PRIMA SEZIONE
CAUSA RYBAKOVA ED ALTRI C. RUSSIA
(Richiesta n. 22376/05)
SENTENZA
STRASBOURG
4 marzo 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Rybakova ed Altri c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 9 febbraio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 22376/05) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da quattro cittadini russi, OMISSIS (“i richiedenti”), il 12 giugno 2005.
2. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. G. M., il Rappresentante della Federazione russa alla Corte.
3. I richiedenti si lamentarono, in particolare, della lunga non-esecuzione della sentenza vincolante e definitiva a loro favore che ordinava alle autorità di registrare il titolo di proprietà dei richiedenti su due veicoli.
4. Il 22 gennaio 2009 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
5. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1938, 1939 1965 e 1963 e vivono a Novosemeykino, Regione di Samara.
6. I richiedenti sono proprietari di due veicoli. Facendo seguito al rifiuto dell’Ispettorato Statale della Regione di Samara per la Sicurezza della Strada (ОГИБДД по Самарской области) (l’ “Ispettorato”) di registrare il loro titolo di proprietà sui veicoli, nell’ ottobre 2000 i richiedenti hanno introdotto procedimenti giudiziali contro l’Ispettorato.
7. Il 7 maggio 2003 la Corte distrettuale di Samarskiy di Samara si espresse a favore dei richiedenti ed ordinò che l’Ispettorato registrasse il loro titolo sui veicoli. Il 9 giugno 2003 la Corte Regionale di Samara sostenne la sentenza su ricorso.
8. Il 30 giugno 2003 l’ordine di esecuzione della sentenza fu spedito ad uno dei richiedenti, il Sig. Y. B. che comunque non lo ricevette. L’8 agosto 2003 il documento fu spedito a lui per la seconda volta, ed il Sig. Y.B. lo ricevette il 9 agosto 2003.
9. Il 29 maggio 2006 i procedimenti di esecuzione furono aperti su richiesta dei richiedenti.
10. Il 31 agosto 2006 l’Ispettorato informò l’ufficiale giudiziario di non poter registrare il titolo dei richiedenti e che l’ordine di esecuzione della sentenza avrebbe dovuto essere spedito ad un corpo statale speciale responsabile per la registrazione dei veicoli (Dipartimento Interdistrettuale di Samara per la Registrazione e l’ Esame– Межрайонный регистрационно-экзаменационный отдел г. Самары). Nello stesso giorno l’ufficiale giudiziario chiese alla corte di cambiare di conseguenza il debitore nei procedimenti di esecuzione. Il 20 settembre 2006 la Corte di Samara del distretto di Samara accolse la richiesta.
11. Il 30 novembre 2006 la stessa corte, su iniziativa dell’ufficiale giudiziario ordinò di cessare i procedimenti di esecuzione. I richiedenti fecero appello, sostenendo di non essere stati debitamente informati dei procedimenti, e il 27 agosto 2007 la Corte Regionale di Samara ha annullato questa decisione e ha rinviato la questione per una nuova considerazione. Il 26 settembre 2007 la Corte distrettuale di Samara respinse la richiesta dell’ufficiale giudiziario per cessare i procedimenti di esecuzione. La decisione entrò in vigore il 10 ottobre 2007.
12. Il 27 giugno 2008 il titolo dei richiedenti su uno dei veicoli fu debitamente registrato.
13. Il 28 giugno 2008 i richiedenti informarono l’ufficiale giudiziario della loro decisione di non registrare il loro titolo sul secondo veicolo per i motivi che era divenuto indegno.
14. Il 24 novembre 2008 i procedimenti di esecuzione furono chiusi.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A CAUSA DELLA NON-ESECUZIONE
15. I richiedenti si lamentarono sotto l’Articolo 6 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che la sentenza del 7 maggio 2003 a loro favore non era stata eseguita nel tempo dovuto. Pertanto nelle parti attinenti, questi Articoli recitano come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.”
16. Il Governo contestò questi argomenti. Dibatté che i richiedenti avevano richiesto l’apertura dei procedimenti di esecuzione il 29 maggio 2006, così lo Stato non era responsabile per non-esecuzione sino a quella data. Asserì che i richiedenti non erano interessati all’esecuzione, siccome, per esempio, fecero ricorso contro la decisione del 30 novembre 2006 di cessare i procedimenti di esecuzione solamente il 29 maggio 2007. Il Governo affermò inoltre che lo Stato non era responsabile per la non-esecuzione del 10 ottobre 2007, siccome i richiedenti ostruirono l’esecuzione non riuscendo a presentare le richieste attinenti e a pagare la registrazione.
A. Ammissibilità
17. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
18. La Corte reitera che un ritardo irragionevolmente lungo nell’esecuzione di una sentenza vincolante può violare la Convenzione (vedere Burdov c. Russia, n. 59498/00, ECHR 2002-III). Per decidere se il ritardo è stato ragionevole, la Corte guarderà a quanto erano complessi i procedimenti di esecuzione, a come i richiedenti e le autorità si comportarono, e a qual’era la natura dell’assegnazione (vedere Raylyan c. Russia, n. 22000/03, § 31 del 15 febbraio 2007).
19. Nella presente causa la sentenza non era difficile da eseguire siccome veniva richiesta solamente una registrazione del titolo di proprietà dei richiedenti sui veicoli.
20. Riguardo alla condotta del richiedente e delle autorità, la Corte reitera, che dove un giudizio è contro lo Stato, come in questo caso, deve prendere iniziativa per eseguirlo. Il requisito della cooperazione del creditore non deve andare oltre a ciò che è strettamente necessario (vedere Akashev c. Russia, n. 30616/05, §§ 21–23 del 12 giugno 2008).
21. L’insuccesso delle autorità nell’ eseguire la sentenza per più di cinque anni (da maggio 2003 fino a giugno 2008) permette alla Corte di concludere che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a causa dell’ insuccesso nell’ eseguire la sentenza a favore dei richiedenti nel dovuto tempo.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
22. I richiedenti si lamentarono anche sotto l’Articolo 6 che i procedimenti erano troppo lunghi.
23. Avendo riguardo a tutto il materiale in suo possesso, e nella misura in cui queste azioni di reclamo rientrano all’interno della sua competenza, la Corte costata che non c’è nessuna comparizione di una violazione dei diritti e delle libertà insorse in questa disposizione a quel riguardo. Ne segue che questa parte della richiesta deve essere respinta come essendo manifestamente mal-fondata, facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 1, 3 e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
24. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
25. I richiedenti chiesero 1,280,000 rubli russi (RUB) a riguardo del danno patrimoniale (il prezzo addotto dei veicoli identico ai veicoli contestati). Loro chiesero anche 40,000 euro (EUR) a riguardo del danno non-patrimoniale.
26. Il Governo trovò la rivendicazione per danno patrimoniale non comprovata e la rivendicazione per danno non-patrimoniale eccessiva.
27. La Corte non discerne qualsiasi collegamento causale fra le violazioni trovate (l’insuccesso delle autorità, per cinque anni di registrare il titolo dei richiedenti su veicoli in conformità con una sentenza vincolante) ed il danno patrimoniale addotto (il prezzo dei veicoli simili). Inoltre, i richiedenti non provarono la rivendicazione. La Corte perciò la respinge.
28. Comunque, la Corte trova che si può considerare che i richiedenti abbiano sofferto di un certo grado di frustrazione e di stress come risultato delle violazioni, trovate in questa causa. Decidendo su una base equa, assegna ad ognuno dei richiedenti EUR 3,000 a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
29. I richiedenti chiesero anche 2,400 RUB per i costi e le spese incorsi.
30. Il Governo considerò che il ricorso dei richiedenti avrebbe dovuto essere ammesso poiché loro avevano presentato i documenti che confermavano queste spese.
31. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso finora il rimborso di costi e spese solamente sé è stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi e sono stati ragionevoli riguardo al quantum. Nella presente causa, avuto riguardi ai criteri sopra, la Corte assegna la somma chiesta (EUR 54).
C. Interesse di mora
32. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardo alla non-esecuzione ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articoli 6 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo della non-esecuzione;
3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare ai richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi, da convertire in rubli russi al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 3,000 (tre mila euro) ad ogni richiedente, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno patrimoniale;
(ii) EUR 54 (cinquanta quattro euro) ai richiedenti congiuntamente, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’ interesse semplice sarà pagabile sull’importo sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
4. Respinge il resto della rivendicazione dei richiedenti per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 4 marzo 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente