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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF SERNI v. ITALY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, P1-1
Numero: 47703/99/2003
Stato: Italia
Data: 2003-10-09 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Violazione dell? Art. 6-1; danno materiale – richiesta respinta; danno Morale – risarcimento finanziario

PRIMA SEZIONE
CAUSA SERNI C. ITALIA
(Richiesta n. 47703/99)
SENTENZA
STRASBOURG
9 ottobre 2003
DEFINITIVO
09/01/2004
Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze esposte nell? Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Serni c. Italia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Il Sig. C.L. Rozakis, Presidente, il
Sig. P. Lorenzen, il Sig.ra F. Tulkens, la Sig.ra N. Vajic, il Sig. E. Levits, il Sig. V. Zagrebelsky, la Sig.ra E. Steiner, giudici
ed il Sig. S. Nielsen, Cancelliere Aggiunto di Sezione
Avendo deliberato in privato il 18 settembre 2003,
Consegna la sentenza seguente che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa origin? in una richiesta (n. 47703/99) contro la Repubblica italiana depositata con la Corte sotto l?Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) da un cittadino italiano, il Sig. F. S. (?il richiedente?), il 20 novembre 1998.
2. Il Governo italiano (?il Governo?) fu rappresentato dal suo Rappresentante Sig. U. Leanza e dal suo co-rappresentante Sig. V. Esposito.
3. Il 31 gennaio 2002 la Corte dichiar? la richiesta ammissibile.
4. Il richiedente mor? il 12 settembre 2002. Il 7 maggio 2003, gli eredi del richiedente, vale a dire la Sig.ra K. E. R. J. e la Sig.ra I. L. R. S. espressero il desiderio di continuare i procedimenti di fronte alla Corte.
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1937.
6. Era il proprietario di un appartamento a Livorno che aveva affittato a M.S.
7. In una lettera datata 4 marzo 1983, il richiedente inform? l’inquilino che intendeva terminare il contratto d’affitto alla scadenza del termine il 31 dicembre 1983 e gli chiese di sgombrare i locali per quella data.
8. Il 9 ottobre 1984, notific? un avviso per sgomberare all’inquilino, ma si rifiut? andarsene.
9. In un documento notificato all’inquilino il 7 gennaio 1986, il richiedente reiter? la sua intenzione di terminare il contratto d’affitto e chiam? in causa l’inquilino per apparire di fronte al Magistrato di Livorno.
10. Con una decisione del 20 gennaio 1986 che fu resa esecutiva il 21 gennaio 1986 il Magistrato di Livorno sostenne la validit? dell’avviso per sgomberare ed ordin? che i locali fossero sgombrati per il 20 dicembre 1986.
11. Il 2 aprile 1987 il richiedente notific? un avviso all’inquilino in cui gli richiedeva di sgombrare i locali.
12. Il 21 aprile 1987 notific? un avviso all’inquilino in cui lo informava che il mandato per possesso sarebbe stato eseguito da un ufficiale giudiziario il 24 maggio 1987.
13. Fra il 24 maggio 1987 e il 27 novembre 1998 l’ufficiale giudiziario fece diciotto tentativi di recuperare possesso. Ogni tentativo si dimostr? senza successo, siccome, al richiedente non fu concessa l? assistenza della polizia nell’esecuzione del mandato per possesso.
14. il 15 dicembre 1998, il richiedente recuper? possesso dell’appartamento.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
15. Fin dal 1947 le autorit? pubbliche in Italia frequentemente sono intervenute in materia di legislazione di affitto residenziale allo scopo di controllare gli affitti. Questo ? stato realizzato tramite congelamento degli affitti (di quando in quando mitigati quando il Governo decretava aumenti legali), la proroga legale di tutti i contratti d’affitto correnti e la proroga, la sospensione o lo scaglionamento dell’imposizione di mandati di sfratto. Il diritto nazionale attinente riguardo alla proroga di affitti, la sospensione di imposizione e lo scaglionamento di sfratti ? descritta nella sentenza della Corte nella causa Immobiliare Saffi c. l’Italia [GC], n. 22774/93, ?? 18-35, 1999-V di ECHR.
A. Il sistema di controllo degli affitti
16. Riguardo al controllo degli affitti, l’evoluzione della legislazione italiana pu? essere riassunta come segue.
17. La prima misura attinente era la Legge n. 392 del27 luglio 1978 che fornisce il sistema per ?gli equocanoni? (il cos? definito equo canone) sulla base di un numero di criteri come la superficie dell’appartamento ed i suoi costi di realizzazione.
18. Il secondo passo delle autorit? italiane ? datato agosto 1992. Fu preso nella prospettiva della liberalizzazione progressiva del mercato degli affitti. Di conseguenza, una legislazione che sbloccava le restrizioni sui livelli degli affitti (il cos? definito patti in deroga) entr? in vigore. Ai proprietari e agli inquilini fu data l’opportunit? di derogare all’affitto imposto dalla legge ed accordarsi su un prezzo diverso.
19. Ultimamente, Legge n. 431 del 9 dicembre 1998 riform? i contratti d?affitto e liberalizz? gli affitti.
B. Obblighi dell’inquilino in caso di tarda restituzione
20. L’inquilino ? sottoposto a un obbligo generale di risarcire il proprietario per qualsiasi danno causato nella causa di tarda restituzione dell’appartamento. A questo riguardo, l?Articolo 1591 del Codice civile italiano prevede:
?L’inquilino che non riesce a sgombrare il patrimonio immobiliare ? sottoposto a un obbligo di pagare al proprietario l’importo convenuto sino alla data in cui se ne va, insieme ad altri danni rimanenti.?
21. Comunque, la Legge n. 61 di 1989 stabilisce, inter alia, un limite alla compensazione rivendicabile dal proprietario assegnandogli una somma uguale all’affitto pagato dall’inquilino al tempo della scadenza del contratto d’affitto, proporzionalmente aumento secondo il costo della vita (Articolo 24 della Legge n. 392 27 luglio 1978) pi? il 20%, per il periodo dell’incapacit? di disporre della propriet? dell’appartamento.
22. Nella sentenza n. 482 di 2000, la Corte Costituzionale fu chiamata a decidere se tale limitazione si atteneva alla Costituzione. La Corte Costituzionale sostenne che era compatibile con la Costituzione riguardo a certi periodi di tempo durante i quali la sospensione degli sfratti era determinata dalla legge. La Corte Costituzionale spieg? che l’introduzione della limitazione era intesa a stabilire gli affitti al tempo della legislazione di emergenza, quando la penuria di alloggi rendevano la sospensione dell’imposizione necessaria. Mentre gli sfratti erano sospesi ex il lege, la legge predeterminava sia il quantum del rimborso a carico dell’inquilino, sia le misure che sono provvisorie ed eccezionali. Inoltre, gli interessi del proprietario furono controbilanciati dall’esenzione per lui dal carico di provare i danni.
23. La Corte Costituzionale dichiar? la limitazione alla compensazione rivendicabile dal proprietario incostituzionale riguardo a cause in cui l’impossibilit? per il proprietario per riacquistare l’appartamento dipendeva dalla condotta dell’inquilino e non era a causa di un intervento legislativo. Di conseguenza, apr? la strada ai proprietari per l’istituzione di procedimenti civili per ottenere la piena riparazione dei danni causati dall’inquilino.

LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 E DELL?ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
24. Il richiedente si lament? della sua incapacit? prolungata di recuperare possesso del suo appartamento, dovuta alla mancanza di assistenza della polizia. Asser? una violazione del suo diritto alla propriet?, come garantito dall? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che prevede:
?Ogni persona fisica o giuridica ? abilitata al godimento tranquillo della sua propriet?. Nessuno sar? privato della sua propriet? eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, i provvedimenti precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire tali leggi se ritiene necessario controllare l’uso della propriet? in conformit? con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
25. Il richiedente asser? anche una violazione dell?Articolo 6 ? 1 della Convenzione, la cui parte attinente prevede:

?Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi…, ognuno ? abilitato a un?… udienza all’interno di un termine ragionevole da [un]… tribunale…?

26 La Corte prima ha esaminato un certo numero di cause che sollevano problemi simili a quelli della presente causa e ha trovato una violazione dell? Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ed dell?Articolo 6 ? 1 della Convenzione (vedere Immobiliare Saffi, citata sopra, ?? 46-75; Lunari c. Italia, n. 21463/93, ?? 34-46 11 gennaio 2001; Palumbo c. Italia, n. 15919/89, 30 novembre 2000?? 33-48).
27. La Corte ha esaminato la presente causa e trova che non ci sia nessun fatto o argomento del Governo che condurrebbe a una qualsiasi conclusione diversa in questo caso. Nota che il richiedente ha dovuto aspettare approssimativamente undici anni e sei mesi dopo il primo tentativo dell’ufficiale giudiziario prima di essere in grado riacquisire l’appartamento.
C’? stata di conseguenza, una violazione dell? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 e dell? Articolo 6 ? 1 della Convenzione nella presente causa.

II. L?APPLICAZIONE DELL? ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
28. L?Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se la Corte trova che c’? stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli inoltre, e se la legge interna dell?Alta Parte Contraente riguardata permette di rendere una riparazione solamente parziale, la Corte pu?, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.?
A. danno Materiale
29. Il richiedente chiese, in primo luogo, riparazione per il danno materiale che aveva sostenuto che calcol? come segue: 30,000,000 lire italiane(ITL) [15,493.71 euro (EUR)] per il deprezzamento del valore dell’appartamento come conseguenza della condotta dell’inquilino; almeno ITL 5,000,000 [EUR 2,582.28], per la perdita di affitto; ITL 7,605,100 [EUR 3,927.71], per il costo dei lavori di costruzione di un tetto nuovo. Il richiedente present? anche che lui tent? molte volte di vendere l’appartamento ma non fu in grado di farlo perch? l’appartamento non era libero.
30. Il Governo contest? queste richieste.
31. Riguardo alla richiesta riguardo al deprezzamento dell’appartamento, la Corte richiama che il richiedente ed i suoi eredi erano abilitati a recuperare i costi direttamente dall’inquilino. Di conseguenza, la richiesta ? respinta.
32. Riguardo alla perdita di affitto, la Corte considera che il richiedente non ? riuscito a presentare dettagli particolareggiati della sua richiesta, insieme con gli attinente documenti o ricevute di supporto, come richiesto sotto l?Articolo 60 degli Articoli di Corte. Di conseguenza, la Corte decide di non fare risarcimento sotto questo capo.
33. Riguardo ai costi del tetto nuovo, se questa costruzione fosse stata resa necessaria come una conseguenza della condotta dell’inquilino, la Corte richiama che il richiedente ed i suoi eredi erano abilitati a recuperare i costi d direttamente all’inquilino. Se, al contrario, la costruzione non era a causa della condotta dell’inquilino, la Corte osserva che i costi -come parti comuni – sarebbe stati sostenuti dal proprietario in qualsiasi caso. Di conseguenza, la richiesta ? respinta.
34. Riguardo alla richiesta riguardo all’impossibilit? di vendere l’appartamento, siccome non vi ? nessuna prova che il richiedente abbia tentato, ma non ? stato in grado di vendere l’appartamento, la richiesta ? respinta.
B. danno Morale
35. Il richiedente chiese rimborso per il danno morale dovuto alla perdita di salute. Il richiedente lasci? la questione alla discrezione della Corte.
36. Il Governo contest? la richiesta.
37. La Corte considera che il richiedente ha dovuto sostenere un danno morale. Deliberando su una base equa, d? EUR 3,000 (EUR 1,500 per ciascuno degli eredi) sotto questo capo.
D. Interesse di mora
38. La Corte considera adatto che l’interesse di mora debba essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui si dovrebbero aggiungere tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL?UNANIMIT?
1. Sostiene che c’? stata una violazione dell? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;
2. Sostiene che c’? stata una violazione dell? Articolo 6 ? 1 della Convenzione;
3. Sostiene
(a) che lo Stato convenuto deve pagare ogni richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva secondo l?Articolo 44 ? 2 della Convenzione i seguenti importi:
(i) EUR 1,500 (mille cinquecento euro) per danno morale;
(ii) qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile sull’importo sopra;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l?interesse semplice sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito pi? tre punti di percentuale;
4. Respinge il resto della richiesta del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 9 ottobre 2003, facendo seguito all? Articolo 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Aggiunto Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Violation of P1-1 ; Violation of Art. 6-1 ; Pecuniary damage – claim rejected ; Non-pecuniary damage – financial award
FIRST SECTION
CASE OF SERNI v. ITALY
(Application no. 47703/99)
JUDGMENT
STRASBOURG
9 October 2003
FINAL
09/01/2004
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Serni v. Italy,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Mr C.L. Rozakis, President,
Mr P. Lorenzen,
Mrs F. Tulkens,
Mrs N. Vajic,
Mr E. Levits,
Mr V. Zagrebelsky,
Mrs E. Steiner, judges,
and Mr S. Nielsen, Deputy Section Registrar,
Having deliberated in private on 18 September 2003,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 47703/99) against the Italian Republic lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by an Italian national, Mr F. S. (?the applicant?), on 20 November 1998.
2. The Italian Government (?the Government?) were represented by their Agent Mr U. Leanza and by their co-Agent Mr V. Esposito.
3. On 31 January 2002 the Court declared the application admissible.
4. The applicant died on 12 September 2002. On 7 May 2003, the applicant’s heirs, namely Mrs K. E. R. J. and Mrs I. L. R. S. expressed the wish to continue the proceedings before the Court.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1937.
6. He was the owner of a flat in Livorno, which he had let to M.S.
7. In a registered letter of 4 March 1983, the applicant informed the tenant that he intended to terminate the lease on expiry of the term on 31 December 1983 and asked him to vacate the premises by that date.
8. On 9 October 1984, he served a notice to quit on the tenant, but he refused to leave.
9. In a writ served on the tenant on 7 January 1986, the applicant reiterated his intention to terminate the lease and summoned the tenant to appear before the Livorno Magistrate.
10. By a decision of 20 January 1986, which was made enforceable on 21 January 1986, the Livorno Magistrate upheld the validity of the notice to quit and ordered that the premises be vacated by 20 December 1986.
11. On 2 April 1987 the applicant served notice on the tenant requiring him to vacate the premises.
12. On 21 April 1987 he served notice on the tenant informing him that the order for possession would be enforced by a bailiff on 24 May 1987.
13. Between 24 May 1987 and 27 November 1998 the bailiff made eighteen attempts to recover possession. Each attempt proved unsuccessful, as, the applicant was not entitled to police assistance in enforcing the order for possession.
14. On 15 December 1998, the applicant recovered possession of the flat.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
15. Since 1947 the public authorities in Italy have frequently intervened in residential tenancy legislation with the aim of controlling rents. This has been achieved by rent freezes (occasionally relaxed when the Government decreed statutory increases), by the statutory extension of all current leases and by the postponement, suspension or staggering of the enforcement of orders for possession. The relevant domestic law concerning the extension of tenancies, the suspension of enforcement and the staggering of evictions is described in the Court’s judgment in the case of Immobiliare Saffi v. Italy [GC], no. 22774/93, ?? 18-35, ECHR 1999-V.
A. The system of control of the rents
16. As regards the control of the rents, the evolution of the Italian legislation may be summarised as follows.
17. The first relevant measure was the Law no. 392 of 27 July 1978 which provided machinery for ?fair rents? (the so-called equo canone) on the basis of a number of criteria such as the surface of the flat and its costs of realisation.
18. The second step of the Italian authorities dated August 1992. It was taken in the view of progressive liberalisation of the market of tenancies. Accordingly, a legislation relaxing on rent levels restrictions (the so-called patti in deroga) entered into force. Owners and tenants were in principle given the opportunity to derogate from the rent imposed by law and to agree on a different price.
19. Lastly, Law no. 431 of 9 December 1998 reformed the tenancies and liberalised the rents.
B. Obligations of the tenant in the case of late restitution
20. The tenant is under a general obligation to refund the owner any damages caused in the case of late restitution of the flat. In this regard, Article 1591 of the Italian Civil Code provides:
?The tenant who fails to vacate the immovable property is under an obligation to pay the owner the agreed amount until the date when he leaves, together with other remaining damages?.
21. However, Law no. 61 of 1989 set out, inter alia, a limit to the compensation claimable by the owner entitling him to a sum equal to the rent paid by the tenant at the time of the expiration of the lease, proportionally increased according to the cost of living (Article 24 of Law n. 392 of 27 July 1978) plus 20%, along the period of inability to dispose of the possession of the flat.
22. In the judgment no. 482 of 2000, the Constitutional Court was called upon to decide whether such a limitation complied with the Constitution. The Constitutional Court held that it was compatible with the Constitution with regard to periods of time during which the suspension of the evictions was determined by law. The Constitutional Court explained that the introduction of that limitation was intended to settle the tenancies of the time of the emergency legislation, when the housing shortage made the suspension of the enforcement necessary. While evictions were suspended ex lege, the law predetermined the quantum of the reimbursement chargeable to the tenant, both measures being temporary and exceptional. Besides, the interests of the owner were counterbalanced by the exemption for him from the burden to prove the damages.
23. The Constitutional Court declared the limitation to the compensation claimable by the owner unconstitutional with regard to cases where the impossibility for the owner to repossess the flat depended on the conduct of the tenant and was not due to a legislative intervention. Accordingly, it opened the way to owners for the institution of civil proceedings in order to obtain full reparation of the damages caused by the tenant.

THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 AND OF ARTICLE 6 ? 1 OF THE CONVENTION
24. The applicant complained of his prolonged inability to recover possession of his flat, owing to the lack of police assistance. He alleged a violation of his right of property, as guaranteed by Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which provides:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
25. The applicant also alleged a breach of Article 6 ? 1 of the Convention, the relevant part of which provides:
?In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a … hearing within a reasonable time by [a] … tribunal…?
26. The Court has previously examined a number of cases raising issues similar to those in the present case and found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 and Article 6 ? 1 of the Convention (see Immobiliare Saffi, cited above, ?? 46-66; Lunari v. Italy, no. 21463/93, 11 January 2001, ?? 34-46; Palumbo v. Italy, no. 15919/89, 30 November 2000, ?? 33-47).
27. The Court has examined the present case and finds that there are no facts or arguments from the Government which would lead to any different conclusion in this instance. It notes that the applicant had to wait approximately eleven years and six months after the first attempt of the bailiff before being able to repossess the flat.
Consequently, there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 and of Article 6 ? 1 of the Convention in the present case.

II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
28. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Pecuniary damage
29. The applicant sought, firstly, reparation for the pecuniary damage he had sustained, which he calculated as follows: 30,000,000 Italian lire (ITL) [15,493.71 euros (EUR)] for the depreciation of the value of the flat as a consequence of the conduct of the tenant; at least ITL 5,000,000 [EUR 2,582.28], for the loss of rent; ITL 7,605,100 [EUR 3,927.71], for the cost of the works of construction of a new roof. The applicant also submitted that he tried several times to sell the flat but he was not able to do that because the flat was not vacant.
30. The Government contested those claims.
31. As regards the claim concerning the depreciation of the flat, the Court recalls that the applicant and his heirs are entitled to recover the costs directly from the tenant. Consequently, the claim is dismissed.
32. As regards the loss of rent, the Court considers that the applicant has failed to submit itemised particulars of his claim, together with the relevant supporting documents or vouchers, as required under Rule 60 of the Rules of Court. Consequently, the Court decides to make no award under this head.
33. As regards the costs of the new roof, if this construction was made necessary as a consequence of the conduct of the tenant, the Court recalls that the applicant and his heirs are entitled to recover the costs directly from the tenant. If, on the contrary, the construction was not due to the tenant’s conduct, the Court observes that the costs ? as joint-owned part – would have been sustained by the owner in any case. Consequently, the claim is dismissed.
34. As regards the claim concerning the impossibility to sell the flat, as there is no evidence that the applicant had attempted, but had not been able, to sell the flat, the claim is dismissed.
B. Non-pecuniary damage
35. The applicant claimed reimbursement for the non-pecuniary damage due to loss of health. The applicant left the matter to the Court’s discretion.
36. The Government contested the claim.
37. The Court considers that the applicant must have sustained some non-pecuniary damage. Ruling on an equitable basis, it awards EUR 3,000 (EUR 1,500 for each heirs) under this head.
D. Default interest
38. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;
2. Holds that there has been a violation of Article 6 ? 1 of the Convention;
3. Holds
(a) that the respondent State is to pay each of the heirs of the applicant, Mrs K. E. R. J. and Mrs I. L. R. S., within three months from the date on which the judgment becomes final according to Article 44 ? 2 of the Convention, the following amount:
(i) EUR 1,500 (one thousand five hundred euros) for non-pecuniary damage;
(ii) any tax that may be chargeable on the above amount;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
4. Dismisses the remainder of the applicant’s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 9 October 2003, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
S?ren Nielsen Christos Rozakis
Deputy Registrar President

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