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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF R.Sz. v. HUNGARY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, P1-1
Numero: 41838/11/2013
Stato: Ungheria
Data: 2013-07-02 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Conclusione Violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione della proprietà (Articolo 1 par. 1 del Protocollo N.ro 1 – Privazione di proprietà Godimento tranquillo della proprietà – Proprietà) danno Patrimoniale e non-patrimoniale – assegnazione

SECONDA SEZIONE

CAUSA R.SZ. C. UNGHERIA

(Richiesta n. 41838/11)

SENTENZA

STRASBOURG

2 luglio 2013

Questa sentenza diverrà definitivo nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa di R.Sz. c. l’Ungheria,
La Corte europea dei Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Guido Raimondi, Presidente
Danutė Jočienė,
Pari Lorenzen,
András Sajó,
Işıl Karakaş,
Nebojša Vučinić,
Helen Keller, giudici w
Stanley Naismith, Cancelliere di Sezione
Avendo deliberato in privato l’ 11 giugno 2013,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 41838/11) contro la Repubblica dell’Ungheria depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino ungherese, il Sig. R.Sz. (“il richiedente”), il 5 luglio 2011. Il Presidente della Sezione acconsentì alla richiesta del richiedente di non rivelare il suo nome (Articolo 47 § 3 degli Articoli di Corte).
2. Il richiedente fu rappresentato da OMISSIS, un avvocato che pratica in Budapest. Il Governo ungherese (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. Z. Tallódi, Agente, Ministero di Amministrazione pubblica e la Giustizia.
3. Il richiedente si lamentò sotto l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1-letto da solo ed in concomitanza con l’ Articolo 13 della Convenzione- che l’imposizione di una 98% tassa su parte della sua indennità di liquidazione costituì una privazione ingiustificata di proprietà, senza via di ricorso disponibile. Lui invocò anche l’Articolo 14 della Convenzione letto in concomitanza con l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
4. Il 21 febbraio 2012 la richiesta fu comunicata al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e i meriti della richiesta allo stesso tempo (Articolo 29 § 1).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1973 e vive a Budapest.
6. Il richiedente aveva un lavoro presso una società a responsabilità limitata Statale da approssimativamente undici anni. 1 luglio 2010 il suo lavoro fu terminato di comune accordo, con effetto da 5 ottobre 2010.
7. Secondo suo contratto di lavoro, il richiedente fu concesso, fra gli altri benefici, ad indennità di liquidazione nell’importo dello stipendio di quattro mesi che era in eccesso col salario di un mese di quello previsto dal Codice del Lavoro -e stipendiare per i tre mesi del suo periodo di avviso. I benefici furono ridotti con tasse pagabili a quel tempo e pagato al richiedente 2 luglio 2010.
I benefici del richiedente furono tassati successivamente a 98% nella loro parte che eccede 3,500,000 forints ungheresi (HUF). La parte che eccede era HUF 8,130,939, la tassa che corrisponde così a HUF 7,968,320. L’importo pagabile era HUF 4,054,085, riguardo ad essere aveva al fatto che i benefici già erano stati tassati HUF 3,914,235 su pagamento, 2 luglio 2010.
La tassa la cui data di scadenza apparentemente era 10 maggio 2011, fu pagato 23 febbraio 2011, quel è, secondo gli articoli della seconda versione (di 30 dicembre 2010-veda paragrafo 12) della legislazione delineata sotto; comunque, la terza versione (di 14 maggio 2011-veda divide in paragrafi 16-17) non cambi la situazione del richiedente.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
8. Sul 2010 Parlamento di 22 luglio Atto adottò n. XC di 2010 sull’Adozione e Modifica di Certe Leggi Economiche e Finanziarie (“l’Atto”). L’Atto che fu pubblicato nell’Ufficiale Pubblica 13 agosto 2010, introdusse inter l’alia una tassa nuova su certi pagamenti per impiegati del settore pubblico-incluso quelli di imprese Statali come il datore di lavoro del richiedente-di chi lavoro fu terminato. Di conseguenza, indennità di liquidazione e gli altri pagamenti riferirono alla conclusione di lavoro (come salario per il periodo di avviso) eccedendo HUF 2 milione divenne soggetto ad una 98% tassa. Comunque, imposta sul reddito e contributi di previdenza sociale già pagati potrebbero essere dedotti dalla tassa. Nonostante il limite di HUF 2 milione, le disposizioni legali sulla somma di indennità di liquidazione non furono cambiate. Il conto che precede l’Atto giustificò la tassa con riferimento a morale pubblica e situazione budgetaria del paese non favorevole.
9. L’Atto entrò in vigore l’1 ottobre 2010; comunque, la tassa sarebbe stata applicata agli uffici imposte attinenti dal 1 gennaio 2010. Simultaneamente, la Costituzione che stabilì anche la responsabilità di tassa retroattiva in riguardo dell’anno di tassa determinato che riguarda fu corretta “qualsiasi rimunerazione contro la buona morale” pagato nel settore pubblico.
10. L’Atto fu impugnato di fronte alla Corte Costituzionale all’interno della struttura di un astratto ex controllo di facto di posto. Questa corte trovò le disposizioni attinenti incostituzionale in decisione n. 184/2010. (X.28.) Ab 26 ottobre 2010.
Secondo la Corte Costituzionale, uffici imposte guadagnarono solamente sulla base di disposizioni legali ed attinenti (quel è, la maggioranza opprimente degli uffici imposte riguardata con la legislazione contestata) non poteva essere considerato essendo contro la buona morale, e perciò non anche l’emendamento costituzionale giustificò una 98% tassa retroattiva. La Corte Costituzionale indicò che fece una rassegna solamente insolitamente il tasso o importo di tasse; comunque, contenne che un carico patrimoniale era incostituzionale se fosse di una natura di confisca o la sua misura chiaramente fu esagerato, cioé. era sproporzionato ed ingiustificato. Considerando anche il “articolo di cinquanta- percento” (Halbteilungsgrundsatz) esponga fuori col tedesco Corte Costituzionale e Federale- secondo che il carico di tassa complessivo su beni deve essere limitato a 50-60% del prodotto su quelli beni-la corte fondò che la 98% tassa era eccessiva e punitiva, ancora fece domanda ugualmente ad indennità di liquidazione guadagnata in una maniera completamente incorrotta. La tassa fu imposta su o dedusse dagli uffici imposte riguardati anche se la loro origine moralmente dubbiosa non poteva essere stabilita. La Corte Costituzionale annullò retroattivamente le disposizioni attinenti, quel è, dal giorno dell’entrata dell’Atto in vigore. Si appellò sugli argomenti sopra, piuttosto che sulle considerazioni della protezione di proprietà alla quale il suo scrutinio non prolungò nella causa.
11. La decisione della Corte Costituzionale contenne in particolare le considerazioni seguenti:
“5.2. … [L’Atto] fa domanda a… pagamenti che nascono da in diritti legali ed incondizionati e definì con criterio obiettivo che è a quelli… ricevuto da qualsiasi fonte specificò nell’Atto ed eccedendo il [attinente] l’importo…. L’Atto non fa domanda solamente ad istituzioni budgetarie ma agli altri, Statali datori di lavoro come bene. L’uso di risorse private dipende relativamente dai cittadini ‘ scelte gratis e decisioni autonome. Comunque, decisioni riguardo a finanziamenti pubblici sono diverse. [La legislazione contestata] riferisce a finanziamenti pubblici, e determina -almeno indirettamente- l’uso di risorse pubbliche.
5.3. … Dipendendo dalle circostanze, [98%]tassa può fare domanda a pagamenti che derivano dalla richiesta obbligatoria di disposizioni legali e convincenti. … In queste cause, la tassa speciale non funziona come un strumento regolatore, determinato la sua base che riguarda i fatti ed inevitabile. Né mira ad ostacolare pagamenti abusivi; il suo fine deve imporre piuttosto pressoché il reddito intero [in oggetto] per il bilancio centrale. …
Il volume dei doveri pubblici è considerato incostituzionale se loro hanno una natura di confisca o corrispondono ad un evidentemente tasso eccessivo di qualche genere che può essere riguardato come sproporzionato ed ingiustificato. …
La causa di materiale concerne una tassa punitiva e sostanziale che anche fa domanda a pagamenti che sono ricevuti, con virtù di legge ed all’interno dei limiti dell’esercizio corretto di diritti, sulla conclusione di lavoro nel settore pubblico. L’Atto sarebbe fatto domanda anche in cause dove nessuna violazione di legge può essere stabilita in collegamento coi pagamenti riguardo alla conclusione di una relazione legale. Spoglierebbe le persone tassabili di redditi che nascono da in diritti legali ed incondizionati. …
Aumentare uffici imposte budgetari e garantire una distribuzione generale e proporzionata di carico pubblico sono solamente il secondario e fine eventuale del legislatore quando introducendo tale tassa. Il fine diretto del legislatore in questa causa è esporre una certa barriera sui redditi con usando i mezzi di diritto tributario. Comunque, imponendo una tassa o l’altro dovere simile è nessuno costituzionale vuole dire realizzare simile fine. Molti strumenti costituzionali sono alla disposizione del legislatore per portare a termine il suo obiettivo. Può ridurre o anche può abolire degli assegni di Stato che incorrono la sfera dell’Atto per il futuro sotto, o trasforma il sistema di allocazione così che nel futuro non dovrebbe essere possibile acquisire gli ulteriori diritti ad assegni sopra di un certo limite. La discrezione del legislatore prevale solamente nondimeno, nella struttura di legge di comunità internazionale ed europea.”
12. Su un conto nuovo introdusse nello stesso giorno come la data della decisione della Corte Costituzionale, sul 2010 Parlamento di 16 novembre la 98% tassa ristabilì con le certe modifiche secondo le quali questa tassa fece domanda da 1 gennaio 2005; comunque, per la maggioranza di quelli colpita (escludendo alcuni ufficiali senior) fece domanda solamente ad uffici imposte HUF 3.5 milione sopra. La legislazione nuova fu pubblicata nell’Ufficiale Pubblichi di 16 novembre ed entrò in vigore 30 dicembre 2010.
13. Allo stesso tempo, Parlamento corresse di nuovo la Costituzione, mentre concedendo tassazione retroattiva che ritorna cinque anni. Inoltre, i poteri della Corte Costituzionale furono limitati: gli articoli corretti della Costituzione contennero una restrizione sul diritto della Corte Costituzionale per fare una rassegna legislazione su budgetario e problemi di tassa. Questa restrizione-quale è sostenuto anche nel diritto vigente Di base e nuovo da 1 gennaio 2012-lascia spazio solamente a revisione costituzionale in riguardo di violazioni del diritto alla vita e la dignità umana, la protezione di dati personali, libertà di pensiero che coscienza e religione, ed i diritti hanno riferito a cittadinanza ungherese.
14. Su un ricorso per un astratto ex facto del posto controllano, in 6 maggio 2011 la Corte Costituzionale annullò- nonostante i suoi poteri limitati-la richiesta retroattiva e quinquennale della 98% tassa in decisione n. 37/2011 (V.10.) Ab, appellandosi sul diritto alla dignità umana. Comunque, il ragionamento della decisione sottolineò che solamente la tassazione di uffici imposte raggruppò di fronte al 2010 anno di tassa costituì una violazione del diritto alla dignità umana. La Corte Costituzionale non trovò incostituzionale come simile la presunzione dell’Atto che gli uffici imposte attinenti infransero la buona morale; comunque, decise che questa presunzione dovrebbe essere suscettibile ad una richiesta legale. In prospettiva della sua giurisdizione limitata, non considerò gli aspetti effettivi della tassa.
15. La decisione della Corte Costituzionale contenne in particolare le considerazioni seguenti:
“1. … La Corte Costituzionale ha sostenuto che l’effetto retroattivo dell’Atto non solo fa domanda a redditi guadagnò morali di bonus di contropartita, ma anche a redditi che nascono da in diritti legali ed incondizionati. Pagamenti di importi legali [quali non sono stati aboliti] non può essere considerato essendo morali di bonus di contropartita.
Come riguardi le disposizioni eventuali dell’Atto, la Corte Costituzionale ha indicato che la tassa in problema è anche applicabile a pagamenti ricevuti giuridicamente ed all’interno dei limiti di esercizio corretto di diritti su conclusione di lavoro nel settore pubblico, e che spoglia le persone riguardate di redditi che nascono da in diritti legali ed incondizionati. In questa causa il legislatore interpretò comunque, il “tasso speciale” come un ritiro intero del reddito col quale oltrepassò il suo mandato costituzionale e violò l’articolo costituzionale e corretto di distribuire carico pubblico.
2. In ricerca di decisione [n. 184/2010 (X.28.) l’Ab], Parlamento corresse gli articoli sulla competenza della Corte Costituzionale così come la disposizione della Legge Di base che determina la distribuzione di carico pubblico, e ristabilì la tassa speciale. …
2.2. … [La legislazione nuova] non contiene riferimento alla nozione “morali di bonos di contropartita”, e lascia spazio a legislazione retroattiva con riguardo ad al quinto anno di tassa arretrato così come per [qualsiasi] imposizione che incorre brevemente di [il totale] la privazione di reddito. …
4.1.1. … Le relazioni legali che incorrono la sfera della tassa speciale sotto sono regolate tipicamente col così definite “la condizione giuridica” gli Atti [cioé. gli Atti riguardo alla condizione giuridica di servitori civili]. [In questo contesto, il] salario è specificato col così definito “paghi scala” che è indipendente dalle parti ed obbligatorio per loro.
[Inoltre,] la sfera personale della tassa speciale include anche datori di lavoro ed impiegati, principalmente quelli sotto che appartengono l’Operi Codice che può influenzare significativamente l’importo dell’assegno ricevuto sulla conclusione di lavoro. …
In questo riguardo, la tassa speciale è una tassa il cui fine è non generare [lo Stato] l’ufficio imposte. È, in questo collegamento, un strumento regolatore. … Le certe tasse non solo possono notificare il fine di reddito pubblico in aumento, ma anche funziona come strumenti regolatore. Secondariamente, ma non insignificantemente, [questo] tassazione può essere considerata anche parte della politica economica dello Stato. In questo riguardo alla legislatura è riconosciuta un margine costituzionale ed insolitamente largo della discrezione. …
4.1.4. … La tassa speciale non è un’imposta sul reddito generale applicabile a tutti i tipi di reddito, ma piuttosto una particolare tassa impose su pagamenti non-ripetitivi, non-regolari che riferiscono alle certe circostanze fattuale (cioé. la conclusione di una relazione legale) e quali eccedono un certo limite. …
Tale tassa con ex non si può considerare che effetto di nunc violi il diritto a protezione della dignità umana o costituire un’interferenza impropria con lo Stato con autonomia individuale. Prendendo in considerazione la sua base, i redditi che non appartengono in che base ed i loro importi, la tassa speciale non può essere considerata come spossessare completamente le materie di tassa. …
L’acquisizione dell’individuo del reddito soggetto alla tassa speciale è ristretta con una limitazione di legge pubblica che nasce da in che tassa…
4.2.4. … In causa di cattivo uso di risorse pubbliche, la limitazione su pagamenti avrebbe anche effetto retroattivo, [sotto] sezione 70/I (2) della Costituzione. La Corte Costituzionale già ha enfatizzato nella sua decisione [n. 184/2010 (X.28.) l’Ab] che una tassa speciale e retroattiva può essere imposta su pagamenti ingiustamente alti, su certi tipi di indennità di liquidazione o sul risarcimento per periodi significativi di tempo di vacanza non usato anni accumularono su; l’Atto che mira ad ostacolando gli abusi e girando il senso di società della giustizia non è in se stesso incostituzionale, ma deve rimanere all’interno della struttura della Costituzione corretta.
4.2.5. Comunque, imporre tassa sui redditi [legalmente] acquisito durante l’anno di tassa… non può essere considerato come l’attuazione del paragrafo nuovo (2) di sezione 70/I della Costituzione, ma piuttosto interferenza con un’autorità pubblica con autonomia individuale che va a simile lunghezze che non possono avere la giustificazione costituzionale, e perciò viola i contribuenti ‘ la dignità umana. …
La tassa speciale non prevede per una valutazione equa ed equa di circostanze individuali; i suoi articoli retroattivi fanno domanda ad ognuno [con due eccezioni menzionate sopra di] senza la differenziazione. Né prende in considerazione circostanze obiettive riguardo ad una serie ampia di contribuenti, come la crisi economica o situazioni emergenza che possono influenzare svantaggiosamente gli individui le circostanze di ‘. …”
16. Sul 2011 Parlamento di 9 maggio di nuovo ristabilì la richiesta retroattiva della 98% tassa. L’emendamento per Agire n. XC di 2010 fu pubblicato nell’Ufficiale Pubblichi in 13 maggio ed entrò in vigore in 14 maggio 2011. Sé previde che uffici imposte solamente attinenti guadagnati dopo 1 gennaio 2010 dovrebbero essere soggetto alla tassa. La legislazione corretta non contenne qualsiasi la via di ricorso disponibile a quelli colpiti.
17. L’Atto, come in vigore il 14 maggio 2011, prevede (in sezioni 8-12/B) che gli articoli di tassa speciali sono applicabili a redditi ricevuti 1 gennaio 2010 o dopo. Redditi saranno soggetto ad una 98% tassa speciale dove l’individuo privato ha funzionato ad un operatore economico o un’organizzazione che opera da soldi pubblici, il pagamento è effettuato su conto della conclusione della relazione di lavoro dell’individuo privato, e l’importo del reddito eccede HUF 3,5 (nelle certe cause 2) milione. Redditi ricevuti fra il 2010 e 29 dicembre 2010 di 1 gennaio furono dichiarati con individui privati con vuole dire di stesso-valutazione, in dichiarazione dei redditi presentata sino a 25 febbraio o 10 maggio 2011 (dipendendo dal gruppo di contribuente). La tassa era pagabile con le stesse date.
Membri di Parlamento, sindaci di vizio e Membri del Parlamento europeo dichiararono il loro reddito guadagnato nel 2010 e soggetto alla tassa speciale in una maniera diversa, in una dichiarazione dei redditi separata presentata in 31 luglio 2011. Loro pagarono la tassa speciale con la stessa data. Quelli che immediatamente andarono in pensione su proscioglimento furono esentati dalla tassa. Persone sottoposte al pagamento della tassa speciale dichiararono i loro redditi imponibili guadagnati fra il 2011 e 13 maggio 2011 di 1 gennaio con modo di dichiarazione dei redditi presentato con 25 febbraio o 20 maggio 2012 (dipendendo dal gruppo di contribuente), e pagato la tassa con le stesse date. In tutte le altre cause, la tassa speciale è dedotta con l’emittente di pagamento come ritenuta fiscale, e la deduzione è indicata nella dichiarazione dei redditi dell’individuo privato per l’anno di ufficio imposte determinato.
Qualsiasi accuse pagarono con o dedussero dall’individuo privato incluso, nella particolare, personale imposta sul reddito o contributi individuali sarà considerato anticipi di tassa pagati sulla tassa speciale.
III. LEGGE ATTINENTE DELL’UNIONE EUROPEA
18. Lo Statuto di Diritti essenziali dell’Unione europea prevede siccome segue:
Articolo 34 – la previdenza sociale ed assistenza sociale
“1. L’Unione riconosce e rispetta il diritto alla previdenza sociale trae profitto e servizi sociali che offrono protezione in cause come maternità, malattia, infortuni sul lavoro, dipendenza o la maturità, e nella causa di perdita di lavoro, nella conformità con gli articoli posati in giù con legge di Comunità e leggi di cittadino e pratiche.”
La Corte di giustizia europea sostenne in Causa C-499/08 Andersen v Regione Syddanmark, [2010] ECR Io-09343 siccome segue:
“29. Lo scopo perseguito con l’assegno di separazione di proteggendo lavoratori con molti anni di servizio in un’impresa ed aiutarli a trovare lavoro nuovo incorre all’interno della categoria di politica di lavoro legittima ed opera obiettivi di mercato previsti per in Articolo 6(1) di Direttiva 2000/78.”
Commissione Raccomandazione europea di 30 aprile 2009 su politiche di rimunerazione nel settore di servizi finanziario (2009/384/EC) prevede siccome segue:
“1. Assunzione del rischio eccessiva nell’industria di servizi finanziaria ed in particolare in banche e ditte di investimento hanno contribuito all’insuccesso di imprese finanziarie ed a problemi sistematici nel Membro gli Stati e globalmente….
5. Incentivi appropriati che creano all’interno del sistema di rimunerazione stesso dovrebbero ridurre il carico su gestione di rischio e dovrebbero aumentare la probabilità che questi sistemi divenuti effettivo. C’è perciò, un bisogno di stabilire principi su politiche di rimunerazione di suono.”
Nella causa Michel Bourgès-Maunoury, Marie-Louise Heintz des di Direzione di v ripara fiscaux d’Eure-et-Loir riguardo alla compatibilità con Unione europea legge primaria di una disposizione nazionale sulla procedura per calcolare una tassa di ricchezza, Avvocato General che Cruz Villalón ha reiterato che il principio che decide diritto tributario governante e l’esercizio del potere fiscale non deve avere effetti di confiscatory è un “notorio ed estesamente-recognised l’idea” (la Causa C-558/10, Michel Bourgès-Maunoury Marie-Louise Heintz des di Direzione di v ripara fiscaux d’Eure-et-Loir 12 Dec 2011, OJ C-46, 12 Opinione di AG Villalón).
IV. DIRITTO COMPARATO
La Germania Corte Costituzionale e Federale
19. In una sentenza di 22 giugno 1995, la Corte Costituzionale e Federale sostenne, che, secondo Articolo 14 della Legge Di base, l’uso di proprietà notificò il fine di guadagno privato ed il pubblico buono. In che senso, tassa di proprietà combinato con le altre tasse, prenderebbe non più di 50% del reddito da proprietà (Halbteilungsgrundsatz). L’onere fiscale complessivo non dovrebbe funzionare inoltre cassa al principio di uguaglianza che esige la divisione di carico che dipende dalla veste che contribuisce (BVerfG, 2 BvL 37/91 22.6.1995).
Nella sua decisione susseguente di 18 gennaio 2006 (BVerfG, 2 BvR 2194/99 18.01.2006), la Corte Costituzionale e Federale fondò che anche se carico di tassa incorse all’interno dell’ambito di Articolo 14 della Legge Di base che è la protezione di proprietà, il carico complessivo per affari ed imposta sul reddito personale, nelle particolari circostanze non infranse il diritto del reclamante a proprietà. Nella causa presente l’onere fiscale complessivo in affari ed imposta sul reddito personale combinate corrisposto a 57.58%. La Corte Costituzionale e Federale notò in questo riguardo a che era lecito accusare reddito alto con onere fiscale più alto, lungo come la persona tassabile dopo deduzione della tassa attinente, si sbarazzò di un reddito rimanente che rappresenta il suo adempimento privato.
La Francia – Consiglio costituzionale
20. La decisione n. 2007-555 DC (16 agosto 2007; Atto che concerne il lavoro ed il potere d’acquisto), del Consiglio costituzionale sosteneva quanto segue:
“24o Il requisito che deriva da Articolo 13 della dichiarazione di 1789 non si sarebbe attenuto con se tassazione debba essere di una natura di confiscatory o sottopose una certa categoria di contribuenti ad un carico eccessivo rispetto con la loro capacità di pagare tasse. Si intende che il principio della ricopertura della proporzione del reddito di una famiglia di tassa assegnato a pagando tasse dirette, lontano dall’infrangere il principio dell’uguaglianza prima di carico dividere pubblico eviti una violazione patente di questo stesso principio,;”
La Svizzera-Corte Suprema e Federale
21. La Corte Suprema e Federale sostenne che un schema di tassazione che è di confisca nei suoi effetti e non limitato in tempo infrangerebbe l’essenza del diritto a proprietà (Decisioni della Corte Suprema e Federale, BGE 106 Ia 342, 349; BGE 128 II 112, 126). La Corte Suprema e Federale non ha trovato datare, che qualsiasi schema di tassazione era di confisca .
Decisione n. BGE 128 II 112, 126 contengono il passaggio seguente:
“10 bb)… Nelle questioni di tassazione, comunque sé [la garanzia di proprietà, come esponga fuori in Articolo 26 della Costituzione Federale] non vada oltre la proibizione di tassazione di confisca. Perciò, una tassa per essere imposto non può danneggiare la molta essenza di proprietà privata. È il compito del ramo legislativo per preservare la sostanza dei beni del contribuente e concederlo l’opportunità di creare uni nuovi. Infatti, un’aliquota d’imposta espressa in percentuali non è il criterio decisivo e solo per determinare se un schema di tassazione ha un effetto di confiscatory. È necessario per esaminare il carico dell’imposizione per un piuttosto periodo lungo e con non prendendo in considerazione circostanze straordinarie. Per portare a termine questo tutti gli specifici fatti devono essere presi nell’esame: la lunghezza e la gravità dell’interferenza così come l’accumulazione con le altre tasse o accuse e la possibilità di spostare la tassa ad un’altra persona….”
Decisione della Corte Suprema e Federale n. 2P.139/2004 contengono il passaggio seguente:
“4.2 che la Corte Suprema e Federale ha sostenuto che non è compatibile con Articolo 26 della Costituzione Federale se una rendita perpetua, ereditata con lascito di inizialmente CHF 2200 per mese è-nonostante la capacità di pagare le altre tasse della persona in ricevuta della pensione-tassò a 55% in totale, in termini di eredità ed imposte sul reddito così come le altre spese che (prendendo in considerazione della somma di tassa dovuto per su CHF 200,000) era necessario per il loro finanziamento (la Decisione P.1704/1984, pubblicato in: ASA 56 p. 439 et seq.). In che specifica causa le specifiche circostanze erano attinenti perché l’erede non potesse garantire la sua propria esistenza dopo avere pagato le tasse per la rendita perpetua.”
Gli Stati Uniti-Corte Suprema
22. In Stati Uniti c. Lovett, 328 Stati Uniti 303 315 (1946) la Corte Suprema trattò col problema seguente: Secondo le disposizioni dell’Atto di stanziamenti di Deficienza Urgente, dopo 15 novembre 1943 nessun salario o il risarcimento sarebbe pagato ai certi individui che erano poi impiegati statali fuori di qualsiasi denari appropriarono poi o da allora in poi a parte servizi come giurati o membri di forze armate a meno che loro erano prima di che data di nuovo nominato a lavori col Presidente con consiglio e beneplacito del Senato. Sullo sfondo dello statuto impugnò disposizione la Casa di Rappresentanti ‘ che sente che nei tardi 1930s molti sovversivi di ‘’ stava occupando posizioni influenti nel Governo ed altrove e che la loro influenza deve non rimasto incontestato. Nel 1943 i convenuti, Lovett, Watson e Dodd erano ed erano da molti anni che lavorano per il Governo. Le agenzie Statali che li avevano assunti legalmente furono soddisfatte pienamente con la qualità del loro lavoro e desiderarono tenerli impiegato nei loro lavori. La Corte Suprema sostenne che il fine della disposizione impugnato non dovette tagliare la strada soltanto i querelanti il risarcimento di ‘ per canali che sborsano regolari, ma permanentemente sbarrarli da servizio di governo e fu progettato per costringere le agenzie che assumono per assolvere convenuti e sbarrare il loro essere noleggiò con qualsiasi l’altra agenzia governativa. La Corte Suprema reiterò che la Costituzione sbarrò atti così legislativi con prevedendo che “nessun Bill di Perdita dei beni e dei diritti civili o ex Legge del facto del posto sarà varata.” Fondò che la disposizione attinente fu progettata per fare domanda ai particolari individui ed operò come un decreto legislativo di esclusione perpetua da una vocazione eletta. Decise che questa proscrizione permanente da qualsiasi l’opportunità di notificare il Governo era punizione di quegli individui senza un processo giudiziale e così portò le caratteristiche solite di conti di perdita dei beni e dei diritti civili. La Corte Suprema fondò che “atti legislativi, nessuna questione che che la loro forma che o fa domanda ad individui chiamati o a facilmente membri accertabili di un gruppo in tale modo come infliggere punizione su loro senza un processo giudiziale, è conti di ‘di perdita dei beni e dei diritti civili ‘ proibì con la Costituzione.”
L’argomento della causa Armstrong c. Stati Uniti, 364 Stati Uniti 40 49 (1960) era siccome segue: I querelanti (Armstrong ed al.) vari materiali forniti a Riso per uso in costruzione di barche. Il Governo ancora esercitò la sua scelta come a dieci delle bucce di barca sotto costruzione sulla contumacia di Riso, e remoto queste proprietà per fuori-di-affermare cantieri navali per uso nel completamento delle barche. Quando accadde il trasferimento, i querelanti non erano stati pagati per i loro materiali e loro non furono pagati dopo, o. Postulanti contesero perciò che loro avevano pegni. La Corte Suprema sostenne “che c’era una presa di questi pegni per la quale il risarcimento equo è dovuto sotto il quinto Emendamento. È vero che non ogni distruzione o danno a proprietà con azione governativa è stato contenuto per essere un ‘che prende ‘ nel senso costituzionale. Questa causa e molti altri rivelano la difficoltà di tentare di dire basta fra che distruzioni di proprietà con azioni governative e legali è compensabile le prese di ‘’ e che distruzioni sono ‘’ conseguente e perciò non compensabile… La garanzia del quinto Emendamento che proprietà privata non sarà presa per un uso pubblico senza il risarcimento equo fu progettato per sbarrare Governo dal costringere delle persone a sopportare carichi pubblici da solo che, in tutta chiarezza e la giustizia, dovrebbe essere sopportato col pubblico nell’insieme. Un’interpretazione equa di questa protezione costituzionale dà un titolo a questi lienholders al risarcimento equo qui.”
In Imprese Orientali c. Apfel, i 524 Stati Uniti 498 (1998) la Corte Suprema sostenne che l’Industria di Carbone Retiree Salute Beneficio che Atto 1992 ha corrisposto ad una presa regolatore ed incostituzionale di proprietà. Contenne che l’impatto economico dell’Atto era sostanziale come a Postulante, in che costrinse Imprese Orientali ad offrire le grandi somme di soldi ad un fondo pensioni per impiegati assunse solamente negli anni cinquanta perché quelli pagamenti non potevano essere assegnati alle altre società di carbone che stavano operando attualmente nell’industria di carbone. L’effetto retroattivo dell’Atto impose un danno economico e sostanziale su Imprese Orientali che non potevano essere anticipate. Inoltre, lo statuto impugnato interferì con Imprese Orientali le aspettative di ‘ in che nel 1987 la società svendette le sue partecipazione azionaria rimanenti in operazioni di carbone e completamente sgombera questa industria. Il requisito dello statuto per Imprese Orientali per intraprendere l’obbligo in questione chiaramente interferì con le aspettative di Orientale quando svendè il suo interesse in operazioni di carbone. Infine, la natura dell’azione statale era insolita perché fece domanda retroattivamente un carico economico e sostanziale su Imprese Orientali. Per la Corte Suprema, il carattere dell’azione statale era sostanziale ed invasive. L’equilibrio dei fattori diede luogo alla sentenza di una presa incostituzionale che richiede il risarcimento equo.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 DELLA CONVENZIONE
23. Il richiedente si lamentò che l’imporre di tassa ad un tasso di 98% su parte della sua indennità di liquidazione aveva corrisposto ad una privazione di proprietà che era ingiustificata. Lui si appellò su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che prevede siccome segue:
“Ogni naturale o legale persona è concessa al godimento tranquillo delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come sé ritiene necessario controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
Il Governo contestò quel l’argomento.
Ammissibilità di A.
24. La Corte nota che questa azione di reclamo non è mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Merits
1. Le parti le osservazioni di ‘
un. Il Governo
25. Il Governo non contestò che la privazione contestata di ufficio imposte aveva corrisposto ad un’interferenza col diritto del richiedente a proprietà. Nella loro prospettiva, questa interferenza fu prescritta comunque, con legge ed intraprese gli scopi legittimi del senso di società soddisfacente della giustizia e di proteggere il denaro pubblico. Questi scopi di interesse generale furono riconosciuti anche con l’Unione europea che era iniziata passi legislativi (veda paragrafo 18 sopra) contro pagamenti di separazione eccessivi, come il loro importo spesso per se violato il senso di società della giustizia e la politica di rimunerazione fatto domanda nel settore finanziario ad ufficiali esecutivi aveva contribuito alla crisi finanziaria ed internazionale degli anni passati.
26. Il Governo sia ulteriore dell’opinione che per realizzare gli scopi sopra di interesse generale tassazione può, in una società democratica, sia considerato il più appropriato regolatore vuole dire. In finora come la tassa contestata potrebbe essere visto siccome contrae cambiando i contenuti del lavoro esistente del richiedente, loro presentarono che riguardo per contratti già conclusi richiesto che la loro modifica o l’annullamento hanno luogo secondo le leggi, anche se loro contennero apparentemente impegni legali alla spesa del bilancio Statale che viola il senso della società della giustizia.
27. Il Governo indicò che con introducendo la tassa speciale il legislatore aveva inteso di prevedere un equilibrio equo fra lo scopo perseguì e la limitazione sui diritti dell’individuo-con pagando, allo stesso tempo attenzione dovuta alla circostanza che, nel mezzo di una crisi economica mondiale e profonda, carichi supplementari non solo dovrebbero essere sopportati con lo Stato ma anche con gli altri partecipanti di mercato incluso servitori civili e senior e direttori senior di imprese Statali, capace di influenzare i loro propri benefici. Nella prospettiva del Governo, un margine ampio della valutazione dovrebbe essere lasciato alle autorità nazionali in questo riguardo. Aliquote d’imposta significativamente alte non erano ignote sotto i vari regimi di tassa.
Il Governo enfatizzò anche che separazione che non eccede HUF 3.5 milione non incorse l’Atto contestato sotto (in questa parte, era soggetto al tasso di imposta sul reddito personale e generale di 16%); perciò i dividere di carichi dovrebbero essere considerati fiera ed equo. In questo collegamento il Governo presentò che questa somma era approssimativamente equivalente al ‘ di sedici mesi salario medio in Ungheria nel 2010.
28. La privazione di ufficio imposte non aveva imposto un carico individuale ed eccessivo sul richiedente, o. Lui non era stato privato di una proprietà esistente o reddito, perciò il pagamento della tassa non aveva comportato le fatiche insopportabili per lui. Il tasso della tassa non era stato eccessivo e-avendo riguardo a fare la media di uffici imposte ungheresi, il sociale e situazione economica e l’importo di benefici ricevuti col richiedente-non aveva imposto un carico sproporzionato sul richiedente o in via d’estinzione la sua esistenza.
b. Il richiedente
29. Il richiedente presentò che lui aveva ricevuto legalmente l’indennità di liquidazione-sotto l’accordo di lavoro col suo datore di lavoro-ma aveva avuto pagare di nuovo un anno più tardi virtualmente l’importo intero mezzo, retroattivamente facendo seguito all’Atto di recente decretato. Nella sua prospettiva, società stessa aveva, nessuno “senso della giustizia sociale”; perciò tale scopo non poteva essere giustificato come uno di interesse pubblico. Né la crisi economica potrebbe notificare come una base per la privazione di proprietà privata in una democrazia. Il fine della tassa contestata era inoltre nascendo discutibile in mente che un termine massimo più favorevole era applicabile per Membri di Parlamento ed altri. Un 98% onere fiscale era così sproporzionato che dovrebbe essere considerato come una privazione travestita di proprietà in violazione della Convenzione. L’intervento non poteva essere considerato o di conseguenza, come “prescrisse con la legge” o “intraprendendo un interesse generale.”
30. Inoltre, il richiedente dibattè che lui aveva ricevuto l’indennità di liquidazione significativamente più primo della fine del suo lavoro. Col tempo il suo lavoro aveva terminato lui già aveva speso la maggior parte dei soldi, inconsapevole che lui dovrebbe pagare retroattivamente indietro al riguardo 98%. Perciò la misura in oggetto costituì un carico sproporzionato ed eccessivo per lui.
2. La valutazione della Corte
un. Se c’era un’interferenza col richiedente “le proprietà” all’interno del significato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
31. Nella sua sentenza di 23 settembre 1982 nella causa di Sporrong e Lönnroth c. la Svezia, la Corte analizzò Articolo 1 siccome comprendendo “tre articoli distinti”: il primo articolo, esposto fuori nella prima frase del primo paragrafo è di una natura generale ed enuncia il principio del godimento tranquillo di proprietà; il secondo articolo, contenuto nella seconda frase del primo paragrafo copre privazione di proprietà e materie sé alle certe condizioni; il terzo articolo, determinato nel secondo paragrafo, riconosce che gli Stati Contraenti sono concessi, fra le altre cose, controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale (la Serie Un n. 52, § 61). La Corte osservò inoltre che, prima di chiedere se il primo articolo generale si è stato attenuto con, deve determinare se lo scorso due sono applicabili (l’ibid.). Comunque, i tre articoli non sono “distinto” nel senso di essere distaccato. Il secondo e terzi articoli concernono con le particolari istanze di interferenza col diritto a godimento tranquillo di proprietà e dovrebbero essere costruiti perciò nella luce del principio generale enunciata nel primo articolo (veda, fra molte altre autorità, James ed Altri c. il Regno Unito, 21 febbraio 1986, § 37 la Serie Un n. 98).
Inoltre, un’interferenza, incluso uno essendo il risultato di una misura per garantire pagamento di tasse, deve prevedere un “equilibrio equo” fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo. La preoccupazione per realizzare questo equilibrio è riflessa nella struttura di Articolo 1 nell’insieme, incluso il secondo paragrafo: ci deve essere una relazione ragionevole della proporzionalità fra i mezzi assunti e gli scopi perseguirono. La questione per essere risposto è se, nelle specifiche circostanze del richiedente, la richiesta del diritto tributario impose un carico irragionevole su lui o fondamentalmente minò la sua situazione finanziaria-e con ciò non riuscì a prevedere un equilibrio equo fra i vari interessi coinvolse (veda M.A. e 34 Altri c. la Finlandia (il dec.), n. 27793/95, 10 giugno 2003; il de di Imbert Trémiolles c. la Francia (il dec.), N. 25834/05 e 27815/05 (congiunse), 4 gennaio 2008; Spampinato c. l’Italia (il dec.), n. 69872/01, 29 marzo 2007; e Wasa Liv Omsesidigẗ, Forsakringsbolaget Valands Pensionsstiftelse c. la Svezia, n. 13013/87, decisione di Commissione di 14 dicembre 1988, Decisioni e Relazioni 58, p. 186).
32. I richiami di Corte che nella certa perdita di circostanze di proprietà di proprietà che è il risultato di una misura legislativa o da un ordine di una corte non sarà associato a con un “la privazione” di proprietà: nelle cause di AGOSI c. il Regno Unito (24 ottobre 1986, Serie Un n. 108) ed Aria il Canada c. il Regno Unito (5 maggio 1995, Serie Un n. 316-un), la confisca o l’altra perdita di proprietà fu trattata come un “controlli di uso” di proprietà all’interno del significato del secondo paragrafo di Articolo 1 Protocollo N.ro 1. In Gasus Dosier – l’und Fördertechnik GmbH c. i Paesi Bassi (23 febbraio 1995, Serie Un n. 306-B), sequestro fu considerato come una misura che garantisce il pagamento di tasse all’interno del significato del secondo paragrafo di Articolo 1 in multa, mentre in Beyeler c. l’Italia ([GC], n. 33202/96, ECHR 2000-io), l’interferenza coi diritti di proprietà del richiedente fu esaminata sotto la prima frase di quel l’Articolo.
La Corte non lo considera necessario decidere su se la seconda frase del primo paragrafo di Articolo 1 fa domanda in questa causa. La complessità del che riguarda i fatti e posizione legale impedisce alla misura contestata di essere classificato in una categoria precisa. I richiami di Corte che la situazione ha previsto nella seconda frase del primo paragrafo di Articolo 1 sono solamente una particolare istanza di interferenza col diritto a godimento tranquillo di proprietà come garantito con l’articolo generale insorto avanti la prima frase (veda, per esempio, Lithgow ed Altri c. il Regno Unito, 8 luglio 1986, § 106 la Serie Un n. 102). La Corte considera perciò che dovrebbe esaminare la situazione si lamentò di nella luce di che articolo generale (il cf. Beyeler, citato sopra, § 106).
33. Nella prospettiva della Corte, la classificazione di una misura generale presa in appoggio di una politica sociale di redistribuzione come un “controlli di uso” di proprietà piuttosto che un “la privazione” di proprietà non è finora decisivo in come i principi che governano la questione della giustificazione è sostanzialmente gli stessi, mentre richiedendo sia un scopo legittimo e la conservazione di un equilibrio equo fra lo scopo notificato ed i diritti di proprietà individuali in oggetto.
Inoltre, un emendamento legislativo che rimuove un’aspettativa legittima può corrispondere nel suo proprio diritto ad un’interferenza con “le proprietà” (veda, mutatis mutandis, Maurizio c. la Francia [GC], n. 11810/03, §§ 67-71 e 79, ECHR 2005-IX; Draon c. la Francia [GC], n. 1513/03, §§ 70-72 6 ottobre 2005; e Hasani c. Croatia (il dec.), n. 20844/09, 30 settembre 2010).
34. Al giorno d’oggi la causa, la Corte nota che le parti concordano che la tassazione contestata rappresenta un’interferenza col diritto del richiedente a godimento tranquillo di proprietà.
La Corte esaminerà il problema sotto il primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, soggetto allo specifico articolo riguardo al pagamento di tasse contenuto in Articolo 1 in multa.
b. La legalità dell’interferenza
i. Principi Generali
35. La Corte reitera che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 richiede che qualsiasi interferenza con un’autorità pubblica col godimento tranquillo di proprietà dovrebbe essere legale: effettivamente, la seconda frase del primo paragrafo di che Articolo autorizza la privazione di proprietà “soggetto alle condizioni previste per con legge.” Inoltre, l’articolo di legge, uno dei principi fondamentali di una società democratica è una nozione inerente in tutti gli Articoli della Convenzione (veda Re Precedente di Grecia ed Altri c. la Grecia [GC] (i meriti), n. 25701/94, § 79 ECHR 2000-XII, e Broniowski c. la Polonia [GC], n. 31443/96, § 147 il 2004-V di ECHR).
36. Comunque, l’esistenza di una base legale in diritto nazionale non basta, in se stesso, soddisfare il principio della legalità. In oltre, la base legale deve avere una certa qualità, vale a dire deve essere compatibile con l’articolo di legge e deve offrire garanzie contro l’arbitrarietà.
37. Segue che, oltre ad essendo in conformità col diritto nazionale dello Stato Contraente, incluso la sua Costituzione le norme legali sulle quali è basata la privazione di proprietà dovrebbero essere sufficientemente accessibili, precise e prevedibili nella loro richiesta (veda Guiso-Gallisay c. l’Italia, n. 58858/00, §§ 82-83 8 dicembre 2005). La Corte aggiungerebbe che le considerazioni simili fanno domanda ad interferenze col godimento tranquillo di proprietà.
Come alla nozione di “la prevedibilità”, la sua sfera dipende ad un grado considerevole dal contenuto dello strumento in problema, il campo è progettato per coprire ed il numero e status di quegli a chi è rivolto (veda, mutatis mutandis, Sud Fondi S.r.l. ed Altri c. l’Italia, n. 75909/01, § 109 20 gennaio 2009). In particolare, un articolo è “prevedibile” quando riconosce una misura di protezione contro interferenze arbitrarie con le autorità pubbliche (veda Centro Europa 7 S.r.l. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, § 143 ECHR-2012). Similmente, la legge applicabile deve fornire alle minime salvaguardie procedurali commisurato l’importanza del principio in pericolo (veda, mutatis mutandis, Sanoma Uitgevers B.V. c. i Paesi Bassi [GC], n. 38224/03, § 88 14 settembre 2010; Vistiņš e Perepjolkins c. la Lettonia [GC], n. 71243/01, §§ 96-98 25 ottobre 2012).
38. La Corte può, inoltre, reiteri la sentenza nella sua causa-legge fissa che le autorità nazionali sono meglio in principio mise che una corte internazionale per valutare necessità locali e le condizioni. Nelle questioni di politica sociale ed economica generale sulle quali opinioni all’interno di una società democratica possono differire ragionevolmente estesamente, il politica-creatore nazionale dovrebbe essere riconosciuto un margine particolarmente largo della valutazione (veda, per esempio, Stec ed Altri c. il Regno Unito [GC], n. 65731/01, § 52 ECHR 2006-VI).
39. In finora come la sfera di tassa riguarda, la posizione ben stabilita della Corte è che Stati possono essere riconosciuti del grado di riguardo supplementare e latitudine nell’esercizio delle loro funzioni fiscali sotto la prova di legalità (veda Cittadino & Edificio Società Provinciale, Leeds Edificio Società Permanente e Yorkshire Building la Società c. il Regno Unito, 23 ottobre 1997 §§ 75 a 83, Relazioni di Sentenze e Decisioni 1997-VII; OAO Neftyanaya Kompaniya Yukos c. la Russia, n. 14902/04, § 559 20 settembre 2011).
40. Inoltre, poiché nella causa presente l’interferenza col godimento tranquillo del richiedente di proprietà era incarnata da una misura di tassa, è conveniente per indicare che tassazione retroattiva essenzialmente può essere applicabile per rimediare a deficienze tecniche della legge, in particolare dove la misura è giustificata ultimamente con pubblico-interessi le considerazioni. C’è infatti un interesse pubblico ed ovvio ed irresistibile per assicurare che le entità private non godono il beneficio di un frutto abbattuto dal vento in una conversione ad un regime di tassa-pagamento nuovo (veda ecc. Cittadino, citato sopra, §§ 80 a 83).
Comunque, nessuno simile deficienza della legge è stata dimostrata nelle circostanze della causa presente. Perciò, la Corte considera che la particolare cautela è richiesta quando valutando se o non la misura contestata era “legale” per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
ii. La richiesta dei principi summenzionati alla causa presente
41. La Corte nota che la tassazione dell’indennità di liquidazione in oggetto era dovuto dopo la promulgazione della definitivo versione della legislazione contestata. Nella particolare causa del richiedente, la tassa davvero fu pagata prima di che data, sotto gli articoli intermedi (veda paragrafo 7 sopra). In qualsiasi la causa, la tassazione si lamentò di può essere dibattuto per avere le certe caratteristiche retroattive. In particolare, i benefici tassati loro furono generati sul proscioglimento del richiedente 1 luglio 2010 e furono pagati 2 luglio 2010 (veda divide in paragrafi 6 e 7 sopra)-quale precedè l’entrata in vigore del definitivo emendamento dell’Atto in 14 maggio 2011 (veda paragrafo 16 sopra).
42. La Corte non può trascurare l’elaborazione legislativa che conduce alla promulgazione della legge che colpisce il richiedente. Osserva che la Corte Costituzionale fondò, nella sua prima decisione (veda paragrafo 11 sopra), la misura incostituzionale per essere confiscatory (specialmente in riguardo ad a statutariamente purché indennità di liquidazione a servitori civili che non si poteva considerare che l’abbiano ricevuto in violazione di buona morale, o altrimenti illegalmente).
Nella sua seconda decisione (veda divide in paragrafi 14 e 15 sopra) la Corte Costituzionale sostenne che per l’anno di tassa corrente (quel è, per 2010), la tassa non era incostituzionale in riguardo ad a pagamenti di separazione che furono resi di fronte all’entrata in vigore dell’Atto, poiché non violò la dignità umana-che era la base sola per valutazione costituzionale di un diritto tributario dopo la riduzione delle competenze della Corte Costituzionale. Comunque, questo non cambiò la sentenza di non costituzionalità effettivo di disposizioni essenzialmente identiche del Tassa Atto originale-solamente che la Corte Costituzionale non potesse fare una rassegna le disposizioni leggermente corrette dell’Emendamento.
Il Tassa Atto cambiato fu decretato in 9 maggio 2011, fu pubblicato in 13 maggio 2011 e fu entrato in vigore il prossimo giorno, 14 maggio 2011 essendo applicabile a separazione e pagamenti relativi guadagnò dopo 1 gennaio 2010 (veda paragrafo 16 sopra). Comunque, il richiedente aveva ricevuto il pagamento di separazione in oggetto più di dieci mesi più primo.
43. La Corte nota anche che gli articoli sotto i quali il richiedente pagò la tassa in oggetto furono annullati successivamente con la Corte Costituzionale e la legislazione mancante fu sostituita solamente per in 14 maggio 2011 (veda divide in paragrafi 14 e 16 sopra) che negli aumenti di occhi della Corte dei dubbi come alla presenza di una base legale e corretta. Inoltre, la Corte considera che le decisioni della Corte Costituzionale come simile aumento i certi problemi come alla costituzionalità-e perciò la legalità-dell’Atto contestato.
La Corte ciononostante costatazione che il definitivo emendamento dell’Atto può essere accettato siccome offrendo una base legale per la misura in oggetto, prendendo che in considerazione il grado di riguardo supplementare e latitudine, riconobbe in questo campo (veda paragrafo 39 sopra). Considera che non è necessario per prendere una posizione sulla legalità della tassa contestata misura che riguardò il lavoro del richiedente ed indennità di liquidazione sia essendo accaduti brama di fronte al vigore di entrata dell’Atto, poiché questo problema è preso nell’esame sotto la prova di proporzionalità (veda divide in paragrafi 54 a 62 sotto).
c. Interesse pubblico
44. Il richiedente impugnò la legittimità dello scopo perseguita con la misura contestata. In questo collegamento, la Corte reitera, che, a causa della loro conoscenza diretta della loro società e le sue necessità, le autorità nazionali sono meglio in principio messo che il giudice internazionale per apprezzare ciò che è “nell’interesse pubblico.” Sotto il sistema di protezione stabilito con la Convenzione, è così per le autorità nazionali per fare la valutazione iniziale come all’esistenza di un problema di preoccupazione pubblica garantendo misure della privazione di proprietà o interferendo col godimento tranquillo di proprietà. Qui, come negli altri campi ai quali prolungano le salvaguardie della Convenzione, le autorità nazionali godono di conseguenza un certo margine della valutazione. Inoltre, la nozione di “interesse pubblico” necessariamente è esteso (veda Vistiņš e Perepjolkins, citato sopra, § 106).
45. La Corte reitera inoltre che l’imporre di tasse costituisce in principio un’interferenza col diritto garantito col primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 e che simile interferenza può essere giustificata sotto il secondo paragrafo di che Articolo che espressamente prevede per un’eccezione in riguardo del pagamento di tasse o gli altri contributi. Questo problema è nondimeno comunque, all’interno del controllo della Corte (veda divide in paragrafi 31 e 34 sopra).
46. È naturalmente inoltre, nel primo posto per le autorità nazionali per decidere che genere di tasse o contributi sarà raccolto. Le decisioni in questa area coinvolgeranno comunemente la valutazione di questioni politiche, economiche e sociali che la Convenzione lascia all’interno della competenza degli Stati festeggia, le autorità nazionali che sono messe meglio che la Corte in questo collegamento. Il potere della valutazione degli Stati festeggia in simile questioni è perciò un ampio (veda Gasus Dosier – l’und Fördertechnik GmbH, citato sopra, § 60, e Cittadino ecc., citato sopra, §§ 80-82).
47. Comunque, come riguardi il riferimento implicito del Governo a Commissione europea Raccomandazione 2009/384/EC (veda divide in paragrafi 18 e 25 sopra), i costatazione di Corte che questa considerazione è immateriale in riguardo ad al richiedente. Le misure previste nella Raccomandazione che sarà applicabile nel futuro per restringere pagamenti eccessivi nel settore finanziario furono concepite perché “rischio-presa eccessiva nell’industria di servizi finanziaria ed in particolare in banche e ditte di investimento hanno contribuito all’insuccesso di imprese finanziarie ed a problemi sistematici nel Membro gli Stati e globalmente.” La Raccomandazione suggerisce regolamentazione nazionale che prevede per componenti adempimento-basati di rimunerazione basata su adempimento di lungo-termine e non contiene riferimento alle aspettative di giustizia sociali. Per la Corte, rischio-presa eccessiva nel settore finanziario è irrilevante nella particolare causa del richiedente.
48. Ciononostante, determinato il margine sopra della valutazione riguardo alla determinazione di che che è “nell’interesse pubblico”, concesso a misure generali che interferiscono col godimento tranquillo di proprietà, la Corte accetta, che il “senso della giustizia sociale della popolazione”, in combinazione con l’interesse proteggere il denaro pubblico e distribuire il carico pubblico soddisfano il requisito di Convenzione di un scopo legittimo, nonostante la sua larghezza. La Corte non ha prova convincente su che concludere che le ragioni assegnarono a col Governo era manifestamente privo di qualsiasi base ragionevole (compari e contrasto Tkachevy c. la Russia, n. 35430/05, § 50 14 febbraio 2012).
Comunque, dubbi seri rimangono come all’attinenza di queste considerazioni in riguardo ad al richiedente che solamente ricevette un risarcimento contrattualmente convenuto e non poteva essere costituito responsabile i problemi fiscali che lo Stato intese di rimediare a. Mentre la Corte riconosce che la misura contestata fu intesa di proteggere il denaro pubblico contro pagamenti di separazione eccessivi, non si convince che questa meta fu notificata primariamente con tassazione. Siccome notò la Corte Costituzionale, c’era una possibilità di cambiare separazione decide e riduce gli importi che erano contrari ad interesse pubblico, ma le autorità non optarono per questo corso di azione. Comunque, non è necessario per la Corte per decidere a questa connessione sull’adeguatezza di una misura che formalmente notifica una meta sociale, poiché questa misura è in qualsiasi evento soggetto alla prova di proporzionalità.
d. Proporzionalità
i. Principi Generali
49. Anche se è successo soggetto alle condizioni previste per con legge-implicando l’assenza dell’arbitrarietà-e nell’interesse pubblico, un’interferenza col diritto al godimento tranquillo di proprietà deve prevedere sempre, un “equilibrio equo” fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo. In particolare, ci deve essere una relazione ragionevole della proporzionalità fra i mezzi assunti e lo scopo cercò di essere compreso con la misura contestata (veda Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, § 93, 2006-V di ECHR ed anche divide in paragrafi 31 sopra).
50. Nel determinare se questo requisito è soddisfatto, la Corte reitera che lo Stato gode un margine ampio della valutazione con riguardo a sia a scegliendo i mezzi di esecuzione ed ad accertando se le conseguenze di esecuzione sono giustificate nell’interesse generale per il fine di realizzare l’oggetto della legge in oggetto (veda Chassagnou ed Altri c. la Francia [GC], N. 25088/94, 28331/95 e 28443/95, § 75, ECHR 1999-III, e Herrmann c. la Germania [GC], n. 9300/07, § 74 26 giugno 2012). Ciononostante, la Corte non può abdicare il suo potere di revisione e deve determinare perciò se l’equilibrio richiesto fu sostenuto in una maniera conforme col diritto del richiedente al godimento tranquillo di proprietà, all’interno del significato della prima frase di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda Jahn ed Altri c. la Germania [GC], N. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, § 93 ECHR 2005-VI). Nella determinazione della proporzionalità della misura, la Corte faceva anche di passato consideri la situazione personale dei richiedenti, incluso la loro buon fede (veda Vistiņš e Perepjolkins, citato sopra, § 120).
51. Per valutare la conformità della condotta dello Stato coi requisiti di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, la Corte deve condurre un esame complessivo dei vari interessi in questione, mentre avendo riguardo ad al fatto che si intende che la Convenzione garantisca diritti che sono, “pratico ed effettivo”, non teoretico o illusorio. Deve andare sotto di comparizioni e deve guardare nella realtà della situazione in questione, mentre prendendo conto di tutte le circostanze attinenti, incluso la condotta delle parti ai procedimenti i mezzi assunti con lo Stato e l’attuazione di quelli mezzi. Dove è in pericolo un problema nell’interesse generale, è in carica sulle autorità pubbliche per agire nel buon tempo, ed in una maniera appropriata e coerente (veda Rum di Fener Erkek Lisesi Vakfı c. la Turchia, n. 34478/97, § 46, 9 gennaio 2007, e Bistrović c. Croatia, n. 25774/05, § 35 31 maggio 2007).
52. Nel contesto di riscossione delle imposte, la Corte considera, che l’appropriatezza di metodi è una considerazione nella costituzione della proporzionalità di una misura di interferenza (veda, nel contesto di esercizio del diritto dello Stato di pre-acquisto, Hentrich c. la Francia, 22 settembre 1994, § 48 la Serie Un n. 296 Un).
53. Benché Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 non contiene requisiti procedurali ed espliciti per valutare la proporzionalità dell’interferenza la Corte guarda al grado di protezione da arbitrarietà che è riconosciuta coi procedimenti nella causa (veda Hentrich, citato sopra, § 46). In particolare, la Corte esamina se i procedimenti riguardo all’interferenza col diritto di un richiedente al godimento tranquillo di proprietà furono frequentati con salvaguardie procedurali e di base. Già ha contenuto che un’interferenza non può essere legittima nell’assenza di procedimenti di adversarial che si attengono col principio dell’uguaglianza di braccio, argomento abilitante per essere presentato sui problemi attinente per la conseguenza di una causa (veda Hentrich, citato sopra, § 42; e Jokela c. la Finlandia, n. 28856/95, § 45 ECHR 2002-IV). Una prospettiva comprensiva deve essere presa delle procedure applicabili (veda AGOSI, citato sopra, § 55; Hentrich, citato sopra, § 49; e Jokela, citato sopra, § 45).
ii. La richiesta dei principi summenzionati nella causa presente
54. Come sé traspira dalla sua causa-legge, nell’area di legislazione sociale ed economica incluso nell’area di tassazione come un mezzo per simile politiche Stati godono un margine ampio di valutazione che negli interessi della giustizia sociale e benessere economico legittimamente può condurrli, nella prospettiva della Corte aggiustare, copertura o anche riduce l’importo di separazione normalmente pagabile alla popolazione qualificativa. Comunque qualsiasi simile misure devono essere implementate in una maniera non-discriminatoria e devono essere attenutesi coi requisiti della proporzionalità.
In particolare, come riguardi l’esistenza di un “relazione ragionevole della proporzionalità fra i mezzi assunti e lo scopo cercò di essere compreso”, la Corte nota all’inizio che la prima decisione della Corte Costituzionale può essere capita per caratterizzare la tassa in oggetto siccome corrispondendo ad una misura di confiscatory. Inoltre, aliquote d’imposta che eccedono 50% sono state trovate incostituzionali in Germania, un Stato membro del Consiglio dell’Europa (veda paragrafo 19 sopra). Comunque, in molti paesi europei-come Svezia, Belgio, i Paesi Bassi, Portogallo e l’Italia-tassi di imposta sul reddito personali raggiunsero approssimativamente 75% di passato-benché quelli tassi fossero solamente di solito applicabili agli scaglioni di reddito più alti, relativo ad uffici imposte che chiaramente eccedono l’importo che è contemplato nel contesto della causa presente. Sarà notato anche che gli OECD mediano di cima combinata tassi di imposta sul reddito personali e legali era 65.7% in 1981, 50.6% nel 1990 46.5% in 2000 e 41.7% nel 2010.
55. La soglia applicabile nella causa presente era HUF 3.5 milione, gli importi di indennità di liquidazione che incorre sotto questo limite che è soggetto all’imposta sul reddito personale e generale tassano (un massimo di 32% di periodo, veda paragrafo 7 sopra). Con contrasto, un’aliquota d’imposta di 98% fu fatta domanda a che parte di indennità di liquidazione che eccedè la soglia.
56. Nella causa presente, la Corte prende nell’esame nell’analisi di proporzionalità che l’aliquota d’imposta fatta domanda eccede notevolmente il tasso applicabile a tutti gli altri uffici imposte, senza determinare in abstracto se o non l’onere fiscale era, mentre parlando quantitativamente, confiscatory in natura. Per la Corte, dato il margine della valutazione accordato a Stati nelle questioni di tassazione, l’aliquota d’imposta applicabile non può essere in se stesso decisiva, specialmente in circostanze piaccia quelli della causa presente.
57. La Corte osserva che il richiedente secondo che fu concesso ad indennità di liquidazione suo operi contratto e di chi agendo in buon fede non stato stato chiamato mai in questione, fu sottoposto alla misura contestata nonostante il fatto che l’indennità di liquidazione notificò lo specifica e riconobbe meta sociale di operi ripristino.
58. Inoltre, alla misura che il Governo può essere capito per dibattere che i certi direttori senior di imprese Statali erano capaci di influenzare i loro propri benefici che fenomeno potrebbe essere opporsi a solamente con tassazione designata come bersaglio (veda paragrafo 27 sopra), la Corte è soddisfatta che-benché i benefici in oggetto fu convenuto nell’operi contratto fra il richiedente ed il suo datore di lavoro-non c’è niente nell’archivio di causa per corroborare tale assunzione dell’abuso nella causa del richiedente che in qualsiasi evento non era un dirigente d’azienda di quel l’impresa. In particolare, la Corte nota che il richiedente, mentre essendo nel servizio del datore di lavoro da approssimativamente undici anni, fu concesso statutariamente all’indennità di liquidazione di ‘ di tre mesi sotto l’Operi Codice (veda paragrafo 7 sopra), ed acquisì l’importo di mese supplementare solamente uno sotto l’operi contratto.
59. Come riguardi il carico personale che il richiedente subì su conto della misura contestata, la Corte nota che lui doveva soffrire di una privazione sostanziale di reddito in un periodo della difficoltà personale considerevole e presumibile, vale a dire susseguente alla perdita di lavoro. La Corte osserverebbe in questo contesto che Articolo 34 dello Statuto di Diritti essenziali dell’Unione europea (veda paragrafo 18 sopra) gira benefici che

Testo Tradotto

Conclusion Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Deprivation of property
Peaceful enjoyment of possessions Possessions) Pecuniary and non-pecuniary damage – award

SECOND SECTION

CASE OF R.Sz. v. HUNGARY

(Application no. 41838/11)

JUDGMENT

STRASBOURG

2 July 2013

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of R.Sz. v. Hungary,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
Guido Raimondi, President,
Danutė Jočienė,
Peer Lorenzen,
András Sajó,
Işıl Karakaş,
Nebojša Vučinić,
Helen Keller, judges,
and Stanley Naismith, Section Registrar,
Having deliberated in private on 11 June 2013,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 41838/11) against the Republic of Hungary lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Hungarian national, Mr R.Sz. (“the applicant”), on 5 July 2011. The President of the Section acceded to the applicant’s request not to have his name disclosed (Rule 47 § 3 of the Rules of Court).
2. The applicant was represented by OMISSIS, a lawyer practising in Budapest. The Hungarian Government (“the Government”) were represented by Mr Z. Tallódi, Agent, Ministry of Public Administration and Justice.
3. The applicant complained under Article 1 of Protocol No. 1 – read alone and in conjunction with Article 13 of the Convention – that the imposition of a 98% tax on part of his severance pay constituted an unjustified deprivation of property, with no remedy available. He also invoked Article 14 of the Convention read in conjunction with Article 1 of Protocol No. 1.
4. On 21 February 2012 the application was communicated to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1973 and lives in Budapest.
6. The applicant had been employed by a State-owned limited company for about eleven years. On 1 July 2010 his employment was terminated by mutual agreement, with effect from 5 October 2010.
7. According to his labour contract, the applicant became entitled, amongst other benefits, to severance pay in the amount of four months’ salary – which was in excess by one month’s salary of that provided by the Labour Code – and to salary for the three months of his notice period. The benefits were reduced by taxes payable at that time and paid to the applicant on 2 July 2010.
The applicant’s benefits were subsequently taxed at 98% in their part exceeding 3,500,000 Hungarian forints (HUF) . The exceeding part was HUF 8,130,939 , the tax thus amounting to HUF 7,968,320 . The amount payable was HUF 4,054,085 , regard being had to the fact that the benefits had already been taxed HUF 3,914,235 on payment, on 2 July 2010.
The tax, whose due date was apparently 10 May 2011, was paid on 23 February 2011, that is, according to the rules of the second version (of 30 December 2010 – see paragraph 12) of the legislation outlined below; however, the third version (of 14 May 2011 – see paragraphs 16-17) did not change the applicant’s situation.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
8. On 22 July 2010 Parliament adopted Act no. XC of 2010 on the Adoption and Modification of Certain Economic and Financial Laws (“the Act”). The Act, which was published in the Official Gazette on 13 August 2010, introduced inter alia a new tax on certain payments for employees of the public sector – including those of State-owned enterprises such as the applicant’s employer – whose employment was terminated. Consequently, severance pay and other payments related to the termination of employment (such as salary for the notice period) exceeding HUF 2 million became subject to a 98% tax. However, income tax and social security contributions already paid could be deducted from the tax. Notwithstanding the limit of HUF 2 million, the statutory provisions on the sum of severance pay were not modified. The bill preceding the Act justified the tax with reference to public morals and the unfavourable budgetary situation of the country.
9. The Act entered into force on 1 October 2010; however, the tax was to be applied to the relevant revenues as from 1 January 2010. Simultaneously, the Constitution was also amended establishing retroactive tax liability in respect of the given tax year concerning “any remuneration against good morals” paid in the public sector.
10. The Act was challenged before the Constitutional Court within the framework of an abstract ex post facto control. This court found the relevant provisions unconstitutional in decision no. 184/2010. (X.28.) AB on 26 October 2010.
According to the Constitutional Court, revenues earned solely on the basis of relevant statutory provisions (that is, the overwhelming majority of the revenues concerned by the disputed legislation) could not be regarded as being against good morals, and therefore not even the constitutional amendment justified a retroactive 98% tax. The Constitutional Court pointed out that it reviewed the rate or amount of taxes only exceptionally; however, it held that a pecuniary burden was unconstitutional if it was of a confiscatory nature or its extent was clearly exaggerated, i.e. was disproportionate and unjustified. Considering also the “fifty-percent rule” (Halbteilungsgrundsatz) set out by the German Federal Constitutional Court – according to which the overall tax load on assets must be limited to 50-60% of the yield on those assets – the court found that the 98% tax was excessive and punitive, yet it equally applied to severance pay earned in a fully untainted manner. The tax was levied on or deducted from the revenues concerned even if their morally doubtful origin could not be established. The Constitutional Court annulled the relevant provisions retroactively, that is, from the day of the Act’s entry into force. It relied on the above arguments, rather than on considerations about the protection of property, to which its scrutiny did not extend in the case.
11. The Constitutional Court’s decision contained in particular the following considerations:
“5.2. … [The Act] applies to … payments originating in unconditional statutory entitlements and defined by objective criteria, that is, to those … received from any source specified in the Act and exceeding the [relevant] amount …. The Act does not apply only to budgetary institutions but to other, State-owned employers as well. The use of private resources depends on the citizens’ relatively free choices and autonomous decisions. However, decisions concerning public funds are different. [The impugned legislation] relates to public funds, and determines – at least indirectly – the use of public resources.
5.3. … Depending on the circumstances, [the] 98% tax may apply to payments which derive from the obligatory application of cogent legal provisions. … In these cases, the special tax does not function as a regulatory instrument, given its inescapable factual basis. Nor does it aim to prevent abusive payments; its purpose is rather to levy almost the entire income [in question] for the central budget. …
The volume of public duties is considered unconstitutional if they have a confiscatory nature or amount to an evidently excessive rate of the kind which can be regarded as disproportionate and unjustified. …
The material case concerns a substantial punitive tax which also applies to payments which are received, by virtue of law and within the limits of the proper exercise of rights, upon the termination of employment in the public sector. The Act would be applied also in cases where no infringement of law can be established in connection with the payments concerning the termination of a legal relation. It would deprive the taxable persons of incomes originating in unconditional statutory entitlements. …
To increase budgetary revenues and secure a general and proportionate distribution of public burden is only the secondary and eventual purpose of the legislator when introducing such a tax. The direct purpose of the legislator in this case is to set a certain barrier on incomes by using the means of tax law. However, imposing a tax or other similar duty is no constitutional means to achieve such purpose. Several constitutional instruments are at the disposal of the legislator to accomplish its objective. It may reduce or even abolish some State allowances falling under the scope of the Act for the future, or transform the allocation system so that in the future it should not be possible to acquire further entitlements to allowances above a certain limit. Nonetheless, the discretion of the legislator only prevails in the framework of international and European community law.”
12. Upon a new bill introduced on the same day as the date of the Constitutional Court’s decision, on 16 November 2010 Parliament re-enacted the 98% tax with certain modifications, according to which this tax applied from 1 January 2005; however, for the majority of those affected (excluding some senior officials) it only applied to revenues above HUF 3.5 million. The new legislation was published in the Official Gazette of 16 November and entered into force on 30 December 2010.
13. At the same time, Parliament again amended the Constitution, allowing retroactive taxation going back five years. Furthermore, the Constitutional Court’s powers were limited: the amended articles of the Constitution contained a restriction on the Constitutional Court’s right to review legislation on budgetary and tax issues. This restriction – which has also been maintained in the new Basic Law in force from 1 January 2012 – allows for constitutional review only in respect of violations of the right to life and human dignity, the protection of personal data, freedom of thought, conscience and religion, and the rights related to Hungarian citizenship.
14. Upon a petition for an abstract ex post facto control, on 6 May 2011 the Constitutional Court annulled – notwithstanding its limited powers – the five-year retroactive application of the 98% tax in decision
no. 37/2011 (V.10.) AB, relying on the right to human dignity. However, the reasoning of the decision underlined that only the taxation of revenues gathered before the 2010 tax year constituted a violation of the right to human dignity. The Constitutional Court did not find unconstitutional as such the Act’s presumption that the relevant revenues infringed good morals; however, it ruled that this presumption should be susceptible to a legal challenge. In view of its limited jurisdiction, it did not consider the substantive aspects of the tax.
15. The Constitutional Court’s decision contained in particular the following considerations:
“1. … The Constitutional Court has held that the retroactive effect of the Act does not only apply to incomes earned contra bonos mores, but also to incomes originating in unconditional statutory entitlements. Payments of statutory amounts [which have not been abolished] cannot be regarded as being contra bonos mores.
As regards the prospective provisions of the Act, the Constitutional Court has pointed out that the tax in issue is also applicable to payments received legally and within the limits of proper exercise of rights upon termination of employment in the public sector, and that it deprives the persons concerned of incomes originating in unconditional statutory entitlements. However, in this case the legislator interpreted the “special rate” as an entire withdrawal of the income, by which it overstepped its constitutional mandate and breached the amended constitutional rule of distributing public burden.
2. In pursuit of decision [no. 184/2010 (X.28.)AB], Parliament amended the rules on the Constitutional Court’s competence as well as the provision of the Basic Law determining the distribution of public burden, and re-enacted the special tax. …
2.2. … [The new legislation] contains no reference to the notion “contra bonos mores”, and allows for retroactive law-making with regard to the fifth tax year in arrears as well as for [any] imposition falling short of [the total] deprivation of income. …
4.1.1. … The legal relations falling under the scope of the special tax are typically regulated by the so-called “legal status” Acts [i.e. the Acts concerning the legal status of civil servants]. [In this context, the] salary is specified by the so-called “pay scale”, which is independent from the parties and obligatory for them.
[Moreover,] the personal scope of the special tax also includes employers and employees, mainly those who belong under the Labour Code, who can significantly influence the amount of the allowance received upon the termination of employment. …
In this respect, the special tax is a tax whose purpose is not to generate [State] revenue. It is, in this connection, a regulatory instrument. … Certain taxes may serve not only the purpose of increasing State revenue, but also function as regulatory instruments. Secondarily, but not insignificantly, [this] taxation can be also seen as part of the State’s economic policy. In this regard the legislature is afforded an exceptionally broad constitutional margin of discretion. …
4.1.4. … The special tax is not a general income tax applicable to all types of income, but rather a particular tax levied on non-repetitive, non-regular payments which relate to certain factual circumstances (i.e. the termination of a legal relation) and which exceed a certain limit. …
Such a tax with ex nunc effect cannot be considered to violate the right to protection of human dignity or to constitute an improper interference by the State with individual autonomy. Taking into account its base, the incomes not belonging in that base and their amounts, the special tax cannot be considered as completely dispossessing the tax subjects. …
The individual’s acquisition of the income subject to the special tax is restricted by a public-law limitation originating in that tax …
4.2.4. … In case of misuse of public resources, the limitation on payments might even have retroactive effect, [under] section 70/I (2) of the Constitution. The Constitutional Court has already emphasised in its decision [no. 184/2010 (X.28.)AB] that a retroactive special tax may be imposed on unfairly high payments, on certain types of severance pay or on compensation for significant periods of unused vacation time accumulated over years; the Act aiming at preventing abuses and endorsing society’s sense of justice is not unconstitutional in itself, but must remain within the framework of the amended Constitution.
4.2.5. However, to impose tax on incomes [lawfully] acquired during the tax year … cannot be considered as the implementation of the new paragraph (2) of section 70/I of the Constitution, but rather interference by a public authority with individual autonomy going to such lengths that cannot have constitutional justification, and therefore violates the taxpayers’ human dignity. …
The special tax does not provide for a fair and just assessment of individual circumstances; its retroactive rules apply to everyone [with two exceptions mentioned above] without differentiation. Nor does it take into account objective circumstances concerning a wide range of taxpayers, such as the economic crisis or emergency situations, which may disadvantageously influence the individuals’ circumstances. …”
16. On 9 May 2011 Parliament again re-enacted the retroactive application of the 98% tax. The amendment to Act no. XC of 2010 was published in the Official Gazette on 13 May and entered into force on 14 May 2011. It provided that only relevant revenues earned after 1 January 2010 should be subject to the tax. The amended legislation did not contain any remedy available to those affected.
17. The Act, as in force as of 14 May 2011, provides (in sections 8-12/B) that the special tax rules are applicable to incomes received on 1 January 2010 or after. Incomes shall be subject to a 98% special tax where the private individual has worked at an economic operator or an organisation operating from public money, the payment is effected on account of the termination of the private individual’s work relationship, and the amount of the income exceeds HUF 3,5 (in certain cases 2) million. Incomes received between 1 January 2010 and 29 December 2010 were declared by private individuals by means of self-assessment, in tax returns submitted until 25 February or 10 May 2011 (depending on the taxpayer group). The tax was payable by the same dates.
Members of Parliament, vice mayors and Members of the European Parliament declared their income earned in 2010 and subject to the special tax in a different manner, in a separate tax return submitted by 31 July 2011. They paid the special tax by the same date. Those who retired immediately on dismissal were exempted from the tax. Persons subjected to the payment of the special tax declared their taxable incomes earned between 1 January 2011 and 13 May 2011 by way of tax returns submitted by 25 February or 20 May 2012 (depending on the taxpayer group), and paid the tax by the same dates. In all other cases, the special tax is deducted by the payment issuer as withholding tax, and the deduction is indicated in the private individual’s tax return for the given revenue year.
Any charges paid by or deducted from the private individual including, in particular, personal income tax or individual contributions shall be regarded as tax advances paid on the special tax.
III. RELEVANT LAW OF THE EUROPEAN UNION
18. The Charter of Fundamental Rights of the European Union provides as follows:
Article 34 – Social security and social assistance
“1. The Union recognises and respects the entitlement to social security benefits and social services providing protection in cases such as maternity, illness, industrial accidents, dependency or old age, and in the case of loss of employment, in accordance with the rules laid down by Community law and national laws and practices.”
The European Court of Justice held in Case C-499/08 Andersen v Region Syddanmark, [2010] ECR I-09343 as follows:
“29. The aim pursued by the severance allowance of protecting workers with many years of service in an undertaking and helping them to find new employment falls within the category of legitimate employment policy and labour market objectives provided for in Article 6(1) of Directive 2000/78.”
European Commission Recommendation of 30 April 2009 on remuneration policies in the financial services sector (2009/384/EC) provides as follows:
“1. Excessive risk-taking in the financial services industry and in particular in banks and investment firms has contributed to the failure of financial undertakings and to systemic problems in the Member States and globally….
5. Creating appropriate incentives within the remuneration system itself should reduce the burden on risk management and increase the likelihood that these systems become effective. Therefore, there is a need to establish principles on sound remuneration policies.”
In the case Michel Bourgès-Maunoury, Marie-Louise Heintz v Direction des services fiscaux d’Eure-et-Loir concerning the compatibility with European Union primary law of a national provision on the procedure for calculating a wealth tax, Advocate General Cruz Villalón reiterated that the principle that rules governing tax law and the exercise of fiscal power must not have confiscatory effects is a “well-known and widely-recognised idea” (Case C 558/10, Michel Bourgès-Maunoury, Marie-Louise Heintz v Direction des services fiscaux d’Eure-et-Loir 12 Dec 2011, OJ C-46, 12, Opinion of AG Villalón).
IV. COMPARATIVE LAW
Germany – Federal Constitutional Court
19. In a judgment of 22 June 1995, the Federal Constitutional Court held that, according to Article 14 of the Basic Law, the use of property served the purpose of private gain and the public good. In that sense, property tax, combined with other taxes, might take no more than 50% of the income from property (Halbteilungsgrundsatz). The overall tax burden should moreover not run counter to the principle of equality demanding the division of burden depending on the contributing capacity (BVerfG, 2 BvL 37/91, 22.6.1995).
In its subsequent decision of 18 January 2006 (BVerfG, 2 BvR 2194/99, 18.01.2006), the Federal Constitutional Court found that even though tax load fell within the ambit of Article 14 of the Basic Law, that is, the protection of property, the overall burden through business and personal income tax, in the particular circumstances, did not infringe the complainant’s right to property. In the instant case the overall tax burden in business and personal income tax combined amounted to 57.58%. The Federal Constitutional Court noted in this regard that it was permissible to charge high income with higher tax burden, as long as the taxable person, after deduction of the relevant tax, disposed of a remaining income representing his private performance.
France – Conseil constitutionnel
20. In decision no. 2007-555 DC (16 August 2007; Act pertaining to work, employment and purchasing power), the Conseil constitutionnel held as follows :
“24o The requirement deriving from Article 13 of the declaration of 1789 would not be complied with if taxation were to be of a confiscatory nature or subjected a certain category of taxpayers to an excessive burden in comparison with their ability to pay taxes. The principle of the capping of the proportion of a tax household’s income allocated to paying direct taxes, far from infringing the principle of equality before public burden sharing, is intended to avoid a patent infringement of this same principle;”
Switzerland – Federal Supreme Court
21. The Federal Supreme Court held that a taxation scheme that is confiscatory in its effects and not limited in time would infringe the essence of the right to property (Decisions of the Federal Supreme Court, BGE 106 Ia 342, 349; BGE 128 II 112, 126). To date, the Federal Supreme Court has not found that any taxation scheme was confiscatory.
Decision no. BGE 128 II 112, 126 contains the following passage:
“10 bb) … In taxation matters, however, it [the guarantee of property, as set out in Article 26 of the Federal Constitution] does not go beyond the prohibition of confiscatory taxation. Therefore, a tax to be levied may not damage the very essence of private property. It is the task of the legislative branch to preserve the substance of the taxpayer’s assets and to allow him the chance to create new ones. In fact, a tax rate expressed in percentages is not the only decisive criterion in order to determine whether a taxation scheme has a confiscatory effect. It is necessary to examine the burden of the imposition for a rather long period and by not taking into account extraordinary circumstances. In order to accomplish this, all specific facts must be taken into consideration: the length and the gravity of the interference as well as the accumulation with other taxes or charges and the possibility to shift the tax to another person …”.
Decision of the Federal Supreme Court no. 2P.139/2004 contains the following passage:
“4.2 The Federal Supreme Court has held that it is not compatible with Article 26 of the Federal Constitution if an annuity for life, inherited by bequest, of initially CHF 2200 per month is – regardless of the ability to pay other taxes of the person in receipt of the pension –taxed at 55 % in total, in terms of inheritance and income taxes as well as other expenses, which (taking into account of the tax sum due for over CHF 200,000) were necessary for their financing (Decision P.1704/1984, published in: ASA 56 p. 439 et seq.). In that specific case the specific circumstances were relevant because the heir could not secure her own existence after paying the taxes for the annuity for life.”
United States – Supreme Court
22. In United States v. Lovett, 328 U.S. 303, 315 (1946) the Supreme Court dealt with the following problem: According to the provisions of the Urgent Deficiency Appropriation Act, after 15 November 1943 no salary or compensation was to be paid to certain individuals, who were then government employees, out of any moneys then or thereafter appropriated, except for services as jurors or members of armed forces unless they were prior to that date again appointed to jobs by the President with advice and consent of the Senate. In the background of the statute challenged lay the House of Representatives’ feeling that in the late 1930s many ‘subversives’ were occupying influential positions in the Government and elsewhere and that their influence must not remained unchallenged. In 1943 the respondents, Lovett, Watson and Dodd, were and had been for several years working for the Government. The Government agencies which had lawfully employed them were fully satisfied with the quality of their work and wished to keep them employed in their jobs. The Supreme Court held that the purpose of the provision challenged was not merely to cut off the plaintiffs’ compensation through regular disbursing channels, but permanently to bar them from government service and it was designed to force the employing agencies to discharge respondents and to bar their being hired by any other governmental agency. The Supreme Court reiterated that the Constitution barred such legislative acts by providing that “no Bill of Attainder or ex post facto Law shall be passed”. It found that the relevant provision was designed to apply to particular individuals and operated as a legislative decree of perpetual exclusion from a chosen vocation. It ruled that this permanent proscription from any opportunity to serve the Government was punishment of those individuals without a judicial trial and thus carried the usual characteristics of bills of attainder. The Supreme Court found that “legislative acts, no matter what their form, that apply either to named individuals or to easily ascertainable members of a group in such a way as to inflict punishment on them without a judicial trial, are ‘bills of attainder’ prohibited by the Constitution”.
The subject matter of the case Armstrong v. United States, 364 U.S. 40, 49 (1960) was as follows: The plaintiffs (Armstrong and al.) furnished various materials to Rice for use in construction of boats. Upon Rice’s default, the Government exercised its option as to ten of the boat hulls still under construction and removed these properties to out-of-state naval shipyards for use in the completion of the boats. When the transfer occurred, the plaintiffs had not been paid for their materials and they were not paid afterwards, either. Petitioners therefore contended that they had liens. The Supreme Court held “that there was a taking of these liens for which just compensation is due under the Fifth Amendment. It is true that not every destruction or injury to property by governmental action has been held to be a ‘taking’ in the constitutional sense. This case and many others reveal the difficulty of trying to draw the line between what destructions of property by lawful governmental actions are compensable ‘takings’ and what destructions are ‘consequential’ and therefore not compensable… The Fifth Amendment’s guarantee that private property shall not be taken for a public use without just compensation was designed to bar Government from forcing some people alone to bear public burdens which, in all fairness and justice, should be borne by the public as a whole. A fair interpretation of this constitutional protection entitles these lienholders to just compensation here.”
In Eastern Enterprises v. Apfel, 524 U.S. 498 (1998) the Supreme Court held that the Coal Industry Retiree Health Benefit Act 1992 amounted to an unconstitutional regulatory taking of property. It held that the economic impact of the Act was substantial as to Petitioner, in that it required Eastern Enterprises to contribute large sums of money to a pension fund for employees employed in the 1950s and 1960s solely because those payments could not be allocated to other coal companies that were currently operating in the coal industry. The retroactive effect of the Act imposed a substantial economic injury on Eastern Enterprises that could not have been anticipated. Moreover, the challenged statute interfered with Eastern Enterprises’ expectations in that in 1987 the company sold off its remaining holdings in coal operations and completely quit this industry. The statute’s requirement for Eastern Enterprises to undertake the obligation at issue clearly interfered with the expectations of Eastern when it sold off its interest in coal operations. Lastly, the nature of the government action was unusual because it retroactively applied a substantial economic burden on Eastern Enterprises. For the Supreme Court, the character of the government action was substantial and invasive. The balance of the factors resulted in the finding of an unconstitutional taking requiring just compensation.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 OF THE CONVENTION
23. The applicant complained that the levying of tax at a rate of 98% on part of his severance pay had amounted to a deprivation of property which was unjustified. He relied on Article 1 of Protocol No. 1, which provides as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
The Government contested that argument.
A. Admissibility
24. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties’ submissions
a. The Government
25. The Government did not dispute that the contested deprivation of revenue had amounted to an interference with the applicant’s right to property. However, in their view, this interference was prescribed by law and pursued the legitimate aims of satisfying society’s sense of justice and of protecting the public purse. These aims of general interest were also recognised by the European Union which had initiated legislative steps (see paragraph 18 above) against excessive severance payments, as their amount often per se violated society’s sense of justice and the remuneration policy applied in the financial sector to executive officers had contributed to the international financial crisis of the past years.
26. The Government were further of the opinion that, in order to achieve the above aims of general interest, taxation can, in a democratic society, be regarded as the most suitable regulatory means. In so far as the impugned tax could be seen as modifying the contents of the applicant’s existing employment contract, they submitted that respect for contracts already concluded required that their modification or cancellation take place according to the laws, even if they contained seemingly lawful commitments at the expense of the State budget violating the society’s sense of justice.
27. The Government pointed out that by introducing the special tax the lawmaker had intended to strike a fair balance between the aim pursued and the limitation on the individual’s rights – by paying, at the same time, due attention to the circumstance that, in the midst of a deep world-wide economic crisis, additional burdens should be borne not only by the State but also by other market participants including senior civil servants and senior managers of State-owned enterprises, capable of influencing their own benefits. In the Government’s view, a wide margin of appreciation should be left to the national authorities in this respect. Significantly high tax rates were not unknown under the various tax regimes.
The Government also emphasised that severance not exceeding HUF 3.5 million did not fall under the impugned Act (in this part, it was subject to the general personal income tax rate of 16%); therefore the sharing of burdens should be regarded as fair and just. In this connection the Government submitted that this sum was approximately equivalent to sixteen months’ average salary in Hungary in 2010.
28. The deprivation of revenue had not imposed an excessive individual burden on the applicant, either. He had not been deprived of an existing possession or income, therefore the payment of the tax had not entailed unbearable hardships for him. The rate of the tax had not been excessive and – having regard to average Hungarian revenues, the social and economic situation and the amount of benefits received by the applicant – had not imposed a disproportionate burden on the applicant or endangered his subsistence.
b. The applicant
29. The applicant submitted that he had received the severance pay lawfully – under the work agreement with his employer – but had had to pay back virtually the entire amount half a year later, retroactively, pursuant to the newly enacted Act. In his view, society itself had no “sense of social justice”; therefore such an aim could not be justified as one of public interest. Nor could the economic crisis serve as a basis for deprivation of private property in a democracy. The purpose of the impugned tax was furthermore questionable bearing in mind that a more favourable deadline was applicable for Members of Parliament and others. A 98% tax burden was so disproportionate that it should be considered as a disguised deprivation of property in violation of the Convention. Consequently, the intervention could not be considered either as “prescribed by the law” or “pursuing a general interest”.
30. Moreover, the applicant argued that he had received the severance pay significantly earlier than the end of his employment. By the time his employment had terminated he had already spent most of the money, unaware that he would have to retroactively pay back 98% thereof. Therefore the measure in question constituted a disproportionate and excessive burden for him.
2. The Court’s assessment
a. Whether there was an interference with the applicant’s “possessions” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1
31. In its judgment of 23 September 1982 in the case of Sporrong and Lönnroth v. Sweden, the Court analysed Article 1 as comprising “three distinct rules”: the first rule, set out in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and enunciates the principle of the peaceful enjoyment of property; the second rule, contained in the second sentence of the first paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions; the third rule, stated in the second paragraph, recognises that the Contracting States are entitled, amongst other things, to control the use of property in accordance with the general interest (Series A no. 52, § 61). The Court further observed that, before inquiring whether the first general rule has been complied with, it must determine whether the last two are applicable (ibid.). The three rules are not, however, “distinct” in the sense of being unconnected. The second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property and should therefore be construed in the light of the general principle enunciated in the first rule (see, among many other authorities, James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, § 37, Series A no. 98).
Moreover, an interference, including one resulting from a measure to secure payment of taxes, must strike a “fair balance” between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights. The concern to achieve this balance is reflected in the structure of Article 1 as a whole, including the second paragraph: there must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aims pursued. The question to be answered is whether, in the applicant’s specific circumstances, the application of the tax law imposed an unreasonable burden on him or fundamentally undermined his financial situation – and thereby failed to strike a fair balance between the various interests involved (see M.A. and 34 Others v. Finland (dec.), no. 27793/95, 10 June 2003; Imbert de Trémiolles v. France (dec.), nos. 25834/05 and 27815/05 (joined), 4 January 2008; Spampinato v. Italy (dec.), no. 69872/01, 29 March 2007; and Wasa Liv Ömsesidigt, Försäkringsbolaget Valands Pensionsstiftelse v. Sweden, no. 13013/87, Commission decision of 14 December 1988, Decisions and Reports 58, p. 186).
32. The Court recalls that in certain circumstances loss of ownership of property resulting from a legislative measure or from an order of a court will not be equated with a “deprivation” of possessions: in the cases of AGOSI v. the United Kingdom (24 October 1986, Series A no. 108) and Air Canada v. the United Kingdom (5 May 1995, Series A no. 316-A), the forfeiture or other loss of ownership was treated as a “control of use” of property within the meaning of the second paragraph of Article 1 Protocol No. 1. In Gasus Dosier- und Fördertechnik GmbH v. the Netherlands (23 February 1995, Series A no. 306-B), impoundment was considered as a measure securing the payment of taxes within the meaning of the second paragraph of Article 1 in fine, while in Beyeler v. Italy ([GC], no. 33202/96, ECHR 2000 I), the interference with the applicant’s property rights was examined under the first sentence of that Article.
The Court does not consider it necessary to rule on whether the second sentence of the first paragraph of Article 1 applies in this case. The complexity of the factual and legal position prevents the impugned measure from being classified in a precise category. The Court recalls that the situation envisaged in the second sentence of the first paragraph of Article 1 is only a particular instance of interference with the right to peaceful enjoyment of property as guaranteed by the general rule set forth in the first sentence (see, for example, Lithgow and Others v. the United Kingdom, 8 July 1986, § 106, Series A no. 102). The Court therefore considers that it should examine the situation complained of in the light of that general rule (cf. Beyeler, cited above, § 106).
33. In the Court’s view, the classification of a general measure taken in furtherance of a social policy of redistribution as a “control of use” of property rather than a “deprivation” of possessions is not decisive in so far as the principles governing the question of justification are substantially the same, requiring both a legitimate aim and the preservation of a fair balance between the aim served and the individual property rights in question.
Furthermore, a legislative amendment which removes a legitimate expectation may amount in its own right to an interference with “possessions” (see, mutatis mutandis, Maurice v. France [GC], no. 11810/03, §§ 67-71 and 79, ECHR 2005–IX; Draon v. France [GC], no. 1513/03, §§ 70-72, 6 October 2005; and Hasani v. Croatia (dec.), no. 20844/09, 30 September 2010).
34. In the present case, the Court notes that the parties agree that the impugned taxation represents an interference with the applicant’s right to peaceful enjoyment of possessions.
The Court will examine the issue under the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1, subject to the specific rule concerning the payment of taxes contained in Article 1 in fine.
b. Lawfulness of the interference
i. General principles
35. The Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 requires that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful: indeed, the second sentence of the first paragraph of that Article authorises the deprivation of possessions “subject to the conditions provided for by law”. Moreover, the rule of law, one of the fundamental principles of a democratic society, is a notion inherent in all the Articles of the Convention (see Former King of Greece and Others v. Greece [GC] (merits), no. 25701/94, § 79, ECHR 2000–XII, and Broniowski v. Poland [GC], no. 31443/96, § 147, ECHR 2004 V).
36. However, the existence of a legal basis in domestic law does not suffice, in itself, to satisfy the principle of lawfulness. In addition, the legal basis must have a certain quality, namely it must be compatible with the rule of law and must provide guarantees against arbitrariness.
37. It follows that, in addition to being in accordance with the domestic law of the Contracting State, including its Constitution, the legal norms upon which the deprivation of property is based should be sufficiently accessible, precise and foreseeable in their application (see Guiso-Gallisay v. Italy, no. 58858/00, §§ 82-83, 8 December 2005). The Court would add that similar considerations apply to interferences with the peaceful enjoyment of possessions.
As to the notion of “foreseeability”, its scope depends to a considerable degree on the content of the instrument in issue, the field it is designed to cover and the number and status of those to whom it is addressed (see, mutatis mutandis, Sud Fondi S.r.l. and Others v. Italy, no. 75909/01, § 109, 20 January 2009). In particular, a rule is “foreseeable” when it affords a measure of protection against arbitrary interferences by the public authorities (see Centro Europa 7 S.r.l. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, § 143, ECHR–2012). Similarly, the applicable law must provide minimum procedural safeguards commensurate with the importance of the principle at stake (see, mutatis mutandis, Sanoma Uitgevers B.V. v. the Netherlands [GC], no. 38224/03, § 88, 14 September 2010; Vistiņš and Perepjolkins v. Latvia [GC], no. 71243/01, §§ 96-98, 25 October 2012).
38. The Court would, moreover, reiterate the finding in its settled case-law that the national authorities are in principle better placed than an international court to evaluate local needs and conditions. In matters of general social and economic policy, on which opinions within a democratic society may reasonably differ widely, the domestic policy-maker should be afforded a particularly broad margin of appreciation (see, for example, Stec and Others v. the United Kingdom [GC], no. 65731/01, § 52, ECHR 2006–VI).
39. In so far as the tax sphere is concerned, the Court’s well-established position is that States may be afforded some degree of additional deference and latitude in the exercise of their fiscal functions under the lawfulness test (see National & Provincial Building Society, Leeds Permanent Building Society and Yorkshire Building Society v. the United Kingdom, 23 October 1997, §§ 75 to 83, Reports of Judgments and Decisions 1997–VII; OAO Neftyanaya Kompaniya Yukos v. Russia, no. 14902/04, § 559, 20 September 2011).
40. Moreover, since in the present case the interference with the applicant’s peaceful enjoyment of possessions was incarnated by a tax measure, it is convenient to point out that retroactive taxation can be applicable essentially to remedy technical deficiencies of the law, in particular where the measure is ultimately justified by public-interest considerations. There is in fact an obvious and compelling public interest to ensure that private entities do not enjoy the benefit of a windfall in a changeover to a new tax-payment regime (see National etc., cited above, §§ 80 to 83).
However, no such deficiency of the law has been demonstrated in the circumstances of the present case. Therefore, the Court considers that particular caution is called for when assessing whether or not the impugned measure was “lawful” for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1.
ii. Application of the above-mentioned principles to the present case
41. The Court notes that the taxation of the severance pay in question was due after the enactment of the final version of the impugned legislation. In the applicant’s particular case, the tax was actually paid prior to that date, under the intermediary rules (see paragraph 7 above). In any case, the taxation complained of can be argued to have certain retroactive features. In particular, the taxed benefits themselves were generated on the applicant’s dismissal on 1 July 2010 and were paid on 2 July 2010 (see paragraphs 6 and 7 above) – which preceded the entry into force of the final amendment of the Act on 14 May 2011 (see paragraph 16 above).
42. The Court cannot overlook the legislative process leading to the enactment of the law affecting the applicant. It observes that the Constitutional Court found, in its first decision (see paragraph 11 above), the measure unconstitutional for being confiscatory (especially in regard to statutorily provided severance pay to civil servants who could not be considered to have received it in violation of good morals or otherwise illegally).
In its second decision (see paragraphs 14 and 15 above) the Constitutional Court held that for the current tax year (that is, for 2010), the tax was not unconstitutional in regard to severance payments which were made before the entry into force of the Act, since it did not violate human dignity – which was the only basis for constitutional evaluation of a tax law after the reduction of the competences of the Constitutional Court. This did not, however, change the finding of substantive unconstitutionality of essentially identical provisions of the original Tax Act – only that the Constitutional Court could not review the slightly amended provisions of the Amendment.
The modified Tax Act was enacted on 9 May 2011, published on 13 May 2011 and entered into force the next day, 14 May 2011, being applicable to severance and related payments earned after 1 January 2010 (see paragraph 16 above). However, the applicant had received the severance payment in question more than ten months earlier.
43. The Court also notes that the rules under which the applicant paid the tax in question were subsequently annulled by the Constitutional Court and the missing legislation was substituted for only on 14 May 2011 (see paragraphs 14 and 16 above), which in the Court’s eyes raises some doubts as to the presence of a proper legal basis. Moreover, the Court considers that the decisions of the Constitutional Court as such raise certain issues as to the constitutionality – and therefore the legality – of the impugned Act.
The Court nevertheless finds that the final amendment of the Act can be accepted as providing a legal basis for the measure in question, taking into account the degree of additional deference and latitude afforded in this field (see paragraph 39 above). It considers that it is not necessary to take a position on the legality of the impugned tax measures, which concerned the applicant’s employment and severance pay, both having occurred long before the entry force of the Act, since this issue is taken into consideration under the proportionality test (see paragraphs 54 to 62 below).
c. Public interest
44. The applicant challenged the legitimacy of the aim pursued by the impugned measure. In this connection, the Court reiterates that, because of their direct knowledge of their society and its needs, the national authorities are in principle better placed than the international judge to appreciate what is “in the public interest”. Under the system of protection established by the Convention, it is thus for the national authorities to make the initial assessment as to the existence of a problem of public concern warranting measures of deprivation of property or interfering with the peaceful enjoyment of possessions. Here, as in other fields to which the safeguards of the Convention extend, the national authorities accordingly enjoy a certain margin of appreciation. Furthermore, the notion of “public interest” is necessarily extensive (see Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 106).
45. The Court further reiterates that the levying of taxes constitutes in principle an interference with the right guaranteed by the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 and that such interference may be justified under the second paragraph of that Article, which expressly provides for an exception in respect of the payment of taxes or other contributions. However, this issue is nonetheless within the Court’s control (see paragraphs 31 and 34 above).
46. Moreover, it is naturally in the first place for the national authorities to decide what kind of taxes or contributions are to be collected. The decisions in this area will commonly involve the appreciation of political, economic and social questions which the Convention leaves within the competence of the States parties, the domestic authorities being better placed than the Court in this connection. The power of appreciation of the States parties in such matters is therefore a wide one (see Gasus Dosier- und Fördertechnik GmbH, cited above, § 60, and National etc., cited above, §§ 80-82).
47. However, as regards the Government’s implied reference to European Commission Recommendation 2009/384/EC (see paragraphs 18 and 25 above), the Court finds that this consideration is immaterial in regard to the applicant. The measures envisioned in the Recommendation, which will be applicable in the future to restrict excessive payments in the financial sector, were conceived because “excessive risk-taking in the financial services industry and in particular in banks and investment firms has contributed to the failure of financial undertakings and to systemic problems in the Member States and globally.” The Recommendation suggests national regulation that provides for performance-based components of remuneration based on longer-term performance and contains no reference to social justice expectations. For the Court, excessive risk-taking in the financial sector is irrelevant in the applicant’s particular case.
48. Nevertheless, given the above margin of appreciation regarding the determination of what is “in the public interest”, granted to general measures interfering with the peaceful enjoyment of possessions, the Court accepts that the “sense of social justice of the population”, in combination with the interest to protect the public purse and to distribute the public burden satisfies the Convention requirement of a legitimate aim, notwithstanding its broadness. The Court has no convincing evidence on which to conclude that the reasons referred to by the Government were manifestly devoid of any reasonable basis (compare and contrast Tkachevy v. Russia, no. 35430/05, § 50, 14 February 2012).
However, serious doubts remain as to the relevance of these considerations in regard to the applicant who only received a contractually stipulated compensation and could not have been made responsible for the fiscal problems which the State intended to remedy. While the Court recognises that the impugned measure was intended to protect the public purse against excessive severance payments, it is not convinced that this goal was primarily served by taxation. As the Constitutional Court noticed, there was a possibility to change severance rules and reduce the amounts which were contrary to public interest, but the authorities did not opt for this course of action. However, it is not necessary for the Court to decide at this juncture on the adequacy of a measure that formally serves a social goal, since this measure is in any event subject to the proportionality test.
d. Proportionality
i. General principles
49. Even if it has taken place subject to the conditions provided for by law – implying the absence of arbitrariness – and in the public interest, an interference with the right to the peaceful enjoyment of possessions must always strike a “fair balance” between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights. In particular, there must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised by the impugned measure (see Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, § 93, ECHR 2006 V, and also paragraph 31 above).
50. In determining whether this requirement is met, the Court reiterates that the State enjoys a wide margin of appreciation with regard both to choosing the means of enforcement and to ascertaining whether the consequences of enforcement are justified in the general interest for the purpose of achieving the object of the law in question (see Chassagnou and Others v. France [GC], nos. 25088/94, 28331/95 and 28443/95, § 75, ECHR 1999-III, and Herrmann v. Germany [GC], no. 9300/07, § 74, 26 June 2012). Nevertheless, the Court cannot abdicate its power of review and must therefore determine whether the requisite balance was maintained in a manner consonant with the applicant’s right to the peaceful enjoyment of possessions, within the meaning of the first sentence of Article 1 of Protocol No. 1 (see Jahn and Others v. Germany [GC], nos. 46720/99, 72203/01 and 72552/01, § 93, ECHR 2005 VI). In the determination of the proportionality of the measure, the Court did in the past also consider the personal situation of the applicants, including their good faith (see Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 120).
51. In order to assess the conformity of the State’s conduct with the requirements of Article 1 of Protocol No. 1, the Court must conduct an overall examination of the various interests at issue, having regard to the fact that the Convention is intended to guarantee rights that are “practical and effective”, not theoretical or illusory. It must go beneath appearances and look into the reality of the situation at issue, taking account of all the relevant circumstances, including the conduct of the parties to the proceedings, the means employed by the State and the implementation of those means. Where an issue in the general interest is at stake, it is incumbent on the public authorities to act in good time, and in an appropriate and consistent manner (see Fener Rum Erkek Lisesi Vakfı v. Turkey, no. 34478/97, § 46, 9 January 2007, and Bistrović v. Croatia, no. 25774/05, § 35, 31 May 2007).
52. In the context of tax collection, the Court considers that the suitability of methods is a consideration in the establishment of proportionality of a measure of interference (see, in the context of exercise of the State’s right of pre-emption, Hentrich v. France, 22 September 1994, § 48, Series A no. 296 A).
53. Although Article 1 of Protocol No. 1 contains no explicit procedural requirements, in order to assess the proportionality of the interference the Court looks at the degree of protection from arbitrariness that is afforded by the proceedings in the case (see Hentrich, cited above, § 46). In particular, the Court examines whether the proceedings concerning the interference with an applicant’s right to the peaceful enjoyment of possessions were attended by basic procedural safeguards. It has already held that an interference cannot be legitimate in the absence of adversarial proceedings that comply with the principle of equality of arms, enabling argument to be presented on the issues relevant for the outcome of a case (see Hentrich, cited above, § 42; and Jokela v. Finland, no. 28856/95, § 45, ECHR 2002–IV). A comprehensive view must be taken of the applicable procedures (see AGOSI, cited above, § 55; Hentrich, cited above, § 49; and Jokela, cited above, § 45).
ii. Application of the above-mentioned principles in the present case
54. As it transpires from its case-law, in the area of social and economic legislation including in the area of taxation as a means of such policies States enjoy a wide margin of appreciation, which in the interests of social justice and economic well-being may legitimately lead them, in the Court’s view, to adjust, cap or even reduce the amount of severance normally payable to the qualifying population. However, any such measures must be implemented in a non-discriminatory manner and comply with the requirements of proportionality.
In particular, as regards the existence of a “reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised”, the Court notes at the outset that the Constitutional Court’s first decision can be understood to characterise the tax in question as amounting to a confiscatory measure. Moreover, tax rates exceeding 50% have been found unconstitutional in Germany, a Member State of the Council of Europe (see paragraph 19 above). However, in several European countries – such as Sweden, Belgium, the Netherlands, Portugal and Italy – personal income tax rates reached about 75% in the past – although those rates were usually applicable only to the highest income brackets, related to revenues clearly exceeding the amount that is contemplated in the context of the present case. It is also to be noted that the OECD average of top combined statutory personal income tax rates was 65.7% in 1981, 50.6% in 1990, 46.5% in 2000 and 41.7% in 2010 .
55. The applicable threshold in the present case was HUF 3.5 million, the amounts of severance pay falling below this limit being subject to the general personal income tax rates (a maximum of 32% in the period, see paragraph 7 above). By contrast, a tax rate of 98% was applied to that part of severance pay which exceeded the threshold.
56. In the instant case, the Court takes into consideration in the proportionality analysis that the tax rate applied exceeds considerably the rate applicable to all other revenues, without determining in abstracto whether or not the tax burden was, quantitatively speaking, confiscatory in nature. For the Court, given the margin of appreciation granted to States in matters of taxation, the applicable tax rate cannot be decisive in itself, especially in circumstances like those of the present case.
57. The Court observes that the applicant, who was entitled to severance pay according to his labour contract and whose acting in good faith has never been called into question, was subjected to the impugned measure notwithstanding the fact that the severance pay served the specific and recognised social goal of labour reintegration.
58. Moreover, to the extent that the Government may be understood to argue that certain senior managers of State-owned enterprises were capable of influencing their own benefits, which phenomenon could only be countered by targeted taxation (see paragraph 27 above), the Court is satisfied that – although the benefits in question were stipulated in the labour contract between the applicant and his employer – there is nothing in the case file to corroborate such an assumption of abuse in the case of the applicant, who in any event was not an executive of that enterprise. In particular, the Court notes that the applicant, having been in the service of the employer for about eleven years, was statutorily entitled to three months’ severance pay under the Labour Code (see paragraph 7 above), and acquired only one additional month’s amount under the labour contract.
59. As regards the personal burden which the applicant sustained on account of the impugned measure, the Court notes that he had to suffer a substantial deprivation of income in a period of presumable considerable personal difficulty, namely subsequent to the loss of employment. The Court would observe in this context that Article 34 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union (see paragraph 18 above) endorses benefits providing protection in the case of loss of employment, and that according to the European Court of Justice, the aim pursued by severance pay – that is, helping dismissed employees find new employment – belongs within legitimate employment policy goals (see paragraph 18 above).
Moreover, the Court cannot overlook the fact that the applicant received the benefits in question, reduced by the then applicable taxes, several months before the change in the revenue rules, and might have disposed of it already, unaware that subsequently he would have to surrender this money, almost in its entirety, in the levying of an additional tax. For the Court, this element – that is, the absence of a transitional period within which to adjust himself to the new scheme – is likely to have exposed the applicant to substantial personal hardships. In this connection the Court recalls that taxation at a considerably higher tax rate than that in force when the revenue in question was generated could arguably be regarded as an unreasonable interference with expectations protected by Article 1 of Protocol No. 1 (see M.A. and 34 Others, cited above). The tax complained of was not intended to remedy technical deficiencies of the pre-existing law, nor had the applicant enjoyed the benefit of a windfall in a changeover to a new tax-payment regime (compare and contrast, National etc., cited above, §§ 75 to 83).
60. Against this background, the Court finds that the measure complained of entailed an excessive and individual burden on the applicant’s side. This is all the more evident when considering the fact that the measure targeted only a certain group of individuals, who were apparently singled out as having been paid, directly or indirectly, out of the public purse. Assuming that the impugned measure served the interest of the State budget at a time of economic hardship, the Court notes that the majority of citizens were not obliged to contribute, to a comparable extent, to the public burden.
61. The Court concludes that the specific measure in question, as applied to the applicant, even if meant to serve social justice, cannot be justified by the legitimate public interest relied on by the Government. It affected the applicant being in good-faith standing and deprived him of the larger part of an acquired right (statutorily guaranteed to a large extent), serving the special social interest of labour-market reintegration. In the Court’s opinion, those who act in good faith on the basis of law or contracts should not be frustrated in their expectations without specific and compelling reasons. Therefore the measure cannot be held to be reasonably proportionate to the aim sought to be realised.
62. The foregoing considerations are sufficient to enable the Court to conclude that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 13 OF THE CONVENTION READ IN CONJUNCTION WITH ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
63. The applicant also complained that he did not have any effective remedy at his disposal in respect of the alleged violation of his rights under Article 1 of Protocol No. 1. He relied on Article 13 of the Convention.
64. The Government contested that argument in general terms.
65. The Court notes that this complaint is linked to the one examined above and must therefore likewise be declared admissible.
66. Having regard to the finding relating to Article 1 of Protocol No. 1 (see paragraph 62 above), the Court considers that it is not necessary to examine separately whether, in this case, there has been a violation of Article 13.
III. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 14 OF THE CONVENTION READ IN CONJUNCTION WITH ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
67. The applicant further complained that those retiring immediately on dismissal were exempted from the tax in question and, mo

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