Conclusione Violazione dell’ Art. 6-1; violazione di P1-1; Resto inammissibile; danno Patrimoniale – rivendicazione respinta; danno Non – patrimoniale – assegnazione; danno Non – patrimoniale – costatazione di violazione sufficiente
QUINTA SEZIONE
CAUSA STEBNITSKIY E KOMFORT C. UCRAINA
(Richiesta n. 10687/02)
SENTENZA
STRASBOURG
3 febbraio 2011
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Stebnitskiy e Komfort c. Ucraina,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente, Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska, Zdravka Kalaydjieva, Ganna Yudkivska, Angelika Nußberger, Julia Laffranque, giudici,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato l’11 gennaio 2011,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 10687/02) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino ucraino, il Sig. V. G. S. (“il primo richiedente”), il direttore di K. (“la società richiedente”), un’impresa privata ucraina, il 22 febbraio 2002.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev, del Ministero della Giustizia dell’Ucraina.
3. Il 29 maggio 2007 la Corte dichiarò la richiesta parzialmente inammissibile. Decise di comunicare le azioni di reclamo riguardo alla lunghezza dei procedimenti penali contro il primo richiedente e le udienze presumibilmente ingiuste nelle cause di risarcimento e di insolvenza della società richiedente, e la non-esecuzione delle sentenze del 13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 a favore della società richiedente, il rifiuto delle corti nazionali di assegnare il risarcimento per danno inflitto presumibilmente dal Servizio degli Ufficiali giudiziari e i procedimenti fallimentari avviati contro questa. Decise anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il primo richiedente nacque nel 1960 e vive a Donetsk. Anche la società richiedente ha sede a Donetsk.
A. Esecuzione delle sentenze a favore della società richiedente
5. Il 13 dicembre 1999 e il 29 giugno 2000 il Tribunale di commercio Regionale di Donetsk ha assegnato alla società richiedente, rispettivamente 27,159.111 e 30,786.832 hryvna ucraini (UAH) contro la società per azioni privata Y.. Fra il novembre 2000 e il gennaio 2001 il Servizio degli Ufficiali giudiziari di Yenakiyevo avviò procedimenti di esecuzione.
6. Nel dicembre 2001 la società richiedente avviò procedimenti presso il Tribunale di commercio Regionale Donetsk contro il Servizio degli Ufficiali giudiziari di Yenakiyevo, impugnando la sua inattività nell’esecuzione delle sentenze sopra. Il 18 giugno 2003 la corte si è espressa a favore della società richiedente ed ordinò al Servizio degli Ufficiali giudiziari di eseguire le sentenze. Il 17 settembre 2003 la Corte di Appello di commercio di Donetsk sostenne quella sentenza.
7. Le sentenze del 13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 a favore della società richiedente furono eseguite nel novembre 2003.
B. Procedimenti di Risarcimento contro il Servizio degli Ufficiali giudiziari
8. In una data non specificata la società richiedente avviò procedimenti presso il Tribunale di commercio Regionale di Donetsk contro il Servizio degli Ufficiali giudiziari di Yenakiyevo’, chiedendo UAH 11,657.423 per risarcimento per danno patrimoniale (perdite di inflazione) causato dal lungo ritardo nelle’esecuzione delle sentenze del 13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 a suo favore.
9. Il 3 marzo 2004 la corte si espresse contro la società richiedente. Il 18 maggio 2004 la Corte di Appello di commercio di Donetsk sostenne quella sentenza.
10. Il 17 giugno 2004 il Tribunale di commercio più Alto dell’Ucraina rifiutò di esaminare un ricorso da parte della società richiedente siccome era andata a vuoto nel pagare una parcella di corte. La società richiedente fece ricorso contro questa decisione, dibattendo che in conformità con la sezione 86 dell’Atto dei Procedimenti di Esecuzione, il creditore era dispensato dal pagamento di parcelle di corte in cause contro un soggetto giuridico, affidato dell’esecuzione di una sentenza, per il risarcimento per il danno subito come risultato della non-esecuzione di una sentenza.
11. Il 3 novembre 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso in cassazione depositato dalla società richiedente come non comprovato.
C. Procedura fallimentare
12. Durante il periodo dal 2000 al 2002 la società richiedente avviò numerosi procedimenti contro l’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy Distretto Amministrazione fiscale impugnando pagamenti di tasse, multe ecc.
13. Nel giugno 2003 l’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy avviò una procedura fallimentare presso il Tribunale di commercio Regionale di Donetsk contro la società richiedente. L’Amministrazione fiscale affermò che la società richiedente era andata a vuoto nel pagare UAH 57,840.914 in tasse nel 2000 e aveva già avuto un pegno fiscale imposto su di lei. Inoltre,l’ultima operazione sul conto della società richiedente aveva avuto luogo più di un anno prima, e l’ubicazione della società richiedente era ignota. Apparentemente, la società richiedente non fu informata di questi procedimenti.
14. In assenza del rappresentante della società richiedente, il 4 settembre 2003 la corte dichiarò la società richiedente insolvente per mancato pagamento di UAH 57,840.91 per tasse al bilancio Statale. L’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy nominò il suo liquidatore.
15. Secondo la società richiedente, fu informata di questa decisione solamente tramite lettera del 10 marzo 2004. Successivamente, la società richiedente richiese alla corte di fissare un nuovo tempo-limite per depositare un ricorso contro la decisione del 4 settembre 2003. Il 22 aprile 2004 la Corte di Appello di commercio di Donetsk rifiutò questa richiesta perché, in conformità con l’Articolo 93 del Codice di Procedura Commerciale, il tempo-limite attinente dei tre mesi dalla data in cui la sentenza o la decisione contro cui era stato fatto ricorso erano state adottate era scaduto. Il 22 giugno 2004 l’Alto Tribunale di commercio dell’Ucraina respinse un ricorso da parte della società richiedente contro le decisioni sopra per inadempienza con le formalità procedurali prescritte dalla legge. Il 3 novembre 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso di cassazione depositato dalla società richiedente.
16. Il 19 aprile 2004 la società richiedente richiese una revisione della decisione del 4 settembre 2003 alla luce di prove di recente stabilite.
17. Il 27 aprile 2004 Tribunale di commercio Regionale di Donetsk iniziò la sua considerazione della richiesta della società richiedente.
18. Il 24 maggio 2004 i procedimenti nella causa furono sospesi in quanto era pendente la considerazione dell’azione di reclamo della società richiedente depositata nel 2004 contro l’amministrazione fiscale riguardo all’illegalità della decisione di quest’ultima del 30 aprile 2000 con la quale alla società richiedente era stato ordinata di fare dei pagamenti fiscali e pagare multe.
19. Il 30 giugno 2004 l’azione di reclamo della società richiedente contro la decisione del 30 aprile 2000 fu lasciata senza considerazione siccome la società richiedente era stata dichiarata insolvente. La decisione definitiva in questa causa fu presa dalla Corte Suprema dell’Ucraina il 13 gennaio 2005.
20. Il 21 ottobre 2005 Tribunale di commercio Regionale di Donetsk riprese i procedimenti.
21. Il 13 dicembre 2005 Tribunale di commercio Regionale di Donetsk annullò la decisione del 4 settembre 2003 perché la società richiedente non era stata informata in modo appropriato della procedura fallimentare contro se stessa. La corte terminò anche le procedura fallimentare ed obbligò l’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy a pubblicare una ricusazione della dichiarazione per cui la società richiedente era stata dichiarata insolvente.
22. Nelle sue osservazioni del 25 dicembre 2007 la società richiedente presentò che nessuna simile confutazione era stata pubblicata ancora.
D. procedimenti Penali contro il primo richiedente
23. Il 6 aprile 2000 la polizia fiscale avviò procedimenti penali contro il primo richiedente per evasione fiscale. La causa fu trasferita più tardi all’ufficio di un procuratore per indagine.
24. Il 5 luglio 2000 l’Ufficio del Procuratore della Città di Donetsk avviò nuovi procedimenti contro il primo richiedente per falsificazione in pubblico ufficio e li congiunse agli iniziali. Lo stesso giorno il primo richiedente fu accusato di quei crimini.
25. Nel settembre 2000 la causa fu trasferita alla corte e il 6 ottobre 2000 la Corte distrettuale di Voroshylovskyy di Donetsk avviò la sua considerazione. Fra l’ottobre 2000 e il maggio 2003 ebbero luogo sette udienze di corte e ventisette udienze furono posticipate per varie ragioni (in nove occasioni il primo richiedente e/o il suo avvocato non riuscirono a presentarsi e in un’occasione il primo richiedente era ammalato). Altre ragioni per la proroga delle udienze includevano la mancata presenza del procuratore e dei testimoni, la decisione della corte per cui delle prove supplementari avrebbero dovuto essere portate all’udienza di corte, il giudice occupato con un’altra causa o la mancanza del giudice ecc.
26. Il 20 marzo 2003 la corte cambiò l’accusa contro il primo richiedente in negligenza del dovere ufficiale.
27. Il 7 maggio 2003 la corte rinviò la causa per indagine supplementare.
28. Il 4 luglio 2003 Corte d’appello Regionale di Donetsk annullò questa decisione e rinviò la causa alla Corte distrettuale per considerazione sui meriti.
29. Fra il luglio 2003 e il marzo 2004 un’udienza ebbe luogo e sei udienze furono posticipate per varie ragioni (in tre occasioni il primo richiedente non riuscì a comparire).
30. Il 13 gennaio 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso di cassazione depositato dal primo richiedente contro le decisioni del 7 maggio e del 4 luglio 2003.
31. Il 17 marzo 2004 la Corte distrettuale di Voroshylovskyy di Donetsk rinviò di nuovo la causa per indagine supplementare.
32. Il 14 maggio 2004 Corte d’appello Regionale di Donetsk sostenne quella decisione.
33. Il 9 settembre 2004 l’Ufficio del Procuratore del Distretto di Kuybyshevskiy sospese i procedimenti penali “[avviati] per la negligenza del dovere ufficiale” perché “era impossibile stabilire chi aveva commesso quel crimine.”
34. Il 5 maggio 2005 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso di cassazione depositato dal primo richiedente contro la decisione del 17 marzo 2004 sulla base che non si poteva far ricorso contro simile decisione in cassazione.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. L’Atto dei Procedimenti di Esecuzione del 21 aprile 1999
35. In conformità con la sezione 86 (1) dell’Atto dei Procedimenti di Esecuzione, al creditore viene data la possibilità avviare atti contro un soggetto giuridico, affidato di riscuotere i pagamenti dal debitore per inadeguatezza o non-esecuzione di una sentenza a causa della colpa di quel soggetto giuridico. In simili cause il creditore è dispensato dal pagamento delle parcelle di corte.
36. La Sezione 86 (2) prevede che il risarcimento per danno causato dal Servizio dell’Ufficiale giudiziario Statale in procedimenti di esecuzione sarà pagato in conformità con la procedura prescritta dalla legge.
B. Lettera di Informazioni del Tribunale di commercio più Alto dell’ Ucraina dell’ 11 aprile 2005 n. 01-8/344
37. Secondo il paragrafo 26 di questa lettera, un soggetto giuridico, come si fa riferimento nella sezione 86 (1) dell’Atto dei Procedimenti di Esecuzione, è un’autorità fiscale, una banca e così via, ma non il Servizio degli Ufficiali giudiziari.
C. Il Ripristino della Solvibilità di un Debitore o la Dichiarazione di Atto di Insolvenza del 14 maggio 1992
38. In conformità con la sezione 3 di questo Atto, dopo che il debitore viene dichiarato insolvente dalla corte, la sua attività commerciale sarà fermata. La corte nomina un liquidatore che prende la gestione dei beni del debitore. Avendo preso i passi necessari per identificare e recuperare i debiti del debitore e per cercare gli asset, il liquidatore valuterà questi asset ed eseguirà la loro vendita. Avendo venduto i beni e pagato i creditori, il liquidatore presenterà un rapporto e il bilancio della liquidazione alla corte.
LA LEGGE
I. AMBITO DELLA CAUSA
39. La Corte nota che, dopo la comunicazione della causa al Governo rispondente, il primo richiedente reiterò alcune delle sue azioni di reclamo iniziali, in particolare, la sua azione di reclamo sotto l’ Articolo 6 § 3 (d) della Convenzione. Nella sua decisione parziale sull’ammissibilità del 29 maggio 2007, la Corte aggiornò il suo esame di un certo numero delle azioni di reclamo dei richiedenti (vedere paragrafo 3). Il resto delle azioni di reclamo fu dichiarato inammissibile. Nella misura che il primo richiedente ora ripete quelle azioni di reclamo che già sono state dichiarate inammissibili le azioni di reclamo sono “sostanzialmente le stesse” di quelle già dichiarate inammissibili, e loro ora devono essere respinte facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 2 (b) e 4 della Convenzione.
40. L’ambito della causa ora di fronte alla Corte è limitato a quelle azioni di reclamo, l’esame di cui fu aggiornato il 29 maggio 2007.
II. AZIONE DI RECLAMO SOTTO L’ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE CIRCA LA LUNGHEZZA DEI PROCEDIMENTI
41. Il primo richiedente si lamentò sotto l’ Articolo 6 § 1 della Convenzione della lunghezza dei procedimenti penali contro di lui. Questa disposizione recita, nella parte attinente, come segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
A. Ammissibilità
42. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
43. Il Governo presentò che il primo richiedente era stato accusato di commettere crimini finanziari, l’indagine dei quali fu completamente complicata, dato il numero di testimoni ed esperti da interrogare. Il Governo ha affermato che in certe occasioni il primo richiedente non era riuscito a presentarsi di fronte alle autorità di indagine e la corte, aveva richiesto di posticipare le udienze per raggruppare delle prove supplementari, aveva ricusato il giudice e il procuratore nella sua causa e così aveva protratto la considerazione della causa. Secondo il Governo, le autorità Statali avevano condotto efficaci indagine ed esame di corte della causa penale del primo richiedente. Il Governo infine presentò che i procedimenti penali contro il primo richiedente sono durati dal 6 aprile 2000 sino al 9 settembre 2004 ciò che considerava essere ragionevole.
44. Il primo richiedente contestò la dichiarazione del Governo per cui il suo comportamento aveva protratto la considerazione della causa penale contro lui. Secondo il primo richiedente, lui non aveva ricevuto, qualsiasi decisioni che terminava i procedimenti penali contro di lui e perciò lui considerava che loro fossero ancora pendenti. Lui presentò che la lunghezza dei procedimenti penali era stata irragionevole ed era stata contraria all’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
45. La Corte reitera che la ragionevolezza della lunghezza dei procedimenti deve essere valutata alla luce delle circostanze della causa e in riferimento ai seguenti criteri: la complessità della causa, la condotta del richiedente e delle autorità attinenti (vedere, fra molte altre autorità, Pélissier e Sassi c. Francia [GC], n. 25444/94, § 67 ECHR 1999-II).
46. La Corte nota che nella presente causa i procedimenti penali contro il primo richiedente furono avviati il 6 aprile 2000. Successivamente, il richiedente fu accusato e la causa fu trasferita alla corte. Il 17 marzo 2004 la corte rinviò la causa per un’ indagine supplementare. Il 9 settembre 2004 il procuratore sospese l’indagine poiché era stato impossibile stabilire chi aveva commesso il crimine in oggetto. Non ci sono informazioni che qualsiasi ulteriore passo fu preso nella causa dopo il settembre 2004.
47. La Corte osserva che siccome non c’è nessuna decisione che termina i procedimenti penali avviati contro il primo richiedente il richiedente è in uno stato di incertezza da più di dieci anni. In simili circostanze la Corte considera che i procedimenti penali contro il primo richiedente possono ancora essere considerati come pendenti.
48. Perciò, non si può considerare che la lunghezza dei procedimenti nella causa penale del primo richiedente sia ragionevole. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
III. AZIONE DI RECLAMO DELLA PROCEDURA FALLIMENTARE SOTTO L’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1
49. Nel marzo 2004 la società richiedente si lamentò delle procedura fallimentare avviata contro lei dall’Amministrazione fiscale Statale. Invocò l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che prevede nella parte attinente, come segue:
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
50. Il Governo presentò che la società richiedente non avrebbe potuto essere considerata più una vittima perché la decisione del 4 settembre 2003 con la quale era stata dichiarata insolvente, era stata annullato.
51. La società richiedente non era d’accordo.
52. La Corte nota che la società richiedente fu dichiarata insolvente il 4 settembre 2003. Siccome non ebbe conoscenza di questa decisione fino al 10 marzo 2004, è difficile giudicare in che misura la società richiedente fu influenzata dalla decisione prima di quella data.
53. Comunque, la Corte nota che entro il tempo in cui la società richiedente ha saputo della decisione del 4 settembre 2003 il tempo-limite per fare appello contro questa era scaduto e non era neanche possibile richiedere il suo rinnovo (vedere paragrafo 15). Così la decisione divenne definitiva e la società richiedente fu colpita da questa per un periodo considerevole di tempo, finché non fu annullata nel dicembre 2005 sotto la procedura di revisione straordinaria.
54. La Corte nota inoltre che la decisione del 4 settembre 2003 fu annullata per i motivi di una violazione delle norme procedurali dalla corte di prima – istanza siccome la decisione fu presa in mancanza del rappresentante della società richiedente. Il Governo non indicò se c’era qualsiasi via aperta alla società richiedente per chiedere il risarcimento per danni subiti come risultato di essere colpita dalla decisione di insolvenza per quasi due anni. In particolare, la legge nazionale non prevede la possibilità di chiedere danni dalla corte in simili circostanze.
55. La Corte infine nota che il Governo non fece commenti sulla dichiarazione della società richiedente secondo cui la decisione del 13 dicembre 2005 non era stata eseguita.
56. Dato che la società richiedente fu colpita dalla decisione di insolvenza per un lungo periodo di tempo e che l’ordine che l’annullava non rettificò gli effetti della decisione, vale a dire l’incapacità di continuare l’attività dell’impresa per quasi due anni, che apparentemente non esiste nessuna possibilità di chiedere danni in simili circostanze e che nessuna confutazione è stata pubblicata in esecuzione della decisione del 13 dicembre 2005, la Corte è dell’opinione che la società richiedente può ancora essere considerata una vittima di una violazione addotta dell’ Articolo 1 di Protocollo No.1. Perciò, respinge l’eccezione del Governo.
57. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
58. Il Governo reiterò le sue osservazioni sull’ammissibilità di questa azione di reclamo.
59. La società richiedente presentò che la sua attività d’impresa era stata resa impossibile dalla decisione in oggetto.
60. La Corte reitera che il primo e il più importante requisito dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 è che qualsiasi interferenza da parte di un’autorità pubblica col godimento tranquillo della proprietà dovrebbe essere legale (vedere Capital Bank AD c. Bulgaria, n. 49429/99, § 133 ECHR 2005-XII (gli estratti).
61. La Corte nota che con una decisione del 13 dicembre 2005 la corte nazionale riconobbe che la decisione sull’insolvenza della società richiedente del 4 settembre 2003 era illegale e l’annullò.
62. La Corte nota inoltre che la società richiedente non specificò quale particolare danno aveva subito come risultato della decisione di insolvenza. Comunque, la Corte è dell’opinione che la questione del particolari danno è più pertinente come avvaloramento delle rivendicazioni della società richiedente sotto l’Articolo 41 della Convenzione, nel caso ci fossero.
63. La Corte osserva che, secondo la legge nazionale, in caso d’insolvenza l’attività d’impresa della società insolvente sarà fermata a partire dalla data della decisione sulla sua insolvenza. Inoltre, la società non può gestire i suoi asset siccome ciò diviene l’obbligo di un liquidatore. La Corte osserva inoltre che le limitazioni in oggetto sono tese alla condotta efficiente della procedura fallimentare e non si possono considerare sproporzionate. Comunque, la società richiedente fu dichiarata insolvente una in seguito ad una decisione presa in assenza del suo rappresentante e questa decisione fu annullata più tardi dalla corte nazionale come illegale.
64. Perciò, le limitazioni sull’attività d’impresa della società richiedente fra il4 settembre 2003 e il 13 dicembre 2005 che includevano il controllo degli asset della società richiedente da parte del liquidatore (nella presente causa, l’Amministrazione fiscale Statale –la stessa entità che aveva avviato la procedura fallimentare contro la società richiedente), non si possono considerare legali.
65. C’è stata perciò, una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
IV. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
A. Azione di reclamo sotto l’ Articolo 6 § 1 della Convenzione circa l’iniquità dei procedimenti di risarcimento
66. La società richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione dell’iniquità addotta dei procedimenti di risarcimento.
67. Il Governo presentò che la società richiedente non si era attenuta col tempo-limite dei sei – mesi perché i suoi reclami riguardo all’udienza ingiusta nei procedimenti di risarcimento erano stati presentati solamente il 24 luglio 2005, mentre la decisione definitiva nei procedimenti di risarcimento era stata adottata dalla Corte Suprema dell’Ucraina il 3 novembre 2004.
68. La società richiedente affermò in replica che nei procedimenti di risarcimento le corti nazionali avevano interpretato male la legge attinente e che la lettera di informazioni del Tribunale di commercio più Alto dell’Ucraina non aveva il potere di legge.
69. La Corte nota all’inizio che la società richiedente sollevò le sue azioni di reclamo a riguardo dell’iniquità dei procedimenti di risarcimento nelle sue lettere del 17 marzo e del 26 luglio 2004. Perciò, la società richiedente si è attenuta con la norma dei sei – mesi sotto l’Articolo 35 § 1 della Convenzione.
70. La Corte nota inoltre il ricorso di cassazione della società richiedente contro il rifiuto della corte inferiore corteggia di accogliere la sua rivendicazione rimasta non esaminata a causa dell’insuccesso della società richiedente nel pagamento della parcella di corte richiesta. A questo riguardo, la Corte reitera, che le corti nazionali sono collocate meglio per interpretare ed applicare le norme di legge effettive e procedurali (vedere, fra molte autorità, Rizhamadze c. Georgia, n. 2745/03, § 21 del 31 luglio 2007). La società richiedente non si lamentò né che la disposizione legale in oggetto era poco chiaro e mancava di prevedibilità, né affermò che le mancavano i fondi per pagare la parcella di corte richiesta e che le era stato così precluso di depositare un ricorso in cassazione. Insistette semplicemente sulla sua propria interpretazione di questa disposizione. Nella misura in cui le decisioni nazionali attinenti non rivelano qualsiasi ragionamento manifestamente arbitrario (vedere, per contrasto, Donadze c. Georgia, n. 74644/01, § 32 7 marzo 2006), la Corte considera che l’azione di reclamo della società richiedente sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione circa l’iniquità dei procedimenti di risarcimento è manifestamente mal-fondato e deve essere respinto in conformità con l’ Articolo 35 §§ 3 (a) e 4 della Convenzione.
B. Azioni di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 circa la non-esecuzione delle sentenze a favore della società richiedente e l’ insuccesso di assegnarle un risarcimento
71. La società richiedente si lamentò inoltre sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 del lungo ritardo dell’esecuzione delle sentenze del13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 e dell’insuccesso delle corti nazionali di assegnarle il risarcimento per danno causato dal Servizio degli Ufficiali giudiziari .
72. Il Governo presentò che la società richiedente era andata a vuoto nell’ esaurire le vie di ricorso nazionali ed effettive a riguardo della sua azione di reclamo dell’insuccesso nell’assegnazione del risarcimento per danno presumibilmente causato dal Servizio degli Ufficiali giudiziari perché non era riuscita a depositare un ricorso in cassazione in conformità con le formalità procedurali richieste dalla legge (vale a dire, la società richiedente era andata a vuoto nel pagare la parcella di corte richiesta). Reiterò anche le sue eccezioni in merito all’ottemperanza con la norma dei sei – mesi.
73. La Corte nota che il debitore nella presente causa è una società privata. La Corte reitera che lo Stato non può essere considerato responsabile per la mancanza di finanziamenti di una società privata e la sua responsabilità non si estende al di là del coinvolgimento dei corpi Statali nei procedimenti di esecuzione (vedere Shestakov c. Russia (dec.), n. 48757/99, 18 giugno 2002).
74. La Corte osserva che la legislazione ucraina prevede una possibilità di impugnare di fronte alle corti la legalità delle azioni e delle omissioni del Servizio degli Ufficiali giudiziari in procedimenti di esecuzione contro debitori privati e chiedere danni per i ritardi nel pagamento dell’importo assegnato (vedere, per esempio, Kukta c. Ucraina (dec.), n. 19443/03, 22 novembre 2005).
75. Riferendosi alle sue costatazioni sopra sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione, la Corte costata che le azioni di reclamo della società richiedente sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, presumendo anche che la società richiedente avesse avuto un’aspettativa legittima a riguardo della sua rivendicazione di risarcimento, devono essere respinte in conformità con l’Articolo 35 §§ 1 e 4 della Convenzione per insuccesso nell’esaurimento delle vie di ricorso nazionali.
C. Azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riferite alle procedura fallimentare
76. Il Governo presentò che la società richiedente aveva perso il suo status di vittima a riguardo della sua azione di reclamo riguardo alle procedura fallimentare perché la decisione del 4 settembre 2003 era stata annullata.
77. In replica, la società richiedente affermò, di non aver ricevuto la decisione che terminava le procedura fallimentare e che tale decisione non era stata eseguita. In particolare, le autorità fiscali erano andate a vuoto nella pubblicazione della confutazione richiesta dalla decisione del 13 dicembre 2005. Inoltre, la società richiedente credeva che l’autorità fiscale poteva re-avviare la procedura fallimentare senza informare la società richiedente.
78. La Corte nota che, con la decisione del 13 dicembre 2005, la decisione del 4 settembre 2003 di cui ci si lamenta fu annullato. Di conseguenza, la società richiedente non può rivendicare di essere vittima di una violazione sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione. La sua azione di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riferito alla procedura fallimentare è manifestamente mal-fondata e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 §§ 3 (a) e 4 della Convenzione.
V. APPLICZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
79. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
80. Il primo richiedente chiese UAH 1,036,440.065 e la società richiedente chiese UAH 1,851,687.126 a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale.
81. Il Governo considerò la richiesta dei richiedenti esorbitante e non comprovata.
82. La Corte non vede qualsiasi collegamento causale fra la violazione trovata ed il danno patrimoniale addotta; respinge perciò questa rivendicazione.
83. Riguardo la richiesta dei richiedenti riguardo al danno non-patrimoniale, la Corte considera che la costatazione di una violazione costituisce di per sé una soddisfazione equa e sufficiente in riguardo della rivendicazione della società richiedente. D’altra parte assegna EUR 4,000 al primo richiedente a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
84. I richiedenti chiesero anche UAH 806.297 per i costi e le spese sostenuti di fronte alle corti nazionali e alla Corte.
85. Il Governo presentò che desiderava lasciare questa questione alla discrezione della Corte.
86. Secondo la giurisprudenza della Corte,ad un richiedente viene concesso il rimborso dei costi e delle spese solamente se viene mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi e sono stati ragionevoli in merito al quantum. Nella presente causa, avuto riguardo ai documenti nin suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte respinge la rivendicazione per costi e le spese nei procedimenti nazionali e considera ragionevole assegnare la somma di EUR 33 al primo richiedente per i procedimenti di fronte alla Corte.
C. Interesse di mora
87. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riguardo alla lunghezza dei procedimenti penali contro il primo richiedente e sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo alle procedura fallimentare contro la società richiedente ammissibili ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
4. Sostiene
(a) che la costatazione di una violazione costituisce di per sé la soddisfazione equa e sufficiente per il danno non-patrimoniale subito dalla società richiedente;
(b) che lo Stato rispondente deve pagare il primo richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 4,000 (quattro mila euro) a riguardo del danno non-patrimoniale ed EUR 33 (trenta tre euro) per costi e spese, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, da convertire in hryvna ucraini al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’ interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
5. Respinge il resto della richiesta dei richiedenti per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificò per iscritto il 3 febbraio 2011, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1 al tempo attinente circa EUR 4,967.37
2 al tempo attinente circa EUR 5,906.71
3 al tempo attinente circa EUR 1,837.85
4 al tempo attinente circa EUR 10,140.40
5 circa 92.959,80 euro
6 circa 166.080 euro
7 circa 72,32 euro