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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF STEBNITSKIY AND KOMFORT v. UKRAINE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 34, 06, P1-1
Numero: 10687/02/2011
Stato: Ucraina
Data: 2011-02-03 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

Conclusione Violazione dell’ Art. 6-1; violazione di P1-1; Resto inammissibile; danno Patrimoniale – rivendicazione respinta; danno Non – patrimoniale – assegnazione; danno Non – patrimoniale – costatazione di violazione sufficiente
QUINTA SEZIONE
CAUSA STEBNITSKIY E KOMFORT C. UCRAINA
(Richiesta n. 10687/02)
SENTENZA
STRASBOURG
3 febbraio 2011
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Stebnitskiy e Komfort c. Ucraina,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente, Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska, Zdravka Kalaydjieva, Ganna Yudkivska, Angelika Nußberger, Julia Laffranque, giudici,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato l’11 gennaio 2011,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 10687/02) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino ucraino, il Sig. V. G. S. (“il primo richiedente”), il direttore di K. (“la società richiedente”), un’impresa privata ucraina, il 22 febbraio 2002.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev, del Ministero della Giustizia dell’Ucraina.
3. Il 29 maggio 2007 la Corte dichiarò la richiesta parzialmente inammissibile. Decise di comunicare le azioni di reclamo riguardo alla lunghezza dei procedimenti penali contro il primo richiedente e le udienze presumibilmente ingiuste nelle cause di risarcimento e di insolvenza della società richiedente, e la non-esecuzione delle sentenze del 13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 a favore della società richiedente, il rifiuto delle corti nazionali di assegnare il risarcimento per danno inflitto presumibilmente dal Servizio degli Ufficiali giudiziari e i procedimenti fallimentari avviati contro questa. Decise anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il primo richiedente nacque nel 1960 e vive a Donetsk. Anche la società richiedente ha sede a Donetsk.
A. Esecuzione delle sentenze a favore della società richiedente
5. Il 13 dicembre 1999 e il 29 giugno 2000 il Tribunale di commercio Regionale di Donetsk ha assegnato alla società richiedente, rispettivamente 27,159.111 e 30,786.832 hryvna ucraini (UAH) contro la società per azioni privata Y.. Fra il novembre 2000 e il gennaio 2001 il Servizio degli Ufficiali giudiziari di Yenakiyevo avviò procedimenti di esecuzione.
6. Nel dicembre 2001 la società richiedente avviò procedimenti presso il Tribunale di commercio Regionale Donetsk contro il Servizio degli Ufficiali giudiziari di Yenakiyevo, impugnando la sua inattività nell’esecuzione delle sentenze sopra. Il 18 giugno 2003 la corte si è espressa a favore della società richiedente ed ordinò al Servizio degli Ufficiali giudiziari di eseguire le sentenze. Il 17 settembre 2003 la Corte di Appello di commercio di Donetsk sostenne quella sentenza.
7. Le sentenze del 13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 a favore della società richiedente furono eseguite nel novembre 2003.
B. Procedimenti di Risarcimento contro il Servizio degli Ufficiali giudiziari
8. In una data non specificata la società richiedente avviò procedimenti presso il Tribunale di commercio Regionale di Donetsk contro il Servizio degli Ufficiali giudiziari di Yenakiyevo’, chiedendo UAH 11,657.423 per risarcimento per danno patrimoniale (perdite di inflazione) causato dal lungo ritardo nelle’esecuzione delle sentenze del 13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 a suo favore.
9. Il 3 marzo 2004 la corte si espresse contro la società richiedente. Il 18 maggio 2004 la Corte di Appello di commercio di Donetsk sostenne quella sentenza.
10. Il 17 giugno 2004 il Tribunale di commercio più Alto dell’Ucraina rifiutò di esaminare un ricorso da parte della società richiedente siccome era andata a vuoto nel pagare una parcella di corte. La società richiedente fece ricorso contro questa decisione, dibattendo che in conformità con la sezione 86 dell’Atto dei Procedimenti di Esecuzione, il creditore era dispensato dal pagamento di parcelle di corte in cause contro un soggetto giuridico, affidato dell’esecuzione di una sentenza, per il risarcimento per il danno subito come risultato della non-esecuzione di una sentenza.
11. Il 3 novembre 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso in cassazione depositato dalla società richiedente come non comprovato.
C. Procedura fallimentare
12. Durante il periodo dal 2000 al 2002 la società richiedente avviò numerosi procedimenti contro l’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy Distretto Amministrazione fiscale impugnando pagamenti di tasse, multe ecc.
13. Nel giugno 2003 l’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy avviò una procedura fallimentare presso il Tribunale di commercio Regionale di Donetsk contro la società richiedente. L’Amministrazione fiscale affermò che la società richiedente era andata a vuoto nel pagare UAH 57,840.914 in tasse nel 2000 e aveva già avuto un pegno fiscale imposto su di lei. Inoltre,l’ultima operazione sul conto della società richiedente aveva avuto luogo più di un anno prima, e l’ubicazione della società richiedente era ignota. Apparentemente, la società richiedente non fu informata di questi procedimenti.
14. In assenza del rappresentante della società richiedente, il 4 settembre 2003 la corte dichiarò la società richiedente insolvente per mancato pagamento di UAH 57,840.91 per tasse al bilancio Statale. L’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy nominò il suo liquidatore.
15. Secondo la società richiedente, fu informata di questa decisione solamente tramite lettera del 10 marzo 2004. Successivamente, la società richiedente richiese alla corte di fissare un nuovo tempo-limite per depositare un ricorso contro la decisione del 4 settembre 2003. Il 22 aprile 2004 la Corte di Appello di commercio di Donetsk rifiutò questa richiesta perché, in conformità con l’Articolo 93 del Codice di Procedura Commerciale, il tempo-limite attinente dei tre mesi dalla data in cui la sentenza o la decisione contro cui era stato fatto ricorso erano state adottate era scaduto. Il 22 giugno 2004 l’Alto Tribunale di commercio dell’Ucraina respinse un ricorso da parte della società richiedente contro le decisioni sopra per inadempienza con le formalità procedurali prescritte dalla legge. Il 3 novembre 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso di cassazione depositato dalla società richiedente.
16. Il 19 aprile 2004 la società richiedente richiese una revisione della decisione del 4 settembre 2003 alla luce di prove di recente stabilite.
17. Il 27 aprile 2004 Tribunale di commercio Regionale di Donetsk iniziò la sua considerazione della richiesta della società richiedente.
18. Il 24 maggio 2004 i procedimenti nella causa furono sospesi in quanto era pendente la considerazione dell’azione di reclamo della società richiedente depositata nel 2004 contro l’amministrazione fiscale riguardo all’illegalità della decisione di quest’ultima del 30 aprile 2000 con la quale alla società richiedente era stato ordinata di fare dei pagamenti fiscali e pagare multe.
19. Il 30 giugno 2004 l’azione di reclamo della società richiedente contro la decisione del 30 aprile 2000 fu lasciata senza considerazione siccome la società richiedente era stata dichiarata insolvente. La decisione definitiva in questa causa fu presa dalla Corte Suprema dell’Ucraina il 13 gennaio 2005.
20. Il 21 ottobre 2005 Tribunale di commercio Regionale di Donetsk riprese i procedimenti.
21. Il 13 dicembre 2005 Tribunale di commercio Regionale di Donetsk annullò la decisione del 4 settembre 2003 perché la società richiedente non era stata informata in modo appropriato della procedura fallimentare contro se stessa. La corte terminò anche le procedura fallimentare ed obbligò l’Amministrazione Fiscale del Distretto di Voroshylovskyy a pubblicare una ricusazione della dichiarazione per cui la società richiedente era stata dichiarata insolvente.
22. Nelle sue osservazioni del 25 dicembre 2007 la società richiedente presentò che nessuna simile confutazione era stata pubblicata ancora.
D. procedimenti Penali contro il primo richiedente
23. Il 6 aprile 2000 la polizia fiscale avviò procedimenti penali contro il primo richiedente per evasione fiscale. La causa fu trasferita più tardi all’ufficio di un procuratore per indagine.
24. Il 5 luglio 2000 l’Ufficio del Procuratore della Città di Donetsk avviò nuovi procedimenti contro il primo richiedente per falsificazione in pubblico ufficio e li congiunse agli iniziali. Lo stesso giorno il primo richiedente fu accusato di quei crimini.
25. Nel settembre 2000 la causa fu trasferita alla corte e il 6 ottobre 2000 la Corte distrettuale di Voroshylovskyy di Donetsk avviò la sua considerazione. Fra l’ottobre 2000 e il maggio 2003 ebbero luogo sette udienze di corte e ventisette udienze furono posticipate per varie ragioni (in nove occasioni il primo richiedente e/o il suo avvocato non riuscirono a presentarsi e in un’occasione il primo richiedente era ammalato). Altre ragioni per la proroga delle udienze includevano la mancata presenza del procuratore e dei testimoni, la decisione della corte per cui delle prove supplementari avrebbero dovuto essere portate all’udienza di corte, il giudice occupato con un’altra causa o la mancanza del giudice ecc.
26. Il 20 marzo 2003 la corte cambiò l’accusa contro il primo richiedente in negligenza del dovere ufficiale.
27. Il 7 maggio 2003 la corte rinviò la causa per indagine supplementare.
28. Il 4 luglio 2003 Corte d’appello Regionale di Donetsk annullò questa decisione e rinviò la causa alla Corte distrettuale per considerazione sui meriti.
29. Fra il luglio 2003 e il marzo 2004 un’udienza ebbe luogo e sei udienze furono posticipate per varie ragioni (in tre occasioni il primo richiedente non riuscì a comparire).
30. Il 13 gennaio 2004 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso di cassazione depositato dal primo richiedente contro le decisioni del 7 maggio e del 4 luglio 2003.
31. Il 17 marzo 2004 la Corte distrettuale di Voroshylovskyy di Donetsk rinviò di nuovo la causa per indagine supplementare.
32. Il 14 maggio 2004 Corte d’appello Regionale di Donetsk sostenne quella decisione.
33. Il 9 settembre 2004 l’Ufficio del Procuratore del Distretto di Kuybyshevskiy sospese i procedimenti penali “[avviati] per la negligenza del dovere ufficiale” perché “era impossibile stabilire chi aveva commesso quel crimine.”
34. Il 5 maggio 2005 la Corte Suprema dell’Ucraina respinse un ricorso di cassazione depositato dal primo richiedente contro la decisione del 17 marzo 2004 sulla base che non si poteva far ricorso contro simile decisione in cassazione.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. L’Atto dei Procedimenti di Esecuzione del 21 aprile 1999
35. In conformità con la sezione 86 (1) dell’Atto dei Procedimenti di Esecuzione, al creditore viene data la possibilità avviare atti contro un soggetto giuridico, affidato di riscuotere i pagamenti dal debitore per inadeguatezza o non-esecuzione di una sentenza a causa della colpa di quel soggetto giuridico. In simili cause il creditore è dispensato dal pagamento delle parcelle di corte.
36. La Sezione 86 (2) prevede che il risarcimento per danno causato dal Servizio dell’Ufficiale giudiziario Statale in procedimenti di esecuzione sarà pagato in conformità con la procedura prescritta dalla legge.
B. Lettera di Informazioni del Tribunale di commercio più Alto dell’ Ucraina dell’ 11 aprile 2005 n. 01-8/344
37. Secondo il paragrafo 26 di questa lettera, un soggetto giuridico, come si fa riferimento nella sezione 86 (1) dell’Atto dei Procedimenti di Esecuzione, è un’autorità fiscale, una banca e così via, ma non il Servizio degli Ufficiali giudiziari.
C. Il Ripristino della Solvibilità di un Debitore o la Dichiarazione di Atto di Insolvenza del 14 maggio 1992
38. In conformità con la sezione 3 di questo Atto, dopo che il debitore viene dichiarato insolvente dalla corte, la sua attività commerciale sarà fermata. La corte nomina un liquidatore che prende la gestione dei beni del debitore. Avendo preso i passi necessari per identificare e recuperare i debiti del debitore e per cercare gli asset, il liquidatore valuterà questi asset ed eseguirà la loro vendita. Avendo venduto i beni e pagato i creditori, il liquidatore presenterà un rapporto e il bilancio della liquidazione alla corte.
LA LEGGE
I. AMBITO DELLA CAUSA
39. La Corte nota che, dopo la comunicazione della causa al Governo rispondente, il primo richiedente reiterò alcune delle sue azioni di reclamo iniziali, in particolare, la sua azione di reclamo sotto l’ Articolo 6 § 3 (d) della Convenzione. Nella sua decisione parziale sull’ammissibilità del 29 maggio 2007, la Corte aggiornò il suo esame di un certo numero delle azioni di reclamo dei richiedenti (vedere paragrafo 3). Il resto delle azioni di reclamo fu dichiarato inammissibile. Nella misura che il primo richiedente ora ripete quelle azioni di reclamo che già sono state dichiarate inammissibili le azioni di reclamo sono “sostanzialmente le stesse” di quelle già dichiarate inammissibili, e loro ora devono essere respinte facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 2 (b) e 4 della Convenzione.
40. L’ambito della causa ora di fronte alla Corte è limitato a quelle azioni di reclamo, l’esame di cui fu aggiornato il 29 maggio 2007.
II. AZIONE DI RECLAMO SOTTO L’ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE CIRCA LA LUNGHEZZA DEI PROCEDIMENTI
41. Il primo richiedente si lamentò sotto l’ Articolo 6 § 1 della Convenzione della lunghezza dei procedimenti penali contro di lui. Questa disposizione recita, nella parte attinente, come segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
A. Ammissibilità
42. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
43. Il Governo presentò che il primo richiedente era stato accusato di commettere crimini finanziari, l’indagine dei quali fu completamente complicata, dato il numero di testimoni ed esperti da interrogare. Il Governo ha affermato che in certe occasioni il primo richiedente non era riuscito a presentarsi di fronte alle autorità di indagine e la corte, aveva richiesto di posticipare le udienze per raggruppare delle prove supplementari, aveva ricusato il giudice e il procuratore nella sua causa e così aveva protratto la considerazione della causa. Secondo il Governo, le autorità Statali avevano condotto efficaci indagine ed esame di corte della causa penale del primo richiedente. Il Governo infine presentò che i procedimenti penali contro il primo richiedente sono durati dal 6 aprile 2000 sino al 9 settembre 2004 ciò che considerava essere ragionevole.
44. Il primo richiedente contestò la dichiarazione del Governo per cui il suo comportamento aveva protratto la considerazione della causa penale contro lui. Secondo il primo richiedente, lui non aveva ricevuto, qualsiasi decisioni che terminava i procedimenti penali contro di lui e perciò lui considerava che loro fossero ancora pendenti. Lui presentò che la lunghezza dei procedimenti penali era stata irragionevole ed era stata contraria all’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
45. La Corte reitera che la ragionevolezza della lunghezza dei procedimenti deve essere valutata alla luce delle circostanze della causa e in riferimento ai seguenti criteri: la complessità della causa, la condotta del richiedente e delle autorità attinenti (vedere, fra molte altre autorità, Pélissier e Sassi c. Francia [GC], n. 25444/94, § 67 ECHR 1999-II).
46. La Corte nota che nella presente causa i procedimenti penali contro il primo richiedente furono avviati il 6 aprile 2000. Successivamente, il richiedente fu accusato e la causa fu trasferita alla corte. Il 17 marzo 2004 la corte rinviò la causa per un’ indagine supplementare. Il 9 settembre 2004 il procuratore sospese l’indagine poiché era stato impossibile stabilire chi aveva commesso il crimine in oggetto. Non ci sono informazioni che qualsiasi ulteriore passo fu preso nella causa dopo il settembre 2004.
47. La Corte osserva che siccome non c’è nessuna decisione che termina i procedimenti penali avviati contro il primo richiedente il richiedente è in uno stato di incertezza da più di dieci anni. In simili circostanze la Corte considera che i procedimenti penali contro il primo richiedente possono ancora essere considerati come pendenti.
48. Perciò, non si può considerare che la lunghezza dei procedimenti nella causa penale del primo richiedente sia ragionevole. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
III. AZIONE DI RECLAMO DELLA PROCEDURA FALLIMENTARE SOTTO L’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1
49. Nel marzo 2004 la società richiedente si lamentò delle procedura fallimentare avviata contro lei dall’Amministrazione fiscale Statale. Invocò l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che prevede nella parte attinente, come segue:
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
50. Il Governo presentò che la società richiedente non avrebbe potuto essere considerata più una vittima perché la decisione del 4 settembre 2003 con la quale era stata dichiarata insolvente, era stata annullato.
51. La società richiedente non era d’accordo.
52. La Corte nota che la società richiedente fu dichiarata insolvente il 4 settembre 2003. Siccome non ebbe conoscenza di questa decisione fino al 10 marzo 2004, è difficile giudicare in che misura la società richiedente fu influenzata dalla decisione prima di quella data.
53. Comunque, la Corte nota che entro il tempo in cui la società richiedente ha saputo della decisione del 4 settembre 2003 il tempo-limite per fare appello contro questa era scaduto e non era neanche possibile richiedere il suo rinnovo (vedere paragrafo 15). Così la decisione divenne definitiva e la società richiedente fu colpita da questa per un periodo considerevole di tempo, finché non fu annullata nel dicembre 2005 sotto la procedura di revisione straordinaria.
54. La Corte nota inoltre che la decisione del 4 settembre 2003 fu annullata per i motivi di una violazione delle norme procedurali dalla corte di prima – istanza siccome la decisione fu presa in mancanza del rappresentante della società richiedente. Il Governo non indicò se c’era qualsiasi via aperta alla società richiedente per chiedere il risarcimento per danni subiti come risultato di essere colpita dalla decisione di insolvenza per quasi due anni. In particolare, la legge nazionale non prevede la possibilità di chiedere danni dalla corte in simili circostanze.
55. La Corte infine nota che il Governo non fece commenti sulla dichiarazione della società richiedente secondo cui la decisione del 13 dicembre 2005 non era stata eseguita.
56. Dato che la società richiedente fu colpita dalla decisione di insolvenza per un lungo periodo di tempo e che l’ordine che l’annullava non rettificò gli effetti della decisione, vale a dire l’incapacità di continuare l’attività dell’impresa per quasi due anni, che apparentemente non esiste nessuna possibilità di chiedere danni in simili circostanze e che nessuna confutazione è stata pubblicata in esecuzione della decisione del 13 dicembre 2005, la Corte è dell’opinione che la società richiedente può ancora essere considerata una vittima di una violazione addotta dell’ Articolo 1 di Protocollo No.1. Perciò, respinge l’eccezione del Governo.
57. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
58. Il Governo reiterò le sue osservazioni sull’ammissibilità di questa azione di reclamo.
59. La società richiedente presentò che la sua attività d’impresa era stata resa impossibile dalla decisione in oggetto.
60. La Corte reitera che il primo e il più importante requisito dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 è che qualsiasi interferenza da parte di un’autorità pubblica col godimento tranquillo della proprietà dovrebbe essere legale (vedere Capital Bank AD c. Bulgaria, n. 49429/99, § 133 ECHR 2005-XII (gli estratti).
61. La Corte nota che con una decisione del 13 dicembre 2005 la corte nazionale riconobbe che la decisione sull’insolvenza della società richiedente del 4 settembre 2003 era illegale e l’annullò.
62. La Corte nota inoltre che la società richiedente non specificò quale particolare danno aveva subito come risultato della decisione di insolvenza. Comunque, la Corte è dell’opinione che la questione del particolari danno è più pertinente come avvaloramento delle rivendicazioni della società richiedente sotto l’Articolo 41 della Convenzione, nel caso ci fossero.
63. La Corte osserva che, secondo la legge nazionale, in caso d’insolvenza l’attività d’impresa della società insolvente sarà fermata a partire dalla data della decisione sulla sua insolvenza. Inoltre, la società non può gestire i suoi asset siccome ciò diviene l’obbligo di un liquidatore. La Corte osserva inoltre che le limitazioni in oggetto sono tese alla condotta efficiente della procedura fallimentare e non si possono considerare sproporzionate. Comunque, la società richiedente fu dichiarata insolvente una in seguito ad una decisione presa in assenza del suo rappresentante e questa decisione fu annullata più tardi dalla corte nazionale come illegale.
64. Perciò, le limitazioni sull’attività d’impresa della società richiedente fra il4 settembre 2003 e il 13 dicembre 2005 che includevano il controllo degli asset della società richiedente da parte del liquidatore (nella presente causa, l’Amministrazione fiscale Statale –la stessa entità che aveva avviato la procedura fallimentare contro la società richiedente), non si possono considerare legali.
65. C’è stata perciò, una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
IV. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
A. Azione di reclamo sotto l’ Articolo 6 § 1 della Convenzione circa l’iniquità dei procedimenti di risarcimento
66. La società richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione dell’iniquità addotta dei procedimenti di risarcimento.
67. Il Governo presentò che la società richiedente non si era attenuta col tempo-limite dei sei – mesi perché i suoi reclami riguardo all’udienza ingiusta nei procedimenti di risarcimento erano stati presentati solamente il 24 luglio 2005, mentre la decisione definitiva nei procedimenti di risarcimento era stata adottata dalla Corte Suprema dell’Ucraina il 3 novembre 2004.
68. La società richiedente affermò in replica che nei procedimenti di risarcimento le corti nazionali avevano interpretato male la legge attinente e che la lettera di informazioni del Tribunale di commercio più Alto dell’Ucraina non aveva il potere di legge.
69. La Corte nota all’inizio che la società richiedente sollevò le sue azioni di reclamo a riguardo dell’iniquità dei procedimenti di risarcimento nelle sue lettere del 17 marzo e del 26 luglio 2004. Perciò, la società richiedente si è attenuta con la norma dei sei – mesi sotto l’Articolo 35 § 1 della Convenzione.
70. La Corte nota inoltre il ricorso di cassazione della società richiedente contro il rifiuto della corte inferiore corteggia di accogliere la sua rivendicazione rimasta non esaminata a causa dell’insuccesso della società richiedente nel pagamento della parcella di corte richiesta. A questo riguardo, la Corte reitera, che le corti nazionali sono collocate meglio per interpretare ed applicare le norme di legge effettive e procedurali (vedere, fra molte autorità, Rizhamadze c. Georgia, n. 2745/03, § 21 del 31 luglio 2007). La società richiedente non si lamentò né che la disposizione legale in oggetto era poco chiaro e mancava di prevedibilità, né affermò che le mancavano i fondi per pagare la parcella di corte richiesta e che le era stato così precluso di depositare un ricorso in cassazione. Insistette semplicemente sulla sua propria interpretazione di questa disposizione. Nella misura in cui le decisioni nazionali attinenti non rivelano qualsiasi ragionamento manifestamente arbitrario (vedere, per contrasto, Donadze c. Georgia, n. 74644/01, § 32 7 marzo 2006), la Corte considera che l’azione di reclamo della società richiedente sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione circa l’iniquità dei procedimenti di risarcimento è manifestamente mal-fondato e deve essere respinto in conformità con l’ Articolo 35 §§ 3 (a) e 4 della Convenzione.
B. Azioni di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 circa la non-esecuzione delle sentenze a favore della società richiedente e l’ insuccesso di assegnarle un risarcimento
71. La società richiedente si lamentò inoltre sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 del lungo ritardo dell’esecuzione delle sentenze del13 dicembre 1999 e del 29 giugno 2000 e dell’insuccesso delle corti nazionali di assegnarle il risarcimento per danno causato dal Servizio degli Ufficiali giudiziari .
72. Il Governo presentò che la società richiedente era andata a vuoto nell’ esaurire le vie di ricorso nazionali ed effettive a riguardo della sua azione di reclamo dell’insuccesso nell’assegnazione del risarcimento per danno presumibilmente causato dal Servizio degli Ufficiali giudiziari perché non era riuscita a depositare un ricorso in cassazione in conformità con le formalità procedurali richieste dalla legge (vale a dire, la società richiedente era andata a vuoto nel pagare la parcella di corte richiesta). Reiterò anche le sue eccezioni in merito all’ottemperanza con la norma dei sei – mesi.
73. La Corte nota che il debitore nella presente causa è una società privata. La Corte reitera che lo Stato non può essere considerato responsabile per la mancanza di finanziamenti di una società privata e la sua responsabilità non si estende al di là del coinvolgimento dei corpi Statali nei procedimenti di esecuzione (vedere Shestakov c. Russia (dec.), n. 48757/99, 18 giugno 2002).
74. La Corte osserva che la legislazione ucraina prevede una possibilità di impugnare di fronte alle corti la legalità delle azioni e delle omissioni del Servizio degli Ufficiali giudiziari in procedimenti di esecuzione contro debitori privati e chiedere danni per i ritardi nel pagamento dell’importo assegnato (vedere, per esempio, Kukta c. Ucraina (dec.), n. 19443/03, 22 novembre 2005).
75. Riferendosi alle sue costatazioni sopra sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione, la Corte costata che le azioni di reclamo della società richiedente sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, presumendo anche che la società richiedente avesse avuto un’aspettativa legittima a riguardo della sua rivendicazione di risarcimento, devono essere respinte in conformità con l’Articolo 35 §§ 1 e 4 della Convenzione per insuccesso nell’esaurimento delle vie di ricorso nazionali.
C. Azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riferite alle procedura fallimentare
76. Il Governo presentò che la società richiedente aveva perso il suo status di vittima a riguardo della sua azione di reclamo riguardo alle procedura fallimentare perché la decisione del 4 settembre 2003 era stata annullata.
77. In replica, la società richiedente affermò, di non aver ricevuto la decisione che terminava le procedura fallimentare e che tale decisione non era stata eseguita. In particolare, le autorità fiscali erano andate a vuoto nella pubblicazione della confutazione richiesta dalla decisione del 13 dicembre 2005. Inoltre, la società richiedente credeva che l’autorità fiscale poteva re-avviare la procedura fallimentare senza informare la società richiedente.
78. La Corte nota che, con la decisione del 13 dicembre 2005, la decisione del 4 settembre 2003 di cui ci si lamenta fu annullato. Di conseguenza, la società richiedente non può rivendicare di essere vittima di una violazione sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione. La sua azione di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riferito alla procedura fallimentare è manifestamente mal-fondata e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 §§ 3 (a) e 4 della Convenzione.
V. APPLICZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
79. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
80. Il primo richiedente chiese UAH 1,036,440.065 e la società richiedente chiese UAH 1,851,687.126 a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale.
81. Il Governo considerò la richiesta dei richiedenti esorbitante e non comprovata.
82. La Corte non vede qualsiasi collegamento causale fra la violazione trovata ed il danno patrimoniale addotta; respinge perciò questa rivendicazione.
83. Riguardo la richiesta dei richiedenti riguardo al danno non-patrimoniale, la Corte considera che la costatazione di una violazione costituisce di per sé una soddisfazione equa e sufficiente in riguardo della rivendicazione della società richiedente. D’altra parte assegna EUR 4,000 al primo richiedente a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
84. I richiedenti chiesero anche UAH 806.297 per i costi e le spese sostenuti di fronte alle corti nazionali e alla Corte.
85. Il Governo presentò che desiderava lasciare questa questione alla discrezione della Corte.
86. Secondo la giurisprudenza della Corte,ad un richiedente viene concesso il rimborso dei costi e delle spese solamente se viene mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi e sono stati ragionevoli in merito al quantum. Nella presente causa, avuto riguardo ai documenti nin suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte respinge la rivendicazione per costi e le spese nei procedimenti nazionali e considera ragionevole assegnare la somma di EUR 33 al primo richiedente per i procedimenti di fronte alla Corte.
C. Interesse di mora
87. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione riguardo alla lunghezza dei procedimenti penali contro il primo richiedente e sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo alle procedura fallimentare contro la società richiedente ammissibili ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
4. Sostiene
(a) che la costatazione di una violazione costituisce di per sé la soddisfazione equa e sufficiente per il danno non-patrimoniale subito dalla società richiedente;
(b) che lo Stato rispondente deve pagare il primo richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 4,000 (quattro mila euro) a riguardo del danno non-patrimoniale ed EUR 33 (trenta tre euro) per costi e spese, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, da convertire in hryvna ucraini al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’ interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
5. Respinge il resto della richiesta dei richiedenti per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificò per iscritto il 3 febbraio 2011, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1 al tempo attinente circa EUR 4,967.37

2 al tempo attinente circa EUR 5,906.71

3 al tempo attinente circa EUR 1,837.85

4 al tempo attinente circa EUR 10,140.40

5 circa 92.959,80 euro

6 circa 166.080 euro

7 circa 72,32 euro

Testo Tradotto

Conclusion Violation of Art. 6-1 ; Violation of P1-1 ; Remainder inadmissible ; Pecuniary damage – claim dismissed ; Non-pecuniary damage – award ; Non-pecuniary damage – finding of violation sufficient
FIFTH SECTION
CASE OF STEBNITSKIY AND KOMFORT v. UKRAINE
(Application no. 10687/02)
JUDGMENT
STRASBOURG
3 February 2011
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Stebnitskiy and Komfort v. Ukraine,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:
Peer Lorenzen, President,
Isabelle Berro-Lefèvre,
Mirjana Lazarova Trajkovska,
Zdravka Kalaydjieva,
Ganna Yudkivska,
Angelika Nußberger,
Julia Laffranque, judges,
and Claudia Westerdiek, Section Registrar,
Having deliberated in private on 11 January 2011,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 10687/02) against Ukraine lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Ukrainian national, Mr V. G. S. (“the first applicant”), the director of K. (“the applicant company”), a Ukrainian private enterprise, on 22 February 2002.
2. The Ukrainian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr Y. Zaytsev, of the Ministry of Justice of Ukraine.
3. On 29 May 2007 the Court declared the application partly inadmissible. It decided to communicate the complaints concerning the length of the criminal proceedings against the first applicant and the allegedly unfair hearings in the applicant company’s compensation and insolvency cases, and the non-enforcement of the judgments of 13 December 1999 and 29 June 2000 in the applicant company’s favour, the refusal of the national courts to award compensation for damage allegedly inflicted by the Bailiffs’ Service and the insolvency proceedings instituted against it. It also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The first applicant was born in 1960 and lives in Donetsk. The applicant company also has its seat in Donetsk.
A. Enforcement of the judgments in the applicant company’s favour
5. On 13 December 1999 and 29 June 2000 the Donetsk Regional Commercial Court awarded the applicant company, 27,159.111 and 30,786.832 Ukrainian hryvnas (UAH) respectively against the Y. private open joint-stock company. Between November 2000 and January 2001 the Yenakiyevo Bailiffs’ Service instituted enforcement proceedings.
6. In December 2001 the applicant company instituted proceedings in the Donetsk Regional Commercial Court against the Yenakiyevo Bailiffs’ Service, challenging its inactivity in the enforcement of the above judgments. On 18 June 2003 the court found for the applicant company and ordered the Bailiffs’ Service to enforce the judgments. On 17 September 2003 the Donetsk Commercial Court of Appeal upheld that judgment.
7. The judgments of 13 December 1999 and 29 June 2000 in the applicant company’s favour were enforced by November 2003.
B. Compensation proceedings against the Bailiffs’ Service
8. On an unspecified date the applicant company instituted proceedings in the Donetsk Regional Commercial Court against the Yenakiyevo Bailiffs’ Service, claiming UAH 11,657.423 in compensation for pecuniary damage (inflation losses) caused by the lengthy delay in enforcing the judgments of 13 December 1999 and 29 June 2000 in its favour.
9. On 3 March 2004 the court found against the applicant company. On 18 May 2004 the Donetsk Commercial Court of Appeal upheld that judgment.
10. On 17 June 2004 the Higher Commercial Court of Ukraine refused to examine an appeal by the applicant company as it had failed to pay a court fee. The applicant company appealed against that decision, arguing that in accordance with section 86 of the Enforcement Proceedings Act, the creditor was dispensed from paying court fees in cases against a legal person, entrusted with enforcing a judgment, for compensation for damage sustained as a result of the non-enforcement of a judgment.
11. On 3 November 2004 the Supreme Court of Ukraine dismissed a cassation appeal lodged by the applicant company as unsubstantiated.
C. Insolvency proceedings
12. During the period from 2000 to 2002 the applicant company instituted numerous proceedings against the Voroshylovskyy District Tax Administration challenging tax payments, fines etc.
13. In June 2003 the Voroshylovskyy District Tax Administration instituted insolvency proceedings in the Donetsk Regional Commercial Court against the applicant company. The Tax Administration stated that the applicant company had failed to pay UAH 57,840.914 in tax in 2000 and had already had a tax lien imposed on it. Moreover, the last transaction on the applicant company’s account had taken place more than a year ago and the applicant company’s location was unknown. Apparently, the applicant company was not informed about these proceedings.
14. On 4 September 2003, in the applicant company representative’s absence, the court declared the applicant company insolvent for failure to pay UAH 57,840.91 in taxes to the State budget. The Voroshylovskyy District Tax Administration was appointed its liquidator.
15. According to the applicant company, it was informed about this decision only by letter of 10 March 2004. Subsequently, the applicant company requested the court to fix a new time-limit for lodging an appeal against the decision of 4 September 2003. On 22 April 2004 the Donetsk Commercial Court of Appeal refused this request because, in accordance with Article 93 of the Code of Commercial Procedure, the relevant time-limit of three months from the date on which the appealed judgment or decision had been adopted had expired. On 22 June 2004 the High Commercial Court of Ukraine dismissed an appeal by the applicant company against the above decisions for non-compliance with the procedural formalities prescribed by law. On 3 November 2004 the Supreme Court of Ukraine dismissed a cassation appeal lodged by the applicant company.
16. On 19 April 2004 the applicant company requested a review of the decision of 4 September 2003 in the light of newly established evidence.
17. On 27 April 2004 the Donetsk Regional Commercial Court started its consideration of the applicant company’s request.
18. On 24 May 2004 the proceedings in the case were stayed pending consideration of the applicant company’s complaint lodged in 2004 against the tax administration regarding unlawfulness of the latter’s decision of 30 April 2000 by which the applicant company had been ordered to make some tax payments and to pay fines.
19. On 30 June 2004 the applicant company’s complaint against the decision of 30 April 2000 was left without consideration as the applicant company had been declared insolvent. The final decision in this case was taken by the Supreme Court of Ukraine on 13 January 2005.
20. On 21 October 2005 the Donetsk Regional Commercial Court resumed the proceedings.
21. On 13 December 2005 the Donetsk Regional Commercial Court quashed the decision of 4 September 2003 because the applicant company had not been properly informed about the insolvency proceedings against it. The court also terminated the insolvency proceedings and obliged the Voroshylovsky District Tax Administration to publish a refutation of the statement that the applicant company had been declared insolvent.
22. In its observations of 25 December 2007 the applicant company submitted that no such refutation had yet been published.
D. Criminal proceedings against the first applicant
23. On 6 April 2000 the tax police instituted criminal proceedings against the first applicant for tax evasion. The case was later transferred to a prosecutor’s office for investigation.
24. On 5 July 2000 the Donetsk City Prosecutor’s Office instituted new proceedings against the first applicant for forgery in public office and joined them to the initial ones. On the same day the first applicant was charged with those crimes.
25. In September 2000 the case was transferred to the court and on 6 October 2000 the Voroshylovskyy District Court of Donetsk started its consideration. Between October 2000 and May 2003 seven court hearings took place and twenty-seven hearings were postponed for various reasons (on nine occasions the first applicant and/or his lawyer failed to appear and on one occasion the first applicant was ill). Other reasons for postponement of hearings included prosecutor’s and witnesses’ failure to appear, court’s decision that additional evidence should be brought into the court hearing, judge’s being busy with another case or judge’s vacation etc.
26. On 20 March 2003 the court changed the charge against the first applicant to neglect of official duty.
27. On 7 May 2003 the court remitted the case for additional investigation.
28. On 4 July 2003 the Donetsk Regional Court of Appeal quashed this decision and remitted the case to the District Court for consideration on the merits.
29. Between July 2003 and March 2004 one hearing took place and six hearings were postponed for various reasons (on three occasions the first applicant failed to appear).
30. On 13 January 2004 the Supreme Court of Ukraine dismissed a cassation appeal lodged by the first applicant against the decisions of 7 May and 4 July 2003.
31. On 17 March 2004 the Voroshylovskyy District Court of Donetsk again remitted the case for additional investigation.
32. On 14 May 2004 the Donetsk Regional Court of Appeal upheld that decision.
33. On 9 September 2004 the Kuybyshevskiy District Prosecutor’s Office suspended criminal proceedings “[instituted] for neglect of official duty” because “it was impossible to establish who had committed that crime”.
34. On 5 May 2005 the Supreme Court of Ukraine dismissed a cassation appeal lodged by the first applicant against the decision of 17 March 2004 on the ground that such decision could not be appealed in cassation.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. The Enforcement Proceedings Act of 21 April 1999
35. In accordance with section 86 (1) of the Enforcement Proceedings Act, the creditor is entitled to institute court proceedings against a legal person, entrusted with collecting payments from the debtor, for inadequate or non-enforcement of a judgment due to the fault of that legal person. In such cases the creditor is dispensed from paying court fees.
36. Section 86 (2) provides that compensation for damage caused by the State Bailiff’s Service in enforcement proceedings is to be paid in accordance with the procedure prescribed by law.
B. Information letter of the Higher Commercial Court of Ukraine of 11 April 2005 no. 01-8/344
37. According to paragraph 26 of this letter, a legal person, as referred to in section 86 (1) of the Enforcement Proceedings Act, is a tax authority, a bank, and so forth, but not the Bailiffs’ Service.
C. The Restoration of a Debtor’s Solvency or the Declaration of Insolvency Act of 14 May 1992
38. In accordance with section 3 of this Act, after the debtor is declared insolvent by the court, its business activity shall be stopped. The court nominates a liquidator, who takes over the management of the debtor’s assets. Having taken the necessary steps to identify and recover the debtor’s debts and search for the assets, the liquidator shall assess these assets and carry out their sale. Having sold the assets and paid the creditors, the liquidator shall submit a report and the liquidation balance to the court.
THE LAW
I. SCOPE OF THE CASE
39. The Court notes that, after the communication of the case to the respondent Government, the first applicant reiterated some of his initial complaints, in particular, his complaint under Article 6 § 3 (d) of the Convention. In its partial decision on admissibility of 29 May 2007, the Court adjourned its examination of a number of the applicants’ complaints (see paragraph 3). The remainder of the complaints were declared inadmissible. To the extent that the first applicant now repeats those complaints, which have already been declared inadmissible, the complaints are “substantially the same” as those already declared inadmissible, and they must now be rejected pursuant to Article 35 §§ 2 (b) and 4 of the Convention.
40. The scope of the case now before the Court is limited to those complaints, the examination of which were adjourned on 29 May 2007.
II. COMPLAINT UNDER ARTICLE 6 § 1 OF THE CONVENTION ABOUT THE LENGTH OF PROCEEDINGS
41. The first applicant complained under Article 6 § 1 of the Convention about the length of criminal proceedings against him. This provision reads, in so far as relevant, as follows:
“In the determination of … any criminal charge against him, everyone is entitled to a … hearing within a reasonable time by [a] … tribunal …”
A. Admissibility
42. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
43. The Government submitted that the first applicant had been accused of committing financial crimes, the investigation of which was quite complicated, given the number of witnesses and experts to be questioned The Government stated that on some occasions the first applicant had failed to appear before the investigation authorities and the court, had requested to postpone hearings in order to gather additional evidence, had challenged the judge and the prosecutor in his case and thus protracted the consideration of the case. According to the Government, the State authorities had conducted an effective investigation and court examination of the first applicant’s criminal case. The Government finally submitted that the criminal proceedings against the first applicant had lasted from 6 April 2000 until 9 September 2004, which it considered to be reasonable.
44. The first applicant contested the Government’s statement that his behaviour had protracted the consideration of the criminal case against him. According to the first applicant, he had not received any decisions terminating the criminal proceedings against him and therefore he considered them to be still pending. He submitted that the length of the criminal proceedings had been unreasonable and contrary to Article 6 § 1 of the Convention.
45. The Court reiterates that the reasonableness of the length of proceedings must be assessed in the light of the circumstances of the case and with reference to the following criteria: the complexity of the case, the conduct of the applicant and the relevant authorities (see, among many other authorities, Pélissier and Sassi v. France [GC], no. 25444/94, § 67, ECHR 1999-II).
46. The Court notes that in the present case the criminal proceedings against the first applicant were instituted on 6 April 2000. Subsequently, the applicant was charged and the case was transferred to the court. On 17 March 2004 the court remitted the case for additional investigation. On 9 September 2004 the prosecutor suspended the investigation since it had been impossible to establish who had committed the crime in question. There is no information that any further steps were taken in the case after September 2004.
47. The Court observes that as there is no decision terminating the criminal proceedings instituted against the first applicant. The applicant has been in a state of uncertainty for more than ten years. In such circumstances the Court considers that the criminal proceedings against the first applicant can still be considered as pending.
48. Therefore, the length of proceedings in the first applicant’s criminal case cannot be considered to be reasonable. There has accordingly been a violation of Article 6 § 1 of the Convention.
III. COMPLAINT ABOUT THE INSOLVENCY PROCEEDINGS UNDER ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1
49. In March 2004 the applicant company complained about the insolvency proceedings instituted against it by the State Tax Administration. It invoked Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which provides, in so far as relevant, as follows:
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. Admissibility
50. The Government submitted that the applicant company could no longer be considered a victim because the decision of 4 September 2003, by which it had been declared insolvent, had been quashed.
51. The applicant company disagreed.
52. The Court notes that the applicant company was declared insolvent on 4 September 2003. As it did not know about this decision until 10 March 2004, it is difficult to judge to what extent the applicant company was influenced by the decision before that date.
53. The Court notes, however, that by the time the applicant company learned of the decision of 4 September 2003 the time-limit for appealing against it had expired and it was not even possible to request its renewal (see paragraph 15). Thus the decision became final and the applicant company was affected by it for a considerable period of time, until it was quashed in December 2005 under the extraordinary review procedure.
54. The Court further notes that the decision of 4 September 2003 was quashed on grounds of a breach of procedural rules by the first-instance court as the decision was taken in the absence of the applicant company’s representative. The Government did not indicate whether there were any avenues open to the applicant company to claim compensation for damages sustained as a result of being affected by the insolvency decision for nearly two years. In particular, the national law did not provide for the possibility of claiming damages from the court in such circumstances.
55. The Court finally notes that the Government did not comment on the applicant company’s statement that the decision of 13 December 2005 had not been enforced.
56. Given that the applicant company was affected by the insolvency decision for a long period of time and that the order quashing it did not rectify the effects of the decision, namely, the inability to carry on business activities for nearly two years, that apparently no possibility of claiming damages exists in such circumstances and that no refutation has been published in enforcement of the decision of 13 December 2005, the Court is of the opinion that the applicant company can still be considered a victim of an alleged violation of Article 1 of Protocol No.1. Therefore, it rejects the Government’s objection.
57. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
58. The Government reiterated their observations on the admissibility of this complaint.
59. The applicant company submitted that its business activity had been rendered impossible by the decision in question.
60. The Court reiterates that the first and most important requirement of Article 1 of Protocol No. 1 is that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful (see Capital Bank AD v. Bulgaria, no. 49429/99, § 133, ECHR 2005-XII (extracts).
61. The Court notes that by a decision of 13 December 2005 the national court recognised that the decision on the applicant company’s insolvency of 4 September 2003 was unlawful and quashed it.
62. The Court further notes that the applicant company did not specify what particular damage it sustained as a result of the insolvency decision. However, the Court is of the opinion that the question of particular damages is more pertinent for substantiation of the applicant company’s claims under Article 41 of the Convention, if any.
63. The Court observes that, according to the national law, in case of insolvency, the business activity of the insolvent company shall be stopped as of date of decision on its insolvency. Moreover, the company cannot manage its assets as it becomes the obligation of a liquidator. The Court further observes that the limitations in question are aimed at the efficient conduct of insolvency proceedings and cannot be considered to be disproportionate. However, the applicant company was declared insolvent following a decision taken in its representative’s absence and that decision was later quashed by the national court as unlawful.
64. Therefore, the limitations on the applicant company’s business activity between 4 September 2003 and 13 December 2005, which included control of the applicant company’s assets by the liquidator (in the present case, the State Tax Administration – the same body which instituted insolvency proceedings against the applicant company), cannot be considered to be lawful.
65. Therefore, there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
IV. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
A. Complaint under Article 6 § 1 of the Convention about unfairness of the compensation proceedings
66. The applicant company complained under Article 6 § 1 of the Convention about the alleged unfairness of the compensation proceedings.
67. The Government submitted that the applicant company had not complied with the six-month time-limit because its complaints concerning the unfair hearing in the compensation proceedings had been lodged only on 24 July 2005, while the final decision in the compensation proceedings had been adopted by the Supreme Court of Ukraine on 3 November 2004.
68. The applicant company stated in reply that in the compensation proceedings the national courts had misinterpreted the relevant law and that the information letter of the Higher Commercial Court of Ukraine did not have the force of law.
69. The Court notes at the outset that the applicant company raised its complaints in respect of the unfairness of the compensation proceedings in its letters of 17 March and 26 July 2004. Therefore, the applicant company complied with the six-month rule under Article 35 § 1 of the Convention.
70. The Court further notes the applicant company’s cassation appeal against the lower courts’ refusals to allow its claim remained unexamined because of the applicant company’s failure to pay the required court fee. In this respect, the Court reiterates that the domestic courts are best placed to interpret and apply rules of substantive and procedural law (see, amongst many authorities, Rizhamadze v. Georgia, no. 2745/03, § 21, 31 July 2007). The applicant company neither complained that the legal provision in question was unclear and lacked foreseeabililty, nor stated that it had lacked the funds to pay the required court fee and had been thus precluded from lodging a cassation appeal. It simply insisted on its own interpretation of this provision. In so far as the relevant domestic decisions do not disclose any manifestly arbitrary reasoning (see, by contrast, Donadze v. Georgia, no. 74644/01, § 32, 7 March 2006), the Court considers that the applicant company’s complaint under Article 6 § 1 of the Convention about unfairness of the compensation proceedings is manifestly ill-founded and must be rejected in accordance with Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
B. Complaints under Article 1 of Protocol No. 1 about non-enforcement of the judgments in the applicant company’s favour and about failure to award it compensation
71. The applicant company further complained under Article 1 of Protocol No. 1 about the lengthy delay in enforcing the judgments of 13 December 1999 and 29 June 2000 and about the failure of the national courts to award it compensation for damage caused by the Bailiffs’ Service.
72. The Government submitted that the applicant company had failed to exhaust effective domestic remedies in respect of its complaint about the failure to award compensation for damage allegedly caused by the Bailiffs’ Service because it had failed to lodge a cassation appeal in accordance with the procedural formalities required by law (namely, the applicant company had failed to pay the required court fee). They also reiterated their objections as for the compliance with the six-month rule.
73. The Court notes that the debtor in the present case is a private company. The Court reiterates that the State cannot be considered responsible for the lack of funds of a private company and its responsibility extends no further than the involvement of State bodies in the enforcement proceedings (see Shestakov v. Russia (dec.), no. 48757/99, 18 June 2002).
74. The Court observes that the Ukrainian legislation provides for a possibility to challenge before the courts the lawfulness of actions and omissions of the Bailiffs’ Service in enforcement proceedings against private debtors and to claim damages from them for the delays in payment of the awarded amount (see, for instance, Kukta v. Ukraine (dec.), no. 19443/03, 22 November 2005).
75. Referring to its above findings under Article 6 § 1 of the Convention, the Court finds that the applicant company’s complaints under Article 1 of Protocol No. 1, even assuming that the applicant company had a legitimate expectation in respect of its compensation claim, must be rejected in accordance with Article 35 §§ 1 and 4 of the Convention for the failure to exhaust domestic remedies.
C. Complaints under Article 6 § 1 of the Convention related to the insolvency proceedings
76. The Government submitted that the applicant company had lost its victim status in respect to its complaint concerning the insolvency proceedings because the decision of 4 September 2003 had been quashed.
77. In reply, the applicant company stated that it had not received the decision terminating the insolvency proceedings and that such a decision had not been enforced. In particular, the tax authorities had failed to publish the refutation required by the decision of 13 December 2005. Moreover, the applicant company believed that the tax authority could re-institute insolvency proceedings without informing the applicant company.
78. The Court notes that, by the decision of 13 December 2005, the decision of 4 September 2003 complained of was quashed. Accordingly, the applicant company cannot claim to be a victim of a violation under Article 6 § 1 of the Convention. Its complaint under Article 6 § 1 of the Convention related to the insolvency proceedings is manifestly ill-founded and must be rejected in accordance with Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
V. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
79. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
80. The first applicant claimed UAH 1,036,440.065 and the applicant company claimed UAH 1,851,687.126 in respect of pecuniary and non-pecuniary damage.
81. The Government considered the applicants’ claims exorbitant and unsubstantiated.
82. The Court does not discern any causal link between the violation found and the pecuniary damage alleged; it therefore rejects this claim.
83. As for the applicants’ claims in respect of non-pecuniary damage, the Court considers that the finding of a violation constitutes in itself sufficient just satisfaction in respect of the applicant company’s claim. On the other hand, it awards the first applicant EUR 4,000 in respect of non-pecuniary damage.
B. Costs and expenses
84. The applicants also claimed UAH 806.297 for the costs and expenses incurred before the domestic courts and the Court.
85. The Government submitted that they would like to leave this question at the Court’s discretion.
86. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and were reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court rejects the claim for costs and expenses in the domestic proceedings and considers it reasonable to award the first applicant the sum of EUR 33 for the proceedings before the Court.
C. Default interest
87. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaints under Article 6 § 1 of the Convention concerning the length of the criminal proceedings against the first applicant and under Article 1 of Protocol No. 1 concerning the insolvency proceedings against the applicant company admissible and the remainder of the application inadmissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 6 § 1 of the Convention;
3. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1;
4. Holds
(a) that the finding of a violation constitutes in itself sufficient just satisfaction for the non-pecuniary damage sustained by the applicant company;
(b) that the respondent State is to pay the first applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, EUR 4,000 (four thousand euros) in respect of non-pecuniary damage and EUR 33 (thirty three euros) in costs and expenses, plus any tax that may be chargeable, to be converted into Ukrainian hryvnas at the rate applicable at the date of settlement;
(c) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
5. Dismisses the remainder of the applicants’ claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 3 February 2011, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Claudia Westerdiek Peer Lorenzen
Registrar President
1 At the material time approximately EUR 4,967.37

2 At the material time approximately EUR 5,906.71

3 At the material time approximately EUR 1,837.85

4 At the material time approximately EUR 10,140.40

5 Around 92.959,80 euros

6 Around 166.080 euros

7 Around 72,32 euros

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 18/01/2025