Conclusione Violazione di P1-1; Nessuna violazione dell’ Art. 6
PRIMA SEZIONE
CAUSA SPK DIMSKIY C. RUSSIA
(Richiesta n. 27191/02)
SENTENZA
STRASBOURG
18 marzo 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa SPK Dimskiy c. Russia,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi che come una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Nina Vajić, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Khanlar Hajiyev, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e da André Wampach, Cancelliere Aggiunto di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 25 febbraio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 27191/02) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) dalla cooperativa della produzione Agricola (SPK) ‘D.’ (“la richiedente”), il 30 maggio 2002.
2. La richiedente fu rappresentata dal Sig. V. O., un avvocato che pratica a Blagoveshchensk. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato inizialmente dal Sig. P. Laptev, Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani e successivamente dal suo nuovo Rappresentante, il Sig. G. Matyushkin.
3. La richiedente addusse, in particolare, che l’insuccesso da parte del Governo russo di implementare la procedura per il rimborso delle obbligazioni Urozhay-90 era stato in violazione dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
4. Con una decisione dell’ 11 settembre 2008 la Corte dichiarò la richiesta ammissibile.
5. La richiedente ed il Governo entrambi registrarono osservazioni sui meriti (Articolo 59 § 1).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
6. La richiedente è la cooperativa della produzione Agricola “D.” (сельскохозяйственный производственный кооператив «Димский»), una persona giuridica sotto la legge russa, fondata nel 1992 nel villaggio di Novoaleksandrovka nel Distretto di Tambov della Regione di Amur. La richiedente fu successivamente riorganizzata nella società per azioni “D.” (ОАО «Димское»).
A. Informazioni del background sulle obbligazioni Urozhay-90
7. Nel 1987 il Segretario Generale del Partito comunista dell’ URSS Mikhail Gorbachev presentò la sua “tesi di base” che stabilì il fondamento politico per la riforma economica che annunciava la transizione ad un’economia di mercato. Furono decretate molte leggi che aprirono l’economia progettata e dominata dallo Stato all’ impresa privata. Il Governo preferì comunque mantenere il controllo sui prezzi al consumo consumatore, piuttosto che lasciare che venissero determinati dal libero mercato.
8. Entro il 1990 la spesa statale aumentò bruscamente siccome un numero crescente di imprese senza profitto chiesero l’ appoggio, mentre più risorse furono deviate per sovvenzionare i prezzi al consumo. Allo stesso tempo, l’eliminazione del controllo centrale sulle decisioni di produzione, specialmente nel settore dei beni al consumo condusse ad un guasto nelle tradizionali relazioni di richiesta di fornitura. Questo diede luogo a grave scarsità di cibo e di beni al consumo di base. Il Governo reagì introducendo dei francobolli per le razioni di cibo e di certi articoli di igiene.
9. Oltre ai francobolli di razione, il Governo della Repubblica Sovietica Federativa Socialista russa (RSFSR)1 mise in circolazione molti tipi de così definiti “bond di merce” (товарные чеки) che diede ai loro portatori il diritto di acquistare dei beni al consumo, come frigoriferi, lavatrici, registratori e macchine. Le obbligazioni Urozhay-90 (“Raccolto-90”) erano una dei molti tipi di obbligazioni; loro furono distribuite fra lavoratori agricoli e le società che avevano venduto grano e altra produzione agricola allo Stato nel 1990 e nel 1991. Quelle obbligazioni furono progettate per incoraggiare i lavoratori agricoli a vender la produzione allo Stato in cambio del diritto alla priorità di acquisto di beni ad elevata richiesta (vedere paragrafo 26 sotto). Lo Stato pagava i lavoratori per la produzione a prezzi fissi e diede anche loro delle obbligazioni per importi proporzionati al valore della produzione venduta.
10. Le obbligazioni Urozhay-90 non erano denaro, ma indicavano un certo valore nominale sulla loro faccia. Questo valore determinava il prezzo di acquisto massimo dei beni al consumo che avrebbero potuto essere venduti su produzione delle obbligazioni. Le obbligazioni non furono proposte come pagamento ma soltanto per la certificazione del diritto di acquistare dei specifici beni; la vendita di beni era condizionale al pagamento del pieno prezzo di acquisto da parte del possessore dell’obbligazione e la produzione delle obbligazioni per lo stesso importo. Le obbligazioni non furono registrate a nome della persona o e non furono altrimenti personalizzate e la Risoluzione Statale non impedì loro dall’essere trasferite fra individui e persone giuridiche.
11. Il 2 gennaio 1992 il Governo russo decise di porre fine alla regolamentazione dei prezzi al dettaglio. I negozi cominciarono a riempirsi di merci ma prezzi aumentarono ad una velocità impressionante(il tasso di inflazione nel 1992 era 2,600%). Nel marzo 1992 il Governo stabilì, che i beni disponibili sotto le obbligazioni sarebbe stati venduti ai prezzi fissati prima del 2 gennaio 1992 (vedere paragrafo 27 sotto).
12. Nell’ agosto 1992 il Governo introdusse la possibilità di comprare le obbligazioni con un coefficiente di 10. Nel 1994, il coefficiente fu alzato a 70 (vedere paragrafi 45 e 46 sotto). Sembra che un numero significativo di obbligazioni fu comprato dallo Stato prima che le operazioni di buyout furono fermate nel 1996 (vedere paragrafo 31 sotto).
13. Nel 1995 lo status delle obbligazioni di merce fu codificato nell’Atto delle Obbligazioni della Merce passato dal Parlamento (vedere paragrafo 30 sotto). Il suo testo era molto laconico, più breve di una pagina, ma stabilì di coprire ogni tipo di obbligazione di merci emessa negli anni precedenti. La sezione 1 riconobbe le obbligazioni di merce come parte del debito interno della Federazione russa; la sezione 2 fisso a dieci anni il termine di prescrizione per gli obblighi che nascevano dalle obbligazioni di merce (la data iniziale non fu specificata); la sezione 3 richiese al Governo di adottare un programma per sistemare il debito interno.
14. Nel 2000 il Governo presentò il programma per la sistemazione del debito interno (vedere paragrafo 33 sotto). Coprì ogni tipo di obbligazione di merce, salvo le obbligazioni Urozhay-90. Alcuni mesi prima l’Atto delle Obbligazioni delle Merci fu emendato così da prevedere che la sistemazione del debito sotto le obbligazioni Urozhay-90 sarebbe stata regolata da una legge federale speciale (vedere paragrafo 32 sotto).
15. Fra il 2003 ed il 2009 l’applicazione della sezione 1 dell’Atto delle Obbligazioni di Merce fu sospeso nella parte riguardo ai bond Urozhay-90, in conformità con le leggi sul bilancio federale per ogni anno successivo (vedere paragrafo 34 sotto).
16. Nel 2009 il Parlamento ha varato una legge sul buyout dei bond Urozhay-90 ed il Governo emise delle regolamentazioni di implementazione che stabilivano una procedura particolareggiata per il buyout delle obbligazioni (vedere paragrafi 35 e 36 sotto).
B. I tentativi della richiedente di ottenere rimborso delle obbligazioni
17. La richiedente detiene le obbligazioni Urozhay-90 con un valore nominale e totale di 343,375 rubli russi non-denominati (RUR).
18. Il 1 marzo 2001 la richiedente introdusse un’azione contro il Governo russo, cercando di recuperare 8,236,498 rubli russi (RUB) come risarcimento per le obbligazioni. L’importo fu calcolato come il valore nominale delle obbligazioni moltiplicato per il co-efficiente ufficiale dell’inflazione.
19. Il 7 maggio 2001 il Tribunale del commercio della Regione di Amur emise una decisione di respingere la rivendicazione della richiedente. Notò che la legge federale che stabiliva la procedura per il rimborso delle obbligazioni Urozhay-90 non era ancora stata adottata e la loro data di scadenza non era stata determinata. Il Tribunale del commercio sostenne che la querelante non aveva ottenuto ancora il diritto a depositare questa rivendicazione.
20. Il 20 giugno 2001 la Divisione Ricorsi del Tribunale del commercio della Regione di Amur annullò la decisione del 7 maggio 2001 per motivi procedurali e rinviò la rivendicazione per un nuovo esame.
21. Il 27 agosto 2001 il Tribunale di commercio della Regione di Amur emise una sentenza. Stabilì che il Ministero delle Finanze, piuttosto che il Governo russo avrebbe dovuto essere l’imputato corretto nella rivendicazione della richiedente per danni perché il Governo russo non aveva commesso alcuna azione illegale. Siccome la richiedente rifiutò di sostituire l’imputato originale o di congiungere il Ministero delle Finanze come un co-imputato e siccome la corte non era competente per fare questo di sua propria volontà, decise di respingere la rivendicazione del richiedente.
22. Il 22 ottobre 2001 la Divisione Ricorsi del Tribunale del commercio della Regione di Amur sostenne la sentenza del 27 agosto 2001.
23. Il consigliere della richiedente, il Sig. O. presentò un ricorso in cassazione. Il 23 novembre 2001 il Tribunale del commercio Federale del Circuito dell’Estremo Oriente fissò la data di udienza per l’11 dicembre 2001. Al Sig. O. era stata notificata questa decisione il 3 dicembre 2001 con raccomandata.
24. L’ 11 dicembre 2001 il Tribunale del commercio Federale ascoltò le osservazioni orali da parte del Sig. O. ed aggiornò l’udienza al 17 dicembre 2001.
25. Il 17 dicembre 2001 Sig. O. non comparì di fronte alla corte. In mancanza di qualsiasi ragione valida per la sua assenza, il Tribunale del commercio Federale procedette con l’udienza e sostenne, nell’istanza definitivo, le sentenze del 27 agosto e del 22 ottobre 2001. Confermò che le azioni del Governo russo erano state legali e che il Ministero delle Finanze era responsabile per i debiti a carico della tesoreria.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
26. Il 26 luglio 1990 il Consiglio di RSFSR di Ministri adottò Decisione n. 259 su misure urgenti per aumentare l’acquisto di prodotti agricoli raccolto nel 1990 e per assicurare la loro custodia sicura. Le sue parti attinenti risolsero siccome segue:
I. Misure per aumentare l’indipendenza decisionale tramite fattorie collettive sovietiche riguardo alla vendita del raccolto
“1. Autorizzare che tutti i fabbricanti di produzione agricola vendano l’eccedenza di simile produzione rimanente dopo la consegna sotto gli accordi esistenti… a procacciatori o ad altri consumatori a prezzi negoziati…
2. Dichiarare inammissibile qualsiasi restrizioni sulla vendita o spedizione di produzione agricola a consumatori in distretti autonomi o regioni della RSFSR sotto il paragrafo 1 della presente decisione… Se le giunte comunali dovessero introdurre simile restrizioni nei loro territori, il Consiglio dei Ministri della RSFSR può smettere di emettere bond Urozhay-90 o di consegnare beni sulla base di questi in quei territori…”
II. Misure per incoraggiare la vendita della produzione agricola allo Stato per la vendita reciproca di beni ad elevata richiesta
“7. Cominciare ad emettere, nel 1990, bond Urozhay-90 ad impiegati di fattorie sovietiche collettive , altre imprese agro-industriali ed organizzazioni, fattorie di contadini e proprietari di aree di terreno sussidiarie personali a riguardo della produzione agricola venduta allo Stato.
Determinare che le obbligazioni certifichino il diritto di acquistare dei beni ad elevata richiesta a prezzi al dettaglio in outlet commerciali. Le dette obbligazioni non sono denaro.
8. Il Ministero delle Finanze della RSFSR ed il Ministero dell’Agricoltura e degli Alimenti della RSFSR, sino a 1 settembre 1990, stamperanno e metteranno in circolazione attraverso le filiali della Banca Statale della RSFSR bond Urozhay-90 per un importo totale di 10 miliardi rubli. Le obbligazioni saranno usate prima del 1 ottobre 1991.
9. Stabilire che le obbligazioni Urozhay-90 vengano emesse dai rami della Banca Statale della RSFSR:
– a tutti i produttori che venderono prodotti standard allo Stato fra il 1 luglio 1990 e il 30 giugno 1991… pari ad un importo equivalente al 10% del valore dei prodotti venduti…
…
13. L’Associazione dei Consumatori russi deve presentare al Ministero delle Relazioni Economiche Estere della RSFSR delle richieste per quei beni ad elevata richiesta che saranno venduti sulla produzione dei bond Urozhay-90, ed organizza la loro vendita, su ordini di anticipo da parte dei cittadini ed organizzazioni a fiere regionali e ad esposizioni ed in outlet commerciali specializzati. L’Associazione dei Consumatori deve consegnare i beni ai consumatori sulla base dei bond Urozhay-90 non più tardi del 1 gennaio 1990 [sic]. Nel 1991 gli ordini sotto le dette obbligazioni saranno eseguiti entro due mesi.”
27. Il 15 marzo 1992 Il Governo russo emise la Decisione n. 161, tesa a compensare i proprietari delle obbligazioni Urozhay-90 per un aumento dei prezzi al dettaglio. Risolse, in particolare:
“1. Stabilire che le vetture passeggeri e gli altri beni al consumo che sono resi disponibili a cittadini come ricompensa del grano e di altra produzione agricola che sono stati venduti allo Stato nel 1990 e nel 1991 saranno venduti a prezzi al dettaglio che hanno prevalso prima del 2 gennaio 1992…
2. Prolungare il periodo della validità dei bond Urozhay-90 sino alla fine del 1992…”
28. Il 10 agosto 1992 il Governo adottò la Decisione n. 1442-r. Costrinse i ministeri russi ad assegnare importi sostanziali per l’acquisto di beni che sarebbero stati venduti sulla produzione delle obbligazioni Urozhay-90. Prevedeva inoltre:
“4. Il Ministero per il Lavoro e le Risorse Materiali, nella cooperazione con l’Unione Centrale dei Consumatori, definirà, entro due settimane, il ruolo di beni proposti per l’implementazione dei bond Urozhay-90,…
5. Il Comitato dei Prezzi del Ministero dell’Economia determinerà gli aumenti dei prezzi dei beni nazionali ed importati dal 1990… La differenza di prezzo sarà rimborsata dal bilancio pubblico.
6. Il Ministero dell’Agricoltura eseguirà un inventario delle obbligazioni tenuto da imprese agricole ed organizzazioni ed individui privati al 1 settembre.
7. Il Ministero delle Finanze ed il Ministero dell’Agricoltura possono, entro due settimane, stabilire la procedura per il buyout dei bond Urozhay-90 tramite le filiali della Banca di Risparmio. Si deve anche prendere in considerazione che queste obbligazioni possono essere usate o per acquistare beni o possono essere comprate dallo Stato con un coefficiente di 10.”
29. Il 16 aprile 1994 il Governo approvò la Regolamentazione n. 344 sulle obbligazioni di merce Statali che prevedeva come segue:
“Nella prospettiva di riscattare i bond di merce statali e di ostacolando l’accumulo della responsabilità dello Stato per la compensazione delle differenze di prezzo, il Governo della Federazione russa risolve:
1. Il Ministero delle Finanze della Federazione russa-
-comprerà… bond Urozhay-90 ad un prezzo equivalente al loro valore nominale moltiplicato per 70 e accrediterà questo importo in un conto bancario…”
30. Il 1 giugno 1995 l’Atto delle Obbligazioni della Merce (n. 86-FZ, ФЗ «О государственных долговых товарных обязательствах») fu decretato. Questo prevedeva che i bond di merce Statali , incluse le obbligazioni Urozhay-90, sarebbero stati riconosciuti come parte del debito Statale interno della Federazione russa (sezione 1). Gli obblighi che sorgono dalle obbligazioni di merce sarebbero stati stabiliti in conformità coi principi generali del Codice civile russo, essendo il termine di prescrizione stabilito a dieci anni (sezione 2). L’enunciazione originale della sezione 3 prevedeva:
“Il Governo della Federazione russa redigerà, nel 1995-1997, il Programma Statale per il saldo del debito interno della Federazione russa descritto nella sezione 1, basato sul principio del pieno risarcimento. Il programma prevedrà per termini di rimborso… conveniente per i cittadini, incluso, secondo la loro scelta: approvvigionamenti di beni designati nelle… obbligazioni Statali emesse a fornitori agricoli…; rimborso delle obbligazioni di merce Statali a prezzi al consumo che prevalgono al tempo della rimborso…; conversione del debito in security Statali…”
31. Il 16 gennaio 1996 il Governo adottò la Decisione n. 33 con cui annullò la Regolamentazione n. 344 ed istruì il Ministero delle Finanze a riscattare le obbligazioni di merce Statali all’interno degli importi assegnati a questo fine nel bilancio federale.
32. Il 2 giugno 2000 la sezione 3 dell’Atto sui bond di Merce, fu corretto per prevedere che la procedura per l’attuazione degli obblighi dello Stato verso possessori delle obbligazioni Urozhay-90 sarebbe stata determinata in una legge federale speciale.
33. Il 27 dicembre 2000 il Governo adottò il Programma Statale per il saldo del debito interno della Federazione russa. Nel paragrafo 14 del Programma era previsto che la procedura per i pagamenti a riguardo delle obbligazioni Urozhay-90 sarebbe stata determinata in una legge federale speciale.
34. Nel 2003 l’applicazione della sezione 1 dell’Atto sui bond di Merce fu per la prima volta sospesa nella parte riguardo alle obbligazioni Urozhay-90. La clausola di sospensione fu mantenuta per gli anni seguenti (Legge Federale n. 176-FZ del 24 dicembre 2002; n. 186-FZ del 23 dicembre 2003; n. 173-FZ del 23 dicembre 2004; n. 189-FZ del 26 dicembre 2005; n. 238-FZ del 19 dicembre 2006; e n. 198-FZ del 24 luglio 2007).
35. Il 19 luglio 2009 fu adottata una legge federale che disciplinava la procedura per il buyout delle obbligazioni Urozhay-90 (n. 200-FZ-“il Buyout Act”). Stabilì che ai possessori delle obbligazioni sarebbe stato pagato, nel periodo fra il 15 dicembre 2009 e il 31 dicembre 2010, un importo equivalente al valore nominale delle obbligazioni diviso per 1,000 (sezione 2). La legge emendò anche l’Atto delle Obbligazioni della Merce rimuovendo il riferimento ai bond Urozhay-90 dalla sezione 1 di quell’Atto.
36. Il 15 settembre 2009 Il Governo emise la Decisione n. 749, esponendo la procedura particolareggiata per i pagamenti in cambio della produzione delle obbligazioni Urozhay-90.
37. Il 15 dicembre 2000 la Corte Costituzionale rese una decisione su una richiesta depositata dal Parlamento della Repubblica di Sakha (Yakutiya) che aveva chiesto che gli emendamenti del 2 giugno 2000 (vedere sopra) rimandassero indefinitamente l’attuazione degli obblighi dello Stato verso i portatori delle obbligazioni Urozhay-90. La Corte Costituzionale dichiarò la richiesta inammissibile per le ragioni seguenti:
“Nelle sue [precedenti decisioni] la Corte Costituzionale ha già determinato che un cambio unilaterale nella sfera degli obblighi dello Stato verso individui, incluso l’obbligo di vendere i beni in cambio i bond di merce, è non permissibile. Comunque, questo non esclude la possibilità di restrizioni imponenti sui diritti di proprietà di individui-in una forma stabilita ed all’interno dei limiti costituzionali- nella questione di obblighi Statali che sono compatibili con l’Articolo 55 § 3 della Costituzione.
In particolare, segue dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale… che l’attuazione dei diritti e degli interessi legali di cittadini individuali o gruppi di cittadini non deve smodatamente ed avversamente colpire le risorse budgetarie assegnate per soddisfare i diritti e gli interessi della società nell’insieme. Questo principio diviene particolarmente attinente in una situazione dove le risorse budgetarie sono insufficienti per risolvere molti problemi sociali relativi all’esercizio dei diritti alla vita e alla dignità personale. Ne segue che l’equilibrio fra i diritti e gli interessi legali degli individui che si comportano come creditori per lo Stato in relazioni di proprietà, da una parte e qualsiasi altro, d’altra parte, in principio, venga previsto solamente nella forma di un atto del Parlamento.
Quindi, dato che la legislatura può restringere i diritti individuali e le libertà (incluso i diritti di proprietà) al fine della protezione dei diritti e degli interessi legali altrui, una revisione della legge federale che emenda la sezione 3 dell’Atto dei Bond di Merce da parte della Corte Costituzionale implicherebbe una valutazione della giustificazione finanziaria ed economica per la decisione legislativa sulla procedura per il saldo dei bond Statali di merce che… esce della giurisdizione della Corte Costituzionale.
Nell’esaminare le rivendicazioni relative al saldo dei bond Statali di merce Statale,le corti di giurisdizione generale hanno il diritto ed il dovere di interpretare le disposizioni legislative alla luce degli interessi dell’individuo (Articoli 2 e 18 della Costituzione) e di essere guidate, in particolare, dalla sezione 2 dell’Atto sui bond di Merce che stabilisce che le obbligazioni di merce Statali saranno saldate in una forma appropriata e in conformità col Codice civile della Federazione russa.”
LA LEGGE
I. . VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
38. La richiedente si lamentò sotto l’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 dell’insuccesso continuato dello Stato russo nel legiferare sulla procedura per il rimborso delle obbligazioni Urozhay-90. L’Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 prevede:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. L’eccezione preliminare del Governo
39. Il Governo, nelle sue osservazioni supplementari del 18 novembre 2008 a seguito della decisione della Corte riguardo all’ammissibilità della richiesta dell’ 11 settembre 2008 contese per la prima volta che la richiedente non aveva esaurito le vie di ricorso nazionali a riguardo della sua azione di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Presentò che le corti russe non avevano preso davvero giurisdizione dei meriti della rivendicazione della richiedente perché era stata depositata contro l’imputato sbagliato e perciò era stato respinta su una base procedurale. Inoltre, la richiedente non aveva fatto domanda al Tribunale del commercio Supremo della Federazione russa di un’istanza per una revisione direttiva.
40. La richiedente indicò che l’eccezione del Governo riguardo al non-esaurimento delle vie di ricorso nazionali era tardiva a questo stadio dei procedimenti.
41. La Corte reitera che, secondo l’Articolo 55 dell’ordinamento di Corte qualsiasi dichiarazione d’inammissibilità deve, nella misura in cui il suo carattere e le circostanze lo permettono, essere sollevata dalla Parte Contraente e rispondente nelle sue osservazioni scritte od orali sull’ammissibilità della richiesta (vedere Prokopovich c. Russia, n. 58255/00, § 29 ECHR 2004-XI (estratti), con gli ulteriori riferimenti). Le osservazioni del Governo si riferivano agli eventi che erano accaduti prima che la richiesta venisse depositata presso la Corte e non c’erano stati da allora in poi sviluppi legali attinenti. Non c’è nessuna circostanza eccezionale tale da assolvere il Governo dall’obbligo di sollevare la loro eccezione preliminare prima della decisione della Corte riguardo all’ammissibilità della richiesta l’11 settembre 2008.
42. Di conseguenza, il Governo è precluso dal sollevare un’ eccezione preliminare del non-esaurimento delle vie di ricorso nazionali al presente stadio dei procedimenti. L’eccezione deve essere perciò respinta.
B. Osservazioni delle parti
1. La richiedente
43. La richiedente indicò che aveva ricevuto le obbligazioni Urozhay-90 nel 1990 in cambio della produzione agricola che aveva fornito allo Stato. A quel tempo esisteva nella forma di una fattoria collettiva (колхоз), ma era stata successivamente riorganizzata nella cooperativa agricola “D..”
44. La richiedente enfatizzò che lo Stato non aveva assolto i suoi obblighi sotto le obbligazioni che sono rimaste insolute ad oggi. Secondo i principi generali della legge russa qualsiasi obbligo insoluto o debito ha un valore. L’obbligo che sorge dalle obbligazioni potrebbe o essere stabilito implementando il diritto ad acquistare beni ad elevata richiesta oppure, se questo diritto non fosse stato implementato, pagando il risarcimento nell’importo indicato nell’obbligazione. Comunque, nulla è stato fatto e ciò corrispose ad una violazione della fiducia nelle relazioni di affari fra la richiedente e lo Stato ed anche frustrò l’aspettativa legittima della richiedente di essere pagata per la produzione che aveva fornito allo Stato.
45. L’argomento del Governo di finanziamenti budgetari insufficienti come ragione per introdurre una moratoria sull’ accordo delle obbligazioni di merce era poco convincente per la richiedente. Di recente gli uffici delle imposte del bilancio federale russo avevano ecceduto continuamente la spesa e importi multi miliardari erano stati trasferiti nel Fondo di Stabilizzazione. Nella prospettiva della richiedente, non vi era alcuna circostanza eccezionale tali da giustificare tale insuccesso prolungato nel regolare il pagamento del risarcimento sotto le obbligazioni Urozhay-90.
2. Il Governo
46. Il Governo affermò che le obbligazioni Urozhay-90 non costituivano un “diritto di proprietà” o “una proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Distinse la presente causa dalla causa Broniowski c. Polonia ([GC], n. 31443/96, il 2004-V di ECHR) in cui non era stato contestato l’obbligo delle autorità polacche a compensare delle persone rimpatriate per le proprietà abbandonate. Nella prospettiva del Governo, la presente causa aveva somiglianze con la situazione verificatasi nella causa Grishchenko c. Russia ((dec.), n. 75907/01, 8 luglio 2004) in cui la Corte aveva trovato che la rivendicazione del richiedente sotto un’obbligazione di merce per l’acquisto di una macchina di fabbricazione Russa non era stata sufficientemente stabilita da essere esecutiva.
47. Il Governo enfatizzò la specifica natura legale delle obbligazioni Urozhay-90. Le obbligazioni non erano denaro; loro non potevano essere scambiate per beni o soldi. Loro certificarono soltanto il diritto del possessore ad acquistare dei beni ad elevata richiesta, ma avrebbe potuto solamente fare così a sua propria spesa. Le obbligazioni furono distribuite oltre al pagamento per la produzione agricola come un incentivo per i coltivatori a vendere il prodotto allo Stato. Così, il valore nominale di un’obbligazione non rappresentava l’importo dovuto dallo Stato al possessore ma piuttosto la sfera del diritto del possessore per acquistare beni che non erano altrimenti disponibili per l’acquisto nei primi anni ‘90.
48. Il Governo indicò che le obbligazioni erano state emesse come un incentivo individuale e che le regolamentazioni applicabili non prevedevano la possibilità della loro vendita o acquisto. Riferendosi ai materiali non specificati, disse che il richiedente aveva comprato le obbligazioni nel 1998 dai loro precedenti possessori. Non si poteva dire perciò che lui avesse subito, un “carico individuale eccessivo”, perché lui non aveva presentato qualsiasi informazione sul prezzo a cui aveva acquistato le obbligazioni.
49. Secondo la posizione del Governo, gli obblighi che sorgono dalle obbligazioni Urozhay-90 non potevano essere descritti come un “debito” perché i possessori non avevano dato i loro soldi allo Stato e perché lo Stato aveva pagato per la produzione agricola. Il loro riconoscimento nell’Atto delle Obbligazioni della Merce come debito interno era “sbagliato.” L’Applicazione dell’Atto era stata sospesa da leggi successive sul bilancio federale. L’interferenza aveva perciò una base legale e le corti nazionali avevano preso decisioni ragionate e giustificate di respingere le rivendicazione dei richiedenti . Era anche quindi nell’interesse pubblico, in una situazione in cui le risorse budgetarie erano insufficienti per soddisfare le pressanti necessità sociali, lo Stato aveva il dovere di proteggere il bilancio da una spesa eccessiva.
50. . Infine, il Governo indicò che al tempo della sottomissione del loro memorandum una bozza di legge che disciplinava la procedura per il buyout delle obbligazioni Urozhay-90 era stata preparata ed presentata al Parlamento per un voto. La legge avrebbe regolato tutti gli aspetti del rimborso delle obbligazioni.
C. La valutazione della Corte
1. L’applicabilità dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
51. Il concetto di “proprietà” nella prima parte dell’ Articolo 1del Protocollo N.ro 1 ha un significato autonomo che non è limitato alla proprietà di beni materiale ed è indipendente dalla classificazione formale in diritto nazionale. Allo stesso modo dei beni materiali, certi altri diritti ed interessi che costituiscono dei beni possono essere riguardati anche come “diritti di proprietà”, e così come “proprietà” ai fini di questa disposizione. In ogni caso il problema che occorre esaminare è se le circostanze della causa, considerate nell’insieme, hanno conferito al richiedente un titolo ad un interesse effettivo protetto dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere Broniowski, citata sopra, § 129; Iatridis c. Grecia [GC], n. 31107/96, § 54 ECHR 1999-II; e Beyeler c. Italia [GC], n. 33202/96, § 100 ECHR 2000-I).
52. Dichiarando la richiesta ammissibile, la Corte esaminò la questione dell’applicabilità dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Trovò che la sfera del diritto conferito dalle obbligazioni Urozhay-90 sui loro possessori non era stato identico in tutta la loro vita. Nel periodo iniziale a seguito della loro introduzione e sino al primo 1992, le obbligazioni non avevano avuto valore indipendente, essendo soltanto uno strumento amministrativo per la distribuzione di beni al consumo ad elevata richiesta. Nel periodo susseguente il diritto che le obbligazioni avevano originalmente certificato – il diritto ad acquistare dei beni ad elevata richiesta –aveva perduto il suo valore e la sua attinenza nel momento della transizione all’economia di mercato. Comunque, le regolamentazioni legali che disciplinavano le obbligazioni evolsero in linea col cambio delle condizioni economiche in Russia, col risultato che le obbligazioni sono state trattate in primo luogo come equivalenti a buoni di sconto, più tardi diedero accesso al risarcimento valutario e, infine, furono riconosciute come parte del debito interno dall’Atto delle Obbligazioni della Merce.
53. La Corte notò inoltre che decretando l’Atto delle Obbligazioni della Merce nel 1995, lo Stato russo aveva preso su di sé l’ obbligo di stabilire il debito generato dalle obbligazioni Urozhay-90. Da quel tempo la richiedente possedeva contro lo Stato russo una rivendicazione che era esistita continuamente sia nella data della ratifica del Protocollo N.ro 1 della Russia (5 maggio 1998) che nella data della sottomissione della presente richiesta alla Corte. Benché l’applicazione della disposizione attinente dell’Atto delle Obbligazioni della Merce fosse sospesa dal molti anni, non era stata revocata o annullata. Inoltre, nonostante la discrepanza nei motivi invocati dalle corti nazionali che avevano respinto la richiesta della richiedente, tutte le decisioni avevano dato credito all’esistenza di un debito generato dalle obbligazioni Urozhay-90 sotto l’Atto delle Obbligazioni della Merce ed a carico dello Stato.
54. Insomma, la Corte trovato, che la richiedente aveva un interesse di proprietà riservato che era stato riconosciuto sia sotto la legge russa ed ammesso dalle corti russe e che era qualificato per la protezione sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Non trova niente nei presenti argomenti del Governo per cambiare la conclusione che, siccome già è stato stabilito nella decisione su ammissibilità, il diritto della richiedente ad ottenere il rimborso del debito generato dalle obbligazioni Urozhay-90 costituisce una “proprietà” all’interno del significato di quella disposizione della Convenzione.
55. In seguito alla decisione sull’ammissibilità della richiesta, il Parlamento russo corresse l’Atto delle Obbligazioni della Merce rimuovendo il riferimento ai bond Urozhay-90, ed varò anche una legge che disciplinava il buyout di quelle obbligazioni. Questo sviluppo benvenuto ha posto fine alla situazione di incertezza legale che era la materia principale dell’azione di reclamo della richiedente . Comunque, la Corte reitera che il problema deve essere visto nella prospettiva di quali “proprietà” i richiedenti avevano in data dell’entrata in vigore del Protocollo e, criticamente, nella data in cui loro presentarono l’azione di reclamo alla Corte (vedere Broniowski, citata sopra, § 132). Come notato sopra, in entrambe quelle date il debito generato dalle obbligazioni era stato riconosciuto ma le regolamentazioni per l’implementazione non erano state adottate, rendendo il rimborso delle obbligazioni impossibile.
56. Il fatto che la richiedente si lamentasse della mancanza di regolamentazione legale del suo diritto distingue la presente causa dalla situazione verificatasi nella causa Grishchenko a cui il Governo ha fatto riferimento sopra, la Sig.ra G. possedeva un tipo diverso di obbligazione di merce, che originalmente aveva certificato il suo diritto ad acquistare una macchina per passeggeri. Lei presentò un reclamo presso la Corte dopo che il Governo aveva definito la procedura per il rimborso di obbligazioni di questo tipo, perché lei era scontentata della decisione del Governo di accordare un somma di soldi presumibilmente insufficiente invece di una vera macchina. La spinta della sua azione di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non era perciò la mancanza di regolamentazione del suo diritto ma piuttosto l’adeguatezza del risarcimento, una questione che non è in causa nella presente causa.
57. Avendo riguardo a quanto sopra, la Corte costata che ai fini dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, “la proprietà” della richiedente comprendeva il diritto ad ottenere una forma di risarcimento, o rimborso, per le obbligazioni Urozhay-90. Mentre questo diritto fu creato in qualche tipo di forma non completa, siccome la sua materializzazione era condizionale alla promulgazione di una legislazione implementare, al tempo attinente la sezione 1 dell’Atto sui bond di Merce chiaramente costituiva una base legale per l’obbligo dello Stato per implementarlo (confronta Broniowski, citata sopra, § 133).
2. L’articolo applicabile e la natura della violazione addotta
58. L’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 comprende tre articoli distinti: il primo articolo, esposto nella prima frase del primo paragrafo è di natura generale ed enuncia il principio del godimento tranquillo della proprietà; il secondo articolo, contenuto nella seconda frase del primo paragrafo copre la privazione di proprietà e la sottopone a certe condizioni; il terzo articolo, determinato nel secondo paragrafo, riconosce che agli Stati Contraenti è concesso, inter alia, il controllo dell’uso della proprietà in conformità con l’interesse generale. Comunque, i tre articoli non sono distinti nel senso di essere distaccati. Il secondo e il terzo articolo riguardano particolari esempi di interferenza col diritto al godimento tranquillo di proprietà e dovrebbero essere costruiti perciò alla luce del principio generale enunciato nel primo articolo (vedere Broniowski, § 134; Iatridis, § 55; e Beyeler, § 98 tutte citate sopra).
59. Le parti non presero una posizione chiara sulla questione sotto quale articolo dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 la causa avrebbe dovuto essere esaminata. Avendo riguardo alla complessità delle questioni legali e riguardanti i fatti coinvolti, la Corte considera, che la violazione addotta dei diritti di proprietà dei richiedenti non può essere classificata in una categoria precisa. In qualsiasi caso, la situazione menzionata nella seconda frase del primo paragrafo è solamente un particolare caso di interferenza col diritto al godimento tranquillo di proprietà come garantito dall’articolo generale esposto nella prima frase (vedere Beyeler, citata sopra, § 106). La causa dovrebbe essere esaminata perciò più propriamente alla luce di questo articolo generale (confronta Broniowski, citata sopra, §§ 135-136).
60. La Corte reitera inoltre che i confini fra gli obblighi positivi e negativi dello Stato sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non si presta a definizione precisa. I principi applicabili sono nondimeno simili. Se la causa viene analizzata in termini di un dovere positivo dello Stato o in termini di un’interferenza da parte di un’autorità pubblica che ha bisogno di essere giustificata, il criterio da applicare non differisce in sostanza. In ambo i contesti bisogna avere riguardo all’equilibrio equo che deve essere previsto fra gli interessi in competizione dell’individuo e della comunità nell’insieme. Sostiene anche vero che gli scopi menzionati in questa disposizione possono essere di qualche attinenza nel valutare se un equilibrio fra le richieste dell’interesse pubblico coinvolte ed il diritto essenziale del richiedente alla proprietà è stato previsto. In ambo i contesti lo Stato gode di un certo margine di valutazione nel determinare i passi da prendere per assicurare l’ottemperanza con la Convenzione (vedere Broniowski, citata sopra, § 144, e Hatton ed Altri c. Regno Unito [GC], n. 36022/97, §§ 98 et seq., ECHR 2003-VIII).
61. Nella presente causa la sottomissione della richiedente sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 è che lo Stato russo, avendole conferito un diritto per chiedere il rimborso dei bond Urozhay-90, , rese impossibile trarre profitto da questo diritto fallendo per anni nell’ adottare le regolamentazioni di implementazione . Questa situazione può essere esaminata sia in termini di un ostacolo all’esercizio effettivo del diritto protetto dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 sia in termini di un insuccesso nel garantire l’attuazione di questo diritto (confronta Broniowski, citata sopra, § 146).
62. La Corte determinerà se la condotta dello Stato russo era giustificabile alla luce dei principi della legalità, dell’adempimento di un scopo legittimo nell’interesse pubblico e se prevedeva un equilibrio equo fra l’interesse generale della comunità ed il diritto del richiedente al godimento tranquillo delle sue proprietà (vedere, per una descrizione particolareggiata di quei principi, Broniowski, citata sopra, §§ 147-151).
3. Ottemperanza con l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
(a) Riguardo al principio della legalità
63. La Corte nota che l’applicazione della sezione 1 dell’Atto sui bond di Merce nella parte riguardo alle obbligazioni Urozhay-90 fu sospesa ripetutamente tramite le leggi sul bilancio federale per ogni anno successivo (vedere paragrafo 34 sopra).
64. È soddisfatto perciò che un’interferenza con, o una restrizione su, l’esercizio del diritto dei richiedenti al godimento tranquillo delle loro proprietà era “previsto dalla legge” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
(b) Esistenza di uno scopo legittimo nell’interesse pubblico
65. Il Governo indicò che la restrizione sull’attuazione del diritto dei possessori delle obbligazione cercò di impedire la spesa eccessiva del bilancio federale. Questa posizione fu riflessa nella decisione della Corte Costituzionale russa che sostenne che la necessità di restringere i diritti di proprietà potesse sorgere “in una situazione in cui le risorse budgetarie [erano] insufficienti per risolvere i molti problemi sociali relativi all’esercizio dei diritti alla vita e alla dignità personale” (vedere paragrafo 37 sopra).
66. La Corte osserva che negli anni novanta lo Stato russo superò una transizione tumultuosa da un’economia controllata dallo Stato ad un’economia di mercato. Il suo benessere economico fu messo in pericolo inoltre dalla crisi finanziaria del 1998 e dalla svalutazione acuta della valuta nazionale. Anche se ha realizzato una relativa prosperità e ricchezza nei recenti anni, la Corte concorda che definendo le priorità budgetarie in termini di spesa a favore di pressanti problemi sociali a danno di rivendicazioni di natura puramente patrimoniale era uno scopo legittimo nell’interesse pubblico.
(c) Prevedere un equilibrio equo fra l’interesse generale ed i diritti dei richiedenti
67. La Corte nota all’inizio che, in contrasto con la situazione verificatasi nella causa Broniowski summenzionata e altre cause simili, per esempio Ramadhi ed Altri c. Albania (n. 38222/02, 13 novembre 2007) e Deneş ed Altri c. la Romania (n. 25862/03, 3 marzo 2009), i richiedenti non avevano sofferto di una presa iniziale o perdita di proprietà che lo Stato si era impegnato a compensare. Le obbligazioni di cui i richiedenti erano i possessori furono date ai lavoratori agricoli come un incentivo supplementare per incoraggiarli a vendere la loro produzione allo Stato che pagava a prezzi fissi. Né queste obbligazioni potrebbero essere usate come denaro o un sostituto dei soldi: loro certificarono il diritto del portatore ad acquistare beni ancora ad elevata richiesta ma l’acquirente doveva pagare il pieno prezzo di acquisto in contanti o altrimenti. Queste particolari caratteristiche delle obbligazioni possono essere attinenti per una valutazione del livello di risarcimento che fu proposto infine ai possessori delle obbligazione, poiché la Corte ha già considerato che un importo sostanzialmente ridotto del risarcimento può essere accettabile in una situazione in cui non sorge il diritto compensativo da una qualsiasi presa precedente di proprietà individuale da parte dello Stato rispondente ma è progettato per attenuare gli effetti di una presa o perdita di proprietà non attribuibile allo Stato (vedere Broniowski, citata sopra, §§ 182 e 186). Comunque, la Corte reitera che le azioni di reclamo dei richiedenti nella presente causa non riguardavano l’importo del risarcimento recuperabile sotto l’Atto di Buyout passato nel 2009; i loro danni scaturirono dal fatto che, nell’approvare la Legge delle Obbligazioni della Merce, lo Stato russo aveva preso volontariamente su sé un obbligo verso portatori delle obbligazioni che non veniva assolto da molti anni a causa dell’assenza di una struttura legislativa per la sua attuazione.
68. La preminenza del diritto che è posta sotto la Convenzione ed il principio della legalità nell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non solo costringe gli Stati a rispettare ed applicare, in una maniera prevedibile e coerente le leggi che loro hanno decretato, ma anche, come corollario di questo dovere, devono assicurare le condizioni legali e pratiche per la loro attuazione (vedere Broniowski, citata sopra, §§ 147 e 184). Nel contesto della presente causa, quei principi costrinsero lo Stato russo ad adempiere in dovuto tempo, in una maniera appropriata e coerente le promesse legislative che aveva reso a riguardo delle rivendicazioni generate dalle obbligazioni Urozhay-90. In particolare, spettava alle autorità legiferare sulle condizioni per l’ attuazione del diritto dei portatori dei bond nella prospettiva di soddisfare l’impegno che era stato creato tramite la promulgazione dell’Atto delle Obbligazioni della Merce. La Corte non è persuasa dell’osservazione del Governo per cui il riconoscimento delle obbligazioni come parte del debito interno dello Stato era “sbagliato.” Anche se fosse stato così, nessun chiarimento fu offerto riguardo a perché questo errore addotto non era stato identificato prontamente e non era stato corretto tramite un emendamento appropriato dell’Atto delle Obbligazioni della Merce. Non poteva essere dovuto ad una mera svista o ad una dimenticanza perché l’applicazione della sezione 1 dell’Atto dei bond di Merce nella parte riguardo alle obbligazioni Urozhay-90 era stata sospesa esplicitamente e ripetutamente per molti anni nelle leggi successive sul bilancio federale.
69. Durante l’intero periodo fra la promulgazione dell’Atto delle Obbligazioni della Merce nel 1995 e l’approvazione dell’Atto di Buyout nel 2009, la condotta delle autorità russe sembra essere stata passiva vis-à-vis all’attuazione del diritto dei portatori di obbligazioni che erano state continuamente riconosciute come parte del debito interno dello Stato. Le informazioni disponibili alla Corte non le concedono di trovare che il Governo russo prese qualsiasi misura in quel periodo nella prospettiva di soddisfare le rivendicazioni generate dalle obbligazioni. Nessuna bozza di legislazione che disciplinava gli obblighi dello Stato sotto le obbligazioni era stata proposta o discussa in Parlamento. Il lavoro preparatorio che era essenziale per redigere simile legislazione non era stato eseguito. L’inventario delle obbligazioni che era già stato deciso nella Decisione del Governo del 10 agosto 1992 (veda paragrafo 28 sopra), non era stato mai completato e, di conseguenza, il numero esatto e l’importo delle obbligazioni insolute non poteva essere conosciuto. La Corte perciò costata che l’argomento del Governo per cui le restrizioni sul rimborso delle obbligazioni erano state necessarie ad impedire la spesa eccessiva del bilancio federale non è proprio persuasivo. Un esercizio di bilanciamento appropriato che avrebbe determino l’importo richiesti per saldare il debito sotto le obbligazioni in relazione alle altre spese prioritarie non poteva essere possibile in assenza di cifre cruciali, come la quantità e la valutazione totale delle obbligazioni rimanenti. Mentre la Corte concorda che la riforma integrale del sistema politico ed economico della Russia, così come lo stato delle finanze del paese, ha potuto giustificare severe limitazioni finanziarie sui diritti di natura puramente patrimoniale, trova che il Governo russo non sia stato in grado di addurre dei motivi che giustificassero in modo soddisfacente, in termini dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, l’insuccesso continuo nel corso di molti anni per implementare un diritto conferito alla richiedente dalla legislazione russa.
70. Riguardo alla condotta della richiedente, la Corte reitera che a seguito della promulgazione dell’Atto delle Obbligazioni della Merce aveva un’aspettativa legittima di ottenere una forma di risarcimento, o di rimborso, delle obbligazioni Urozhay-90. Loro non rimasero passivi ma piuttosto mostrarono un atteggiamento attivo introducendo azioni individuali e collettive presso le corti nazionali e, a seguito del rifiuto delle loro rivendicazioni in prima istanza, avvalendosi della procedura di ricorso. Il Governo non suggerì che qualsiasi altra via di ricorso nazionale effettiva le era disponibile. In queste circostanze, non può essere detto, che la richiedente fosse responsabile per, o colpevolmente avesse contribuito allo stato degli affari di cui si lamentava (confronta Broniowski, citata sopra, § 181). Piuttosto, come la Corte ha trovato sulla forza delle prove di fronte a sé, l’ostacolo al godimento tranquillo delle sua proprietà era solamente attribuibile allo Stato rispondente.
71. Sull’ equilibrio, la Corte considera, che le autorità russe, imponendo limitazioni successive sull’applicazione della disposizione legislativa che stabiliva la base per il diritto del richiedente al rimborso dei bond Urozhay-90 e fallendo per anni nel legiferare sulla procedura per l’attuazione di questo diritto, hanno tenuto il richiedente in un stato di incertezza che era di per sé incompatibile con l’obbligo derivante sotto l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 per garantire il godimento tranquillo di proprietà, in particolare col dovere di agire nel dovuto tempo in modo appropriato e coerente dove è in gioco una questione di interesse generale (vedere Broniowski, citata sopra, §§ 151 e 185).
72. C’è stata perciò una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
73. La richiedente si lamentò che il Tribunale del commercio Federale non aveva notificato al suo consigliere la data dell’udienza di fronte a sé ed aveva minato con ciò il diritto ad un’udienza corretta custodito nell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione che prevede come segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
74. La richiedente affermò che al consigliere non era stato notificato tramite raccomandata l’aggiornamento dell’udienza al 17 dicembre 2001.
75. Il Governo presentò che consigliere era stato informato per posta che l’udienza avrebbe avuto luogo l’ 11 dicembre 2001. In quella data lui era comparso di fronte al Tribunale Federale del commercio e fece delle osservazioni orali. La corte aveva deciso successivamente di aggiornare al 17 dicembre 2001 l’udienza della quale il consigliere era stato immediatamente
informato. Comunque, il 17 dicembre 2001 lui non era comparso di fronte alla corte.
76. La Corte prima ha trovato una violazione del diritto ad un’ “udienza pubblica e corretta” in molte cause contro Russia nelle quali una parte alla controversia civile è stata privata di un’opportunità di frequentare l’udienza a causa del tardo o del servizio difettoso della citazione (vedere Yakovlev c. Russia, n. 72701/01, §§ 19 et seq., 15 marzo 2005; Groshev c. Russia, n. 69889/01, §§ 27 et seq., 20 ottobre 2005; e Mokrushina c. Russia, n. 23377/02, 5 ottobre 2006). La situazione nella presente causa era diversa. Il consigliere della richiedente era stato debitamente informato per posta dell’udienza dell’11 dicembre 2001. La decisione di aggiornare l’udienza al 17 dicembre 2001 era stata comunicata a lui di persona. Così, traspare che lui era stato completamente consapevole della data della nuova udienza ma non era comparso di fronte alla corte, senza dare una ragione valida per la sua assenza.
77. Non c’è stata perciò nessuna violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
78. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
79. La richiedente chiese RUR 21,241,324.10 come risarcimento a riguardo del danno patrimoniale che rappresentavano il valore nominale delle obbligazioni corrette per l’inflazione dal 1991, e 10,000 euro (EUR) a riguardo del danno non-patrimoniale.
80. Il Governo fece obbiezione ad un’assegnazione per la soddisfazione equa, rivendicando che la richiedente non aveva subito nessun danno perché le obbligazioni non erano denaro e certificavano solamente il diritto del portatore a comprare beni ad elevata richiesta. Considerò anche che la rivendicazione per danno non-patrimoniale era eccessiva e non comprovata.
81. Riguardo al danno patrimoniale, la Corte nota che, in seguito della promulgazione dell’Atto di Buyout nel 2009 e della Decisione del Governo che disciplinano la procedura di buyout (vedere paragrafi 35 e 36 sopra), ora è aperto alla richiedente fare domanda alle autorità nazionali competenti per il rimborso delle sue obbligazioni.
82. La Corte considera inoltre che, nelle circostanze della causa ed avendo riguardo allo status della richiedente come persona giuridica, la costatazione di una violazione costituisce di per sé la soddisfazione equa sufficiente per qualsiasi danno non-patrimoniale. Di conseguenza, respinge la rivendicazione della richiedente riguardo al danno.
B. Costi e spese
83. La richiedente chiese inoltre la parcella di corte di RUR 55,241.62 e RUR 99,000 per la sua rappresentanza nei procedimenti nazionali di Strasburgo. Copie di accordi di servizi legali furono presentate. Il Governo non fece degli specifici commenti su questa rivendicazione.
84. Avendo riguardo al materiale in suo possesso, la Corte considera ragionevole assegnare EUR 1,000, più qualsiasi tassa che può essere a carico della richiedente su quell’importo.
C. Interesse di mora
85. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
2. Sostiene che non c’è stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione;
3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare alla richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’ Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 1,000 (mille euro) a riguardo dei costi e spese, più qualsiasi tassa che può essere a carico della richiedente, da convertire in rubli russi al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sull’importo sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
4. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 18 marzo 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
André Wampach Christos Rozakis
Cancelliere Aggiunto Presidente
1. La RSFSR adottò la Dichiarazione sulla Sovranità Statale il 12 giugno 1990.