a un richiedente non ?, in linea di principio, sufficiente a privarlo della sua condizione di “vittima” ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione, a meno che le autorit? nazionali non abbiano riconosciuto, espressamente o sostanzialmente, e quindi concesso un adeguato e sufficiente risarcimento per la violazione della Convenzione (cfr. Moon c. Francia, n. 39973/03, ? 29, 9 luglio 2009). Solo quando queste condizioni sono soddisfatte, il carattere sussidiario del meccanismo di protezione della Convenzione preclude l’esame di una domanda (cfr. Mili? e Nikezi? c. Montenegro, nn. 54999/10 e 10609/11, ? 73, 28 aprile 2015).
31. La Corte rileva che la presente causa riguarda la presunta violazione del diritto dei ricorrenti al pacifico godimento dei loro beni a causa dell’obbligo di pagare la tassa per il riscaldamento in piedi ai sensi del Regolamento del 2012. Tale regolamento ? stato sostituito dal Regolamento del 2019. L’articolo 54 del Regolamento del 2019 prevede che i consumatori gi? disconnessi dal sistema di teleriscaldamento negli edifici residenziali possono essere esentati dall’obbligo di pagare il canone di riscaldamento permanente a determinate condizioni (cfr. il precedente paragrafo 15). Tali regolamenti sono entrati in vigore il 1? aprile 2019 e da tale data i consumatori che possono beneficiare di questa clausola di esenzione non sono pi? tenuti a pagare il canone permanente (cfr. paragrafi 16 e 27 di cui sopra). Tuttavia, nulla fa pensare che questa disposizione si applichi alle rate mensili della tassa permanente pagabile ai sensi del Regolamento 2012. Inoltre, il governo non ha presentato alcun esempio di prassi nazionale in cui tale disposizione sia stata interpretata in modo da applicarsi all’obbligo di pagamento della tassa permanente prima dell’introduzione della clausola di esenzione ai sensi dei regolamenti del 2019. In tali circostanze, sebbene sia probabile che i Regolamenti del 2019 costituiscano la base per l’esenzione delle ricorrenti dall’obbligo di pagamento della tassa permanente a partire dal 1? aprile 2019, essi non possono essere interpretati come un riconoscimento o un rimedio per l’asserita violazione della Convenzione.
32. Alla luce di quanto precede, la Corte conclude che i ricorrenti possono sostenere di essere “vittime” di una violazione del loro diritto al pacifico godimento dei loro beni per quanto riguarda l’onere permanente dovuto ai sensi del Regolamento del 2012. Di conseguenza, l’obiezione del Governo deve essere respinta.
Esaurimento dei rimedi interni nei confronti della settima ricorrente
a) Le osservazioni delle parti
i) Il governo
33. In un documento del 9 maggio 2018 contenente le loro ulteriori osservazioni e commenti sulle giuste richieste di soddisfazione del settimo richiedente, il Governo, per la prima volta, ha obiettato che egli non aveva fatto causa al fornitore privato di calore per arricchimento senza causa (?????????? ??? ?????). A sostegno della loro obiezione, essi si sono basati sul parere giuridico della Corte Suprema (paragrafo 20) che era stato adottato successivamente alle loro osservazioni iniziali sulla ricevibilit? e sul merito della causa del 17 gennaio 2018. Essi hanno sostenuto che, nelle presunte circostanze del suo caso (paragrafo 4 di cui sopra), il settimo ricorrente era legittimato per legge ad avanzare tale richiesta nei confronti del fornitore. Per dimostrare l’efficacia di tale rimedio, essi hanno presentato copie di diverse sentenze giudiziarie definitive nei casi in cui i ricorrenti avevano citato con successo un fornitore privato di energia elettrica per arricchimento senza causa in relazione a un’accusa permanente, che le autorit? competenti (amministrative e giudiziarie) (in procedimenti distinti) avevano giudicato in violazione del diritto della concorrenza. Per dimostrare che una richiesta di arricchimento senza causa non sarebbe stata priva di prospettive di successo, hanno presentato copie delle sentenze successive al parere giuridico della Corte Suprema in cui gli stessi tribunali (paragrafo 9 di cui sopra) avevano ritenuto che i ricorrenti in circostanze analoghe a quelle del settimo ricorrente non fossero tenuti a pagare la tassa permanente al fornitore di calore (per il periodo coperto dal Regolamento 2012).
ii) Il settimo ricorrente
34. Il settimo ricorrente ha contestato l’obiezione del Governo, sostenendo che il rimedio suggerito (una richiesta di arricchimento senza causa) non poteva compensarlo per i pagamenti ordinati nel procedimento in questione. Inoltre, le sentenze presentate riguardanti il fornitore privato di energia elettrica erano irrilevanti in quanto riguardavano questioni diverse. Le altre sentenze presentate dal governo non menzionano il parere giuridico della Corte suprema. In quest’ultimo caso, egli ha presentato, tra l’altro, tre sentenze definitive della Corte d’Appello di Skopje (Gz.3268/17; Gz.4066/17 e Gz.4945/17), datate tra febbraio e novembre 2018, che respingono i ricorsi da lui presentati, nonostante avesse presentato il parere legale della Corte Suprema come prova.
b) La valutazione della Corte
35. La Corte desidera innanzitutto rilevare che, alla luce della spiegazione fornita dal Governo sul motivo per cui non ha fatto prontamente affidamento sull’esistenza della via civile di ricorso (cfr. paragrafo 33), non si esime dal sollevare l’obiezione di non esaurimento dei rimedi interni, in particolare, sulla base del fatto che la settima ricorrente non ha citato in giudizio il fornitore di teleriscaldamento per arricchimento senza causa (cfr., al contrario, Khlaifia e a./Commissione). Italia [GC], n. 16483/12, ? 52, 15 dicembre 2016).
36. I principi generali relativi alla regola dell’esaurimento ai sensi dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione sono esposti in Vu?kovi? e altri c. Serbia ((obiezione preliminare) [GC], nn. 17153/11 e 29 altri, ?? 70-77, 25 marzo 2014, con ulteriori riferimenti, in particolare ad Akdivar e altri c. Turchia, 16 settembre 1996, Relazioni delle sentenze e decisioni 1996-IV).
37. A tale riguardo, la Corte ritiene opportuno ribadire che, per essere efficace, un rimedio deve essere in grado di porre rimedio direttamente allo stato di fatto in questione e deve offrire ragionevoli prospettive di successo. Non vi ? alcun obbligo di ricorrere a rimedi che siano inadeguati o inefficaci. Inoltre, secondo le “regole generalmente riconosciute del diritto internazionale”, possono sussistere circostanze particolari che esonerano il richiedente dall’obbligo di esaurire i rimedi nazionali a sua disposizione (cfr. Vu?kovi? e altri, ?? 73-74, e Akdivar e altri, ?? 67 e 71, entrambi citati).
38. Inoltre, per quanto riguarda la ripartizione dell’onere della prova nell’ambito dell’esaurimento dei rimedi nazionali, spetta al Governo, che sostiene la non esaurimento, convincere il Tribunale che il rimedio era un rimedio efficace, disponibile in teoria e in pratica nel momento in questione, vale a dire che era accessibile, che era in grado di fornire un rimedio per i reclami del ricorrente e che offriva ragionevoli prospettive di successo. Tuttavia, una volta soddisfatto tale onere della prova, spetta al ricorrente stabilire che il rimedio proposto dal Governo era in realt? esaurito o era per qualche motivo inadeguato e inefficace nelle particolari circostanze del caso o che esistevano circostanze particolari che lo esoneravano da tale obbligo (cfr. Akdivar e altri, ? 68, e Vu?kovi? e altri, ? 77, entrambi citati sopra).
39. Per quanto riguarda il presente caso, la Corte non ritiene che una richiesta di arricchimento senza causa nei confronti del fornitore privato di calore costituisca un rimedio efficace nelle circostanze del settimo ricorrente. A tale riguardo, essa osserva che il governo non ha fornito alcun esempio di prassi interna in cui un parere legale della Corte Suprema sia servito come base giuridica per tale richiesta. Gli esempi presentati dal Governo non consentono alla Corte di sostenere il contrario per i seguenti motivi.
40. La giurisprudenza relativa alle richieste di arricchimento senza causa presentate contro il fornitore di energia elettrica non pu? essere considerata un riferimento valido per il presente caso perch? tali richieste sono state presentate sulla base di sentenze definitive del tribunale, a differenza di quanto avviene nel presente caso, in cui una tale richiesta si baserebbe sul parere giuridico della Corte Suprema. Non ? stata presentata alcuna argomentazione o prova in merito alla natura giuridica di tale parere e alla sua natura vincolante. Inoltre, e sulla base del materiale presentato dalle parti, la Corte rileva che le decisioni discordanti degli stessi tribunali dopo il parere della Corte di Cassazione del 22 febbraio 2018 esistevano contemporaneamente. Inoltre, tali giudici hanno respinto le identiche richieste del settimo ricorrente, nonostante il fatto che egli avesse portato alla loro attenzione tale parere.
41. Alla luce di quanto precede, la Corte ritiene che il Governo non abbia dimostrato che una richiesta di arricchimento senza causa nei confronti del fornitore del teleriscaldamento sarebbe stata un rimedio disponibile, e tanto meno efficace, nel caso di specie. Di conseguenza, la loro obiezione, fondata sulla non esaurimento dei rimedi nazionali nei confronti del settimo richiedente, deve essere respinta.
Se le ricorrenti abbiano subito uno svantaggio significativo
a) Le osservazioni delle parti
42. Il Governo ha sostenuto che la valutazione del caso da parte della Corte dovrebbe essere limitata alla tassa permanente, che i ricorrenti sono stati obbligati a pagare mensilmente (senza le spese processuali relative al procedimento civile in questione). A tale riguardo, essi hanno sostenuto che la rata mensile pi? alta pagabile dai ricorrenti era stata di 21 euro, che era stata insignificante dato il tenore di vita nello Stato convenuto. Inoltre, l’eventuale danno che tale requisito avrebbe comportato sarebbe stato insignificante in considerazione del “privilegio” delle ricorrenti di poter ricollegare le loro unit? all’impianto di teleriscaldamento o di beneficiare indirettamente del calore che tale impianto produceva nell’edificio.
43. Il settimo e l’ottavo ricorrente hanno contestato l’obiezione del Governo, sostenendo che l’importo dell’onere permanente non era stato trascurabile (e avrebbe dovuto tenere conto dei costi del processo). A tale riguardo, l’ottava ricorrente ha sostenuto di essere stata obbligata a pagare l’imposta permanente a tempo indeterminato, per evitare un’azione esecutiva, che ha rappresentato un onere finanziario significativo per lei. Inoltre, la questione in questione riguardava una questione di principio di notevole importanza. Infine, la possibilit? di ricollegare le loro abitazioni al sistema di teleriscaldamento non poteva essere considerata un “privilegio”, n? entrambe le questioni (pagamento della tassa permanente e ricollegamento) erano paragonabili.
b) La valutazione della Corte
44. La parte pertinente dell’articolo 35, paragrafo 3, della Convenzione recita come segue:
“La Corte dichiara inammissibile qualsiasi domanda individuale presentata ai sensi dell’articolo 34 se ritiene che:
…
b) il richiedente non abbia subito uno svantaggio significativo, a meno che il rispetto dei diritti umani come definiti nella Convenzione e nei suoi protocolli non richieda un esame della domanda nel merito e a condizione che nessun caso possa essere respinto per questo motivo che non sia stato debitamente considerato da un tribunale nazionale”.
45. La Corte ha ritenuto che la norma contenuta nell’articolo 35, paragrafo 3, lettera b), della Convenzione sia costituita da tre criteri. In primo luogo, se il richiedente ha subito uno “svantaggio significativo”; in secondo luogo, se il rispetto dei diritti umani obbliga la Corte ad esaminare il caso; e in terzo luogo, se il caso ? stato debitamente esaminato da un tribunale nazionale (cfr. Savelyev c. Russia (dicembre), no. 42982/08, 21 maggio 2019, ? 25).
46. La prima questione, se il richiedente abbia subito “uno svantaggio significativo”, rappresenta l’elemento principale. Essa si applica quando, nonostante una potenziale violazione di un diritto da un punto di vista puramente legale, il livello di severit? raggiunto non merita di essere preso in considerazione da un tribunale internazionale (cfr. Adrian Mihai Ionescu c. Romania (dic.), no. 36659/04, 1? giugno 2010; Korolev c. Russia (dic.), n. 25551/05, 1? luglio 2010; e Gaftoniuc c. Romania (dic.), n. 30934/05 del 22 febbraio 2011). La valutazione di questo livello minimo ?, nella natura delle cose, relativa e dipende da tutte le circostanze del caso. Il livello di gravit? deve essere valutato alla luce dell’impatto finanziario della controversia e dell’importanza del caso per il richiedente (cfr. Burov c. Moldova (dic.), n. 38875/03, 14 giugno 2011, ? 25).
47. La presente causa riguarda un procedimento civile in cui i ricorrenti hanno contestato senza successo il pagamento di diverse rate mensili della tassa permanente. L’unica rata mensile pi? elevata pagabile dai ricorrenti non superava i 30 euro (cfr. paragrafi 7 e 42). La Corte rileva che nessuna delle parti ha fornito informazioni sulla situazione finanziaria dei ricorrenti. Tuttavia, la Corte non ritiene che tale somma, in quanto tale, avrebbe avuto un effetto significativo su di loro (cfr. Jovanovska e altri contro l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia (dicembre), n. 14001/13 e 22883/14, 14 novembre 2017, ? 29).
48. Tuttavia, la Corte ritiene che le doglianze delle ricorrenti nel caso di specie debbano essere considerate nel contesto generale in cui ? stato operato il requisito del pagamento in questione. A tale riguardo, va osservato che l’obbligo di pagare la tassa permanente non era un obbligo una tantum estinto dal procedimento in questione, ma piuttosto un obbligo di natura ricorrente che operava nell’ambito del Regolamento del 2012. I ricorrenti erano tenuti al pagamento della tassa permanente durante il periodo di vigenza di tale regolamento, ossia tra il 1? ottobre 2012 e il 1? aprile 2019. L’importo complessivo non pu? essere considerato insignificante alla luce del tenore di vita dello Stato convenuto.
49. Inoltre, la Corte ritiene che la presente causa soddisfi anche la clausola di salvaguardia contenuta in questo criterio di ammissibilit? che obbliga la Corte a proseguire l’esame della domanda, anche in assenza di un significativo svantaggio subito dal richiedente, se il rispetto dei diritti umani come definiti nella Convenzione e nei suoi Protocolli lo richiede. Ci? ? dovuto al fatto che solleva questioni di carattere generale che riguardano altre persone che si trovano nella stessa posizione dei richiedenti. A questo proposito, ? degno di nota il fatto che, secondo il Governo, sono 12.000 le unit? interessate in base al fatto che hanno interrotto il teleriscaldamento, i cui proprietari sono stati probabilmente obbligati a pagare la tassa permanente in questione. Inoltre, vi sono oltre 120 cause simili pendenti dinanzi alla Corte. Al momento della notifica delle richieste al Governo, la Corte ha indicato che si trattava di casi potenzialmente di punta (cfr., mutatis mutandis, Finger c. Bulgaria, n. 37346/05, ? 75, 10 maggio 2011).
50. Alla luce di quanto sopra, la Corte non ritiene necessario determinare se il caso sia stato debitamente esaminato da un tribunale nazionale.
51. Ne consegue che l’obiezione del Governo deve essere respinta.
La conclusione della Corte sulla ricevibilit?
52. La Corte rileva che la causa non ? manifestamente infondata n? irricevibile per altri motivi elencati nell’articolo 35 della Convenzione. Essa deve pertanto essere dichiarata ammissibile.
Merits
Le osservazioni delle parti
a) I richiedenti
53. La settima e l’ottava ricorrente hanno ribadito che l’interferenza in questione non era stata conforme alla legge in quanto l’onere permanente era stato introdotto dal Regolamento del 2012, come diritto derivato. La legge sull’energia non conteneva alcuna disposizione al riguardo. L’ottava ricorrente ha inoltre criticato la decisione della Corte costituzionale (cfr. i precedenti punti 17-19) in quanto incompatibile con la sua precedente decisione, ritenendo, in circostanze analoghe, che la tassa permanente sul riscaldamento non potesse essere introdotta dal diritto derivato.
54. Essi hanno anche contestato i motivi di interesse generale che, secondo il Governo (cfr. punto 58), la tassa permanente aveva perseguito. Tutti questi motivi erano volti a tutelare gli interessi commerciali dei fornitori privati di calore (a spese dei consumatori) piuttosto che qualsiasi interesse pubblico. Gli appartamenti erano stati scollegati dalla rete di teleriscaldamento al di fuori della stagione di riscaldamento, per cui il fornitore aveva avuto informazioni tempestive sul numero di consumatori e avrebbe potuto effettuare i necessari adeguamenti della fornitura di calore. Inoltre, la tassa permanente non era n? un’imposta n? una sanzione da pagare allo Stato. L’argomentazione del governo secondo cui essa avrebbe rappresentato “un pagamento per il privilegio di essere disconnesso dal sistema” ha dimostrato che era stata considerata una “tassa” o una “sanzione” da pagare a una societ? privata. Qualsiasi argomentazione che avesse riguardato l’uso indiretto del calore distribuito attraverso tale sistema riguardava una questione di fatto che i tribunali nazionali non si erano impegnati a stabilire. In ogni caso, i tribunali nazionali nelle loro decisioni non avevano individuato alcun interesse pubblico che giustificasse l’onere permanente.
55. L’ottava ricorrente ha inoltre sostenuto che nel suo caso il Regolamento del 2012 era stato applicato retroattivamente in considerazione del fatto che il suo appartamento era gi? stato disconnesso dal sistema di teleriscaldamento dal precedente proprietario nel 2011, prima dell’entrata in vigore del regolamento. Inoltre, i tribunali nazionali avevano applicato il Regolamento del 2012 in modo tale che avevano considerato la tassa permanente come una tassa pubblica da pagare al fornitore, che non poteva essere contestata. Di conseguenza, ogni prospettiva di successo nel procedimento in questione era stata puramente teorica e illusoria. Infine, ha sostenuto che il margine di discrezionalit? dello Stato nella regolamentazione delle attivit? commerciali basate sulle regole della concorrenza in un mercato regolamentato, come nel caso di specie, ? pi? ristretto rispetto a quello di un’area residenziale con aspetti sensibili di giustizia sociale. Lo Stato non dovrebbe imporre ai residenti una particolare fonte di calore, ma dovrebbe piuttosto consentire la libera scelta sulla base di fattori ragionevoli.
56. I restanti ricorrenti, che all’epoca erano rappresentati da un avvocato di loro scelta, non hanno presentato osservazioni tempestive in conformit? con il regolamento della Corte.
b) Il governo
57. Il governo ha riconosciuto che l’obbligo di pagare la tassa permanente equivaleva a un’interferenza con il diritto dei ricorrenti al pacifico godimento dei loro beni. Esso era stato introdotto dal Regolamento del 2012, adottato ai sensi della legge sull’energia, ed era divenuto esigibile dopo l’entrata in vigore di tale regolamento. La Corte costituzionale aveva confermato la compatibilit? di tali regolamenti con la legge e la Costituzione (cfr. paragrafi 17 e 18). Di conseguenza, l’interferenza in questione era stata conforme alla legge.
58. L’obbligo di pagare la tassa permanente era stato giustificato non solo perch? i consumatori disconnessi utilizzavano il calore fornito nell’edificio dal sistema distrettuale (per i motivi addotti dalla Corte costituzionale, cfr. il precedente paragrafo 17), ma anche per garantire una fornitura di calore sicura ed efficiente, una questione di interesse pubblico. La disconnessione dal sistema di teleriscaldamento ha influito sul bilancio energetico dell’edificio e ha ridotto l’efficienza del riscaldamento. La tassa permanente aveva lo scopo di compensare gli effetti negativi dell’uso del calore da parte degli utenti disconnessi, aveva rappresentato un pagamento per il loro privilegio di scollegarsi (e rimanere tali) dal sistema di teleriscaldamento, era stato un tentativo di prevenire una spirale di disconnessione da parte di altri consumatori nell’edificio, e aveva assicurato la protezione dei consumatori che utilizzavano il calore distribuito attraverso il sistema di teleriscaldamento. Il Governo ha sottolineato che l’addebito non era n? “una tassa” n? “una sanzione” ai sensi della invocata disposizione della Convenzione. Inoltre, un’imposta simile era esistita in diversi Stati della regione, il che rifletteva la tendenza dell’epoca.
59. Secondo il Governo, al momento di trasferirsi negli edifici i ricorrenti erano a conoscenza o avrebbero dovuto essere a conoscenza dell’impianto di riscaldamento dell’edificio e di quali fossero i loro obblighi in qualit? di locatari. La tassa permanente comprendeva anche una tassa per il riscaldamento delle parti comuni dell’edificio (come scale e corridoi) utilizzate da tutti i residenti, indipendentemente dal fatto che essi stessi utilizzassero o meno il calore fornito dai fornitori del distretto. Inoltre, l’importo era stato modesto in relazione alla possibilit? di ricollegarsi al sistema, che veniva offerto gratuitamente a tali consumatori.
60. Il Governo ha concluso che l’introduzione della tassa permanente da parte del Regolamento del 2012 e il modo in cui tale requisito ? stato interpretato e attuato nei casi dei ricorrenti non ha costituito una violazione dei loro diritti di propriet?. Con riferimento all’ottavo ricorrente, essi hanno sostenuto che le procedure giudiziarie in questione, che avevano comportato un contenzioso tra privati, contenevano le necessarie garanzie procedurali ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione. Inoltre, lo Stato disponeva di un ampio margine di discrezionalit? in questo ambito e l’onere permanente non aveva perturbato l’equilibrio tra l’interesse individuale e l’interesse generale, ossia la stabilit? del sistema energetico e la fornitura sicura ed efficiente di calore ai consumatori collegati a tale sistema.
La considerazione della Corte
a) Principi generali
61. L’oggetto essenziale dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 ? la protezione di una persona da interferenze ingiustificate da parte dello Stato nel pacifico godimento dei suoi beni. Tuttavia, in virt? dell’articolo 1 della Convenzione, ciascuna parte contraente “garantisce a tutti coloro che si trovano nella [sua] giurisdizione i diritti e le libert? definiti nella [Convenzione]”. L’adempimento di questo dovere generale pu? comportare obblighi positivi inerenti all’effettivo esercizio dei diritti garantiti dalla Convenzione. Nel contesto dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, anche nei casi di controversie tra persone fisiche e societ?, tali obblighi positivi possono richiedere allo Stato di adottare le misure necessarie per proteggere il diritto di propriet?. Ci? significa, in particolare, che gli Stati hanno l’obbligo di prevedere procedure giudiziarie che offrano le necessarie garanzie procedurali e che consentano quindi ai tribunali nazionali di giudicare in modo efficace ed equo qualsiasi caso in materia di propriet? (cfr. Anheuser – Busch Inc. c. Portogallo [GC], n. 73049/01, ? 83, CEDU 2007-I, e Bistrovi? c. Croazia, n. 25774/05, ? 33, 31 maggio 2007).
62. I confini tra gli obblighi positivi e negativi dello Stato ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 non si prestano a una definizione precisa. I principi applicabili sono comunque simili. Sia che il caso venga analizzato in termini di un obbligo positivo dello Stato, sia in termini di interferenza da parte di un’autorit? pubblica che deve essere giustificata, i criteri da applicare non differiscono nella sostanza. In entrambi i contesti, si deve tener conto del giusto equilibrio da trovare tra gli interessi contrastanti del singolo e della comunit? nel suo insieme. In entrambi i contesti lo Stato gode di un certo margine di discrezionalit? nel determinare le misure da adottare per garantire il rispetto della Convenzione (cfr. Kotov c. Russia [GC], n. 54522/00, ? 110, 3 aprile 2012 e Arzhiyeva e Tsadayev c. Russia, nn. 66590/10 e 3773/11, ? 49, 13 novembre 2018).
b) Applicazione di questi principi al caso di specie
63. La Corte stabilir? se il comportamento dello Stato convenuto – indipendentemente dal fatto che possa essere qualificato come interferenza o mancato adempimento del suo obbligo positivo, o una combinazione di entrambi – fosse giustificabile alla luce dei principi applicabili.
i) La norma applicabile
64. La Corte osserva che il governo ha riconosciuto che l’imposizione della tassa per il riscaldamento ai ricorrenti, in quanto proprietari di appartamenti scollegati dal sistema di teleriscaldamento, ha rappresentato un’interferenza con il loro diritto al pacifico godimento dei loro beni. La Corte osserva che la tassa permanente ? stata introdotta dalla Commissione di regolamentazione dell’energia, un organismo statale. Mentre l’onere non incideva sul diritto dei ricorrenti di disporre (di dare in pegno, di prestare o di vendere) i loro appartamenti, esso imponeva un onere finanziario ai ricorrenti direttamente connesso al riscaldamento degli appartamenti e in grado di incidere sull’esercizio del loro diritto d’uso e sul loro possesso degli appartamenti. Di conseguenza, e nella misura in cui l’onere era il risultato di una regolamentazione statale, la Corte ritiene che la sua continua applicazione (cfr. i precedenti paragrafi 31 e 48) costituisse un mezzo di controllo statale sull’uso dei beni delle ricorrenti ai sensi dell’articolo 1, secondo comma, del protocollo n. 1.
65. Inoltre, la Corte rileva che il procedimento contestato riguardava le controversie permanenti in materia di oneri tra i ricorrenti e i fornitori privati di calore, questi ultimi i destinatari dell’onere. Il dovere della Corte, ai sensi dell’articolo 19 della Convenzione, di garantire il rispetto degli impegni assunti dalle parti contraenti della Convenzione, impone alla Corte di esaminare se il modo in cui i giudici nazionali hanno applicato il sistema di pagamento dell’imposta permanente abbia violato i diritti e le libert? dei ricorrenti tutelati dalla Convenzione. Come osservato nel precedente paragrafo 62, indipendentemente dal fatto che la situazione debba essere analizzata in termini di obbligo negativo o positivo dello Stato convenuto, i principi applicabili sono simili.
66. La Corte deve esaminare se il sistema in cui la tassa permanente per il riscaldamento funzionava ai sensi del Regolamento del 2012 era compatibile con l’articolo 1 del Protocollo n. 1, vale a dire se era legittimo, nell’interesse generale e proporzionato, vale a dire se ha trovato un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e le esigenze della tutela dei diritti fondamentali dell’individuo (cfr. Beyeler c. Italia [GC], n. 33202/96, ? 107, CEDU 2000-I).
(ii) Se il provvedimento contestato fosse “previsto dalla legge”.
67. Il primo requisito dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 ? che qualsiasi interferenza da parte di un’autorit? pubblica nel pacifico godimento dei beni sia lecita. In particolare, il secondo comma dell’articolo 1, pur riconoscendo che gli Stati hanno il diritto di controllare l’uso dei beni, subordina il loro diritto alla condizione che esso sia esercitato mediante l’applicazione di “leggi”. Inoltre, il principio di legalit? presuppone che le disposizioni applicabili del diritto interno siano sufficientemente accessibili, precise e prevedibili nella loro applicazione (cfr. Bradshaw e altri c. Malta, n. 37121/15, ? 52, 23 ottobre 2018). Quando si parla di “diritto”, l’articolo 1 del Protocollo n. 1 allude a una nozione che comprende il diritto legale, nonch? la giurisprudenza (cfr. Brezovec c. Croazia, n. 13488/07, ? 60, 29 marzo 2011).
68. Nella fattispecie, la Corte concorda con il Governo (cfr. paragrafo 57) che l’onere permanente ? stato introdotto ai sensi dell’articolo 53, paragrafo 2, del regolamento del 2012. Si trattava di diritto derivato, che la Commissione di regolamentazione dell’energia, un organismo statale, ha adottato ai sensi della legge sull’energia, come confermato dalla Corte costituzionale (cfr. paragrafo 17 di cui sopra). Si applicava a tutte le unit? scollegate dal sistema di teleriscaldamento negli edifici residenziali dotati di un unico contatore comune (si veda il precedente paragrafo 12). L’articolo 66 di tali norme ha esteso tale requisito a tutte le utenze precedentemente scollegate, compresi i richiedenti (cfr. paragrafo 13 di cui sopra). Il Regolamento 2012 ? diventato vincolante dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
69. Di conseguenza, la Corte ? convinta che l’interferenza in questione fosse “legittima” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
iii) Se la misura persegue un “legittimo scopo di interesse generale”.
70. Una misura volta a controllare l’uso dei beni pu? essere giustificata solo se si dimostra, tra l’altro, che essa ? “conforme all’interesse generale”. A causa della loro conoscenza diretta della loro societ? e delle sue esigenze, le autorit? nazionali sono in linea di principio in una posizione migliore rispetto al giudice internazionale per apprezzare ci? che ? nell’interesse “generale” o “pubblico” (cfr. Bradshaw e altri, citati sopra, ? 54).
71. Nel caso in esame, il Governo ha identificato l’approvvigionamento di calore sicuro, protetto ed efficiente come l’obiettivo di interesse generale perseguito dall’accusa permanente. A tale riguardo, ha fatto riferimento all’effetto che gli utenti disconnessi hanno avuto sull’equilibrio del settore energetico e sulla qualit? del calore fornito agli utenti collegati al sistema di teleriscaldamento negli edifici residenziali (cfr. paragrafo 58).
72. La Corte osserva che l’interesse pubblico invocato dal Governo non ? stato invocato da nessuno dei giudici che si sono occupati della questione. Infatti, nella decisione che ha ritenuto compatibile con la Costituzione l’articolo 53, paragrafo 2, del Regolamento del 2012, la Corte Costituzionale non ? andata oltre la constatazione che l’obbligo di pagare la tassa permanente era legato al calore che le utenze scollegate utilizzavano dalle unit? collegate al sistema di teleriscaldamento degli edifici. Tale Corte ha considerato il canone permanente come il prezzo che le utenze disconnesse erano tenute a pagare per il calore ricevuto indirettamente da altre unit? degli edifici riscaldati dal sistema di teleriscaldamento (si veda il precedente paragrafo 17). I tribunali di giurisdizione generale che hanno deciso le richieste civili dei ricorrenti hanno seguito questo approccio e hanno confermato le conclusioni della tassa permanente come prezzo per il calore ricevuto dai ricorrenti (cfr. paragrafo 9 sopra).
73. La Corte non ritiene che la logica dell’onere permanente individuata dai tribunali nazionali sia necessariamente incompatibile con l’interesse pubblico invocato dal Governo. Entrambi i concetti non si escludono a vicenda. Ci? ? dovuto al fatto che l’uso indiretto del teleriscaldamento da parte di utenti disconnessi, in particolare se riguarda una quota considerevole del mercato interessato, come nel caso in esame (cfr. il precedente paragrafo 10), pu? essere considerato un fattore in grado di incidere sulla stabilit? del settore energetico nel suo complesso. Inoltre, la tassa permanente applicata ad una specifica categoria di utenti disconnessi negli edifici residenziali (cfr. punto 12). Secondo la Corte, non ? irragionevole che “la natura specifica delle abitazioni collettive” (cfr. paragrafo 17) abbia un’influenza sull’efficienza del sistema di teleriscaldamento a livello di edificio.
74. Il fatto che lo Stato convenuto abbia modificato la propria legislazione nel 2019 in modo che tale categoria di utenti disconnessi non sia pi? tenuta, a determinate condizioni, a pagare la tassa permanente (cfr. paragrafo 15 di cui sopra), non pregiudica necessariamente l’interesse pubblico invocato dal Governo. Essa pu? essere vista nel contesto del diritto dello Stato di esercitare il proprio margine di discrezionalit? in questo ambito, in cui il funzionamento di una legislazione specifica ha conseguenze di ampia portata per numerosi individui (cfr. Fleri Soler e Camilleri c. Malta, n. 35349/05, ? 76, CEDU 2006-X).
75. Dato che la nozione di “interesse pubblico” ? necessariamente ampia e che gli Stati godono di un certo margine di discrezionalit? per definire ci? che ? “nell’interesse pubblico” (cfr. Jahn e altri c. Germania [GC], n. 46720/99 e altri 2, ? 91, CEDU 2005-VI), la Corte ? pronta ad accettare che l’obbligo di pagare la tassa di riscaldamento permanente imposta ai richiedenti i cui appartamenti sono stati scollegati dal sistema di teleriscaldamento pu? essere considerato come perseguito il legittimo obiettivo di garantire una fornitura di calore sicura ed efficiente.
iv) Principio del “giusto equilibrio
76. Sia l’interferenza con il pacifico godimento dei beni che l’astensione dall’azione devono trovare un giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e le esigenze della tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. La preoccupazione di raggiungere tale equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 nel suo complesso. In ogni caso di presunta violazione di tale articolo la Corte deve pertanto accertare se, a causa dell’azione o dell’inazione dello Stato, la persona interessata abbia dovuto sostenere un onere sproporzionato ed eccessivo (cfr. Broniowski c. Polonia [GC], no. 31443/96, ? 150, CEDU 2004-V; Zolotas c. Grecia (n. 2), n. 66610/09, ? 40, CEDU 2013 (estratti); e Dickmann e Gion c. Romania, n. 10346/03 e 10893/04, ? 90, 24 ottobre 2017).
77. Nel valutare il rispetto dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, la Corte deve procedere a un esame complessivo dei vari interessi in questione, tenendo presente che la Convenzione mira a tutelare diritti “pratici ed effettivi”. Essa deve guardare dietro le apparenze e indagare sulla realt? della situazione contestata. Tale valutazione pu? riguardare non solo le condizioni del provvedimento, ma anche l’esistenza di garanzie procedurali e di altro tipo che garantiscano che il funzionamento del sistema e il suo impatto sui propri diritti di propriet? non sia n? arbitrario n? imprevedibile. L’incertezza – sia essa legislativa, amministrativa o derivante da pratiche applicate dalle autorit? – ? un fattore da prendere in considerazione nella valutazione del comportamento dello Stato (cfr. Broniowski, ? 151, e Bradshaw e altri, ? 56, entrambi citati sopra).
78. Nel caso di specie, tutti i ricorrenti sono proprietari di appartamenti in edifici residenziali collegati ad una rete di teleriscaldamento. Le loro unit? erano state scollegate da tale sistema prima dell’entrata in vigore del Regolamento 2012, su richiesta del precedente proprietario o dei richiedenti (cfr. paragrafo 4 sopra). All’epoca non esistevano regolamenti che imponessero il pagamento di una tassa di riscaldamento permanente. Come gi? detto, tale obbligo ? stato introdotto, per la prima volta, con il Regolamento 2012. Di conseguenza, al momento in questione i richiedenti non potevano prevedere con ragionevole certezza che in futuro sarebbe stata imposta una tassa permanente o la portata di tale tassa.
79. I ricorrenti erano tenuti a pagare la tassa permanente a partire dal 1? ottobre 2012. Nulla indica che tale obbligo sia stato applicato retroattivamente. Esso ? rimasto in vigore per almeno sei anni e mezzo, vale a dire fino al 1? aprile 2019, data di entrata in vigore del Regolamento 2019, che, come sopra rilevato, sembra fornire una base per l’esenzione delle ricorrenti dall’obbligo di pagare l’onere permanente dopo tale data (cfr. paragrafi 26, 27 e 31). Come gi? rilevato in precedenza (si veda il precedente paragrafo 48), l’onere finanziario complessivo a carico dei richiedenti non pu? essere considerato trascurabile.
80. La Corte osserva che le rate mensili della tassa permanente erano diverse per ciascun richiedente (cfr. paragrafo 7 sopra). In assenza di spiegazioni da parte delle parti, sembra che tale differenza sia stata correlata alla diversa superficie di ciascuna unit?, come fattore determinante per il calcolo dell’onere permanente specificato nel sistema di tariffe per il riscaldamento (cfr. paragrafo 14 sopra).
81. D’altro canto, non ? stato sostenuto che il quadro normativo che operava ai sensi dei Regolamenti del 2012 identificasse altri fattori relativi alle unit? scollegate rilevanti per il calcolo dell’onere permanente, a differenza del sistema attuale ai sensi dei Regolamenti del 2019 (si veda il precedente paragrafo 15). Analogamente, non vi ? nulla che suggerisca che tale quadro normativo consenta e stabilisca le condizioni alle quali tali unit? possano chiedere un’esenzione totale o parziale dal pagamento del canone permanente.
82. Gli elementi di cui sopra (paragrafi 78-81) devono essere soppesati rispetto agli interessi in gioco nel presente caso.
83. In tale contesto, la Corte rileva che le autorit? giudiziarie che si sono occupate della questione hanno giustificato il pagamento della tassa permanente da parte degli utenti disconnessi, come i ricorrenti, solo con riferimento ad essi, utilizzando indirettamente il calore fornito nell’edificio attraverso la rete distrettuale. In primo luogo, la Corte costituzionale ha stabilito il principio secondo cui gli utenti disconnessi dalla rete distrettuale erano “consumatori indiretti” del calore fornito attraverso tale rete ad altre unit? dell’edificio. Secondo tale corte, “[dal momento che] utilizzano oggettivamente un certo calore … [essi] sono tenuti … a pagare per un servizio che … ricevono” (cfr. paragrafo 17). In seguito a tale decisione, i giudici di giurisdizione generale hanno applicato lo stesso approccio e hanno respinto le argomentazioni delle ricorrenti contro i fornitori privati di calore. Cos? facendo, essi hanno fatto riferimento al fatto che negli edifici dei ricorrenti vi erano unit? che erano collegate e utilizzavano il calore fornito dalla rete distrettuale (“consumatori diretti”). In tali circostanze, i tribunali hanno ritenuto le ricorrenti responsabili del pagamento della tassa permanente come “consumatori indiretti” per aver beneficiato di tale calore. Questo approccio ? stato applicato a tutte queste unit? scollegate. ? stato solo nel febbraio 2018, oltre cinque anni dopo l’entrata in vigore della tassa permanente, che la Corte Suprema ha limitato l’ambito di applicazione di tale approccio escludendo una particolare categoria di unit? se le condizioni specificate nel suo parere legale erano soddisfatte. Tuttavia, come osservato in precedenza (cfr. paragrafo 40), tale parere non ? stato coerentemente applicato dai tribunali competenti.
84. Il suddetto approccio generale sviluppato dai tribunali nazionali si basava esclusivamente sulla premessa che i ricorrenti, in quanto consumatori indiretti ai sensi della Corte costituzionale, utilizzavano il calore distribuito nell’edificio attraverso la rete distrettuale. Nelle loro decisioni non vi era nulla che suggerisse che la tassa permanente che i ricorrenti erano stati condannati a pagare riguardasse anche, come sostenuto dal Governo (cfr. paragrafo 59), il riscaldamento delle parti comuni dell’edificio. Analogamente, non ? stato sostenuto che la tassa permanente dovesse essere considerata un “contributo”, ai sensi del paragrafo 2 del protocollo n. 1 della Convenzione, riscosso per sostenere un servizio pubblico.
85. Nel procedimento in esame, i ricorrenti hanno contestato tale premessa adducendo argomenti relativi ad alcune questioni di fatto specifiche delle loro unit?. Essi hanno inoltre chiesto misure e proposto prove pertinenti per una valutazione obiettiva di tale premessa in considerazione delle caratteristiche individuali delle unit? (cfr. il precedente paragrafo 8). I tribunali hanno ignorato tali richieste e non hanno tenuto conto delle argomentazioni dei ricorrenti. Non hanno intrapreso un esame delle questioni di fatto contestate, ritenendo che “tutte le unit? (scollegate) di un edificio collegato ad una rete di teleriscaldamento [erano] obbligate a pagare il canone permanente indipendentemente dalla loro posizione o dalla composizione o costruzione dell’impianto interno” (cfr. paragrafo 9 sopra). Di conseguenza, le singole circostanze relative alle unit? dei ricorrenti non hanno avuto alcun ruolo nell’aggiudicazione giudiziaria delle loro pretese.
86. Mentre la Corte ha ammesso in precedenza (cfr. supra paragrafo 75) che il provvedimento complessivo poteva, in linea di principio, essere considerato di interesse generale, non pu? essere trascurato il fatto che esisteva anche un sottostante interesse privato di natura commerciale. In tali circostanze, sia gli Stati che la Corte, nel suo ruolo di controllo, devono vigilare affinch? misure come quella in questione non diano luogo ad uno squilibrio che imponga un onere eccessivo ai ricorrenti (in quanto proprietari di unit? scollegate), consentendo al contempo ai fornitori privati di calore di realizzare profitti potenzialmente ingiustificati. ? anche in tali contesti che diventano indispensabili efficaci garanzie procedurali (cfr., mutatis mutandis, Bradshaw e altri, citato, ? 64).
87. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, la Corte non pu? accettare l’affermazione del governo (cfr. paragrafo 60) secondo cui esistono sufficienti garanzie procedurali nell’applicazione della legge da parte dei tribunali nazionali per quanto riguarda il pagamento della tassa per il riscaldamento in piedi. La Corte ritiene che nel procedimento in questione fosse necessario che i fatti contestati dai ricorrenti fossero accertati in modo preciso verificando le loro argomentazioni in merito al livello di tel